Crimini informatici: siglato accordo tra Polizia di Stato e SKY Italia

ROMA – E’ stato siglato oggi a Roma l’accordo tra Polizia di Stato e Sky Italia per la prevenzione e il contrasto dei crimini informatici che hanno per oggetto i sistemi e servizi informativi critici di particolare rilievo per il Paese.

La convenzione, firmata dal Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Prefetto Dott. Franco Gabrielli e dall’Amministratore Delegato Sky Italia Dott. Andrea Zappia, rientra nell’ambito delle direttive impartite dal Ministro dell’Interno per il potenziamento dell’attività di prevenzione alla criminalità informatica attraverso la stipula di accordi con gli operatori che forniscono prestazioni essenziali. La Polizia Postale e delle Comunicazioni è, infatti, quotidianamente impegnata a garantire l’integrità e la funzionalità della rete informatica delle strutture considerate “sensibili” per il Paese attraverso il Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche.

Sky Italia, media company leader nella produzione di contenuti culturali e informativi, ogni giorno raggiunge con i propri programmi milioni di italiani attraverso molteplici piattaforme tecnologiche. Sky Italia rappresenta dunque una realtà di rilievo strategico per il Paese e risulta perciò necessario assicurare l’integrità dei sistemi informatici funzionali al perseguimento della mission aziendale.

L’accordo sigla una sinergia operativa tra il Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni e Sky Italia ispirata al principio di sicurezza partecipata, nell’intento di metter a fattor comune esperienze ed informazioni per garantire un elevato livello di sicurezza informatica nonché prevenire e contrastare eventi critici di natura cibernetica.

Alla firma della convenzione erano presenti per il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, il Direttore Centrale per la Polizia Stradale, Ferroviaria, delle Comunicazioni e per i Reparti Speciali della Polizia di Stato, Roberto Sgalla, e il Direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, Nunzia Ciardi. Mentre per Sky Italia, oltre all’Amministratore Delegato, Andrea Zappia, l’Executive Vice President Communication and Public Affair, Riccardo Pugnalin, il direttore Public Affair e Institutional Communication, Roberto Scrivo, il Direttore Cyber Security, Content Protection and Resilience, Matteo Feraboli.

Enrico Pellegrini




Cervello: scoperto un recettore bruciagrassi

Lo stesso recettore della nicotina spinge anche a bruciare i grassi: è stato identificato nel cervello dei topi e, se la scoperta sarà confermata nell’uomo, potrà diventare il bersaglio di futuri farmaci per combattere l’obesità. Pubblicato sulla rivista Nature Medicine, la ricerca è stata condotta dall’American University, con il gruppo di Alexander Zestos.

Il recettore, indicato con la sigla CHRNA2, controlla il funzionamento del tessuto adiposo bruno, ossia il tessuto adiposo che ha il compito di bruciare i grassi e che costituisce l’organo adiposo insieme al tessuto bianco, che invece accumula i grassi. Il funzionamento del tessuto bruno, il cui colore è dovuto all’alta concentrazione di ferro, è ancora sconosciuto e solo di recente si è scoperto che è presente anche negli adulti, oltre che nei neonati, e che svolge ruolo importante nella regolazione del metabolismo.

Nello studio condotto sui topi i ricercatori hanno scoperto che se il recettore CHRNA2 è disattivato gli animali aumentano di peso e sono erano in grado di proteggersi dal freddo. “Si tratta di una scoperta davvero eccitante”, commenta Zestos. “Fino ad ora pensavamo che questo recettore regolasse solo la comunicazione tra i neuroni e non avevamo idea che invece fosse attivo anche in queste cellule adipose. Ora – aggiunge – sorgono molte nuove domande: ad esempio se la capacità di una persona di perdere o acquistare peso sia dovuta alla quantità di recettori presenti o al modo in cui funzionano”.

Il prossimo passo sarà esaminare altri recettori che potrebbero giocare un ruolo nell’attivazione del tessuto adiposo e di testare possibili terapie per favorire la perdita di peso e prevenire l’obesità.

Enrico Pellegrini




Ricerca aerospaziale, a Capua parte il progetto di colonizzazione di Marte

Il Centro Italiano Ricerche Aerospaziali (Cira) realizzerà a Capua a partire dal 2020 una serie di laboratori e infrastrutture per simulare una colonia umana su Marte. Il progetto è stato presentato oggi nella sede dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) nel corso del workshop “Esplorazione e colonizzazione del pianeta Marte: scenari operativi e strategia nazionale”.

