Ubisoft torna in pista con The Crew 2

Ubisoft riporta i giocatori a gareggiare su bolidi fiammanti con The Crew 2, sequel dell’innovativo racing game uscito 4 anni fa su Pc, Xbox One, PS4 e che torna anche stavolta sulle medesime piattaforme. In questo sequel l’obiettivo degli sviluppatori è quello di creare un mondo in stile MMO dove i giocatori possono sia competere in maniera cooperativa, sia unirsi in “clan” per sfidare altri piloti in adrenaliniche gare a bordo di bolidi fiammanti in una mappa immensa. In The Crew 2 tutto questo è possibile in quanto viene proposta una riproduzione di ben 1900 miglia quadrate del territorio continentale degli Stati Uniti, compreso delle sue città più famose come Detroit, New York, Los Angeles, Miami, Las Vegas e delle sue zone rurali. Anche se la mappa di gioco è praticamente identica a quella vista nel primo episodio, le differenze sono palpabili durante l’esplorazione, soprattutto dal punto di vista artistico/grafico. Gli sviluppatori di Ivory Tower, infatti, hanno davvero rimesso mano sul comparto tecnico, migliorando il sistema di illuminazione, i riflessi e l’effettistica e introducendo una risoluzione 4K per le console più potenti in circolazione. Il ciclo giorno e notte, il meteo dinamico e un frame rate solido e ancorato ai 30fps esaltano l’open world dell’esperienza, che, almeno visivamente, nonostante qualche pop-up di troppo, riesce a regalare scorci davvero suggestivi, perfetti per spingere al massimo la modalità foto e video editing, completi di diversi setting per tutti i gusti e con la possibilità di riavvolgere il tempo per fotografare il momento perfetto; sfrecciare tra le strade di una città, rimanere incantati da un tramonto nel Grand Canyon, prendere il sole sulle spiagge di Miami, fare il coast to coast o semplicemente girovagare nel Dakota con la frequente e tipica pioggia scrosciante, rende il tutto estremamente emozionante e a tratti ineguagliabile. Tra le novità più succose in game spiccano due tipologie di nuovi veicoli, gli aerei e i motoscafi, innesti volti ad incrementare la varietà generale del gioco, che offrono la possibilità ai giocatori di esibirsi in evoluzioni acrobatiche passando tra un checkpoint e l’altro, opportunamente posti sui tetti dei grattacieli, oppure di muoversi sugli specchi d’acqua che attraversano le zone metropolitane a bordo di modernissime imbarcazioni. Ogni veicolo presente in The Crew 2 ha un sistema di progressione che si rifà a quanto già visto nel titolo originale, anche se qui differisce per il pretesto per gareggiare: non si avrà più a che fare con una trama poco più che abbozzata, semplicemente si verrà catapultati in una sorta di mondo di gare clandestine dove l’obiettivo sarà quello di diventare famosi a suon di followers conquistati attraverso le vittorie. Ovviamente la popolarità si otterrà tagliando per primi il traguardo, inoltre salire sul podio garantirà parti aggiuntive per personalizzare ogni veicolo al fine di renderli maggiormente performanti e appariscenti in gara. Tra le parti aggiuntive spiccano senza dubbio le estetiche come le livree colorate, i cerchioni e gli spoiler, ma sono ovviamente presenti anche tante modifiche che apportano migliorie prestazionali al proprio bolide, includendo velocità, frenata, turbo e così via. Il sistema, va detto, funziona bene e invoglia a sviluppare tutti i veicoli in proprio possesso, e se si desidera collezionarli tutti bisognerà rimboccarsi le maniche in quanto i veicoli presenti in The Crew 2 sono circa duecento.

Ovviamente, essendo il titolo Ubisoft un prodotto destinato a garantire tantissime ore di gioco, il numero e la tipologia di eventi disponibili nella mappa è ulteriormente aumentata, con gare di ogni tipo che includono decine di modalità disponibili, oltre alle sfide che popolano ulteriormente l’area e che di solito consistono nell’eseguire fotografie alla fauna locale, espedienti utili per tentare di colmare un vuoto che altrimenti sarebbe troppo evidente, vista anche la scomparsa degli inseguimenti con la polizia. Infine è bene fare un appunto al gameplay, che si rivela votato all’arcade, forse troppo. Infatti rilasciare l’acceleratore non paga quasi mai, tanto che si percepisce come rischio minore quello di impattare contro gli elementi di contorno delle ambientazioni, anche se il sistema di collisioni lascia parecchio a desiderare: capiterà spesso infatti di riuscire nell’intento di travolgere e sradicare una fermata del bus proseguendo verso il traguardo, ma capiterà anche di schiantarsi contro elementi apparentemente meno resilienti. Per quanto riguarda l’intelligenza dei bot in gara, questa purtroppo non sorprende, infatti per via di un’imprevedibilità troppo bassa, alla fine la vera sfida risulterà essere quella contro il tempo per assicurarsi ulteriori bonus a fine gara. Chiude il quadro un sonoro all’altezza, composto da musiche azzeccate e campionamenti adeguati allo scopo, migliorati ulteriormente rispetto alla discreta base sfoggiata dal prequel. Un’ultima nota, infine, va fatta per l’esperienza online: per la sua natura The Crew 2 impone di essere costantemente connessi alla rete, consentendo così di riuscire a incrociare altri giocatori intenti ad esplorare la vasta ambientazione proposta dal titolo Ubisoft. Al momento ci si può solo confrontare solo in piccole sfide riguardanti i tempi di percorrenza dei tracciati, oppure sulla velocità massima sfoggiata in quel particolare tratto di percorso, in attesa del PvP vero e proprio previsto per il mese di dicembre. Per quanto sia lodevole che il supporto post-lancio sia completamente gratuito (il season pass offre solamente l’accesso anticipato ai veicoli aggiuntivi e poco altro), risulta davvero stravagante che delle componenti fondamentali di ogni racing game (come la modalità competitiva) non siamo presenti dal giorno del lancio ed anzi rappresentino promesse per il futuro. La prima parte del titolo è strutturata come una sorta di campagna, in cui il giocatore è chiamato a visitare quattro punti nevralgici delle competizioni ad alta velocità. Guadagnando follower, popolarità e contanti è possibile sbloccare nuovi mezzi, nuove categorie di gare e nuove attività, in un percorso di crescita che sulle prime sembra ben strutturato.

