Apple, nel 2022 sarà presentato il visore made in Cupertino

Apple presenterà il suo visore di realtà mista (MR) nella prima metà del 2022. A darne notizia è l’analista Ming-Chi Kuo di TF International Securities in una nota citata dal sito Macrumors. In seguito, entro il 2025, arriveranno gli occhiali per la realtà virtuale e solo dopo un paio di lenti a contatto connesse. “Prevediamo che la strategia di Apple si divida in tre fasi. La prima, a metà 2022, vedrà il lancio di una sorta di casco per la realtà mista, poi gli occhiali di realtà virtuale, nel 2025, e delle lenti a contatto connesse, tra il 2030 e il 2040” scrive l’analista. “Il primo prodotto offrirà esperienze AR e VR, mentre occhiali e lenti si concentreranno su applicazioni di realtà aumentata”. Secondo Kuo, gli attuali prototipi di visori di realtà mista di Apple pesano tra i 200 e i 300 grammi, mentre l’azienda vorrebbe arrivare ad un massimo di 200 grammi, sostituendo la maggior parte delle plastiche con materiale in tessuto. Il visore avrà probabilmente un prezzo di partenza di 1.000 dollari negli Stati Uniti. Il prodotto MR dovrebbe ospitare un display micro-OLED di Sony ed essere in grado di funzionare indipendentemente da un iPhone, in maniera simile agli Oculus Quest 2, ma con uno schermo capace di mostrare l’ambiente circostante, senza che l’utente debba toglierlo. La nota di Kuo è in linea con altre previsioni, che parlano di un visore che arriverà sul mercato nel 2022 ma ad un prezzo vicino ai 3.000 dollari. A gennaio, l’agenzia di stampa Bloomberg aveva riferito come l’intenzione di Apple fosse quella di lanciare prima una versione per gli sviluppatori e solo in seguito una per i consumatori. L’anteprima servirebbe a garantire che ci siano app e applicazioni sufficienti al debutto sul mercato.

F.P.L.




Pyra/Mythra entrano nella rosa di Super Smash Bros Ultimate

Pyra/Mythra di Xenoblade Chronicles 2 si uniranno ufficialmente a Super Smash Bros. Ultimate per Nintendo Switch. Questo personaggio “doppio” fa parte del Set sfidante 9, che include anche un nuovo scenario e una selezione di brani musicali tratti da Xenoblade Chronicles 2. Il Set sfidante 9 è incluso nel Fighters Pass Vol. 2 di Super Smash Bros. Ultimate, disponibile per l’acquisto nel Nintendo eShop al prezzo di 29,99 €. Oltre a Pyra/Mythra, questo pass dà accesso anche a Min Min di ARMS, Steve e Alex di Minecraft, Sephiroth della serie FINAL FANTASY VII e due personaggi che verranno rivelati in futuro. Il Set sfidante 9 può essere acquistato anche individualmente al prezzo di 5,99 €.

 In Xenoblade Chronicles 2, Pyra è una Gladius leggendaria, un’arma vivente che affianca il protagonista Rex. In seguito a una serie di drammatici eventi all’interno del gioco, Mythra fa il suo debutto come una seconda personalità di Pyra. Le due, legate dal fato nel gioco, sono connesse anche sul campo di battaglia di Super Smash Bros. Ultimate. Tecnicamente, Pyra e Mythra sono un personaggio unico nello schermo di selezione, ma i giocatori possono passare dall’una all’altra in qualsiasi momento durante gli incontri. Pyra è dotata di una potenza enorme, mentre Mythra sfrutta la sua velocità. Passando da un personaggio all’altro, i giocatori possono sfruttare la potenza di Pyra per scatenare attacchi devastanti e muoversi agilmente per il campo di battaglia grazie alla velocità di Mythra. Questa sinergia rende Pyra/Mythra un personaggio unico in Super Smash Bros. Ultimate.

Il nuovo scenario incluso nel Set sfidante 9 si chiama Mare di nuvole di Alrest ed è ispirato a una delle ambientazioni più riconoscibili di Xenoblade Chronicles 2. L’azione si svolge sul dorso di Azurda, una gigantesca creatura che nuota nel Mare di nuvole. Mentre Azurda viaggia attraverso il mondo, i giocatori potranno scorgere panorami familiari di Xenoblade Chronicles 2, come navi volanti, titani e regni sconfinati. Di tanto in tanto, i fan di Xenoblade Chronicles 2 più attenti potranno scorgere anche dei personaggi di quel gioco. Al momento Super Smash Bros. Ultimate include tre brani di Xenoblade Chronicles 2, ma dopo aver scaricato il Set sfidante 9 il numero salirà a 19. Inoltre, da domani, in concomitanza con l’uscita di Pyra/Mythra, saranno disponibili anche nuovi elementi per Guerrieri Mii a pagamento, inclusi l’elmo e l’armatura di Artù della serie Ghosts’n Goblins, l’elmo e la cotta di Rathalos e l’elmo e la cotta da cacciatore della serie Monster Hunter.

Francesco Pellegrino Lise




WhatsApp entra nel mondo delle videochiamate da computer

WhatsApp lancia il guanto di sfida ai “rivali” Zoom e Skype, rendendo disponibili le chiamate e le videochiamate anche sulla versione dell’app per i computer. Tutto questo, ricordiamo, avviene in un periodo in cui lo smart working ha avuto un boom per la pandemia del Covid-19. La funzione è già attiva per le conversazioni a due, in futuro sarà estesa ai gruppi. “Nell’ultimo anno abbiamo assistito ad un forte incremento delle chiamate su WhatsApp spesso anche per lunghe conversazioni – spiega la società in un post ufficiale – Lo scorso 31 dicembre abbiamo registrato il record del maggior numero di chiamate effettuate in un giorno con 1,4 miliardi di chiamate vocali e videochiamate. Dal momento che molte persone sono ancora lontane dai propri cari e in tanti si stanno adeguando alle nuove modalità di lavoro da remoto, vogliamo che le conversazioni su WhatsApp assomiglino il più possibile alle conversazioni di persona, a prescindere dal dispositivo utilizzato o dal luogo del pianeta in cui ci si trova”. Le chiamate desktop sono state progettate in modo che funzionino sia con l’orientamento verticale sia con quello orizzontale. Per ora sono disponibili sulla versione desktop dell’applicazione in modalità one-to-one, cioè tra due persone. “In futuro – spiega WhatsApp – estenderemo questa funzionalità anche alle videochiamate e chiamate vocali di gruppo”. La pandemia di Covid 19 sembra aver segnato profondamente le nostre abitudini e le nostre necessità, e anche in questo caso WhatsApp non è rimasta a guardare ed è pronta ad entrare in una nuova fetta di mercato che attualmente è indispensabile per milioni di persone.

