Relicta: fisica e misteri nel puzzle game per Pc, console e Stadia

Relicta, l’ultima fatica di casa Mighty Polygon è un puzzle game, disponibile su Pc, console e Stadia, in prima persona che tra gravità e magnetismo porta i giocatori alla scoperta di una Luna molto diversa da come la si conosce. Senza alcun aiuto bisognerà venire a capo di enigmi sempre più complessi, in grado di tenere incollati allo schermo per ore. I rompicapi da affrontare, man mano che si procede nel titolo, sono sempre più complessi e non basterà un semplice colpo d’occhio per portarli a termine. Nel corso dell’avventura si vestono i panni di Angelica Patel, una ricercatrice che vive e lavora sulla Luna, più precisamente all’interno della Base Chandra, detto ciò, però, è opportuno sottolineare che nell’immaginario di Mighty Polygon il satellite naturale della Terra è completamente terraformato. Relicta inizia con un flash forward di un imminente disastro che coinvolge la stazione e una grossa specie di roccia in essa contenuta. Subito dopo si passa a un flashback di eventi avvenuti due anni prima, nel quale si può esplorare brevemente la stazione in cui ci si trova, conoscere via radio alcuni degli altri personaggi come la collega Laia Alami e la figlia Kira Patel, e prendere parte a un breve tutorial che introduce il giocatore ai rudimenti del gameplay. Conclusa questa introduzione il giocatore, infine, si troverà ad effettuare un ultimo salto temporale, andando avanti di due anni in quello che si può definire il presente, poche ore prima del disastro imminente. Durante una telefonata con la figlia della protagonista, improvvisamente salta la comunicazione e toccherà al giocatore scoprire quale sia il problema. Collegandosi al terminale principale ed effettuando un riavvio, il sistema della base comunicherà che è stato solo un malfunzionamento. Contattando i colleghi però presto si verrà a sapere che anche altre aree della base stanno mostrando comportamenti anomali e ad alcune di esse sono addirittura scollegate dal nodo centrale, con le comunicazioni limitate o irraggiungibili dai Maglev, il sistema di convogli che collega i vari punti della stazione. Con questo pretesto inizia l’avventura di Relicta, che porterà i giocatori a doversi addentrare nei vari rami della base lunare con lo scopo di salvare i colleghi e riparare queste fantomatiche anomalie. Queste fasi più narrative consistono in un semplice girare per la base, con la sola possibilità di esplorare in cerca di collezionabili o nuove voci da aggiungere al PDA, un dispositivo elettronico sul quale leggere mail e altre note, utili ad approfondire il mondo di gioco o gli eventi in corso. Quando ci si muove verso le altre zone della base, invece, iniziano i rompicapi che costituiscono a tutti gli effetti il nucleo del gameplay. E’ bene sottolineare che dopo appena qualche ora di gioco la narrazione prende una piega inaspettata, assumendo delle connotazioni degne di un thriller psicologico, coinvolgendo sempre di più il giocatore ma avendo un impatto quasi nullo sul gameplay effettivo. La sensazione che si prova giocando a Relicta è che questa storia, per quanto intrigante, sia superflua ai fini del gioco in sé. In ogni caso sicuramente la trama misteriosa è un valore aggiunto e merita di essere portata a termine.

Ma andiamo ad analizzare il gameplay di Relicta più da vicino: nonostante le ricerche scientifiche sui biomi e la creazione di ambienti ospitali siano le fondamenta dell’ambientazione, in realtà sono fisica e magnetismo i veri padroni del gameplay del titolo. Sin dai primi istanti di gioco, infatti, si verrà a conoscenza della creazione di alcuni guanti in grado di manipolare elettronicamente e gravitazionalmente determinati artefatti. Tali “guanti gravità” saranno i veri protagonisti del gameplay di Relicta. Proseguendo nella narrazione, infatti, ci si troverà a passare da un ambiente all’altro tramite diverse porte colorate: alcune limiteranno completamente l’accesso allo scenario successivo, altre, invece, permetteranno il passaggio della dottoressa, ma non delle casse da usare per risolvere i puzzle, altre ancora consentiranno di essere attraversate in una sola direzione. Per poterle aprire sarà necessario combinare gravità e magnetismo al fine di trasportare gli artefatti sulle piattaforme dedicate. Una volta posizionate tutte le casse sugli interruttori, il passaggio si aprirà e si potrà passare alla stanza successiva. La dinamica di gioco appena citata può apparire semplice, eppure non lo è affatto. Ogni area, infatti, mostrerà un enigma da risolvere prima di riuscire a posizionare ogni cassa correttamente. Anzitutto gli artefatti potranno essere neutri, positivi o negativi, soggetti a gravità e non. Per decidere magnetismo e gravità di ogni box sarà necessario fare semplicemente uso dei guanti in dotazione per decidere la giusta polarità e per attivare o disattivare la gravità. Se vi state domandando perché è necessario manipolare il magnetismo? La risposta è perché, in Relicta, la combinazione delle polarità consentirà di attrarre le casse e respingerle, abilitando quindi lo spostamento verso punti focali. Facili a dirsi, un po’ meno a farsi; in alcuni livelli, infatti, è necessario creare delle combinazioni studiate al millimetro. Una concatenazione di eventi e cambiamenti che dovrà essere studiata con cura e poi realizzata minuziosamente: basterà un comando mancato e bisognerà ripetere l’area da capo. Gli appassionati di videogames potranno trovare alcune assonanze con il ben noto Portal, e nonostante Relicta offra delle dinamiche ben diverse, le assonanze sono diverse. Gli amanti delle sfide troveranno in questo titolo pane per i propri denti. Saranno un po’ meno contenti invece gli amanti dei puzzle game in stile “vecchia scuola” che potrebbero infastidirsi nel vedere distruggere i propri tentativi semplicemente per aver mancato il corretto tempismo nel premere un pulsante. Il gameplay, così strutturato, permetterà a ognuno di godersi il titolo come meglio crede. Durante il corso della narrazione, come dicevamo, non solo sarà necessario risolvere i puzzle, ma anche scoprire quello che si cela dietro i misteri della base Chandra. Man mano che si andrà avanti si raccoglieranno file che mostreranno il quadro completo della storia che, purtroppo, non si sviluppa esattamente con l’enfasi desiderata, ma che comunque resta una splendida avventura da scoprire.

Livello dopo livello ci si fa strada in quella che è un’avventura abbastanza longeva, con un ottimo grado di complessità ma non altrettanta varietà, a causa di meccaniche spesso riutilizzate. La durata in giochi del genere è davvero poco indicativa, dipendendo in gran parte dall’intuito del giocatore, ma in ogni caso dovrebbe assestarsi attorno alle 10 ore. Relicta offre un comparto artistico davvero molto curato e che rende di sicuro più piacevole il progredire nelle varie sezioni. Le zone più spoglie della base si alternano ai diversi biomi di una Luna immaginaria completamente terraformata, tra una tundra ghiacciata e una splendida foresta. Il livello di dettaglio è molto buono e la colonna sonora composta appositamente per la produzione ne aumenta senza ombra di dubbio l’immersività. Tirando le somme, Relicta è un puzzle game senz’altro interessante, capace di offrire degli ottimi rompicapi basandosi su due elementi della fisica: la gravità e il magnetismo. Alcuni livelli denotano una complessità e un grado di difficoltà davvero notevole, richiedendo al giocatore, oltre alla conoscenza delle meccaniche base, pure un ingegno non trascurabile. Purtroppo però non brilla per la varietà, alla lunga le meccaniche risultano ripetitive e gli elementi, se non perfettamente identici, sono comunque equivalenti a quelli già incontrati nei livelli precedenti. Peccato anche per la narrazione, che seppur a tratti interessante, spesso sembra scollegata dal gameplay e ha come unico scopo quello di indirizzare il giocatore verso l’area successiva. In ogni caso Relicta è l’esempio di come un titolo dalla visuale in prima persona possa ancora al giorno d’oggi non essere classificato solo come un action o uno shooter. Se si è amanti dei rompicapo o semplicemente se si è alla ricerca di un videogame intelligente con cui mettersi alla prova, allora l’ultima fatica di Mighty Polygon potrebbe rivelarsi una graditissima sorpresa.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica : 8

Sonoro: 8

Gameplay: 7

Longevità: 7

VOTO FINALE: 7.5

Francesco Pellegrino Lise




Xiaomi svelerà Mi 10 Ultra, lo smartphone super top di gamma

Il co-fondatore di Xiaomi ha fatto sapere che all’evento in programma per l’11 agosto verrà presentato il super top di gamma Xiaomi Mi 10 Ultra. L’evento che si terrà tra pochissimi giorni festeggerà dieci anni della serie Mi, andando a ripercorrere la storia del brand dal primo modello fino al decimo, appunto, Mi 10. Il Mi 10 Ultra sarà una versione potenziata del Mi 10 Pro attuale e avrà delle caratteristiche che lo posizioneranno ancora più in alto. Lo smartphone dovrebbe essere molto simile, se non identico, esteticamente al modello Pro ma vantare dei sensori fotocamera diversi per un imaging di qualità superiore. Ci sarà comunque il sensore da 108 MP. Il SoC sarà lo Snapdragon 865+, memoria ROM in tecnologia UFS 3.x e una batteria da 4500 mAh. Quest’ultima pare che sarà divisa in due batterie rispettivamente da 2250 mAh, per far ricaricare in maniera Wireless e più efficace lo smartphone. La potenza passerà da 50 W a 55 W. Il device arriverà anche in Europa e c’è sicuramente curiosità sul prezzo di vendita. La famiglia Mi 10 ha un listino davvero alto per gli standard Xiaomi. Se tanto ci dà tanto, il costo potrebbe ancora salire, purtroppo. E’ emersa anche la confezione di vendita. La tonalità è l’argento e possiede il brand commemorativo Xiaomi 10th 2020 che ricorda appunto il modello esclusivo per questi 10 compleanni. Assieme alla presentazione dek Mi 10 ci sarà anche spazio per il Redmi K30 Commemorative Edition che però non dovrebbe essere commercializzato in Europa. Avrà un prezzo decisamente più contenuto e vanterà un SoC Mediatek Dimensity 2000, memoria veloce a standard UFS 3.x e 12 GB di RAM. Al contrario di Mi 10 Ultra avrà una fotocamera frontale a scomparsa, come il “vecchio” Mi 9T. Non resta altro che aspettare.