Il vero problema è che il cammino che porta a diventare una star è davvero troppo breve per riuscire a tenere in piedi la produzione. In circa sette ore di gioco si saranno probabilmente affrontate tutte le competizioni principali, e resteranno le minuscole attività secondarie rappresentate da slalom, opportunità fotografiche, prove di velocità o acrobazie aeree. Quindi è bene mettere in conto che le attività end game, fattore da considerare come seconda parte del titolo, fino all’uscita del PvP in inverno sono veramente poche e poco soddisfacenti. Tirando le somme, si può dire che The Crew 2 inizia la sua corsa verso il successo con un assetto non ottimale. Mancano le modalità competitive, mancano attività secondarie spalmate in maniera uniforme sulla grande mappa di gioco, capaci di trattenere gli utenti sui server anche dopo il completamento della “carriera”. Nei prossimi mesi arriveranno nuove tipologie di veicoli e di gare, assieme al PvP ed alla riscrittura del sistema di loot. Ma per adesso? Ora il gioco si presenta come un arcade leggero, divertente e disimpegnato, senza però particolari guizzi ludici o creativi. Il suo punto di forza è la varietà: di panorami, di veicoli, di situazioni. Ma visto che il concept di base resta quello del primo capitolo, manca l’elemento di originalità a condire il tutto. Intendiamoci, The Crew 2 non è affatto un brutto gioco, diverte ed è bello da vedere, ma per chi si aspetta un racing game in stile MMO, al momento potrebbe restare deluso.

 

GIUDIZIO GLOBALE:
Grafica: 8,5
Sonoro: 8,5
Gameplay: 7,5
Longevità: 7,5
VOTO FINALE: 8

 

Francesco Pellegrino Lise




Samsung, arriva lo smartphone con display pieghevole: sul mercato nel 2019

Samsung sarebbe in procinto di lanciare sul mercato della telefonia mobile uno smartphone con schermo pieghevole. Tutto questo dovrebbe avvenire agli inizi del 2019, almeno secondo quanto dichiara il Wall Street Journal citando fonti informate sull’argomento. Il dispositivo pieghevole di Samsung andrebbe a rappresentare il terzo top di gamma dell’azienda coreana, accanto alle linee Galaxy S e Galaxy Note. All’inizio sarebbe commercializzato in mercati specifici, come quello dei videogiocatori, per poi avere un debutto più ampio nella seconda metà dell’anno prossimo. Il prototipo del telefono Samsung, dal nome in codice “Winner”, monta un display da 7 pollici, e ha quindi le dimensioni di un piccolo tablet. Sempre secondo le indiscrezioni, lo schermo si piega in due come un portafoglio, e quando è chiuso presenta una piccola barra di display nella parte frontale e fotocamere nella parte posteriore. Ma come funziona? Secondo quanto diffuso in rete il display dello smartphone di Samsung si estende in tutta la sua ampiezza, è come se si usasse un normale device con la tastiera che si sviluppa in basso e la disposizione dei contenuti in verticale. Icone, software, foto, video, tutto resta come se si stesse utilizzando un normale Galaxy. Attraverso un sensore posto sul retro del corpo del cellulare si potrà decidere se far accendere e rendere funzionale una prima parte del dispositivo e una pressione più decisa consentirà di usufruire di tutto il display. Tutto varia anche in base all’angolazione dello schermo che, sapendo di essere inclinato e non lineare, si configurerà in modo tale da offrire l’esperienza consona. Il nuovo smartphone pieghevole – osserva il quotidiano – dovrebbe innovare il settore degli smartphone, che ha chiuso il 2017 con vendite globali in calo dello 0,3%, e potrebbe contribuire a rilanciare nel lungo periodo il business della compagnia coreana. Per saperne di più non resta altro che attendere notizie ufficiali e scoprire se effettivamente il futuro della telefonia mobile saranno i telefonini pieghevoli.