F.P.L.




Fallen Legion Revenants, il JRPG a tema fantapolitico

Fallen Legion Revenants, disponibile dal 19 Febbraio su PlayStation 4, Nintendo Switch e PC, proprio come i suoi due predecessori fa immergere chi gioca in un intreccio fantapolitico, mantenendo tematiche simili a quanto già visto in passato pur abbandonando i protagonisti delle vecchie avventure (disponibili in unico pacchetto anche su Switch). Una volta lanciato il gioco, la storia si apre su un mondo ricoperto da un fatale miasma, in grado di trasformare ogni creatura vivente. Fortunatamente l’umanità è riuscita a costruire un ultimo baluardo per la sopravvivenza, il Castello volante di Welkin, dove si sono rifugiati tutti i sopravvissuti al miasma. Qui si incontrano i due protagonisti: Lucien e Rowena. Lucien è un politico estremamente carismatico, che da tempo lavora su un piano per detronizzare il tiranno del castello, Ivor, il quale non è soltanto l’attuale cancelliere ma è anche il responsabile della salvezza dei sopravvissuti, in quanto fu lui ad utilizzare la magia per sollevare in aria il castello di Welkin. I piani di Lucien subiscono una forte accelerazione quando scopre un antico libro, tramite il quale viene a sapere delll’esistenza degli Exemplar, armi che possono trasformarsi in soldati senzienti. Rowena, invece, è l’ex-cancelliere di Welkin, fatta giustiziare da Ivor con l’accusa di tradimento; il suo spirito, spinto dalla volontà di crescere il figlio rimasto solo, è attualmente alla ricerca di un modo per tornare in vita, non senza un forte desiderio di vendetta verso chi l’ha uccisa. È proprio quest’odio comune ad unire i due protagonisti in un’improbabile alleanza: Lucien e Rowena stringono un patto per arrivare a rovesciare il tiranno, impresa che richiederà le abilità uniche di entrambi i nostri protagonisti. La storia di Fallen Legions Revenants, lo diciamo subito, è uno degli aspetti meglio realizzati della produzione e proprio per questo a colpirci non è stata tanto la qualità dell’intreccio narrativo, quanto la cura che è stata riposta nei dialoghi e nella caratterizzazione dei personaggi. Lucien, in particolar modo, risalta per il suo umorismo cinico e spesso tagliente, che ce lo ha reso simpatico fin da subito. Altro elemento degno di nota è lo stile grafico, soprattutto per quanto riguarda il design dei protagonisti; se le ambientazioni risultano buone ma piuttosto generiche, i personaggi mostrano invece una distinta personalità a livello visivo. Anche il comparto audio ci è piaciuto, con tracce che riescono a creare una buona atmosfera nel corso dell’avventura. Se però da un lato il gioco non presenta grosse magagne tecniche, abbiamo notato una consistente presenza di caricamenti. Essi non avvengono soltanto durante il passaggio da una location all’altra; spesso, infatti, anche dopo aver iniziato o terminato un dialogo capita di dover aspettare qualche manciata di secondi prima di poter muovere nuovamente il personaggio. Non si tratta di un difetto insormontabile, ma essendo una buona porzione del gioco basata sui dialoghi questo difetto ha cominciato a pesarci sempre di più mano a mano che analizzavamo l’avventura.

A livello di giocabilità, Fallen Legion Revenants alterna a un ritmo discontinuo due tipologie di gameplay: i combattimenti con Rowena, di cui parleremo in un secondo momento e le fasi “diplomatiche” di Lucien. Decisamente più abile a parole che con la spada, l’alleato di Rowena dovrà fornire supporto a distanza, manovrando le decisioni politiche del castello e ottenendo i favori dei membri del Consiglio; per far ciò, Lucien offrirà favori e sostegno politico, in cambio d’informazioni e un sempre maggior numero di personaggi di supporto in grado di rendere più facile la missione. Non mancano anche alcune sezioni a tempo e stealth, oltre alla poca nobile possibilità di borseggiare gli abitanti, alla ricerca di qualunque cosa, oggetto o informazione, possa tornare utile al proprio obiettivo. Così presentato, il gameplay di Lucien sembra a dir poco accattivante: sfortunatamente, all’atto pratico e nella maggior parte dei casi, tutto si riduce a un click spasmodico dei pulsanti d’interazione, per esaminare gli ambienti e portare a termine tutte le possibili linee di dialogo dei vari NPC. Determinata a non lasciarsi fermare neppure dalla morte, Rowena marcerà – o meglio, fluttuerà – sul campo di battaglia, all’interno di livelli lineari a scorrimento orizzontale, liberando il cammino da ogni nemico che le si parerà davanti. Una volta incrociato uno o più avversari, la battaglia avrà inizio. Similmente a quanto visto nei precedenti Fallen Legion, i quattro membri del gruppo, Rowena compresa, hanno le proprie azioni assegnate a uno specifico pulsante; combinare le pressioni di quest’ultimo a quelli degli altri alleati farà eseguire un numero maggiori di colpi nel contatore combo, che sarà uno dei più importanti elementi a determinare il voto di fine livello: più alto il voto, migliori le ricompense. Nonostante a una prima impressione il tutto possa sembrare molto statico, Fallen Legion: Revenants regala battaglie piuttosto impegnative fin dalle prime fasi, che richiedono tempismo e attenzione. Questo è dovuto principalmente alle altre due meccaniche del combattimento: parata e schivata. Premendo il pulsante di difesa al momento giusto, è possibile annullare quasi ogni tipo di azione avversaria, o persino contrattaccare, infliggendo grossi danni alle difese nemiche. La schivata è, invece, più situazionale, ma se ben impiegata permette di evitare attacchi altrimenti ineludibili, come le magie ad area. Quale che sia la scelta del giocatore, i comandi andranno sempre effettuati al momento giusto, che risulterà chiaro solo dopo numerosi combattimenti e ovviamente disfatte. Rowena scenderà in battaglia con al proprio fianco fino a un massimo di tre Exemplar. Ciascuno di essi attaccherà con armi e abilità uniche, con alcune di queste ultime legate a uno specifico elemento. Scoprire e sfruttare le debolezze elementali dei nemici si rivelerà fondamentale fin dalle prime ore di gioco, per spezzare la loro difesa, stordirli e infliggere un gran numero di danni; nel caso dei boss, inoltre, la distruzione della guardia permetterà agli Exemplar di attaccare contemporaneamente e ripetutamente, senza consumare le cariche attacco e facendo quindi schizzare verso l’alto il contatore delle combo. Ogni Exemplar può inoltre essere potenziato equipaggiando nuove armi e armature, ottenute come ricompense alla fine delle battaglie. Rowena, in quanto spirito, si limita a fornire supporto magico, tanto offensivo quanto difensivo; anche nel suo caso, a un certo punto della storia il giocatore potrà scegliere quali incantesimi armonizzare, in combinazione con le abilità personali degli Exemplars. Insomma, come vi dicevamo: due protagonisti, due stili di gioco e relativo divertimento al quadrato.