Il progetto è già stato approvato dal Miur ed è in fase di certificazione del ministero dell’Economia

“Una volta partiti i lavori, dovrebbe essere completato tra il 2022 e il 2023”, ha precisato Paolo Annunziato, presidente del Cira. “Oggi lo presentiamo alla comunità scientifica”, ha spiegato. La struttura comprenderà una serra per coltivare piante, laboratori grandi come silos adagiati su un fianco in cui ricreare le condizioni ambientali di Marte, un’area abitativa per la vita quotidiana degli astronauti e una zona per testare il movimento di robot e droni. Sembra una scena del film “Sopravvissuto – The Martian”, in cui il protagonista interpretato da Matt Damon resta intrappolato su Marte, solo che in questo caso non è fantascienza ma una vera colonia marziana ricreata sulla Terra. Si tratta di un grande laboratorio che permetterà di replicare l’ambiente di Marte: temperatura, radiazioni, pressione e circolazione dei venti. “Andiamo su Marte per capire come nasce e si sviluppa un pianeta non troppo diverso dalla Terra, con la speranza di trovare tracce di una vita passata”, ha spiegato il presidente dell’Asi Roberto Battiston.

La futura colonia marziana che sarà realizzata dal Cira a Capua è uno dei progetti bandiera del nuovo Programma di ricerca aerospaziale italiano (Prora)

“In futuro – ha spiegato Paolo Annunziato – la nostra idea è lavorare in stretta collaborazione con altre agenzie spaziali, perché nessuno è in grado da solo di risolvere tutti i problemi tecnologici per portare e mantenere esseri umani su Marte”, ha aggiunto il presidente del Cira.

L’infrastruttura permetterà di replicare le condizioni dell’ambiente di Marte: temperatura, radiazioni, pressione e circolazione dei venti. “Ci sarà, ad esempio, una galleria del vento per i test sulle polveri e le tempeste di sabbia, molto comuni su Marte”, ha chiarito Annunziato. All’interno, spiegano gli esperti, saranno testati macchinari e droni per vedere se funzionano in ambiente marziano.

“L’obiettivo – ha aggiunto Roberto Battiston – è sviluppare una serie di soluzioni tecnologiche per la futura colonizzazione di Marte”. Per il presidente dell’Asi, il progetto avrà anche importanti ricadute economiche per piccole e grandi imprese italiane: “miriamo anche a consolidare il ruolo della ricerca aeronautica e aerospaziale del nostro Paese nel contesto internazionale”.

Enrico Pellegrini




GDPR, nuovo regolamento europeo sulla protezione dei dati: ecco come cambia il codice sulla privacy,

Si tratta di una norma che sostituirà l’attuale codice privacy. Tutti i cittadini ne sono interessati. La nuova norma sta destando tanto interesse tra gli addetti ai lavori e altrettanta apprensione tra le imprese e le pubbliche amministrazioni, che dovranno adeguarsi a queste nuove regole.

A destare tanta preoccupazione sono le pesanti sanzioni che possono arrivare a 20 milioni di euro (o al 4% del fatturato mondiale annuo qualora i 20 MLN risultino inefficaci, quindi inferiori in valore al 4% del fatturato).

Tecnicamente il 25 Maggio con l’entrata in vigore del Regolamento Europeo viene abrogata la direttiva europea 95/46/CE, e non il DLgs 196/03 che ha recepito tale direttiva nel nostro ordinamento. Le sorti di quest’ultimo sono rimesse ad un nuovo decreto legislativo, i cui lavori sono in corso, che pare sia orientato alla sua totale abrogazione e che lo andrà a sostituire affiancando il GDPR (General Data Protection Regulation).

Ma andiamo per ordine

L’avvocato Enrico Pellegrini

Cerchiamo di capire innanzitutto perchè c’è stato bisogno di questo intervento normativo da parte dell’Unione Europea e quali sono le novità che verranno introdotte dal GDPR.

Il Regolamento Europeo n.679/2016, d’ora in poi GDPR, nasce dall’esigenza di adeguare il preesistente impianto normativo a tutela dei diritti e delle libertà fondamentali nonché della dignità delle persone fisiche, ad un contesto nel quale la quantità impressionante di informazioni personali trattate, le nuove tecnologie e l’abuso di tali informazioni da parte delle grandi multinazionali, ha portato il cittadino a perdere di fatto il controllo dei propri dati e ad essere continuamente monitorato, profilato e condizionato nella propria vita quotidiana e nelle proprie scelte, tanto da trasformarsi da consumatore a “prodotto”.

