Cybersecurity, le minacce informatiche via mail aumentano del 101%

Le minacce informatiche veicolate attraverso le e-mail nel corso del 2021 sono state 33,6 milioni, con una percentuale di aumento del 101% rispetto all’anno precedente. Il dato emerge da “Cloud App Security Threat Report 2021”, l’ultimo studio Trend Micro, azienda di cybersecurity, che dimostra come la posta elettronica rimanga uno dei punti di accesso principali per gli attacchi informatici. “Ogni anno assistiamo a mutazioni nel panorama delle minacce cyber e a una estensione della superficie di attacco aziendale, ma la posta elettronica rimane sempre uno dei principali target di attacco” ha fatto sapere Alessandro Fontana, Head of Sales di Trend Micro Italia.”La migliore difesa è adottare un approccio basato su piattaforma, per affrontare le minacce attraverso sistemi di prevenzione, rilevamento e risposta semplificati e nativamente connessi tra loro, che possano automatizzare la correlazione del dato garantendo visibilità e controllo della propria infrastruttura”. I dati Trend Micro sono stati raccolti nel corso del 2021 attraverso prodotti che integrano la protezione automatizzata nelle piattaforme di collaborazione come Microsoft 365 e Google Workspace. Nel 2021 sono stati 16,5 milioni gli attacchi di phishing rilevati e bloccati, per un aumento del 138%, in gran parte legato alle modalità di lavoro ibride che continuano a essere un punto debole per la sicurezza. 6,3 milioni gli attacchi di phishing a nomi utente e password, per un aumento del 15%. Inoltre, 3,3 milioni i file dannosi rilevati, numero che corrisponde ad un aumento del 134% delle minacce note e del 221% del malware sconosciuto.

F.P.L.




Capcom Fighting Collection, i grandi classici non muoiono mai

Capcom Fighting Collection porta su Pc, Xbox, PlayStation e Switch una vasta gamma di picchiaduro realizzati dal marchio giapponese nella seconda metà degli anni Novanta. Titoli che hanno fatto la storia del genere e del brand, videogame che hanno letteralmente prosciugato le tasche di chi era un assiduo frequentatore delle sale giochi, ma anche di chi giocava occasionalmente. All’interno della raccolta sono racchiusi ben cinque capitoli di Darkstalkers, con in pratica tutti i giochi della saga usciti su cabinato, tra cui due mai usciti al di fuori del Giappone. Non manca poi la versione definitiva di Street Fighter II, l’originale puzzle game Super Puzzle Fighter II Turbo e il suo derivato, ritornato a essere un picchiaduro, Super Gem Fighter, a cui si aggiungono due interessanti esperimenti di Capcom sempre nell’ambito “picchiaduristico”: Red Earth e Cyberbots: Fullmetal Madness. Tutti i titoli presenti nella Capcom Fighting Collection sono riportati nella loro versione arcade, con l’aggiunta di tante opzioni che li rendono più avvicinabili anche per chi non ha mai vissuto l’epoca d’oro dellem sale giochi. Le opzioni extra sono moltissime: si va dalla possibilità per i nostalgici di utilizzare dei gettoni virtuali per giocare, fino alla selezione della difficoltà della CPU e il numero di round giocabili. Aggiunta anche una modalità “Allenamento” per quasi tutti i titoli, così da poter prendere confidenza con i comandi e con le mosse di ogni personaggio. Un’importante aggiunta è quella di poter rimappare completamente i comandi per qualsiasi gioco (tranne Super Puzzle Fighter 2 Turbo, vista la natura del titolo) e in questo caso è stata anche aggiunta la possibilità di registrare dei comandi semplificati per fare le mosse speciali, tendenza che sta diventando sempre più comune nei picchiaduro più recenti. Adesso basterà premere un tasto con un direzionale per fare un Hadoken o uno Shoryuken oppure per fare la super mossa di qualsiasi personaggio. Dato che i Joy-Con di Switch non sono molto adatti a un picchiaduro tecnico (e anche il Pro Controller non è il massimo) quest’opzione è una salvezza sulla console Nintendo, specie se si gioca in modalità portatile, ma ovviamente i fan storici dei picchiaduri non la utilizzeranno mai. In questa Capcom Fighting Collection esiste anche la possibilità di creare un salvataggio rapido in qualsiasi momento, il che ricorda un po’ i Save State degli emulatori, anche se l’unico limite sta nel fatto che è possibile averne soltanto uno condiviso tra tutti e dieci i giochi, quindi bisognerà per forza sovrascrivere quello precedente per crearne uno nuovo. Adesso analizzeremo nel dettaglio i titoli presenti in questa Capcom Fighting Collection. Come dicevamo qualche riga più in alto nella raccolta sono presenti ben 5 titoli della saga “Darkstalkers”: Darkstalkers: The Night Warriors (1994), Night Warriors: Darkstalkers’ Revenge (1995), Vampire Savior: The Lord of Vampire (1997), Vampire Hunter 2: Darkstalkers’ Revenge (1997) e Vampire Savior 2: The Lord of Vampire (1997). primi tre sono i capitoli classici della saga giunti anche da noi in Occidente, gli ultimi due sono invece delle varianti uscite solo in Giappone, con un cast di personaggi leggermente differente. Per quanto questi due capitoli, inediti al di fuori del Paese del Sol Levante, siano interessanti, non hanno in realtà niente di davvero significativo se non qualche personaggio inedito e poco altro, dato che le meccaniche sono le stesse dei titoli giunti anche da noi. Questi titoli, nonostante la loro età, sono sempre un piacere da giocare, grazie al gameplay molto più veloce e fatto di lunghe combo rispetto a Street Fighter. Giocandoli dal più vecchio al più recente si può vedere la loro evoluzione nel corso degli anni, con diversi sistemi che ancora oggi risultano ben fatti e anche insoliti per chi è abituato ai picchiaduro più classici. Negli ultimi titoli, ad esempio, la salute di un combattente non si rigenera dopo aver vinto un round, ma resta la stessa anche se si è vicini alla sconfitta. In questo modo le strategie da attuare sono molto differenti da quelle di un fighting game classico. Il sistema di combo, che permette di concatenare i diversi attacchi a seconda del loro grado di potenza, e l’ottima caratterizzazione dei personaggi sono poi degli elementi che hanno influenzato alcuni anni dopo l’esplosione degli anime fighter, come ad esempio Guilty Gear e Melty Blood.

Gli altri cinque videogames presenti nella Capcom Fighting Collection sono tutti titoli molto diversi tra loro e riescono a dare una buona varietà alla restante metà della collezione. Come rappresentante dell’immortale Street Fighter II c’è la versione uscita nel 2004 per festeggiare i 15 anni della serie, ossia Hyper Street Fighter II: The Anniversary Edition. Questa è in pratica la versione definitiva di Street Fighter II che contiene tutti i personaggi mai fatti per il secondo capitolo del picchiaduro più famoso di sempre. Oltre a ciò sarà anche possibile selezionare tutte le varianti di ogni combattente presente nelle diverse incarnazioni di SFII; ad esempio, sarà possibile far scontrare un Ryu della versione originale di Street Fighter II con la sua versione del II Turbo e via dicendo. E’ presente poi un titolo diverso ma estremamente divertente per le sue meccaniche, ossia: Super Puzzle Fighter 2 Turbo. Il pregio di questo gioco è che al tempo unì le meccaniche dei puzzle game a quelle dei picchiaduro. Il titolo ricorda in parte Tetris, anche se le modalità per eliminare le varie gemme sono un po’ diverse. Inoltre, bisognerà essere veloci per evitare che le pietre cancellate dall’avversario intasino il lato dello schermo di chi gioca portandolo a una rovinosa sconfitta. Super Gem Fighter, invece, è un derivato di Puzzle Fighter che unisce alcune meccaniche del puzzle game a un gameplay più da picchiaduro. Nel gioco, infatti, bisognerà raccogliere le gemme sparse nell’arena di combattimento per potenziare i propri attacchi speciali, mentre il design dei personaggi rimarrà quello in usper deformed visto in Puzzle Fighter. Il titolo è molto valido anche per le sue meccaniche particolari, che lo rendono differente dagli altri picchiaduro, e anche per l’ironia presente sia nei dialoghi dei personaggi che nelle loro mosse. Gli ultimi due picchiaduro presenti nella Capcom Fighting Collection erano invece due titoli sperimentali per l’epoca e altrettanto interessanti da giocare, anche oltre vent’anni dopo. Cyberbots: Fullmetal Madness è un fighting game a suon di robottoni, dove si potrà prima selezionare il pilota e poi il suo esoscheletro da combattimento. Ogni robot potrà essere creato da una combinazione di armi, braccia e gambe differenti, in modo da utilizzare il proprio stile di combattimento preferito. Il gameplay, poi, ricorda molto un classico picchiaduro 2D per quanto riguarda mosse e movimento. Il titolo più particolare della Capcom Fighting Collection però resta sicuramente Red Earth, che per la prima volta in assoluto approda su console. Red Earth è un’interessante fusione tra picchiaduro e RPG: ci sono solo quattro personaggi selezionabili e, una volta scelto l’eroe, bisognerà affrontare otto livelli in cui ci si dovrà scontrare con vari tipi di mostri, tra draghi, creature marine, chimere e molto altro. I combattimenti sono alla base dell’esperienza, come in un normale picchiaduro 2D, con anche i comandi composti da tre calci e tre pugni come in Street Fighter; la differenza è che ogni personaggio ha un livello che aumenterà man mano che si otterrà esperienza sconfiggendo i nemici e prendendo gli oggetti che compariranno nell’arena di combattimento, aprendo dei forzieri o colpendo i nemici. Aumentando di livello, vengono aumentati l’attacco e la salute del personaggio, si ottiene nuovo equipaggiamento e si imparano nuove mosse. Ogni personaggio potrà arrivare al massimo al livello 32, che necessiterà di più playthrough per essere raggiunto. Agli inizi, infatti, i mostri saranno molto più potenti dei personaggi di basso livello, infatti difficilmente si riuscirà a prevalere senza essere mai battuti. Per fortuna, dopo ogni volta che si continuerà, il mostro rimarrà con la stessa salute dell’ultimo incontro, così da rendere più facile la vittoria per il giocatore. Il titolo è dotato anche di un sistema di password che salverà il livello raggiunto da un personaggio, così da non dover ricominciare l’avventura sempre dal primo livello.

