Roma, attivi i trasporti pubblici a Capodanno?

Fari puntati sulla programmazione dei trasporti pubblici romani per la festa di Capodanno. Ieri, 7 dicembre, è stato battuto il comunicato dell’Agenzia per la Mobilità,che, a sorpresa, ha reso noto, che le linee metro e le ferrovie concesse Roma-Lido e la tratta urbana della Roma-Viterbo “saranno in servizio ininterrottamente dalle 5.30 del 31 dicembre 2018 alle 3.30 (ora delle ultime partenze dal capolinea)”. Ma i lavoratori hanno tenuto a precisare: “sulla traslazione dell’orario di servizio dell’ultimo dell’anno”, dicono alla Segreteria Provinciale SLM-Fast Confsal,“sono ancora in corso le trattative di merito tra le parti sociali e Atac, non c’è nulla di concreto”. E il giallo si infittisce.

Secondo l’Agenzia, e l’assessora alla mobilità Linda Meleo, il 31 dicembre “il servizio di trasporto pubblico e, quest’anno, per la prima volta, le ferrovie regionali, effettuerà servizio straordinario. Le linee A-B/B1-C saranno in servizio ininterrottamente dalle 5.30 del 31 dicembre 2018 alle 3.30 (ora delle ultime partenze dal capolinea) del Primo gennaio 2018”. Lo stesso ragionamento vale per la Lido e la tratta urbana della Viterbo, “che effettueranno le ultime partenze dai capolinea alle 3.30, mentre la “ferrovia Termini-Centocelle terminerà le corse alle 21”. “Al termine del servizio metroferroviario”, continuala nota, “entreranno in servizio, e circoleranno sino alle 8, le linee bus notturne che seguono i percorsi di metro e ferrovie”.  Nella divisione Superficie, solo le linee H-2-128-170-200-280-301-336-544-766-881-905 “prolungheranno il servizio sino alle 3.30”, il resto della rete terminerà ugualmente alle 21.

L’incognita è evidente, la figuraccia dietro l’angolo, è un po’ come giocare una grossa somma alla roulette. E, infatti, neanche a farlo apposta, fin ora si contano sulle dita delle mani i dipendenti che hanno dato la propria disponibilità a ricoprire i turni del 31 dicembre che, tra l’altro, devono essere ancora stilati e concordati con le Organizzazioni Sindacali. Che non l’hanno mandata a dire. 

 “Ci domandiamo come sia stato possibile dare un’informazione del genere, illudendo cittadini e turisti”, esordisce ilSegretario Provinciale SLM Fast-Confsal Giuliano Parmiani, “ribadiamo che non c’è nulla di concreto e di definitivo, riguardo la traslazione dell’orario di servizio per la notte di Capodanno nella divisione Superficie quanto, e soprattutto, in quella metroferroviaria. Anche sotto il profilo della sicurezza”.

“A nostri occhi questa appare una forzatura per mettere sotto pressione i Lavoratori”, prosegue, “con l’evidente obiettivo di indurli a sottostare, accettare passivamente il piano così com’è stato pensato dall’Azienda e dal Campidoglio. Non crediamo che questo sia lo spirito e il trattamento utile agli interessi dell’Azienda, dei cittadini e dei Lavoratori, che hanno il diritto, come gli altri, a festeggiare le Festività Natalizie coi propri cari”.

Il rischio, concreto, è che si ripeta il copione andato inscena lo scorso anno a Napoli proprio nella notte di San Silvestro, dove i servizi della Metro 1, delle funicolari e dei bus ANM restarono fermi, a causa della defezione tra i dipendenti e il Comune. Neanche l’intervento del Prefetto riuscì a sanare la clamorosa frattura, del resto questo è il prezzo delle continue “forzature”.

“Le relazioni industriali sono una cosa seria”, rimbecca il Segretario Regionale SLM Fast-Confsal Renzo Coppini, “il rispetto delle parti sociali è fondamentale. Pubblicizzare la programmazione del 31 dicembre, senza aver concluso la trattativa nel rispetto dei lavoratori, in merito alle ferie, ai riposi e alla sicurezza, è talmente grave che pone dubbi su come tale trattativa venga svolta da Atac. Che da un lato chiede collaborazione e dall’altra decide senza alcun accordo. È pura schizofrenia. Con tutti i dubbi del caso, qualcuno ci dica la reale necessità di un servizio del genere sulle ferrovie concesse”. Solo l’inizio.