F.P.L.




Warhammer 40.000 Mechanicus arriva su Xbox One, Ps4 e Switch

Warhammer 40.000 Mechanicus è finalmente arrivato su Xbox One, PlayStation 4 e Switch dopo 2 anni rispetto alla sua controparte per PC. Il titolo include i contenuti della Omnissiah Edition e il DLC Heretek che introduce nuove discipline e battaglie. Accostato spesso a X-COM, in realtà, Mechanicus assomiglia al gioco di Mythos e Firaxis Games in quanto strategico a turni più leggero. Paragonare il titolo di Bulwark Studios a uno dei capostipiti del genere porta inevitabilmente aspettative che rischiano di mettere in secondo piano gli spunti originali portati dal team di sviluppo. E’ bene quindi sapere che in questo titolo bisogna fare a meno di una parte gestionale approfondita, di coperture, nebbia di guerra, percentuali di successo. Invece sarà possibile godere di un’ampia personalizzazione delle truppe e un rinnovato sistema di azione che se sapientemente sfruttato permette di estendere i turni di gioco. Ma andiamo a scoprire di più: gli appassionati di Warhammer sanno bene quanto i videogiochi su licenza Games Workshop non abbiano sempre goduto dei migliori trattamenti, come dimostra la qualità spesso altalenante di alcune delle trasposizioni ludiche. Per fortuna Warhammer 40,000 Mechanicus si colloca nella lista dei titoli meritevoli, grazie anche al rispetto che riversa nel trattare da un lato le armate dell’Imperium formate dagli Adeptus Mechanicus e dall’altra le armate Xeno dei Necrons. L’Adeptus Mechanicus ha sempre affascinato per la sua storia e per i principi che lo guidano, un concentrato unico di fede e scienza che si esplicita nel venerare il Dio Macchina e nella ricerca di conoscenza, manifestazione del divino. La carne è fallace, ma la perfezione della macchina è superiore a qualsiasi evoluzione biologica. Quando gli eventi però conducono al risveglio dei Necron dalle loro tombe, la ricerca della conoscenza e lo studio delle forme viventi diventa un cammino impervio fatto di scelte guidate da diverse interpretazioni delle sedici leggi universali alle quali Magi e Tech-Priest fanno riferimento. Bruciare ogni segno del passaggio Necron è in linea con la decima legge universale “Il meccanismo alieno è una perversione dal vero percorso”, ma studiare le tecnologie aliene, registrarle e analizzarle non forse è ciò che porta alla comprensione della realtà? L’influenza di Ben Counter, scrittore ben noto agli appassionati della Black Library, contribuisce a dar vita a una storia intensa e ricca di particolari in cui i nostri si opporranno ai Necros, terribili robot autorigeneranti che si rifanno alle tradizioni egizie. In seguito alla ricezione di un segnale dal pianeta Silva Umbris, i nostri decidono di lanciarsi in una missione di ricognizione che si rivela disastrosa, dato che il capo dei Necros in persona si farà vivo per sgominare i nostri futuristici preti. Inizierà così la lunga campagna di Warhammer 40.000Mechanicus in cui i protagonisti, ognuno con un preciso scopo personale, tenteranno di spingere il giocatore ad affrontare le missioni secondo un particolare stile, facendo così evolvere la storia in una direzione piuttosto che in un’altra e favorendo la rigiocabilità di uno strategico in cui saranno richieste pazienza, tattica e molta programmazione.

Come dicevamo all’inizio, Warhammer 40,000: Mechanicus, tenta di emulare il successo di prodotti come XCOM: Enemy Unknown, si presenta come uno strategico in cui fasi di movimento e di scelta di opzioni testuali si alternano a combattimenti tattici in cui spostare le proprie pedine su una scacchiera virtuale per eliminare nugoli di robot. L’influenza di uno scrittore come Counter si nota già dalle prime fasi di gioco, durante le quali verranno presentati gli eroi che si potranno schierare in battaglia sfruttando una lunga serie di dialoghi, sfortunatamente solo in inglese, che permettono di calarsi fin da subito nello stile dark fantasy di Warhammer 40,000. Faustinius, Videx e Scaevola sono nomi che, per quanto strani, si arriverà a conoscere a menadito, dato che saranno anche i preti che si potranno utilizzare nelle numerose battaglie. Andiamo con ordine, però, dato che prima di poter mettere mano alle armi i giocatori saranno chiamati ad affrontare alcune scelte difficili: esplorando varie stanze, infatti, si potrà incappare in eventi in cui scegliere una tra alcune opzioni testuali che porteranno a conseguenze più o meno positive. Questa possibilità, oltre ad aumentare notevolmente il coinvolgimento del giocatore nella trama, avrà il pregio di rendere più frammentate e meno pesanti le lunghe sezioni di combattimento, oltre a fornire una finestra sempre più ampia sul carattere dei nostri cyborg religiosi che porterà inevitabilmente a patteggiare per uno o per l’altro personaggio, proprio come in un buon libro. Non tutte le esplorazioni vanno però lisce: quando i Necros fanno la loro comparsa, gli Adeptus Mechanicus sono obbligati a estrarre una serie di armi futuristiche e combattere in prima linea oppure inviare i Servitors, picchiatori nudi e crudi, e gli Skitarii, truppe più esperte e versatili, a fare piazza pulita dei nemici. Warhammer 40.000 Mechanicus offre un sistema di combattimento tattico che riporta alla mente i giochi da tavolo, in cui sarà necessario scegliere come schierare e soprattutto spostare su una scacchiera le proprie truppe per evitare di esporsi ma nel contempo riuscire ad attaccare i nemici. I tecno-preti saranno le legioni più forti, nonché quelle che una volta sconfitte causeranno il game over. Gli altri soldati saranno invece poco più che carne da macello, perfetti per fare da scudo o per essere inviati in avanscoperta. La vera novità rispetto a tanti altri titoli tattici di stampo classico è rappresentata dalla possibilità di ottenere punti Cognizione da nemici e strutture; questi garantiranno azioni aggiuntive e perfino la possibilità di sfruttare devastanti armi speciali, introducendo un ulteriore elemento tattico che spingerà a ulteriori pianificazioni delle proprie mosse. Raccogliendo poi le monete del gioco, le Blackstone, sarà possibile potenziare le proprie truppe con devastanti abilità e sbloccarne di nuove. Le possibilità offerte da Warhammer 40.000 Mechanicus, soprattutto se si ama passare ore a personalizzare i personaggi, sono pressoché infinite, dato che non ci saranno limitazioni di alcun genere a frenare la creatività dei giocatori.

Uno degli aspetti migliori di questo titolo è senza ombra di dubbio l’ambientazione. Il design accattivante dei robot si accompagna a quello di boss cattivi, enormi e dotati di una loro personalità unica e persino di un doppiaggio dedicato. Sfortunatamente la mancata localizzazione in italiano di Warhammer 40,000 Mechanicus toglie immediatezza alla narrazione, tanto che molto spesso ci si ritroverà quasi costretti a saltare una mole corposa di testo in lingua anglosassone, perdendo però così inevitabilmente alcuni dettagli. A livello grafico, il gioco fa un ampio uso del verde fluorescente, associato principalmente ai Necron, e più in generale di una serie di colori al neon che contrastano con fondali scuri, scelta che contribuisce a calare i giocatori in un’atmosfera cupa e cibernetica. La splendida realizzazione dei modelli dei personaggi principali e dei nemici mostrata nei dialoghi cozza però con una grafica obsoleta che presta il fianco a critiche soprattutto durante le sezioni di combattimento, in cui il gioco non brillerà mai né a livello di character design né per quanto riguarda gli effetti speciali, spesso ridotti all’osso. La colonna sonora di Warhammer 40,000 Mechanicus è un altro elemento che non si farà ricordare per qualità e innovazione. A eccezione delle voci di alcuni personaggi e di qualche traccia coinvolgente, la maggior parte delle volte la musica accompagnerà in maniera piuttosto poco enfatica gli scontri e le esplorazioni. Più che ottima invece la rigiocabilità di un titolo che risulta tutt’altro che breve già limitandosi ad affrontare una prima volta la campagna, ma che offrirà numerosi percorsi da intraprendere e soprattutto svariate opzioni per personalizzare e rendere più semplice o complicata l’avventura. Tirando le somme, Warhammer 40.000 Mechanicus non sarà certo uno degli strategici con il gameplay più rifinito e ricercato e non sarà nemmeno una perla di tecnica, ma riesce davvero a conquistare con la sua atmosfera incredibile. Bastano poche missioni per appassionarsi alla trama e agli intrecci narrativi, con tutto l’impianto di gioco che, non farà miracoli, ma riesce a regalare un buon gameplay e a divertire. Consigliato per chi è alla ricerca di un buon videogame strategico dalle tinte cupe, con l’unico scoglio che potrebbe essere la mancanza della lingua italiana.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8

Sonoro: 7

Gameplay: 8,5

Longevità: 8,5

VOTO FINALE: 8

Francesco Pellegrino Lise




Xbox Games Showcase, Microsoft presenta una lineup incredibile

Durante l’Xbox Games Showcase Xbox ha svelato la più ampia e variegata lineup di titoli mai presentata nella storia della console, guidata da Halo Infinite, il capitolo più importante e ambizioso del franchise. Dai vasti mondi di Fable, Avowed ed Everwild, al realismo senza precedenti di Forza Motorsport, le nuove esperienze presentate da Xbox ricondurranno i giocatori in alcuni universi familiari e li porteranno a scoprire nuovi mondi da esplorare. Tutti i titoli presentati all’interno dell’Xbox Games Showcase saranno giocabili dagli abbonati a Xbox Game Pass a partire dal giorno di lancio senza costi aggiuntivi. I partner non hanno fatto mancare il loro supporto a Xbox e la loro creatività è stata ben illustrata dalle anteprime mondiali S.T.A.L.K.E.R. 2, Warhammer 40,000: Darktide, Phantasy Star Online 2: New Genesis e molti altri titoli, che verranno lanciati in esclusiva su Xbox. È stata inoltre annunciata una collaborazione d’eccezione con Bungie, che porterà Destiny 2 su Xbox Game Pass in autunno, insieme alle precedenti espansioni, e il nuovo Destiny 2: Beyond Light al suo Day One, senza costi aggiuntivi. Bungie rilascerà inoltre Destiny 2 Optimized for Xbox Series X, in risoluzione 4K e a 60 fotogrammi al secondo.