Parlando d’innovazione, però, possiamo dire che l’opzione più importante aggiunta a questa collezione è indubbiamente il multiplayer online per tutti e dieci i titoli. Capcom Fighting Collection, inoltre, utilizza il rollback netcode, cosa che lo fa funzionare davvero bene da qualsiasi tipo di piattaforma si giochi. Nella nostra prova abbiamo affrontato giocatori giapponesi e americani, oltre che europei, con una fluidità dell’azione che era nella maggior parte dei casi simile a quando si gioca con un amico in locale. Peccato soltanto che non ci sia il cross-play tra diverse piattaforme: dato che il titolo è dedicato soprattutto agli appassionati di picchiaduro, ne avrebbe davvero giovato per il numero di giocatori presenti online, soprattutto sulla lunga distanza. Il comparto multiplayer offre delle opzioni piuttosto classiche, tra match amichevoli o competitivi, oltre alla possibilità di creare una stanza propria in cui aspettare come sfidanti degli sconosciuti oppure i propri amici. Mentre si attende, ci verrà data la possibilità di giocare a uno qualsiasi dei titoli presenti nella collezione o si potrà visitare il Museo, di cui parleremo a breve. Una cosa intelligente del sistema online è la possibilità di selezionare più titoli alla volta quando si cerca un match online, così da non dover per forza cercare avversari setacciando titolo per titolo e ottimizzando i tempi. E’ bene aggiungere che la Capcom Fighting Collection ha anche una modalità Museo che contiene centinaia di immagini, artwork e bozzetti di tutti i titoli presenti. All’interno sarà anche possibile ascoltare tutte le musiche dei giochi presenti. Nella raccolta c’è anche anche il “Medagliere”, ossia una sorta di sistema di achievement interno al gioco per chi ama le sfide. Per quello che concerne l’aspetto estetico, il titolo presenta delle conversioni davvero ben fatte di questi dieci grandi classici, che ancora oggi risultano molto belli da vedere grazie a una splendida grafica 2D. Tirando le somme, questa Capcom Fighting Collection rappresenta un titolo dedicato a tutti gli amanti dei picchiaduro arcade che hanno fatto la storia del genere. La collezione presenta molte migliorie, che rendono i giochi più appetibili, come ad esempio la semplificazione dei comandi, le varie opzioni di allenamento e i salvataggi rapidi. Peccato solo l’assenza del cross play e la mancanza di qualche altro titolo in più. In ogni caso consigliamo caldamente l’acquisto a tutti i fan di vecchia data, ma anche a tutti quei giocatori più giovani che vogliono cimentarsi con dei titoli validi ed estremamente divertenti nonostante l’età.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8

Gameplay: 9

Sonoro: 8,5

Longevità: 8,5

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise




Xbox & Bethesda Games Showcase, 12 mesi di grande gaming

All’Xbox & Bethesda Games Showcase, è stata annunciata un’incredibile lineup di giochi, con contenuti diversificati rivolti a un’ampia platea di giocatori. Lo show di quest’anno ha mostrato le novità previste su Xbox nel prossimo anno: a partire da questa settimana con Microsoft Flight Simulator, Xbox punta a rilasciare lanci e update di contenuti su base mensile. Lo showcase ha avuto come protagonisti più di 30 titoli in arrivo su Xbox Game Pass nei prossimi 12 mesi, il meglio tra le centinaia di contenuti attesi per il 2022/2023. Un’ulteriore conferma di quanto il servizio in abbonamento Xbox Game Pass sia il modo più semplice per scoprire nuovi giochi, con accesso su console, PC o via cloud. Inoltre, l’Xbox & Bethesda Games Showcase ha rivelato una strepitosa lineup di videogames prevista su Xbox nel 2023: dall’attesissimo Redfall sino a Minecraft Legends, da Forza Motorsport, il racing game più tecnicamente avanzato di sempre, sino ad arrivare all’open-world RPG più aspettato degli ultimi 20 anni, Starfield. Le novità di Xbox per il prossimo anno sono davvero tante. Oltre a titoli realizzati da partner di tutto il mondo, come Diablo IV, è stata annunciata una partnership tra Xbox Game Studios e Kojima Productions per la realizzazione di un nuovo titolo; inoltre, grazie alla collaborazione con Riot, alcuni dei giochi più popolari al mondo, tra cui League of Legends e Valorant, saranno disponibili su Xbox Game Pass. Di seguito vi proponiamo il video dell’intero evento.

Ma andiamo ad esaminare tutti i titoli nello specifico: Microsoft ha dato inizio alla sua carrellata di presentazioni con Redfall, uno dei titoli più attesi dal pubblico per questa manifestazione. Redfall è uno sparatutto cooperativo open-world a tema horror sviluppato da Arkane Austin. Il gioco è ambientato in Massachusetts e ruota intorno alla caccia ai vampiri e alle creature soprannaturali. Durante il trailer viene presentato un ricco spaccato di gameplay che mostra un po’ di “tiro al vampiro” cooperativo e quattro personaggi giocabili. L’uscita del gioco è prevista nel 2023 su PC e console Xbox, anche come parte del Game Pass.

Di seguito è stato presentato Silksong, il seguito dell’acclamato Hollow Knight. Il software era stato annunciato per la prima volta nel 2019 e da allora le notizie non sono state molte. Lo showcase di Microsoft & Bethesda ha presentato un nuovo trailer di gameplay, ma non è stata fornita una data di uscita.

Poi è stata la volta del nuovo gioco del creatore di Rick e Morty, High on Life è firmato da Squanch Games di Justin Roiland. High on Life rappresenta il terzo titolo dello studio, dopo Trover Saves the Universe e Space Heroes ed uscirà nel 2022.

Il primo annuncio bomba dell’evento è stato quello di una partnership tra Microsoft e Riot Games, che vedrà l’arrivo su Game Pass dell’intero catalogo di Riot Games. Divenuta famosa soprattutto grazie al MOBA League of Legends, Riot Games ha poi espanso il suo orizzonte con ulteriori giochi dedicati allo stesso universo, come League of Legends Wild Rift (la versione mobile di LoL), Legends of Runeterra (gioco di carte), Teamfight Tactics (gioco tattico a turni) e con lo sparatutto competitivo Valorant. A partire dal prossimo inverno tutti questi giochi saranno disponibile su Xbox Game Pass. E dato che si tratta per lo più di titoli free to play, i possessori di abbonamento Game Pass riceveranno dei contenuti bonus all’interno di ciascun gioco. Di seguito la lista di tutti questi contenuti nel dettaglio.

League of Legends (PC) – Tutti i campioni sbloccati
League of Legends Wild Rift (Mobile) – Tutti i campioni sbloccati
Legends of Runeterra (PC e Mobile) – Foundation Set sbloccato
Teamfight Tactics (PC e Mobile) – Piccole Leggende sbloccate
Valorant (PC) – Tutti gli agenti sbloccati

Seguito dell’acclamatissimo A Plague Tale: Innocence, A Plague Tale: Requiem era già apparso nel corso del Tribeca Game Show, ma si è mostrato anche all’Xbox & Bethesda Games Showcase con un trailer di gameplay decisamente imponente. I protagonisti sono sostanzialmente gli stessi del primo episodio: Amicia, suo fratello Hugo, un medioevo impietoso e violento e… la peste portata da orde infinite di ratti che sciamano dappertutto e provengono da ovunque. Il gioco sarà realizzato in Unreal Engine 5 e darà peso al combattimento oltre che a dinamiche puramente stealth. La data di uscita non è stata precisata, ma la finestra di lancio è il 2022. Il gioco farà parte del programma Xbox Game Pass sin dal Day One.

Forza Motorsport tornerà con un nuovo episodio di una delle serie che sono diventate nel tempo il simbolo di Microsoft. Il gioco ha fatto la sua comparsa allo showcase con un corposo trailer di gameplay. Come sempre il gioco farà del dettaglio grafico e del buon uso delle tecnologie d’avanguardia suoi punti cardine. Gli sviluppatori hanno tenuto un breve intervento sul palco per discutere delle migliorie grafiche apportate con il Ray Tracing, del grande realismo fisico che caratterizzerà le corse e anche altri elementi di dettaglio, riguardanti il fattore meteorologico, il ciclo giorno/notte, i danni alla carrozzeria e l’esteso e minuzioso sistema di personalizzazione delle auto. Forza Motorsport uscirà per PC e console Microsoft nella primavera del 2023 e farà parte del programma Xbox Game Pass fin dal Day One.

Microsoft Flight Simulator riceverà un’edizione estesa con tanti nuovi modelli aerei e altre aggiunte in occasione del quarantesimo anniversario della serie. Microsoft Flight Simulator 40th dovrebbe arrivare a novembre 2022 e conterrà un ampio parco di veicoli da pilotare, tra ultraleggeri, elicotteri, alianti e molto altro. Come gradita (ed inattesa) aggiunta, Microsoft ha mostrato, in un breve trailer, un velivolo… molto particolare che si potrà pilotare in Microsoft Flight Simulator, stiamo parlando del Pelican di Halo, che è stato aggiunto sin dal termine della conferenza.

Overwatch 2, seguito dell’acclamatissimo sparatutto in prima persona competitivo di Blizzard Entertainment, uscirà il 4 ottobre 2022 e sarà Free to Play! Il trailer di gameplay mostra Junker Queen, una dei nuovi eroi giocabili introdotti con il secondo episodio. La combattente rivestirà il ruolo di tank e sarà armata di uno shotgun e di una robusta ascia a due mani. Si tratta di un personaggio già presentato all’interno della lore di Overwatch e ben noto ai giocatori: solo che ora diventa giocabile e costituisce il 34-esimo eroe reso disponibile ai giocatori dall’inizio della serie.

Blizzard Entertainment terrà un evento esclusivamente dedicato a Overwatch 2 il 16 giugno 2022 alle 19.00. In tale sede verranno probabilmente svelati nuovi dettagli non solo sui personaggi, ma anche sulla Closed Beta, sul PvE e altri contenuti relativi alle stagioni. Restate sintonizzati

Aell’Xbox & Bethesda Showcase ha fatto il suo debutto una nuovissima proprietà intellettuale. Ara History Untold è il nuovo gioco strategico a turni di Oxide che promette una sorta di “rivoluzione del genere“.Le scelte del giocatore possono influenzare pesantemente il mondo e l’esperienza di gioco. Il trailer mostrato è puramente cinematico e sfortunatamente non rivela alcun dettaglio sul gameplay effettivo del gioco, oltre a non lasciare neppure un indizio sulla data di uscita. Si sa comunque che il gioco uscirà per PC e farà parte del programma Game Pass fin dal Day One.

Nuovo trailer anche per The Elder Scrolls Online, che si è recentemente arricchito di una nuova espansione e una nuova regione. High Isle è già disponibile da diversi giorni per PC, Mac e Google Stadia e sarà disponibile in versione console a partire dal 21 giugno 2022.

L’espansione The Pitt per Fallout 76 era stata già annunciata, ma è apparsa all’Xbox & Bethesda Showcase con uno story trailer. Qui si preannuncia il ritorno ad una Pittsburgh post-atomica dilaniata dalla lotta tra due fazioni: i Fanatici e l’Unione. L’aggiornamento, ovviamente, prevede una moltitudine di nuovi contenuti quali armi, armature e altri oggetti. The Pitt uscirà a settembre 2022 e sarà disponibile gratuitamente ai giocatori di Fallout 76 su tutte le piattaforme, ovvero PC, PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One e Xbox Series X/S.