F. P. L.




Crash Bandicoot N.Sane Trilogy arriva anche su Xbox One, Pc e Switch

Con l’arrivo della Crash Bandicoot N.Sane Trilogy anche su Xbox One, Pc e Nintendo Switch, il “vero” Crash, quello partorito dalla mente dei programmatori californiani di Naughty Dog, ha smesso ufficialmente di essere una personaggio esclusivo delle console Sony. Il titolo infatti raccoglie i primi tre capitoli della saga, rispettivamente Crash Bandicoot, Crash Bandicoot 2: Cortex Strikes Back e Crash Bandicoot 3: Warped, con una nuova veste grafica, più moderna e meno squadrata rispetto al passato, grazie al lavoro svolto da Vicarious Visions, che si è decisamente concentrato su quella, lasciando quasi invariato tutto il resto, con i pro e i contro di vent’anni fa. Quindi, parlando di giocabilità, almeno per quel che riguarda le meccaniche, c’è ben poco da raccontare se non per i livelli Stormy Ascent e Future Tense che rappresentano qualcosa di inedito, ma non di così rivoluzionario. Le modalità in-game rimangono le medesime, così come i nemici, con il Dr. Neo Cortex come cattivone principale e ricorrente. In game, per facilitarsi la vita è meglio usare i tasti direzionali rispetto alle levette analogiche, dal momento che la maggior parte dei salti, e dei movimenti in generale, avviene in maniera bidirezionale (avanti-dietro, destra-sinistra). Altra meccanica ripresa dal titolo uscito un anno fa su ps4 è la possibilità di usare Coco Bandicoot che, soprattutto per il pubblico femminile, potrebbe rappresentare una novità gradita e al contempo dare importanza alla sorella del protagonista, che non è mai stata troppo al centro del franchise. Su Xbox One i caricamenti sono incredibilmente veloci, forse fin troppo: se da una parte ha una connotazione positiva, visto che si ottimizzano i tempi, dall’altra non permette ai giocatori di leggere i suggerimenti che vengono proposti di volta in volta. Per quel che riguardano i tip, non sempre sono fondamentali, ma per un pubblico che si approccia alla trilogia senza mai averla provata prima, forse era il caso di farli apparire qualche secondo in più.

https://www.youtube.com/watch?v=041DBnxBYPI

La versione più interessante, tra quelle rilasciate i primi di luglio è sicuramente quella per Nintendo Switch

Questo perché, come accade con tutti i giochi per la console ibrida giapponese, rende possibile fruire la trilogia in un’inedita modalità portatile. Switch alla mano, Crash Bandicoot N. Sane Trilogy è lo stesso spettacolo visivo di sempre, anche se propone una grafica meno definita e pulita rispetto a tutte le altre versioni per console e PC. In generale, i colori sono più scuri e la visuale è tendenzialmente più sporca per via dell’aliasing, visibile soprattutto in lontananza, e una leggera sfocatura che copre l’immagine. Escluse queste piccole (e forse lecite) differenze, che si notano maggiormente giocando in modalità TV, a livello prestazionale, invece, la N. Sane Trilogy per Switch si presenta nello stesso e identico modo delle altre versioni per console base (PS4 e Xbox One, quindi): il frame rate è ancorato ai 30 fps, mentre la qualità dell’opera di rimasterizzazione di Vicarious Visions resta pregevole e apprezzabilissima sia per qualità che gusto artistico. La condizione generale dell’adattamento viene ammorbidita dalla fruizione sullo splendido schermo di Nintendo Switch, che ho preferito rispetto alla modalità televisiva per due motivi: l’aspetto visivo tendenzialmente più gradevole e la possibilità di giocare in mobilità. La struttura dei livelli, che durano quasi sempre una decina abbondante di minuti, e la spensieratezza del gameplay rendono la N. Sane Trilogy perfetta anche per una partita mordi e fuggi, una situazione pressoché inedita per la maggior parte degli utenti interessati al rifacimento in alta definizione: ci sono stati, in passato, dei capitoli portatili di Crash, ma, escludendo l’emulazione su PSP e PS Vita, questo è l’unico modo per fruire i capitoli principali della saga in movimento.

Per quanto riguarda il comparto tecnico, su Xbox One normale ed S la trilogia si comporta esattamente come visto e apprezzato un anno fa su PlayStation 4. I 1080p e i 30fps vengono raggiunti senza troppi problemi e, in generale, la grafica è davvero molto piacevole, però la cosa cambia nettamente su Xbox One X, dove si ha letteralmente la sensazione di essere di fronte a un’immagine più pulita e definita, addirittura più di quella che caratterizza da un anno la versione per PlayStation 4 Pro. Ovviamente la versione PC di Crash Bandicoot N. Sane Trilogy è, a ben vedere, il massimo dal punto di vista visivo, però se non si dispone di un pad, il gioco perde molto a livello di feeling, specialmente se si è degli amanti della saga che hanno avuto il piacere di giocare alle versioni originali di 20 anni fa. E’ bene dedicare qualche riga anche ai livelli bonus, Stormy Ascent, già disponibile da luglio scorso su PS4, e Future Tense, arrivato anche su console Sony proprio in concomitanza con il lancio della trilogia su PC, Xbox One e Nintendo Switch. Entrambi gli stage offrono un level design che innalza la difficoltà in maniera esponenziale e che farà davvero dannare i giocatori con salti al millimetro, piattaforme instabili e checkpoint distribuiti col contagocce. Stormy Ascent è un livello ostico pensato in origine da Naughty Dog, Future Tense è invece una trovata totalmente inedita realizzata da Vicarious Visions, che si è ispirata proprio al castello tempestoso del primo contenuto aggiuntivo per proporre la sua personalissima visione per un livello difficile di Crash. Tirando le somme, se vi state chiedendo se vale la pena di acquistare questa Crash Bandicoot N.Sane Trilogy, la nostra risposta è assolutamente sì, infatti qualora voleste rivivere o vogliate scoprire i fasti dell’eroe che ha accompagnato un po’ tutti i gamers dall’era analogica a quella digitale, basterà acquistare il titolo al prezzo di 40 euro e prepararsi a vivere ore ed ore di folle divertimento in salsa old style. Una vera chicca per tutti, un tesoro imperdibile per chi è cresciuto con i videogame del brand.