Il recente caso di Cambridge Analytica e di Facebook rappresenta solo l’ultima evidenza di questo preoccupante fenomeno, economico e sociale, di mercificazione di dati personali effettuato in via principale, ma non esclusiva, da parte dei BIG del Web.

Le tecnologie, sono diventate così pervasive, da essere entrate di prepotenza nella vita quotidiana di tutti noi. Applicazioni come i “Social network” e i sistemi di messaggistica riscuotono tanto successo e arrivano quasi a creare “dipendenza” perchè di fatto sfruttano una “debolezza umana”, manipolandoci.

Ma i risvolti della “disattenzione” che abbiamo nei confronti rispetto delle informazioni sulla nostra vita che cediamo quotidianamente e gratuitamente, attraverso foto, video, post, “like” e condivisioni, possono costarci caro, come nei casi di “furto di identità”, di quella identità digitale attraverso la quale si commettono frodi o altri reati, che poi ci vengono addebitati.

Questo è il difficile contesto in cui si colloca il GDPR, con l’obiettivo di fornire al cittadino strumenti per riprendere il controllo dei propri dati, e lo fa da un verso riconoscendogli nuovi diritti, come il “diritto all’oblio” e facilitandone l’esercizio, dall’altro imponendo alle aziende di rispettare nuovi obblighi per proteggere le informazioni riferite a persone fisiche, trattate nell’ambito delle proprie attività di business.

La scelta dello strumento normativo, il regolamento, è esso stesso uno strumento per facilitare al cittadino l’accesso ed il controllo sui propri dati, uniformando di fatto la normativa tra tutti gli stati membri, in quanto il regolamento è direttamente efficace e non richiede un recepimento da parte degli stati membri ed il conseguente rischio di “introdurre differenze” nella norma tra i diversi stati, come nel caso della “direttiva”. Questa è una facilitazione perchè il cittadino potrà rivolgersi alla sua Autorità Garante e non doversi preoccupare di affrontare istituzioni estere e norme differenti per esercitare i propri diritti.

Stesso beneficio lo ottengono le imprese operanti a livello internazionale, in quanto avranno un quadro normativo uniforme da dover rispettare.

Ma di fianco a questo principio direttamente connesso allo strumento normativo, il regolamento europeo adotta anche il principio del “targeting” che pone l’obbligo di rispetto delle norme del GDPR anche a imprese stabilite al di fuori dell’unione europea, per il trattamento di dati relativi a cittadini europei. Questo principio costringe anche le Big company del Web, stanziate principalmente oltre oceano, a dover rispettare il GDPR.

Entrando nel merito del GDPR, il vero cambiamento risiede nel fatto che impone, per come è strutturato, un radicale cambio di approccio alla gestione del dato da parte delle imprese e della pubblica amministrazione, e lo fa attraverso il principio di “Responsabilizzazione” (in inglese Accountability) e imponendo l’effettuazione di una “analisi del rischio” per la determinazione di ogni misura di sicurezza da porre a protezione del dato personale, e di ogni intervento organizzativo per evitare effetti sul trattamento che portino ad intaccare i diritti e le liberta fondamentali, nonché la dignità degli interessati.

La “responsabilizzazione” del titolare si traduce nella libertà di autodeterminare “il come” garantire un trattamento conforme al GDPR, nel pieno rispetto dei diritti degli interessati e dei principi del trattamento, tra i quali la sicurezza di quest’ultimo, ma con l’onere di “documentare” e produrre “evidenze” in merito alle sue scelte e all’assolvimento dei suoi compiti, promuovendo l’efficacia degli interventi.

Scompaiono le “misure minime” di sicurezza lasciando spazio esclusivamente a misure di sicurezza che devono rivelarsi “idonee” e preventive a garantire il corretto trattamento dei dati personali e la sua protezione.

L’approccio “preventivo” trova il suo apice nell’introduzione di un nuovo obbligo di conformità che impone la “Protezione dei dati fin dalla progettazione e protezione per impostazione predefinita” (Privacy by design e by default), con il chiaro intento di voler “risolvere il problema alla radice”, di costringere cioè a valutare in anticipo gli effetti che si potrebbero avere sul trattamento dei dati personali e quindi sulle persone fisiche, attraverso un nuovo servizio, un nuovo software, valutando in anticipo le eventuali situazioni di rischio che si potrebbero introdurre ed eliminarne le cause alla fonte.