L’aggiornamento Hot Wheels per Forza Horizon 5 introduce anche su questo episodio della serie il brivido delle piste impossibili ispirate alle omonime macchine giocattolo targate Mattel. Questa espansione, in uscita il 19 luglio 2022 prevede anche un piccolo editor per la creazione di piste personalizzate, che possono poi essere rese disponibili all’utenza online.

Ark 2 è stato presentato all’Xbox & Bethesda Showcase attraverso uno spettacolare trailer che si è rivelato puramente cinematico, ma decisamente incisivo. La presentazione del gioco all’evento era stata già annunciata, ma quelli che si aspettavano di vedere sequenze di gameplay sono rimasti delusi in favore di un video decisamente spettacolare in cui la fanno da padroni i veri protagonisti del gioco. Ovvero dinosauri dalle dimensioni impressionanti… e Vin Diesel! Sappiamo infatti che l’attore figurerà nel gioco, che sarà realizzato mediante il motore di nuova generazione Unreal Engine 5. Purtroppo il trailer non ha nemmeno dato indizi sui contenuti del gioco né sulla data esatta di uscita. Restano confermate la finestra di lancio (2023) e la presenza del gioco su Xbox Game Pass sin dal Day One.

Scorn è il gioco ideale per chi cerca le emozioni forti. Questo gioco horror sci-fi, visivamente ispirato alle opere di H.R. Giger, presenta delle atmosfere cupe e desolate, che si mescolano con un’abbondanza di scontri violenti, smembramenti e spargimenti di sangue insieme a… ossa e parti del corpo. Scorn uscirà il 21 ottobre 2022 su PC e in esclusiva console su Xbox Series X/S. Farà inoltre parte del programma Xbox Game Pass sin dal Day One.

Pubblicato da Kepler e sviluppato da A44 (Ashen), Flintlock – The Siege of Dawn trasporta i giocatori in un mondo violento e dalle atmosfere cupe. Qui il corpo a corpo, la magia e le armi da fuoco sono protagonisti di feroci scontri, che vengono delineati dal trailer di gameplay mostrato all’Xbox & Bethesda Showcase. La protagonista del gioco, Nor Vanek, fa parte di un gruppo noto come Coalizione e il suo compito è salvare l’Umanità dalle inarrestabili orde di non morti che si sono riversate fuori dalla Porta dell’Aldilà. Flintlock – The Siege of Dawn uscirà nei primi mesi del 2023 per PC, PlayStation e Xbox, dove farà parte del programma Xbox Game Pass fin dal Day One.

Il team di Minecraft ha svelato all’Xbox & Bethesda Showcase Minecraft Legends, l’avventura strategica a “mattoncini”, spin-off del celeberrimo builder game targato Mojang. In quest’avventura il protagonista dovrà condurre le sue legioni per sventare un assalto di Piglin ed evitare che l’Overworld venga sopraffatto dal Nether. Nel gioco assisteremo ad uno sviluppo del protagonista, che combatterà in prima persona migliorando e potenziando il proprio equipaggiamento, ma ci confronteremo anche con delle sezioni strategiche, in cui impartire ordini ai soldati e guidare una battaglia da veri condottieri. Insomma, un mix di familiarità e di novità per questo titolo, volto ad espandere l’universo a mattoncini che ha conquistato un enorme consenso da parte del pubblico. Minecraft Legends uscirà nel 2023 per PC, PS4, PS5, Nintendo Switch, Xbox One, Xbox Series X/S e farà parte sin dal Day One del programma Xbox Game Pass.

Poi è stato il turno di Lightyear Frontier, un builder game sviluppato da Frame Break che richiama molto le atmosfere di No Man’s Sky. Alla guida di un mech dovremo esplorare un ambiente alieno, raccogliere risorse e costruire strutture per creare un ambiente autonomo e vivibile, atto ad ospitare una colonia terrestre. Il gameplay è di tipo sandbox e vedrà il giocatore impegnato non solo a costruire una base, ma anche a gestire e coltivare una fattoria aliena e a ricercare potenziamenti per il proprio mech. Lightyear Frontier raggiungerà il mercato in modalità Early Access nel 2023, per PC, Xbox One e Xbox Series X/S. Farà inoltre parte del programma Xbox Game Pass fin dal Day One.

All’Xbox & Bethesda Showcase è stato annunciato anche il porting per console di Gunfire Reborn, già presente per PC in versione Steam e per dispositivi mobile. Gunfire Reborn è un roguelike con un gameplay da sparatutto in prima persona, in cui i protagonisti sono animali armati fino ai denti che si fanno strada tra nemici e boss imponenti, attraversando livelli generati proceduralmente. Il gioco arriverà su Xbox Series X/S nell’ottobre del 2022 e sarà disponibile anche nell’ambito del programma Xbox Game Pass.

The Last Case of Benedict Fox, titolo pubblicato da Rogue Games e sviluppato da Plot Twist, è un’avventura di stampo Metroidvania con un gameplay soulslike per quanto attiene al combattimento. Il gioco è ispirato alle atmosfere di H.P. Lovecraft e si baserà molto sul cupo tenore della narrazione, enigmi, rivelazioni sconcertanti e altri elementi capaci di tenere il giocatore col fiato sospeso. Il gioco arriverà nella primavera del 2023 per PC e Xbox Series X/S, come parte del programma Xbox Game Pass sin dal Day One.

As Dusk Falls, sviluppato da Interior Night, si basa soprattutto su una narrazione intensa ed emozionale. Nell’arco di più di 30 anni, copre le vicende di due famiglie statunitensi, che vengono narrate con un occhio di riguardo all’approfondimento e introspezione dei personaggi. A tal riguardo vale la pena di precisare che il gioco può essere giocato da soli, ma anche con una coop che prevede fino a otto giocatori. La presentazione ha fornito anche una data di uscita: As Dusk Falls sarà disponibile dal 19 luglio 2022 per PC e Xbox Series X/S, come parte del programma Xbox Game Pass sin dal Day One.

Naraka Bladepoint, un popolare battle royale sviluppato da 24 Entertainment, che aveva fatto il suo debutto su Steam nell’agosto del 2021, arriverà anche su console Xbox il 23 giugno 2022. Per l’occasione, viene introdotta anche una campagna single player, oltre all’aggiunta di numerose armi in un corposo pacchetto aggiuntivo. Il gioco supporterà il cross-platform, dando così la possibilità ai giocatori di giocare insieme anche se da piattaforme diverse e sarà disponibile come parte del programma Xbox Game Pass sin dal lancio di questa versione, il giorno 23 giugno 2022.

Sviluppato da Obsidian Entertainment, Pentiment è un gioco di ruolo ambientato nel XVI secolo. Con uno stile grafico estremamente particolare, il gioco è curato da Josh Sawyer, già direttore di capolavori come Pillars of Eternity e Fallout: New Vegas. Pentiment presenta un mondo illustrato ispirato ai manoscritti miniati e alle stampe xilografiche in un periodo in cui l’Europa era il crocevia di grandi cambiamenti politici e religiosi. Il protagonista è Andreas Maler, un maestro d’arte coinvolto in storie di omicidi, scandali e intrighi nelle Alpi Bavaresi. Pentiment conduce il giocatore a scoprire l’Europa del XVI secolo attraverso una prospettiva estremamente peculiare, quella di un maestro d’arte dell’epoca. La grafica ricalca lo stile dei manoscritti e dei primi libri stampati, presentando un vivace e variegato cast di personaggi nel corso dell’esplorazione della città di Tassing e della vicina abbazia di Keirsau. Le decisioni prese durante la partita avranno un grande impatto sul futuro della comunità. Pentiment uscirà a novembre del 2022 su PC e Xbox e farà parte sin dal Day One del programma Xbox Game Pass.

L’Xbox & Bethesda Showcase ha confermato l’arrivo della versione definitiva di Grounded, che si trovava in accesso anticipato sin dal 2020 su PC e Xbox One. Il gioco uscirà sulle stesse piattaforme nel settembre 2022. Inoltre, farà parte del programma Game Pass fin dal Day One. Grounded è sviluppato da Obsidian Entertainment ed è un originale survival multiplayer in cui i giocatori interpretano dei ragazzi miniaturizzati che devono sopravvivere alle micidiali insidie “entomologiche” riservate da un normale giardino ad un essere di proporzioni microscopiche. Farfalle, millepiedi, ragni, tutto diventa un potenziale pericolo. Nella storia completa del gioco, che arriverà con la release, i giocatori dovranno scoprire, da soli o in gruppo, la chiave del mistero alla base della loro trasformazione. Nel contempo dovranno difendersi dai nemici utilizzando armi e difese varie e costruendo una base che andrà poi resa sicura dagli attacchi degli insetti.

Ereban: Shadow Legacy è una nuovissima IP, proveniente dallo studio indipendente Baby Robot Games, sotto la produzione di Raw Fury. Il gioco è un platform con dinamiche stealth ed action, ambientato in un futuro molto cupo. La protagonista, Ayana, appartiene ad una razza ormai estinta, di cui è l’ultima discendente, rimasta dormiente per molto tempo. In un futuro dominato da entità robotiche non certo benigne, Ayana si muoverà nelle ombre per aggredire di sorpresa i nemici e neutralizzarli con le sue particolari abilità; oppure per scivolare inosservata e sparire nelle ombre avvalendosi anche delle occasioni di furtività offerte dallo scenario. Trattandosi di un annuncio a sorpresa, relativo ad un progetto ancora in lavorazione, non è stata fornita neppure una finestra di lancio per questo gioco. Si sa, però, che uscirà per PC e Xbox e che sarà disponibile sin dal Day One come parte del programma Game Pass.

Un trailer cinematico di grande impatto visivo ha segnato la comparsa di Diablo IV sul palcoscenico dell’Xbox & Bethesda Showcase. Il trailer mostra un’ulteriore classe che va ad aggiungersi al carnet dei personaggi disponibili nel nuovo episodio di una delle serie più acclamate di casa Blizzard: il necromante. Dopo due minuti e quaranta di spettacolare presentazione visiva, nel tipico stile della casa californiana, giunge un altro video a spiegare gli aspetti di gameplay più importanti relativi alla nuova classe.