Tirando le somme è bene dire che, pur mancando la localizzazione italiana, Fallen Legion: Revenants presenta un doppiaggio inglese abbastanza abbordabile in quanto i dialoghi sono comunque molto semplici da comprendere, anche per i meno avvezzi alle lingue straniere. Il quadro generale offerto da Fallen Legion: Revenants è quello di un gioco senza dubbio sufficiente, ma poco altro. Il sistema di combattimento cerca di espandere quanto già visto nei titoli precedenti, ma lo fa con pigrizia e mal adattandosi a una concorrenza che, negli anni successivi il primo gioco della serie, è evoluta a dir poco, offrendo esperienze videoludiche superiori a quella da noi esaminata. In ogni caso, il titolo a nostro avviso vale comunque la pena di essere giocato in quanto offre a livello narrativo un’esperienza davvero appagante e che, nonostante un gameplay piuttosto debole, riesce a soddisfare sicuramente gli amanti dei JRPG.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 6,5

Sonoro: 7

Gameplay: 6

Longevità: 5,5

VOTO FINALE: 6,5

Francesco Pellegrino Lise




Control Ultimate Edition, il paranormale diventa next-gen

Control Ultimate edition torna con una veste grafica migliorata per le console di nuova generazione. A diversi mesi dal lancio della versione originale, infatti, l’action shooter di Remedy Entertainment debutta anche su next-gen. Il risultato? Andiamolo a scoprire. Control è un titolo dall’ottimo intreccio narrativo graziato da un gameplay intrigante e da un setting costruito con rara maestria che, però, già nel 2019 quando fu rilasciato in versione “normale”, soffriva a causa delle limitazioni tecniche imposte dalla scarsa potenza delle console di scorsa generazione che comportavano rallentamenti e vistosi cali di frame-rate. Proprio per questo motivo Control: Ultimate Edition è, senza mezzi termini, il miglior modo possibile per godersi l’ultima fatica di Remedy in una versione tecnicamente ineccepibile e comprensiva delle due chiacchieratissime espansioni rilasciate nei mesi successivi al lancio: The Foundation e AWE. La storia ovviamente è rimasta del tutto invariata rispetto a quanto visto nell’edizione base (qui la nostra recensione) narra le vicende di Jesse Faden, una ragazza originaria della fittizia città di Ordinary che, dopo aver assistito ad un cataclisma di notevoli proporzioni durante la sua infanzia, ha dedicato tutta la propria vita alla ricerca di Dylan, un fratello apparentemente disperso da quasi vent’anni. Le sue incessanti indagini la conducono fino alle porte della Oldest House, un edificio situato nel cuore di New York appartenente al Federal Bureau of Control, un organismo occulto del governo statunitense che si occupa di studiare, affrontare e contenere i fenomeni paranormali che continuano a verificarsi in giro per il mondo. La particolarità della struttura è quella di essere invisibile all’occhio umano dall’esterno e stranamente mutevole all’interno con padiglioni che cambiano aspetto e configurazione senza soluzione di continuità. L’Oldest House è indubbiamente il più riuscito tra i setting ideati dai visionari artisti di Remedy fino ad oggi ed è anche un trionfo in termini di level design, al punto da trascendere il ruolo di semplice sfondo delle avventure di Jesse e divenire un vero e proprio coprotagonista delle vicende che vengono raccontate. Una volta entrati nella Oldest House, è facile rendersi conto che qualcosa di oscuro si aggira nei corridoi: un sussurro, un sibilo, una presenza minacciosa e costante che sembra aver assunto il controllo dell’edificio e dei suoi frequentatori. Tocca alla nostra Jesse fare luce sul mistero celato nel cuore della struttura che, in qualche modo, appare collegato a doppio filo a ciò che è successo durante la sua infanzia. Quella di Control è una sceneggiatura a dir poco incredibile che, anche a due anni di distanza dal lancio originale, riesce a catturare il giocatore in una atmosfera unica creata abilmente da un team di scrittori parecchio ispirato che è riuscito a imbastire un universo coeso, credibile e particolareggiato. Il racconto procede sostenuto dal giusto ritmo per tutte le circa 20 ore necessarie a portare a termine la campagna e non si risparmia colpi di scena, risvolti inaspettati e un finale sconvolgente. A questo, ovviamente, vanno aggiunte le svariate ore di gioco extra garantite dai due DLC inclusi nel pacchetto: “The Foundation” che conduce il giocatore fino alle viscere della Oldest House e “AWE”, l’incredibile anello di congiunzione con l’universo di Alan Wake. Insomma, se non avete ancora avuto occasione di sperimentare Control e la sua storia, questo è il momento migliore per farlo. Dal punto di vista del gameplay, come era logico aspettarsi, Control: Ultimate Edition non apporta particolari modifiche alla formula apprezzata nell’edizione standard. L’ultima fatica di Remedy, come dicevamo, è un titolo action in terza persona davvero adrenalinico, profondo, coinvolgente e raffinato che affonda le proprie radici nei canoni tipici del genere metroidvania. La natura cangiante della Casa ha consentito ai talentuosi designer della compagnia di allontanarsi della linearità dei loro prodotti del passato e di giocare molto sui percorsi che l’utente può intraprendere inserendo missioni secondarie, attività segrete e, addirittura, boss opzionali dietro ogni angolo.

