Allerta ransomware in Italia, pericolo via PEC

I ricercatori di ESET Italia hanno rilevato negli ultimi
giorni una distribuzione massiva di PEC pericolose che presentano degli
allegati in grado di infettare il sistema con una minaccia ransomware. In
questa specifica campagna creata ad hoc per l’Italia, i cybercriminali stanno
diffondendo delle PEC su larga scala riconducibili ad aziende “fantasma” in cui
si fa riferimento a presunte fatture allegate in formato PDF. L’apertura di
questi file innesca una payload che infetta il sistema ospite con un pericoloso
ransomware in grado di codificare tutti i documenti della vittima rendendoli di
conseguenza inaccessibili, se non previo pagamento del cosiddetto “riscatto”. Di
seguito è riportato il tipico messaggio distribuito dai criminali a cui nella
maggior parte dei casi viene allegato un file PDF infetto:

“OGGETTO: Emissione fattura SS059656”

Buongiorno Allegata alla presente email Vi trasmettiamo copia PDF di cortesia della fattura in oggetto. Documento privo di valenza fiscale ai sensi dell’art. 21 Dpr 633/72. L’originale e disponibile all’indirizzo telematico da Lei fornito oppure nella Sua area riservata dell’Agenzia delle Entrate”.

Solitamente le PEC vengono utilizzate per comunicazioni
sensibili e spesso riservate, tanto da venir considerate l’unica soluzione
informatica accettata per la corrispondenza dalla pubblica amministrazione e
dagli enti governativi. Tale prerogativa fa sì che gli utenti si sentano più
tranquilli nel considerare attendibili questi messaggi, portandoli ad eseguirne
senza preoccupazioni i file allegati. ESET Italia consiglia di porre la massima
attenzione anche ai messaggi PEC, di non aprire assolutamente il file “.pdf” o
altri tipi di allegato se il mittente è sconosciuto o palesemente “falso”. Se
al contrario il mittente fosse noto ma il contenuto della comunicazione
risultasse sospetto o simile a quello appena riportato, è opportuno chiedere
direttamente conferma di quanto inviato. Inoltre, come in altri casi simili è
necessario: proteggere adeguatamente gli indirizzi email utilizzando una valida
soluzione antimalware che integri un motore antispam, cambiare, se non si è già
provveduto a farlo, le password dei propri account creandone di complesse e
abilitando dove possibile l’autenticazione a due fattori, non utilizzare mai la
stessa password per più servizi, provvedere periodicamente al backup del
sistema e in particolare dei documenti e dei file più importanti, mantenere
costantemente aggiornati il sistema operativo e la soluzione di sicurezza
installata.

F.P.L.




Warhammer Chaosbane, è guerra fra il bene e il male

Amanti del genere Fantasy è ora di rispolverare spade, archi e libri di magia. Bigben Interactive ha infatti lanciato su pc, Xbox One e PS4, Warhammer Chaosbane, action-RPG isometrico che unisce il gameplay alla Diablo al mondo delle miniature targate Games Workshop. Il titolo è ambientato circa 500 anni prima le vicende descritte in Vermintide I e II, nel bel mezzo della grande guerra contro il Caos. I giocatori si ritrovano quindi proiettati in questo contesto ben poco felice dalla parte dei buoni, schiacciati su più fronti dalle forze del male. La storia è scritta da Mike Lee, già autore di vari romanzi legati proprio all’universo di Warhammer. Più precisamente ci si troverà nelle battute finali del conflitto che ha visto l’alleanza di umani, elfi e nani fronteggiare la minaccia delle orde guidate da Asavar Kul, il campione degli dei caotici morto per mano di Magnus il Pio durante l’assedio della città di Kislev. In seguito alla vittoria sulle forze d’invasione, ormai in rotta e pronte a rientrare nel freddo nord, Magnus e la sua scorta fanno ritorno nella città di Nuln, ma solo per cadere vittime di una controffensiva degli adoratori del Caos sferrata proprio nel cuore dell’Impero. Ed è proprio qui che inizia l’avventura. Dopo aver selezionato uno tra i quattro personaggi giocabili: il soldato Konrad Vollen, Elontir il mago, il nano Bragi e la ranger elfica Elessa, al giocatore spetta il compito di respingere i nemici dalla cittadella imperiale e salvare colui che di lì a poco sarebbe poi diventato imperatore dalla stretta mortale di una potentissima incantatrice del Caos, la quale durante la confusione successiva all’assalto è riuscita a lanciare un terribile maleficio che rischia di consumare l’essenza vitale del povero Magnus von Bildhofen. Per spezzare l’incantesimo sarà necessario affrontare orde infinite di nemici negli angoli più disparati del Vecchio Mondo: dai vicoli e le fogne di Nuln alle strade devastate della città di Praag, arrivando persino nelle glaciali rovine elfiche di Norsca, senza dimenticare una scampagnata nel reame della divinità caotica Tzeentch.

 Parlando delle
dinamiche di gestione del personaggio Warhammer Chaosbane è davvero ben fatto,
infatti è bene sottolineare che Il titolo si basa su un’interessante meccanica
per la gestione delle abilità. Ogni personaggio può portarne con sé 6 attive e
varie passive, ma il tutto dipende da una somma matematica. Di fatto ogni
abilità ha associato un certo punteggio, e la somma dei punteggi di tutte le
abilità utilizzate non deve superare un determinato totale. Quando si crea la build
del proprio personaggio si deve quindi tenere conto di vari fattori. Ogni
abilità ha una sua forma base e due varianti potenziate. A seconda della loro
utilità si potrà decidere se utilizzare quindi le loro forme potenziate, che
ovviamente, tra i vantaggi, comportano un maggior danno, o se usare forme
depotenziate meno costose che magari hanno effetti situazionali, come
allontanare i nemici o teletrasportarsi via dall’azione. Oltre alle abilità
classiche c’è un altro albero da gestire, quello delle abilità divine.
Raggiunto un determinato livello si potranno convertire dei particolari
frammenti scovati in battaglia in punti da distribuire su questo albero che, segue
dei percorsi ben delimitati. Da qui, oltre a potenziare salute, danni e altre
caratteristiche con snodi “semplici”, si potranno a sbloccare anche le abilità
divine. Si tratta di poteri caratterizzati solitamente da tempi di recupero
molto alti, da utilizzare quindi in situazioni particolarmente concitate. Il
bello di Warhammer Chaosbane però è che può essere giocato anche in multiplayer
per un massimo di 4 giocatori online e in locale. Ci sono alcune abilità, sia
attive che passive, che danno il loro meglio se utilizzate in combinazione con
altri giocatori. Ad esempio il mago quando consuma energia può curare sé stesso
e i compagni vicini. Quindi sì, ci sono delle sinergie da sfruttare in
multigiocatore. Le build poi come già detto ci sono e grazie alla loro formazione
si possono realizzare anche combinazioni piuttosto interessanti quando si gioca
insieme ad altri players. Chiunque avesse giocato al citato Diablo, non potrà
fare a meno di notare che il menu inventario e abilità personaggio di
Warhammer: Chaosbane è molto simile, e data la sua funzionalità la cosa non è
negativa. Qui sarà possibile visionare l’aspetto del personaggio e selezionare
gli slot attraverso i quali equipaggiarlo con le armi ed armature rinvenute sui
campi di battaglia, selezionandole in base ai loro diversi valori di
attacco/difesa.