L’ “Analisi del rischio”, richiamata oltre 70 volte nel GDPR, è un mantra. Il titolare del trattamento non deve mai abbassare la guardia, deve assicurare la correttezza del trattamento e la protezione dei dati, e deve controllare, monitorare e testare le stesse misure di sicurezza che ha autodeterminato per verificarne regolarmente l’efficacia (art. 32, par.1, lettera d) e documentare in appositi registri, tenuti anche in forma elettronica, al fine di dare evidenza di esercitare il controllo e di garantire efficacia, insomma di governare le informazioni che gestisce.

Il livello di responsabilizzazione è tale che il GDPR estende a tutti i titolari del trattamento anche l’obbligo di denunciare all’autorità di controllo (il Garante) eventuali “Data Breach” subiti (violazioni alla sicurezza dei dati) e di farlo entro 72 ore dal momento in cui ne viene a conoscenza.

Una sorta di “autodenuncia” del fallimento delle misure di sicurezza che avrebbero dovuto evitare che la violazione all’integrità o alla riservatezza o alla disponibilità dei dati si verificasse, e delle condizioni che hanno consentito che l’evento avverso si verificasse, il Titolare deve tenerne traccia in un apposito registro oltre che comunicarlo al garante.

Anche in questo l’analisi del rischio ha un ruolo importante, perchè se il rischio rispetto ai diritti e alle liberta fondamentali degli interessanti, derivante dalla violazione, dovesse risultare “alto”, la comunicazione della violazione non dovrà limitarsi all’autorità di controllo, ma deve essere estesa a tutti gli interessati, con una comunicazione “ad personam” e fornendo ogni informazione necessaria in merito alla violazione ed eventuali istruzioni sul “cosa” l’interessato potrebbe fare per evitare ulteriori danni.

In tutto questo, il Garante invita i titolari del trattamento (obbligandoli nel caso della PA e dei titolari privati che effettuano trattamento a rischio) a nominare un “Responsabile per la Protezione dei Dati” (RPD o DPO) al quale affidare il delicato compito supportare il titolare nelle sue scelte, nell’analisi del rischio e di sorvegliare l’intera organizzazione affinché adotti e rispetti le direttive che il titolare vorrà impartire nella propria organizzazione per garantire il rispetto del GDPR, e di facilitare l’esercizio dei diritti da parte degli interessati nonchè le stesse ispezioni del Garante, fungendo da punto di contatto. Questa figura, che non necessità di essere “certificato” ma che deve avere sufficiente esperienza e competenza in merito ai temi connessi alla protezione dei dati personali, dovrà essere nominata entro il 25 maggio ed il suo nominativo congiuntamente alle sue coordinate di contatto, dovrà essere comunicato al Garante.

Il GDPR consente di individuare la figura del DPO anche all’esterno dell’organizzazione, ma attenzione perché la mancata nomina del DPO, ove dovuta, sarà la prima evidenza di aver violato il GDPR.

Ricordatevi anche che le responsabilità restano in capo al Titolare del trattamento, e non si trasferiscono al DPO, quindi scegliete bene chi vi dovrà consigliare e vigilare sul corretto trattamento dei vostri dati, perché i vostri dati sono un bene prezioso.

Enrico Pellegrini




Catturato dopo 40 anni il mostro della California: è un ex poliziotto

Preso, dopo quasi mezzo secolo, il serial killer soprannominato il “Golden State Killer” che tra gli anni ’70 e ’80 ha seminato il terrore in California. Si tratta dell’ex agente, oggi 72 enne, Joseph James DeAngelo responsabile di 12 omicidi, 45 stupri e 120 rapine. La caccia al mostro ha rappresentato un vero e proprio cold case risolto dopo 40 anni grazie alla tenacia di un investigatore privato e ad un libro.