Il comparto grafico di questa verione next-gen di Control, ovviamente, è stato l’aspetto che ha ricevuto maggiore attenzione in vista del lancio di questa edizione definitiva per Xbox series X/S e PS5. Control: Ultimate Edition è stato sviluppato sulla base di una versione potenziata e aggiornata di quello stesso Northlight Engine che aveva messo in seria difficoltà i PC e le console passate, con il preciso obiettivo di offrire ai giocatori un’esperienza più stabile e definita di quanto visto in passato. La modalità di visualizzazione “Performance Mode” rimuove gli effetti di Ray Tracing ma guadagna un frame-rate granitico a 60fps in tutte le situazioni. La risoluzione rimane inalterata. Proprio come nel caso di tanti altri titoli cross-gen che hanno raggiunto i lidi di PS5 e Xbox Series X|S in questo primo periodo del loro ciclo vitale, anche Control: Ultimate Edition può vantare due modalità di visualizzazione differenti: la Graphics Mode e la Performance Mode. La prima propone un rendering 1440p upscalato in 4K e mette in campo gli ultimi ritrovati nel campo dell’effettistica per videogiochi come il Ray Tracing applicato alle trasparenze, alle ombre e ai riflessi superficiali. Si tratta, senza ombra di dubbio, di una presentazione dal notevole impatto visivo che, però, risulta piagata da una forte instabilità del frame-rate che non siamo riusciti a digerire. Quando si passa alla Performance Mode, invece, la situazione cambia radicalmente. Gli effetti di Ray Tracing vengono sacrificati sull’altare della fluidità e Control: Ultimate Edition riesce a mantenersi stabilmente sulla soglia dei 60fps anche nelle situazioni più concitate. Considerando che la risoluzione di rendering è sempre 2560×1440 (upscalato in 4K) e che tutti gli altri effetti visivi rimangono inalterati, ci sentiamo di consigliarvi questa modalità di visualizzazione per godervi l’ultima opera di Remedy al massimo della velocità. Grazie alla potenza offerta dalle nuove ammiraglie di Microsoft e Sony, i numerosi effetti luminosi e particellari prodotti dalle abilità di Jesse non influiscono sul ritmo dell’azione ma aggiungono un importante valore all’estetica generale del prodotto. Dimenticate i problemi prestazionali che avevano flagellato la versione per console old-gen: questa reinterpretazione per le nuove macchine offrono una versione di Control all’apice del suo splendore. Unico neo, riscontrato sulla versione Xbox da noi testata, è la casuale possibilità di essere riportati sulla dashboard quando si preme il tasto (select) dedicato alla visualizzazione del menù missioni/armi/file. Questo fastidioso bug si è presentato abbastanza di frequente, e l’augurio che ci facciamo e che sia risolto al più presto attraverso una patch in quanto risulta essere parecchio fastidioso. Tirando le somme, Control Ultimate edition rappresenta la versione migliore del titolo in quanto, oltre ad offrire una veste grafica davvero ben realizzata e una fluidità assolutamente incredibile, garantisce un’esperienza di gioco senza pari che viene arricchita dai contenuti aggiuntivi presenti nel pacchetto. Nonostante il gioco non si rivelerà una sorpresa per chi ha già avuto modo di terminare l’avventura sulla vecchia generazione di console, tutte le migliorie apportate e la ricchezza dell’edizione sono un motivo assolutamente convincente per rimettere piedi nell’ Oldest House e di rivivere gli incubi paranormali nei panni di Jesse Faden.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 9

Sonoro: 9,5

Gameplay: 9

Longevità: 8,5

VOTO FINALE: 9

Francesco Pellegrino Lise




Apple, con il nuovo update di iOS arrivano le emoji a tema vaccino

Apple sta per introdurre 200 nuove emoticon su iPhone e iPad, con particolare attenzione su quelle a tema vaccini. Nel prossimo aggiornamento ad iOS 14.5 e iPadOS 14.5 sarà infatti presente un set di icone dedicate ad un trend che si spera divenga presto condiviso dai più a livello internazionale, quello del vaccino al Covid-19. Per questo motivo, la Mela ha deciso di introdurre nuove icone ma anche di adattare delle esistenti al particolare momento. Ad esempio, l’emoji che rappresenta una siringa, finora visualizzata con delle gocce di sangue che scendono dalla punta, avrà un aspetto meno intimidatorio, riempita con un liquido trasparente e senza goccioline. Le nuove emoji sono state approvate, come sempre, dal Consorzio Unicode lo scorso settembre. Si tratta dell’organizzazione che si occupa di creare il codice per le varie emoticon che poi vengono riprese da ogni azienda che ne fa uso, tra cui anche Facebook e Twitter. Ci si può dunque aspettare introduzioni simili nei prossimi giorni anche per gli altri “grandi” della rete. Emojipedia, un dizionario di emoji online, aveva individuato una tendenza al rialzo nell’uso della emoji a forma di siringa nella sua analisi sui trend di fine 2020, soprattutto su Twitter. Jeremy Burge, chief emoji officer di Emojipedia, ha riferito che eliminare il sangue dalla siringa la rende più appropriata per rappresentare la vaccinazione Covid-19, osservando come la modifica non le impedisca di essere utilizzata anche per altri contesti più classici, come la donazione del sangue. Altre emoji che hanno guadagnato popolarità a seguito della pandemia includono il microbo, l’icona della mascherina e le mani in preghiera. Insomma, Apple resta sempre al passo coi tempi e cerca di affrontare il tema della pandemia di Covid 19 con ironia, ma anche attraverso uno degli strumenti più utilizzati dalle persone.  

F.P.L.




