Ferrovia Roma-Viterbo a rischio chiusura. I Pendolari: “Siamo ai titoli di coda”

Da un lato le soppressioni e i ritardi giornalieri, dall’altra la minaccia
dell’ANSF di sospendere il servizio
ferroviario. In mezzo il destino della ferrovia regionale Roma-Viterbo e, di conseguenza, quello dell’utenza. “Siamo ai
titoli di coda”, tuonano il Comitato
Pendolari RomaNord
e l’associazione TrasportiAmo
in un comunicato congiunto, “il 31 ottobre, mentre si riuniva l’Osservatorio di Vigilanza, composto da Regione Lazio, Atac e i Sindaci dei Comuni, per analizzare le problematiche
riferite alla ferrovia, plurisegnalate dal Comitato e dall’Associazione,
l’Agenzia già cavala la mannaia da almeno
15 giorni
”.  

È bastata una rapida occhiata al verbale della seduta, pubblicato in primis dal Comune di Morlupo, per innescare la reazione
perentoria. Specie quando dice, al primo punto, che “l’attuazione della
proposta di nuovi orari è rimandata a seguito delle comunicazioni di ANSF”. Insomma,
ci vorrà ancora del tempo prima di vedere le modifiche o integrazioni al
contestatissimo orario entrato in vigore il 16 settembre, nonostante sia Regione che Atac abbiamo ricevuto a
fine agosto la proposta d’orario alternativa – e fattibile – avanzata Comitato
e dell’Associazione stessi, “costruita seguendo le Direttive dell’Agenzia e
volto a efficentare il servizio e alleggerire l’uso delle navette bus”.

Comunque sia, è stato il deputato Mauro
Rotelli
a svelare la comunicazione cui fa riferimento l’Azienda capitolina,
tutt’altro che conciliante, nel corso della conferenza stampa svoltasi il 28
ottobre scorso davanti alla stazione di Viterbo.
Insieme all’assessore ai lavori pubblici Laura
Allegrini
, all’assessore alla cultura Marco
De Carolis
e ai consiglieri comunali di maggioranza (FdI) Minchella, Grancini, Buzzi e Scardozzi:“Qualora per tale tratta non vengano comunicati, entro i tempi
indicati, gli elementi richiesti, con la presente nota questa agenzia non avrà
elementi per poter ritenere presenti, sulla tratta medesima, le condizioni per
l’effettuazione in sicurezza di servizi di trasporto ferroviario. E, pertanto,
tali servizi non potranno essere
proseguiti
. Presenseremo un’interrogazione”, ha poi aggiunto l’esponente
politico, “nella quale chiederemo anche di valutare il commissariamento della ferrovia
da parte del governo e il suo passaggio a RFI”.

Un punto che preoccupa, e non da poco, Comitato e Associazione. Infatti,
cosa avrà rilevato l’Agenzia per minacciare addirittura la chisura? Di certo
qualcosa afferente la sicurezza della circolazione ferroviaria, saranno forse
le disposizioni assunte da Atac a luglio e settembre? Si vedrà. “Stiamo quindi rischiando, da un giorno
all’altro, di non veder partire più treni dalle stazioni e così diciamo addio
ai raddoppi, alle innovazioni, ai nuovi treni, ai sogni di gloria tanto
sbandierati dalla Regione Lazio nei suoi recenti incontri?”, rimarca il
comunicato. “E che ne sarà del destino dei Pendolari? Tutti con l’automobile
sulla Flaminia, Cassia e Tiberina per muoversi? Oppure tutti in autobus…Bella
prospettiva di mobilità sostenibile, nel 2019!” E ancora: “Se
dovesse accadere l’irreparabile sappiamo che il primo responsabile è l’ente
proprietario, quindi la Regione Lazio, poi viene Atac nella sua manifesta incapacità di gestire una ferrovia”.

Da qui l’invito ai Sindaci ad “abbandonare
un inutile Osservatorio, fatto ad arte (a questo punto) per tenerli buoni, e a manifestare
a fianco dei propri concittadini e pendolari perché la Ferrovia ROMANORD è patrimonio di tutti”, dando l’appuntamento
all’evento del 7 novembre ore 18 presso
il Teatro Le Sedie a Labaro. Che più
di un incontro rappresenta “un punto di partenza per farci sentire, tutti,
seriamente. La ferrovia RomaNord è patrimonio di tutti. E senza di essa si
distruggerà in pochi anni il tessuto sociale e produttivo costruito con tanto
tempo e fatica, proprio grazie alla ferrovia”.

Ma non è finita. In quella stessa lettera, l’ANSF avrebbe messo in discussione anche i provvedimenti presi sulla Roma-Lido, e questo apre un altro capitolo. Ugualmente importante. C’è inoltre da chiarire quanto riportato dal Fatto Quotidiano nell’inchiesta pubblicata ieri, 1 novembre, che riguarda il Direttore di Esercizio metroferroviario Atac, garante della sicurezza degli esercizi ai sensi del DPR 753/80. “Quando è stato nominato nel 2010”, rileva il giornalista Luca Teolato, “non aveva i requisiti per tale incarico. A sottolinearlo è l’Ustif, l’Ufficio speciale trasporti a impianti fissi del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che nel 2010, quando è stata proposta la sua nomina ha scritto, analizzando la documentazione del candidato, che il requisito della sua esperienza specifica maturata per almeno 5 anni ‘non soddisfa quanto prescritto dall’articolo 1 del Decreto Ministeriale del 15/03/1993’, riferendosi al decreto del ministro dei Trasporti su ‘Disposizioni riguardanti l’idoneità tecnico-professionale, fisica e morale dei direttori di esercizio dei servizi di pubblico trasporto terrestre e dei loro sostituti’. Il documento che rilascia il nulla osta alla sua nomina, per chi non ha potuto leggere il parere dell’Ustif, sembrerebbe redatto a regola d’arte. Questo perché il direttore generale del ministero, nelle premesse, scrive testualmente ‘visto il parere dell’Ustif’, omettendo però di specificare che il giudizio è negativo e terminando le ultime righe dell’atto con il rilascio del nulla osta ai fini della sicurezza”’.




Trent’anni di Profondo Rosso store. Intervista al regista Luigi Cozzi

Trent’anni di Profondo Rosso, lo store, nel cuore di Roma (via dei Gracchi), dedicato all’horror, alla fantascienza, ai gialli e al mistero, inaugurato il 31 ottobre 1989 dal “maestro del brivido” Dario Argento. Un punto di incontro non solo per gli amanti del genere, una bottega, originale, tagliente, nella quale immergersi, in un lungo e affascinante viaggio, e trovare curiosità cinematografiche o letterarie capaci di stuzzicare, appagare la fantasia. Nei sotterranei il “Museo degli Orrori”, assolutamente da visitare.

Entriamo e
veniamo subito travolti da un’atmosfera surreale, bizzarra, incantevole, tra l’onirico
e il fiabesco. È una giornata particolare, importante, un grande traguardo, che
si conclude questa sera con l’attesa visita di Dario Argento, che celebra,
insieme ai suoi fan, i trent’anni di attività. Ci accoglie Luigi Cozzi, regista, sceneggiatore e scrittore, particolarmente
attivo nella cinematografia di fantascienza e horror, collaboratore e,
soprattutto, amico di Argento. E parlare con lui, uomo di grande spessore
culturale, è un po’ come sfogliare un libro dedicato alla storia del cinema.

Tra le mani la
nuova antologia di racconti “Le Case dei
Fantasmi
”, scritti insieme a Sergio
Bissoli
e sul bancone, invece, tra maschere suggestive, sceneggiature, dvd
e zucche di halloween, notiamo la locandina del suo ultimo film: “La battaglia di Roma-1849”, attenta ricostruzione
della Repubblica Romana, dalla creazione alla caduta, che sarà presentato in
anteprima a novembre nella Biblioteca
Angelica
.  

“L’idea dello
store – esordisce il regista – è venuta nel 1988 a Dario Argento, che ne ha
affidato la realizzazione pratica a me. Il negozio è stato aperto al pubblico
in occasione dell’Halloween del 1989, esattamente trent’anni fa. Da allora
offriamo al pubblico degli appassionati italiani e stranieri dvd, blu-ray,
maschere, costumi, pupazzi, libri, cd, vinili, poster, magliette, oggetti di
arredamento, make up e ogni altra cosa che riguardi i film italiani e stranieri
di fantascienza, horror, fantasy e thrilling vecchi o nuovi. Inoltre, nei
sotterranei del negozio si può visitare il Museo degli Orrori di Dario Argento,
un’esposizione di elementi scenografici, trucchi, effetti speciali e pupazzi
meccanici usati dal celebre regista durante la realizzazione dei suoi celebri
film”.