Un libro e le tracce di DNA la chiave di volta

Le ricerche erano ripartite all’inizio di quest’anno, dopo l’uscita di un libro dal titolo “I’ll Be Gone in the Dark”, scritto da Michelle McNamara, autrice che da anni si è appassionata al caso del serial killer. Caso sul quale l’investigatore della contea di Contra Costa, Paul Holes, ha lavorato per decenni, affermando il mese scorso che il killer continuava a seguire le notizie riguardanti i suoi crimini cambiando il modo in cui attaccava le sue vittime. “Ha coperto le sue tracce molto bene”, ha detto Holes: “Ciò di cui non ha tenuto conto è stata l’uso della tecnologia per rinvenire tracce di Dna”, che avrebbe preso il sopravvento nel futuro. L’investigatore ha spiegato che il killer ha lasciato molte tracce del suo Dna, e la polizia le ha usate per identificarlo.
La prima vittima, una donna stuprata in casa – Il primo stupro del “Golden State Killer” risale al 18 giugno 1976: la vittima, Jane, stava dormendo con il figlio di 3 anni mentre il marito era già andato al lavoro. A un certo punto un uomo mascherato entrò nella camera da letto con in mano un coltello da macellaio, legò madre e figlio, li bendò, e poi violentò la donna.

Da quel momento il mostro è diventato uno degli uomini più ricercati d’America

Ma lui nel frattempo continuava a compiere omicidi, stupri e rapine in diverse comunità, sempre in California. All’inizio prese di mira donne sole con figli, diventando conosciuto come “Original Night Stalker”, poi – sino al 1986 – colpì anche diverse coppie all’interno delle loro case. Nessuno era mai stato catturato o identificato. Nel 2001 l’Fbi offrì una ricompensa di 50mila dollari a chi avesse fornito informazioni per arrivare al suo arresto. Il caso è chiuso, dopo 40 anni.

Enrico Pellegrini




Montescaglioso: il sindaco abbraccia il Progetto decoro della Bandiera lanciato dall’Ancri

MONTESCAGLIOSO (MT) – Negli ultimi anni è sempre più frequente notare anche su edifici pubblici la bandiera italiana strappata, lacerata, scolorita o sporca.
Il Sindaco di Montescaglioso Vincenzo Zito, determinato a tenere alti decoro e dignità del Tricolore, ha aderito “Progetto decoro della Bandiera” lanciato dall’Associazione Nazionale insigniti al Merito della Repubblica (ANCRI).
Il Progetto decoro della Bandiera è finalizzato a contribuire a garantire il decoro del Tricolore, primo simbolo ufficiale identificativo della Repubblica soprattutto con la concreta azione di individuare gli Enti pubblici che non siano nelle condizioni economiche di poter sostituire il Tricolore esposto qualora versi in degrado.
L’ANCRI è pronta a valutare espresse richieste da parte di organismi pubblici che non sono nelle condizioni di provvedere in proprio all’acquisto delle bandiere strappate o lacerate. In questo caso, previa delibera del Direttivo Nazionale e compatibilmente con le risorse economiche disponibili, l’ANCRI provvede all’acquisto e alla fornitura del materiale necessario alla messa in decoro, con modalità da concordare con gli interessati.
Aderendo al progetto il sindaco Vincenzo Zito ha inteso contribuire a mantenere alta l’attenzione sui Valori e i Simboli della Repubblica richiamati nella nostra Carta Costituzionale. Il sindaco Zito ha concordato con il presidente dell’ANCRI Tommaso Bove e con il Prefetto Francesco Tagliente, delegato nazionale ai rapporti istituzionali dell’Associazione e con Antonio Montalbano, segretario della Sezione ANCRI di Matera, di organizzare per venerdì 27 aprile un incontro dibattito tematico sul valore del Tricolore cui seguirà la consegna delle nuove Bandiere italiana ed europea da parte dell’associazione benemeriti della Repubblica (ANCRI).
L’evento avrà inizio alle ore 12.00 presso la Sala del Capitolo dell’Abbazia Benedettina di San Michele Arcangelo – Piazza del Popolo, alla presenza della Giunta Municipale, del Prefetto di Matera Antonella Bellomo, del Questore Paolo Sirna e del Comandante provinciale dei Carabinieri Colonnello Samuele Sighinolfi nonché delle scolaresche dell’Istituto Comprensivo Palazzo – Salinari di Montescaglioso. Al termine degli interventi e della formale consegna delle Bandiere al Sindaco, la Giunta, le Autorità seguite dagli invitati e dalle scolaresche si sposteranno presso la Residenza Municipale in via Cosimo Venezia n°1 per procedere alla sostituzione delle Bandiere sull’edificio comunale.
Enrico Pellegrini

 