Uno dei primi aspetti che ci vengono presentati durante il trailer di gameplay è la possibilità di personalizzare il proprio eroe. Una novità, per una serie che ha sempre fatto dei “modelli predefiniti”, contrapposti agli “avatar personalizzabili” il proprio fiero stendardo. Tuttavia, il bisogno di adeguarsi agli standard imposti con lo scorrere del tempo (Diablo 3, il predecessore, è uscito nell’ormai lontano 2008, vale a dire quasi quindici anni fa!) per un titolo che ormai si basa moltissimo sul multiplayer, ha dettato chiaramente questo cambiamento come una necessità piuttosto che un’opzione. In Diablo IV il necromante, al pari delle quattro classi già presentate in precedenza, sarà disponibile da subito e non dovrà essere acquisito in seguito tramite l’aggiunta di DLC. Il trailer sottolinea anche la natura Open World del gioco, un’altra novità per una serie che ha sempre previsto per i suoi ambienti una struttura variabile e procedurale, ma rigidamente confinata. L’esperienza viene già da ora presentata come spiccatamente cooperativa e con un mondo condiviso: il gioco sarà giocabile in cross-platform, consentendo ai giocatori di partecipare a sessioni multiplayer indipendentemente dalla piattaforma su cui giocano. E consentirà anche una coop locale a schermo condiviso. Per finire, Diablo IV si adegua ad uno standard, già imposto precedentemente da altri giochi in cui determinate attività, denominate di Endgame, appunto, diventano disponibili solo dopo aver completato la campagna del gioco. Le Spedizioni dell’Incubo prevedono dungeon influenzati da modifiche e condizioni di difficoltà aumentata che li rendono immensamente più ostici (ma anche più remunerativi) delle loro controparti originali. L’Albero dei Sussurri proporrà obiettivi sempre diversi, simili a “taglie” a cadenza periodica, per conquistare bottini ancora più appetitosi. E il Tabellone dell’Eccellenza metterà a disposizione degli avventurieri di livello massimo nuove skill e talenti per potenziarsi oltre ogni livello concepibile da un mortale, aprendo la strada a nuove build e combinazioni speciali. Diablo IV uscirà nel 2023 per PC, PS4, PS5, Xbox One e Xbox Series X/S.

Nella settima stagione di Sea of Thieves, disponibile dal 21 luglio 2022 su PC e Xbox anche tramite Cloud, tutti coloro che vorranno prendere il mare potranno sentirsi capitani, dando il nome alle proprie navi, personalizzandole e decorandole. La settima stagione di Sea of Thieves, presentata durante lo showcase di ieri, porta con sè anche una canzone!

Ravenlok è una nuova IP presentata ieri all’Xbox & Bethesda Showcase. Sviluppato da Cococucumber (Echo Generation), Ravenlok si presenta come un’avventura ricca di elementi fantastici che sembrano citazioni più o meno esplicite alle avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie, a cominciare dallo specchio, attraversando il quale la protagonista si ritrova catapultata in un mondo alternativo. I toni di quest’avventura, però, sembrano piuttosto cupi e l’ambientazione presenta delle evidenti contaminazioni steampunk. Il gioco uscirà, in un momento imprecisato del 2023, su PC e Xbox Series X/S. Farà inoltre parte del programma Xbox Game Pass sin dal Day One.

Sviluppato da Geometric Interactive, sotto la direzione di Jeppe Carslen (Limbo, Inside), Cocoon racconta l’esplorazione di altri mondi attraverso il viaggio interdimensionale. In termini di gameplay, ciò si svolge attraverso sequenze di combattimento, platforming e risoluzione di enigmi. Cocoon uscirà nel 2023 su console Xbox e PC, e sarà incluso nel programma Game Pass sin dal Day One.

Anche Team Ninja e Koei Tecmo hanno saputo stupirci durante l’Xbox & Bethesda Showcase con un trailer tanto inaspettato quanto spettacolare di una nuova IP. Trailer puramente cinematico che non rivela, per ora, alcun indizio sul gameplay ma offre una finestra di lancio. Wo Long – Fallen Dynasty uscirà nei primi mesi del 2023, in cui il gioco uscirà su Xbox e PC e farà parte, sin dal Day One, del programma Game Pass. Non è ancora chiaro se si tratterà di un’esclusiva console o se il gioco vedrà la luce anche sulle piattaforme di casa Playstation.

Altri due annunci importanti si sono associati alle dichiarazioni di Phil Spencer riguardo l’importanza attribuita da Xbox Gaming al mercato nipponico. In questo contesto è stata presentata una delle novità più attese dal pubblico per il parco titoli Xbox. Il trittico di giochi della serie Persona che comprende gli episodi dal 3 al 5 sarà reso disponibile su Xbox Game Pass e sulle piattaforme di casa Microsoft, dopo decenni di esclusività per le console Sony. Persona 3 Portable, Persona 4 Golden e Persona 5 Royal saranno tutti disponibili per Xbox One, Xbox Series X/S e PC e nell’ambito del programma Game Pass. Il primo dei tre giochi ad apparire sul catalogo sarà proprio Persona 5 Royal, che arriverà il 21 ottobre 2022 su Xbox Series X/S e PC e sarà presente fin da subito su Xbox Game Pass.

Un altro annuncio bomba è stato il momento dedicato alla parentesi Kojima. Ad ulteriore conferma delle parole di Spencer, ma sempre con un modo di fare piuttosto criptico, Hideo Kojima, noto ed eccentrico designer giapponese (Metal Gear Solid, Death Stranding) ha registrato un messaggio in cui si esprime riguardo al misterioso progetto che sta sviluppando in collaborazione con Microsoft. Ecco il testo del suo messaggio: “Esiste un gioco che ho sempre desiderato creare. Un gioco completamente nuovo, che non assomiglia a nulla che abbiate mai visto o sperimentato prima. Ho atteso a lungo il giorno in cui, finalmente, mi si presentasse un’opportunità. Adesso, grazie all’avanzatissima tecnologia Cloud offerta da Microsoft e al cambiamento nel trend dell’industria, ho finalmente la possibilità di mettermi alla prova con questo concept mai visto prima. Forse ci vorrà un po’ di tempo, ma non vedo l’ora di lavorare con Xbox Game Studios e potervi portare, in futuro, qualche notizia che di sicuro vi emozionerà!”.

Come sempre, anche l’Xbox & Bethesda Showcase si è concluso con un annuncio molto importante, molto atteso e, in questo caso, molto corposo. Dei rumoreggiati “venti minuti” da dedicare a Starfield, il nuovissimo GdR spaziale di Bethesda, ne sono stati “mantenuti” ben 15, con scorci di gameplay molto significativi intervallati da una presentazione fornita da Todd Howard in persona. Nella parte conclusiva del trailer, si cerca di dare una risposta seppur vaga, alla domanda: “Quanto è grande Starfield?”. Il pianeta dove si trova New Atlantis, Jemison, è nel sistema di Alpha Centauri. E’, comprensibilmente, un pianeta con buone caratteristiche di abitabilità e la sua componente esplorabile non si limita all’avamposto: è possibile scendere in un altro punto del pianeta e dedicarsi alla sua esplorazione. Esplorazione che si può portare avanti anche sugli altri pianeti del sistema, che ovviamente potrebbero avere caratteristiche climatiche e biomi diversi: pietroso, ghiacciato, infuocato. E anche la gravità, il tipo di fauna e di flora e altre caratteristiche possono variare. Allo stesso modo, è possibile darsi all’esplorazione di altri sistemi solari. Ce ne sono più di 100, per un totale di oltre mille pianeti esplorabili. Con la promessa che potranno diventare molti di più in futuro, dato che le parole che Howard ha pronunciato nel suo “discorsetto” di chiusura, lasciano intendere che il gioco potrà beneficiare di aggiornamenti ed espansioni anche dopo il lancio: “Non vediamo l’ora che possiate provare il gioco. Grazie per essere stati con noi quest’oggi e grazie per tutto il sostegno che ci avete dato nel corso dei decenni e soprattutto per quello che ci avete dato su questo gioco. Creare questo gioco è stato un viaggio incredibile, ma siamo certi che sia solo l’inizio, perché il vero viaggio inizierà quando comincerete a giocarlo. Non vediamo l’ora di scoprire che cosa troverete!“. Starfield uscirà nel 2023 per PC e Xbox (anche su Cloud) e farà parte del programma Xbox Game Pass sin dal Day One.

Tirando le somme, Questo Xbox & Bethesda Games Showcase 2022 ha mostrato davvero tante novità per i prossimi 12 mesi, i possessori di Xbox e soprattutto gli abbonati al Game Pass avranno davvero tanti videogames da provare e con cui mettersi alla prova e passare ore ed ore di divertimento.

Francesco Pellegrino Lise




Capcom svela le novità per i prossimi 12 mesi

Il Capcom Showcase 2022 si è presentato ricco di novità e annunci. Durante l’evento la casa di Osaka ha presentato la sua line-up in arrivo nei prossimi mesi. Lo show si è aperto con un nuovo trailer di Sunbreak, attesa espansione di Monster Hunter Rise fissata per il 30 giugno su Nintendo Switch e PC. La presentazione ha offerto uno sguardo approfondito al gameplay, al bioma della Giungla e ai nuovi mostri, tra cui i possenti Espinas e Gore Megala. Lo spazio dedicato all’hunting game si è concluso con l’annuncio della Demo Gratuita di Sunbreak, disponibile a partire da oggi 14 giugno su Nintendo Switch e PC via Steam, e dei futuri Title Update, il primo dei quali fissato ad agosto con il Lucent Nargacuga. Il comparto dedicato ai picchiaduro ha offerto un trailer di Street Fighter 6, con i suoi lottatori Chun-Li, Ryu, Jamie e Luke, e un reminder sull’uscita di Capcom Fighting Collection prevista per il 24 giugno 2022. L’operazione nostalgia è proseguita con Capcom Arcade Stadium 2, atteso invece per il 22 luglio. Tenendo fede alle previsioni della vigilia, lo showcase ha offerto un nuovo video di gameplay dello sparatutto team-based Exoprimal, presentato dal Director Takuro Hiraoka. Il filmato ha offerto una panoramica approfondita delle meccaniche di gioco, delle abilità dei personaggi, dei nemici e delle modalità, tra cui Dino Survival. L’uscita del gioco, ricordiamo, è attualmente prevista in un generico 2023 e sarà anticipata da un Network Test, al quale è possibile iscriversi seguendo questo indirizzo. Dopo i dinosauri, spazio ai draghi: Hideaki Itsuno è apparso sul palco digitale per rimarcare l’importanza del franchise di Dragon’s Dogma, che negli anni si è espanso in diversi media, e per annunciare i festeggiamenti per il decimo anniversario del franchise.

Piatto ricco anche per i fan di Resident Evil Village, ai quali sono stati dedicati il primo trailer del DLC Shadows of Rose, la modalità arcade Additionals Orders per The Mercenaries e la modalità in terza persona per Ethan, tre contenuti previsti per il 28 ottobre 2022 nell’ambito di un unico DLC a pagamento denominato “Winters’ Expansion”. Coloro che non posseggono il gioco base potranno optare per la Resident Evil Village Gold Edition, una nuova edizione contenente l’avventura principale e, appunto, la Winters’ Expansion. Contestualmente, c’è finalmente stata la conferma della data di lancio di Resident Evil Re:Verse, anch’essa corrispondente al 28 ottobre 2022. Non poteva inoltre mancare Resident Evil 4 Remake, per il quale sono stati forniti dei dettagli sulla storia, chiaramente indirizzati ai nuovi giocatori. Il gran finale è stato affidato all’annuncio delle versioni next-gen di Resident Evil 2 Remake, Resident Evil 3 Remake e Resident Evil 7, che su PS5 e Xbox Series X godranno del supporto al 4K, framerate elevati e ray tracing e Audio 3D. Gli update sono già disponibili gratis per tutti i possessori delle versioni di vec cha generazione.