In realtà tutta la produzione ricalca molto da vicino il
capolavoro Blizzard: menu di gioco molto simile, ambientazione fantasy, un mare
di nemici da affrontare ed una struttura di livelli suddivisa in capitoli, 4
nel caso specifico. Da un certo punti di vista la cosa non è negativa; emulare
il primo della classe può portare a buoni risultati, e nel complesso l’esperienza
di gioco è infatti molto buona. Altro aspetto importantissimo di questo
Warhammer Chaosbane è il loot system. Quindi per tutto ciò che concerne l’equipaggiamento
col quale potenziare e personalizzare il proprio alter ego, i singoli
componenti vengono suddivisi in categorie in base alla loro rarità, questi
oggetti possono venire reperiti nei classici scrigni sparsi per le mappe di
gioco, o “droppati” dai nemici più coriacei. Manca purtroppo una modalità di
crafting attraverso la quale forgiare i propri strumenti di distruzione, ma per
contro nel corso del gioco si accede alla possibilità di benedire quelle in possesso,
rendendole più potenti attraverso l’uso di speciali cristalli. La trama del
titolo di Bigben Interactive si dipana in diversi atti che portano il
protagonista in varie location. Dobbiamo ammettere in tal senso che i dungeon e
in generale le ambientazioni sono talvolta ripetitive. Ci sono varie tipologie
di luoghi in cui si dovranno affrontare le missioni, non si dovrà quindi
restare sempre al chiuso in sotterranei angusti o in fogne da esplorare, ma
manca la varietà dimostrata da altri esponenti del genere. Il bestiario può
contare su oltre 70 nemici, ovviamente collegati alle varie divinità del Caos
che caratterizzano la cornice fantasy, più i vari boss. Tra le creature più
potenti e temibili spiccano ovviamente le incarnazioni delle divinità del Caos.
Questi combattimenti che pongono fine ai vari atti necessitano come un discreto
studio del terreno di gioco per evitare i pattern di fuoco, un giusto timing
delle pozioni e così via.

Per quanto riguarda l’endgame, Warhammer Chaosbane presenta
svariati livelli di difficoltà, che vanno anche ad aumentare esperienza, oro e
rarità degli oggetti guadagnati, le così dette boss rush, dungeon infiniti e
ovviamente la possibilità di affrontare il tutto in multigiocatore. Eko
Software ha già promesso aggiornamenti regolari che dovrebbero aumentare ulteriormente
la longevità. Considerate che una singola run a livello medio di difficoltà ha
una durata che si aggira fra le 8 e le 10 ore, quindi prima di finire il titolo
con un personaggio al livello più alto di difficoltà serviranno molte più ore e
tanta pazienza. A livello grafico il comparto tecnico si difende bene: grande
fluidità nei combattimenti e resa delle location sono infatti uno degli aspetti
più apprezzabili della produzione. Gli effetti delle magie, le esplosioni e il
comparto sonoro in generale poi completano il quadro donando una credibilità
generale alla produzione. Tirando le somme possiamo serenamente affermare che Warhamme:
Chaosbane è un classico hack and slash che per forza di cose strizza l’occhio
ai fan del celebre gioco di miniature di casa Games Workshop. Anche gli
appassionati del genere che non masticano molto l’argomento riusciranno a
trovare pane per i loro denti. La costruzione delle build è originale, seppur
non troppo complicata, e l’endgame e la possibilità di giocare online possono
convincere anche gli indecisi. La produzione Eko Software e Bigben Interactive
è più che degna di nota, quindi proprio per tale ragione crediamo che ogni
amante del genere fantasy, ma soprattutto dell’universo di Games Workshop
dovrebbe giocarlo.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8

Sonoro: 8

Gameplay: 7,5

Longevità: 8,5

VOTO FINALE: 8

Francesco Pellegrino Lise




Nuovo iPhone con 3 cam, tutti i rumors aspettando il lancio ufficiale

Manca ancora qualche mese al lancio ufficiale dei nuovi
iPhone, ma come di consueto è già iniziato il tam tam delle indiscrezioni in
rete più o meno affidabili. Secondo il rumor riasciato dal produttore di
accessori Olixar, la futura linea di smartphone del colosso di Cuertino sarà
caratterizzata da un design quasi identico alla generazione precedente, ad
accezione della parte posteriore. Il comparto fotografico, infatti, avrà tre
fotocamere e sarà posizionato all’interno di un piccolo quadrante. Una scelta
stilistica evidente che potrà far parlare, come accadde inizialmente con la tacca
sul display introdotta per la prima volta sull’iPhone X nel 2017 e poi copiata
da altri produttori. Come se non bastasse arrivano anche le indiscrezioni per
l’iPhone del 2020. Secondo l’analista Ming-Chi Kuo ci saranno due modelli di
smartphone Apple: uno con connettività 5G e uno con Lte. Per quanto rigusarda
quindi tutti i futuri smartphone della “Mela morsicata” potrebbero essere
caratterizzati dal display Oled. Ci dovrebbe essere sempre una differenziazione
nelle dimensioni. Il modello più piccolo scenderebbe a 5.4 pollici rispetto
agli attuali 5.8 e il modello “Max” salirebbe da 6.5 a 6,7 pollici. Il
successore dell’attuale iPhone XR invece dovrebbe essere quello da 6.1 pollici,
con diagonale invariata. In ogni caso, come al solito, per saperne di più, ma
soprattutto per avere notizie più succose è necessario aspettare dopo l’estate.
Nel frattempo, prima di settembre, sarà come al solito un susseguirsi di
notizie più o meno attendibili, assurde, incredibili e talvolta stupefacenti. L’universo
Apple del resto è fatto anche di queste cose. Quindi, chiunque sia interessato
ai nuovi modelli di iPhone che come ormai è consuetudine dovrebbero essere
lanciati a inizio autunno, dovrà aspettare ancora qualche mese intrattenendosi
con le voci di corridoio che caratterizzano il periodo di pre lancio.

F.P.L.




Team Sonic Racing, corse folli e divertimento estremo

Team Sonic Racing è sviluppato da Sumo Digital, lo stesso
studio che realizzò Sonic & SEGA All-Star Racing ed il suo sequel All-Star
Racing Transformed, usciti rispettivamente nel 2010 e nel 2012 su console
last-gen e PC. Da questo punto di vista, si tratta quindi di una sorta di
sequel spirituale, che arriva su Xbox One, PlayStation 4 e Nintendo Switch. Il
nuovo titolo prende però una strada diversa dai precedenti: niente più
trasformazioni dei veicoli durante le gare e rosa di protagonisti giocabili
confinato ai personaggi di Sonic; quindi niente più agenti esterni dalle altre
IP SEGA. Il compositore delle musiche, poi, è Jun Senoue, che ha realizzato le
soundtrack di giochi pilastro della serie come Sonic Generations, quindi una
certezza. Una volta messe le mani sul titolo, balza subito all’occhio come ci siano
tutte una serie di modifiche alla classica formula “Mario Kart”. La
più immediata da capire è la possibilità di condividere a distanza un qualunque
power-up con i propri compagni: raccolta una cassa con dentro un potenziamento,
infatti, è possibile offrirne il contenuto a un compagno. Un giocatore abile
che è in testa dall’inizio può aiutare così i suoi compagni attardati,
regalandogli costantemente missili, bombe, turbo o quanto serve per favorire la
loro rimonta – viceversa, un giocatore in mezzo al gruppone può spingere i
propri alleati verso i primi posti, sacrificandosi così a fare da collettore di
power-up. Ma ci sono anche poteri di gruppo che si attivano qualora si attacchi
un avversario insieme: si può dare una scia di turbo al compagno che segue per
dargli più velocità, o addirittura dei poteri “Ultimate”, che per
qualche secondo concedono all’intero team un superpotere quale una velocità
esagerata o la temporale invincibilità. La campagna di Team Sonic Racing è
strutturata in maniera molto simile a Sonic & All-Stars Racing Transformed.
Ci sono dozzine di livelli su percorsi lineari, in ognuno dei quali è possibile
ottenere fino a 3 stelle per la vittoria e per obiettivi aggiuntivi come la
raccolta di anelli dorati o un determinato punteggio raggiunto.