Francesco Pellegrino Lise




Microsoft, piccolo, economico e al passo coi tempi: benvenuto al tablet Surface Go

Microsoft ha annunciato il nuovo Surface Go, il tablet-laptop 2:1 più piccolo, leggero e conveniente della famiglia che coniuga la mobilità di una tavoletta con le prestazioni di un computer portatile. Il nuovo Surface Go racchiude il massimo della performance in un 10’’ di soli 8,3 mm di spessore e 522 grammi. A partire da un prezzo suggerito di 459 euro, Surface Go rappresenta il nuovo entry point della famiglia Surface, mantenendo le massime prestazioni che la caratterizzano. Il dispositivo integra un PixelSense Display personalizzato e ad alta risoluzione con un rapporto 3:2. La nuova Signature Type Cover, specificatamente progettata per questo incredibile device, e il supporto a Surface Pen, con 4.096 livelli di sensibilità alla pressione, garantiscono la migliore esperienza di digitazione, scrittura e disegno. Inoltre, Surface Go integra tutte le porte necessarie, come Surface Connect, USB-C 3.1, un jack per le cuffie e un MicroSD card reader, e prevede l’utilizzo del Mobile Mouse. Surface Go offre la migliore combinazione di performance e versatilità, design e funzionalità, per rispondere a uno stile di vita sempre più dinamico. Grazie al processore Gold Intel Pentium 4415Y di settima generazione che offre fino a 9 ore di autonomia, e alla possibilità di utilizzare le app del pacchetto Office, gli utenti potranno godere della massima produttività ovunque si trovino, a casa, in ufficio o a scuola, e persino lungo il tragitto. Ricordiamo che il nuovo Surface Go si può prenotare dal 10 luglio, anche in Italia e sarà disponibile in due configurazioni: quella da 4GB di Ram e 64 GB di memoria e la seconda da 8GB di Ram e 128 GB di stoccaggio. Per quanto riguarda i prezzi, la prima variante avrà un costo pari a 459,99 euro mentre il costo del modello più performante sarà di 619,99 euro. Surface Go sarà disponibile a partire dal 27 agosto.

Francesco Pellegrino Lise




Tutti supereroi con il videogame LEGO Gli Incredibili

Warner Bros. Interactive Entertainment, TT Games, The LEGO Group e Disney e Pixar hanno finalmente lanciato LEGO Gli Incredibili, un nuovo videogioco in cui i giocatori potranno vivere le emozionanti avventure dell’iconica famiglia dotata di superpoteri in sequenze d’azione mozzafiato tratte da entrambi i film (la seconda pellicola sarà nei cinema dal 19 settembre ndr.). I fan scopriranno tutte le straordinarie abilità di cui è dotata la famiglia Parr, e col lavoro di squadra impareranno a combinarle per creare superpoteri unici con cui aiutare i leggendari eroi ad affrontare il crimine in un vibrante mondo fatto di mattoncini e ricco di divertimento ed emozioni. LEGO Gli Incredibili è disponibile per Nintendo Switch, PlayStation 4, Xbox One, e PC. A differenza della maggior parte dei titoli targati LEGO, Gli Incredibili proietta i giocatori all’interno di una storia che non si conosce e non si limita ad affrontare le vicende narrative del film Gli Incredibili 2, ma ritorna sulle orme del titolo originale nella seconda metà del gioco. La formula adottata da TT Gmes resta ancora una volta invariata e, sebbene qualche minuzia meccanica permette di distinguere Lego Gli Incredibili dagli altri titoli basati sull’universo dei mattoncini, l’esperienza di gioco finale resta pressoché invariata. Laddove titoli come Lego Batman o Lego Marvel’s Avengers compensano la disarmante semplicità del titolo con una varietà impressionante nel numero dei personaggi e del carico narrativo che questi portano all’interno delle storie e mini-storie presenti all’interno del mondo di gioco, Lego Gli Incredibili scopre il fianco a causa della monotonia del roster di personaggi proposti che, oltre ad essere inferiore rispetto agli altri titoli LEGO ( Soltanto 113 ), questi non rappresentano un’attrattiva sufficiente soprattutto al di fuori della cerchia della famiglia Parr. Nessuno, per esempio, ha interesse nel selezionare lo scagnozzo di turno per sperimentarne i poteri e la scarsità di alternative proposte all’interno del titolo va a braccetto con una longevità decisamente inferiore alla media dei titoli

Gli Incredibili non rappresenta dunque la migliore espressione videoludica offerta da TT Games, il titolo riesce infatti a raccontare le storie di ben due film ma la durata complessiva delle missioni principali, un totale di 12, 6 per film, non supererà le 7 ore massime. A tradire la natura semplicistica del titolo troviamo infatti un sistema di combattimento ancora incagliato nei suoi problemi di collisioni che si arrende ad un livello di sfida praticamente inesistente il tutto accompagnato da una gestione della telecamera e della prospettiva molto spesso fastidiosa. Anche il gameplay del titolo non è proprio il massimo. Durante l’intera narrazione ci si troverà molto spesso a ripetere ciclicamente le stesse azioni, livello dopo livello. Sconfiggere nemici, risolvere qualche enigma ambientale molto semplice e costruire il mezzo con cui sconfiggere il boss di turno o l’aggeggio utile a salvare la situazione. Giusto per essere onesti, alcuni enigmi sono ben realizzati e qualche battaglia con i boss è divertente da completare, però ripensando ad altri titoli della serie LEGO, come ad esempio LEGO Star Wars: Il risveglio della Forza, il ritmo della narrazione e la varietà delle azioni da svolgere sono nettamente inferiori. Terminato il capitolo iniziale, il gioco lascia i giocatori liberi di esplorare il grande HUB centrale, la città “Municiberg”, forse la parte meglio riuscita dell’intera produzione. Attraverso questa vasta area completamente esplorabile si avrà libero accesso a numerosissime missioni secondarie e a tantissimi collezionabili. Qui, oltre al poter rigiocare tutti i capitoli della trama in “Modalità libera” dando la possibilità di utilizzare tutti i personaggi sbloccati, si potranno anche affrontare le “Ondate di criminalità”, ossia delle missioni secondarie più complesse, basate su più cittadini da salvare, in cui sarà necessario liberare i diversi quartieri della città dai malvagi di turno.