E com’è
nata la collaborazione con Dario Argento?
“Ho iniziato a collaborare
con Dario nel 1970, quando lui stava girando il suo secondo film, Il Gatto a nove code, il nostro
rapporto di lavoro e di amicizia dura ancora oggi, cinquant’anni dopo”. Com’è
cambiato negli anni il cinema dell’orrore/fantascienza?
“Beh, tantissimo,
così come sono cambiati più in generale anche il cinema e il mondo, la
società…”

E mentre il
regista del brivido torna in Tv con la serie Longinus, sospesa tra il reale e il soprannaturale, Luigi Cozzi, il
cui esordio alla regia avviene nel 1969 con la pellicola fantascientifica Il tunnel sotto il mondo, presentata al
Festival del film di fantascienza di Trieste, si appresta a presentare la sua ultima
opera, un’incursione nella Roma papalina tanto cara a Luigi Magni. Dopo “Blood on
Méliès’ Moon”
del 2015, firmato con lo pseudonimo Lewis Coates e editato da Profondo Rosso Edizioni, e successivo film
per i ragazzi “I piccolo Maghi di Oz” (2018),
realizzato con i bambini dell’Istituto Comprensivo Scuola Elementare Piaget
Majorana di Roma.

“Il nuovo film
si intitola LA BATTAGLIA DI ROMA-1849,
e a novembre lo presento in anteprima in collaborazione con il ministero alla
biblioteca Angelica. Ho scelto di ricostruire la storia della creazione e della
caduta della Repubblica Romana, in quanto la sua costituzione, redatta da
Giuseppe Mazzini, era così moderna e liberale da essere stata usata poi come base
nella stesura della costituzione dell’attuale Repubblica Italiana. Inoltre, la
lotta per la libertà sostenuta da Mazzini, Garibaldi e tanti cittadini romani in
quell’occasione era piena di episodi di eroismo e di abnegazione
particolarmente adatti a una fedele e significativa trasposizione
cinematografica. Le riprese sono durate circa un anno in varie regioni del Nord
Italia e ovviamente a ROMA, in quelle sue parti che sono cambiate di meno dal
1849 a oggi”.

Il tempo è
tiranno, vorremmo continuare a parlare con Luigi Cozzi, ascoltare i suoi
racconti, i suoi aneddoti, ma non siamo gli unici. Spazio a tutti. E poi, c’è
da preparare l’evento di questa sera, lunga e affascinante, con Argento, Cozzi
e Letizia.




Roma, 19imo rimpasto per la giunta Raggi

ROMA – Altro giro, altro rimpasto. Il diciannovesimo per l’esattezza, in tre anni e mezzo di amministrazione Raggi. Ma la sindaca, dallo scranno più alto della Capitale, preferisce definirla “fase 2”, nel lungo monologo su Facebook, forse per far dimenticare ai romani il giro di valzer che hanno caratterizzato il suo gabinetto. Un’impresa ardua, considerati i fardelli che ancora pendono, dalla monnezza ai trasporti, tanto per citarne alcuni, contro i quali i cittadini, specie quelli dei Municipi periferici, hanno fatto sentire il proprio disappunto. E più di una volta.

Quattro
gli assessori avvicendati, tra partenze definitive o cambi di posto nella Sala
delle Bandiere. Come nel caso, unico, di Linda
Meleo
che molla la delicata poltrona ai trasporti all’attuale presidente
della Commissione omonima Pietro
Calabrese
, un fedelissimo, per sostituire Margherita Gatta ai Lavori Pubblici. Ma si tratta di una bocciatura
o di una promozione? Nessuno può saperlo. Fuori anche Flavia Marzano, che restituisce le deleghe di Roma Semplice alla
Raggi, e Rosalba Castiglione, sostituita
all’assessorato alle Politiche abitative da Valentina Vivarelli, presidente dell’omonima commissione consiliare.
Alle politiche sociali salta Laura
Baldassarre
e arriva Veronica Mammì,
già consigliera nel Municipio VI e promossa
assessora, in questa consiliaura, al Municipio
VII
con le medesime deleghe. È compagna del consigliere Enrico Stefàno, eletto vice-presidente
dell’Aula Giulio Cesare e Presidente della Commissione Trasporti, incarichi dai
quali si è poi dimesso.    

Saranno
nominati nelle prossime ore i nuovi assessori, anche se resta da chiarire chi
prenderà il posto di Marzano e Castiglione, e arrivano dopo le recenti entrate rappresentate
da Antonio De Santis con la delega
del Personale, e Laura Fiorini,
entrata in giunta pochi giorni fa con la delega al Verde.

“Oggi
avviamo una nuova fase politica che rafforzerà il lavoro della Giunta di Roma
per la città”, esordisce la Sindaca nel post. “Dopo aver ristrutturato le
fondamenta della macchina amministrativa, benché resti ancora molto da fare,
imprimiamo un’accelerata decisiva per portare a compimento il programma
politico sulla base del quale i cittadini ci hanno eletto. Nel 2016 abbiamo
vinto nettamente le elezioni: ora è il momento di compiere lo scatto decisivo
per Roma. È il momento della responsabilità. Vogliamo metterci la faccia fino
in fondo, senza alcuna esitazione. Per questo ho deciso di rinnovare alcuni assessorati
chiave per la città. Da oggi si uniranno alla squadra nuove risorse che hanno
maturato esperienza in consiglio comunale e sul territorio. Si occuperanno di
dossier fondamentali, caratterizzandoli con l’impronta politica del Movimento 5
Stelle”.

La
Raggi ringrazia gli assessori “tecnici” insieme ai quali “abbiamo rimesso in
ordine i conti di Roma Capitale, che avevamo trovato in una condizione
disastrosa. E abbiamo impostato un metodo di lavoro basato su aggiudicazioni
trasparenti dei bandi di gara, grazie al quale i cittadini possono essere
sicuri che a rifare una strada sarà sempre la migliore impresa presente sul
mercato. In questa fase vogliamo che la politica prenda con forza le redini del
governo della nostra città. Il contributo degli assessori ‘tecnici’ è stato
importante; ora occorre uno scatto politico. Ogni azione deve essere mirata a
raggiungere definitivamente gli obiettivi contenuti nel nostro programma di
governo. Nei prossimi mesi la nostra visione strategica della città apparirà
chiara e tangibile”. “Una sfida coraggiosa”, conclude, “un’assunzione di
responsabilità necessaria per riportare i cittadini a essere protagonisti”.

Chi si aspettava un’apertura in stile Conte Bis è rimasto deluso, a stretto giro di posta è arrivata una chiusura netta dal Pd romano. “I rimpasti come gli avvicendamenti sono il tratto distintivo di una compagine che dopo tre anni e mezzo non è ancora in grado di dare una amministrazione vera alla città. Più che una ‘fase 2’ il cambio odierno di ulteriori 4 assessori, siamo al record di 19 cambi, è l’ammissione dell’assenza di una visione strategica della città. La conferma è facilmente riscontrabile nel caos nei servizi ai cittadini e nella paralisi in cui versano le società capitoline. Definire questo cambio, come fa la sindaca, ‘un momento di responsabilità è paradossale, dopo che per anni è stata proprio l’irresponsabilità delle non scelte e dell’immobilismo ad avere la meglio sul governo della capitale. Confidiamo anche noi che la politica e soprattutto il governo nazionale prendano al più presto in mano le redini della città intervenendo sui settori nevralgici dei trasporti, dei rifiuti, dell’emergenza abitativa e del sociale”.

Ancor più esplicito il capogruppo Giulio Pelonzi: “Per noi è l’ennesima girandola di poltrone. Roma oramai è abituata a questo, Raggi è una esperta in materia. Questa è una delle cause di una visione politica sbagliata di questa amministrazione. Stanno facendo sprofondare una città meravigliosa come la nostra. Questo ennesimo valzer non fare rialzare la città”, ha dichiarato ai microfoni di Affari Italiani. Nessuna alleanza con il MoVimento, “assolutamente no, noi siamo all’opposizione. Per noi unico tema su cui si può collaborare riguarda i poteri di Roma, ma ogni tipi di dialogo sarà fato tramite i nostri esponenti al Governo”.

“Un
rimpasto dietro l’altro, assessori che vanno e che vengono, evidentemente
cambiarne altre quattro e in assessorati chiave è il sintomo che la Giunta
precedente non andava bene”. Queste le parole di Davide Bordoni, coordinatore romano di Forza Italia e capogruppo in
Campidoglio: “La Sindaca Raggi non può mascherare il malessere come
rinnovamento, perché anche se fosse così sarebbe comunque tardivo. Speriamo che
l’ennesimo riassetto politico e amministrativo sia effettivamente un cambio di
passo concreto e non solo per le dinamiche interne al governo cittadino ma
soprattutto per la Capitale. Siamo pronti, ove venissero presentati progetti
seri, a sostenerli ma certo è che Roma scivola nel degrado impantanata
nell’immobilismo restando indietro ad altre Città sia italiane che europee.
Speriamo che si entri davvero, come auspica la Raggi, in una nuova fase. Dopo
tre anni di amministrazione pentastellata restiamo scettici ma pronti a dare il
nostro contributo come assicurato nel colloquio con la sindaca di qualche
giorno fa”.