Il gameplay viene diversificato di tanto in tanto da sfide
alternative, come dei livelli dove fare slalom tra ostacoli e altri dove
l’obiettivo è raccogliere il maggior numero di anelli dorati possibile, con
ognuno che regala tempo extra a un timer in scadenza che segna la fine della
partita. Con ben tre livelli di difficoltà e un’IA sempre più difficile da
battere, la lunga campagna del gioco attraverso 21 piste ambientate nei mondi
conosciuti nei giochi di Sonic si lascia giocare con molto piacere. Ovviamente,
come ogni buon titolo del genere kart racing, anche Team Sonic Racing rende al
meglio se giocato in compagnia o in modalità competitiva, e in questo senso il
gioco non delude assolutamente le aspettative. E’ possibile fare gare singole e
tornei in locale fino a 3 giocatori, con un massimo di 9 avversari IA a
disposizione. Non da meno anche la componente online, che prevede la
possibilità di sfidare giocatori di tutto il mondo sia in partite casuali che
competitive, con la possibilità in mezzo agli eventi di votare pista, tipo di
modalità, ma anche di selezionare a fine partita un risultato notevole di un
giocatore, come per esempio la quantità di power-up raccolti o le eliminazioni
fatte, dove si cerca di premiare ogni tipo di bel gioco, anche qualora non
arrivi la vittoria al traguardo. Per quanto riguarda l’aspetto grafico, la realizzazione
e la personalizzazione dei veicoli è davvero molto curata, la fluidità è
assoluta e tutto funziona alla perfezione. Essendo un titolo che offre un’infinità
di possibilità è bene sottolineare come ogni personaggio abbia un kart di base
con caratteristiche differenti, ma le loro statistiche possono essere
modificate con tante variazioni che ne alterano la maneggevolezza e l’efficacia
generale.

 In team Sonic Racing
però sono moltissime anche le modifiche che possono essere apportate al proprio
mezzo, infatti, è possibile sbloccare ed usare tantissime combinazioni di
colori, ma anche cambiare il tipo di materiale delle varie parti della macchina.
Nulla impedisce quindi ai giocatori di rendere la macchina sportiva blu di
Sonic un veicolo grosso e pesante di color viola e di stampo “giocattolesco”.
L’unica pecca è che quasi ogni elemento cosmetico è da sbloccare tramite un
sistema di capsule con contenuti casuali. E’ un po’ come nei giochi che
prevedono lootbox, eccetto che qui almeno il costo delle capsule è basso, gli
sblocchi non sono tantissimi e non si pagano mai usando soldi veri.
Sottolineiamo con piacere anche che il gioco è interamente tradotto in
italiano, anche per quel che riguarda il doppiaggio, che mantiene le voci
classiche di Sonic e i suoi amici. Tirando le somme, possiamo dire che Team
Sonic Racing è un kart racer con un’idea di base originale e ben realizzata,
che punta tutto sui risultati di squadra piuttosto che quelli individuali.
Questo concept porta il nuovo titolo di SEGA ad avere un’identità abbastanza
definita dal lato tattico, anche se come gameplay si discosta davvero poco da
altri racer dello stesso genere. Si tratta comunque di un titolo molto valido a
livello tecnico e meccanico: con tanti contenuti e una componente multiplayer
molto ricca può sicuramente portare dozzine di ore di classico divertimento su
kart a tutti gli appassionati del genere. Team Sonic Racing non è quindi una
rivoluzione del genere, ma solo una piccola evoluzione di una formula che già
funzionava egregiamente e che risulta qui essere ancora spassosa e
appassionante. Quindi se quello che si cerca è un kart game intuitivo,
divertente in singolo e assolutamente brillante in compagnia, questo gioco è il
titolo del momento e lasciarselo sfuggire sarebbe proprio un grave errore.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8

Sonoro: 8

Gameplay: 9

Longevità: 8,5

VOTO FINALE: 8

Francesco Pellegrino Lise




WWDC19, tutte le novità di Apple

Tante novità per gli amanti della “Mela” sono in arrivo.
Durante la conferenza degli sviluppatori di Apple, a San Josè in California che
si terrà fino al 7 giugno, il Ceo Tim Cook, ha parlato di tutte le novità che
aspettano i dispositivi del colosso di Cupertino. In apertura Tim Cook ha
mostrato il trailer dello show tv di Ron Moore, dal titolo For All Man Kind,
che sarà disponibile su Apple Tv+ a partire da quest’autunno. Sottolineando
così l’importanza per la Mela della produzione di contenuti e dei servizi in
abbonamento che passa anche per Apple News+ per l’editoria, Apple Arcade per i
videogiochi e Apple Card la carta di credito che arriverà in estate. Tutti già
annunciati negli scorsi mesi. E il sistema operativo tvOS ora supporta più
utenti ognuno con il suo profilo, migliora l’integrazione con Apple Music e
introduce il supporto ai controller di Xbox e PlayStation 4. Sui dispositivi
Apple arriva il così detto “dark mode”, una modalità per visualizzare
applicazioni e interfaccia in modo da non affaticare gli occhi e consumare meno
batteria. La nuova modalità arriverà con iOS13, il nuovo sistema per iPhone e
iPad atteso in autunno. Diverse applicazioni dai Messaggi alle Note, dalle Foto
alle Mappe, si tingeranno di nero.

https://www.youtube.com/watch?v=E5Jg4Wm9b7o

 L’iOS 13 prenderà il
posto dell’attuale versione iOS12 che ha riscosso un tasso record di
soddisfazione degli utenti, al 97%. Con il nuovo sistema operativo, lo sblocco
col riconoscimento facciale (Face ID) sarà del 30% più rapido, come più veloce
sarà il download e l’apertura delle app. Tra le altre novità
dell’aggiornamento, l’assistente vocale Siri annuncerà i messaggi in arrivo.
Apple mette mano anche alle Mappe, l’app rivale di Google Maps. Tra le novità
c’è “Look Around”, una funzione simile a Google Street View. La condivisione
della posizione sarà nel totale rispetto della privacy. Le nuove mappe della
Mela arriveranno in tutti gli Stati Uniti entro la fine dell’anno, e in altri
Paesi dal 2020. Su iPhone arrivano anche nuove Memoji, le emoji animate che
possiamo creare, far muovere e parlare a nostra immagine e somiglianza. Le
nuove Memoji si fanno “modaiole”, indossano rossetti, ombretti, piercing e
accessori, dai cappelli agli orecchini, fino agli AirPods. Le Memoji diventano
anche sticker, adesivi che entrano nella tastiera e possono essere usati in
altre app. In tema di tutela dei dati personali e privacy le app non potranno
usare Wi-fi e Bluetooth per localizzare l’utente. Per loggarsi, accanto ai noti
tasti “registrati con Facebook” o con Google, è disponibile il “registrati con
Apple”, che è “un modo semplice per registrarsi senza tracciamenti”; usando il
Face ID e senza fornire nessuna informazione personale.

https://www.youtube.com/watch?v=3x7_w9Oz8lQ

Grandi novità anche per quanto riguarda l’app iTunes che
dopo tanti anni di onorato servizio va in pensione. iTunes fu lanciata nel 2003
per vendere canzoni e ora conta 50 milioni di brani e circa 100mila tra film e
serie tv. Ora si divide in 3: Apple Music, Apple Podcast e Apple TV. La novità
arriverà con l’aggiornamento del sistema operativo MacOs che si chiamerà
Catalina. L’applicazione, che fu presentata in pompa magna da Steve Jobs come
modo semplice per comprare e possedere legalmente le canzoni, ha avuto un
grande successo e ha contribuito a legalizzare il mercato della musica
digitale, fino a quel momento vissuto nell’illegalità dello scambio di brani
via Napster. Il mercato della musica digitale è però cambiato negli ultimi
anni, con i servizi di streaming in abbonamento come Spotify e Apple Music che
hanno cambiato le modalità di fruizione.  Novità in arrivo anche per quanto riguarda Siri,
Foto e CarPlay. L’assistente vocale Siri sta imparando a parlare in modo meno
meccanico e più naturale, ora legge i messaggi negli AirPods e consente di
rispondere senza dover più dire “Hey Siri”. Siri ovviamente parla anche
dall’HomePod, lo smart speaker targato Apple, che ora può essere personalizzato
da ogni membro della famiglia. Siri è poi presente in auto con CarPlay, che è
disponibile sul 90% della uto vendute in Usa e il 75% su scala globale. Novità
anche nella Galleria Foto, con effetti luce nella modalità ritratto, autoplay
automatico per i video e finalmente la rotazione degli stessi. Rivoluzione
anche sul fronte tablet dove l’iPad si emancipa dall’iPhone e ottiene un suo
sistema operativo, l’iPad OS, che sui tablet della male sostituirà l’iOS. Una
mossa che arriva ad accreditare l’iPad come strumento di lavoro, grazie a
tastiera, su cui arrivano 30 scorciatoie, e al pennino, l’Apple Pencil, con la
latenza che scende da 20 a 9 millisecondi. Nell’ottica di lavoro c’è la
possibilità di fare lo split dello schermo con una visione multi-finestra, ad
esempio per affiancare due documenti. iPad OS porta con se’ una grande novità,
attesa da tempo: il supporto Usb, particolarmente utile per importare foto.