Francesco Pellegrino Lise




TikTok investe nella realtà virtuale e sfida Facebook

ByteDance, la società proprietaria di TikTok, sta investendo nella realtà virtuale. Secondo un rapporto del sito Protocol, l’azienda vorrebbe dedicare somme importanti allo sviluppo di contenuti VR, anche in vista del lancio del metaverso da parte di Meta-Facebook. Gran parte dell’investimento di ByteDance è destinato alle assunzioni di specialisti software, per la creazione di una piattaforma che sia accessibile anche dai mondi 3D. Come evidenziato da Protocol, online sono apparse oltre 40 offerte di lavoro per Pico, il produttore cinese di visori di realtà virtuale che ByteDance ha acquisito l’anno scorso. La maggior parte riguarda le filiali della costa occidentale dei Pico Studios in California e Washington. Si va dalla ricerca di un manager per la strategia di giochi VR a responsabili delle operazioni. Altre posizioni aperte suggeriscono un’attenzione all’hardware VR di Pico, inclusi un ingegnere ottico e un ingegnere elettrico di progettazione di sistemi. Il boom di richieste professionali indicherebbe anche che Pico sta cercando di consolidarsi negli Stati Uniti. Alcune posizioni mirano infatti a “responsabili marketing che guideranno i prodotti di Pico nel mercato consumer statunitense”. Ad oggi infatti il marchio è conosciuto soprattutto in Cina anche se con il lancio di Pico Neo 3 Link, un visore che non necessita di un computer esterno per funzionare alla stregua dell’Oculus Quest 2, l’azienda ha accesso l’interesse del pubblico anche in Europa, dove il prezzo di vendita è inferiore ai 450 euro. Stando ai dati degli analisti di Idc, Il mercato globale dei visori per realtà aumentata e realtà virtuale (AR/VR) è cresciuto del 92,1% anno su anno nel 2021, con stime del +46,9% per la fine del 2022. Nei prossimi quattro anni, Idc prevede 50 milioni di visori spediti, grazie soprattutto alle attività di Meta e all’ingresso nel settore di nuove aziende, tra cui Apple.

F.P.L.




Messenger, su iOS e Android arriva la scheda “chiamate”

Meta, già Facebook, ha lanciato una nuova scheda “chiamate” a livello globale nella sua app Messenger sia per iOS che per Android. La sezione terrà traccia di ogni chiamata effettuata o ricevuta nell’app e renderà più semplice usare il client per entrare in contatto con i propri amici, quasi come su WhatsApp. L’idea di Meta è infatti quella di spingere le persone a utilizzare maggiormente Messenger per telefonare, al di là delle funzionalità di chat testuale. Secondo il gruppo, negli ultimi due anni, complice anche la pandemia, sia le chiamate audio che quelle video su Messenger sono aumentate del 40%, con 300 milioni di telefonate effettuate ogni giorno. L’app ha introdotto per la prima volta le chiamate vocali nel 2013 e, con la scheda odierna dedicata, compie un ulteriore passo in avanti come hub di comunicazione completo. Nel 2014, Facebook aveva separato l’app dal social principale, pubblicandone una versione indipendente sia su App Store di iOS che sul Play Store di Google. Un anno dopo aveva debuttato la funzione di videochiamata, seguita dalle chat di gruppo. Più di recente, Meta ha aggiunto nuove scorciatoie, incluse opzioni per avvisare tutti in una conversazione oppure inviare messaggi che non danno luogo a notifiche. Nel settore delle app di messaggistica gratuite, Messenger ha una lunga lista di concorrenti, tra cui Google Voice, Viber, Signal e la stessa WhatsApp, che Meta ha acquistato nel 2014. Tra le tante, Messenger rimane una delle poche, oltre a FaceTime di Apple, a non richiedere un numero di telefono in fase di registrazione per funzionare.

F.P.L.




Pac Man Museum+, la collezione definitiva

Pac Man è il personaggio icona dei videogiochi per antonomasia. Chi non lo conosce? E’ rotondo, è giallo e sembra una pizzetta da cui qualcuno ha mangiato un solo spicchio. Era il 1980 quando lo storico cabinato arcade prodotto da Namco arrivava in sala giochi; personaggio e videogiochi erano stati inventati, invece, da Tōru Iwatani. In questi giorni il personaggio è tornato a far parlare di sé, perché Pac-Man Museum+, annunciato qualche mese fa, è finalmente arrivato su PC, Nintendo Switch, PlayStation 4, su Xbox One, sulle console next gen. Quale modo migliore di celebrare le quarantadue candeline del personaggio, se non quello di pubblicare una ricchissima antologia composta di quattordici videogiochi storici, alcuni più recenti, altri vecchissimi, anche con alcuni nomi a oggi introvabili e semisconosciuti nel nostro Paese? Pac Man Museum+ è infatti la raccolta definitiva dei titoli Namco che contiene ogni titolo che vede come protagonista il giallo e rotondo personaggio simbolo del gaming. Per chi non lo sapesse, ma è quasi impossibile credere che ci sia qualcuno che non lo sappia, la dinamica di Pac Man consiste nella raccolta di palline gialle all’interno di un labirinto, evitando ovviamente di farsi mangiare dai quattro fantasmini colorati che lo abitano, vale a dire Blinky (rosso), Pinky (rosa), Inky (azzurro) e Clyde (arancione). Ogni labirinto contiene inoltre quattro “pac-dot” più grossi e luminosi degli altri, i quali consentono a Pac-Man di diventare invincibile per pochi secondi, ma soprattutto di mangiare gli sventurati fantasmi lungo la via (anche se si rigenereranno di lì a poco). Questa è la formula standard, onnipresente e variata all’infinito in Pac-Man Museum+. Il quale non è altro che una corposa, imprescindibile antologia per tutti i fan della mascotte Bandai Namco. In questo titolo c’’è il primo, vero, insostituibile Pac-Man del 1980, e con lui le iniziali, timide variazioni del gameplay di base: Super Pac-Man, a base di frutta da liberare e raccogliere; Pac & Pal, con la difficoltà aggiuntiva di una nemesi verde ruba frutta; Pac-Land, che di colpo ha trasformato il videogioco in un platform; Pac-Mania, sperimentazione in 3D del 1987. E tanti altri. Di questi “altri”, alcuni probabilmente non sono noti ai più, Pac-In-Time, per esempio, in cui l’eroe si ritrova trasportato in varie epoche del passato, con l’obiettivo di sconfiggere una strega malvagia e tornare così nel presente; praticamente un gioco d’azione, d’avventura, che nulla condivide con la formula standard della serie, se non la presenza di alcuni personaggi fondamentali. Torna alla ribalta anche Pac-Man Arrangement, deliziosa iterazione in 3D arricchita da una direzione artistica e sonora ancora oggi estremamente accattivante. E “nuovi” sono pure Pac-Motos, gradita riscoperta risalente nientemeno che all’epoca di Nintendo Wii (2007); Pac ‘n Roll Remix, quest’ultimo nato su Nintendo DS e cresciuto su Nintendo Wii (ricorda tanto Super Monkey Ball); infine il più recente Pac-Man 256, i cui pixel e poteri strampalati, come tornado annienta fantasmi e bombe, probabilmente sono noti ai più visto l’uscita su console a cavallo tra il 2015 e il 2016. Nel proporre i suoi quattordici titoli, Bandai Namco ha avuto un’idea ad hoc per celebrare la natura anni ‘80 del titolo, ossia: quella di non accostare semplicemente una serie di nomi all’interno di un anonimo menù principale da scorrere in orizzontale o verticale, ma di permettere invece al giocatore la realizzazione della sua sala giochi personale con veri e propri cabinati e postazioni console. Una volta avviato Pac-Man Museum+, ci si ritrova infatti all’interno di un piccolo ambiente ospitante una serie di arcade: sono i cabinati storici, realizzati ovviamente in scala, che a partire dagli anni Ottanta hanno permesso di giocare alle varie versioni di Pac-Man, in Giappone ed Europa.

L’hub principale consiste, appunto, nella sala giochi: e il giocatore – il quale controlla un Pac-Man 3D libero di muoversi negli ambienti! – può arredarla come meglio crede. Inizialmente viene spiegato che l’accesso a ogni singolo titolo costa un gettone, esattamente come avverrebbe nel mondo reale. Ma sbloccare nuove monete è assai semplice, basta dedicarsi un po’ ai singoli titoli, guadagnandone così molte di più. Con queste monete è poi possibile sbloccare oggetti d’arredo e trofei a un distributore nell’angolo, personalizzando così la sala giochi secondo i propri gusti personali. Non è consigliabile, però, dedicarsi sempre e soltanto allo stesso titolo, per due motivi: alcuni sono bloccati, e richiedono l’aver terminato almeno un paio di partite con cabinati specifici; inoltre, più partite di videogiochi diversi verranno completate, maggiori visitatori arriveranno nella sala giochi. E questi visitatori sono i fantasmini colorati gia sopra menzionati. Ulteriore nota positiva è rappresentata dalla presenza di sfide specifiche per ognuno dei quattordici titoli della raccolta. Si va dalle missioni più intuitive, come ad esempio completare un certo numero di partite o mangiare un numero preciso di fantasmi, fino ad alcune apparentemente impossibili come ottenere 50.000 punti nel primo Pac-Man senza morire. Ciò stimola a giocare e rigiocare i singoli cabinati, proponendo obiettivi diversi ai vari tipi di acquirente: il nuovo arrivato, o colui che desidera dedicarsi solo al primissimo Pac-Man, potrà farlo senza problemi; i più esigenti si ritroveranno invece alle prese con proposte dalla difficoltà davvero significativa, capaci di tenerli impegnati per parecchio tempo. Dal punto di vista tecnico non sono presenti criticità di ogni sorta, ma anzi, su console i caricamenti sono rapidi, l’accessibilità intuitiva e immediata, l’emulazione dei singoli giochi è praticamente perfetta. È anche possibile modificare la grandezza dello schermo degli arcade e, in parte, i loro colori. Nulla per cui strapparsi i capelli, ma bene che vi siano anche queste possibilità di personalizzazione. Tutti i menù sono infine in lingua italiana e anche i Pac-Man mai usciti dal paese del Sol Levante sono stati arricchiti con sottotitoli nella nostra lingua, rendendo così comprensibile quella minima narrazione pur presente nelle scene d’intermezzo. Tirando le somme, questa raccolta dedicata al giallo personaggio di Namco, è un vero e proprio tuffo nel passato per chi si è cresciuto con i videogame dell’iconico personaggio, ma la cosa divertente è che anche le nuove generazioni potranno mettersi alla prova scoprendo la difficoltà dei titoli del franchise.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 7