“Siamo
ai titoli di coda”, chiosa la consigliera Svetlana
Celli
, capogruppo della Lista Civica #RomatornaRoma.
“Ecco finalmente una Giunta di grande esperienza! A parte l’ironia, altro che
fase 2. Qui siamo alla fase finale. Ci saremmo aspettati nomine di grande
esperienza e spessore, dopo i mancati risultati di questi tre anni di governo e
la richiesta di un cambiamento forte. Eppure e’ cosi’ che vengono ascoltati i
romani. Siamo ormai ai titoli di coda di un’esperienza al suo epilogo”.




Roma-Viterbo, nuovo orario: il Comitato Pendolari chiama in causa Regione e Atac

Il Comitato Pendolari RomaNord fa quadrato intorno al nuovo
orario
della ferrovia Roma-Viterbo
presentato da Atac SpA in occasione
della riunione del 4 settembre in Regione, alla presenza dei Sindaci del
viterbese e dell’asse Flaminia. E non mancano le perplessità. “Non possiamo fare
a meno di notare che la nostra ferrovia assume sempre più le sembianze di una gommovia”, attacca Fabrizio Bonnani, nella nota
inviata questa
mattina all’assessorato e alla direzione regionale ai
trasporti, all’Azienda e ai Sindaci stessi.  

“L’orario pubblicato dal Comune di Riano è riferito all’extraurbano”,
recita il documento, “ci chiediamo dove siano finiti i riferimenti sui treni
urbani in vigore dal 16 settembre. Riportiamo l’impietoso confronto, in
allegato, con l’orario invernale precedente, che alleghiamo anch’esso. Si
evidenzia infatti una forte diminuzione dei treni in totale, un corrispondente
aumento delle corse bus sostitutive, un accorciamento delle percorrenze (quindi
tanti km in meno da verificare sul contratto di servizio attuale) e addirittura
bus diretti da catalano a Montebello, sembra senza fermate intermedie, in
fascia alta”.

“Per questo vorremmo conoscere i
razionali che hanno portato alla stesura e condivisione di questo nuovo orario,
nel rispetto della normativa vigente di ANSF”.
Una volta esaurite le considerazioni iniziali, la lettera entra nello specifico,
con quesiti che richiedono risposte. “C’è la riattivazione degli incroci? Perché
sono state cancellate corse che prima erano in fascia di entrata/uscita da
scuole? Tra le ore 12.21 e le 18.21 ci sono solo 4 treni da Viterbo, mentre nel
precedente orario tra le 12.40 e 18.16 ce ne erano 6 disponibili e con partenze
differite di 20 minuti (12.40 invece di 12.21) in modo da raccogliere un bacino
di utenza maggiore, soprattutto all’uscita delle scuole. Dopo le 18.21 non ci
sono più treni da Viterbo”.

E ancora, “quali sono i criteri
adottati per la distribuzione dei bus sostitutivi lungo tutta la giornata?
Perché ci sono corse bus da Montebello a Catalano (es. in partenza ore 9) che
non hanno le indicazioni di fermata nei comuni, ma hanno una “X”? Sono bus
diretti? Se così fosse, a cosa servono? Avete tenuto presente che questo
aumento di trasporto su gomma su vie di comunicazione già ‘affollate’ porta
conseguentemente a un aumento di traffico, tempi di percorrenza, stress e
inquinamento? Questa è l’intermodalità ecosostenibile che si intende
perseguire?”

“Se l’orario proposto entra in
vigore nella versione in cui è stato diffuso ci saranno, secondo noi, grossi problemi:
tanti pendolari e anche tanti genitori sono anche molto preoccupati per gli
spostamenti dei loro figli tra gli istituti dei comuni nella parte alta, che
non si riesce a gestire con l’offerta di trasporto appena comunicata. Vi
chiediamo quindi di analizzare nel dettaglio la tabella degli orari, anche
confrontandola con la proposta a voi pervenuta tramite l’associazione TrasportiAmo e alcuni Sindaci nella
riunione del 4 settembre scorso, per rivederla al fine di fornire un servizio
pubblico adeguato alla domanda e al contratto vigente e di integrarla con i
treni relativi al servizio urbano da Montebello a Roma-Flaminio”.

“Inoltre”, conclude la nota, “vorremmo sapere se le stazioni extraurbane verranno riaperte la mattina e soprattutto in orario di passaggio dei treni poiché spesso questa estate erano inesorabilmente chiuse, come segnalato da più utenti in transito”. Qualcuno si prenderà la briga di rispondere nell’interesse dei cittadini? Sono aperte le scommesse.




Roma-Viterbo, reso noto il nuovo orario extraurbano: ancora molti gli interrogativi

Finalmente è stato reso noto l’orario extraurbano feriale e festivo della ferrovia Roma-Viterbo, anche se con qualche giorno di ritardo, stando alle indiscrezioni trapelate all’indomani della riunione di mercoledì scorso, tra l’assessore regionale ai trasporti Mauro Alessandri e i Comuni delle aree interessate, alla presenza di Atac SpA.

Orario che, salvo ripensamenti, entrerà in vigore il 16 settembre prossimo, e non prima, si badi bene, come invece proposto – a ragione – dal Comitato Pendolari “per abituare l’utenza e capire se necessita di modifiche”.

Nessuna novità rispetto alle anticipazioni de L’Osservatore d’Italia: piccola consolazione: confermati 6 treni Catalano-Flaminio (fascia mattina); 3 treni Montebello-Catalano e 3 Catalano-Montebello (fascia centrale); 1 treno Flaminio-S.Oreste e 1 S.Oreste-Flaminio (fascia pomeriggio); 6 treni Flaminio-Catalano (fascia serale); 1 treno Flaminio-S.Oreste e 1 S.Oreste-Flaminio (fascia serale). Nella tratta alta, Catalano-Viterbo, sono previsti 16 treni, distribuiti per l’intera giornale: 8 Catalano-Viterbo, con prima partenza alle ore 6:30 e la seconda alle 8:20, e altrettanti Viterbo-Catalano. Per un totale di 38 treni extraurbani giornalieri nei giorni feriali, 18 in meno dell’orario ferroviario valido fino al 30 giugno.

Le corse mancanti saranno effettuate con bus

7 Montebello-Catalano; 1 S.Oreste-Catalano; 2 Montebello-S.Oreste. Nella direzione opposta sono contemplati 7 Catalano-Montebello e 2 Sant’Oreste-Catalano. Per un totale di 19 bus sostitutivi, gestiti direttamente dalla Società Capitolina. E dove saranno reperite le vetture, data la conclamata penuria? Questo bisognerà chiederlo ai manager di via Prenestina.

Però qualcosa sembra non tornare

Nella tratta Catalano-Viterbo, quella più penalizzata, le corse mattutine, una alle ore 6:08 l’altra alle 7:40 – quest’ultima sostituita con bus -, sono cancellate e concentrate nell’unica corsa prevista, quella in programma alle ore 6.30. Sarà sufficiente per gli studenti e lavoratori? La domanda sorge spontanea: ma se nell’orario ridotto la corsa delle 7.40 era stata ritenuta una necessità, come mai in quello nuovo viene depennata? Delle due l’una, o hanno sbagliato prima, oppure c’è un errore di valutazione adesso. O no? Inoltre, spariscono le corse sostitutive bus. E come mai?

Gli altri interrogativi

C’è da capire per esempio, come sia stato possibile ripristinare gli incroci, perché sono stati ripristinati uno a Vignanello e l’altro a Castelnuovo e, come la Regione abbia potuto dare il benestare a un orario che includa “un ritardo massimo presunto di soli 10 minuti”, così come annunciato dai Sindaci nel comunicato congiunto. E cosa significa? Nella norma, i ritardi sono un’eccezione e non di certo una consuetudine.

Foto in copertina: Lorenzo Pallotta da Ferrovie.info




Roma-Viterbo, è scontro tra Regione e Comitato: A.a.a. cercasi nuovo orario

Sarebbe andato bene, così almeno
pare, il confronto con l’assessore regionale ai trasporti Mauro Alessandri del 4 settembre, “al fine di risolvere le
criticità createsi nel mese di luglio a seguito dell’applicazione delle nuove
normative ANSF entrate in vigore
anche sulla ferrovia Roma-Civita
Castellana-Viterbo
”. Recitava il comunicato congiunto dei sindaci dell’asse
Flaminia.

A presenziare, oltre all’assessore
e ai dirigenti regionali, lo stato maggiore di Atac SpA, con il Direttore delle ex-concesse Giovanni Battista Nicastro, e i rappresentati di ANAS. L’Azienda
Capitolina “ha presentato il nuovo piano ferroviario calibrato sui flussi reali
dei passeggeri, in linea con il piano dello scorso anno, da avviare dal 16
settembre, con la sola sostituzione di alcuni treni contro flusso con bus
gestiti direttamente da Atac. Rispetto alle ipotesi iniziali sono stati ridotti
i tempi di percorrenza dei treni, con un ritardo massimo presunto di soli 10
minuti da Montebello a Catalano. I sindaci hanno chiesto di anticipare
l’entrata in vigore almeno qualche giorno prima
”. Così come suggerito
dal Comitato Pendolari RomaNord, è
bene sottolinearlo.