Di seguito una sintesi di tutti i titoli mostrati oggi, inclusi 10 world premiere, 22 giochi che verranno lanciati in esclusiva su Xbox, i progetti di 9 dei 15 studi Xbox Game Studios e altri ancora degli studi di terze parti. Tutti i giochi mostrati oggi sfrutteranno le performance della console più potente al mondo, Xbox Series X, per offrire fedeltà, prestazioni, precisione e immersività senza precedenti.

Halo Infinite (Xbox Game Studios, 343 Industries, vacanze 2020).  Halo Infinite è il capitolo più importante e ambizioso del franchise mai creato. I fan di Master Chief hanno potuto assaporare per la prima volta la campagna di Halo Infinite, che presenta nuove meccaniche di gameplay, battaglie più ampie, panorami epici e gli effetti grafici più complessi di sempre, sfruttando al massimo la potenza di Xbox Series X. I giocatori potranno immergersi nel nuovo capitolo del viaggio di Master Chief, apprezzando i 60 fotogrammi al secondo garantiti per la campagna e la libertà di esplorare un anello diverse volte più grande di quelli degli ultimi due capitoli di Halo messi insieme.

 As Dusk Falls (Xbox Game Studios – INTERIOR/NIGHT). As Dusk Falls è un drama interattivo originale di INTERIOR/NIGHT, un nuovo studio composto da diversi veterani pluripremiati del settore, insieme a nuovi talenti emergenti. Guidato da Caroline Marchal, precedentemente lead game designer di Quantic Dream, lo studio ha l’obiettivo di creare storie interattive ambiziose e innovative. As Dusk Falls è un racconto multigenerazionale ambientato nel sud-ovest degli Stati Uniti e tratta i temi della resilienza, del sacrificio e di come gli errori delle precedenti generazioni si trasmettano alle nuove. L’avventura, che inizia con due famiglie prese in ostaggio, si trasforma in una storia epica su come le persone crescano e cambino nel corso dei decenni.

Avowed (Xbox Game Studios – Obsidian). La nuova opera epica di Obsidian Entertainment, un RPG in prima persona ambientato nel fantastico mondo di Eora.

Fable (Xbox Game Studios – Playground Games). Un nuovo inizio per il franchise leggendario, dove il giocatore potrà esplorare un mondo di creature fantastiche e ambientazioni meravigliose. Sviluppato da Playground Games per Xbox Series X e PC Windows 10, in arrivo su Xbox Game Pass.

Forza Motorsport (Xbox Game Studios – Turn 10 Studios). Xbox Series X è la massima espressione di velocità e immersività e trasporterà i giocatori nell’universo di Forza, connettendoli tra loro come mai prima d’ora. Attualmente in fase iniziale di sviluppo, Forza Motorsport girerà in 4K a 60 frame al secondo, con scene connesse e dinamiche. ForzaTech si arricchisce infatti del Ray Tracing, dando vita a un mondo dinamico dove ogni cosa è connessa, inclusi i riflessi sulla superficie delle macchine o sul tracciato. Sviluppato da Turn 10 Studios, Forza Motorsport sarà disponibile su Xbox Series X, PC Windows 10 e su Xbox Game Pass.

The Gunk (Thunderful Publishing). Dai creatori del franchise SteamWorld arriva un gioco completamente nuovo, The Gunk: una nuova avventura in un mondo vasto ed esotico, dove il giocatore incontrerà nemici spaventosi e puzzle sfidanti per svelare il mistero di un pianeta dimenticato e contribuire alla sua salvezza.

Phantasy Star Online 2: New Genesis (SEGA Corporation – 2021). Il celebre RPG d’azione online Phantasy Star Online 2 è celebre per l’elevata personalizzazione dei personaggi e per le sue dinamiche di combattimento. È stata annunciata oggi l’ultima novità per l’universo di Phantasy Star Online 2, chiamata Phantasy Star Online 2: New Genesis.

S.T.A.L.K.E.R. 2 (GSC Game World). Il pluripremiato franchise per PC amato da milioni di giocatori fa il suo debutto nella next-gen con S.T.A.L.K.E.R. 2 su Xbox Series X, una combinazione unica di shooter in prima persona, simulazione immersiva e horror.

State of Decay 3 (Xbox Game Studios – Undead Labs). Il prossimo capitolo di State of Decay è attualmente in fase di sviluppo e offrirà ai fan l’esperienza definitiva nel mondo del survival horror.

Tetris Effect: Connected (Enhance – vacanze 2020). Tetris​ Effect: Connected è un gioco originale con modalità co-op e competitive innovative, con possibilità di multiplayer sia online sia in locale. Scopri Tetris come non l’hai mai visto o sentito: una riedizione incredibilmente coinvolgente, unica e affascinante di uno dei puzzle game più amati di tutti i tempi.

Warhammer 40,000: Darktide (Fatshark – 2021). Dagli sviluppatori del premiatissimo franchise co-op Vermintide, Warhammer 40,000: Darktide è un nuovo titolo cooperativo per 4 giocatori ambientato nella città alveare di Tertium. Combatti insieme ai tuoi amici contro orde di nemici in questa nuova avventura!

Novità per i giochi più attesi

 CrossfireX (Microsoft – Smilegate Entertainment – 2020). Il franchise PC leggendario arriva su console con uno shooter in prima persona dal ritmo serrato, offrendo un’ampia varietà di esaltanti esperienze multiplayer e una campagna cinematica che esplora il conflitto globale tra le due fazioni militari private più formidabili al mondo.

Destiny 2: Beyond Light (Bungie – 10 novembre, 2020). Bungie presenta Destiny 2: Beyond Light, il prossimo capitolo dell’universo sci-fi epico acclamato dalla critica di Destiny 2. Il protagonista si unirà ai Guardiani con l’obiettivo di far cadere l’impero ad ogni costo, anche se significherà piegare l’Oscurità. È stato inoltre annunciato che Destiny 2 arriverà a settembre su Xbox Game Pass, permettendo agli abbonati di accedere a tutte le espansioni attuali della standard edition di Destiny 2 (i contenuti stagionali sono venduti separatamente), inclusa la standard edition di Beyond Light a partire dal suo lancio a novembre.

Everwild (Xbox Game Studios – Rare). Ispirato dalla bellezza della natura che ci circonda, Everwild è un gioco completamente nuovo attualmente in sviluppo da Rare, dove i giocatori potranno vivere esperienze uniche e indimenticabili in un mondo magico. Nel ruolo di un Eternal, il protagonista esplorerà e creerà legami con il mondo attorno a lui. Everwild sarà disponibile su Xbox Series X, PC Windows 10 e Xbox Game Pass.

Grounded (Xbox Game Studios – Obsidian Entertainment – 28 luglio 2020). Grounded, l’avventura cooperativa di sopravvivenza, è pronto a portare i giocatori nel cortile sul retro. Combinando elementi del mondo RPG con le migliori caratteristiche dei giochi survival, il titolo permetterà di esplorare insieme a 3 altri giocatori il giardino di casa dalla prospettiva di una formica, con l’obiettivo di capire come tornare alla propria dimensione naturale. Lungo la strada, i protagonisti incontreranno sia creature amichevoli sia insetti a dir poco ostili, tutti in lotta per la sopravvivenza.

The Medium (Bloober Team – vacanze 2020). L’obiettivo è scoprire un oscuro mistero al quale solo un medium potrà accedere. Il giocatore dovrà raggiungere un antico resort comunista e sfruttare le proprie abilità psichiche per svelare i suoi inquietanti segreti, risolvere puzzle, sopravvivere agli incontri con spiriti sinistri ed esplorare questa duplice realtà.

The Outer Worlds: Peril on Gorgon (Private Division – Obsidian Entertainment – 9 settembre 2020). The Outer Worlds: Peril on Gorgon aggiunge molti contenuti all’universo oscuro e divertente di The Outer Worlds, dando vita a un’avventura completamente nuova dalle tinte noir, che porta i giocatori sul Gorgon Asteroid per scoprire la misteriosa origine di Adrena-Time. Lì il giocatore troverà nuove armi, armature, perk e flaw, ma anche la solita libertà nella risoluzione dei problemi che ha reso celebre il gioco originale. Coloro che hanno giocato a The Outer Worlds con Xbox Game Pass potranno ottenere un ulteriore sconto del 10% su questa e le prossime avventure oppure sull’expansion pass che include entrambe le esperienze.

Psychonauts 2 (Xbox Game Studios – Double Fine). Psychonauts 2 è un viaggio cervellotico negli oscuri mondi che si celano nella nostra mente. L’agente speciale e straordinario acrobata Razputin “Raz” Aquato è pronto a lasciarsi tutto alle spalle ed espandere gli orizzonti della mente. Lungo la strada, Raz aiuterà nuovi amici, come il magico spiritello di luce doppiato (e cantato) da Jack Balck, e dovrà usare i suoi poteri per svelare oscuri misteri sulla squadra di psiconauti e sulle origini della sua famiglia.

Tell Me Why (Xbox Game Studios – Dontnod Entertainment – 27 agosto). Tell Me Why è la nuova esclusiva Xbox Game Studios di Dontnod Entertainment, lo studio che ha creato l’amatissimo e pluripremiato franchise Life is Strange. In questo viaggio misterioso e intimo, il giocatore impersona i due gemelli Tyler e Alyson Ronan, esplorando i ricordi della loro infanzia gioiosa ma travagliata in una meravigliosa cittadina dell’Alaska. Facendo leva sul legame soprannaturale che consente ai gemelli di interagire con i loro ricordi del passato, il giocatore dovrà scegliere tra diversi percorsi di memorie per svelare la propria storia, a partire 27 agosto.