Governo, tensione alle Stelle: Casellati al Quirinale

Finisce con un nuovo punto interrogativo il nuovo round di consultazioni, ieri, con il centrodestra e i 5 Stelle, in una giornata sull’ottovolante tra spiragli di accordo e docce fredde. Il M5s si presenta a palazzo Giustiniani portando al tavolo della trattativa una proposta in grado di far procedere le trattative: la disponibilità ad avviare un governo che abbia un appoggio esterno di Forza Italia e Fratelli d’Italia su un programma concordato tra Lega e 5 Stelle. Ma per il resto Luigi Di Maio alza le mani: “Se poi mi si chiede di sedermi a un tavolo con tre forze politiche per concordare un programma di governo e personalità che vengono dalle singole forze politiche voi capirete che è molto complicato per noi digerire questo scenario”.

Tantomeno se questo scenario dovesse prevedere un suo passo indietro, la condizione posta dagli azzurri per sostenere questa nuova ipotesi di accordo. “E’ evidente che un governo a guida M5S non credo che potrebbe avere l’appoggio né esterno, né interno, di Forza Italia o di Fratelli d’Italia” lo gela infatti il braccio destro del Cav, Giovanni Toti che apre invece ad “un governo a guida di un nostro alleato come la Lega”. Non bastasse, la replica ufficiale degli azzurri è ancora più gelida: “il supplemento di veto pronunciato dal Movimento 5 Stelle dimostra, al di là di ogni ragionevole dubbio, il rifiuto di formare un governo. Si tratta dell’ennesima prova di immaturità consumata a danno degli italiani”.

Una doccia fredda che arriva sul capo dello stesso Matteo Salvini che sperava in un passo avanti del Movimento. “Ci sono dei segnali di novità dal M5S, confidiamo oggi in quel che dirà Di Maio” aveva annunciato lasciando ieri palazzo Giustiniani il capo dei lumbard dove era andato prima della delegazione M5s per il nuovo round di consultazioni con tutti i leader del centrodestra uniti. Un segnale di vicinanza al Cavaliere, ricambiato da un atteggiamento composto del leader azzurro che questa volta ha stretto i denti e si è imposto di non fare alcun commento. Ma l’ottimismo di Salvini ha dovuto fare i conti con il rinnovarsi di veti incrociati. “Noi faremo di tutto per avere un governo ma gli italiani hanno scelto di premiare l’interno centrodestra, non solo la Lega. Non è che il governo lo fai solo con la Lega” avverte Salvini dopo aver ascoltato le parole di Di Maio.

Ma soprattutto lancia il suo altolà: “non vorrei che qualcuno non avesse la stessa voglia di far partire un governo subito, da tutte le parti. Secondo me c’è qualcuno che tifa a far saltare un accordo politico per inventarsi l’ennesimo governo tecnico che poi spenna gli italiani, a questo la Lega non sarà mai disponibile”. Sembra una indiretta ‘tirata di orecchie’ agli azzurri, condita da un altro avvertimento: “pur di non perdere altro tempo mi metto in campo direttamente io. Non mi interessano giochini o logiche politiche. E poi o la va o la spacca”. Lui, assicura, sta cercando di “mettere d’accordo tutti, ma se non si muove nulla il governo lo metto in piedi io. E se non ce la facciamo – mette in chiaro – si va alle urne”.

Enrico Pellegrini




Cuba, Miguel Diaz-Canel eletto presidente: è l’inizio di una nuova era

Miguel Diaz-Canel è il nuovo presidente del Consiglio di Stato e del Consiglio dei ministri dall’Assemblea Nazionale cubana. Diaz-Canel, il primo capo di Stato cubano dalla Rivoluzione del 1959 che non porta il cognome Castro ed è nato dopo la Rivoluzione stessa, era l’unico candidato per questi incarichi ed è stato eletto da 603 dei 604 deputati del Parlamento unicamerale dell’Avana presenti.

Miguel Diaz-Canel ha inaugurato oggi il suo mandato come presidente di Cuba con un discorso nel quale ha difeso la continuità della Rivoluzione comunista, in piena fedeltà con la “generazione storica” dei dirigenti che parteciparono nella guerra contro il regime di Fulgencio Batista. “Non c’è spazio per una transizione che comprometta l’eredità gloriosa della Rivoluzione”, ha detto Diaz-Canel ai deputati dell’Assemblea Nazionale, pochi minuti dopo la sua elezione agli incarichi di presidente del Consiglio di Stato e del Consiglio dei ministri. “Il mandato che abbiamo ricevuto è quello di dare continuità alla Rivoluzione”, ha aggiunto, sottolineando che “non c’è nessuno spazio per una restaurazione capitalista nell’isola” e “solo il Partito Comunista può garantire la sicurezza e il benessere del popolo cubano”.  Diaz-Canel ha reso omaggio al suo predecessore, Raul Castro, assicurando che resterà “a capo della vanguardia rivoluzionaria” in quanto segretario del Pcc e “prenderà le principali decisioni per il presente e il futuro” dell’isola. In risposta alle loro “preoccupazioni ed aspettative”, ha aggiunto, i cubani sanno che possono contare sull'”esperienza e la leadership” del Pcc, l’eredità del pensiero di Fidel Castro e l’esempio di suo fratello Raul. In quanto alla “attualizzazione del modello economico e sociale” di Cuba, Diaz-Canel ha detto che è necessario “perfezionarne l’applicazione e correggerne gli errori, che spesso irritano la popolazione e seminano cinismo ed insoddisfazione”, senza entrate nei dettagli della questione. Per quanto concerne la politica estera, il nuovo leader cubano ha assicurato che resterà “inalterabile”, in un “contesto internazionale segnato da un ordine mondiale ingiusto”, perché “Cuba non fa concessioni: mai cederemo i nostri principi in base a pressioni o minacce”. “Siamo sempre disposti a dialogare con tutti, a partire dal rispetto, dall’essere trattati come uguali”, ha indicato Diaz-Canel, prima di aggiungere che “la Rivoluzione è viva e va avanti”, continuando a svilupparsi “senza timori e senza passi indietro”.

Castro, Diaz-Canel sarà segretario del Pcc – L’ex presidente cubano Raul Castro ha detto oggi che il suo successore, Miguel Diaz-Canel, diventerà anche segretario del Partito Comunista Cubano (Pcc) “quando io verrò a mancare”. Diaz-Canel è stato eletto oggi presidente del Consiglio di Stato e del Consiglio dei ministri, dopo che Castro -che occupava i due incarichi dal 2008- non si è presentato come candidato alla rielezione, pur mantenendo la segreteria del Pcc fino al 2021.

Enrico Pellegrini




Brescia, vaccini: il Tar annulla esclusione bimbo

BRESCIA – Il Tar di Brescia ha accolto l’istanza dei genitori di un bambino escluso dalla frequentazione dell’asilo comunale di Lovere (Bergamo) perché senza vaccino e ha autorizzato il ritorno a scuola fissando la trattazione collegiale per la Camera di Consiglio del 4 aprile.
“Con il provvedimento ora sospeso, il Comune di Lovere riteneva che la sola presentazione della richiesta di vaccinazione inviata all’ASST ed esibita dalla famiglia in occasione dell’iscrizione del minore all’asilo nido per l’anno 2017/2018, non fosse sufficiente all’assolvimento degli obblighi sanciti dalla legge” spiega l’avvocato Omar Cantaluppi, legale della famiglia. “I ricorrenti, al contrario, sostengono che l’obbligo loro rivolto di documentare entro il 10 marzo 2018 le avvenute vaccinazioni od ogni altro incombente che non sia quello già assecondato in occasione dell’iscrizione per l’anno in corso, sia del tutto illegittimo”.




Pisa, viaggio tra i valori e i simboli della Repubblica: attesa la Lectio magistralis del prof. Sabino Cassese

PISA – Sono queste le prime parole del neo-presidente della Consulta, Giorgio Lattanzi. Un messaggio importante anche in vista della imminente “Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera” che si celebra il prossimo 17 marzo. Un messaggio importante alla vigilia di un evento promosso a Pisa dall’Associazione Nazionale Cavalieri al Merito della Repubblica (ANCRI) Nell’ambito del progetto “Viaggio tra i Valori e i Simboli della Repubblica” richiamati nella nostra Carta Costituzionale, l’ANCRI, il Comune di Pisa e il C.N.R. di Pisa, in occasione della ricorrenza della “Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera” hanno organizzato un momento celebrativo con Sabino Cassese, uno dei massimi giuristi italiani, giudice emerito della Corte costituzionale e professore emerito della Scuola Normale Superiore di Pisa e con lo storico Michele D’Andrea già dirigente dell’Ufficio Cerimoniale del Quirinale. Negli ultimi tempi sentiamo parlare sempre più spesso di valori anche da parte di persone che non ne conoscono in fondo il significato.

Con l’intervento del prof Cassese l’ANCRI vuole contribuite a far conoscere l’importanza di tenere in cima alla scala dei valori il cittadino come persona e come individuo portatore di diritti e di doveri. Per alimentare una maggiore attenzione verso i simboli della Repubblica interverrà D’Andrea, il quale narrerà in maniera briosa agli ospiti il Canto degli Italiani, le curiosità del nostro Inno e gli aneddoti che ne hanno accompagnato la nascita, il successo, il significato e l’attuale percezione.

All’evento, oltre ai rappresentanti di vertice delle istituzioni e amministrazioni Enti ed associazioni della provincia di Pisa, sono stati invitati a partecipare gli insigniti della Onorificenza al Merito della Repubblica anche se non associati all’ANCRI.

L’Associazione degli insigniti OMRI sarà presente con i delegati delle 20 sedi regionali e 65 sezioni territoriali provenienti da 13 Regioni in rappresentanza delle 71 sezioni territoriali di cui 11 estere. L’evento, moderato dal delegato nazionale per i rapporti istituzionali dell’ANCRI, Francesco Tagliente già prefetto di Pisa, sarà aperto alle ore 10.30 con i saluti del padrone di casa Ottavio Zirilli responsabile dell’Area Ricerche del CNR di Pisa.

Seguiranno gli interventi del sindaco di Pisa, Marco Filippeschi e del presidente dell’ANCRI Tommaso Bove. I saluti istituzionali si concluderanno con l’intervento del prefetto di Pisa Angela Pagliuca. Dopo l’intervento di Michele D’Andrea, seguirà una lectio magistralis sul tema “I diritti e i doveri” del professor Sabino Cassese. Le conclusioni della giornata saranno fatte dal prefetto Francesco Tagliente




Dark web, traffico internazionale di carte di credito e codici bancari: duro colpo della Polizia di Stato al traffico internazionale

Polizia di Stato e Homeland Security Investigation (USA) fermano traffico internazionale nel dark web di carte di credito e codici bancari sottratti tramite tecniche di hacking. Operazione di rilievo internazionale, che ha interessato 16 Paesi in tutto il mondo, 13 gli arresti (1 in Italia)

Oltre 530 milioni di dollari in tutto il mondo:

E’ l´impressionante bottino accumulato dalle attività illecite di un´organizzazione criminale internazionale, operante nel dark web, e smantellata nell´ambito dell´Operazione INFRAUD, portata a termine con successo grazie alla collaborazione tra l´Homeland Security Investigation (HSI) statunitense e la Polizia di Stato.

Nella giornata di ieri, gli uomini della Sezione Financial Cybercrime del Servizio Polizia Postale e del Compartimento Polizia Postale Campania, in collaborazione con l´HSI degli Stati Uniti, hanno individuato e tratto in arresto un italiano della provincia di Napoli, destinatario di mandato di cattura internazionale, per aver preso parte attivamente all´organizzazione criminale sin dal 2010, con il nickname “Dannylogort”.

Il presunto capo dell´Organizzazione, ucraino, era già stato tratto in arresto la scorsa settimana in Thailandia, mentre un´azione congiunta operata contemporaneamente in 16 Paesi del mondo ha ieri permesso l´individuazione e l´arresto di ulteriori 13 membri sospettati di appartenere al sodalizio criminale, di cui uno, come detto, residente in Campania.

L´attività criminale era focalizzata sulla compravendita di migliaia di carte di credito rubate e clonate, di codici di verifica (CVV) per la spendita delle carte on line, di codici di accesso a servizi di home-banking e più in generale, di dati personali e riservati appartenenti a migliaia di vittime in tutto il mondo.

Confidando sul presunto anonimato offerto dalle moderne reti del dark web, l´associazione criminale mirava a rendere ancora più ostico il lavoro delle forze dell´ordine grazie all´utilizzo di Liberty Reserve, nota piattaforma di scambio di cryptomonete virtuali, in passato utilizzata da criminali di tutto il mondo per il compimento di attività illecite e chiusa nel 2013 dagli Stati Uniti, all´esito di un´indagine che si concluse con la condanna del fondatore Arthur Budovsky a 20 anni di reclusione per riciclaggio internazionale.