“È stato inoltre presentato”,
continua il comunicato, “il cronoprogramma dei lavori di ammodernamento [altra
richiesta avanzata dal Comitato, ndr], dell’intera infrastruttura per un
importo lavori previsto di circa 400 milioni di euro in tre anni. I Sindaci si
sono riservati di valutare la proposta di orario, una volta ricevuta in forma
cartacea e più dettagliata, e di presentare a ATAC, nei prossimi giorni,
eventuali proposte di miglioria”.

Fissata per il 18 settembre la firma del protocollo
per la formazione dell’Osservatorio
sulla mobilità
e poi “nella stessa occasione, “sindaci e gestori saranno
ascoltati per verificare la possibilità di potenziare il Trasporto Pubblico
Locale su gomma in sinergia tra i Comuni, per garantire con maggiore facilità
il trasporto da e per le stazioni di Montebello e Monterotondo. I sindaci
inoltre si sono accordati affinché venga stabilito un calendario di incontri in
ciascun comune, con la partecipazione dell’assessore ai Lavori Pubblici e dei
dirigenti regionali, per illustrare la situazione ai cittadini”.

Da Viterbo è stata l’assessore Laura
Allegrini
a tirare le somme: “Alessandri ha assicurato che per l’anno
scolastico 2019/2020 saranno ripristinate le corse dello scorso anno. Saranno
quindi soppresse le corse sostitutive degli autobus. Sarà anche ripristinato lo
scambio a Vignanello. Ci saranno inoltre corse col sistema del cadenzato
mnemonico ogni due ore sull’ora pari al minuto 30 in partenza da Catalano, e al
minuto 21 in partenza da Viterbo. Entro due anni inizieranno i lavori per 105
milioni di euro, già disponibili per tutti i lavori tecnologici riguardanti
l’intera linea, il cui soggetto attuatore è RFI. Durante la riunione è stato
affrontato anche il problema dei passaggi a livello privati: due per il Comune
di Viterbo. La Regione chiederà al Comune di rendere pubbliche le strade
interessate in modo da poterli mettere in sicurezza. Con il consigliere Panunzi
abbiamo ribadito la necessità che la carrozza 59 ritorni a Viterbo, quale pezzo
di storia del nostro territorio”.

Insomma, tutto sarebbe andato nei
migliori dei modi. “Come Regione Lazio abbiamo inoltre illustrato il quadro
degli interventi già avviati, per un costo complessivo di circa 100 milioni di
€, che saranno realizzati da RFI SpA quale soggetto attuatore ai sensi
dell’art. 47 comma 1 del Decreto-Legge 24 aprile 2017, n. 50”. Ha dichiarato,
gongolando, Alessandri: “A tal fine è in corso di approvazione la convenzione
che regola i rapporti tra Regione Lazio ed RFI per la realizzazione dei
suddetti provvedimenti. Inoltre, per quanto concerne il parco rotabile, la gara
in atto prevede un vero e proprio rinnovo: 12 treni sulla tratta urbana; 6
sulla tratta extraurbana; manutenzione per 10 anni e materiale di scorta”.

“Per monitorare il corretto
funzionamento di questi provvedimenti”, ha poi concluso, “nonché per avanzare
segnalazioni o proposte atte a migliorare la qualità del servizio per i
cittadini, è prossima l’istituzione dell’Osservatorio di Vigilanza, organismo
di concertazione tra la Regione Lazio e i Comuni. Ringrazio i consiglieri
Minnucci e Panunzi per aver partecipato ai due incontri confermando nuovamente
la loro grande validità di interlocutori e rappresentanti dei territori”.

Ma del nuovo orario, quello
impacchettato da Atac, ancora nessuna traccia. Doveva essere consegnato ai
primi cittadini al massimo ieri, 5 settembre, invece la cosa sarebbe slittata all’inizio
della prossima settimana. Perché tanto mistero? C’è o non c’è? E quali sono i
timori? Quel poco che si conosce, frutto di indiscrezioni, è stato anticipato
in anteprima da l’Osservatorio
d’Italia
. Per il resto, buio pesto.

“Come un dejavu”, attacca Fabrizio Bonanni portavoce del Comitato Pendolari. “Esatto, tutte cose già sentite anni fa e che si ripropongono di solito o prima delle elezioni o quando si debbono scusare per i tanti errori che fanno continuamente, come fossero in stato confusionale. La sensazione è proprio questa: per cercare di calmare le acque che di solito i pendolari agitano a ragione, se ne escono in Regione e (sempre meno) in Atac con ‘faremo, investiremo, programmeremo, stiamo per…’, le solite litanie che sentiamo dal 2012”.

“Questo accade perché
fondamentalmente non conoscono la nostra ferrovia, non viaggiano con noi, non
soffrono con noi. Questo gli manca per capire bene come si sta dalle nostre
parti. Se da lunedi 16 il nuovo orario fatto vedere da ATAC (ma che nessuno,
nemmeno i sindaci riescono ancora ad averne copia) produrrà ancora più
disservizi (e stranamente i nuovi avvisi di ATAC sul nuovo orario iniziano a
essere pieni di scuse, perché forse già sanno che saranno dolori per noi utenti)
non basterà nemmeno il Comitato a calmare gli animi degli utenti ancora alle
prese con soppressioni, ritardi al posto dei ‘faremo, investiremo…’. Con le promesse non ci facciamo nulla e
restiamo sorpresi dalle posizioni di alcuni sindaci che invece di attaccare e
farsi sentire duramente verso chi non mantiene gli impegni, sembrano essersi
tranquillizzati con quelle 4 promesse buttate sul tavolo dall’assessore e da
Atac che è sempre più fuori dalla gestione della nostra ferrovia”.

“Purtroppo non abbiamo avuto la
possibilità di partecipare all’incontro del 4 settembre insieme ai Sindaci,
nonostante la preventiva richiesta, perché la Regione ha ritenuto opportuno
vedere solo i primi cittadini dei comuni interessati…quando chi sta sul pezzo e
ed è a fianco dei pendolari è solo questo Comitato. La cosa non ci ha sorpreso
più di tanto, ce l’aspettavamo. Come ci aspettavamo che la Regione per riparare
al torto ci convocasse lunedì 9, per
darci evidenza del nuovo orario e degli investimenti previsti, che ormai
conosciamo a memoria da anni. Non essendo abituati a perdere tempo nelle
fresche stanze degli enti pubblici ma a stare sul campo, in stazione e sui treni a fianco dei nostri amici
pendolari, abbiamo declinato l’invito certi che con il nuovo orario dal 16
settembre ci sarà da soffrire. Sicuramente l’incontro è solo rimandato a tempi
peggiori, di questo ne siamo purtroppo certi”.

“Avevamo chiesto di anticipare di
qualche giorno l’entrata in vigore del nuovo orario per permettere a tutti di
prendere confidenza con i nuovi treni e le nuove soppressioni che
immancabilmente ci saranno, e invece nemmeno quello: si comincia con il primo
giorno di scuola, quasi a ripetere lo stesso errore del 1 luglio scorso, ma si
sa che Regione Lazio e Atac ripetono facilmente gli stessi errori: abbiamo tanti
esempi lampanti a proposito. Insieme all’associazione TrasportiAmo era stata presentata ai Sindaci e ai cittadini di Sant’Oreste, Rignano e Sacrofano (gli
unici a fare incontri con i cittadini prima del 4 settembre, con Sindaco e
Giunta di Sant’Oreste ‘fastidiosi’ capofila coraggiosi!) sia lo stato del
servizio dal 1 luglio al 30 agosto che una proposta di orario nel rispetto del
regolamento ANSF vigente, e speravamo che questo nostro lavoro, insieme alla richiesta
di avere un dettagliato cronoprogramma dei lavori, fosse soddisfacente per dare
l’idea alla Regione e Atac che il servizio può essere migliorato. Invece, non
solo non
ci hanno invitato il 4, ma non hanno nemmeno preso in considerazione le nostre
proposte, veicolate dai sindaci presenti all’incontro
”.

“Adesso ci aspettiamo che ogni Comune
che non abbia ancora provveduto, convochi prima del 16 una assemblea pubblica
per informare i cittadini delle novità recepite in regione, che vanno oltre il
comunicato congiunto pubblicato recentemente. Il risultato migliore in questo
periodo è sicuramente aver ricompattato e avvicinato sindaci e comuni anche
nella prospettiva della costruzione di una rete di trasporto locale, anche per
sopperire temporaneamente (si spera) alle lacune del treno che collega questi
comuni”.

“Il Comitato Pendolari”, conclude
Bonanni, “sarà sempre al fianco degli utenti della romanord e rappresenterà la
voce e il baluardo di tanti cittadini che si sentono abbandonati dagli enti e
che pagano biglietti e abbonamenti per avere un atroce servizio pubblico che
dal 1 luglio al 30 agosto ha funzionato al 100% solo per 6 giorni su 60. Questo
è il vero dato che fa riflettere e che ci invoglia ad andare avanti anche con
la nostra petizione che vi invitiamo a firmare e a condividere”.