I titoli Xbox Game Studios più iconici completamente ottimizzati per Xbox Series X

Nella giornata di oggi, Xbox ha inoltre comunicato il proprio impegno nel rendere la maggior parte dei videogiochi più amati dai giocatori ottimizzati per Xbox Series X. Le versioni aggiornate dei titoli saranno disponibili su Xbox Game Passe e supporteranno lo Smart Delivery.

Forza Horizon 4 Ottimizzato per Xbox Series X (Xbox Game Studios – Playground Games – vacanze 2020). La versione ottimizzata per Xbox Series X vanta una maggiore fedeltà grafica e prestazioni di gioco ancora più veloci. Durante il gameplay, il giocatore potrà esplorare l’affascinante e storica Gran Bretagna e guidare centinaia tra le migliori automobili del mondo in 4K Ultra HD nativo, ora a 60 fotogrammi al secondo. In più, grazie al Quick Resume, i tempi di caricamento sono stati nettamente migliorati.

Gears 5 Ottimizzato per Xbox Series X (Xbox Game Studios – The Coalition – vacanze 2020). La campagna e la modalità multiplayer di Gears 5 sono state aggiornate per sfruttare i vantaggi di Xbox Series X, tra cui tempi di caricamento ridotti, il riavvio istantaneo e la possibilità di godere di immagini HDR in 4K accedendo alle impostazioni Ultra.

Gears Tactics Ottimizzato per Xbox Series X (Xbox Game Studios – The Coalition – vacanze 2020). Il frenetico gioco di strategia a turni acclamato dalla critica arriverà su Xbox quest’anno e su Xbox Series X godrà di una risoluzione in 4K Ultra HD a 60 fotogrammi al secondo.

Ori and the Will of the Wisps Ottimizzato per Xbox Series X (Xbox Game Studios – Moon Studios – vacanze 2020). La versione ottimizzata per Xbox Series X consentirà al giocatore di esplorare la Foresta di Niwen con una maggiore fedeltà grafica e prestazioni ancora più veloci. Con i nuovi miglioramenti tecnici (120 FPS, 4K HDR e 120hz) sarà possibile sperimentare un’esperienza platform fluida e avvolgente, anche grazie alla bassa latenza e alle immagini nitide.

Sea of Thieves Ottimizzato per Xbox Series X (Rare – vacanze 2020). Il pluripremiato best-seller di Rare è un gioco multiplayer ambientato in un mondo piratesco condiviso, che unisce libertà, avventura e brivido. Sea of Thieves verrà lanciato con Xbox Series X, beneficiando della potenza avanzata del nuovo hardware, supporterà lo Smart Delivery e sarà disponibile su Xbox Game Pass.

Francesco Pellegrino Lise




F1 2020, il videogioco ufficiale della Formula 1

F1 2020 è il nuovo videogioco ufficiale della formula 1 realizzato da Codemasters per Google Stadia, PC, PlayStation 4 e Xbox One. Previsto per il 7 Luglio per i possessori dell’edizione speciale dedicata a Michael Schumacher (tre giorni dopo per tutti gli altri), F1 2020 si presenta come un capitolo di transizione dal punto di vista del modello di guida, ma non manca di mettere in campo numerose novità contenutistiche degne di nota. Per la prima volta giunto sugli scaffali quasi in contemporanea con il campionato reale, iniziato proprio alcuni weekend fa, il gioco del team britannico ha dovuto affrontare più di una problematica nel corso degli ultimi mesi. Nonostante la forte dedizione dimostrata dagli sviluppatori, purtroppo, difficilmente riusciremo a vedere una riproduzione fedele del campionato reale, anche e soprattutto a causa di alcuni stravolgimenti del calendario a causa del Covid 19. Per far fronte ai rinvii dei mesi passati, infatti, la federazione ha deciso di inserire in calendario nuove piste inedite, tra cui molto probabilmente figureranno il Mugello e L’Autódromo Internacional do Algarve di Portimão, che da poco ha ricevuto la valutazione massima – obbligatoria per ospitare una gara di Formula 1- in seguito a forti lavori di adeguamento e ristrutturazione. Quello che si vive in F1 2020 è insomma una sorta di campionato alternativo, un grande “what if” capace di cancellare via ogni traccia di tutte le problematiche degli ultimi mesi e in grado di far vivere, in esclusiva, l’intero campionato del mondo così come era stato concepito originariamente. Dopo avere accolto un anno fa le vetture del campionato di Formula 2, F1 2020 si arricchisce quest’anno con la nuova modalità My Team. Tradotta in italiano con il nome Carriera Squadra, si tratta di una modalità gemella alla carriera già esistente, con la differenza che in quella nuova si verrà chiamati a costruire da zero quella che diventa l’undicesima scuderia del campionato. Un’idea molto allettante anche per chi era finora abituato a giocare la carriera dedicata al singolo pilota, visto che nel disegno di Codemasters il personaggio interpretato dal giocatore è sia proprietario della nuova scuderia, sia il suo pilota principale. Se vogliamo si tratta anche di un altro modo per festeggiare i settant’anni di storia della Formula 1, visto che nel corso del tempo casi analoghi si sono verificati davvero, come ad esempio: la Rebaque di Héctor Rebaque, o la Brabham di Jack Brabham.

In F1 2020 la creazione della nuova scuderia passa in primo luogo dalla scelta del suo nome, accompagnata da quella dello sponsor che definirà il budget di chi gioca per andare a selezionare il propulsore tra quelli realmente disponibili per i team di F1. Nel caso in cui l’edizione in proprio possesso sia quella intitolata a Michael Schumacher, sarà anche possibile scegliere per la nuova scuderia una delle livree dedicate al pilota tedesco, così come le fantasie di tuta e casco per il proprio personaggio. Il passo finale consiste nell’assumere un compagno di squadra, scegliendolo inizialmente tra alcuni giovani di belle speranze provenienti dalla F2. Per aiutarci nella scelta del secondo pilota, Codemasters ha deciso di introdurre alcuni parametri legati alla capacità del guidatore che verrà introdotto nel team, riassunte anche in un punteggio di overall che indica la sua bravura a livello generale. Durante lo svolgimento della carriera si potranno comunque compiere diverse scelte dedicate al proprio compagno, facendo crescere quello che già si ha oppure andando a fare la corte con contratti faraonici ai piloti più famosi presenti nel circus, tenendo presente che nel corso della carriera quelli più anziani si ritireranno per dare spazio a nuove leve. Per attrarre Lewis Hamilton o un altro di punta, ad esempio, la scuderia del giocatore avrà la necessità di crescere in termini di prestigio ottenendo successi che ne aumentino la fama, dotandosi allo stesso tempo di strutture all’avanguardia. La Carriera Squadra di F1 2020 vuole infatti simulare in tutto e per tutto il difficile lavoro dei manager, chiedendo tra una gara e l’altra anche di pianificare attività speciali dedicate per esempio al marketing, o stanziare fondi per sviluppare le aree che compongono una scuderia di livello. Compiacendo gli sponsor secondari col raggiungimento di alcuni obiettivi, si potranno inoltre ottenere soldi extra da spendere insieme al resto per sbloccare strutture specifiche, grazie alle quali evolvere gradualmente anche dal punto di vista tecnico per cercare di passare da una situazione iniziale che ci vede nelle retrovie dei blocchi di partenza fino alle prime posizioni. Insomma, la modalità Carriera Squadra è proprio una gradita novità per tutti gli appassionati del brand. Andando a spulciare nel menu principale sono presenti per quanto riguarda il single player, oltre alle gare secche e al campionato personalizzabile in quanto al numero di appuntamenti, sono presenti anche la prova a tempo ma soprattutto la carriera pilota, che permette di farsi le ossa con i rookie dalla Formula 2 per poi approdare alla Formula 1. Si può scegliere se farlo dopo poche gare oppure disputando una stagione completa nella serie cadetta per fare il grande salto. È presente anche la consueta sezione dedicata alle gare storiche con una serie di vetture d’epoca basate sulla carriera di Michael Schumacher che appaiono, insieme a quelle delle stagioni passate, in occasione degli eventi a invito. Ovviamente è presente anche la modalità multiplayer, quindi, anche gli amanti della competizione online saranno lieti di poter giocare a F12020.

Passando all’analisi del gameplay, non vi sorprenderete nel sentire che F1 2020 è una prosecuzione di quanto già giocato l’anno scorso e negli anni precedenti. I menù relativi alla gestione di aiuti, livelli difficoltà e tutti quegli aspetti che permettono di personalizzare una gara, un intero weekend, o un campionato sono rimasti essenzialmente immutati. Quasi la stessa cosa possiamo dire anche del modello di guida che segue la filosofia dei piccoli passi che continuino e evolvere l’esperienza di guida. Con F1 2020 siamo come sempre nel campo dei “simularcade” pensati per essere estremamente impegnativi; stare dietro ad Hamilton Verstappen, Leclerc e compagnia bella può diventare un incubo, soprattutto ad alti livelli di difficoltà e se si guidano vetture di categoria inferiore. Dall’altra parte, impostando tutta una serie aiuti per bypassare la necessità di gestire controllo trazione, la frenata, la gestione del carburante, è possibile trasformare lo stile di gioco in un arcade “superassistito” con una infinità di sfumature nel mezzo. Chi decide di affrontare F1 nella sua incarnazione più accessibile con un joypad faticherà ad accorgersi delle novità introdotte sul fronte del modello di guida e della fisica, apprezzabili invece da chi usa un volante con pedaliera e cambio. Andando a spulciare nel menù del setup ci si accorge che in F12020 è possibile modificare indipendentemente le pressioni dei quattro pneumatici: questa è una novità importante perché l’evoluzione della temperatura delle gomme, dettata dalle pressioni iniziali, influisce in modo molto più consistente sull’aderenza rispetto a quanto succedeva in passato. Questo sia nell’immediato, sia verso la fine dello stint o con il variare del meteo; diventa quindi più complicato, riuscire ad azzeccare la giusta finestra operativa costringendo i giocatori a tenere conto delle temperature e del consumo, specie se si esagera con i sottosterzi o i sovrasterzi. Ci sono altre novità in F1 2020 che vanno nella direzione di un sempre maggiore realismo: è stato abolito il controllo di fino dell’erogazione della potenza elettrica per essere gestito in automatico dalla vettura, come accade nella realtà: il giocatore ha ora a disposizione un pulsante “sorpasso” che permette di consumare energia quando si deve attaccare o difendersi, ma a patto di averne ancora a disposizione. Sono presenti anche altri piccoli miglioramenti al realismo del modello di guida: si percepisce un maggiore grip nelle curve lente quando si deve far ruotare la vettura, mentre le scalate verso il basso non possono più essere effettuate in rapida successione fino alle marce più basse. Nel complesso le modifiche al modello di guida sembrano azzeccate e proseguono sulla strada iniziata già da tempo verso quel genere di realismo da ottenere a piccoli passi pur salvaguardando la natura di gioco ibrido che è tipica della serie F1 di Codemasters.