https://www.youtube.com/watch?v=wl4Hg23RQHQ

Confermando le indiscrezioni, Apple lancia il Mac Pro, il
computer desktop professionale. Macchina potente e costosa con nuovo processore
Intel Xeon fino a 28 core, e memoria fino a un terabyte e mezzo. Il
raffreddamento è affidato a tre ventilatori che – assicura Apple – sono
silenziosi e consentono al computer di “lavorare a pieno ritmo in ogni
momento”. Al Mac Pro, nella sua torretta di metallo dall’aspetto “a
groviera”, si affianca un monitor Lcd da 32 pollici, con display Retina 6K
dalla risoluzione di 6016 x 3284, polarizzato, con rivestimento anti-riflesso e
più ampio del 40% rispetto al display 5K di iMac. Arriva in autunno, il prezzo
parte da 5.999 dollari, mentre il Pro Display da 4.999 dollari, con lo stand
5.999. Infine, novità anche per l’Apple Watch, a cui l’aggiornamento del
sistema operativo concede maggiore autonomia dall’iPhone. L’orologio della Mela
avrà un suo negozio di applicazioni, che funzioneranno in modo indipendente
dallo smartphone. Sull’Apple Watch arrivano poi gli audiolibri e i memo vocali,
insieme a nuove “watchfaces”. Per gli sportivi ci sono gli “activity trends”,
che danno più informazioni per monitorare l’attività fisica. L’attenzione è
anche alla salute delle orecchie: lo smartwatch ci avviserà se siamo in un
luogo troppo rumoroso. Per il gentil sesso arriva il Cicle Tracking, per tenere
nota del ciclo mestruale. Insomma, con questa conferenza il colosso di
Cupertino ha illustrato tutta una serie di interessantissime novità che
renderanno ancora una volta migliori i prodotti della Mela morsicata.

F.P.L.




Caso Huawei-Google, concessa una proroga di tre mesi al colosso cinese

Caso Huawei-Google, gli U.S.A. concedono una proroga di 90 giorni al colosso cinese dell’informatica dopo la rottura.

Nel corso di questi tre mesi, la società asiatica potrà beneficiare di una sorta di tregua da parte degli Stati Uniti, così da poter trovare una strategia di uscita più morbida. Durante questo lasso di tempo non è da escludere che Huawei possa trovare una mediazione con Google e col governo statunitense. La decisione è stata comunicata dal ministero del Commercio americano, e di fatto fa slittare la stretta legale, che ricordiamo comportava l’addio immediato ad Android per i nuovi smartphone del brand asiatico, al prossimo 19 agosto. Per quella data, in ogni caso, non è esclusa una nuova proroga. Anche se questa ipotesi al momento rimane abbastanza remota. Nel frattempo, però, grazie a questa proroga, i possessori di smartphone Huawei possono tirare un primo respiro di sollievo. Chi temeva che a partire da ieri qualsiasi aggiornamento venisse bloccato, oggi sa che almeno fino al 19 agosto questo non accadrà. Quello che succederà dopo è un enigma, anche se c’è la volontà di Google di non abbandonare i suoi utenti. L’impressione, dunque, è che se questa bomba tecnologica è destinata a detonare, farà malissimo a Huawei ma a partire dai prossimi modelli in uscita, e non da quelli già esistenti. Come ha spiegato il Segretario al Commercio, Wilbur Ross, quella concessa a Huawei è una Licenza Temporanea Generale che “concede agli operatori il tempo di prendere altre misure” e autorizza alcune attività necessarie per il funzionamento delle reti e per supportare i servizi mobili esistenti, inclusa la ricerca sulla cybersicurezza “fondamentale per il mantenimento dell’integrità e dell’affidabilità delle reti e delle apparecchiature esistenti e pienamente operative”. Questa tregua, ovviamente, riguarda anche le aziende di microchip come Qualcomm, Broadcom e Intel che ieri – in contemporanea alla decisione di Google – avevano fatto sapere di interrompere le partnership con il colosso di Shenzhen. Relativamente alla componentistica, però, Huawei potrà fare scorta di semiconduttori per prodotti già sviluppati. Mentre per l’acquisizione di microprocessori da destinare a device in fase di progettazione, servirà un’autorizzazione del ministero Usa che appare molto difficile. Perché il documento del governo Usa è abbastanza chiaro: la sospensione riguarda solamente tecnologie già in commercio, mentre rimane in vigore sui nuovi prodotti in fase di sviluppo. Intanto in molti si aspettavano una risposta da Pechino. Invece per ora il governo cinese ha preferito la strada del silenzio. C’è solo una dichiarazione sibillina del portavoce del ministero degli Esteri, Lu Kang: “Il governo sostiene le imprese cinesi che ricorreranno agli strumenti legali per difendere i propri interessi legittimi”. Al momento c’è chi sostiene che la tregua fino al 19 agosto prossimo sia un segnale della Casa Bianca. Una sorta di porta aperta, lasciata da Trump, per trovare un accordo commerciale con la Cina. Ipotesi che potrebbe riportare Huawei fuori dalla blacklist. Altri analisti sono invece più scettici. In ogni caso per saperne di più sul futuro del binomio Huawei-Google, bisognerà attendere il mese di agosto.

F.P.L.




Rage 2, caos e follia in un mondo post-apocalittico

Amanti degli shooter open world, Rage 2 è arrivato e porta su Pc, Xbox One, e PS4 tutto il carico di follia e di caos necessario per passare ore ed ore di divertimento. Il gioco è frutto della stretta collaborazione tra id Software, autore del primo Rage del 2011, e Avalanche Studios, che negli anni si è fatta un nome principalmente grazie alla serie Just Cause e a Mad Max. Le due realtà hanno riversato in Rage 2 tutto il loro sapere e quello che è arrivato sugli scaffali degli store di tutto il mondo è un titolo che attinge a piene mani dalle opere più apprezzate dei due studi. Sulla carta Rage 2 si presenta con una formula pressoché invariata rispetto al primo capitolo, cioè quella di uno sparatutto supportato da un ampio open world post-apocalittico, ma ci sono tantissimi nuovi elementi che rendono la produzione davvero molto interessante. Oltre a questo c’è da sottolineare che gli sviluppatori hanno poi alle spalle il sostegno di un publisher importante come Bethesda Softworks, quindi dietro Rage 2 ci sono dei veri e propri colossi del settore che sono una vera e propria garanzia. Ma veniamo alla trama: la storia ha inizio a circa 30 anni di distanza dalle vicende di Nicholas Raine, il protagonista del precedente capitolo che era riuscito almeno apparentemente a sconfiggere le forze dell’Autorità riattivando le Arche, gli strumenti con cui l’umanità aveva pianificato di ripopolare la terra in seguito all’impatto dell’asteroide 99942 Apophis. La Zona devastata, proprio grazie all’intervento di Raine, sta lentamente assistendo alla rinascita della vita, e l’arido territorio che faceva da sfondo in Rage è ora irriconoscibile, mostrando i connotati di ben quattro aree ben distinte fra loro come zone desertiche, paludose e altre aree completamente invase dalla giungla. Nonostante gang di banditi e mutanti popolino ancora gli angoli bui della Wasteland, i sopravvissuti vivono in un clima di fragile benessere, almeno fin quando l’Autorità non torna a manifestarsi invocando l’ascesa di un nuovo protagonista. I giocatori in Rage 2 volta vestiranno i panni di Walker, un abitante di Vineland personalizzabile solo esclusivamente in base al sesso, costretto ad assumere il ruolo di ultimo Ranger in seguito alla distruzione della sua città natale. Ormai sull’orlo dell’estinzione, i Ranger sono un gruppo di supersoldati che sfruttano come Raine la tecnologia dei nanotriti, particelle robotiche presenti nel sangue in grado di garantire al loro utilizzatore poteri sovraumani. Walker si incammina verso l’entroterra della Zona devastata per mettersi in contatto con tre vecchie conoscenze dei fan di Rage, il Dottor Kvasir, John Marshall e Loosum Hagar, che assegneranno al giocatore una serie di compiti volti ad attuare il progetto Daga, il piano finale per la definitiva sconfitta dell’Autorità e del Generale Cross.