Romance of the Three Kingdoms XIV Diplomacy and Strategy Expansion Pack

La serie Romance of The Three Kingdoms è una delle più apprezzate da quella fetta di pubblico appassionato di storia cinese e strategia. Lo scorso anno, con Romance of The Three Kingdoms XIV, Koei Tecmo ha voluto proporla anche console e adesso il titolo si espande con il Diplomacy and Strategy Expansion Pack che introduce quattro nuovi scenari nell’esperienza dei Tre Regni. Inoltre il contenuto permette ai giocatori di giocare nei panni di warlords unici che sono stati attivi durante diverse fasi temporali e, a seconda delle forze scelte, ai giocatori verranno presentati percorsi completamente diversi nei loro tentativi di unificare la Cina. I quattro nuovi scenari includono “The Intentions of Two Yuans” (ottobre 191), una storia che descrive come le ambizioni dei signori della guerra si scontrano dopo il collasso della Coalizione Anti-Dong Zhuo; “The Battle of Chibi” (ottobre 208), il più grande punto di svolta per Romance of the Three Kingdoms; “The Conquest of Liaodong” (luglio 219), dove Wei e Wu uniscono le forze per impedire a Guan Yu di avanzare verso nord; e “The Conquest of Liaodong” (gennaio 238), che ritrae la sottomissione di Gongsun Yuan, il re di Yan, da parte di Sima Yi. E mentre il titolo ritrae eventi classici come la morte improvvisa di Sun Jian e il piano di Zhou Yu per seminare dissensi, i giocatori potranno anche creare i propri momenti suggestivi con il nuovo Editor di eventi. Qui, chi si trova dinanzi lo schermo può combinare sfondi, altoparlanti, musica di sottofondo, messaggi e immagini degli ufficiali in una ricreazione storica tutta loro. Inoltre, l’inedita modalità War Chronicles introduce cinque nuovi brevi scenari sul campo di battaglia, tra cui la “Anti Dong Zhou Coalition”, “The Battle of Guandu”, “The Battle of Chibi”, “The Battle for Jing Province”, e “The Battle for Wuzhang Plains”. In questa nuova tipologia di gioco, i players prenderanno il controllo di forze che non possono essere scelte in scenari normali – come Zhou Yu in “The Battle of Chibi” e i rivali Zhuge Liang o Sima Yi in “The Battle for Wuzhang Plains” – e ogni scenario includerà eventi originali, aggiungendo ancora più entusiasmo alle scene classiche di Romance of the Three Kingdoms. Alla conclusione di ogni schermaglia, i giocatori verranno valutati e verrà assegnato un punteggio in base a diversi fattori tra cui quanti turni sono stati utilizzati, quanti ordini sono stati impartiti e quante volte è stata eseguita una tattica coordinata, testando le vere abilità di ogni giocatore sul campo di battaglia virtuale.

Per rendere il tutto più godibile sono state aggiunte inoltre nuove caratteristiche degli ufficiali e tattiche speciali, insieme a nuovi edifici per una topografia specifica, un calendario che ti consente di riflettere sulle attività precedenti nel gioco, la capacità di commerciare con i grandi imperi eurasiatici come Roma e l’India e la nuovissima abilità “Destroy Building” che ti consente di sabotare strutture sulla mappa e persino di impostare trappole. Nell’Expansion Pack è inclusa anche la possibilità per i giocatori di interagire con città di tribù straniere, comprese le tribù di Wuhuan, Xianbei, Qiang, Nanman e Shanyue. Anche se è sempre stato importante affrontare i conflitti nelle aree centrali della Cina, ora i giocatori dovranno pensarci due volte prima di attuare un attacco ai confini, in cui ora possono emergere battaglie tese. Se i giocatori decidono di aprire il commercio con le tribù straniere della regione, possono inviare dei loro sudditi per sviluppare le loro relazioni dopo aver acquisito determinati vantaggi geografici. Ad esempio: la conquista della provincia di Yo consente di formare amicizie con Wuhuan, mentre la conquista della provincia di Bing consente di stringere forti relazioni con Xianbei. I giocatori potranno anche scegliere di schierare le proprie truppe per conquistare queste tribù. Una volta che i giocatori stabiliscono forti relazioni con le tribù o le conquistano con successo, un Outlander Officer si unirà alle loro forze. Questi Outlander Officer estremamente potenti utilizzano la formazione “Siyi” per avere il sopravvento nelle aree montuose o nelle foreste. A ciascuna tribù è assegnato un tratto unico: gli ufficiali Qiang possono attivare la “Bow Cavalry”, mentre gli ufficiali Xianbei sono equipaggiati con “War Chariot”. Il reclutamento strategico di Outlander Officer con i tratti desiderati sarà fondamentale per unificare la Cina. Romance of the Three Kingdoms XIV: Diplomacy and Strategy Expansion Pack presenta una varietà di oggetti bonus per l’acquisto anticipato che saranno disponibili per il download gratuito entro le prime due settimane dal lancio. Lo scenario bonus “The Fall of Shu Han” sarà disponibile per i giocatori su tutte le piattaforme, mentre lo scenario “Battle of Yiling”, originariamente un bonus per l’uscita di Romance of The Three Kingdoms XIV, sarà disponibile esclusivamente per i giocatori Switch. Inoltre, lo scenario di collaborazione “Legends of Galactic Heroes”, “In the Middle of an Endless Dream” e tutti i personaggi del DLC collaborativo “Legend of the Galactic Heroes” dal numero 1 al numero 5 saranno disponibili come bonus esclusivo su Nintendo Switch. I personaggi esclusi Reinhard e Yang saranno disponibili per due settimane dopo il lancio. Dopo il lancio del gioco, saranno disponibili anche una serie di aggiornamenti del tutto gratuiti. Tirando le somma, possiamo dire senza dubbio che Romance of the Three Kingdoms XIV Diplomacy and Strategy Expansion Pack è una buona espansione, che non stravolge ovviamente più di tanto il gioco principale, ma che aggiunge comunque nuovi elementi in grado di renderlo un poco più vario e appetibile. In termini di contenuti vengono implementati quattro nuovi scenari con i relativi Signori della guerra, nuove tribù da gestire o conquistare, una manciata di elementi attivi per aggiungere funzioni agli eserciti, più una nuova modalità, anche se breve e non molto interessante. Una quantità accettabile, che però appare limitata a causa del prezzo un po’ eccessivo a nostro parere, ma che comunque se si è realmente appassionati del genere vale la pena passarci sopra.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 7,5

Sonoro: 7,5

Gameplay: 7,5

Longevità: 7,5

VOTO FINALE: 7,5

Francesco Pellegrino Lise




Super Mario 3D World + Bowser’s Fury, incredibile doppietta di esclusive su Nintendo Switch