Per firmare la petizione:
https://www.change.org/p/regione-lazio-potenziare-la-ferrovia-roma-civita-castellana-viterbo




Il destino della Ferrovia Roma-Viterbo (e dei pendolari) appeso a un filo

C’è grande attesa per il
confronto tra i Sindaci e l’assessorato regionale ai trasporti, in programma nella
giornata odierna. Sul tavolo le sorti, attuali e future, dell’esercizio
ferroviario della Roma-Viterbo
targato Atac, dopo le soppressioni
estive, in parte sostituite con bus, scaturite in seguito all’entrata in vigore
delle restrizioni alla circolazione dettate dall’ANSF. Come si procederà? Saranno riattivati i treni oppure si
continuerà coi bus?

Secondo indiscrezioni, l’Azienda
Capitolina dovrebbe presentare un nuovo orario che verta nella direzione
auspicata dai Comuni e dal Comitato
Pendolari RomaNord
,  almeno in parte,
sintetizzata nelle assemblee pubbliche e nella petizione online lanciata da
questi ultimi sulla piattaforma change.org
(per votare cliccare qui). Che in pochi giorni ha
raccolto all’incirca 1500 firme: segno
evidente che gli utenti preferiscono il treno per i propri spostamenti e, in virtù
di questo, desiderano conoscere dettagliatamente il cronoprogramma degli
interventi di raddoppio e riqualificazione. Punti cardini della vertenza del
Comitato.

L’orario, così come sarebbe stato
impacchettato da Atac, dovrebbe prevedere all’incirca 37 treni diluiti nella tratta extraurbana, di cui 16 tra Catalano e Viterbo, e 188 in quella
urbana. Ci sarebbe spazio anche per una novità, ovvero la reintroduzione degli
incroci, fissi, nelle stazioni di Castelnuovo
e di Vignanello.Soluzione che era stata abolita con la Disposizioneaziendale 146/19 del 5 luglio,perché
in contrasto con le rigide direttive dell’Agenzia, per via delle carenze
infrastrutturali degli impianti nella tratta extraurbana. Se tale circostanza
dovesse trovare conferma, sarebbe lecito porsi delle domande: come è stato possibile?
Cos’è cambiato da luglio ad oggi in quella tratta? Sono stati per caso installati
accorgimenti tecnologici capaci di controllare la circolazione treni?

Oltre a questo, l’assessore Mauro Alessandri dovrebbe evidenziare,
in quella stessa sede, gli interventi “finalizzati alla messa in sicurezza
della tratta extraurbana della ferrovia che la Regione Lazio ha avviato per il
miglioramento e la regolarità del servizio offerto ai viaggiatori. Tali
interventi consistono essenzialmente in: “Implementazione di un sistema di
segnalamento tipo SCMT (sistema di controllo della marcia del treno) sia a
terra che a bordo dei treni; Realizzazione di un sistema di blocco automatico
conta assi; Realizzazione di apparati che consentono di centralizzare il
controllo del traffico ferroviario in linea e nelle stazioni; Ammodernamento e
rinnovo dell’armamento e linea di contatto nelle stazioni per renderle
compatibili con i nuovi sistemi di sicurezza da realizzare; Potenziamento del
sistema di alimentazione elettrica mediante la realizzazione di nuove
sottostazioni elettriche e rinnovo di alcune tratte di linea di contatto
ammalorate”.

Circa 100 milioni il costo
complessivo degli interventi che, secondo l’assessore, dovrebbero essere
realizzati da RFI SpA ai sensi
dell’art. 47 comma 1 del Decreto-Legge 24 aprile 2017, n. 50. “A tal fine è in
corso di approvazione la convenzione che regola i rapporti tra Regione Lazio ed
RFI per la realizzazione dei suddetti provvedimenti”. “Inoltre, per quanto
concerne i rotabili, si sta procedendo all’invito alle 8 società che hanno
superato la fase di prequalifica a predisporre il progetto e l’offerta
economica secondo quanto previsto nel capitolato d’appalto. La gara in atto
prevede il rinnovo dell’intero parco rotabile: 12 treni sulla tratta urbana; 6
sulla tratta extraurbana; Manutenzione per 10 anni e materiale di scorta. I
treni sono previsti dopo 3 anni dall’aggiudicazione, nel frattempo si procederà
con revisione generale e revamping dei mezzi attualmente in servizio, con
eventuale acquisizione di ulteriori materiali qualora fosse necessario integrare
l’offerta di trasporto”.

Comunque sia, al netto della
nuova cambiale sottoscritta da Alessandri in persona agli utenti, il volume
offerto dall’Azienda sarebbe inferiore a quello paventato dall’associazione TrasportiAmo, nel piano illustrato il 23 agosto durante la prima seduta
pubblica della Commissione Speciale di Studio istituita dall’Amministrazione di
Sant’Oreste per volere della Sindaca
Valentina Pini. Proposta accolta benevolmente
dallo stesso Comune, e dagli altri presenti, nonché dal Comitato Pendolari: “il
nostro orario è stato stilato nel rispetto delle direttive ANSF”, precisano, “del
numero del materiale rotabile, del numero del personale in forza nella
ferrovia, del Regolamento Circolazione Treni e, altresì, dei vincoli presenti
nella galleria tra Flaminio e Acqua Acetosa”.

Infatti, scorrendo il plico, i
treni extraurbani sono complessivamente 50
e quelli urbani 194. “Per dare
continuità al servizio e superare gli incroci, abbiamo previsto una rottura di
carico a Vignanello, in modo da avere 30 treni giornalieri nella tratta tra
Civita e Viterbo.  Però, prendiamo atto
della proposta Atac, che valuteremo, una volta ufficializzata, nelle sedi
opportune”. Ma siete stati quantomeno contattati? “No, e ce lo immaginavamo”,
rispondono dall’Associazione, “si vede che Regione e Atac sono allergici ai
confronti bilaterali, chi lo può dire. Noi continueremo la battaglia affianco
ai Comuni e al Comitato, affinché questa ferrovia non faccia la fine della
gloriosa Roma-Fiuggi”.

E dal Comitato Pendolari, è Fabrizio Bonanni a fare il punto della situazione: “L’importanza delle nostre iniziative è di aver riportato, dopo tanto tempo, la questione dei pendolari e della ferrovia al centro delle agende dei Comuni. Da una nostra statistica risulta che dal 1 luglio al 30 agosto, nonostante l’orario ultraridotto, si sono registrate continue soppressioni di treni extraurbani già carenti di loro. In pratica, in sessanta giorni solo in 6 di questi, ossia il 10%, abbiamo avuto una regolarità del servizio. Per il resto ogni giorno ce n’era una. Allo stato attuale delle cose, non essendoci novità tangibili e positivi per i pendolari, non riteniamo opportuno ulteriori incontri con gli enti preposti”. E cioè Atac e Regione. Poi aggiunge: “Anche nell’incontro a Rignano Flaminio che si è svolto ieri [3 settembre ndr] abbiamo incentivato i Comune a fare rete. È fondamentale. E di chiedere nella riunione in Regione di attivare il nuovo orario qualche giorno prima della riapertura delle scuole, mercoledì o al massimo giovedì prossimo, per evitare di fare lo stesso errore del 3 luglio. I pendolari devono avere il tempo di provare le modifiche, Atac deve imparare a conoscere la sua utenza che spesso tratta come bestiame su quei treni. Avevamo richiesto per tempo di essere invitati all’incontro come comitato pendolari, anche tramite i sindaci con i quali siamo in contatto continuo, ma ce l’hanno (guarda caso) rifiutato”.




Riqualificazione ferrovia Roma-Viterbo: tra ritardi e disagi il sindaco di Sant’Oreste convoca l’assemblea pubblica

Parte da Sant’Oreste la mobilitazione istituzionale
volta a dare un’accelerazione agli interventi di riqualificazione previsti
sulla ferrovia Roma-Civita
Castellana-Viterbo
. “Rispetto alle evidenti criticità”, esordisce la
Sindaca Valentina Pini, “avviamo un percorso
collegiale e intercomunale, aperto ai cittadini interessati, ai Comitati dei
Pendolari e ai Sindaci dei paesi della via Flaminia e del Viterbese. L’obiettivo
è di avere dalla Regione Lazio certezze
sulle tempistiche e di proporre soluzioni per mitigare i disagi attuali e
futuri”.

L’avvio del percorso lunedì pomeriggio, 19 agosto, con la seduta preliminare della “Commissione Speciale di Studio sui trasporti”, convocata dall’Amministrazione nell’aula consiliare. Oltre alla Sindaca Pini, erano presenti gli assessori Anna Cenci e Mario Falchetti, i consiglieri Andrea Diamanti, Andrea Miscia e Gabriele Salvatori, i rappresentanti del Comitato Pendolari RomaNord Fabrizio Bonanni e Rita Rossi nonché l’associazione no-profit TrasportiAmo.