Fortunatamente la presenza di tanti personaggi presi da altre serie Disney Pixar come Dory di “Alla ricerca di Nemo” o di Russell di “UP” faranno la gioi degli appassionati, inoltre, altra nota positiva, l‘intero titolo è completamente giocabile in cooperativa a schermo condiviso, quindi due amici nella stessa stanza potranno lottare fianco a fianco come dei veri compagni supereroi. Tecnicamente parlando, LEGO: Gli Incredibili resta fedele a tutta la serie di giochi targati LEGO. Per le ambientazioni TT Games regala un mondo incredibilmente bello da vedere, tutto fatto a cubetti e pieno di colori. Sfortunatamente la totale assenza di cali di frame rate non riesce a distogliere l’attenzione dalla corposa dose di pop up che su tutte le piattaforme si nota. Pollice verso anche per quanto riguarda i caricamenti, soprattutto all’inizio e al termine di ogni missione, con picchi nel loading dell’HUB principale che a volte è veramente estenuante. Per quanto riguarda l’audio, il doppiaggio, completamente in italiano, è stato realizzato da quasi tutti i doppiatori del film, ma volendosi incaponire, si avverte un leggero problema di sincro del movimento delle “labbra” con l’audio; molto spesso, soprattutto nei video, potrà capitare di vedere il personaggio muovere la bocca senza emettere alcun suono. Le musiche sono orecchiabili e riprese dal film, nonostante si riducano ad un loop infinito durante l’esplorazione. Tirando le somme, questo LEGO Gli incredibili è un titolo che non riesce a lasciare a bocca aperta, ma possiede anche qualche punto di forza. Se si considera poi che il gioco è un prodotto diretto a un target di gamers giovanissimo, tanti dei difetti sopra elencati non si noteranno e quindi, se visto in questa ottica, il prodotto potrebbe fare la gioia dei più piccini.

 

GIUDIZIO GLOBALE:
Grafica: 7
Sonoro: 8
Gameplay: 7,5
Longevità: 7,5
VOTO FINALE: 8,5

 

Francesco Pellegrino Lise




Windows Phone 8.1: le app di Facebook e Twitter vanno in pensione

L’app ufficiale di Facebook per Windows Phone 8.1, sviluppata dalla stessa Microsoft, non è più funzionante. E così, dopo Messenger, è arrivato il turno anche dell’applicazione dedicata a social network di Mark Zuckerberg, la quale è ormai stata dismessa e non è più supportata, così come non è più supportato nemmeno Windows Phone 8.1 che è da considerarsi un sistema operativo obsoleto e appartenente al passato. Attualmente, una volta aperto Facebook, viene richiesto di inserire le credenziali ma, fatto ciò, invece di sbloccare la pagina di login e caricare la schermata home, mostra un classico avviso di errore. Questo recita “OPS, qualcosa è andato storto – Controlla le informazioni dell’account” tuttavia, diversamente da quanto affermato, il problema non risiede nelle informazioni dell’account ovvero e-mail e password che sono corrette ma dipende tutto dalla stessa applicazione che, non essendo più supportata, non è in grado di connettersi ai server del noto social network. Attualmente, come ovvio che sia, non è previsto un aggiornamento di Facebook per Windows Phone 8.1 oppure, in alternativa, il rilascio di una nuova app ufficiale. Di conseguenza, l’unico modo per accedervi è quello di utilizzare Internet Explorer anche se l’esperienza di navigazione potrebbe risentire di rallentamenti e funzioni mancati a causa del browser. Cattive notizie anche per gli utenti di Twitter, infatti, se nel 2018 si continua a utilizzare un telefono con a bordo Windows Phone 8.1, non si ha più la possibilità di utilizzare l’app mobile Twitter. Questa non è una sorpresa totale, in quanto la società aveva già fatto sapere che avrebbe ritirato il supporto per la piattaforma una volta che il mese di giugno fosse finito. Twitter ha anche ritirato il supporto per le build di Windows 10 Mobile precedenti all’aggiornamento “Fall Creators Update”. Per quanto riguarda la piattaforma dei cinguettii però il problema non si risolve nemmeno andando sul sito via browser, infatti, su Internet Explorer mobile Twitter un bug che visualizza una pagina di errore di connessione dopo che un utente invia un nuovo tweet o risponde a uno. Un tocco sul pulsante Indietro farà tornare di nuovo tutto a posto fino alla prossima volta che si vuole scrivere di nuovo, quindi il problema è più che fastidioso. L’addio di queste due app di dispositivi con sistema operativo 8.1 di Microsoft di sicuro rappresentano un problema per gli utenti meno informati i quali si vedranno costretti a dover cambiare il proprio dispositivo per poter navigare sui social come sempre.

 

F.P.L.