Sonoro: 7

Gameplay: 6,5

Longevità: 7

VOTO FINALE: 7

Francesco Pellegrino Lise




Su Amazon le scarpe si “provano” con la realtà aumentata

Amazon ha lanciato per gli utenti statunitensi, possessori di un iPhone, una nuova funzione nella sua app di e-commerce che se funzionerà come promette, potrebbe rivoluzionare il mercato dell’acquisto di scarpe online. Tramite il menu “Virtual Try-On”, le persone possono infatti “provare” le scarpe di vari marchi in realtà aumentata, riprendendo i loro piedi con la fotocamera del telefono. New Balance, Adidas e Reebok sono alcuni partner dell’iniziativa. Sebbene attualmente la funzionalità sia disponibile solo per gli smartphone Apple, Amazon ha confermato il prossimo arrivo anche su Android. Nel 2017, il gigante del commercio online aveva lanciato qualcosa di simile, con la possibilità di sfruttare la realtà aumentata per visualizzare in anteprima l’aspetto di un mobile nell’ambiente circostante, un’opzione introdotta anche da altre aziende via app, come Ikea. Dopo aver selezionato una scarpa, i clienti possono toccare il pulsante di prova sotto l’immagine del prodotto e puntare la fotocamera del proprio dispositivo mobile in basso, per vedere il modello indossato. All’interno dell’esperienza, è possibile scegliere tra vari colori delle calzature ma non le taglie: ossia la funzionalità non aiuta a decidere la misura migliore da acquistare, visto che è il modello 3D che si adatta al piede e non viceversa. “L’obiettivo di Amazon Fashion è creare esperienze innovative che rendano lo shopping di moda online più facile e piacevole per i clienti” ha affermato Muge Erdirik Dogan, presidente di Amazon Fashion. “Siamo entusiasti di presentare Virtual Try-On for Shoes, che consentirà alle persone di provare migliaia di modelli di scarpe, ovunque si trovino. Non vediamo l’ora di migliorare il servizio, ricevendo il feedback dei clienti”. Un altro passo in avanti per lo sviluppo del commercio su internet che aiuterà i più indecisi su quale scarpa preferire e quindi a scegliere per per il meglio.

F.P.L.




LEGO Star Wars: La Saga degli Skywalker, mattoncini e spade laser in salsa next-gen

LEGO Star Wars: La Saga degli Skywalker è l’ultimo action-adventure (disponibile su Pc, Switch e console della famiglia Xbox e PlayStation) sviluppato da TT Games, il team britannico che fino dal 2004 si occupa tutti i videogiochi targati LEGO su licenza. Nel corso degli anni, il gruppo ha perfezionato la propria formula raggiungendo risultati via via sempre più convincenti e ponendo le basi per questo nuovo capitolo. Un episodio che, ovviamente, prosegue sulla strada tracciata dai suoi predecessori ma che, allo stesso tempo, cerca di rilanciare questa particolare categoria di giochi con qualche interessante novità. La prima riguarda la natura stessa del titolo, che traspone nuovamente nell’universo LEGO l’intera saga cinematografica ma ponendo l’accento sui suoi interpreti principali, ovvero i membri della famiglia Skywalker. Sono infatti loro i protagonisti indiscussi di tutti e nove gli episodi presenti nel titolo, che ripercorrono in modo molto fedele le vicende narrate nei rispettivi capitoli su pellicola. Ogni capitolo si compone di cinque livelli principali, intervallati da fasi di esplorazione libera, sulla terraferma o nello spazio, che vedono il giocatore rivivere tutti i momenti più iconici della saga, dall’arrivo di Obi Wan Kenobi e Qui-Gon Jinn su Naboo allo scontro finale tra Rey, Kylo Ren e Palpatine, passando una lunga serie di situazioni scolpite a fuoco nella memoria degli appassionati, come l’emozionante duello tra Luke e Darth Vader, la famosa corsa con gli sgusci vita da Anakin e l’indimenticabile battaglia tra la Resistenza e il Primo Ordine sulla distesa salata del pianeta Crait. Sul fronte del gameplay, la novità principale riguarda la posizione della telecamera. Per questo nuovo videogioco gli sviluppatori hanno infatti abbandonato il sistema di inquadrature fisse isometriche per passare a un sistema da action game in terza persona, con la telecamera posta alle spalle del giocatore e la possibilità di ruotare liberamente l’inquadratura in quasi ogni frangente. Questo cambiamento porta con sé anche una generale rivisitazione del sistema di controllo, che si adegua agli standard del genere implementando una gestione delle coperture in stile Gears of War, seppur molto più basilare, un sistema di mira semi-assistito basato sull’uso dei grilletti posteriori e la possibilità di eseguire attacchi corpo a corpo, a mani nude o con le immancabili spade laser, e schivate con i tasti frontali. Questi ultimi vengono utilizzati anche per saltare, interagire con gli oggetti e, in alcuni casi, utilizzare le abilità speciali a disposizione di alcuni personaggi. Le modifiche all’inquadratura e ai controlli hanno interessato anche le sezioni a bordo di una delle oltre 60 astronavi disponibili nel gioco, durante le quali è possibile muoversi liberamente in tutta la porzione di spazio a disposizione per completare missioni secondarie, raccogliere oggetti, combattere o raggiungere la prossima destinazione.

LEGO Star Wars: La Saga degli Skywalker, proprio come visto nei giochi precedenti, offre un ventaglio di protagonisti davvero invidiabile, che in questa occasione, tra varianti, personaggi secondari e creature uniche, include quasi 400 unità, suddivise in nove classi differenti come Jedi, Sith, Eroi, Droidi, Cacciatori di Taglie e via discorrendo. Ognuna di queste Classi dispone di abilità peculiari, che spaziano dai tradizionali poteri legati all’uso della Forza alla possibilità di lanciare granate quando si indossano i panni dei soldati imperiali, passando per le capacità di traduzione dei droidi protocollari e le spiccate qualità nell’utilizzo delle armi da fuoco a disposizione dei Cacciatori di Taglie come Boba Fett. Una varietà mai vista prima in un titolo LEGO e che si sposa benissimo con tutte le meccaniche di gioco, se si considera la presenza costante di almeno 2 personaggi liberamente scambiabili tra di loro con la semplice pressione del tasto dorsale sinistro. Il gameplay alla base di LEGO Star Wars: La Saga degli Skywalker è sostanzialmente lo stesso di tutti i precedenti capitoli e mischia sapientemente le meccaniche delle avventure in terza persona, incluse le ormai tradizionali boss-fight, con alcuni elementi presi in prestito dal genere platform, il tutto traslato in un mondo composto in buona parte di mattoncini e che, proprio per questo motivo, può essere fatto in mille pezzi o, perché no, semplicemente smontato e riassemblato per dare vita a qualcosa di nuovo, come ripari improvvisati, postazioni di fuoco e mille altre costruzioni. Anche da questo punto di vista LEGO Star Wars: La Saga degli Skywalker non si discosta troppo dai suoi predecessori, offrendo però una maggiore varietà di situazioni e un discreto numero di opzioni di scelta che, spesso, si traducono in percorsi differenti all’interno dello stesso livello. In alcuni casi, per esempio, si può decidere se usare un mucchio di mattoncini per costruire un cannoncino con cui rompere un muro o una pompa antincendio per spegnere un rogo, con una diretta conseguenza sul percorso da seguire per avanzare. Spesso queste azioni potranno essere compiute solo da personaggi specifici, mentre in altri casi sarà necessario recuperare chiavi speciali, completare dei semplici minigiochi o risolvere enigmi più o meno complessi. In diverse situazioni, poi, è possibile seguire strade differenti per raggiungere il proprio obiettivo sfruttando le varie abilità a disposizione dei personaggi, il che mette in evidenza la “stratificazione” che da sempre caratterizza le produzioni su licenza LEGO sviluppate dal team britannico e l’importanza della modalità cooperativa in locale. Anche stavolta è infatti possibile affrontare l’intera avventura da soli o in compagnia di un amico/parente in split-screen sulla stessa console, il tutto attraverso un meccanismo di drop in – drop out estremamente efficace che permette di entrare/uscire dalle partite senza la minima introduzione. Per completare tutti i capitoli presenti in quest’ultimo titolo dedicato a Star Wars sono necessarie fra le 15 e le 18 ore di gioco, ma questo dato si riferisce solo al tempo strettamente necessario a completare i vari livelli principali seguendo l’ordine cronologico di ogni trilogia con i personaggi canonici. Per quanto possa sembrare strano, questo rappresenta però solo l’inizio di un’esperienza che si rivela al giocatore in tutta la sua complessità solo una volta completato almeno un episodio. E’ in questo momento, infatti, che il giocatore sblocca la possibilità di rigiocare i vari livelli con personaggi differenti o di tornare a esplorare le varie ambientazioni nella modalità libera, che come da tradizione consente di passare rapidamente da un personaggio all’altro con poche pressioni dei tasti. Questa possibilità, oltre a garantire un’incredibile varietà di situazioni, risulta essenziale per portare a termine la maggior parte degli incarichi secondari, generalmente vincolati all’uso di una specifica classe o, addirittura, di uno specifico personaggio. Questo meccanismo è direttamente collegato al modo con cui si sbloccano i nuovi personaggi giocabili, che dipende da un discreto numero di fattori. Alcuni personaggi o veicoli si bloccano semplicemente una volta completato uno specifico capitolo o un episodio, mentre altri possono essere ottenuti solo completando incarichi secondari, i quali a loro volta richiedono di utilizzare un preciso protagonista. Altri ancora possono invece essere sbloccati solo spendendo una parte dei mattoncini raccolti durante l’esplorazione o investendo gli speciali mattoncini Kyber, che di fatto rappresentano la ricompensa tangibile per i progressi fatti nel gioco. Ogni livello permette infatti di ottenerne sei: uno legato al completamento dello stage, da uno a tre per il quantitativo di mattoncini raccolti, uno legato al completamento delle tre mini-sfide proposte in ogni livello, ai quali si somma la possibilità di sbloccare un ulteriore mattoncino Kyber e un veicolo micro raccogliendo tutte le parti del relativo kit nascoste nel livello.