Sia in fase di guida che nei replay il colpo d’occhio generale offerto da F1 2020 è davvero di ottimo livello, anche grazie al lavoro iniziato un anno fa sull’uso dell’illuminazione. Chi si aspettava grossi salti in avanti dovrà però aspettare la prossima generazione. Per quanto riguarda i dettagli, è bene ricordare che per la prima volta gli sviluppatori si sono trovati nella situazione di dover creare i modelli delle monoposto prima che le loro controparti reali debuttassero dal vivo: in attesa di un prevedibile aggiornamento nei prossimi giorni, eventuali mancanze possono essere perdonate. In modo simile a un anno fa, anche il campionato di F2 aggiornato arriverà con un pacchetto aggiuntivo in un secondo momento. Mentre nel mondo reale la situazione legata alla pandemia si è fatta sentire anche nella scelta di rinviare o sopprimere le gare previste in alcuni circuiti, la scelta di Codemasters è stata giustamente quella di ignorare tutto questo, proponendo la stagione 2020 così come sarebbe dovuta essere. Sono quindi comprese nella lista delle piste presenti nel gioco quelle di Hanoi in Vietnam e Zandvoort in Olanda, due circuiti abbastanza diversi tra loro. Ritorna anche stavolta il commento di Carlo Vanzini e Luca Filippi, diventati ormai una presenza costante della serie. Come in passato il loro intervento si ferma alla presentazione della gara e alla sua conclusione, lasciando quindi che nel corso della gara ci sia la radio dai box ma soprattutto i motori delle monoposto a riempire le nostre orecchie con un audio che nel complesso risulta davvero molto curato. L’unico vero lato negativo del comparto tecnico è rappresentato dai caricamenti: davvero troppi e troppo lunghi, costringendo i giocatori nei casi in cui bisogna passare da più schermate successive prima di entrare in pista a diverse pause che finiscono inevitabilmente per irritare chi si trova davanti allo schermo. Tirando le somme, F1 2020 si è presentato sulla griglia di partenza con un modello di guida aggiuntivo appositamente pensato per i neofiti e nuovi aiuti disponibili per chiunque, oltre che con un’interessantissima modalità manageriale nuova di zecca. Nonostante le difficoltà di bilanciamento legate alla partenza ritardata del campionato F1, il risultato finale è decisamente apprezzabile. Il team britannico sembra aver messo in piedi un prodotto completo e ludicamente articolato, che al collaudato sistema di guida della serie affianca nuovi contenuti di ottima fattura. Insomma, se siete appassionati di Formula 1, questo titolo, nonostante le difficoltà dovute al Covid 19, non vi deluderà affatto.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 9

Sonoro: 8,5

Gameplay: 8,5

Longevità: 8

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise




Sword Art Online: Alicization Lycoris arriva su pc e console

Il gran successo di Sword Art Online non accenna a diminuire col passare del tempo: la serie, nata dalle light novel di Reki Kawahara, continua infatti ad avere un enorme successo grazie anche alla serie animata e ai videogiochi realizzati da Bandai Namco. Proprio in questi giorni l’anime Sword Art Online: Alicization ha ripreso la regolare pubblicazione, e in contemporanea è arrivato puntualissimo anche l’adattamento videoludico. Sword Art Online: Alicization Lycoris arriva quindi sul mercato cavalcando l’hype per il ritorno dell’anime, fungendo tra l’altro da ottimo mezzo per un “ripasso” prima di continuare con la nuova saga War of Underworld: il gioco infatti copre il primo arco narrativo Alicization seguendo in maniera abbastanza fedele gli eventi, ma non si limita solo a questo. Non potendo attingere al materiale che sta andando in onda in questo periodo il finale, è stato infatti modificato così da poter proseguire la storia con una trama originale creata appositamente per il gioco. Nei panni di Kirito ci si ritrova quindi nell’Underworld, nuovo mondo virtuale di stampo medievale in cui anche i semplici NPC hanno una tecnologia talmente avanzata che gli permette di avere emozioni e reazioni quasi indistinguibili da un normale umano. Kirito inizialmente non ha ricordi di come sia finito nel gioco e non riesce ad uscirne, e decide quindi di adattarsi agli usi e costumi locali finché non riuscirà a trovare un modo per contattare il mondo esterno. Il nostro eroe incontra così Eugeo, un NPC tormentato dopo che la sua amica di infanzia Alice è stata portata via dai Cavalieri dell’Integrità per aver involontariamente infranto l’Indice dei Tabù. Kirito decide quindi di aiutare Eugeo nella ricerca della ragazza senza dimenticare comunque il suo scopo originale, innescando una serie di eventi che sconvolgeranno la natura stessa dell’Underworld man mano che si scoprono i suoi segreti. La storia “canonica” terrà impegnati i giocatori per le prime 15 ore di gioco circa, ma è solo quando subentra la storia originale che il titolo esplode e mostra tutte le tue caratteristiche quasi trasformandosi in qualcosa di molto più grande e complesso. La prima parte infatti è fin troppo lineare e concentrata sulla trama, tanto che spesso ci si troverà semplicemente a seguire una sequenza continua di filmati interrotti da qualche battaglia, e anche tutte le principali feature vengono a malapena accennate ma mai approfondite. La parte ispirata all’anime è abbastanza fedele, ma anche qui gli sviluppatori si sono presi qualche libertà non tanto con le modifiche quanto con l’aggiunta di materiale extra, come ad esempio Medina Ortinathos, personaggio creato appositamente per il gioco che viene “incastrato” nella storia canonica e che assume un ruolo centrale nella storia originale della seconda parte. Ricordiamo che per portare al termine il gioco servono circa 50/60 ore di gioco, quindi di cose da fare ce ne sono davvero moltissime.

Dopo averlo spolpato a dovere, possiamo senza dubbio affermare che l’aspetto più convincente del nuovo Sword Art Online Alicization Lycoris è ancora una volta il sistema di combattimento, che bene o male ha ereditato tutte le principali meccaniche dei suoi predecessori e, soprattutto, ha provato a semplificarle ove necessario. Il party è ancora una volta composto da un massimo di quattro individui, di cui uno soltanto è controllato dal giocatore (con possibilità di assumere in qualsiasi momento i comandi di un altro eroe), ma in Alicization Lycoris, diversamente dagli altri episodi del brand, tutti i combattenti hanno un ruolo attivo in battaglia. Se nei precedenti giochi Aquria l’Intelligenza Artificiale dei compagni era eccessivamente carente, fino a limitarne di molto le azioni, Alicization Lycoris fornisce al giocatore tutti i mezzi necessari per pianificare anzitempo il comportamento degli altri personaggi in campo. Non solo nel pieno delle battaglie è ora possibile scegliere uno dei tanti approcci adottabili dai compagni, in modo tale da cambiare al volo la propria strategia e adeguarsi a quanto imposto dalla situazione, ma un nuovo menu – che pone il gioco in slow motion – consente persino di selezionare manualmente le Arti scagliate dagli alleati, così da avere il loro pieno supporto nel momento desiderato. Nel menu principale, poi, vi è una ricca sezione con centinaia di voci modificabili e che appunto alterano nel dettaglio il comportamento dei compagni, stabilendo se questi debbano tenere un approccio più conservativo o viceversa, o se magari debbano scagliare le proprie Arti a una distanza minima di dieci metri dal bersaglio, senza dimenticare la percentuale di energia da raggiungere prima di ricorrere alle abilità di guarigione. Abbiamo auspicato per anni che i tie-in di Sword Art Online ricorressero ad un sistema di personalizzazione della strategia molto simile a quello proposto storicamente dalla saga di Tales of e, sebbene non tutto funzioni sempre alla perfezione, il risultato finale rappresenta comunque un grande passo in avanti rispetto alle più recenti incarnazioni del franchise. Caratterizzate da combo, Sword Skill spettacolari e molti incantesimi elementali, che questa volta vanno richiamati da un menu indipendente, le battaglie di Alicization Lycoris hanno però dei difetti anche piuttosto gravi. Come se l’input lag e, in generale, la legnosità dei movimenti non minassero già l’esperienza, ancora una volta il team di Aquria non ha saputo bilanciare a dovere la difficoltà degli scontri. Questo perché il titolo, che a partire dal secondo capitolo della campagna può essere giocato persino in modalità multigiocatore online, limita enormemente il danno inflitto da un singolo personaggio, privilegiando invece le catene realizzate dal party. Combattendo in solitaria, di conseguenza, lo Spadaccino Nero o un qualsiasi altro eroe fatica non poco a eliminare un mostro di livello pari al proprio, mentre il party al completo è in grado di liquidare in pochi secondi appena le bestie comuni, ricorrendo a una catena di due o tre abilità al massimo. Per quanto piacevole, specie se affrontata in compagnia degli amici, la presenza di una modalità online è di nuovo la principale responsabile della durata eccessiva degli scontri, che difatti inflaziona non poco la modalità single player e non si adegua assolutamente al numero di giocatori e personaggi presenti sul terreno. Tra le novità più significative di Sword Art Online Alicization Lycoris non possiamo non citare la presenza dei duelli e degli attacchi speciali, che si ricaricano dopo aver riempito l’apposita barra. Cinematici e devastanti, i secondi rappresentano spesso la chiave per vincere gli scontri più ostici, soprattutto se utilizzati dopo aver momentaneamente fiaccato l’avversario con efficaci catene di abilità. I duelli, invece, ci hanno convinti molto poco, poiché limitano enormemente lo spazio di manovra e la velocità di Kirito, costringendolo in scambi di colpi troppo forzati. Anche perché, nel mezzo degli stessi, non solo gli avversari sono quasi invulnerabili agli attacchi normali e vanno quindi presi alla sprovvista con parate e scatti laterali, ma il lock-on è costantemente fissato sull’obiettivo, generando situazioni spiacevoli a causa di una telecamera irritante, difettosa e tendente a incastrarsi contro i muri.