Super Mario 3D World + Bowser’s Fury è la conferma che Nintendo sa sempre come far felici i propri utenti, diciamo questo in quanto, come si può evincere dal nome, la grande N ha lanciato per la Switch un doppio titolo, ossia il remake di Super Mario 3D World e il nuovissimo Bowser’s Fury. Contrariamente a quanto si possa pensare, questo secondo titolo non è una semplice espansione di 3D World, ma un gioco inedito che ne condivide solo il motore grafico e molteplici aspetti del gameplay. Proprio per tale ragione abbiamo deciso di analizzare separatamente i due videogiochi che compongono questa favolosa raccolta in esclusiva per l’ammiraglia del colosso nipponico. In quanto remastered, la riedizione di Super Mario 3D World rasenta la perfezione. L’upgrade grafico è evidente, soprattutto sullo schermo di casa dove pulizia d’immagine e aliasing ridotto al minimo rendono questo episodio del baffuto idraulico particolarmente gradevole alla vista, oltre che ispirato per quanto concerne l’art design. Il lavoro di rifinitura è stato così maniacale che, paradossalmente, sul piccolo display della console l’abbassamento di risoluzione sfoca lievemente l’immagine, rendendola meno nitida di quanto ci si aspetterebbe. Nulla di particolarmente penalizzante, sia ben chiaro, ma al contrario di tante altre volte in questo caso è preferibile godersi l’avventura sul televisore di casa seduti comodamente in poltrona. Una novità introdotta in questa nuova versione del titolo, e che di certo non sfuggirà agli occhi più attenti, è che la velocità di spostamento degli avatar è stata tarata lievemente verso l’alto rispetto all’originale. A livello di giocabilità ognuno dei livelli di Super Mario 3D World erge le fondamenta del suo design sulla base di offrire differenti approcci al giocatore: si può correre a perdifiato, seguendo la linearità offerta dallo stage, per raggiungere nel minor tempo possibile la bandierina di fine livello, così come perdersi a esplorare queste sculture compatte in tre dimensioni per cercare le stelle e i timbri celati al loro interno, in modo da poter sbloccare il corposo end-game che segue i titoli di coda.

La qualità del design di Super Mario 3D World è davvero sensazionale, e più la si saggia più si comprende appieno come Nintendo dimostri una padronanza assoluta della materia da lei stessa creata. Insomma, in sostanza il gioco è rimasto assolutamente identico, perfettamente in grado di stupire e divertire nonostante gli otto anni passati dalla release originaria. Soprattutto in multiplayer, nuovamente allargato fino a quattro giocatori, l’avventura diventa un mix di siparietti comici e azioni corali che rendono ora più semplice, ora molto più complicato superare alcuni passaggi e scovare gli sbloccabili sparsi per l’ambientazione. Super Mario 3D World permette di selezionare liberamente con quale personaggio affrontare i vari stage, scegliendo fra Mario, Luigi, Peach, Toad e uno segreto, ampliando ulteriormente le possibilità offerte al giocatore. Come da tradizione trentennale, Mario ricopre il ruolo del personaggio bilanciato, Luigi di quello dai movimenti più complessi da padroneggiare, Peach risulta ottima per i giocatori alle prime armi proprio grazie alla sua capacità di levitare a mezz’aria e Toad risulta quello più veloce nei movimenti ma afflitto da un salto meno elevato dei compagni. In questa riedizione di Super Mario 3D World, inoltre, sarà possibile cercare online altri partecipanti all’avventura. Si tratta certamente di una feature intrigante, utile e a suo modo ormai irrinunciabile, ma va da sé che per un gioco come questo la collaborazione in presenza è sicuramente la strada che gli appassionati di vecchia data preferiranno. Una modalità foto del tutto inedita conclude il pacchetto di novità presenti in questa riedizione del titolo, essa offre al giocatore la possibilità di sfruttare i numerosi timbri raccolti in giro per i livelli per abbellire le proprie creazioni. Non si tratta indubbiamente di un’aggiunta dall’enorme importanza, ma rimane apprezzabile la volontà di Nintendo di non relegare i timbri a semplici collezionabili, visto che nell’edizione del 2013 erano dedicati solamente all’abbellimento dei post nel Miiverse. Insomma, con il nuovo Super Mario 3D World per Switch, Nintendo è sicuramente riuscita a catturare l’attenzione dei vecchi fan, ma ha anche proposto un prodotto che sicuramente piacerà alle nuove generazioni di “videogiocatori”.

Il secondo gioco presente nel pacchetto, Bowser’s Fury, è un’avventura a mondo semi-aperto nella quale Mario si trova affiancato dal figlio del cattivo per antnomasia, preoccupato per la magia che ha trasformato il suo papà in una versione ancora più grossa e perfida. Ciò che i giocatori dovranno fare sarà recuperare una lunga serie di “Solegatti”, il cui potere è in grado di spazzare via la melma che ricopre l’intera mappa di gioco e il microscopico cervello di Bowser. Il tutto dovrà essere fatto naturalmente in puro stile Mario, quindi: completando missioni di caccia, abilità, salti, corse a bordo di un simpatico dinosauro e via discorrendo. Non esiste un ordine specifico per portare a termine le missioni ma ogni volta che si troveranno un certo numero di Solegatti si potrà accedere a nuove porzioni della mappa e sarà possibile allargare la zona di ricerca. In tutto questo bisognerà fare attenzione alle frequenti apparizioni di Bow-zilla, che di tanto in tanto oscurerà il cielo e bersaglierà il povero Mario con una pioggia di fuoco. Per la maggior parte del tempo bisognerà cercare rifugio dal suo alito incandescente, che in alcuni casi però potrà essere utilizzato per sbloccare nuove vie e sbloccare segreti, ma verrà il momento in cui sarà necessario vedersela faccia a faccia con il vecchio nemico di Mario e li ne vedrete delle belle, ma ve lo lasceremo scoprire da soli. Anche Bowser’s Fury prevede la modalità cooperativa ma solo insieme ad un secondo giocatore seduto comodamente sul vostro stesso divano. In tal caso il Player 2 prenderà il comando di Bowser Jr. e vi darà una mano nel cercare di placare le ire dell’iracondo paparino. Quanto detto finora contribuisce a costruire uno di quei titoli che escono al massimo un paio di volte per generazione, un gioco che non può che essere consigliato a qualsiasi giocatore, a prescindere da gusti ed età. Bowser’s Fury, titolo presente nel pacchetto con Super Mario 3 D World, è l’ennesima prova dell’abilità unica di Nintendo nel creare action-platform saldamente ancorati alle proprie radici, eppure capaci ogni volta di rinnovarsi. Tirando le somme, Super Mario 3D World + Bowser’s Fury è davvero una graditissima sorpresa per tutti gli appassionati delle esclusive della grande N. Entrambi i titoli possiedono una longevità invidiabile, infatti, potranno essere portati a termine ritrovando anche solo metà delle Stelle o dei Solegatti e dedicarsi successivamente a quelli lasciati indietro. L’alternativa “maniacale” nel voler affrontare i titoli consiste però nel non passare al livello successivo finché non si è portato a termine quello precedente, ma va messo in conto un bel po’ di backtraking per sbloccare i percorsi dedicati ai singoli personaggi di 3D World e i segreti nascosti in Bowser’s Fury. Insomma se siete i felici possessori di una Switch e volete dedicarvi a un’altra bellissima esclusiva, i gochi di cui vi abbiamo parlato fino ad adesso sono senza dubbio un acquisto da fare.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 9