Apple: l’iPhone localizzerà la posizione di chi chiama i soccorsi

Apple, si sa, da sempre è un brand che tiene molto ai suoi clienti e alla loro tutela, proprio per tale ragione, nell’immediato futuro l’iPhone sarà in grado di comunicare ai soccorritori dove si trova chi ha bisogno d’aiuto. Con l’aggiornamento del sistema operativo (iOS 12) in arrivo in autunno, infatti, il melafonino comunicherà la posizione esatta di chi, negli Usa, telefona al numero per le emergenze 911. L’obiettivo del colosso di Cupertino è rendere più veloci e precisi i soccorsi, supplendo ai problemi dell’infrastruttura americana. Circa l’80% delle chiamate al 911 è fatta da smartphone, ma le “infrastrutture obsolete, dell’era della rete fissa, rendono difficile per i soccorritori localizzare con accuratezza chi sta chiamando”, spiega Apple in una nota. Il sistema usato dalla Mela dialogherà con i software dei centri del 911 per fornire queste informazioni. La privacy, assicura la compagnia, sarà al sicuro. “Le comunità si affidano al 911 in caso di emergenza. Per questo noi crediamo che dovrebbero avere a disposizione la migliore tecnologia esistente”, ha detto il Ceo di Apple Tim Cook. “Quando ogni momento conta, questi strumenti aiuteranno i primi soccorritori a raggiungere i nostri utenti nel momento in cui hanno più bisogno di assistenza”. Grazie a questa importantissima funzione, possedere un iPhone farà sentire i propri possessori ancora più al sicuro e, soprattutto, sarà garantito un servizio di pronto intervento immediato, celere e precisissimo. Ci teniamo a ricordare che iOS 12 è stato presentato all’inizio di questo mese al WWDC 2018 e dovrebbe essere rilasciato pubblicamente – con la tecnologia Next Generation 911 gratuita integrata – nei mesi autunnali. L’aggiornamento del software gratuito sarà disponibile per iPhone 5s, iPhone 6, iPhone 6 Plus, iPhone 6s, iPhone 6s Plus, iPhone SE, iPhone 7, iPhone 7 Plus, iPhone 8, iPhone 8 Plus e iPhone X.

 

F.P.L.




Super Bomberman R, il ritorno di un grande classico

A dieci anni di distanza dall’ultimo capitolo del titolo Konami, Super Bomberman R porta gli iconici omini che piazzano bombe sulle nuove piattaforme di gioco. Il titolo nato da principio come esclusiva per Nintendo Switch è arrivato recentemente anche su Xbox One, PS4 e Pc per la gioia di tutti gli appassionati della serie. Il videogame rappresenta la promessa di un meraviglioso viaggio nella memoria, all’epoca in cui Bomberman era sinonimo di frenetiche battaglie multigiocatore, seguite da convulse risate e sfottò a valanga. Super Bomberman R è caratterizzato da diverse modalità di gioco. La campagna singolo giocatore rappresenta un valore aggiunto in grado di intrattenere il giocatore anche in assenza di compagnia. Ovviamente è bene specificare che acquistare questo titolo con il solo intento di godersi la campagna singolo giocatore sarebbe uno spreco di soldi, non tanto per la qualità della stessa, quanto più perché Bomberman in generale è collocabile nel genere dei party game per antonomasia. Detto ciò, la campagna vedrà i giocatori contrapposti nei panni di uno dei classici Bomberman buoni contro cinque Bomberman malvagi capitanati dal perfido Imperatore Buggler. Ciò significa che nei vari mondi di gioco bisognerà affrontare un certo numero di livelli contro mostri “classici” per poi affrontare i boss di fine livello, i Bomberman malvagi appunto. I combattimenti contro i boss si compongono di due parti: una prima fase che consiste nell’affrontare un avversario simile ad un Bomberman, dotato di poteri particolari, ed una seconda fase in cui sarà necessario affrontare una enorme versione potenziata dello stesso avversario in campo aperto. Le missioni offrono alcuni spunti davvero interessanti, purtroppo ripresi solo in parte negli otto livelli a disposizione per le battaglie multigiocatore. La campagna di Super Bomberman R, nonostante qualche missione leggermente più difficile che potrebbe risultare più ostica del normale, fila liscia nel giro di qualche ora. È anche possibile giocare a fianco di un amico grazie alla modalità co-op. Le scene di intermezzo sono coloratissime e caratterizzate da un’animazione piacevole e di buona fattura. Il tutto inoltre è doppiato in lingua inglese a livello professionale che seppur non farà impazzire i più piccoli, dona al videogame di Konami un valore aggiunto.

Come vi dicevamo, il piatto ricco del titolo arriva quando si ha a che fare con il multiplayer, proprio a tal proposito sono presenti ben tre modalità di gioco per quanto riguarda la così detta “Modalità Battaglia”: Battaglia Multigiocatore: per 4 o 8 giocatori, Battaglia in locale: fino a 4 giocatori, Battaglia online: come suggerisce il nome, si tratta di battaglie online che a loro volta si suddividono in altre due sottocategorie, ossia: Battaglia di lega: battaglie per 4 giocatori che ci permettono di scalare le classifiche mondiali, guadagnare PB e sbloccare oggetti estetici e Battaglia libera che permette di creare stanze di gioco e unirsi ai propri amici o partecipare a una Partita Rapida. Graficamente parlando nonostante la visuale isometrica, la precisione dei titoli 2D è comunque altra cosa, l’esperienza di gioco è ugualmente divertentissima, non ci si rende conto di quanto sia assuefacente la formula di gioco fin quando non la si prova, ed è questo un messaggio per coloro che magari non avessero mai avuto modo di mettere le mani su un capitolo della serie, cosa non impossibile, visto l’oblio nel quale era stata confinata degli anni recenti; tutti gli altri sanno benissimo di cosa stiamo parlando, di intensissimi scontri, tra strategia, temerarietà ed errori, scontri che susciteranno sempre ilarità, risolvendosi in grandi esplosioni. Peccato che battagliare online sia un po’ problematico, sia nel cercare sfidanti, sia negli scontri, nei quali il lag si fa sentire, ma da quello che possiamo apprendere Konami è già al lavoro su una patch risolutiva. Esteticamente Super Bomberman R è una vera gioia per gli occhi, sfondi e personaggi sono tutti coloratissimi e le arene di gioco per quanto semplici sono sempre molto gradevoli da vedere e giocare. Tirando le somme, con questo ritorno al passato Konami ha voluto regalare ai nuovi giocatori la possibilità di godere di un titolo evergreen e soprattutto ha donato ai gamers più attempati la possibilità di rivivere le emozioni di un vero pilastro della storia dei videogames. Se si ha la possibilità di giocare in compagnia o di giocare in multiplayer online Super Bomberman R è una vera “esplosione” di divertimento. Provare per credere.