I mattoncini Kyber, oltre a permettere lo sblocco di alcuni modelli speciali, sono anche fondamentali per sviluppare le abilità a disposizione dei personaggi, suddivise in perfetto stile RPG in tanti piccoli alberi delle skill dedicati a ogni classe, più uno generico che influisce sulle abilità di tutti i protagonisti. Anche in questo caso si tratta di un sistema completamente opzionale che, di fatto, può essere ignorato senza particolari ripercussioni sul gioco se non qualche situazione leggermente più ostica da affrontare. Il livello di difficoltà generale di LEGO Star Wars: La Saga degli Skywalker, anche in virtù del suo target principale, è infatti mediamente basso ed è possibile portare a termine praticamente tutte le missioni senza mai potenziare nessuna delle abilità sbloccabili. Così facendo si rischia però di perdere per strada una buona fetta del divertimento proposto dal titolo di TT Games, che fonda la propria longevità e la consueta rigiocabilità anche sulla continua evoluzione dei personaggi, oltre che sul desiderio di sbloccare tutti i personaggi e i veicoli presenti nel gioco. Non è quindi un caso che gli sviluppatori abbiano deciso di includere nel titolo veicoli e cavalcature da utilizzare per muoversi rapidamente all’interno dei livelli aperti o che il gioco permetta al giocatore di acquisire indizi sulla posizione dei collezionabili parlando con gli NPC o acquistando veri e propri indizi, sempre utilizzando la valuta accumulata in-game. Per quanto riguarda il lato tecnico, LEGO Star Wars: La Saga degli Skywalker rappresenta senza ombra di dubbio uno dei passi in avanti più grandi fatti dalla software house inglese negli ultimi anni. Il nuovo motore grafico proprietario sviluppato da TT Games sfrutta infatti tutta la potenza delle console di ultima generazione per raggiungere un livello di dettaglio mai visto prima in un gioco LEGO. Sulle console di nuova generazionie di Microsoft, ossia Xbox Series X e Series S, il gioco permette di selezionare in qualunque momento se limitare il framerate a 30fps, così da raggiungere i 4K nativi in quasi tutte le occasioni su Series X e i 1260p su Series S, o se permettere al gioco di raggiungere i 60 fps rinunciando a qualche pixel su entrambe le piattaforme. Per quanto riguarda il comparto audio, il gioco può beneficiare di tutta la colonna sonora originale, alla quale si affiancano gli effetti audio storici della saga e una completa localizzazione in lingua italiana, sia per quanto riguarda i testi sia per quanto riguarda le voci dei protagonisti. Queste ultime possono anche essere sostituite con i ben noti “mugugni” dei personaggi, per la gioia di tutti quegli appassionati che non hanno mai visto di buon occhio il doppiaggio nei titoli targati LEGO. Tirando le somme, possiamo senza dubbio dire che le novità introdotte dagli sviluppatori permettono al nuovo capitolo di lasciarsi alle spalle buona parte degli elementi obsoleti presenti nelle ultime produzioni e, soprattutto, di proporre un gameplay capace di soddisfare praticamente qualunque tipologia di giocatore, dai più giovani che non conoscono nulla della saga ai fan che potrebbero recitare praticamente tutti i copioni a memoria. Un’esperienza capace di regalare tantissime ore di divertimento, ma che deve inevitabilmente fare i conti con l’inspiegabile assenza di una componente cooperativa online e con alcuni elementi che, nonostante l’impegno profuso, non riescono a dare un apporto sensibile al bilanciamento generale. Si tratta fortunatamente di difetti perdonabili e che, una volta impugnato il pad da soli o in compagnia di un amico, passano rapidamente in secondo piano per lasciare spazio al miglior videogioco a mattoncini realizzato finora. A nostro giudizio, sia che siate appassionati della saga di Star Wars, sia che non abbiate mai visto un solo film della serie, il titolo di TT Games è un prodotto che merita di essere giocato e rigiocato fino a sbloccare il 100 per 100 delle cose.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8

Sonoro: 9

Giocabilità: 8,5

Longevità: 8,5

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise




Stranger of Paradise Final Fantasy Origin, quando l’rpg diventa “action”

Stranger of Paradise Final Fantasy Origin è uno spin-off della celebre saga, disponibile per le console della famiglia Xbox, PlayStation e Pc, con cui Square Enix ha voluto celebrare il 35esimo anniversario della saga. Il titolo il prodotto ideato dall’estroso Tetsuya Nomura e sviluppato dal rinomato Team Ninja di Koei Tecmo Games reinterpreta in chiave action la prima “fantasia finale” del 1987, preservandone la mitologia e alcuni elementi chiave. Ci teniamo a sottolineare che Stranger of Paradise non è un remake action del primo storico capitolo di Final Fantasy. Al contrario, rappresenta una libera interpretazione di un periodo antecedente a quella storia, che richiama buona parte degli archetipi del capostipite, ma che va a modificare rapporti, connessioni, anche alcuni elementi della lore. La storia del gioco si sviluppa in un mondo che ha smarrito la propria luce. Quattro Cristalli governano i quattro elementi principali, e la città di Cornelia è amministrata da una famiglia reale che da generazioni mantiene un flebile equilibrio tra le forze. L’entità Chaos tenta disperatamente di portare l’oscurità nel mondo e un’antica profezia recita che saranno i quattro Guerrieri della Luce a riportare la pace sconfiggendo Chaos. In questa classica trama nipponica fatta di cristalli, luce e oscurità, i giocatori faranno la conoscenza di Jack, che per qualche motivo inizialmente non ben definito percepisce dentro di sé la necessità di sconfiggere Chaos. È in possesso di uno dei quattro cristalli degli elementi e nel giro di una manciata di secondi stringe una solida e vicendevole amicizia con Jed e Ash, entrambi possessori di cristalli che lo seguiranno ovunque vada. Sfortunatamente Stranger of Paradise è un titolo che non brilla per scrittura ed è spesso accompagnato da dialoghi di caratura non certamente elevata e da una regia che alterna momenti chiari alla totale confusione. Tutto l’arco narrativo si risolve in una manciata di colpi di scena che vengono lanciati col contagocce nel corso dell’avventura, ma che poi esplodono tutti insieme da un determinato momento in poi. Per questo motivo, al netto di una scrittura dimenticabile, l’intreccio riesce comunque a interessare e a generare qualche momento di stupore in chi gioca. Nel corso della ventina di ore necessarie a portare a termine le missioni principali bisognerà sforzarsi di “credere” nell’insieme di elementi poco chiari che si riversano sullo schermo, in attesa delle principali rivelazioni su Jack e sul suo gruppo di amici, ai quali si aggiungono ben presto Neon e Sophie. Insomma, al netto di riferimenti e strizzate d’occhio ai vecchi appassionati della serie, Stranger of Paradise non verrà di certo giocato per la qualità della narrazione. Trattandosi di un titolo “action” una volta avviato il gioco c’è la possibilità di scegliere il livello di difficoltà dal menù iniziale. Questo di per sé non rappresenterebbe certo un problema, ma sfortunatamente la situazione diventa difficile per quanto riguarda il bilanciamento dell’esperienza che mette i giocatori di fronte a un action mediamente molto facile e che ha degli improvvisi e sporadici picchi di difficoltà. Per quanto riguarda la struttura, Stranger of Paradise è un titolo che si basa su una corposa quantità di missioni, scollegate tra logo e raggiungibili tramite un mappamondo che mostra le diverse regioni del continente. Tali missioni suggeriscono fin da subito il livello consigliato per essere affrontate, una dettagliata serie di ricompense conquistabili e una descrizione di quanto accaduto fino a quel momento e di quel che i protagonisti dovranno affrontare in battaglia. Una volta in gioco si affronteranno una serie infinita di avversari presi di peso dalla storia di Final Fantasy fino a completare una mappa che porterà inevitabilmente al boss che conclude la missione. Conquistata la vittoria si tornerà al mappamondo e via così fino ai titoli di coda. Niente open world, nessun hub centrale, né tantomeno altri personaggi con cui confrontarsi – se si esclude una meccanica piuttosto anacronistica che permette d’intrattenersi in alcuni dialoghi con gli abitanti di Cornelia direttamente dal menù del mappamondo.

Dal punto di vista della giocabilità, Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin prende in prestito la formula già vista in Nioh e vi innesta una manciata di elementi tipici di Final Fantasy, come appunto le classi e le magie. Rigorosamente in tempo reale, il sistema di combattimento vedrà il giocatore assumere il controllo del solo Jack, che però potrà essere affiancato da due dei quattro compagni selezionabili e affidati all’intelligenza artificiale. Rispetto a Nioh, il protagonista del nuovo action RPG presenta tre diverse barre, rappresentate da energia, punti magia e logoramento: se le prime due non richiedono alcuna spiegazione, la terza si svuota quando si subiscono degli attacchi e una volta consumata del tutto induce un Crollo temporaneo, ossia uno stato in cui Jack rimane indifeso per diversi secondi e oltretutto vede ridurre i propri PM massimi. Paragonabile alla postura di Sekiro, quella del logoramento è una meccanica che il protagonista può sfruttare a proprio vantaggio per annientare in fretta e furia i suoi avversari, in quanto tutte le creature del bestiario possono essere indotte in stato di Crollo: aggredendo i nemici alle spalle o colpendoli ripetutamente per ridurre la barra del logoramento, Jack ha la facoltà di avvicinarsi al bersaglio ed eseguire un cosiddetto “Impeto Spirituale”, ovvero un potente colpo di grazia che pone fine alla vita del malcapitato e al contempo ripristina i PM dell’eroe. Frantumando i mostri cristallizzati con Impeto Spirituale e assorbendo la loro forza vitale, è infatti possibile incrementare a dismisura i PM massimi del protagonista, che tuttavia tornano ai valori standard in caso di sconfitta. Con tutta probabilità si tratta della meccanica più utile e importante dell’intero pacchetto, anche perché questa innesca una furiosa sequenza animata durante la quale il Guerriero della Luce diventa brevemente invulnerabile: pertanto, il suo abuso può essere determinante nelle sequenze più concitate e in presenza di molti avversari, che in caso contrario lo circonderebbero per colpirlo da più direzioni. Non meno interessante è anche la meccanica dello “Scudo Spirituale”, che a differenza del “parry” tradizionale consuma la barra del logoramento per travolgere e intimorire gli oppositori circostanti con una rapida ondata di energia. Tra l’altro, se eseguita con il giusto tempismo, questa non blocca soltanto gli attacchi in entrata, ma ripristina i PM e facilita i contrattacchi, consentendo a Jack di apprendere le “Abilità Istantanee”: tecniche nemiche che, una volta prese in prestito, non consumano punti magia e hanno un limitato numero di attivazioni, ragion per cui è consigliabile conservarle e impiegarle al momento più opportuno. Alle suddette soluzioni ludiche si aggiunge poi quella del Lux, una meccanica che sacrifica diversi segmenti della barra PM per scatenare un rabbioso power-up che infligge maggiori danni logoranti alle creature circostanti e assorbe in automatico i mostri annientati. A differenza di Nioh e delle produzioni di matrice soulslike cui questo era ispirato, non solo Final Fantasy Origin appare piuttosto accessibile anche a difficoltà Dinamica, ma gli sviluppatori hanno per giunta deciso di andare incontro ai neofiti del genere, includendo un selettore di difficoltà che appunto permette di incrementare o abbassare a dismisura il livello di sfida. Pertanto, se gli appassionati di esperienze proibitive come quelle alla From Software troveranno pane per i loro denti soltanto in modalità Difficile e Caotica, al contrario Dinamica e Narrativa andranno incontro alle esigenze di neofiti, azzerando il rischio di rimanere bloccati. Al netto di qualche picco improvviso e vertiginoso, il bilanciamento complessivo della difficoltà è inflazionato pure dalla presenza dei compagni, che a differenza di quanto accadeva nella prima demo di Stranger of Paradise tendono ad attaccare con maggior grinta e ad annientare da soli qualsiasi minaccia, boss inclusi.