Per quanto riguarda il gameplay, una volta preso familiarità con i comandi e affrontato le prime missioni introduttive la generosa mappa di gioco inizia a popolarsi di icone colorate: fucsia, blu e arancioni. Un colore per ciascun alleato, un colore per indicare se si tratta di attività incentrate sulle uccisioni e la distruzione, la conquista e il controllo, l’esplorazione e il recupero di oggetti. Sono più di una decina le differenti attività che si possono incontrare e spaziano dalla caccia e distruzione dei Convogli, alla rimozione dei posti di blocco fino alla ricerca delle Arche e dei Ranger uccisi. Una volta ottenuta la giusta influenza, completando incarichi di ogni genere e missioni più o meno difficili, i giocatori verranno ricompensati con punti progetto da spendere ed è qui che Rage 2 inizia a mostrare i modi in cui è possibile influenzare il gameplay per plasmarlo come più lo si desidera. L’aspetto interessante, ma che in prima battuta appare un po’ confusionario a causa della presenza di tante voci all’interno dei menu, è che praticamente ogni componente di Rage 2 può essere potenziata e personalizzata: dalle abilità nanotritiche alle armi, senza scordarsi del proprio veicolo. L’importante è ottenere la giusta risorsa, anche comprandola. Può essere destabilizzante non avere un indicatore chiaro di progressione come i classici livelli o i punti esperienza, in particolare se poi ogni ramo di crescita si va ulteriormente a specializzare, ma nel gioco è tutto spiegato e riassunto in comode schede, quindi con un po’ di pazienza tutto si capisce e diventa chiaro.

La Feltrite, ossia i cristalli provenienti dai frammenti
arrivati sulla Terra con l’impatto dell’asteroide Apophis 99942, rappresentano
la risorsa chiave per eccellenza che non andrà più venduta ma conservata
gelosamente perché rappresenta la chiave per aumentare il livello delle abilità
a nanotriti e delle armi. Oltre ai livelli si possono attivare anche dei bonus
come l’aumento del raggio d’azione di un’abilità o la riduzione del suo tempo
di recupero utilizzando dei Potenziamenti Nanotritici, o si possono migliorare
le capacità offensive della propria arma pagando il quantitativo richiesto di
mod arma. Si può scegliere una sola modifica per livello, perciò è meglio che
si adatti al proprio stile di gioco. Detto ciò, è importante sottolineare che
la struttura open world è piuttosto classica con varie tipologie di attività
che costellano la mappa. Rispetto al primo Rage è indubbiamente evidente il
passo in avanti sotto questo profilo, ma dove Rage 2 si differenzia è soprattutto
nella varietà di biomi. Come abbiamo già accennato sono ancora presenti le
grandi zone desertiche che inghiottono i resti dei palazzi e della vita
precedente. Alla desolazione del vecchio mondo si contrappone la fitta
vegetazione delle Terre Selvagge, luogo talmente incontaminato e inesplorato
che districarsi tra la natura è una sfida talmente grande che riuscire ad
orientarsi senza problemi sarà davvero molto difficile. Le Paludi di Sekreto
invece sono un putrido e squallido collage di acquitrini e fango dove nelle
zone più solide proliferano discariche a cielo aperto, mentre nelle Piane
Lacerate svettano imperiose formazioni rocciose sfiancate da crepacci. Insomma,
per quello che concerne l’ambientazione, in Rage 2 quello che viene posto
dinanzi gli occhi di chi gioca è davvero molto bello da vedere.

Man mano che si esplorerà una più vasta sezione dell’open
world a disposizione in Rage 2 si avrà accesso ad armi ben più potenti e meno
convenzionali come il divertentissimo revolver Firestorm, che spara munizioni
incendiarie che possono essere detonate con lo schiocco delle dita, o il
cannone a impulsi, i cui danni aumentano con il surriscaldamento e con cui si
potrà facilmente distruggere ogni minaccia che si para davanti al protagonista.
Tutte le armi hanno inoltre un fuoco secondario che spesso rivoluziona il loro
funzionamento, e ciascuna può addirittura godere di una terza modalità
d’utilizzo se il protagonista si trova in status “Sovraccarico”. A completare
la dotazione ci sono un immancabile set di strumenti che potranno fare la
differenza in più di una occasione. Il Ranger ha a disposizione delle granate
standard ma anche gli immancabili Wingstick, i famosi boomerang dotati di lame
presenti anche in Rage 1. Oltre a loro, si potranno utilizzare le infusioni
curative, le infusioni abilità e quelle sovraccarico, che come si comprende dal
nome vanno a ricaricare le statistiche del protagonista. A dispetto della cura
di cui godono le fasi shooting, esse sono solo una parte dell’esperienza
offerta dal titolo. L’altra importante componenteche rende il titolo davvero degno
di essere giocato è la possibilità di esplorare il vastissimo open world di
Rage 2 a bordo di uno dei 16 veicoli inclusi al lancio. Tutti i mezzi di
trasporto sembrano usciti direttamente da un film in stile Mad Max, e l’intero
sistema delle attività presenti sulla mappa di gioco ricalca quello apparso
nella trasposizione pubblicata nel 2015. L’estesa porzione della Zona devastata
esplorabile in questo capitolo include alcune ambientazioni viste in precedenza
nell’originale Rage come le città di Gunbarrel e Wellspring, anche se la
maggior parte del territorio è controllata da alcune fazioni nemiche come i
Bulli, i Cinghiali, i Sudari Immortali e i Mutanti di Abadon, che bisognerà
necessariamente affrontare per completare le numerose attività che punteggiano
il mondo di Rage 2. A spezzare la monotonia degli avamposti nemici sono
presenti sulla mappa il Derby di Chazcar e la Mutant Bash TV, rispettivamente
un sistema di gare automobilistiche su tracciato e un paio di arene in cui è
possibile combattere i mutanti in cambio di gettoni con cui acquistare skin per
le armi e potenziamenti. Insomma, in questo Rage 2 di cose da fare ce ne sono a
bizzeffe.

Detto ciò è però bene sottolineare che la produzione porta con
sé alcune (fortunatamente poche) criticità, ad esempio: le missioni secondarie a
volte sembrano dei riempitivi e non sono mai corredate da valide motivazioni o
brevi frasi di raccordo che ne giustifichino la presenza, come ormai accade in
tutti gli open world moderni. La mappa, sebbene risulti essere piuttosto densa
e con pochi punti morti, è di dimensioni tutto sommato modeste, e dopo aver
visto i titoli di coda non tutti saranno disposti a completare ciò che manca
senza avere degli stimoli narrativi. La modellazione poligonale dei volti e
l’espressività dei personaggi secondari sono ridotte ai minimi termini, qualche
imperfezione tecnica è presente e il frame rate non è sempre stabilissimo,
nonostante si attesti sui 60 fps anche con configurazioni non all’ultimo grido.
Fortunatamente bug e glitch che fanno talvolta capolino in RAGE 2 e sono
involontariamente divertenti, ma fortunatamente non inficiano mai in modo
importante la conduzione di gioco. In attesa dei contenuti gratuiti post-lancio
e dei DLC già segnalati dalla roadmap mostrata da Bethesda, Rage 2 è un titolo
che seppur non perfetto riesce a divertire senza alcuna ombra di dubbio,
soprattutto se si apprezzano gli sparatutto fuori dagli schemi, dove è sempre
possibile improvvisare in modo creativo ogni conflitto a fuoco. La sua natura volutamente
scanzonata e folle poi rappresenta un modo divertente di affrontare un simile
universo. Quindi, tirando le somme, se si vuole uno shooter totalmente folle ambientato
in un universo open world in stile post-apocalittico, Rage 2 è senza dubbio il
titolo che fa per voi. Caos, creatività e tante cose da fare sono gli
ingredienti segreti di questo titolo, e vi assicuriamo che sono stati dosati in
maniera sapiente per offrire sul piatto un prodotto davvero goloso.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5

Sonoro: 8

Gameplay: 8

Longevità: 8

VOTO FINALE: 8

Francesco Pellegrino Lise




World War Z, un esaltante shooter a tema zombi

Siete alla ricerca di un videogame pieno zeppo di zombi,
veloce da giocare, ma che offra anche un tasso di sfida alto, divertimento di
gruppo e con possibilità di giocare sia in modalità cooperative che
competitive? Bene, allora il titolo che state cercando è World War Z. Uscito da
qualche giorno su PC, Xbox One e PS4, il gioco è ambientato nell’universo dell’omonimo
film con Brad Pitt di qualche anno fa e dà la possibilità di vivere l’apocalisse
zombi vestendo i panni di uno dei 16 sopravvissuti disponibili. Ma veniamo al
dunque, World War Z fa breccia nel cuore dei videogiocatori online, ispirandosi
alla lontana a produzioni ben più blasonate, come Left 4 Dead, ma le
arricchisce di contenuti e modalità per vivere al meglio il gameplay di gruppo.
Vi diciamo questo in quanto il titolo è valido se giocato in solitaria, ma dà
il meglio di se quando si affronta in compagnia di altri tre amici. World War Z
è uno sparatutto in terza persona che racconta gli apocalittici scenari
post-pandemici delle principali capitali mondiali attraverso gli occhi di
persone comuni che cercano di sopravvivere all’epidemia. Nei loro panni, i
giocatori devono superare ostacoli, imprevisti e un fiume inarrestabile di
zombi per avere finalmente salva la pelle. Tralasciando la parte puramente narrativa,
che in questo caso funge puramente da contorno, il giocatore viene coinvolto in
una serie di scontri adrenalinici enfatizzati dall’epicità di una battaglia
impari contro quelle stesse orde di infetti inferociti che caratterizzano la
pellicola cinematografica. Il focus della produzione è indubbiamente questo, e
lo si nota maggiormente spulciando tutti gli aspetti articolati di un gameplay
poco pretenzioso, che mette davanti a ogni cosa l’azione e il divertimento.

Ogni capitolo presenta degli scenari più o meno grandi
divisi per micro-aree in cui si respingono le ondate di zombi, giungendo infine
alla parte dove bisogna difendere per qualche minuto una zona di interesse così
da poter accedere, finalmente, al rifugio sicuro successivo o alla via di fuga.
A rendere ancora più complessa l’avventura dei survivors ci sono alcune creature
potenziate, pensate per costituire una minaccia maggiore da non prendere
assolutamente sottogamba: i corpulenti poliziotti in tenuta antisommossa, chiamati
tori, fanno una caricano il giocatore per poi sbstterlo ripetutamente a terra
fino a ucciderlo, gli screamer sono letteralmente degli urlatori che attirano
l’attenzione degli altri zombi generando ondate più numerose, mentre i lurker
spuntano da dietro gli angoli mirando direttamente alla giugulare. Queste
figure sono un modo pensato presumibilmente per scoraggiare il gioco
individuale e per favorire il gioco di squadra. Da un lato, infatti, queste
presenze riescono a rendere il gameplay più variegato e dall’altro rappresentano
un fastidiosissimo ostacolo verso la libertà. A variare questa struttura che,
alla lunga, potrebbe risultare troppo ripetitiva ci sono diversi livelli di
difficoltà che aumentano il livello di sfida al fine di rigiocare gli scenari
in cooperativa. Fuoco amico, munizioni e cure inferiori, potenza degli infetti
maggiorata e l’assenza del radar infatti rendono il completare ogni capitolo,
ai massimi livelli, un vero e proprio incubo. Solo un team di giocatori davvero
organizzati e molto coeso può riuscire a completare World War Z al livello più
difficile.

Uno degli aspetti meglio riusciti della produzione riguarda
la caratterizzazione dei personaggi. Essa è stata pensata seguendo un semplice
schema di suddivisione per skin e background narrativo. Ognuno dei sedici
personaggi presenti nel gioco può essere selezionato secondo l’ambientazione di
appartenenza e non inficia, in alcun modo, sulla selezione della classe da
giocare nello scenario designato. La parte interessante emerge proprio grazie a
quest’ultimo elemento, se non altro perché ognuna delle classi disponibili nel
gioco, per un totale di sei, ha una discreta utilità se adoperata in simbiosi
coi membri del team. Avere un medico in squadra garantisce un maggior indice di
sopravvivenza, specialmente perché a un determinato livello può sbloccare
interessanti abilità per la cura del party, finanche dimezzare i tempi di
recupero con cui quest’ultimo può rianimare i compagni. Il macellaio, invece, è
ottimo per le uccisioni corpo a corpo, ma non disdegna l’utilizzo di gadget
utilissimi contro i nemici speciali, dato che in dotazione vanta un particolare
taser capace di immobilizzare anche una piccola orda di zombi. Nei momenti più
“affollati” l’utilizzo di uno tra i tanti gadget disponibili, utilizzabili a
seconda della classe scelta, garantisce un buon livello di sopravvivenza, a
patto che come al solito funzioni prima di tutto la comunicazione nel gruppo di
gioco. Il titolo offre anche la possibilità di “livellare” le singole armi e
sbloccare interessanti potenziamenti che si renderanno indispensabili ai
livelli di difficoltà maggiori. Il level up dei personaggi segue il solito
sistema reiterato per questo genere di giochi e concede, al raggiungimento del
nuovo livello, la possibilità di sbloccare un’abilità spendendo la valuta in
game guadagnata alla fine dello scenario. Chiaramente all’inizio è bene
scegliere una classe preferita da implementare, se non altro perché potrebbe
risultare molto più utile potenziare prima un’arma al massimo piuttosto che
sbloccare dei talenti utili in una fase successiva. Potenziare più classi
regala al giocatore un discreto divertimento in qualunque scenario, se non
altro perché magari ha più senso giocare un medico nelle retrovie, così da
curare i compagni quando necessario, mentre demolitori e macellai possono
divertirsi a rompere le fila degli zombi. Da notare che oltre alle armi base,
suddivise per livelli di danno, ci sono anche delle armi speciali che possono
compiere delle vere stragi in massa di zombi, chiaramente per un lasso di tempo
molto breve dato che i colpi non possono essere ricaricati nelle stazioni
dedicate alle armi standard. Quando ci si trova per le vie di uno dei 4 scenari
disponibili, uno dei punti di forza di World War Z è il comportamento dello
sciame di zombi. Centinaia di singoli non morti si lanceranno a capofitto verso
la posizione del giocatore e in determinati frangenti si accatasteranno
furiosamente uno sull’altro per scavalcare muri e ostacoli. In queste occasioni
il giocatore dovrà organizzare una strenua difesa trovando equipaggiamento
difensivo particolare come filo spinato, pavimento elettrificato e torrette
automatiche. Gli sciami non possiedono alcun istinto di autoconservazione,
nessun ostacolo sarà mai di troppo fra loro e chi gioca, perciò si assisterà
spesso a scene inquietanti dove a centinaia cadono a cascata dalla cima di un
edificio o si calpestano l’un l’altro nel formare la fantomatica piramide
tramite cui possono scalare altezze impressionanti. Insieme alla campagna
cooperativa, la modalità principale, World War Z offre anche la possibilità ai
giocatori di competere gli uni contro gli altri a squadre in una modalità dal
ritmo differente e piuttosto profonda. L’idea di inserire gli zombi nel bel
mezzo dello scontro è senza dubbio interessante perché offre opportunità
strategiche interessanti come ad esempio farli rivoltare contro gli avversari e
sfruttare la furia degli infetti a proprio vantaggio.