Sonoro: 9

Gameplay: 9

Longevità: 9,5

VOTO FINALE: 9

Francesco Pellegrino Lise




Nel futuro di Apple c’è un iPhone pieghevole

Un iPhone pieghevole nel futuro di Apple? Chissà. Al momento non c’è nulla di ufficiale, ma sembra proprio che il colosso di Cupertino stia lavorando a questo nuovo formato per l’edizione 2022 del “melafonino”. Il famoso cacciatore di notizie su Apple, Jon Prosser si dice certo che il colosso dell’informatica stia lavorando su almeno due varianti diverse di iPhone pieghevole. La prima, simile alla serie di Galaxy Fold di Samsung e la seconda con apertura a conchiglia, sulla falsariga del Motorola razr dello scorso anno. Apple avrebbe scelto quest’ultima da portare avanti perché più economica per i consumatori e distintiva rispetto a prodotti già in catalogo, come gli iPad Mini. Prosser nota che Apple non è molto lontana dal realizzare una versione finale di questo modello di smartphone ma respinge le voci precedenti che affermano come un esemplare per la vendita possa essere presentato già alla fine del 2021, andando invece almeno al 2022. L’informatore osserva inoltre che la volontà della Mela sarebbe di proporre il suo “foldable” smartphone in una moltitudine di colori, ipotizzando che questo possa significare che è stato pensato come un prodotto per la massa. Per coincidenza, l’US Patent & Trademark Office ha pubblicato di recente un brevetto concesso ad Apple che mostra un iPhone con un fattore di forma a conchiglia, con una cerniera di congiunzione degli schermi sul lato. Ovviamente le cose possono cambiare. Se lo sviluppo di un iPhone Flip è ancora nella fase iniziale, afferma Prosser, c’è la possibilità che l’azienda cambi strada, andando in una direzione opposta. Al momento, Apple non ha appuntamenti fissati nei quali svelare novità hardware. Seguendo le edizioni precedenti, un evento certo dovrebbe essere la Worldwide Developer Conference, dedicata agli sviluppatori, in modalità solo digitale, da confermare a giugno. In ogni caso per saperne di più, non resta altro che aspettare e seguire voci di corridoio, notizie ufficiali e indiscrezioni.

F.P.L.




Ride 4 sfreccia a tutto gas anche sulle console Next Gen

Ride 4, l’ultimo titolo motociclistico sviluppato da Milestone, è disponibile anche in versione next-gen su Xbox Series X/S e PlayStation 5.

Il titolo passerà in automatico alla versione “potenziata” per tutti i possessori delle console di ultima generazione attraverso un aggiornamento del tutto gratuito. Ovviamente per chi non avesse ancora acquistato il gioco, esso è disponibile sui rispettivi store online e in formato fisico. Più precisamente, l’upgrade gratis su PlayStation 5 sarà disponibile senza costi aggiuntivi fino al 30 aprile 2021, l’aggiornamento include anche i DLC precedentemente acquistati.

I possessori della versione Xbox One possono invece avere accesso all’edizione Xbox Series X/S grazie alla funzionalità Smart Delivery. Le versioni next-gen di Ride 4 supportano i 60fps e risoluzione fino a 4K, su PlayStation 5 il gioco sfrutta anche le potenzialità del DualSense e dell’unità SSD per garantire caricamenti più veloci. Gli sviluppatori hanno dichiarato che: “Un feedback tattile avanzato che renderà l’esperienza di gioco ancora più coinvolgente, consentendo ai piloti di sentire vibrazioni, gas e freni nel modo più realistico possibile. Inoltre, l’SSD garantisce miglioramenti in termini di tempi di caricamento, tempi di attesa più brevi prima delle gare e anche uno streaming delle texture molto più veloce. Ciò significa un’esperienza di guida piena di adrenalina che i giocatori non dimenticheranno facilmente”.

Ride 4 offre un livello di fedeltà visiva all’avanguardia grazie a scansioni CAD e 3D originali di modelli reali, che danno vita alle moto più iconiche del mondo. Una rinnovata modalità carriera porterà i giocatori in sfide frenetiche in tutto il mondo, che culmineranno nell’Ultimate Championship con le più potenti moto sportive, arricchite dalla nuova modalità Endurance, la sfida più difficile che i piloti possano affrontare. L’illuminazione dinamica, le condizioni meteorologiche e i pit-stop per i pneumatici e la gestione del carburante miglioreranno la realtà e la simulazione. A.N.N.A., acronimo di Artificial Neural Network Agent, una rivoluzionaria Intelligenza Artificiale basata su reti neurali, è stata ora migliorata per guidare i giocatori attraverso un incredibile livello di sfida. Ultimo ma non meno importante, i giocatori che vogliono essere unici e riconoscibili avranno accesso ad un editor più approfondito per moto, tuta e casco.

Parlando del titolo vero e proprio, Ride 4 è il nuovo capitolo della serie più libertina fra quelle prodotte da Milestone nell’universo delle due ruote; rigettando licenze affermate come quella della MotoGP, del Monster Energy Supercross e del mondiale di motocross, Ride è nato per ricoprire il ruolo di “parco a tema” dedicato all’intero universo del motociclismo, regalando agli appassionati l’opportunità di confrontarsi con dozzine di categorie, veicoli e scenari differenti.