L’Amministrazione di Sant’Oreste. Al cento la Sindaca Valentina Pini

“Il Comitato ha risposto all’invito del Sindaco”, precisa Bonanni, “invece da un lato la Regione Lazio, dall’assessore Alessandri al Presidente della commissione trasporti Patanè ai componenti della stessa, Novelli e Porrello, dall’altra Atac, nella persona del Direttore dell’Esercizio Nicastro, ugualmente invitati, hanno declinato: i motivi sono sconosciuti, crediamo che nemmeno abbiamo dato riscontro alla lettera, che a noi è pervenuta i primi di agosto”.

Ma il forfeit delle parti in causa, scontato e comunque assurdo, è stato, al contrario di quanto si possa pensare, il motivo trainante dell’istituzione di questa Commissione, “costituita da amministratori, comitati dei pendolari e tecnici”, ribadisce la prima cittadina di Sant’Oreste, “che ha la funzione di accendere e mantenere accesa una luce sul problema dei trasporti locali, ne dia la più ampia risonanza e porti al coinvolgimento di altre Amministrazioni locali, facendo da centro di propulsione”.

A cominciare
dalla Roma-Viterbo, asse fondamentale e sostenibile della mobilità, se messa
nella condizioni di funzionare. “La situazione del servizio ferroviario è
drammatica”, sottolinea il Comitato.  “Regione
e Azienda non sono stati reattivi nel comprendere e risolvere i disagi causati
dall’adozione delle direttive di ANSF.
Le soppressioni sull’orario ridotto sono quotidiane, il servizio sostitutivo
con bus è insufficiente, un mero palliativo estivo, tanto da costituire un
ulteriore problema, che esploderà il 16
settembre
prossimo alla riapertura delle scuole”.

“Il Comitato non può accettare”, rimbecca Bonanni, “la sostituzione del treno con il bus e il conseguente depotenziamento del trasporto su ferro per favorire quello su gomma, che influisce sulle emissioni e sul traffico veicolare della Flaminia, già notoriamente congestionata. Dobbiamo pretendere che chi deve decidere le sorti del nostro treno faccia in fretta perché anche se non ci sono i treni, Atac comunque viene ben remunerata per il suo servizio, circa 90 milioni di euro l’anno”.

Fabrizio Bonanni e Rita Rossi del Comitato Pendolari

Secondo il rappresentante del Comitato è “importante che i Comuni e i loro Sindaci premano costantemente affinché vengano avviati i lavori di ammodernamento, come ha già iniziato a fare, con questa iniziativa, quello di S. Oreste. Riguardo ai lotti dei lavori, essi sono stati aggiudicati ma sono bloccati a causa dei ricorsi; del resto non sembra che siano state fatte le pratiche di esproprio dei terreni, per il completamento delle quali occorrono dai tre ai sei mesi. Infine, bisogna tener conto del fatto che una volta affidati i lavori, occorrono dai trenta giorni ai sei mesi dopo la stipula del relativo contratto che esso diventi efficace. Da questo termine la ditta assegnataria dei lavori ha tre anni di tempo per stilare il progetto esecutivo. Bisogna poi attendere ancora che partano i lavori dopo l’approvazione del progetto esecutivo”. “È fondamentale il trasporto trasversale”, sottolinea Rita Rossi, “ovvero che debba essere integrato e potenziato il trasporto pubblico tra i singoli Comuni. I servizi attuali sono talmente carenti da questo punto di vista che, per muoversi tra due aree poco distanti in linea d’aria, si debbano intraprendere percorsi complessi, per i quali si impiega e si perde molto tempo”.

D’accordo sul
da farsi l’associazione TrasportiAmo: “La ferrovia paga i ritardi macroscopici
di Regione e Atac, la mancata attuazione di interventi mirati a elevare gli
standard di sicurezza secondo le normative recepite dall’ANSF; questo ha
comportato l’emanazione di provvedimenti stringenti all’esercizio che, di
fatto, hanno macellato l’extraurbano. Al riguardo”, annuncia, “abbiamo
predisposto un nuovo orario grafico, elaborato con personale tecnico esperto,
col quale dimostreremo che è possibile mantenere e potenziare il servizio ferroviario,
specie nelle tratte Montebello-Sant’Oreste e Civita Castellana-Viterbo, nel
rispetto di quanto dettato dall’Agenzia medesima. Lo presenteremo in Regione e
in Atac, e chiederemo il supporto delle Amministrazioni interessate, a
cominciare proprio da Sant’Oreste, sempre disponibile, e al Comitato. Il nostro
obiettivo è di aumentare la produzione (treno/Km) e l’offerta dei posti/treno nonché
di diminuire l’uso dei bus sostitutivi. È una proposta tecnicamente fattibile”.

L’associazione
inoltre, ricorda la battaglia per salvare le carrozze storiche del 1932,
assieme al Comitato TSRL – Trasporti Storici di Roma e Lazio
e alla Cooperativa ARS Onlus,
rimarcando le “potenzialità turistiche della linea”. Poi aggiunge: “non
costituisce un problema il fatto che la tratta extraurbana della RomaNord sia a
semplice binario, una dimostrazione è la Roma
Ostiense-Viterbo
(FL3) di Trenitalia,
che si presenta ugualmente a binario unico nella tratta fuori Roma. La
differenza sta nell’adozione o meno di sistemi e sottosistemi che per esempio garantiscono
il distanziamento e la marcia dei treni nonché la protezione dei passaggi a
livello”.

In chiusura della Commissione si è deciso di convocare un’Assemblea Pubblica per il 23 agosto alle ore 18.30 presso in Bunker Soratte che vedrà coinvolti i Comuni, compresi quelli della provincia di Viterbo, serviti dalla RomaNord. Invitati a partecipare il personale coinvolto nella gestione dei trasporti locali, appartenente alla Regione Lazio, al XV Municipio di Roma, alle aziende Atac e Cotral.

“Il Comitato Pendolari c’è sempre”, conclude Bonanni, “a supporto di chi vuole il bene della ferrovia e combatterà con ogni forza chi vuole depotenziare o smantellare una linea che dovrebbe essere una risorsa per il Lazio anche a fini turistici. Invece si pensa a rottamare e a distruggere carrozze storiche per far cassa. Ci vediamo presto, tutti uniti e sindaci in testa (da Sacrofano a Viterbo) per ribadire il bisogno di avere un servizio pubblico vero e non questo disservizio pubblico”.

“Riteniamo che non possiamo abbandonare i pendolari”, è il commento finale della Sindaca Valentina Pini, “che ogni cercano di raggiungere il posto di lavoro. Riteniamo ancora che tutte le misure intraprese non sono stati sufficienti per limare le criticità. Chiediamo alla Regione una risoluzione al problema, che travolgerà non soltanto i lavoratori ma anche gli studenti. Cercheremo di coinvolgere i Sindaci dell’asse Flaminia e del viterbese, coinvolti nel disagio, e la stessa Regione come interlocutore. È essenziale la partecipazione all’assemblea pubblica di venerdì 23 agosto, attraverso la quale sarà possibile dare un segnale forte a chi è deputato a dare risposte”. L’unione fa la forza.




Contrordine, la Roma-Giardinetti è una tranvia. Lo dice l’ANSF (e il Ministero)

Le mitigazioni
all’esercizio
imposte dall’Agenzia
Nazionale Sicurezza Ferroviaria
(ANSF)
non possono essere applicate nelle ferrovie che effettuano un servizio
tipicamente tranviario. Come nel caso della Roma-Giardinetti, o meglio Centocelle.
A precisarlo è il Direttore dell’Agenzia Marco
D’Onofrio
, nella nota del 14 agosto scorso,
in risposta al Comitato di Quartiere ILoveTorpigna.

Il
Direttore ricorda che col D.Lgs 14
maggio 2019 n. 50
è stato previsto il “passaggio
sotto la competenza ANSF delle ferrovie isolate adibite a servizi ferroviari
isolate adibite a servizi ferroviari locali ordinariamente espletati con
distanziamento regolato da segnali
”. Per poi precisare che “non rientrato invece nell’ambito di
applicazione della legge le ferrovie che effettuano servizio tramviario, come ad
esempio la Roma-Giardinetti che quindi risulta fuori la competenza di questa
Agenzia
”.

Circostanza”, aggiunge l’Ing. D’Onofrio,
confermata dall’apposito decreto del
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, prot. 000347/2019 del decreto
02 agosto 2019, emanato ai sensi del comma
4 art. 2 del D.Lgs 14 maggio 2019 n. 50 che esclude dall’ambito di applicazione del
sopracitato Decreto Legislativo la ferrovia isolata Roma-Pantano
[ora
Roma-Giardinetti ndr], oggetto della
vostra richiesta di informazioni
”.

Su
questa tratta “continua ad applicarsi
conclude l’informativa, “la normativa
previgente, sia per quanto attiene i contenuti tecnici sia per quanto attiene
le relative competenze di vigilanza e controllo; non si applicano invece le
disposizioni, a tutela della sicurezza, emanate da ANSF nell’ambito dei propri
compiti istituzionali per tette le ferrovie sottoposte alla propria vigilanza
che comprendono, tra le altre, le disposizioni per la mancia in condizioni di
segnalamento degradato o disattivato e per l’attraversamento di passaggi a
livello ferroviari non protetti
”.

In pratica la Giardinetti torna, diversamente dalla Roma-Lido e dalla Roma-Viterbo, sotto il controllo USTIF, al pari delle metropolitane, delle tranvie e degli altri sistemi ad impianti fissi. E questo, oltre a perfezionare il trasferimento dell’infrastruttura dalla Regione Lazio a Roma Capitale e di accelerare il processo di riqualificazione della linea – secondo quando stabilito nel PUMS -, permette all’Atac di abrogare, nell’immediato, le pesanti restrizioni all’esercizio contenute nella Disposizione Operativa 146/2019, emanata in attuazione del Decreto 1/2019 dell’Agenzia. Che rappresentano un macigno sulla velocità commerciale.  

E non poteva essere altrimenti, del resto, una ferrovia è tale in quanto esiste un esercizio ferroviario, con la marcia dei treni regolata da segnali. La Giardinetti, al contrario, fatta eccezione della defunta tratta Grotta Celoni-Pantano, presenza un servizio tipicamente tranviario. Gli unici segnali ferroviari sono collocati in corrispondenza della stazione di Centocelle e di Roma Laziali, l’intero tracciato, compreso quello fino a Giardinetti, è regolamentato da impianti semafori stradali, non assimilabili ai segnali ferroviari, secondo le normative Uniferr, i quali neppure funzionano come segnali a protezione dei passaggi a livello. 

Persino la circostanza del binario interlacciato, presente nel sottovia Casilino, è regolata da un elementare dispositivo, per nulla coordinato con le stazioni Centocelle o Roma Laziali, proprio perché vige “il regime del distanziamento a vista marcia a vista”, tipico tranviario. Che si attua, recita l’art. 3 comma 1 del Regolamento Circolazione Treni attualmente in vigore, “nella tratta in cui la circolazione treni è promiscua alla circolazione veicolare [Laziali-Centocelle o Giardinetti ndr]. In tale tratta le intersezioni sono regolate da impianti semaforici o sono prive di regolazione. In tale tratta ciascun treno non deve avvicinarsi al precedente ad una distanza inferiore a 150 metri e non deve viaggiare a velocità superiore a 50 km/h in piena linea, o a 30 Km/h sugli attraversamenti stradali, come stabilito dalle norme dì legge che regolano la circolazione stradale”. Il tutto è stato sottoscritto e approvato sia dalla Regione che dal Ministero.

In attesa della nuova disposizione aziendale abrogativa, così come richiesto a gran voce dal Comitato ILoveTorpigna, ci si interroga sul futuro degli attuali macchinisti, capistazione e manovratori in forza alla Giardinetti, una volta completata la classificazione in tranvia: infrastruttura che non prevede tali figure professionali. E allora, che fine faranno? Manterranno il parametro e le medesime condizioni economiche? Ai posteri l’ardua sentenza.




Roma, metro A: la fermata Barberini riapre a novembre… (forse)

ROMA – La fermata Barberini della Linea A potrà riaprire non prima della “metà di novembre”. È quanto ha riferito Renato D’Amico, Direttore dell’Esercizio Atac della metro A e B, durante la seduta della commissione capitolina Trasparenza del 8 agosto, presieduta dal consigliere Dem Marco Palumbo.  Salvo ulteriori intoppi, meglio essere chiari fin dall’inizio.

“La stazione è sequestrata”, ha spiegato il dirigente dell’Azienda comunale di trasporto, “e il 6 agosto abbiamo presentato istanza di dissequestro sulla base del cronoprogramma dei lavori presentato dalla ditta Otis [ditta incaricata dei lavori sulle scale mobili, ndr). Aspettiamo di poter entrare per effettuare i lavori sulle 4 scale. I tempi che sono previsti da Otis per i lavori sono: fine settembre per i lavori sulla prima coppia di scale, fine ottobre per la seconda coppia di scale. Quindi prevediamo nelle prime settimane di novembre di avviare le verifiche necessarie sulle stesse e poi riaprire la stazione, perché la riapertura deve avvenire in sicurezza e senza ombre”.

“La città è vittima della maledizione delle scale mobili”, ha tuonato Svetlana Celli, capogruppo della Lista Civica Roma Torna Roma, “sì, è sicuramente una maledizione a tenere chiuse le stazioni della metropolitana a Roma per almeno 9 mesi. Non si spiegano tempi tanto lunghi in una Capitale Europea, meta di turismo internazionale, per di più in una zona centrale della città”.

“I
tempi sulla possibile riapertura, che è stata ipotizzata per novembre”, ha
rincarato la dose, “sono davvero inconcepibili. Oltretutto, se non ci fosse
stata la commissione Trasparenza, che ho espressamente richiesto per le difficoltà
oggettive dei cittadini e dei commercianti della zona, incontrati dopo le
battaglie per la riapertura della fermata Repubblica,
nessuno dell’Amministrazione Capitolina si sarebbe degnato di dare informazioni
precise. Per questo, come fatto per Repubblica, annuncio che presenterò una
mozione analoga a quella approvata all’unanimità per chiedere la riduzione
delle imposte comunali ai commercianti”.

“Ricordo
a chi siede in Campidoglio che sono tutti lì su mandato dei romani e che ai romani
sono tenuti a rispondere e nel loro interesse a gestire la cosa pubblica. Ma il
rispetto per i cittadini è l’ultimo degli interessi di questa maggioranza,
dimostrato anche dall’assenza oggi dell’assessore competente. Una mancanza di
rispetto verso i cittadini e i commercianti che hanno chiesto più volte un
incontro mai concesso. A mancare in questa città”, conclude la consigliera
Celli, “è ancora una volta la politica, quella che ci mette la faccia e si
assume le responsabilità delle scelte e delle decisioni”.




Roma, la Raggi presenta il PUMS e cerca di sfatare un mito: “M5S favorevole alle grandi opere… utili”.

ROMA – Nuove infrastrutture su ferro tram e metro, piste ciclabili, nodi di scambio, trasformazione delle linee ferroviarie in metropolitane. Sono i punti cardini del PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile), votato a maggioranza dell’Assemblea Capitolina e presentato nella giornata del 7 agosto in Campidoglio. Un percorso avviato nel 2016, scandito dalla partecipazione dei cittadini, associazioni, comitati di quartiere e Municipi, con l’obiettivo di dotare Roma, nei prossimi dieci anni, di un sistema di trasporto sostenibile e integrato con la mobilità dolce, attraverso interventi a medio e a lungo termine. “Oggi gli spostamenti di auto e moto sono più del 64 per cento e solo il 36 per cento utilizza i mezzi pubblici, bici e sharing”, ha dichiarato la Sindaca Virginia Raggi. “Con il Pums avremo una completa inversione di marcia: parliamo del 52 per cento di spostamenti con i mezzi pubblici e del 48 per cento con quelli privati”.

Estensione metro. Oltre all’ammodernamento della
Linea A e B della metropolitana e la chiusura dell’Anello Ferroviario, il Piano prevede l’incremento dei chilometri
delle sotterranee: prolungamento della metro “A” da Battistini alla stazione FL3
Monte Mario, passando per Torrevecchia (5,2 Km e 4 fermate); prolungamento
della “B” da Rebibbia a Casal Monastero (2,9 Km e 2 fermate);
il prolungamento della “B1” da Jonio
a Colle Salario (5,1 Km e 5
fermate); il completamento della tratta Colessio-Farnesina
della Linea C (6,5 km e 7 fermate) e
la realizzazione della Metro D OjettiEur Agricoltura (18,8 Km e 19 fermate).
Per un totale di 38,5 km di
estensione.

Ferrovie concesse. La rinnovata “cura del ferro” in
salsa pentastellata contempla inoltre, la trasformazione in metropolitana sia
della Roma-Lido (Metro E) che della tratta urbana Flaminio-Montebello (Metro F) della Roma-Civita Castellana-Viterbo; visioni, però, che appaiono in
contrasto con quanto stabilito dalla Regione
Lazio
. La terza
ex-concessa, l’attuale Laziali-Centocelle,
sarà, invece, trasformata in un metrotram
con l’estensione da un lato a Termini
e dall’altra a Tor Vergata via Giardinetti. Certo, una volta definito
il passaggio dell’infrastruttura dalla Regione al Comune e, di conseguenza,
sottratta la linea dalla giurisdizione dell’ANSF, che potrebbe inserirla, considerate le peculiarità e
criticità tecniche, non conformi a quanto dettato nelle sue direttive, in una
sorta di lista nera e chiederne l’immediata sospensione dell’esercizio. Il
tempo stringe.

Funivie. La grande novità del Piano è la
realizzazione dei nuovi sistemi a fune, grande scommessa della Raggi fin dall’inizio
del suo mandato. Quattro le opere individuate, Battistini MACasalotti
(3,8 Km e 7 fermate), Jonio MB1-Bufalotta/Porta
di Roma
(3,6 Km e 7 fermate), Eur
Magliana
MB/MDVilla Bonelli FL1 (1,0 Km e 3 fermate) e Clodio-Ponte
della Musica
.

Tranvie. Grande investimenti sono inseriti anche
per l’ampliamento dell’odierna rete tranviaria con oltre 58 chilometri di sviluppo,
altro discorso di indiscussa importanza. Prevista la realizzazione della Verano-Stazione Tiburtina e i
collegamenti Largo Corrado Ricci-Piazza
Venezia
, Subaugusta- Ponte Mammolo e,
infine, Torre Angela MC-Anagnina MA,
anch’esso già inserito nel Piano
Regolatore Generale
. Nel PUMS trova inoltre spazio la famigerata TAV, per troppi anni rimasta nel
cassetto, con la costruzione dell’asse tranviario Termini-Venezia-Risorgimento.

Mobilità Dolce. Una nuova rete di ciclabili e
isole pedonali. Obiettivo del Piano realizzare altri 293 chilometri di nuovi
percorsi ciclabili, nuove interconnessioni, definite grazie alle proposte
pervenute dal processo partecipativo. Implementare le aree pedonali e zone 30
non solo nel centro città, ma anche nelle periferie di Roma, favorendo la
valorizzazione degli spazi verdi, l’integrazione della rete di trasporto con la
mobilità dolce e il coinvolgimento attivo della cittadinanza e delle scuole.

“Roma
si dota finalmente di una vera programmazione sulla mobilità, una strategia
futura di medio e lungo periodo che risponde a una visione precisa di quello che
vogliamo per la Capitale”, spiega la Raggi. “Idee che prendono forma
all’interno di questo corposo documento, che è la base per lo sviluppo di Roma.
Negli anni la nostra città, purtroppo, è diventata a servizio del traffico
privato. Il PUMS rimette al centro la persona, a favore del trasporto pubblico,
con un piano pensato soprattutto per le periferie. Abbiamo immaginato la Roma
del futuro e abbiamo iniziato a costruirla passo dopo passo. Un processo
concreto, reso possibile grazie a una programmazione capillare: dalle nuove
linee tranviarie, alle ciclabili e preferenziali. A dicembre scorso Roma Capitale ha chiesto al Ministero delle Infrastrutture i
finanziamenti per sette progetti contenuti nel PUMS: tre nuove tranvie; il
potenziamento e l’estensione di linee ferroviarie urbane; due funivie e
l’acquisto di nuovo materiale rotabile per la rete tranviaria di Roma”.

La
Sindaca poi, durante la conferenza stampa, tenta di togliersi un macigno dalla
scarpa nell’istante in cui al Senato,
a pochi chilometri di distanza dal Campidoglio, veniva bocciata la mozione NO-TAV del M5S, mandando letteralmente in frantumi maggioranza e Governo. “Sfatiamo
un mito, il MoVimento non è contrario alle grandi opere, noi siamo a favore
delle opere utili”.

“Nei
prossimi dieci anni Roma si doterà della rete di infrastrutture per il
trasporto pubblico su ferro rimasta irrealizzata per decenni”, ha aggiunto Pietro Calabrese, Presidente
Commissione Mobilità, “tutto quello di cui la città ha bisogno, così come
richiesto dalle romane e dai romani, è contenuto nel Piano Urbano della
Mobilità Sostenibile. Ora il nostro obiettivo è realizzarlo. Si guarda al
futuro, non solo a quello prossimo in cui verranno ovviamente costruite le
opere meno impegnative, ma anche ai lavori più complessi che necessitano di una
programmazione di lungo periodo”. Sulla stessa linea il consigliere Enrico Stefàno, uno degli alfieri di
questo progetto. “Il Pums rappresenta una visione di città, un’idea, una
programmazione che mancava da troppo tempo e che consentirà di ottenere dal
Ministero e dalla Regione i fondi necessari alla realizzazione delle opere,
delle infrastrutture che sono fondamentali per il rilancio della città, per
aumentare l’attrattività e la competitività di Roma”.

Per
l’assessore alla Città in Movimento, Linda
Meleo
, “i principi guida del Piano si basano sull’integrazione tra le
diverse tipologie di mobilità, la promozione di diverse modalità di trasporto
alternative all’auto privata, il rafforzamento degli standard di sicurezza nel
trasporto pubblico e per il traffico stradale, l’aumento della capacità di
trasporto pubblico, progetti e strategie per la mobilità dolce e condivisa. Tra
i progetti inseriti nel Pums, e recentemente presentati al Ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti per avere accesso ai fondi governativi, ci sono
tre tramvie, due funivie e l’acquisto di nuovi tram”. “È un importante pezzo
della visione che questa Amministrazione ha e che guarda alle città come luoghi
in cui si giocano le sfide del futuro. Un futuro – ha sottolineato Luca Montuori, l’assessore all’Urbanistica
– che si lega anche agli impegni che Roma ha sottoscritto con altre grandi
città del mondo per raggiungere obiettivi condivisi sulla sostenibilità
ambientale, sociale ed economica. Una visione integrata che prevede diversi
interventi sia per quanto riguarda gli obiettivi già definiti e finanziati,
quindi in corso di realizzazione, sia quelli per lo scenario di programmazione
dei prossimi anni. Stiamo dialogando anche con altri attori fondamentali per
raggiungere risultati attesi da tempo, come ad esempio il completamento
dell’anello ferroviario, dello sviluppo dei nodi delle stazioni, sia con il recupero
delle aree urbane esistenti, da piazza dei Cinquecento a piazzale Ovest a
piazzale Ostiense e piazzale Flavio Biondo, che con lo sviluppo delle aree
dismesse previste dall’ambito strategico: la revisione del piano di assetto di
Tiburtina, in collegamento, tra gli altri, con l’area dello Sdo di Pietralata e
di Tuscolana”.

Critica l’opposizione. Da Fratelli d’Italia si è levata la voce del capogruppo Andrea De Priamo sul modus operandi della maggioranza pentastellata: “il documento del Pums, approvato dalla Giunta a febbraio è arrivato in commissione a inizio luglio, venti giorni fa al massimo. Stiamo parlando dell’idea di mobilità sostenibile per i prossimi dieci anni, si tratta di un modo di immaginare il futuro della città. Qualcuno lo può definire il libro dei sogni, ma in ogni caso è uno strumento importante che avrebbe meritato un maggiore rispetto in assemblea capitolina che invece è costretta a lavorare sempre di fretta perché voi arrivate tardi”. “Siamo in forte ritardo nell`approvazione del documento sulla mobilità sostenibile”, ha incalzato invece Ilaria Piccolo, consigliera Pd e vicepresidente della commissione Trasporti. “Peraltro non si è dato corso a sinergie istituzionali utili a rendere più forti i progetti che verranno presentati, così come è accaduto per Milano e la Lombardia. Il nostro voto di astensione al PUMS, nasce dalla constatazione che circa il 90% dei progetti che verranno presentati recuperano piani ideati nelle passate giunte di centrosinistra. Non ci convincono invece progetti poco utili e realistici come la funivia Casalotti-Battistini o il people mover a Ionio. Siamo fortemente contrari al Tram sui Fori Imperiali che non è una strada qualsiasi ma una bellissima passeggiata archeologica”. Inoltre ha precisato che “resta peraltro la preoccupazione per il proseguimento dei lavori della metro C, mentre a Milano si apprestano a dare avvio alla quinta linea metropolitana, che si attesterà nella città di Monza. Sfidiamo ora la Giunta e la maggioranza a tenere fede agli impegni e a realizzare opere importanti e necessarie a cambiare e a rendere più fluida e compatibile la mobilità cittadina. Ci auguriamo che per dicembre tutti i progetti da presentare al bando siano stati redatti correttamente per vincere la competizione con altre città e che gli uffici non siano costretti a riporli nel cassetto per assenza di un minimo cofinanziamento da parte di questa Amministrazione”. “Ogni Amministrazione che si succede alla guida della nostra città presenta un piano per la mobilità, il problema è che sia reso effettivo, che ciò che c’è scritto diventi realtà e non il libro dei sogni”. È stato il commento di Dario Nanni, Coordinatore per Roma e provincia di Italia in Comune. “E poi come ci si può fidare di chi quando era all’opposizione si opponevano al prolungamento della Metro C, presentando atti affinché il suo percorso terminasse a Lodi, ed oggi afferma l’esatto opposto? In tre anni di governo 5 Stelle, abbiamo visto stazioni della metropolitana chiuse per mesi, ascensori e scale mobili rotte, metà degli autobus che non escono dalle rimesse per svolgere il servizio di trasporto pubblico, ed ora vorrebbero far credere che nei prossimi 22 mesi di governo faranno tutto quello che sta nel PUMS? Dove tra l’altro si parla della trasformazione in metropolitana della tratta urbana della ferrovia RomaNord. Cosa intendono per questo? Chiudere il restante tracciato extraurbano, dove sono stati previsti finanziamenti, e sostituirlo con bus? Ce lo spieghino, e lo spieghino soprattutto ai pendolari e ai lavoratori”. “I cittadini – ha concluso – sono stanchi non solo dai disservizi e di una città congestionata, ma soprattutto dal fatto di essere presi in giro, spero che qualcuno prima o poi lo capisca”.