 

GIUDIZIO GLOBALE:
Grafica: 8
Sonoro: 8
Gameplay: 8,5
Longevità: 8
VOTO FINALE: 8

 

Francesco Pellegrino Lise




Pedali-Amo: una passeggiata in bici per soli single

Un giro in bici per trovare l’amore? Perché no? L’appuntamento con Pedal-ate? Si, pedali-amo! è alle ore 10,30 di domenica 17 giugno da Hug Milano (Via Venini, 83), l’ex fabbrica di cioccolato riconvertita in hub di quartiere, per partire in compagnia di tantissimi single alla scoperta dei segreti di NoLo, la zona più trendy della città, guidati dagli esperti ciclisti di Wonder Ride. E dopo una bella pedalata di oltre due ore tra murales d’autore e scorci pittoreschi, si arriva in Martesana: ci si rilasserà sdraiati sull’erba ai bordi del naviglio e, tra decine di tovaglie a quadri bianchi e rossi, i single accorsi riceveranno una ghiottissima lunch box super healthy per pranzare tutti insieme e festeggiare con un giorno di anticipo l’International Picnic Day (previsto in tutto il mondo lunedì 18 giugno). Come sempre, quando si parla di single dietro c’è Meetic: il servizio di incontri più affidabile d’Europa che solo in Italia ha già fatto nascere circa un milione di coppie non è solo online, dal 2014 a oggi sono almeno 300 gli eventi live organizzati per almeno 13 mila single di tutto lo Stivale. E dopo diversi viaggi in Italia e all’estero, cene e aperitivi di ogni tipo, corsi di cucina e show cooking, eventi culturali e mostre, mancava solo una sana pedalata tra single. Con l’estate alle porte e in vista della temuta prova costume, quale migliore occasione per unire l’utile al dilettevole? Ed ecco che una salutare passeggiata in bicicletta diventa il pretesto perfetto per fare nuove conoscenze e magari incontrare anche il partner ideale con cui iniziare un’avventura insieme. D’altronde, spesso sono proprio i piccoli dettagli a far nascere le grandi storie…anche un semplice pic-nic! Per iscriversi, basta cliccare QUI. I posti sono limitati, quindi occorre fare in fretta. Per qualsiasi domanda, curiosità o informazione utile l’indirizzo mail a cui rivolgersi è: eventimeetic@meetic-corp.com.

 

F.P.L.




Tennis World Tour arriva su Pc e console

Bigben Interactive e Breakpoint lanciano su Pc, Ps4, Switch e Xbox One, Tennis World Tour, nuovo videogioco dedicato ad una delle discipline sportive più amate e praticate nel mondo. Sfortunatamente il titolo non è riuscito nell’impresa di attestarsi come uno dei migliori videogame di questo settore e adesso vi spiegheremo il perché. Lo scopo di Tennis World Tour voleva essere quello di fornire un’esperienza tennistica autentica e come mai vista prima d’ora, figlia soprattutto di un motion capture intensivo e di grande qualità. Sarebbe stata buona cosa trovarsi dinanzi a una diversificazione delle animazioni per ciascuno dei trenta professionisti riprodotti, o quantomeno un sistema di gestione delle stesse più avanzato, capace di rendere i movimenti fluidi e naturali. Invece nel titolo non esiste nulla di tutto ciò: le animazioni sono a volte imprecise e spesso mal collegate tra loro. Poco realistico e da far storcere il naso anche l’approssimativo sistema di collisioni, che a discapito di tutte le patch e le migliorie giunte in questi giorni continua a mostrare momenti di raro imbarazzo a base di palline che cambiano traiettoria a più di un metro di distanza dalla racchetta come se fossero schegge impazzite. Purtroppo il peggio però deve ancora arrivare, infatti se le imperfezioni grafiche possono dare fastidio, assolutamente insopportabile è l’atteggiamento degli avversari guidati dall’intelligenza artificiale. Questi tennisti infatti sembrano essere poco combattivi e spesso e volentieri rinunciatari, infatti, più di una volta capiterà di andare a segno con dei colpi assolutamente prevedibili e recuperabili dal proprio avversario virtuale. Questa problematica è senza dubbio figlia dalla fretta con cui il team di sviluppo ha dovuto implementare il sistema di selezione del livello di difficoltà. Fino a pochi giorni fa, tra l’altro, poteva succedere che l’avversario diventasse per qualche break una sorta di manichino inattivo senza motivo salvo poi riprendersi e trasformarsi improvvisamente in una sorta di macchina da guerra capace di annientare il giocatore in quattro e quattr’otto pochi minuti più tardi. Sebbene sul versante tecnico Tennis World Tour sembra reggersi in piedi per scommessa, il team di sviluppo ha comunque dimostrato di poter dire la sua, confezionando una modalità carriera inaspettatamente complessa e ricca di dettagli, unico vero elemento di spicco di una produzione altrimenti tutt’altro che brillante. Buona parte degli sforzi produttivi profusi dagli sviluppatori sono stati riversati nella creazione di un editor dei personaggi che fosse almeno sufficiente, di un notevole parco attrezzature che andasse a coprire tutte le necessità di ogni appassionato di tennis e, soprattutto, di una sistema di crescita del personaggio che, pur senza apportare chissà quali innovazioni al genere di riferimento, risultasse tutto sommato ben studiato e ricco di opportunità. Lo scopo di chi gioca sarà sarà fondamentalmente quello di scalare le classifiche e arrivare infine ai primi posti del ranking mondiale, sconfiggendo partita dopo partita tutti gli avversari. Facendolo sarà possibile salire di livello e potenziare quattro statistiche diverse del personaggio, comprare nuovo equipaggiamento grazie alla valuta di gioco, oppure ottenere delle particolari “carte abilità” in grado di modificare le caratteristiche del proprio tennista. Questa modalità, al netto di qualche piccola falla, è l’unica in grado di sostenere il gioco. Dal punto di vista del sonoro gli effetti sono generalmente buoni e fedeli alla realtà, peccato per il commento in game che risulta a volte estremamente ridicolo e fatto veramente male. Alcune frasi del telecronista riescono addirittura anche a far ridere per quanto risultano essere forzate e fuori luogo.