Il sistema di combattimento di Final Fantasy Origin è supportato da un sistema di classi che spalanca le porte a una notevole stratificazione ludica: suddivise in tre categorie (base, avanzate e supreme), le classi del titolo mutano radicalmente i pattern di attacco e le skill del Guerriero della Luce, in quanto ognuna di esse dispone di un proprio albero delle abilità in cui sbloccare tecniche e talenti unici. Sono disponibili ben 28 categorie (chiamate job) e dopo averle provate tutte possiamo dire con assoluta certezza che non ci sono job più efficaci di altri: dal momento che ciascuno di essi è caratterizzato da punti di forza unici e altrettante debolezze, la loro fruttuosità in battaglia è stabilita soltanto dallo stile personale e dall’approccio adottato dall’utente. Se ad esempio il Samurai è la classe perfetta per chi ama realizzare lunghe catene di combo, il Ladro è l’unico job in grado di rubare le Abilità Istantanee in qualsiasi momento, mentre il Ronin privilegia gli attacchi a sorpresa. Ancora, se mestieri prettamente melee come il Lanciere o lo Schermidore sono indicati a coloro che provano maggiore soddisfazione in mischia, le svariate classi magiche esaltano il combattimento a distanza e possono lanciare fenomenali incantesimi ad area, ad eccezione del Mago Rosso, che al contrario utilizza sia attacchi corpo a corpo che a lunga gittata. Allo scopo di valorizzare sperimentazione e diversificazione, lo sviluppatore ha ben pensato di implementare il “cambio di assetto”, che attraverso la semplice pressione di un casto consente a Jack di passare da un job all’altro e di modificare istantaneamente l’intero equipaggiamento. In questo modo, il giocatore può impostare due classi contraddistinte da talenti diametralmente opposti e alternarle a seconda delle necessità, sfruttando a proprio vantaggio le rispettive peculiarità e al contempo i punti deboli degli avversari. Va infatti detto che diverse categorie di mostri sono particolarmente resistenti agli assalti fisici, mentre altri cadono con maggior rapidità se tempestati con attacchi magici o armi laceranti. Questo non solo incentiva l’utente a padroneggiare parecchie classi e armi diverse, ma l’alternanza diventa a tutti gli effetti una necessità primaria per potersi adattare di continuo alle diverse caratteristiche delle creature affrontate. Tuttavia, se da una parte la presenza di 28 classi diverse agevolano la diversificazione, dall’altra la troppa carne al fuoco spinge a cambiare job subito dopo aver completato l’albero della abilità associato. Saltando da un job all’altro, Stranger of Paradise non concede quindi il tempo necessario per assimilare a dovere i singoli talenti delle stesse, che molto spesso finiscono invece per non essere utilizzati affatto. Per quello che concerne l’aspetto estetico, giocato su Xbox Series X in modalità Performance, il titolo incappa di tanto in tanto in cali di frame rate leggeri quanto inspiegabili, specie se si considera la semplicità dei modelli poligonali e la povertà delle texture che ne tradiscono la natura cross-gen. Rinunciando a una maggiore fluidità per incrementare i dettagli grafici, la modalità Risoluzione restituisce invece una nitida immagine in Ultra HD. La vera lacuna del nuovo gioco di Square Enix va però ricercata nel character design: laddove l’efficace monster design ha portato sui nostri schermi delle fiere minacciose e degne di Final Fantasy, il design dei protagonisti risulta terribilmente anonimo e sottotono. Se a questo si aggiunge la grossolana espressività facciale e un lip-sync spesso assente, la data cornice tecnica di Stranger of Paradise lascia piuttosto interdetti. La situazione migliora non poco sul versante sonoro, grazie alla presenza di un accompagnamento musicale puntuale e variegato, che propone interessanti riarrangiamenti dei motivetti più apprezzati di tutta la saga. Passando al doppiaggio, durante i nostri test abbiamo preferito la voce giapponese a quella inglese, poiché meglio recitata e sorretta da accostamenti vocali più azzeccati. Sono invece i testi in italiano ad averci fatto storcere il naso, a causa di scelte di adattamento opinabili e dell’eccessivo ritardo con cui i sottotitoli appaiono sullo schermo. Tirando le somme possiamo dire che Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin è un esperimento riuscito solo in parte. La sceneggiatura carente e il comparto tecnico anacronistico, senza dimenticare una direzione artistica svogliata, sono in questo caso controbilanciati da un sistema di combattimento stratificato e in buona parte mutuato da Nioh. Il piatto forte dell’intero pacchetto è certamente rappresentato dalla frenesia dell’azione e dalla profondità strategica offerta dal cambio di Assetto, che attraverso la pressione di un tasto muta completamente l’equipaggiamento e le capacità del protagonista Jack, consentendogli di adattarsi a qualsiasi situazione. Complice un livello di difficoltà tarato verso il basso, ne consigliamo l’acquisto a coloro che fino a questo momento si sono tenuti alla larga dai “soulslike”, poiché intimiditi dal livello di sfida elevato che contraddistingue il genere. Col supporto dei compagni e del selettore di difficoltà, al contrario Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin potrebbe essere l’occasione perfetta per cimentarsi con qualcosa di nuovo e ampliare i propri orizzonti videoludici. In ogni caso, se si è fan della serie e si vuole provare qualcosa di diverso dal solito, consigliamo vivamente di giocare questo titolo in quanto, nonostante i limiti descritti, rappresenta comunque un’esperienza divertente e assolutamente inedita nell’universo di Final Fantasy.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 7

Sonoro: 8

Gameplay: 8

longevità: 6,5

VOTO FINALE: 7,5

Francesco Pellegrino Lise




GTA V sulla cresta dell’onda con l’update next-gen

GTA V è senza ombra di dubbio il migliore capitolo della serie, il titolo infatti ha avuto il merito di rendere la saga ancora più realistica e profonda e ancora oggi, a distanza di 9 anni dalla sua uscita è un gioco a cui fa sempre piacere giocare. Con l’aggiunta dell’online (alcuni anni fa) e adesso con l’update next-gen, il software di Rockstar Games vive una nuova vita e si presenta al mondo nella sua versione definitiva. Per comprendere il fenomeno GTA V a fondo basta pensare che il videogame in questione ha letteralmente attraversato tre generazioni di console, partendo da PS3 e Xbox 360 fino ad oggi, momento in cui arriva una versione pensata per Playstation 5 e Xbox Series X/S. In questi anni GTA V si è espanso con contenuti aggiuntivi ed inserendo nuove missioni e aggiornamenti prevalentemente sull’online che può vantare ancora dei numeri che pochi altri giochi possono solo sognare. Quindi alla domanda “Questa ulteriore versione ideata per la next-gen è realmente necessaria?”, la risposta è sì. Infatti dopo averci passato diverse ore e mettendo il titolo alla prova su Xbox Series X siamo arrivati alla conclusione che GTA V next-gen è davvero un lavoro ben fatto, e quando diciamo ben fatto non parliamo solo di un miglioramento grafico e delle prestazioni, ma parliamo di ogni aspetto della produzione. Ritornare a vivere le rocambolesche missioni di Trevor e compagni e rimettersi in gioco nell’online è un’esperienza che ci sentiamo di raccomandare in attesa del tanto chiacchierato seguito che in molti sperano di vedere nei prossimi mesi. E’ bene sottolineare subito che questa versione non porta con sé novità a livello di contenuto né per il comparto singleplayer né per la parte multiplayer, e solo per quest’ultima sono previste ricompense per poter iniziare al meglio l’avventura. Ciò che si otterrà acquistando GTA V in versione Playstation 5 o Xbox Series X è una sorta di edizione completa, ovvero con tutti i DLC e le missioni extra rilasciate dal 2013 fino ad oggi, e con un comparto grafico e una fluidità al top. Proprio grazie alle piattaforme di nuova generazione, infatti, adesso è possibile impostare tre settaggi grafici differenti, ossia: fedeltà grafica, prestazioni e prestazioni raytracing. La prima porta il gioco a girare in 4K a 30 fps con raytracing (solo sulle ombre), la seconda permette di riprodurre una risoluzione in 4K upscalata a 60 fps ed infine la terza riproduce un ibrido tra le prime due. Messe alla prova, possiamo dire che la modalità più piacevole rimane quella Performance, donando una fluidità mai vista su GTA V, mentre il raytracing purtroppo non sembra operare al suo meglio o quanto meno non abbastanza piacevole da sacrificare i 60 fps. Queste novità però non nascondono i segni del tempo di un prodotto che lascia esattamente al suo posto delle meccaniche di gioco e un sistema di comandi ormai superati nella maggior parte dei giochi contemporanei. Badate bene, l’intento di Rockstar non era quello di rivoluzionare un titolo con così tanti anni sulle spalle, ma realizzare un prodotto in grado di soddisfare gli appassionati e avvicinare chiunque non vi abbia mai messo mano.

Come vi dicevamo GTA V in versione next-gen non è solo una campagna singleplayer dai personaggi sopra le righe e missioni esilaranti. Infatti la componente multigiocatore, GTA Online, è un fenomeno che fa quasi dimenticare la parte offline, anch’esso un po’ compassato ma sempre sulla cresta dell’onda. Non è mai stato facile e intuitivo aggirarsi nei meandri dell’online, sia per un’interfaccia caotica sia per un’impostazione sandbox in alcuni tratti dispersiva, e la situazione non cambia con questo update. Ma ciò che sicuramente sarà gradito è la velocità dei caricamenti che fanno dimenticare i tempi di attesa biblici che in passato hanno tenuto i giocatori in attesa prima di entrare in un server. Come regalo di benvenuto (o di bentornato) vi sono anche 4 milioni di dollari (parliamo di valuta di gioco ndr) ad attendere gli utenti, una cospicua somma di denaro per iniziare una carriera online. Nonostante alcuni miglioramenti strutturali dei menu, iniziare la vita da criminale rimane abbastanza confusionario e i meno esperti potrebbero dover ricorrere ad un aiuto esterno o di un amico veterano che lo accompagna in questa avventura. A GTA Online, adesso disponibile anche in versione “stand alone” e quindi completamente slegato dalla campagna, si applica il medesimo discorso fatto in precedenza, ossia: questa versione next-gen non aggiunge sostanzialmente niente di nuovo oltre ad un piccolo trattamento estetico anti-invecchiamento, necessario per rendere l’esperienza ancora gradevole dopo tanti anni. Tirando le somme, possiamo dire che GTA V con questa edizione colma il gap con la versione PC, donando ai giocatori console un’esperienza migliorata sotto molti aspetti grafici e qualche ristrutturazione dei menu più che gradita, ma soprattutto strizza l’occhio a chi ancora non ha intrapreso questa straordinaria avventura. Insomma, sia che siate player di vecchia data, sia che siate a caccia di novità, il titolo targato Rockstar Games resta sempre una perla nell’olimpo dei videogames. Non averlo sarebbe davvero un peccato.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5

Sonoro: 9

Gameplay: 8

Longevità:8,5

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise