L’appello della Fast-Confsal: “Caso umano in Cotral, la Regione ci aiuti a trasferire Angelo”

“Questa
Segretaria da tempo rimarca, facendo proprie le rimostranze della maggioranza
dei dipendenti, un utilizzo improprio delle contestazioni disciplinari da parte
della Soc. Cotral SpA, il cui scopo
sembrerebbe per lo più quello di reprimere e intimidire. Un meccanismo nel
quale incappano, purtroppo, anche quei lavoratori che svolgono le proprie
mansioni con solerzia e abnegazione”. Inizia così la lettera di Renzo Coppini, Segretario SLM Fast-Confsal Lazio, indirizzata al
Presidente Zingaretti, all’assessore
alla Mobilità Alessandri, ai Capigruppo
e ai membri della Commissione ai Trasporti della Regione. Due pagine fitte che portano
all’attenzione della politica “l’incresciosa vicenda dell’O.E. [Operatore di Esercizio, ndr] Angelo Palombi. Un caso di coscienza”.

Secondo la
ricostruzione, l’autista è stato oggetto da parte della Compagnia di un “provvedimento
sanzionatorio” in seguito “a un incidente contestato inizialmente in data
15.06.2015, giustificato dal lavoratore in data 26.06.2015 e riattivato, tardivamente,
in data 14.12.2016”. Che disponeva “l’immediato trasferimento punitivo
dall’impianto di assegnazione di Civitavecchia
(il Palombi risiede a S. Marinella) all’impianto di Colleferro e, successivamente, la retrocessione al livello
inferiore con lettera del 08.03.2017”.

L’esponente
sindacale nel proseguire, tiene inoltre a evidenziare che questo provvedimento “veniva
applicato malgrado la tempestiva richiesta di arbitrato e della contestuale
richiesta del tentativo di conciliazione” avanzate dal diretto interessato e “respinte
dall’Azienda, la quale a sua volta ricorreva presso il Tribunale Ordinario
territorialmente compente, al fine di ottenere il pagamento per intero dei
danni cagionati al mezzo coinvolto nel citato sinistro”.

Una decisione che
ha “provocato il congelamento dell’intera vicenda, considerata la lentezza dei
Tribunali per le note criticità, e ulteriormente sconvolto la vita quotidiana
di Palombi e della sua famiglia (dall’inizio del procedimento giudiziario,
siamo arrivati al quinto rinvio dell’udienza)”. E qui il colpo di scena. “Il
nostro collega, infatti, fruisce della Legge
104/92
riferita alla madre, allettata da anni per una grave malattia, la
quale richiede continua assistenza, e, contestualmente, deve accudire la sua
consorte alla quale è stata riconosciuta un’invalidità del 50%”.

Una situazione
oggettivamente drammatica in cui “malgrado le continue richieste di avvicinamento”,
scrive ancora Coppini, “la Dirigenza Cotral si mostra ostinatamente e
clamorosamente insensibile a tutto, nonostante nei social affermi che i
dipendenti sono al centro della sua attenzione. La realtà sembra essere ben
diversa”. Poi cita, per rafforzare il suo ragionamento, l’articolo 7 dello Statuto dei Lavoratori (Legge 300/70): “non può tenersi conto ad alcun effetto delle
sanzioni disciplinari decorsi due anni dalla loro applicazione
”.

“Nel recente
passato la Magistratura Ordinaria del Lavoro ha dichiarato illegittimi alcuni
trasferimenti punitivi effettuati da Cotral, specificamente in relazione alla
citata Legge 104; al punto da costringere la medesima Società a emanare la
Disposizione Organizzativa n. 4 del 27.03.2019 con la quale, invitata il
personale, oggetto di tali trasferimenti da almeno tre mesi, a presentare
istanza per rientrare al deposito di assegnazione. Ma neppure in questo caso,
la domanda di Palombi è stata presa in considerazione, come, ugualmente, non ha
sortito l’effetto sperato l’incontro avvenuto tra l’Azienda e le RSU del Bacino
Aurelio, nel corso del quale è stato chiesto, nuovamente, il reintegro del
collega”.

“Di quale
delitto si sarebbe macchiato mai Palombi? Un incidente può giustificare tale
accanimento? Come può una Società pubblica rimanere inamovibile dinanzi a un
caso drammatico come quello appena esposto?”, sono i quesiti posti da Coppini ai
vertici della Regione Lazio. “Fermiamoci un momento a riflettere, per favore.
Lavorare non può comportare sacrifici abnormi nella vita degli individui, non
può scardinare quelli che sono i valori morali e umani alla base della nostra
esistenza. Chiediamo, facendo appello alla vostra coscienza, un intervento
risolutorio presso la Soc. Cotral; un piccolo gesto di solidarietà, almeno per
riportare il nostro collega al deposito di appartenenza, quello di
Civitavecchia, vicino ai suoi cari e alla sua Famiglia”.

“Le regole
vanno rispettate, senza alcun dubbio, ma un conto è una equa e legittima
sanzione, un conto è l’intimidazione e la vessazione”, ha commentato a margine
il Segretario, “nel nostro lavoro gli incidenti, gli errori in trenta anni di
servizio possono capitare, essere ripresi è corretto, vivere nella paura di
poter sbagliare è un’altra cosa”.




Ferrovie concesse, Habemus Delibera. E la nuova Carta dei Servizi

Fumata
bianca. Era ora. Pubblicata, sul Bollettino Ufficiale n. 60 – Supplemento 2, l’agognata
Delibera regionale adottata nella seduta di Giunta del 16 luglio 2019. La numero 479
per la precisione. Che revoca la messa a gara degli esercizi ferroviari decisa con
la “Deliberazione n. 255 del 5 giugno 2018” e stabilisce l’affidamento “in house alla società COTRAL S.p.A. dei servizi di trasporto pubblico sulle ferrovie
regionali Roma-Lido di Ostia e Roma-Viterbo
”.

E tanto ci voleva? Al riguardo, Osservatore d’Italia, esprime soddisfazione per aver dato rilievo alla questione di indubbio interesse collettivo, con l’articolo apparso il 23 luglio concepito in nome della trasparenza e del Diritto di Cronaca, costituzionalmente garantito. E ripreso nell’ultima puntata della trasmissione Roma di Sera condotto dal Andrea Bozzi, che la Redazione sentitamente ringrazia. Chiusa parentesi. Doverosa.

La delibera,
nata dall’iniziativa dell’assessore regionale alla mobilità Mauro Alessandri, evidenza che Cotral “è
società in house della Regione Lazio,
attualmente affidataria dei servizi di trasporto pubblico locale extraurbano
nel territorio regionale, in virtù della Deliberazione di Giunta regionale 28 ottobre 2011, n. 507, e del relativo contratto di servizio stipulato tra le parti”
e che, altresì, l’affidamento in house
alla stessa degli esercizi ferroviari, “rappresenta una scelta ordinaria – al pari
della procedura ad evidenza pubblica e dell’affidamento diretto – consentita
dal legislatore comunitario e nazionale”.

“Tale
strumento consente all’Autorità competente di poter contare su una maggiore
flessibilità nella gestione degli obblighi contrattuali di cui al contratto di
servizio con la Società, anche in virtù del controllo analogo che la stessa è
in grado esercitare sull’andamento della gestione” e che “tale precipua
caratteristica risulta di particolare importanza per l’Autorità competente, in ragione
dei rilevanti investimenti già programmati e finanziati sulle infrastrutture
sulle quali insistono i servizi oggetto di affidamento (cfr. delibere n. 158/2018
per la linea ferroviaria Roma-Viterbo e n. 67/2019 per la linea ferroviaria
Roma-Lido di Ostia) e che richiederanno consistenti modifiche nei programmi di
esercizio dei servizi di trasporto ferroviario ed automobilistico, sia nella
fase di realizzazione dei predetti investimenti, sia al termine degli stessi,
in virtù del previsto aumento di capacità della rete ferroviaria”.

“La
predetta forma di affidamento in house
consente altresì all’Autorità competente – prosegue il documento – di poter contare
sulle diverse sinergie derivanti dalla integrazione modale dei servizi di
trasporto regionale extraurbani automobilistici e ferroviari, in particolar
modo nelle predette fasi di realizzazione degli investimenti, nonché delle
necessarie rimodulazioni dei servizi di trasporto programmati a livello
regionale”. Sinergie che “consentono, pertanto, all’Autorità competente di poter
meglio gestire la fase di pianificazione dei predetti servizi, potendo contare
sulla già richiamata maggiore flessibilità nella gestione dei rapporti
contrattuali (sia per il servizio automobilistico, sia per quello ferroviario)”
e, inoltre, consente “di poter gestire e modulare, durante l’intera durata dell’affidamento,
l’impatto degli oneri di carattere sociale derivanti dall’applicazione delle normative
di derivazione comunitaria e nazionale applicabili in tema di protezione dei
diritti dei lavoratori (cd. clausola sociale)”.

Esclusa dal nuovo affidamento la linea Termini-Giardinetti, ora limitata a Centocelle, in quanto “con nota n. 45706 del 28 dicembre 2018, Roma Capitale ha manifestato l’interesse nella gestione dell’infrastruttura, previa qualificazione della stessa quale rete urbana”. Il provvedimento ricorda ancora che “con Deliberazione di giunta regionale n. 449 del 9.7.2019, la Regione Lazio ha adottato il provvedimento di rigetto della proposta spontanea di project financing relativa all’affidamento in concessione della progettazione, costruzione e gestione dell’infrastruttura di trasporto ferroviario Roma- Lido di Ostia”, che con la “determinazione dirigenziale n. G12290 dell’8 settembre 2017 è stata disposta l’esecuzione dei lavori per l’ammodernamento e il potenziamento della rete ferroviaria Roma-Viterbo, nella tratta extraurbana Riano-Morlupo” e che, infine, “con Deliberazione di Giunta regionale n. 446 del 2 agosto 2018, come modificata dalla successiva Deliberazione di Giunta regionale n. 67 del 12 febbraio 2019, è stata approvata la Convenzione regolante i rapporti tra la Regione Lazio, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Rete Ferroviaria Italiana S.p.A e ATAC S.p.A., e sono stati individuati gli interventi di ammodernamento della rete ferroviaria Roma-Lido di Ostia”.

L’obiettivo
“primario della Regione Lazio è di valorizzare il trasporto ferroviario, asse
portante del sistema regionale di trasporto pubblico locale e di perseguire
ulteriori miglioramenti nella qualità dell’offerta, in particolare nella
puntualità, nella regolarità, nella composizione e nell’efficienza del
materiale rotabile, nell’informazione in tempo reale e garantire, così, il più
elevato livello possibile di efficientamento del servizio e, conseguentemente,
una più adeguata tutela del cittadino/utente”. Da qui la scelta di “revocare la
Deliberazione di Giunta regionale n. 255 del 5 giugno 2018, che prevede l’affidamento
del servizio di trasporto relativo alle ferrovie regionali Roma-Lido di Ostia,
Roma-Viterbo e Roma-Giardinetti mediante procedura ad evidenza pubblica e di procedere
all’affidamento in house alla società
COTRAL S.p.A. dei servizi di trasporto pubblico sulle ferrovie regionali
Roma-Lido di Ostia e Roma-Viterbo”.

Resta inteso che questa scelta, apprezzabile, non solleva la Regione dalle oggettive responsabilità, politiche, che ha in questa storia assurda. Troppe sono, anche alla luce delle mitigazione agli esercizi targate ANSF, le dimenticanze che hanno segnato e determinato il disfacimento delle linee, penalizzando utenti e lavoratori.

Intanto il Comitato Pendolari RomaNord, il Comitato Pendolari Roma Ostia e ORT-Osservatorio Regionale sui Trasporti rendono noto la pubblicazione da parte di Atac della nuova Carta dei Servizi esclusivamente per le concesse, frutto, scrive in una nota Roberto Spigai, “del risultato di tre anni di lotte e lavoro della Triplice Intesa dei Comitati pendolari e blogger delle tre ferrovie regionali ex concesse. È la prima ed unica Carta della qualità dei servizi, fatta pensando veramente a cosa siano le nostre tre ferrovie. È il risultato di decine di documenti di analisi e proposta, di paginate di testi e di centinaia di osservazioni a margine, fatte sulle bozze che, via via, ATAC produceva per cercare di ridurre tutto ad un simulacro. Per noi è soprattutto la BASE per una piena attuazione dei principi sul controllo dal basso sulla quantità e quantità dei servizi pubblici, di cui le Carte sono uno strumento previsto da anni e poco attuato. Per noi è la BASE di quello che dovrà essere costruito per la nuova Carta 2020 con ATAC e, a quanto pare, dovrà essere anche la BASE per la prima Carta della qualità di COTRAL S.p.A. per i servizi ferroviari Roma Nord e Roma Lido”. Sul nuovo affidamento aggiunge ironico: “In attesa di vedere come COTRAL S.p.A. ottenga le autorizzazioni e le certificazioni come esercente di trasporto ferroviario, essendo oggi solo una società di autoservizi, vi auguriamo buone vacanze”.




Roma, metro A: i treni possono viaggiare con le telecamere rotte

ROMA – Novità nella circolazione dei treni nella Linea A della metropolitana, la più frequentata, introdotta dalla Direzione d’Esercizio con la D.O. 170 del 24 luglio. Secondo la quale, le segnalazioni riscontrate dai macchinisti agli impianti di videosorveglianza a circuito chiuso, di cui i convogli CAF (MA 300) sono dotati, non “dovranno essere prese in considerazione. Le corse dovranno in ogni caso svolgersi nel rispetto dei vigenti Regolamenti, Istruzioni, Disposizioni Operative ed Ordini di Servizio”.

Anche nella metropolitana, Atac ricorre a provvedimenti mirati che, di fatto, aggirano le criticità ma evitano l’apertura di guasti da parte del personale e, come conseguenza logica, la perdita delle corse. Insomma, la produzione innanzitutto, così almeno sembra, the show must go on. “Visto l’esito positivo delle verifiche e prove effettuate in data 25.05.2019 e 11.06.2019 – recita la nota -, ed il parere favorevole espresso dall’Ustif con nota prot. 140649 del 26.06.2019, si dispone la circolazione di un numero limitato di treni MA300 con impianto TVCC con funzioni degradate: non attiva la visualizzazione dell’area interessata dall’azionamento della maniglia di allarme passeggeri; non attiva la visualizzazione della fiancata del treno in fase di salita e discesa dei passeggeri”.

Pertanto,
“il personale di condotta” deve attenersi “a quanto prescritto dal Regolamento
Circolazione Treni in merito al segnale
di allarme
, in occasione di attivazione di una maniglia di allarme da parte
di un passeggero” nonché accertarsi “sempre, in partenza da una stazione, del
regolare incarrozzamento dei passeggeri, come previsto dal Regolamento
Circolazione Treni”. Questo fino al prossimo al 30 settembre (nodo al fazzoletto).

E, come
detto, le eventuali “segnalazioni di avaria TVCC sul SICAS [lo schermo nelle cabine guida, ndr] non
dovranno essere prese in considerazione” e, allo stesso tempo, le “eventuali
mancate visualizzazioni di una o più telecamere devono essere annotate sul
modello A0404 (T280)”. Il personale è, dunque, avvisato e non ha scusanti, al
solito. Punto. Ma, a lume di naso, non sarebbe stato meglio intervenire prima?

Sul fronte dei lavoratori si leva la voce del profilo twitter ConduttoreMetrob, una volta ascoltati i colleghi della Linea A: “Ci risiamo, l’Azienda invece di risolvere i problemi, li sposta sul personale operativo. Secondo noi, in un sistema complesso, come la metropolitana, non ci dovrebbero essere falle nei sistemi a sussidio della sicurezza; sistemi utili in caso di presenza di borseggiatori o di criticità all’interno dei vagoni. Ovviamente ci atterremo alla disposizione odierna, la seguiremo, ma solleveremo ogni nostro dubbio secondo le procedure aziendali. Non vorremo fare la fine delle ferrovie concesse, che per il non adeguamento viaggiano a servizio ridotto. Vi terremo aggiornati sulle risposte che l’azienda ci darà”.




Ferrovie, dov’è la delibera regionale che segna il passaggio a Cotral?

Una settimana fa, il 16 luglio per l’esattezza, il trionfalistico annuncio dell’assessorato ai trasporti della Regione Lazio, con il quale comunicava la fine della gestione Atac e l’affidamento – in house – a Cotral delle ferrovie ex-concesse Roma-Viterbo e Roma-Lido, dal 1 gennaio 2021, sia chiaro. Accompagnato da comunicati enfatizzanti, con tanto di Marcia Reale al seguito. Finora, oltre ai cori da fiera imbastiti dalla maggioranza regionale, evidentemente alla ricerca di consensi, la delibera coi nuovi indirizzi non s’è vista. Un giallo.

A distanza di sette giorni, tanti se si pensa bene, nessuno ancora
conosce i dettagli dell’affidamento alla Compagnia regionale. C’è solo l’Ordine
del Giorno riferito alla famigerata seduta di Giunta dello scorso martedì, che
riporta, genericamente, “Revoca Deliberazione
di Giunta regionale n. 255 del 5 giugno 2018. Adozione dei nuovi indirizzi in
merito all’affidamento dell’esercizio dei servizi di trasporto pubblico
ferroviario di interesse regionale e locale sulle ferrovie Regionali Roma-Lido
di Ostia e Roma –Viterbo
”. Della delibera di Giunta vera e propria nessuno
l’ha ancora letta, dentro e fuori la Pisana, così almeno sembra.

Le sole informazioni trapelate derivano dalle dichiarazioni rese dall’Assessore ai Trasporti Mauro Alessandri e da quelle, in primis, del consigliere PD Panunzi di Viterbo. Perché tanta ritrosia? Ma esiste la delibera? Sono le prime domande che balzano alla mente, anche perché né la Segreteria dell’assessore stesso né tanto meno l’ufficio stampa del Presidente Zingaretti, hanno risposto alle email, inviate rispettivamente il 17, ovvero il giorno dopo la decisione della Giunta, e il 19 luglio. Nelle quali si chiedeva, specificatamente, la copia della delibera o stralci di essa, nel rispetto del diritto di cronaca e considerato, soprattutto, l’importanza dell’argomento trattato.

Interrogativi (questi e altri ancora) che dovrebbero solleticare le opposizioni – è nelle loro prerogative -, le quali, invece, complice il caldo, l’avvicinarsi delle ferie e l’ignoranza acuta in materia ferroviaria, preferiscono glissare, accettare passivamente lo stato delle cose, senza approfondire e capire le motivazioni che hanno portato le ferrovie concesse al totale disfacimento. Sulla pelle dei Pendolari e dei Lavoratori. E in questo clima, assurdo, la decisione della Regione appare davvero soltanto come un mero atto “per placare gli animi esasperati e prendere ulteriore tempo”, così come dichiarato da Fabrizio Bonanni del Comitato Pendolari RomaNord. Un’altra cambiale da stracciare o da rinnovare da un momento all’altro. Dipende dalle convenienze partitiche. È già successo.

Foto Copertina di Lorenzo Pallotta (Ferrovie.info)




Atac green, parte la 1campagna “+Ricicli +Viaggi”. Peccato lasciar fuori i Municipi

“Un bonus speciale per l’acquisto dei biglietti Atac per chiunque ricicli la plastica nelle stazioni metro”. È quanto dichiara la Sindaca Virginia Raggi nell’inaugurare, questa mattina, il progetto “+Ricicli +Viaggi” per la raccolta e il riciclo delle bottiglie di platica in PET che consente agli utenti, in cambio, di accumulare punti, attraverso le App MyCicero e TabNet, e scontarli direttamente per l’acquisto, a partire dai 5 minuti successivi al conferimento, di uno o più titoli di viaggio in vendita sulle App di B+ (Bit 100 minuti, 24/48/72h e abbonamento mensile).

“Il meccanismo è
semplice” sottolinea la Sindaca, per ogni bottiglia di qualunque formato avviate
a riciclo, inserita in una delle tre macchine eco-compattatrici installate da Coripet (Consorzio per il Riciclo del
PET) nelle stazioni di Cipro Metro A,
Piramide Metro B e San Giovanni Metro C, i passeggeri
riceveranno un bonus, che verrà versato nel borsellino virtuale dell’App da
scontare per comprare illimitatamente uno o più biglietti. “Roma è la prima
città italiana, e fra le prime in Europa, a promuovere quest’iniziativa. Una
vera e propria innovazione per combattere l’inquinamento da plastica, che punta
all’economia circolare: tutte le bottiglie raccolte, torneranno infatti a
essere nuove bottiglie”.

L’innovazione
tecnologica è stata realizzata grazie alla collaborazione dei partner MyCicero
e Tabnet che hanno sviluppato il sistema e che finanzieranno gli ecobonus
erogati per tutti dodici mesi della sperimentazione.  “In questo modo sarà possibile – recita la
nota del Campidoglio – premiare i comportamenti responsabili dal punto di vista
ambientale e fidelizzare i clienti che usano il canale mobile, che risulta in
costante crescita”. 

https://www.facebook.com/virginia.raggi.m5sroma/videos/1100697020123843/?t=1

Per ogni bottiglia in
PET, di qualunque formato (da 0.25cl a 2 litri), si riceverà un bonus di 0,5
centesimi di euro, al momento, e nei minuti successivi l´inserimento delle
bottiglie nell´eco-compattatore è possibile utilizzare l´ecobonus per
l´acquisto scontato dei titoli di viaggio. “In un solo colpo – conclude la
Raggi – incentiviamo l’acquisto del biglietto e compiamo una buona azione a
favore dell’ambiente, perché anche i piccoli gesti sono importanti”.

Seppur sperimentale,
piccolo inciso, l’iniziativa poteva essere organizzata diversamente, in modo da
offrire il servizio in maniera più capillare possibile. Sarebbe stato opportuno
coinvolgere i Municipi e, contestualmente, le associazioni territoriali
riconosciute, i centri anziani per esempio, o, in alternativa, prevedere l’installazione
delle macchine eco-compattatrici nelle stazioni/fermate delle metropolitane periferiche.
In quelle zone, soffocate dal traffico veicolare, dove tale bonus potrebbe
essere un ulteriore incentivo per raffinare la raccolta differenziata. Si
auspica quanto prima un’implementazione in questa direzione. O giù di lì.




Ferrovie ex-concesse, la Regione ci ripensa: fuori Atac, dentro Cotral

A quasi vent’anni dallo
spacchettamento di veltroniana memoria, le ex-concesse tornano appannaggio di Cotral SpA, l’alveo naturale, si
potrebbe dire. Così è stato deciso martedì mattina, 16 luglio, dalla Giunta della Regione
del Lazio
. “Adozione dei nuovi indirizzi in merito all’affidamento – recita
l’Ordine del Giorno – dell’esercizio dei servizi di trasporto pubblico
ferroviario di interesse regionale e locale sulle ferrovie Regionali Roma-Lido di Ostia e Roma-Viterbo”. Esclusa nel passaggio la
Termini-Centocelle, rispetto alla
quale è in corso di espletamento il trasferimento della proprietà a Roma Capitale, e la conseguente
classificazione in metropolitana leggera o tranvia rapida.

Il provvedimento, atteso da tempo,
arriva a pochi giorni dalla deliberazione 449
del 9 luglio scorso, ugualmente
importante. Con la quale la Regione “valuta non fattibile, la proposta
presentata dalla costituenda associazione temporanea di imprese fra Ansaldo STS SpA, Hitachi Rail Italy SpA, RATP
DEV Italia Srl
, SALCEF SpA, CILIA Italia srl e Architecna Engeneering srl, relativamente all’affidamento in
concessione della progettazione, costruzione e gestione dell’infrastruttura di
trasporto ferroviario Roma-Lido di Ostia”. Specialmente “a fronte delle
preminenti ragioni di pubblico interesse – si legge nelle premesse – tese a non
pregiudicare, a danno della cittadinanza, la necessaria continuità nell’erogazione
del servizio di TPL, l’Amministrazione ritiene l’ulteriore procrastinamento ad libitum del termine di conclusione
del procedimento de quo incompatibile
con il perseguimento dell’interesse pubblico”.

Antefatto utile per chiudere un capitolo
e aprirne un altro, magari definitivo, principalmente per porre fine all’assurda
mattanza ferroviaria, che ancora non ha un nome e un cognome. O meglio ce li ha,
e più di uno, ma la politica preferisce nascondere la testa sotto la sabbia e a
rilanciare al banco all’infinito, nel vano tentativo di riparare ai propri
errori. Oggettivi e eclatanti.

E in questo gioco, schizofrenico,
prima, con la delibera 225 del5 giugno 2018,si prevedeva l’affidamento dei servizi
ferroviari mediante una “procedura ad
evidenza pubblica”, oggi, questa stessa Amministrazione Regionale, ammette di
aver preso un abbaglio e che quei servizi saranno, invece, affidati in house a Cotral, interamente
controllata dalla Pisana, forte di un bilancio risanato e con alle spalle una
storia di rispetto. Niente di meglio, a patto che, come detto, questa sia la
scelta definitiva e non un altro escamotage per prendere tempo. Comunque, salvo
altre delibere di merito, il passaggio di consegne avverrà il 1 gennaio 2021,
e sarà Atac a gestire la fase transitoria, dando continuità agli esercizi. Un
tempo indispensabile, soprattutto, i trasferimenti del personale e delle
strutture.

E sia, ma c’è da fidarsi di questa plateale conversione a “U”, azzeccata
ma ritardataria? Certo, “è una decisione che riempie di soddisfazione – si è
affrettato a dichiarare il consigliere regionale Enrico Panunzi – Atac è
una società con evidenti criticità gestionali che le impediscono di garantire
un piano di rilancio e sviluppo della tratta ferroviaria. Ben diversa si
prospetta invece la qualità del trasporto in mano a Cotral, una società
risanata e che ha ampiamente dimostrato la sua solidità in termini economici,
gestionali e di prestazioni. I 370.000.000 di euro stanziati dalla Regione
Lazio per le opere infrastrutturali sulla linea ferroviaria Viterbo-Civita
Castellana-Roma combinati con l’affidamento della gestione a Cotral, ci rendono
molto ottimisti per il futuro, consentendoci di immaginare un sistema di
trasporti più innovativo e corrispondente ai bisogni dei cittadini”.

Per il Sindaco di Castelnuovo di Porto Riccardo Travaglini è “una
buona notizia, che, però, arriva troppo in ritardo. In tale contesto sono
decisivi i lavori di raddoppio e di ammodernamento della linea, importanti per
elevare la qualità del servizio offerto alla nostra cittadinanza. Sono
indispensabili. Verificheremo l’andamento delle opere e del passaggio a Cotral
presso l’osservatorio dei trasporti istituito dalla Regione”.

Ancora più cauto il Comitato Pendolari RomaNord. E, sinceramente,
non gli si può dare torto. “Speriamo che stavolta la Regione mantenga le
promesse – attacca il portavoce Fabrizio Bonanni – il 2021 è ancora
lontano, e può accadere di tutto. Noi non ci fidiamo, siamo malfidati per tutto
quello che abbiamo passato in questi sette anni di Comitato. Se arriva Cotral, o
un altro nuovo gestore, che si faccia carico della nostra linea, siamo contenti.
Siamo favorevoli a un cambio, che finalmente possa dare idea di un servizio
degno di una Capitale europea, ma allo stesso tempo, torno a dire che non ci fidiamo;
non ci possiamo fidare né di Atac, né del Comune di Roma né della Regione
Lazio, perché ogni volta si sono dimostrati completamente inaffidabili. E
questo lo mettiamo in conto. Sempre”. “Come Comitato auspichiamo inoltre –
conclude – che Cotral non si farà carico della classe dirigenziale di Atac,
mediocre e inaffidabile, artefice di tale disservizio”.

E sì, tirate le somme, non sarà
facile per Cotral prendere in mano la pesante eredità di Atac. Infatti, anche
se forte degli investimenti messi in campo dalla Regione (grande nodo al fazzoletto),
la Compagnia ha perso la grande esperienza maturata nel settore ferroviario,
pur essendo la diretta discendente dell’Acotral e della Stefer.




Cotral, i Sindacati avvertono: “No a giudizi sommari e a senso unico”

All’indomani
della pubblicazione del video, diventato subito virale, sui fatti accaduti
lunedì sera per le strade di Ferentino,
in provincia di Frosinone, arrivano
le reazioni delle Organizzazioni Sindacali. Che prendono le distanze da
qualsiasi atto di violenza ma consigliano, allo stesso tempo, di evitare “giudizi
sommari e a senso unico” nei confronti dell’autista Cotral, resosi, purtroppo, protagonista dell’incresciosa vicenda. Del
resto le immagini, seppur emotivamente forti, non danno, effettivamente, una
visione esaustiva di quanto accaduto. E risulta alquanto improbabile pensare
che un autista di pubblico servizio, della Cotral o di qualunque altra società
di Trasporto, marito e padre, possa essere diventato matto da un momento all’altro.

Da
via Alimena, l’Azienda fa sapere di aver “già attivato l’iter disciplinare
previsto in queste circostanze”. “Il comportamento dell’autista che ha
malmenato un passeggero nel tentativo di farlo scendere dal bus è
inaccettabile. Cotral respinge con forza ogni forma di violenza, anche perché
da una prima ricostruzione e dei fatti e dalle immagini del video apparso in
rete si evince chiaramente che l’autista non si trovasse in alcuna situazione
di pericolo”.

Diversa
invece l’interpretazione delle Segreterie Sindacali. “Condanniamo ogni forma di
violenza” – dicono CGIL, CISL, UIL e UGL in una nota
congiunta – come al solito si dà senza un minimo di ricerca delle motivazioni
che hanno portato all’esasperazione di un gesto, ma come già accaduto con altri
episodi si giudica solo guardando alcuni fotogrammi sui social. Da tempo le
Organizzazioni denunciano lo stato precario della sicurezza dei lavoratori di
font-line del trasporto pubblico locale”.

“Aggressioni
sistematiche agli autisti. No a giudizi sommari”, rincara la dose il Segretario
Regionale di SLM Fast-Confsal Renzo
Coppini
. “Riteniamo doveroso un approfondimento mirato, circostanziato. La
reazione dell’autista, esasperata e scomposta, deve essere interpretata nella
sua complessità, valutando opportunatamente tutti gli elementi che possano aver
scaturito tale reazione. Non sappiamo, infatti, cosa sia effettivamente
accaduto prima, certo è che la risposta dell’austista è da leggere come una
difesa della propria incolumità e della sicurezza aziendale”.  “L’esasperazione degli operatori in
front-line è ai massimi livelli – prosegue – si lavora costantemente con la
tensione, la paura di subire, per una ragione o un’altra, un’aggressione. Che,
purtroppo, sono all’ordine del giorno (accoltellamenti, bastonate, sparatorie,
vessazioni di ogni genere) e nessuno difende il personale”. Ergo, “crediamo,
fatte le dovute considerazioni del caso, che bisogna andare oltre le semplici
immagini. Condanniamo comunque tutti gli atti di violenza, ma chiediamo che la
giustizia non sia sommaria e a senso unico”.

Da qui l’invito del Segretario Regionale Fast-Confsal: “Questo è il momento opportuno che Aziende, Istituzioni e Organizzazioni Sindacali prendano in mano la situazione, assumendosi, ognuno per la sua parte di responsabilità, l’onere di risolvere una volta per tutte il problema della sicurezza dei lavoratori e dell’utenza del trasporto pubblico locale. Auspichiamo l’accertamento della verità nell’interesse di tutti affinché si possa raggiungere l’obbiettivo di lavorare con la dovuta serenità”.




Atac, certificata la “morte” delle Ferrovie regionali. Di chi sono le colpe?

Riduzione
della velocità commerciale, soppressioni incroci, battuta d’arresto agli
attraversamenti e nei deviatoi: queste, in sostanza, le pesanti restrizioni
della Direzione Esercizio Atac in vigore da lunedì 1 luglio, e riferite agli esercizi delle ferrovie Roma-Viterbo e Termini-Giardinetti. Provvedimenti emanati in applicazione del Decreto 1/2019 (Allegato B) dell’ASFN – Agenzia Nazionale per la Sicurezza
delle Ferrovie
, che subentra all’USTIF
– a Roma come nel resto d’Italia – nel monitoraggio della sicurezza anche delle
linee isolate.

A
sancire il passaggio le modifiche inserite all’articolo 2 comma 4 del Decreto
Legislativo 162 del 10 agosto 2007
(“Attuazione
delle direttive 2004/49/CE e 2004/51/CE relative alla sicurezza e
allo sviluppo delle ferrovie comunitarie
”), apportate con il Decreto Legge 148 del 16 ottobre 2017 convertito, con
modificazioni, tramite la Legge 172 del
4 dicembre 2017
recante “Disposizioni
urgenti in materia finanziaria e per esigenze indifferibili
”. Al comma 4,
infatti, è stato aggiunto che il “presente
decreto non si applica alle reti
funzionalmente isolate dal resto del sistema ferroviario ed adibite unicamente
a servizi passeggeri locali, urbani o suburbani
, nonché alle imprese ferroviarie che operano esclusivamente su tali
reti, fino al 30 giugno 2019
” e che “entro il 31 dicembre 2018,
l’ANSF individua le norme tecniche e gli standard di sicurezza applicabili alle reti funzionalmente isolate dal resto
del sistema ferroviario
nonché ai gestori del servizio che operano su tali
reti, tenendo conto delle caratteristiche delle tratte ferroviarie, dei
rotabili e del servizio di trasporto, fermo restando quanto previsto dai
trattati internazionali per le reti isolate transfrontaliere
.

Di fatto, com’è già successo per le ferrovie complementari interconesse alla rete nazionale di RFI, in ossequio al Decreto del Ministero dei Trasporti 5 agosto 2016, licenziato in seguito al disastro ferroviario avvenuto in luglio sulla Andria-Corato in cui morirono 23 morti persone, anche le linee isolate sono soggette agli obblighi individuati nel Decreto Legislativo 162 e, di conseguenza, al Decreto 1/2019 dell’ANFS. Sotto controllo dell’USTIF, istituiti nel 1986 con l’obiettivo di mettere ordine proprio nelle reti complementari ex-concesse, realizzate per lo più dall’industria privata tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, restano solo le metropolitane, le tranvie e gli altri impianti leggeri di trasporto su rotaia e a fune. “Nel rilasciare le autorizzazioni di propria competenza – rimarca la normativa – l’ANSF valuta le misure mitigative o compensative proposte dai gestori del servizio sulla base di una analisi del rischio che tenga conto delle caratteristiche della tratta ferroviaria, dei rotabili e del servizio di trasporto”.

Il che applicato nelle linee in gestione – ma ancora per poco – all’Atac, è un’ecatombe, una Walterloo, in quanto sia la Roma-Viterbo che la Termini-Giardinetti non presentano standard di sicurezza rispondenti alle Direttive ANSF. Tanto da costringere l’Azienda Capitolina a ricorrere alle “misure mitigative”, previste nel Decreto 1/2019 dell’Agenzia, al fine di garantire la continuità al servizio. Ma si può parlare ancora di servizio?

Nella tratta extraurbana della Viterbo, quella maggiormente colpita, la Disposizione Operativa n. 135 del 29/ 06 /2019, nelle more dell’adeguamento tecnologico e normativo, dispone: 50 Km/h velocità massima consentita, “salvo eventuali limitazioni più restrittive di velocità notificate secondo le modalità regolamentari in vigore”; abolizione tutti gli incroci; battuta d’arresto su tutti gli attraversamenti, “pertanto tutti i treni prima di impegnare gli stessi devono arrestarsi e l’agente di condotta può riprendere la marcia dopo essersi accertato del relativo stato di libertà e dell’assenza dei transiti sugli stessi”; battuta d’arresto su tutti i deviatoi di linea non comandati da ACEI, “pertanto tutti i treni prima di impegnare tali enti devono arrestarsi e l’agente di condotta può riprendere la marcia dopo essersi accertato del corretto posizionamento degli stessi”. Inoltre, “nella tratta Catalano-Viterbo viene istituito servizio a Spola” e “si abolisce la sede obbligatoria di giunto di Vignanello e rimangono confermate le sedi obbligatorie di S. Oreste e Castelnuovo”.

Per quanto attiene la tratta urbana: “la circolazione dei treni in senso opposto rispetto a quello per cui il binario è attrezzato non è ammessa se non in caso di interruzione accidentale del binario attrezzato, al solo fine di consentire ai treni già in circolazione di superare il tratto interessato dall’anormalità, garantendo le necessarie condizioni di sicurezza; “Per i treni deve essere garantita la presenza del secondo agente in cabina, in possesso di abilitazione per la frenatura dei rotabili col compito di vigilare sulla corretta applicazione dei segnali di linea; Ai convogli non dotati di dispositivo di train-stop non è consentita la circolazione sulla tratta urbana; I treni straordinari per trasferimento materiali rotabili circolanti ad agente unico devono viaggiare alla velocità massima di 50 km/h; Qualora un movimento di manovra debba oltrepassare il punto protetto dal segnale di protezione, deve essere preventivamente interrotta la circolazione dei treni nel tratto di linea attiguo”. Analogo discorso nella Giardinetti, ora limitata a Centocelle (Disposizione Operativa 136 del 29/06/2019), solo che la velocità massima consentita passa dagli attuali 50km/h ai 30 Km/h.

Devastante l’impatto, 22 treni extraurbani sospesi e solo parte di questi sostituiti coi bus, così come annunciato da Atac nel presentare l’orario estivo, che, coincidenza, entra in vigore proprio il 1 luglio. I treno depennati sono: il 300, 302, 304, 305, 307, 309, 310, 311 (tratta Montebello-Catalano e viceversa), il 400 e 401 (tratta Vignanello-Viterbo e viceversa), il 500 e 501 (tratta Montebello-Sant’Oreste e viceversa), il 600 e 617 (tratta Flaminio-Catalano e viceversa), il 803, 808, 809, 816, 820 (tratta Viterbo-Catalano e viceversa) e, infine, il 817 e 821 (tratta Viterbo-Civitacastellana e viceversa). “I treni 300, 302, 304, 305, 307, 309, 310, 311, 500 e 501- prosegue la nota – saranno sostituiti da un servizio di bus che seguono lo stesso orario dei treni sospesi, compatibilmente con la situazione del traffico. I treni 600 e 617 saranno cancellati tra Flaminio e Montebello e viceversa e sostituiti da bus tra Montebello e Catalano e viceversa”. Mentre nella tratta urbana “non saranno effettuati i treni: da Flaminio ore 9.38; da Montebello ore 13.10 e 22.18”.

“Siamo diventati una gommovia”, ironizza un lavoratore dell’Azienda. “La Roma-Viterbo è morta”, tuona il Comitato Pendolari della RomaNord, “sono quasi due anni che si sa questa cosa, maturata subito dopo la tragedia ferroviaria di Andria e Corato e nessuno ha fatto nulla per prevenire. È una vergogna, l’ennesima. Uno schiaffo che non possiamo tollerare, un immane e apocalittico disservizio che ha come primi responsabili i dirigenti di Regione Lazio e Atac, incapaci nonostante il molto tempo avuto, di fare gli interventi necessari per evitare lo sfacelo. Con la prima che si trascina con le aggiudicazioni della gara per il raddoppio tra Riano e Morlupo da ormai 7 mesi e attualmente il contratto con le aziende aggiudicatarie dei due lotti non è ancora stato firmato. Ricordiamo che per fare il progetto esecutivo le ditte hanno a disposizione altri 3 anni. L’acquisto dei nuovi treni non è ancora perfezionato, ma se dovesse essere firmato oggi, questi nuovi mezzi non arriverebbero prima della fine del 2021″.

“Quelle poche corse effettuate saranno lentissima, al limite dello sfinimento per il povero e (sempre più) martoriato pendolare della Romanord. Si potrà prendere il treno forse solo di domenica, quando ci saranno meno corse e meno utenti, e questo è veramente paradossale. La conseguenza sarà l’abbandono della linea per salire sulle automobili private per spostarsi a Roma, con la chiusura di fatto dell’extraurbano…ma forse qualcuno vuole proprio questo? Chi sta sbagliando deve pagare”. Da qui l’invito: “Sollecitate i vostri sindaci, assessori e cittadini (non solo gli utenti della ferrovia) a prendere coscienza del problema e a farsi promotori di una forte azione sociale per evitare il peggio. Noi faremo altrettanto, ma dobbiamo essere uniti…soprattutto in questo momento”.

“Quarant’anni
fa questi paesini contavano ciascuno 4000 abitanti circa, oggi la loro
popolazione è più che raddoppiata e quel trenino per come lo conoscevamo non ha
migliorato il suo servizio, anzi da quello che dicono gli attuali utenti la
situazione è peggiorata. Un tema da Conferenza dei Sindaci – approva Stefano Rossi, attivista di Fratelli d’Italia di Riano – una richiesta di finanziamenti
e miglioramenti da spingere tutti insieme. Oggi quella tratta deve essere potenziata e
non abbandonata, i binari devono essere raddoppiati e le corse devono essere
intensificate
, per incoraggiare l’utenza a non optare per il mezzo
privato per raggiungere Roma (considerando che anche Flaminia e Tiberina non
sono state adeguate) ma per quello pubblico. Questioni politiche, questioni di
cui partiti e amministrazioni comunali dovrebbero farsi carico non lasciando da
soli i cittadini che, non adeguatamente rappresentati, si sono organizzati da
soli e da qualche tempo per chiedere miglioramenti”.

Reazioni pesanti anche dal mondo sindacale. Le RSU Cisl delle ferrovie, in risposta alle Disposizioni 135 e 136, hanno tempestivamente inviato un fonogramma ai vertici aziendali e all’ANSF. “Le sottoscritte RSU – recita il testo – fanno presente che il Personale tutto non è stato né formato né informato sull’Allegato B al Decreto ANSF N° 1/2019 e del contenuto dell’allegato 1 del decreto stesso, riguardo norme tecniche e standard di sicurezza applicabili alle reti funzionalmente isolate dal resto del sistema ferroviari, nonché ai gestori del servizio che operano su tali reti, in cui entra in vigore il Regolamento per la circolazione ferroviaria emanato dall’ANSF con decreto 4 del 2012. Per la tratta extraurbana al quinto capoverso [della Disposizione n.d.r.] si legge ‘nella tratta Catalano Viterbo viene istituito servizio a spola’. Tale servizio impone un altro regime di circolazione che confligge con l’attuale e senza una regolamentazione con successiva formazione e informazione mette a rischio i lavoratori deputati a dirigere la circolazione treni, alla condotta e alla scorta dei convogli ferroviari. Dovrebbe essere emanata una Disposizione Operativa che contenga: Norme Generali; Norme Integrative, Generalità; Norme Impiantistiche; Normative di Esercizio. In mancanza di ciò non si capisce come possano i Dirigenti di Movimento gestire la circolazione dei treni a spola”.

Il documento sottolinea altresì che “le modifiche interessanti la circolazione treni vanno emanate e coordinate nei tempi e nei modi previsti per ottemperare alle normative di legge quali ad esempio il TU 81/2008 in materia di salute e sicurezza relativamente alla formazione e informazione. L’azienda ha invece cambiato il quadro normativo e il regime di circolazione treni (Catalano Viterbo) con le disposizioni in oggetto, emanate il 29 giugno 2019 e da applicare a far data del 1 luglio 2019. L’obbligo della formazione e informazione è un obbligo di legge che non può essere disatteso. Invitiamo pertanto i soggetti in indirizzo affinché prima di applicare quanto contenuto nelle Disposizioni Operative in oggetto sia effettuata la dovuta formazione e informazione al personale tutto. Si invitano le segreterie sindacali a chiedere urgente riscontro al Direttore di Esercizio della mancata formazione e informazione su quanto da egli disposto nelle Disposizioni Operative e sulla mancata emissione di Disposizione Operativa che regoli il servizio a spola tra Catalano e Viterbo”.

Sulla Giardinetti è il Blog Sferragliamenti dalla Casilina a tirare le fila: “Analogamente a quanto sta accadendo sulla Linea C, anche sulla Termini-Centocelle la politica ha vinto sulla logica. Nonostante infatti, gli annunci pomposi degli scorsi mesi che, non è possibile nascondere, ci avevano ammaliato con la prospettiva del rilancio della linea a Tor Vergata, oggi i nostri più cupi timori sul passaggio sotto la legislazione ANSF si stanno avverando. Le disposizioni imposte determineranno un sostanziale abbattimento della velocità commerciale che, unitamente alla battuta di arresto su tutti gli attraversamenti (i treni si dovranno fermare anche col semaforo verde!), completeranno la distruzione della linea, che verrà abbandonata dai passeggeri perché troppo lenta. Il nostro appello, che rivolgiamo con forza agli assessori Alessandri e Meleo, è che si acceleri quanto prima al declassamento della linea da ferrovia a tramvia: un atto formale, di natura puramente burocratica, che potrebbe cancellare di colpo queste assurde imposizioni”. “Uniamoci all’appello di Sferragliamenti della Casilina – rilancia Gianfranco Gasparutto, consigliere del Municipio VI del PD -per chiedere all’assessore Linda Meleo e al Presidente della Commissione Mobilità Pietro Calabrese di procedere al declassamento della linea da ferroviaria a tranviaria in modo da rendere queste disposizioni ininfluenti”.

L’iniziativa del Blog trova un suo fondamento nel parere espresso dalla Direzione Regionale Infrastrutture e Mobilità in risposta al Ministero (prot. n. 3556 del 16/05/2019), dove rileva come la Giardinetti “non possa essere inserita tra quelle individuate come ferrovie isolate in quanto la stessa ha caratteristiche tranviarie. Il servizio svolto su tale linea ha velocità massima di 50 km/h, ridotta a 30 km/h in corrispondenza degli attraversamenti, tutti regolati da impianti semaforici di tipo stradale con circolazione a destra e marcia a vista”. “Tali caratteristiche generali della linea sono peraltro sostanzialmente corrispondenti alle norme tranviarie UNI 11174 e UNI 7156″.

E ancora: “Rispetto alle tranvie tradizionali la linea ha alcune caratteristiche specifiche che, pur nell’ambito del classico regime di circolazione di tipo tranviario sopra descritto, ne accrescono il livello di sicurezza e di efficienza quali: sede completamente protetta; Viale del stazioni controllate da ACEI con itinerari di ingresso e di partenza protetti da segnali di tipo ferroviario; scambi comandati elettricamente dai rispettivi impianti ACEI e non dal macchinista del treno. Tali caratteristiche la rendono del tutto conforme alla tipologia di tranvia veloce così come definita dalla Norma UNI 8379. Le caratteristiche specifiche della linea quali scartamento ridotto e alimentazione a 1,5 KV cc non si ritiene che possano in alcun modo essere considerati motivo ostativo alla definizione della linea in questione come linea tranviaria. Alla luce di quanto riportato in precedenza – conclude la nota – si ritiene urgente un incontro per una valutazione congiunta di quanto sopra con la partecipazione di ATAC SpA e USTIF”.

Appare logica una domanda: ma è colpa dell’Agenzia? Certamente no. Anzi: “La presa in carico della gestione della sicurezza da parte dell’ANSF tramite può considerarsi una svolta positiva”, si apprende dall’ultimo numero del giornalino interno La Marmotta a cura delle RSU Cisl-Cgil sempre delle ferrovie concesse, “che punta a superare la doppia normativa sulla sicurezza e allineare gli standard di tutta la rete italiana. Due diversi organismi di controllo sulla rete ferroviaria italiana andavano superati.  Ci sono adeguamenti più complessi, che richiedono tempo ma anche interventi da attuare subito. Tra questi la riduzione dei limiti di velocità e la messa in sicurezza dei passaggi a livello e il superamento del giunto telefonico”.

Su quest’ultimo – e rilevante – argomento, Atac istituiva nel 2014 (Ordine di Servizio 48 del 14/11/2014) un “Gruppo di lavoro interfunzionale in grado di garantire la messa a punto dell’informatizzazione ed emissione titoli di viaggio elettronici nelle biglietterie, l’informatizzazione della procedura di sicurezza del giunto telefonico, nell’ottica di miglioramento del servizio della linea ferroviaria Roma – Viterbo e nell’ambito delle linee strategiche di informatizzazione e digitalizzazione indicate nel Piano Industriale dell’Azienda”, formato, tra gli altri, dal Direttore dell’esercizio medesimo. Perché non è stato dato seguito?

Questa, come altre carenze croniche mai colmate in questi anni, pesano ora sull’andamento dei servizi, al personale quanto all’utenza. E ciò fa presupporre che, oltre alle responsabilità oggettive dell’Azienda, sia venuto meno il controllo analitico da parte di Roma Capitale, istituto ammesso negli affidamenti in house, e la mancata vigilanza della Regione Lazio, proprietaria delle infrastrutture.

Aspetti tutt’altro che irrilevanti, i quali impongono, almeno, la sostituzione o l’avvicendamento dei responsabili metroferro, dato che queste disposizioni suonano come l’ennesima sconfitta per le ferrovie concesse. Dopo il Premio Caronte alla Roma-Lido, che in questa vicenda si è salvata in corner, la multa comminata dall’Antitrust, confermata dal T.A.R, che altro deve succede? Qualcuno risponda.

David Nicodemi




Roma, bus di Tel Aviv noleggiati da Atac: un vespaio di polemiche

Si è conclusa a Palazzo Senatorio in Campidoglio la seduta della commissione trasporti, convocata, tempestivamente, dal presidente Pietro Calabrese nella mattinata di oggi, incentrata sulla risoluzione da parte di Atac del contratto di noleggio dei 70 bus di Tel Aviv.

Un caso che ha suscitato un vespaio di polemiche, sicuramente destinate ad aumentare, alla luce dei dettagli emersi nel corso dell’assise. A bloccare l’intera operazione, infatti, sarebbe stata “una diversa interpretazione delle normative europee”, e cioè il fatto che in Germania è stato possibile procedere all’immatricolazione di uno di quei bus, mentre in Italia no. “C’è stato il diniego del Ministero dei Trasporti” ha rimarcato l’assessora Linda Meleo.

Ad aprire la commissione Atac, che ricostruisce la vicenda: “Il Piano Industriale prevedeva e prevede per il 2019 che la superficie produca 94 milioni di km. Per arrivare a questa cifra si sarebbero dovuti inserire nuovi bus. Nel 2018, ad aprile e maggio, il Comune affida ad Atac l’appalto per l’acquisto di nuovi bus ma la gara era andata deserta. Successivamente il Comune, in agosto, si è appoggiato a Consip. Gli ordini vengono sottoscritti materialmente nel novembre 2018: si genera così all’epoca un punto di incertezza per Atac per quanto riguarda l’inserimento di nuovi bus. A ottobre, Atac sottopone ai commissari un piano B, la possibilità di noleggiare bus a breve termine. Si percorre così una strada nuova, progettando una gara per quello che è un mercato nuovo. Abbiamo pubblicato un avviso a manifestare interesse per il noleggio di 100 mezzi. È arrivato un numero di proposte inatteso, precisamente sette, da operatori nazionali: Di Maio officine Srl, Cialone Tour, BusItalia, Troiani Bus, Schiaffini Travel, Transervizi e Basco. A quel punto l’azienda entra nella logica di fare uno screening, creando una commissione di valutazione. Nel bando avevamo messo come requisito minimo che i mezzi fossero Euro 3, e quindi ci giungono anche bus molto anziani nelle varie proposte. La proposta di Basco prevedeva questi bus presenti a Tel Aviv, e disponibili per il noleggio. La nostra idea era di sostituire mezzi nostri ormai in difficoltà, e con basse prestazioni a livello di km fatti, con questi bus. Sono stati fatti dei sopralluoghi e sono state compiute delle schede tecniche. A seguito dei sopralluoghi abbiamo formulato l’offerta. Oltre a Basco, fra le proposte abbiamo accettato la quella di Cialone, mettendo a disposizione 38 mezzi di piccola grandezza che circolano da marzo”.

E ancora: “Il percorso con Basco è
stato seguito quotidianamente, l’azienda ci ha informato di ogni novità, anche
per lo sbarco dei primi 15 bus, approdati a Salerno. La Motorizzazione di Bari
li aveva ritenuti adeguati al collaudo tecnico. E qui si è creato l’intoppo.
Secondo la loro interpretazione della norma europea, possono essere
immatricolati mezzi previsti dalla legge attuale, e quindi non i mezzi in
questione. La norma comunitaria pone il tema dell’immatricolazione dei mezzi
che provengono da stati non EU, per evitare il fenomeno del dumping. Così Basco
ci comunica nuove date per la consegna. In prima battuta abbiamo deciso di
accettare il nuovo calendario. Avevamo l’idea di ottenere da Basco
documentalmente le prove dell’immatricolazione di un mezzo in Germania. E in
più l’azienda aveva già portato 44 mezzi in Italia. Atac non avrà danni economici
da questa vicenda”.  “Atac e la
cittadinanza – domanda il Presidente Calabrese- hanno avuto un danno. State
facendo attività per tutelarvi?” “Le attività sono in corso, e in
fase di chiusura, un’interlocuzione post-contratto con Basco per verificare le
condizioni in alternativa di un giudizio, a seguito del riconoscimento da parte
di Basco di un danno, proprio per evitare un possibile giudizio”.

” Il Comune è stato messo al
corrente all’epoca di tutto ciò?”, chiede Calabrese stesso. “Verbalmente
sì. Per me sono sempre state informazioni riservate”, risponde la Meleo. “Faccio
questa domanda – rimbecca il primo – perché ormai spesso capita che ci siano
fughe di notizie importanti, che portano un danno”. “Atac è una vittima delle
fughe di notizie – dicono dall’ex-municipalizzata -, anche a Basco non ha fatto
bene”. A questo punto interviene – perentoria – la consigliera Ilaria
Piccolo
(PD): “il 17 maggio lascio
un’interrogazione alla sindaca riguardante questa vicenda. Non mi è mai giunta
la risposta. L’opposizione chiede e domanda, ma non giungono risposte. Non
si tratta di una fuga di notizie. Due mesi senza risposta
.”

Atac fa inoltre sapere che i
sopralluoghi tecnici a Tel Aviv dal 7 al 9 gennaio e che il 16 “si è chiusa l’attività
di valutazione, stilando risultati delle verifiche. Se Basco aveva
disponibilità dei mezzi, già prima del contratto fatto con noi, non lo
sappiamo.” “A noi interessa capire – riprende l’assessore – dove non ha
funzionato il meccanismo. I primi a pagarne saranno i cittadini. Ci serve
capire cosa non ha funzionato come avrebbe dovuto. Mi sono rapportata con i
vertici dell’Amministrazione ogni giorno”. “C’è da dire che da questa vicenda –
gli fa eco il consigliere Roberto De Palma del M5S viene fuori un grave danno d’immagine per la città. Mi era
giunta tempo fa una segnalazione da parte di un sindacato di Atac per quanto
riguarda delle criticità dei nuovi bus, come la postazione dell’autista che non
sarebbe così sicura, perchè mancherebbe la cabina con lo sportello che oggi
vediamo su tutti i mezzi. Mi hanno segnalato anche problemi per quanto riguarda
le aperture e le chiusure delle porte”. “Se avessimo fatto un bando – risponde
Atac -, inserendo i requisiti dei mezzi romani, non avremmo ricevuto risposte.
Se avessimo preteso le stesse caratteristiche dei mezzi attualmente circolanti,
non saremmo andati lontani. Siamo noi la particolarità, no gli altri paesi”. Dalla
maggioranza il consigliere Carlo Maria
Chiossi
sottolinea che “nel piano industriale approvato trovo la stima dei
km di superficie stabiliti in 94 milioni. Questo numero non verrà raggiunto.
Come intenderà affrontare il problema Atac?” Siamo impegnati a mettere in
strada il prima possibile i 127 bus pronti per la consegna grazie alla gara
fatta con Consip. Arriveranno a breve”.

“Questa commissione arriva tardi –
incalza la Piccolo -, mi sembra che i due attori principali della questione
abbiano fatto il massimo. Il fatto qui è il problema dell’interpretazione della
norma europea. È nostro dovere il dare soluzioni. Siamo in grado come Roma
Capitale di richiedere al Ministero un’interpretazione chiara? Vorrei chiedere
ai nostri
colleghi parlamentari un’interrogazione al Ministero per avere un foglio di
carta con scritto il perché di questa incomprensione
.” Mentre Enrico Stefàno (M5S) ammette: “Per
colpa di questa diversa interpretazione della norma, siamo a questo punto. Non
voglio difendere Atac o Basco. Secondo me è stata utile la relazione di Atac.
In attesa di avere i bus presi con Consip, avremmo avuto intanto dei mezzi
noleggiati e già pronti. Qui ci sono molte vittime. Un po’ tutti abbiamo
commesso degli errori”.

“Atac con noi si è comportata
sempre in maniera perfetta – attacca la Basco -, le vittime della vicenda sono
proprio Atac e la stessa Basco. È una storia triste per l’azienda e dispiace
per il non aver potuto mettere su strada questi mezzi. I bus non
sono israeliani, ma di produzione svedese, quindi europei
. Stiamo
parlando di Euro 5 che avrebbero sostituito bus di Euro 3. Viene fuori una
situazione un po’ surreale. Per fare un sunto, di questi iniziali bus giunti in
Italia da Israele, ne è stato lasciato immatricolato uno solo, con targa
italiana quindi. Agli altri era stata invece revocata. La domanda che sorge è
perché agli altri 11 mezzi è stata revocata l’immatricolazione? E soprattutto, perché
in Germania hanno interpretato in un modo la norma europea, mentre in Italia è
stata interpretata in maniera opposta?

In chiusura di commissione Atac
riferisce che “la situazione dei guasti dell’aria condizionata, tema affrontato
nella commissione di qualche giorno fa. L’azienda rivela di aver diminuito i
guasti dei mezzi di circa 60 unità al giorno”.

Si ringrazia #DirettamenteRoma per la puntuale rendicontazione




Roma, la Commissione Trasporti del Comune punta i fari sulla questione dei Bus israeliani noleggiati da Atac

ROMA – Fari puntanti sulla commissione capitolina alla mobilità, in corso di svolgimento a Palazzo Senatorio, convocata d’urgenza dal Presidente Pietro Calabrese e incentrata sul contratto di noleggio dei settanta bus israeliani, rescisso il 21 giugno da Atac. Notizia resa pubblica dopo le infuocate dichiarazioni della consigliera Ilaria Piccolo (PD), diventate subito virali.

Alla commissione, che giunge all’indomani del decreto di omologa emesso dal Tribunale al concordato, “Grandissimo risultato per Roma e l’Italia intera – secondo il Ministro ai Trasporti Danilo Toninelli – l’Azienda non è finita in pasto ai privati come le autostrade o gli aeroporti. Ora avanti con il piano di rilancio. Complimenti a Virginia Raggi e alla sua squadra”, sono stati invitati a partecipare l’assessora alla Città in Movimento Linda Meleo, l’assessore al Bilancio Coordinamento strategico delle Partecipate Gianni Lemmetti, il Direttore Generale del Campidoglio Franco Gianpaoletti e il Presidente dell’Azienda Paolo Simioni. “Audizione di tutti i responsabili Atac – recita l’ordine del giorno – delle attività di noleggio dei cosiddetti 70 bus israeliani, dall’esame di fattibilità e verifica presso l’Azienda di Tel Aviv alla definizione degli atti idonei al noleggio come da contratto revocato in data 21 giugno 2019 da parte di Atac SpA”.

Stando al contratto di “Usufrutto di Materiale Rotabile”, registrato il 29 febbraio 2019 (n. 2977), la fornitura dei mezzi, Volvo B7RLE PIONER MERKAVIN, immatricolati nel 2009, 2011 e 2012, avrebbe dovuto seguire le seguenti scadenze: i primi 45 entro il 31 marzo e i restanti 28 entro il 15 aprile, espletata la nuova immatricolazione in Europa, a spese del fornitore. Ma cosa abbia effettivamente impedito il completamento di quest’iter ancora non si capisce. Problemi burocratici?

La commissione di questa mattina è utile anche per far chiarezza sulla fornitura dei nuovi bus Consip, sessanta dei quali sono fermi in un deposito a Bologna. Il rinnovamento della flotta svolge un ruolo preminente nel concordato concordatario, lo ha ricordato la Sindaca nel commentare l’omologa, ma finora, tra un ritardo e l’altro, per le strade di Roma si è visto poco. E questo al servizio, erogato all’utenza, non sta giovando davvero.




Atac, i bus a nolo di Tel Aviv al capolinea. Non possono essere immatricolati

Quello che, fino a due mesi fa appariva come un rischio, serio, oggi è diventato incredibilmente una certezza. Di quelle che pesano. I settanta bus presi a noleggio da Atac SpA, annunciati in pompa magna dall’Amministrazione Comunale, sono già al capolinea, non entreranno mai in servizio nella strade della Capitale. Con buona pace degli utenti e del personale. La notizia, battuta qualche istante fa dall’Agenzia Dire, è eclatante.

Secondo quanto si apprende, queste
vetture, con oltre dieci anni di onorato servizio a Tel Aviv, in Israele e
parcheggiate tra Salerno e Guidonia, non possono essere
reimmatricolate in Europa in quanto Euro 5 anziché Euro 6, come previsto dalle rigide direttive comunitarie. L’Azienda
Capitolina ha quindi deciso di rescindere il contratto, dopo aver comunque già
versato ai fornitori il 16% di anticipo dell’importo complessivo del nolo
(500mila euro al mese, compresa la manutenzione).

“Apprendiamo che Atac – tuona la
consigliera comunale del PD Ilaria
Piccolo
– ha deciso di rescindere il contratto. L’unica soluzione imbastita
doveva consistere nell’omologazione in Germania
e poi il cambio targa in Italia [operazione dal costo elevato, circa 6mila euro
a bus per un totale stimato di 420mila ndr], dal risultato incerto. Oltre mancato
arrivo dei bus potrebbe comportare altri possibili danni ad Atac, come il
pagamento di una penale”.

L’esponente del PD annuncia una nuova interrogazione urgente alla Sindaca Raggi e all’assessore Meleo, come ha fatto qualche giorno insieme alla collega Svetlana Celli in merito alle 60 vetture targate Consip ferme – inspiegabilmente – a Bologna. “Chiederemo ad Atac l’accesso agli atti sulla recessione del contratto – prosegue – capire chi pagherà gli eventuali danni. Inoltre chiederemo una convocazione della commissione Trasparenza per venire a capo di una questione che ha dell’incredibile e per capire se l’impreparazione dell’amministrazione grillina è l’unica causa di questo assurdo disastro, soprattutto alla luce dell’attuale situazione del tpl romano che che vede una segnalazione di guasti per 700 bus al giorno mentre ancora non sappiamo nulla dei 227 nuovi mezzi che dovrebbero arrivare, di cui 60 sono fermi a Bologna a causa della lentezza e incompetenza dell’amministrazione a 5 Stelle”.

Il noleggio dei bus finisce nel peggiore dei modi. “Mi chiedo – conclude ironica la consigliera Dem – se la Sindaca posterà il video dell’imbarco sulla nave del ritorno di questi bus, come fece il 13 marzo per il loro fantomatico arrivo”.

Atac, nessun danno da stop a contratto per bus a noleggio

In relazione a notizie di stampa, che riportano della decisione di Atac di risolvere un contratto con un fornitore che non ha adempiuto alla prevista consegna di 70 bus a noleggio, Atac sottolinea che l’azienda ha adottato per tempo tutte le misure idonee necessarieper garantirsi da eventuali danni. Dall’Azienda fanno inoltre sapere che sugli anticipi versati al fornitore è stata accesa una polizza fideiussoria che tutela l’azienda da ogni inadempienza