A livello di giocabilità, una volta preso il pad in mano, Tennis World Tour riesce fortunatamente, nonostante le numerose pecche elencate, a risultare piacevole. Andando oltre al primo impatto si riesce a intravedere qualche spunto interessante. Però è davvero impossibile girarci intorno: Tennis World Tour non è, e probabilmente non sarà mai, un prodotto capace di rendere pienamente felici i veri appassionati di tennis e coloro che cercano un titolo simulativo. Il gameplay di base resta infatti semplificato, a tratti persino elementare, e comunque lontano rispetto a quello delle grandi simulazioni tennistiche che erano presenti sul mercato una decina di anni fa. Come rapidamente spiegato anche nelle sessioni di allenamento, accessibili dall’apposita voce del menu principale, ogni tipologia di colpo a disposizione sarà mappata su uno dei tasti frontali del pad, con la possibilità di caricare a piacimento il tiro attraverso la pressione prolungata di uno dei tasti. Una scelta sensata e lineare, molto più di quella con cui è stato scelto di far direzionare la palla attraverso lo stick analogico sinistro, lo stesso con cui è necessario muovere il personaggio. Dopo un po’ di pratica, però, complice anche la possibilità di caricare il colpo in anticipo e mantenere la carica attiva fino a quando non si è vicini alla palla, ci si fa l’abitudine. Generalmente per abituarsi al gameplay di Tennis World Tour bastano un paio di partite e proprio questa semplicità rende la produzione un titolo fruibile da tutti, anche chi non conosce le basi di questo sport. Tirando le somme, questo Tennis World Tour, nonostante non sia un titolo realistico e nonostante non sia esente da difetti rilevanti, in linea di massima riesce a divertire, anche se gli appassionati di tennis e quei giocatori che cercano un titolo simulativo resteranno con l’amaro in bocca. A nostro avviso quindi il titolo di Bigben Interactive e Breakpoint dovrebbe essere acquistato solo da chi adora il tennis in maniera smodata o da chi cerca un titolo sportivo senza troppe pretese.

 

GIUDIZIO GLOBALE:
Grafica: 5,5
Sonoro: 5
Gameplay: 6
Longevità: 5
VOTO FINALE: 5

 

Francesco Pellegrino Lise




Yahoo Messenger va in pensione il 17 luglio

Un’altra icona del web va in pensione e con lei finisce un’era. Dopo Aol Instant Messenger (Aim), chiuso a fine 2017, sta per dire addio alla rete un altro storico servizio di messaggeria in attività da 20 anni: Yahoo Messenger. Lanciato nel 1998, smetterà di essere disponibile il 17 luglio prossimo, ormai soppiantato dalle app per chattare come WhatsApp, Messenger e Snapchat. Nonostante la presenza di “molti fan fedeli”, ha spiegato Yahoo in una pagina del suo portale, “il panorama delle comunicazioni continua a cambiare”, e per questo “ci stiamo concentrando sulla creazione e l’introduzione di nuovi strumenti di comunicazione che rispondano meglio alle esigenze dei consumatori”. Attualmente non ci sono sostituti di Yahoo Messenger, ma la compagnia – negli anni scorsi vittima di pesanti attacchi hacker e nel 2017 acquisita da Verizon – ha assicurato di essere al lavoro su alcune app, tra cui una chat di gruppo ancora in versione preliminare, chiamata Yahoo Squirrel. Gli utenti di Yahoo Messenger potranno comunque conservare tutte le loro chat. Avranno infatti sei mesi di tempo per scaricarle su pc o altri dispositivi attraverso un link specifico. Finisce così un’era, ma siamo certi che il colosso dell’informatica ha in serbo grosse novità per i suoi utenti. Per il momento non resta altro che attendere la fatidica data e prepararsi a chiudere Yahoo Messenger nel cassetto dei bei ricordi. Ricordi di un tempo dove il web e le chat erano ancora sulla rampa di lancio e dove tutto sembrava essere parte di una realtà venuta fuori da un bel film di fantascienza.

 

F.P.L.