Per quanto riguarda la modalità competitiva online, World War Z offre oltre al classico Deathmatch anche Re della Collina, Dominazione Orda, Approvvigionamento e Caccia al Vaccino. Queste sono tutte modalità pensate per giocare in squadre 4vs4 dove, come appena accennato, a svolgere il ruolo di variabile imprevedibile sono gli zombi, che possono comparire all’improvviso creando scompiglio e disagio. La parte online garantisce un sistema di progressione separato dalla campagna, oltre ad avere dieci classi tra cui scegliere, ma è comunque doveroso sottolineare come gli sviluppatori abbiano prodigato un discreto impegno nel confezionare un prodotto completo e pensato per intrattenere i giocatori che cercano diverse tipologie di svago. Tecnicamente il gioco si difende bene, anche se nelle fasi più movimentate mostra qualche imperfezione a livello di texture. Pur facendo un buon lavoro soprattutto grazie ai miglioramenti dal punto di vista grafico nell’ultimo decennio, World War Z non raggiunge un livello grafico da lasciare a bocca aperta, ma fortunatamente, vista la frenesia del gioco, difficilmente si bada al panorama o agli scorci caratteristici. Durante la fuga infatti fermarsi in un luogo per più del necessario equivale a morte certa in quanto gli infetti inizieranno ad arrivare sempre più numerosi fino a quando la situazione non diventa insostenibile. Il gioco supporta il 4K ma è ottimizzato anche per chi non ha la possibilità di sfruttarlo. A livello sonoro World War Z ha una colonna sonora ben realizzata, inoltre la musica del menù è il tema del film, quindi una vera goduria per gli appassionati. Tirando le somme, il titolo sviluppato da Saber Interactive non brilla per originalità, rimane comunque un prodotto derivativo che riprende le buone idee sviluppate per il genere cercando di difendersi come può sia per quanto riguarda la campagna, che per la modalità competitiva. Il prezzo accessibile decreta da una parte la sua piccola vittoria personale sul mercato, anche se alcune incertezze tecniche sono visibili e penalizzano lievemente l’avanzamento insieme a una campagna emozionante a tratti. Nel complesso però l’atmosfera di gioco offerta da World War Z, specialmente se giocata in gruppo, può garantire un buon numero di ore di divertimento. Inoltre gli appassionati di obbiettivi prima di poterli sbloccare tutti dovranno passare veramente molto tempo a uccidere non morti inferociti. A nostro avviso il gioco vale la candela e lasciarselo sfuggire sarebbe un errore.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8

Sonoro: 8

Gameplay: 8,5

Longevità: 7,5

VOTO FINALE: 8

Francesco Pellegrino Lise




Cortana parlerà come noi, parola di Microsoft

L’assistente vocale di Microsoft, l’ormai nota Cortana, in futuro arriverà a parlare come noi offrendo così un’esperienza di dialogo naturale. Tutto questo sarà possibile grazie alla tecnologia sviluppata da Semantic Machines, una startup acquisita dalla compagnia statunitense. Ad aprire una finestra sul domani è la Build 2019, la conferenza di Microsoft per gli sviluppatori, dove il colosso di Redmond ha presentato nuovi servizi cloud e strumenti per gli sviluppatori. Nel parlare degli agenti intelligenti, Microsoft ha descritto un nuovo approccio incentrato sulla creazione di interfacce conversazionali basate su dati e machine learning. L’azienda immagina un mondo in cui ogni organizzazione possiede un agente, proprio come oggi ha un sito web. La creazione del team Semantic Machines contribuisce ad accelerare il lavoro nell’ambito del linguaggio naturale. In futuro, questa tecnologia verrà integrata nelle esperienze conversazionali di Microsoft, inclusa Cortana, e sarà resa disponibile agli sviluppatori.  Tra le altre novità della Buid 2019, Microsoft ha presentato i nuovi servizi di collaborazione e produttività su app e web, nonché funzionalità di intelligenza artificiale (AI) su Microsoft 365, insieme a nuove tecnologie open source e nuovi strumenti di sviluppo per Azure e Windows. Spazio è stato dedicato alle funzioni della prossima versione del browser Microsoft Edge, basato su Chromium OS.  “Con la crescente integrazione della tecnologia in ogni aspetto della nostra vita, saranno le scelte degli sviluppatori a plasmare il mondo che ci circonda”, ha dichiarato il Ceo di Microsoft, Satya Nadella, nel discorso d’apertura. “Microsoft si impegna a dotare gli sviluppatori di piattaforme e strumenti affidabili per costruire esperienze “magiche” che creino nuove opportunità per tutti”. Insomma, nel futuro che immagina Microsoft l’interazione uomo-macchina sarà sempre più un elemento chiave per rendere la vita di tutti i giorni ancora più semplice e sempre più veloce sia nelle comunicazioni che nello scambio d’informazioni.

F.P.L.




Single Secret Party, la nuova frontiera del dating è a Roma e Milano

Addio speed dating, la nuova frontiera per fare nuove conoscenze in totale spensieratezza sono i Single Secret Party.

Già solo il nome è intrigante: ci si incontra direttamente a casa di un “host” che mette a disposizione la sua dimora, ma in pochi e in un’atmosfera intima e sicura. Se a questo aggiungiamo dell’ottima musica dal vivo e qualche buon drink, il gioco è fatto.

Il bello è che l’evento è gratuito e le location sono segrete, i single che riescono ad accaparrarsi i 50 posti a disposizione (per 25 donne e 25 uomini tra i 20 e i 40 anni) scoprono l’indirizzo il giorno stesso dell’evento. Due al momento gli imperdibili appuntamenti, entrambi alle h 21.30: a Roma venerdì 26 e a Milano sabato 27 aprile.

Vista la particolarità e l’unicità dell’iniziativa, il sold out è praticamente certo! L’idea è tutta di Meetic, il servizio di dating più affidabile ed efficace in assoluto, tanto che solo in Italia ha già fatto incontrare più di 1 Milione di coppie**.

Grazie alla collaborazione con ComeHome, l’innovativa applicazione per organizzare feste a casa che vanta una community composta al 95% da single, i Single Secret Party sono diventati realtà e sicuramente si trasformeranno in un appuntamento fisso a cui decine e decine di single non mancheranno assolutamente: l’atmosfera casalinga è ideale per approcciare un potenziale nuovo partner, a maggior ragione se la colonna sonora è azzeccata proprio come in questo caso.

Perché si sa, l’apice del romanticismo in una coppia appena nata è trovare la propria canzone, la colonna sonora di una vita, il brano che sarà per sempre un modo per ricordare quel particolare momento condiviso con una persona speciale.

La musica è un ottimo strumento per imparare a conoscere l’altro e creare momenti unici e irripetibili, assistere a un concerto insieme poi, può creare davvero ricordi indelebili! Ed è per questo che l’elemento centrale dei primi due Single Secret Party è proprio la musica, con due house concert a tutti gli effetti.

I 100 single romani e milanesi che riusciranno ad accaparrarsi un posto, verranno accolti direttamente dai padroni di casa, che daranno un caloroso benvenuto nelle loro dimore per creare da subito quell’atmosfera serena e divertente tipica delle feste casalinghe. Da lì in poi, complice anche l’open bar e l’ottima musica, sarà puro divertimento e condivisione, risate e relax per tutti, condizione perfetta per fare nuove conoscenze.

Ed è così che Meetic coccola i suoi carissimi single, rimanendo al loro fianco non solo online, ma anche nella vita reale: l’obiettivo, in fondo, è dare inizio a qualcosa di vero.