Per quanto riguarda il gameplay Sword Art Online: Alicization Lycoris abbandona la struttura che imitava gli MMORPG per trasformarsi in un classico JRPG action, ma mantenendo comunque una buona impronta strategica. Menare fendenti a caso non sempre è la soluzione migliore, ma per riuscire a superare le battaglie più ardue bisogna imparare a padroneggiare le varie Arti di Spada e Arti Sacre, così come il tempismo per concatenarle al meglio e sfruttare anche i comandi degli altri membri del party. Prolungando al massimo le combo e sfruttando le varie debolezze è possibile far cadere i nemici nello stato di Pericolo per renderli momentaneamente inerti, ed è il momento migliore per dare sfogo alle Arti Finali o Attacchi di Coppia per infliggere ingenti danni. Le magie si dividono in 8 categorie e sono particolarmente utili per attaccare dalla distanza o applicare potenziamenti, e si rivelano una parte fondamentale nelle strategie più avanzate specialmente negli scontri con i boss più impegnativi. In qualsiasi momento, come dicevamo, è possibile impartire ordini agli altri membri del party oppure prenderne direttamente il controllo, e nel corso dell’avventura non si sarà legati unicamente a Kirito. Anzi, nella seconda parte come accennato il gioco quasi si trasforma completamente offrendo anche la possibilità di cambiare aspetto e sesso di Kirito rendendolo di fatto un avatar completamente personalizzabile, e grazie ad un espediente narrativo si vedranno anche diversi volti noti della serie arrivare in Underworld aumentando di molto il numero di personaggi con cui interagire o impersonare in battaglia. Sebbene non tutti gli eroi siano sempre disponibili il cast supera le decine di unità, e sempre nella seconda parte si possono anche iniziare delle relazioni amorose con ogni personaggio una volta guadagnata abbastanza affinità sia utilizzandoli in battaglia sia completando le relative missioni secondarie o dialoghi facoltativi. La componente ruolistica viene espansa anche con la possibilità di craftare armi ed equipaggiamenti utilizzando i materiali raccolti esplorando il mondo di gioco, inoltre spendendo i Punti Azione si possono sbloccare diverse abilità attive e passive. Ogni personaggio può essere quindi sviluppato con uno specifico ruolo come attaccante, supporto o tank, ma nulla vieta di creare anche dei mix per variare ed avere più opzioni in battaglia. Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, Sword Art Online: Alicization Lycoris non è di certo una gioia per gli occhi. Il gioco sembra venire direttamente dalla scorsa generazione, con texture slavate e in bassa risoluzione, pop-up continui, input lag dei comandi, muri invisibili nelle mappe, animazioni legnose e frame rate instabile rendono veramente difficile passare sopra a tutti questi difetti messi insieme. L’unica cosa che si salva è il design dei personaggi ma solo perché riprende quello dell’anime per cui era impossibile sbagliare… ma volendo fare i pignoli per qualche motivo le ambientazioni sono state create con uno stile quasi “realistico” che cozza terribilmente con lo stile in cel shading dei personaggi. In ogni caso la bellezza della storia e la trama mettono in secondo piano questi difetti. Tirando le somme, Sword Art Online: Alicization Lycoris è un titolo su cui avremmo voluto vedere un passo in più rispetto ai suoi predecessori. Per certi versi effettivamente ci sono dei notevoli miglioramenti, come quando si osserva il sistema di combattimento nella sua interezza, lo sviluppo del personaggio, l’estetica del mondo di gioco e alcune sfide decisamente valevoli del grind per arrivare ai livelli più elevati. Però, al netto di un prologo fin troppo lungo e limitante, una struttura per le missioni decisamente datata, l’assenza dei temi più centrali della seconda parte di Alicization, numerosi problemi tecnici al lancio e un comparto multigiocatore poco lungimirante, Alicization Lycoris non è di sicuro il migliore titolo della serie, ma in ogni caso merita di essere giocato nella sua interezza.

GIUDIZIO GLOBALE

Grafica: 7

Sonoro: 7

Gameplay: 7,5

Longevità: 7

VOTO FINALE: 7

Francesco Pellegrino Lise




Facebook, le dirette arrivano anche su Messenger Rooms

Arriva un nuovo modo di trasmettere contenuti in diretta su Facebook, si può fare anche da Messenger Rooms, le stanze virtuali lanciate dal social network targato Marc Zuckerberg a fine aprile durante la quarantena per il coronavirus. Si può trasformare il proprio spazio in un “live” che contiene gruppi fino a 50 persone, per ospitare un club del libro, intervistare un gruppo di esperti, fare una lezione di fitness, collegarsi per salutare gli amici, tutte attività che si sono intensificate online con la pandemia. “La funzione – spiega la piattaforma – viene gradualmente introdotta in alcuni paesi su Facebook e Messenger versione web a partire da oggi, e presto verrà estesa a tutti i paesi in cui è disponibile Messenger Rooms, nonché all’app mobile Facebook e Messenger e alla versione desktop di Messenger”. Come spiega il social media, “le dirette delle Pagine sono raddoppiate nel giugno 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso”, sono usate da “artisti che raccolgono fondi per gli interventi che hanno a cuore, agli zoo locali che ospitano avventure safari ogni giorno, fino alle comunità che si riuniscono per la celebrazione di un culto o alle coppie che si scambiano i voti matrimoniali” Le Messenger Rooms lanciate ad aprile sono videochiamate di gruppo a cui ci si può aggiungere. Nel caso del ‘live’, il creatore della Stanza controlla la diretta, chi può vedere il Live e chi è invitato a partecipare. Inoltre, può aggiungere o rimuovere i partecipanti dalla diretta in qualsiasi momento e anche chi partecipa può lasciare la live in qualsiasi momento. “Gli spettatori – sottolinea Facebook – sono incoraggiati a segnalare qualsiasi video in diretta che ritengano violi gli standard della comunità di Facebook”. Insomma, la brutta esperienza del Covid 19 ha portato diversi e radicali cambiamenti nella vita di tutti noi, uno fra questi è l’uso più massiccio delle dirette online e ovviamente Facebook dove vede un cambiamento è sempre pronto a dare il proprio contributo.

F.P.L.




Assetto Corsa Competizione, si torna in pista

Dopo essere stato lanciato su PC più di un anno fa, Assetto Corsa Competizione sbarca finalmente su console. Da qualche giorno il videogioco di simulazione di guida tutto italiano è disponibile per l’acquisto su PS4 e Xbox One. Rispetto ad Assetto Corsa, sviluppato da Kunos Simulazioni e distribuito da 505 Games, ormai 4 anni fa, qui non si ha più l’impressione di perdere parte dell’esperienza del gioco offerta dalla versione PC. Assetto Cosa Competizione si è rivelato un titolo eccellente, capace di regalare ai videogiocatori da console un’esperienza simulativa di una fedeltà mai vista su queste piattaforme. Prima di iniziare il nostro approfondimento però c’è da sottolineare alcuni aspetti. In primis il prodotto non è un titolo adatto a tutti, e non è un giogo esente da piccoli difetti. Inoltre c’è da dire che Assetto Corsa Competizione esprime tutto il suo potenziale se si utilizza volante e pedaliera, infatti il solo utilizzo del pad non rende giustizia al grande potenziale del lavoro svolto dagli sviluppatori di Kunos. La novità più evidente rispetto al passato riguarda ovviamente la licenza Blancpain GT, una categoria forse ancora poco conosciuta ma dotata di grande fascino: doveroso dunque un piccolo riassunto per chi non sapesse di cosa si stia trattando. Parliamo di un campionato ideato dall’organizzazione del gentleman driver Stephane Ratel e supportato ufficialmente dalla FIA, che ne governa il regolamento tecnico. Sono ammesse le vetture Gran Turismo omologate secondo le specifiche GT3 e si dipana tra dieci storici tracciati europei, suddividendosi equamente in eventi Sprint ed Endurance. Nelle prime si disputano due gare, precedute dalle rispettive sessioni di qualifiche, della durata di un’ora ciascuna; le seconde invece si svolgono in 3 ore, ad eccezione di quella al Paul Ricard in Francia (6 ore) e della manifestazione regina del calendario, la 24 ore di Spa. Il gioco, ovviamente, permette la più ampia personalizzazione, quindi si potranno impostare periodi più brevi.