Ovviamente sullo sfondo dell’esperienza di gioco aleggiano le ombre della Superbike e dell’Endurance quali massime espressioni della potenza motociclistica nuda e cruda, ma sfogliando il catalogo dei costruttori è molto facile imbattersi nelle stesse moto che esistono nel mondo reale. E forse questa rappresenta un po’ una piccola grande pecca dell’esperienza offerta da Ride 4: se da una parte è molto bello poter calcare l’asfalto del Nurburgring Nordschleife, piegare nel circuito di Monza o muovere le sabbie di Philip Island, dall’altra manca un pizzico della passione motociclistica più tradizionale e universale, quella che spinge centinaia di migliaia di appassionati a indossare la tuta e dare gas come matti in mezzo ad alcuni fra i paesaggi più belli del paese.

Ci teniamo a sottolineare che il titolo include nella versione base oltre 170 modelli di moto di ogni genere (sono invece 81 quelli disponibili come DLC) e poco più di 30 tracciati. Ride 4 pur avendo leggermente diminuito il numero di telai rispetto al suo diretto predecessore si presenta in uno stato di forma smagliante, specialmente dopo la limatura tecnica next-gen. Insomma, il gioco è al momento la quintessenza dell’universo delle due ruote in salsa videoludica, e l’unica tassa che si trova a pagare è quella di aver esordito poco dopo due fra le migliori istanze dedicate alla licenza della MotoGP.

Per tutti coloro che da un racing-game motociclistico si aspettano anche qualcosina in più, magari perché sono stati forgiati dalla straordinaria varietà di Forza Horizon oppure dall’estremo realismo di Assetto Corsa, la strada da percorrere resta ancora in salita, perché il nucleo dell’offerta rimane saldamente ancorato a quella che potremmo definire la “formula Milestone”, un nucleo creativo che oramai rappresenta un vero e proprio marchio di fabbrica. Il risultato finale è quindi un videogioco che non vuole collocarsi fra i grandi titoli simulativi, che non vuole sgomitare fra i giganti del racing arcade, ma che tenta semplicemente di soddisfare il maggior numero possibile di appassionati delle due ruote attraverso uno scheletro ben eseguito, diretto e senza fronzoli. In poche parole, Ride 4 è un videogioco dedicato al motociclismo e alla passione per le moto, niente di più e niente di meno.

La versione PS5 di Ride 4, invece, rappresenta al momento la migliore per godere dell’esperienza a bordo del proprio bolide preferito, e non per una mera questione tecnologica. Semplicemente, è l’unica versione che, oltre a rispondere a qualsivoglia esigenza tecnica sfruttando al massimo le potenzialità dell’hardware, può contare anche sul peso delle caratteristiche del DualSense. La versione Series X/S è altresì ben realizzata e raggiunge i picchi grafici e tecnici della concorrente Sony, ma non gode delle “emozioni” date dal controller. In ogni caso, qualunque sia la vostra piattaforma di gioco, Ride 4 è assolutamente in grado di riuscire a coinvolgere e tenere incollati i giocatori dinanzi lo schermo. Ovviamente se non si è appassionati delle 2 ruote il gioco potrebbe non piacere, ma chiunque ami la brezza sulla faccia, l’alta velocità e il rombo assordante delle marmitte, Ride 4 è un vero e proprio piccolo tesoro.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5

Sonoro: 8,5

Gameplay: 7,5

Longevità: 7,5

VOTO FINALE: 8

Francesco Pellegrino Lise




TikTok vieta l’iscrizione agli under 13

TikTok, il popolarissimo social network asiatico per creare brevi video, dopo le richieste formulate dal Garante della privacy sulla protezione dei dati personali ed il conseguente blocco del servizio, ha deciso di impedire l’inscrizione degli under 13 all’interno della piattaforma.

La stessa società ha voluto precisare che si impegnerà in ogni modo per integrare misure in grado di fermare l’iscrizione degli utenti con età inferiore ai 13 anni, anche attraverso l’implementazione di sistemi specifici basati sull’intelligenza artificiale utili a verificare la veridicità delle informazioni di coloro che decideranno di registrarsi alla piattaforma.

Nel frattempo TikTok ha deciso di lanciare una campagna informativa con lo scopo di sensibilizzare il corretto uso dei social rivolta soprattutto a genitori e figli. È stata scelta una data, il 9 febbraio, giorno in cui tutti gli iscritti alla piattaforma e residenti sul territorio si troveranno con il proprio account bloccato. Per sbloccarlo sarà necessario inserire la corretta data di nascita e coloro che verranno identificati come under 13, verranno rimossi e non potranno più utilizzare TikTok.

In risposta al Garante, il social si è espresso così: “Poiché l’individuazione di soluzioni richiede un bilanciamento tra la necessità di accurate verifiche e il diritto alla protezione dei dati dei minori, la società si è impegnata ad avviare con l’Autorità privacy dell’Irlanda – Paese nel quale la piattaforma ha fissato il proprio stabilimento principale – una discussione sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale a fini della verifica dell’età degòi utenti”.

Negli ultimi giorni di gennaio, inoltre, Tik Tok ha aggiunto un pulsante nell’app che consente agli utenti di segnalare eventuali iscritti “sospetti” ossia che sembrerebbero avere un’età inferiore proprio ai 13 anni. Sono moltissime le iniziative che la piattaforma intenterà già da adesso: tramite l’app stessa, con l’invio di notifiche agli utenti per informarli della necessità di inserire la propria data di nascita pena il blocco dell’account, e attraverso consigli forniti per rendere il proprio profilo privato anziché pubblico. Il web ed i giornali verranno invece utilizzati per rivolgere appelli ai genitori, informandoli dell’obbligatorietà dei 13 anni come limite minimo affinché i propri figli possano iscriversi alla piattaforma. Infine, l’informativa sulla privacy verrà ristretta e modificata con un linguaggio più vicino ai giovani in modo da renderla ancora più comprensibile. Il Garante, dall’altro lato, ha garantito un maggiore controllo sugli impegni presi e sull’effettiva efficacia dei provvedimenti che verranno adottati dalla piattaforma. Non mancherà poi neanche una campagna di sensibilizzazione in cooperazione con il Telefono Azzurro per mettere in guardia i genitori e responsabilizzarli maggiormente al controllo del corretto utilizzo delle piattaforme social da parte dei propri figli. Insomma, questa volta sembra proprio che la società abbia deciso di adottare una linea dura per mantenere un maggior controllo e scoraggiare i ragazzini sotto i 13 anni di poter utilizzare TikTok. La domanda però è: Basterà tutto questo? Non resta altro che sperare e aspettare i prossimi mesi.

F.P.L.