Non è un caso se, ad oggi, gli eventi targati Meetic hanno superato di gran lunga quota 600, con un totale di almeno 18mila single coinvolti in tutta la Penisola. Tra appassionanti viaggi, ottime cene e aperitivi di ogni tipo, corsi di cucina e show cooking, eventi culturali, mostre, concerti, quiz game e spettacoli di cabaret, trovare il partner ideale sarà un gioco da ragazzi! Data l’esclusività dell’evento e il conseguente numero chiuso per i partecipanti, occorre registrarsi al più presto, prima dell’annunciato sold out.

Per farlo basta seguire tutte le istruzioni sul sito ufficiale Meetic o inviare una simpatica mail a eventimeetic@meetic-corp.com dimostrando di essere la persona giusta per partecipare al primo Single Secret Party della Penisola.

F.P.L.




Assassin’s Creed III Remastered, Connor si rifà il look

Assassin’s Creed III, titolo della serie lanciato nel 2012 e vero e proprio punto di rottura all’interno della decennale saga che vede spostare le sue vicende dall’europa in America, torna su Pc, Xbox One e Ps4 in versione rimasterizzata.

Il gioco, infatti è il primo capitolo a introdurre il concetto di genealogia espansa, espediente narrativo attraverso il quale Ubisoft si divincolerà dal racconto legato al binomio Altair-Ezio, permettendo alla software house francese di introdurre da quel momento nuovi protagonisti per nuove avventure allontanandosi definitivamente dal fulcro da dove fino ad allora la serie orbitava.

Assassin’s Creed III, inoltre, fu il primo capitolo a introdurre un nuovo motore grafico, l’Anvil Next, implementazione che ha permesso di rielaborare ogni aspetto degli elementi portanti del titolo, dalle animazioni al parkour, dal sistema di combattimento al numero di elementi in movimento a schermo. Insomma, questo titolo ha rappresentato per la saga un vero e proprio punto di svolta anche per quanto riguarda le meccaniche di gioco. Per chi non lo sapesse, Assassin’s Creed III racconta la storia di Connor Kenway, Assassino dalle origini “pellerossa” che nel bel mezzo dei moti che furono destinati a culminare nella Rivoluzione Americana combatte per fermare il diffondersi dell’organizzazione Templare tra le Colonie del Nuovo Mondo.

Parallelamente nel mondo moderno Desmond Miles, il protagonista della saga che vive nei giorni nostri, corre contro il tempo per fermare le terribili conseguenze dell’imminente tempesta solare, che minaccia di spazzare via la vita sulla Terra nella fantomatica data del 21 12 2012. Se da una parte il titolo ha offerto una dei racconti più maturi per un Assassino, con Connor a rappresentare l’incarnazione dell’ideale logorato ma persistente, dall’altra il titolo congeda in modo tragico il predestinato signor Miles.

Questa disparità di trattamento si percepirà per tutta l’avventura, con i fasti del turismo storico celebrato con tutti gli onori che si contrappone a un’avventura nel moderno a fare da legante con il minimo indispensabile.

In quest’edizione rimasterizzata di Assassin’s Creed III, Ubisoft ha inserito alcune piacevolissime aggiunte, a livello di gameplay, in modo tale da rendere l’intera esperienza migliore rispetto a quanto visto anni fa. Gli sviluppatori hanno reso più comprensibile e utile la minimappa sullo schermo, adesso finalmente si capisce dove sono rivolti i nemici e ha introdotto alcune aggiunte alle fasi stealth, come ad esempio la possibilità di fischiare in mezzo all’erba alta per distrarre i nemici e l’uccisione alle spalle di due nemici contemporaneamente, con tanto di lama celata utilizzata di default anche se al momento si sta impugnando un’altra arma.

A differenza di prima, ora è anche più immediato mirare e alcune armi, prima disponibili solo tramite acquisto, le quali possono essere “craftate” trovando le ricette giuste e i relativi materiali. E’ importante sottolineare però che Assassin’s Creed III è pur sempre un titolo alcuni anni fa, quindi se si è abituati alla sfrenata agilità degli ultimi capitoli della serie, molto probabilmente questa versione remastered potrà sembrare decisamente più lenta.

I movimenti legnosi e “impacciati” in fase di arrampicata sono una caratteristica che infatti si discosta molto dalla fluidità vista in Origins od Odissey, ma d’altronde mettere mano anche a questo elemento del gioco avrebbe significato in primis snaturare il gioco e in secondo luogo una mole di lavoro decisamente notevole.

E’ opportuno segnalare però che in quest’edizione rivisitata di Assassin’s Creed III permangono tutti i difetti storici della serie, in primis un’intelligenza artificiale scarsa e per nulla in grado di offrire un buon livello di sfida.

Gran parte dei combattimenti, poi, sono sempre risolti con la pressione selvaggia del tasto relativo all’attacco, inoltre, la corsa acrobatica, oltre a richiedere di tenere premuto il tasto dorsale, è molto meno precisa rispetto ai capitoli più moderni. In ogni caso, specialmente per chi ha avuto la possibilità di giocare l’avventura originale, rivestire i panni di Connor sarà un vero piacere. Quest’edizione del gioco, oltre ad offrire quanto detto ha un importantissimo elemento a disposizione dei giocatori, ossia: la mole di contenuti.

Acquistandola infatti si potrà giocare anche ai DLC Benedict Arnold, Segreti Nascosti e La Tirannia di Re Washington, che introduce un’intera nuova campagna da affrontare sempre nei panni di Connor. Oltre a ciò, la Remastered comprende perfino lo spin-off Assassin’s Creed Liberation HD, in cui si vestono i panni dell’Assassina Aveline, la prima protagonista femminile della saga. Insomma, come vi dicevamo, il pacchetto offerto è davvero ampio e succulento.

Per quanto riguarda l’aspetto grafico e tecnico, le novità più interessanti e d’impatto sono sicuramente il supporto all’HDR e il 4K su PlayStation 4 Pro, Xbox One X e PC.

Per chi invece deve accontentarsi delle console “base” i cambiamenti sono comunque avvertibili anche se ovviamente inferiori. Le persone che si muovono in città sono state notevolmente incrementate di numero, la distanza di rendering arriva più lontano, l’illuminazione generale è più credibile e l’originale palette cromatica biancastra è stata abbandonata in favore di una più calda e tendente al giallo dall’effetto più realistico. La resa degli ambienti è quindi davvero un piacere da ammirare e non solo per la maggiore risoluzione delle texture ma anche grazie alla nebbia volumetrica, ai veri riflessi sulla superficie dell’acqua, alle ombre più nette e ai modelli dei personaggi principali maggiormente dettagliati.

Il risultato finale, quindi, è più che discreto. Ovviamente sono presenti alcuni glitch grafici, come ad esempio: candele, torce e lampade che continuano a non proiettare ombre dinamiche, riducendo la qualità generale dell’interno degli edifici, le ombreggiature non sono mostrate oltre una certa distanza e i modelli tridimensionali più lontani sono curati poco. Inoltre, i visi durante le cutscene sembrano quasi dei manichini e appaiono fin troppo scuri a seconda della direzione della luce.

Sono presenti inoltre anche alcuni errori nella proiezione delle ombre sul corpo e la neve a volte scompare e ricompare al passaggio di Connor. Ovviamente parliamo di piccolezze, ma forse si sarebbe potuto osare di più con questo Assassin’s Creed III Remastered. Di sicuro i fan storici lo avrebbero apprezzato.

Tirando le somme, quest’edizione rimasterizzata del primo capitolo ambientato oltreoceano non è una rimasterizzazione pigra e assolutamente inutile, ma anzi è un lavoro ben svolto e che sicuramente farà apprezzare meglio le avventure dell’assassino pellerossa ai neofiti della saga, ma anche ai fan più datati. Anche se purtroppo il multigiocatore online è stato rimosso, il titolo vale la pena di essere acquistato e senza dubbio è ancora in grado di garantire, complice anche la presenza dei Dlc e di Liberation HD, moltissime ore di divertimento.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8

Sonoro: 8

Gameplay: 7,5

Longevità: 8,5

VOTO FINALE: 8

Francesco Pellegrino Lise