Ma veniamo adesso all’analisi vera e propria. Il titolo di Kunos mette a disposizione diverse modalità, tutte interessanti e ben realizzate. La più enfatizzata è ovviamente la Carriera, dove si inizia entrando nel programma talenti di Lamborghini che all’atto pratico funziona da tutorial. Dopo una presentazione di benvenuto fornita da Mirko Bortolotti, vincitore del campionato 2017, si dovranno completare tre sessioni di prove libere sulla pista brianzola: la prima in condizioni ottimali, la seconda sotto la pioggia e l’ultima in notturna. A seconda dei tempi ottenuti il computer suggerirà il livello di difficoltà e gli aiuti alla guida; si procede poi alla selezione di una delle macchine a disposizione e alla formazione del proprio team, il che richiede di creare anche un secondo e un terzo pilota. La Blancpain GT prevede infatti che ciascuna delle gare sprint venga disputata da due piloti, che si devono dare il cambio durante il pit-stop obbligatorio la cui finestra si apre trascorso circa metà tempo; nelle competizioni endurance tre piloti devono alternarsi, al termine di ogni ora di gara, alla guida del mezzo. Ottenendo piazzamenti di rilievo è quindi possibile suscitare l’interesse delle squadre più blasonate per poter arrivare infine a scrivere il proprio nome a fianco di quello di Mirko Bortolotti e di Raffaele Marciello, un’altra eccellenza del made in Italy nonché campione in carica della categoria. Oltre a questa modalità di gioco, completano il corredo dell’offerta per giocatore singolo la classica Pratica, la Gara Singola (in cui scegliere tracciato e sessioni a cui prendere parte) e cinque scenari preimpostati in cui cercare di superare gli obiettivi posti dai programmatori, sfidando il cronometro in hotlap, hotsint e Superpole. Chiunque abbia giocato ad Assetto Corsa prima d’ora, sa benissimo che uno dei punti di forza del titolo, oltre naturalmente al modello di guida, era il vasto parco auto rimpolpato nel corso del tempo attraverso DLC rilasciati con cadenza regolare. In Assetto Corsa Competizione la rosa è stata inevitabilmente ridotta alle Gran Turismo che hanno preso parte al campionato GT 2018: parliamo di 13 vetture in totale. I nomi che contano, però, ci sono tutti: Ferrari, Lamborghini, Porsche, Jaguar, Audi, BMW, Mercedes, Honda, Nissan, Lexus, McLaren, Bentley e Aston Martin. Anche i tracciati, pur essendo solo 10, sono tra i più iconici della storia del motorsport: Monza, Misano, Brands Hatch, Silverstone, Hungaroring, Zolder, Paul Ricard, Barcellona, Nurburgring e la già nominata Spa-Francorchamps, in assoluto la più amata nelle partite online. Assetto Corsa Competizione offre due server per il multiplayer: quello pubblico non presenta limitazioni e chiunque può ospitare una partita personalizzata o aggiungersi a una sessione in corso, naturalmente prima dello spegnimento delle luci rosse. Quello competitivo impedisce di aggregarsi nel caso le qualifiche siano già e iniziate e soprattutto richiede che il giocatore sia in possesso di una determinata valutazione, necessaria a mantenere elevato il livello della sfida. Questo permette di approfondire il profilo del pilota, il cui rating totale è fornito da sette categorie, come la conoscenza del tracciato, la costanza nell’ottenere giri sempre simili, la bravura nel non perdere il controllo nell’auto, la prudenza nell’evitare collisioni con le altre macchine. Tutti valori che sono aggiornati man mano che si corre, indipendentemente se contro la CPU o altre persone, dall’insindacabile giudizio del computer. Insomma, tanta roba.

https://www.youtube.com/watch?v=_0nciA2aiR0

A livello di giocabilità, Assetto Corsa Competizione gode di un modello di guida del tutto unico ed estremamente fedele alla realtà. È chiaro sin dal primo giro di pista con la Lamborghini Huracan Super Trofeo che Assetto Corsa Competizione si configuri come una vera e propria simulazione, in grado di mettere alla prova, con i giusti settaggi, anche i piloti professionisti. Il lavoro svolto dal motore fisico proprietario è eccellente e lo si nota sin dall’uscita dai box, quando si capisce che non si può essere troppo aggressivi sui cordoli perché gli pneumatici non sono ancora nella giusta finestra e solamente dopo uno o due giri di riscaldamento riescono a fornire la massima aderenza; allo stesso modo essere sempre troppo irruenti nelle staccate può portare ad un surriscaldamento dei freni con la necessità di alzare il piede per farli respirare prima di poter tornare a spingere. Ai box si possono mettere le mani su una quantità sterminata di parametri, come l’incidenza dell’ala posteriore o l’inclinazione dello spoiler anteriore; la rigidità delle molle, la campanatura delle gomme, la mappatura della centralina, la corsa degli ammortizzatori, verificando con la telemetria in che modo le modifiche incidano sull’usura degli pneumatici e sul tempo su giro. Solo i professionisti riusciranno a destreggiarsi con immediatezza, mentre i semplici appassionati potranno iniziare con delle modifiche più basilari per apprezzare come il minimo cambiamento si traduca con una sensibile variazione del comportamento della vettura. Assetto Corsa Competizione è un gioco pensato per PC e si inserisce in quell’albero genealogico dei simulatori di guida che negli ultimi anni, proprio su computer, ha messo le radici. Siamo inoltre alla fine della generazione in cui lo stacco tra console e PC ormai è molto più accentuato rispetto al passato. Queste circostanze non possono non essere prese in considerazione nell’approcciarsi a questa conversione di Assetto Corsa Competizione per PS4 e Xbox One. Dei sacrifici sono stati fatti nel passaggio da PC e console, su questo non c’è dubbio, principalmente il frame rate, nel tentativo di mettere al riparo l’esperienza complessiva di gioco preservando il cuore di Assetto Corsa Competizione, ovvero l’aspetto simulativo. Per questo nuovo capitolo, Kunos Simulazioni ha deciso di passare dal motore usato nel precedente capitolo all’Unreal Engine 4, particolarmente esigente in termini di risorse richieste. La differenza principale che salta subito all’occhio nel confrontare testa a testa le due versioni è quella del frame rate. Entrambe le versioni per PlayStation 4 e per Xbox One, da noi testata, funzionano infatti a 30 FPS sia nei modelli base che in quelli di fascia superiore. PS4 ha una risoluzione di 1080p che viene upscalata a 4K sulla versione Pro. Xbox One funziona a 900p, mentre quella del modello X è nativa a 4K. Sia PS4 Pro che Xbox One X possono contare su qualche miglioramento grafico rispetto alla versione base, come al draw distance, all’anti-aliasing, effetti di post processing aggiuntivi e effetti particellari. Tirando le somme, Assetto Corsa Competizione si propone al pubblico come un titolo non adatto a tutti, ma è indicato per chi ama davvero la guida e i motori. Se quello che si cerca è un titolo semplice, con un sistema di guida arcade e che “perdona” alcuni errori allora è meglio navigare verso altri lidi. Se quello che invece si desidera è un’esperienza realistica, simulativa ed estremamente impegnativa allora Assetto Corsa Competizione saprà regalare ore ed ore di emozioni forti.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5

Sonoro: 8,5

Gameplay: 8

Longevità: 9

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise




LG Velvet, lo smartphone 5G dal design innovativo

LG decide di cambiare la linea estetica dei suoi smartphone e lo fa con Velvet, il primo device di fascia medio-alta capace di mostrarsi con un aspetto nuovo non solo esteticamente. E’ chiaro che LG con Velvet vuole abbandonare il susseguirsi della numerazione classica e soprattutto cambia il modo di esprimersi con un device da carattere e l’individualità a sé. Sarà il primo di una nuova serie che però prenderà nomi e caratteristiche differenti non portandosi dietro dunque la denominazione appunto di Velvet. L’azienda punta al mercato di fascia media ma quello più premium e lo si vede realizzando un Velvet con una struttura in vetro e alluminio e soprattutto con la certificazione IP68. Ma non sono perché il nome porta con sé anche una serie di colorazioni sgargianti che fanno parlare non appena le si osservano. Back cover luccicanti e curve che entrano nella cornice in alluminio lucida e che si incontrano in un tutt’uno con il display OLED doppiamente curvo. Gli smartphone di LG in passato non hanno mai davvero ottenuto il successo commerciale che avrebbero meritato. È un peccato, perché si tratta di dispositivi tecnicamente avanzati, “pensati” bene, con un buon design, ottimi display e con funzioni innovative e un po’ sperimentali. La colpa non è solo di un mercato che non li ha capiti, ovviamente, ma anche di una strategia di marketing globale un po’ debole. Con il nuovo Velvet la divisione smartphone dell’azienda coreana sembra voler fare le cose in maniera diversa. La cesura con i modelli V del passato (compreso l’ultimo V60 di poco tempo fa) è subito evidente nel design. Velvet abbandona il formato un po’ “massiccio” dei suoi predecessori in favore di linee snelle e leggere. Il risultato è un dispositivo ben bilanciato con un’ergonomia molto buona. Il prezzo di 649 euro al quale viene venduto mette in conto anche qualcosa di non premium come un display che non possiede refresh rate a 90Hz a differenza di molto contendenti di questa fascia di mercato ma anche una fotocamera che seppure tripla non si esalta rispetto alla concorrenza. Viene a mancare il sistema audio DAC che sembrava una prerogativa ormai di LG ma di fatto c’è il 5G grazie allo Snapdragon 765G che ormai conosciamo bene per efficienza ed efficacia. Acquistando lo smartphone entro il 31 luglio è possibile ricevere assieme allo smartphone anche una custodia protettiva trasparente in silicone ma anche le cuffie LG Tone Free Earbuds wireless che si auto sanificano non appena vengono poste nella confezione.

F.P.L.




Dungeons 3 torna in voga con la “Complete Collection”

Dungeons 3 è arrivato su Pc e console in versione “Complete Collection” ed è pronto a tenere incollati sullo schermo per ore ed ore. Chi è appassionato di videogames e ha vissuto gli anni ‘90 ricorderà sicuramente Dungeon Keeper, un particolare titolo gestionale ideato dalla mente di Peter Molyneux ai tempi di Bullfrog. Nel titolo si vestivano i panni del Signore Oscuro, un genio del male che si dilettava nella costruzione di possenti dungeons attrezzati con un’ampia varietà di stanze e in grado di ospitare le più disparate tipologie di mostri e aberrazioni. Dunegons è un franchise che, sin dal suo debutto nel 2010, segue un po’ troppo da vicino le orme lasciate dal capolavoro a cui si ispira, ma che col tempo ha imparato a differenziarsi e a lasciarsi apprezzare anche per altre caratteristiche peculiari. Oggi analizziamo la sua terza incarnazione in versione “Complete Collection”, un titolo che miscela saggiamente meccaniche da gestionale con quelle da RTS e le condisce con una considerevole dose di umorismo, il tutto arricchito con i molti contenuti extra usciti negli ultimi anni. La storia prosegue direttamente quella del capitolo precedente: il Male Supremo ha vinto la sua battaglia contro il bene e ora si gode la dolce vittoria brindando con calici ottenuti dai teschi dei suoi nemici e pasteggiando lautamente con kebab di unicorno. La vittoria però lo annoia e così decide di espandere il proprio dominio oltremare, inviando nel nuovo continente un’ombra in grado di prendere possesso di un’anima facilmente corruttibile. La scelta ricade su Talya, un’elfa figlia adottiva del paladino Tanos, la quale già in precedenza aveva mostrato una naturale predisposizione a percorrere sentieri oscuri. L’ombra si insinua quindi nella mente dell’ignara elfa e la trasforma passo dopo passo, da docile e gentile fanciulla, in una macchina da guerra smaniosa di versare il sangue dei suoi nemici disgustosamente buoni.

Da qui si dipana l’intera avventura, costituita da un buon numero di missioni, in cui bisognerà affrontare il paladino e i suoi strampalati compagni, come Grimli, il nano alcolizzato, o Jaina Overproud una maga tanto buona quanto attenta ai conti correnti. Il taglio narrativo da commedia fantasy è volutamente lineare e non si sforza in alcun modo di proporre una storia con colpi di scena insospettabili. La sua forza risiede invece in una comicità del tutto riuscita, che arriva alle orecchie del giocatore tramite la voce dell’ottimo narratore, doppiato in italiano dall’azzeccatissimo Gianni Quillico. Dall’inizio alla fine c’è da sbellicarsi dalle risate, quasi ogni dialogo contiene una battuta, una freddura o un riferimento a qualche produzione di stampo “nerd” in grado di mettere di buon umore. Il gioco prende in giro e si prende in giro, spesso disintegrando la quarta parete senza farsi troppi problemi. Con questo terzo capitolo della saga, però, gli sviluppatori hanno voluto provare a fare un salto in avanti rispetto al passato, emancipandosi dal modello originale. La parte di costruzione e difesa del dungeon è rimasta, ma è stata ibridata con dei forti elementi da strategico in tempo reale. Quindi ora non ci si limita a gestire dei sotterranei bui e muffi in tutti i loro aspetti, ma bisogna conquistare anche ciò che c’è sopra di essi, affrontando faccia a faccia chi vuole impedire al giocatore di far prosperare il proprio impero del male. Parlando di contenuti il pacchetto completo di Dungeons 3 è davvero imponente. Considerate che attualmente offre la campagna principale, inclusa nel gioco base, più sei campagne extra, una per ogni DLC, più tre mappe sandbox di grandi dimensioni, aggiunte con il DLC finale. A tutto questo ben di una qualsiasi divinità che vi venga in mente, vanno aggiunte la modalità schermaglia e l’online, per una quantità d’ore di gioco che va oltre la cinquantina, senza naturalmente considerare l’alta rigiocabilità delle campagne e delle singole mappe, che possono essere affrontate a diversi livelli di difficoltà.

Per quanto riguarda la giocabilità, Dungeons 3 Complete Collection strizza l’occhio al passato ricordando le origini in stile Dungeon Keeper, ma poi si evolve in un mondo in superficie in stile Warcraft. All’inizio il compito del giocatore è quello di costruire un dungeon nel sottosuolo e popolarlo di orribili mostri, demoni e qualsivoglia altra creatura disposta a perseguire i nostri maligni intenti. Per farlo è necessario costruire molti tipi di stanze, ognuna utile a soddisfare esigenze diverse dei malvagi inquilini. Le più basilari sono i dormitori e gli allevamenti di tacchini, utili per dare vitto e alloggio a orchi e goblin, ma ne esistono moltissimi tipi diversi. Nel cimitero, ad esempio, vengono sotterrati gli stolti eroi che sono andati incontro alla morte invadendo il nostro sotterraneo, e dove torneranno in vita come fedeli zombie al servizio del giocatore. Se invece non si uccidono gli invasori si può decidere di sbatterli in prigione dove marciranno fino a trasformarsi in arcieri scheletrici, oppure è possibile rinchiuderli nella sala delle torture, dove le conturbanti succubi possono seviziarli fino a quando non decideranno di passare al lato oscuro. Grazie alla sala del fabbro si possono anche costruire trappole necessarie a rendere i nostri domini ancor più pericolosi e inospitali per le forze del bene. Dopo averli appresi, e aver fatto accumulare abbastanza mana ai propri demoni, ci si può anche avvalere di potenti incantesimi: dalle piogge di fuoco a barriere difensive passando per orde di non morti evocati e portali magici, la scelta è vasta. Dungeons 3 però, come detto in precedenza, non si limita ad offrire una parte gestionale ricca e variegata, ma le affianca anche un comparto da RTS votato esclusivamente al combattimento. Come ogni buon dungeon che si rispetti, anche quello creato dai giocatori ha uno (o diversi) ingressi da cui gli impavidi eroi possono entrare e le perfide creature uscire, seminando morte e distruzione in superficie. Fintanto che i soldati del giocatore rimangono nel ventre della terra non è possibile controllarli direttamente, ma solo spostarli da una stanza all’altra sperando che si dedichino all’attività che si desidera. Una volta emersi dalle buie gallerie invece possono essere gestiti nel dettaglio, sia per quanto riguarda gli spostamenti che le abilità speciali. Ogni creatura dispone di valori di attacco e difesa, che aumentano al salire di livello, e anche abilità uniche che le permettono di rivelarsi decisiva in determinate situazioni. Talya, l’antieroina protagonista della storia, può ad esempio scagliare palle di fuoco che infliggono pesanti danni ad area, mentre le Naghe possono rimettere in sesto i membri feriti del nostro esercito con flussi di energia curativa.

 Le sezioni a cielo aperto offrono sempre obiettivi specifici che contribuiscono a rinfrescare, almeno parzialmente, un’offerta ludica che altrimenti risulterebbe troppo stantia. Mancando infatti tutta la parte di creazione della base (poiché la produzione avviene nel sottosuolo) l’unica cosa su cui è necessario concentrarsi è creare un esercito dignitoso e guidarlo nelle varie situazioni proposte. Inizialmente ci si limita a radere al suolo accampamenti e uccidere qualsiasi cosa si muova, ma proseguendo con la campagna ci si ritrova a barcamenarsi in situazioni differenziate, come scortare un gigantesco demone in giro per la mappa mentre Talya se la vede con una maga nemica scagliando raggi dalla cima di una collina. Il titolo propone un grado sfida estremamente accessibile, soprattutto per chi è avvezzo a gestionali e strategici. Ogni missione ha comunque degli obiettivi secondari, a cui possiamo puntare se vogliamo completare tutto al cento per cento, e un livello di difficoltà aggiuntivo per i veterani che cercano una sfida più consistente. Ad ogni modo, se la lunga campagna dovesse risultare “troppo facile” ci si può dedicare a partite competitive in multigiocatore in cui confrontarsi contro altri esperti. A livello tecnico, la grafica del gioco, improntata allo stile umoristico, è semplice, colorata e divertente. Ovviamente non bisogna cercare il realismo in un gioco così perché si rischia di rimanere delusi, ma vi assicuriamo che il risultato complessivo è davvero di buon livello. Tirando le somme la cosa bella di Dungeons 3, nonostante proponga un gameplay piuttosto vecchiotto, è che funziona alla perfezione e, fatta l’abitudine al sistema di selezione delle unità, non chiarissimo da principio, e alle battute irriverenti della voce narrante, ci si trova a giocare senza sosta per ore e ore, macinando una mappa dopo l’altra. Sinceramente non avremmo mai sperato che la formula ibrida scelta per il gameplay funzionasse così bene, ma evidentemente i ragazzi di Realmforge Studios hanno talento da vendere. Compratelo senza indugio perché a nostro avviso di videogame che riescono a divertire così tanto in giro ce ne sono davvero pochi.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8

Sonoro: 9

Gameplay: 8

Longevità: 9

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise




Facebook, WhatsApp e Instagram: verso un’unica chat

Facebook, WhatsApp e Instagram verso un nuovo futuro? Tutte le piattaforme riunite in un’unica “superchat” con miliardi di utenti.

Il progetto di Zuckerberg che era stato annunciato circa un anno fa, sta finalmente prendendo forma: le tre piattaforme consentiranno agli utenti di chattare fra di loro tramite un’unica chat anche se appartenenti a social network differenti.

I tempi sembrano essersi velocizzati in seguito al lockdown che ha mostrato la voglia delle persone di stare in contatto con gli altri. A dimostrazione di ciò ci sono le “Stanze” di Facebook, le “Messenger Rooms”, che permettono di conversare con diverse persone in contemporanea sulla stessa piattaforma, anche chi non ha un account. In pratica è il trailer ad una chat unica che riunisca i principali social. A rendere quasi ufficiale l’esistenza del super-progetto messo in atto da Zuckerberg è stato WABetaInfo, il sito specializzato nell’analisi del codice delle versioni beta delle varie applicazioni per smartphone con l’intento di scoprire le funzioni future ancora non attivate. 

Ci sarebbero infatti alcune stringhe che fanno riferimento alla creazione di un database all’interno dell’app, che serve alla piattaforma per sapere se un contatto è bloccato, se una chat è archiviata ed altri aspetti. E magari, chissà, in futuro, quando verranno integrati i sistemi di pagamento tramite app, già in fase sperimentale in Brasile, ci si potrà scambiare denaro tramite piattaforme social differenti. In tutta questa baraonda di interazioni tra utenti di diverse piattaforme ci sono però dei problemi da risolvere. Uno su tutti la privacy. Ad ora non si sa cosa abbia intenzione di fare Zuckerberg, anche perchè in Italia il Garante per la protezione dei dati, già nel 2018 aveva stabilito il divieto di cessione dati da parte di WhatsApp verso Facebook. Le cose sono destinate a cambiare oppure le tre piattaforme sono destinate a restare così vicine ma lontane fra loro? Solo il tempo potrà darci una risposta.

F.P.L.