Ferrovia Roma-Lido, ecco le motivazioni del caos

ROMA – Nuovo giornata, vecchio copione. Almeno per gli utenti – e il personale – della Roma-Lido, vincitrice dell’ambito Premio Caronte: “Caos e disagi fin dalle 6.30 del mattino”, denuncia La Repubblica, “continue le rimodulazioni dei treni (ogni 15 minuti) fin quando alle 8 un convoglio è stato evacuato alla stazione Magliana per problemi tecnici. Da quel momento i treni sono stati ulteriormente rimodulati, con partenze anche ogni 25 minuti”. Ordinaria amministrazione verrebbe da dire, con sommo rammarico, se non fossero trapelate le cause che avrebbero cagionato l’odierna débâcle, l’ennesimo capitolo di una lunga serie che, sinceramente, lascia stupiti.

Infatti, non bastano i ripetuti guasti tecnici a far saltare i nervi – e le corse programmate -, da qualche giorno a questa parte ci si è messo anche l’odore rivoltante dei detergenti chimici che impregna le cabine guida. Forte e fastidioso al punto tale, da indurre il personale viaggiante a “scartare” i treni. E si sa, un convoglio in meno sui binari della Lido, considerato l’esiguo parco rotabile, genera disastri. Figuriamoci due.

La notizia, incredibile, ha iniziato a prendere corpo domenica scorsa, quando un treno è stato tolto dal servizio proprio per queste motivazioni. Che ieri, 4 dicembre, sono diventate oggetto della nota spiccata da Ilaria Raponi della Segreteria romana dell’Or.Sa. TPL. “Si invita l’azienda [Atac ndr] ha riorganizzare le lavorazioni di pulizia delle cabine guida e la eventuale sverniciatura delle fiancate”, recita la missiva, “ci riferiamo in particolare ai materiale MA 200, composizioni 226-238 e 218-220, ma è un problema che si potrebbe presentare su tutti i materiali in servizio”. “Nelle giornate passate”, continua, “diversi lavoratori hanno segnalato l’impraticabilità delle cabine di guida a causa del fortissimo odore dei detergenti chimici utilizzati la sera precedente per la pulizia. Malgrado in più occasioni il personale abbia provveduto a segnalazioni e successivo scarto materiale, si è preferito lasciarli in sosta per riproporli in seguito, adducendo la ‘soggettività’ del problema”.

L’esponente sindacale, inoltre, riferisce di numerose segnalazioni di “bruciore agli occhi, alla gola, mal di testa e voltastomaco”. “Nell’interesse dei lavoratori e nella salvaguardia della loro salute si invita l’azienda a riorganizzare le lavorazioni di pulizia cabine, prevedendo una diluzione dei detergenti chimici finora usati, vista la fastidiosa persistenza della componente aerodispersa o una loro sostituzione con prodotti meno aggressivi”.

Ma c’è dell’altro. Secondo le indiscrezioni, le operazioni di “pulitura delle cabine guida e di sverniciatura delle fiancate” avverrebbero di sovente all’ultimo binario della stazione di testa Porta San Paolo. La domanda sorge spontanea, anche e soprattutto alla luce della denuncia dei dipendenti: è ammessa una pratica del genere nei luoghi di lavoro e dove sostano gli utenti in attesa di salire a bordo? È normale far loro respirare le sostanze spigionate dai prodotti chimici? È normale, infine, sversare sui binari tali prodotti e i residui della vernice? Nell’attesa di risposte o smentite, si invitano cittadini e lavoratori a tenersi alla larga dai treni in sosta. Meglio prevenire.

 

 

 

David Nicodemi




Roma, la Termini-Giardinetti in agonia. I lavoratori richiamano Atac

ROMA – Continua l’agonia dell’esercizio della ferrovia Termini-Giardinetti, ultimo baluardo della Roma-Fiuggi, nonostante i proclami (e promesse?) del Campidoglio e i corrispettivi erogati dalla Regione all’Atac, nel rispetto del Contratto di Servizio. I convogli arrancano, sfiancati da una manutenzione sempre più labile, e scorrono su binari altrettanto malridotti. A tal punto da indurre le RSU a sollecitare un doveroso intervento.

C’è il noto, e ambizioso, progetto dell’Amministrazione, che mira alla trasformazione della Giardinetti in una metrotranvia – blasonata definizione di linea tranviaria -, il cui trasferimento è “tutt’altro che fermo”, ha dichiarato qualche giorno fa l’assessora alla Mobilità Linda Meleo ai microfoni di Odissea Quotidiana. “Lo stiamo seguendo passo dopo passo”, ha aggiunto, “per ottenere nel più breve tempo possibile il passaggio di proprietà e i finanziamenti necessari per la riqualificazione e il prolungamento del tracciato. Roma Capitale sta lavorando infatti anche per l’ammodernamento della tratta Roma-Giardinetti e valutando la realizzazione di prolungamenti verso Anagnina (Metro A) e Tor Vergata”.

Ma in attesa della sua attuazione, la linea , cinque chilometri scarsi, si sgretola, nell’incredulità dell’utenza e nel silenzio, imbarazzante, della Regione e dell’azienda. Che, comunque, incassa i corrispettivi regionali derivati dai chilometri/treno, non sono pochi, e una quota della ripartizione del Fondo Nazionali dei Trasporti. La ferrovia produce, a conti fatti, essendo classificata tale, tuttavia gli introiti, considerato lo stato di abbandono, non sembrano tornare all’ovile di Centocelle. Con pesanti e ovvie ricadute al servizio.

Una certezza è data dalle rotaie spezzate – letteralmente – rinvenute in prossimità di Santa Bibiana o, peggio ancora, dai fogli di corsa. Dove otto prescrizioni su dieci riguardano i rallentamenti della velocità, a causa delle pessime condizioni dell’armamento o della linea aerea di contatto: la prescrizione più antipatica è quella che da tempo – troppo tempo – incombe sulla tratta Piazzale LabicanoPonte Casilino, nella quale i treni possono raggiungere al massimo 10 km/h. Poco più degli omnibus ai tempi della SRTO.

“Le sottoscritte RSU”, recita il fonogramma inviato lo scorso 22 novembre ai vertici di Atac, “visti i numerosi rallentamenti imposti alla marcia treni rispetto all’infrastruttura – sede binario -, sollecitano il Direttore di Esercizio Ferrovie Concesse e il Responsabile Opere Civili e Armamento ad attivarsi per individuare le procedure più idonee, previste dalle normative vigenti e dai regolamenti, atte a recuperare risorse umane e economiche affinché dette limitazioni siano rapidamente eliminate”. Documento che, inverosimilmente, è stato snobbato dai Rappresentanti Sindacali in quota CGIL. Chiuse virgolette.

 

 

David Nicodemi




FS, quando la comunicazione disorienta i viaggiatori. Il video

Un tragico incidente e la comunicazione esterna di FS che va in tilt, o così almeno sembra, con buona pace dei viaggiatori in attesa di imbarcarsi sul treno per raggiungere l’aeroporto di Fiumicino. È quanto accaduto – e segnalato – sabato scorso, 17 novembre, durante la sospensione/limitazione degli esercizi del Leonardo Express e della linea FL1, a causa dell’investimento avvenuto nella stazione Fiera di Roma.

L’episodio, mortale, si è verificato intorno alle 18.30 faceva sapere RFI nel proprio sito, “in corso la riprogrammazione del servizio ferroviario con cancellazioni e limitazioni di percorso”. Inoltre, nei successivi aggiornamenti l’azienda precisava che “lo stop è stato necessario per consentire i rilievi dell’Autorità Giudiziaria” e che “per garantire la mobilità delle persone è stato attivato un servizio spola con autobus fra le stazioni di Ponte Galeria e Fiumicino Aeroporto”, come tra l’altro previsto dal Contratto di Servizio con la Regione Lazio. E fin qui nulla da ridire.

La vicenda si complica quando, invece, si scopre che agli ignari utenti giunti a Roma Termini, capolinea del servizio primario Leonardo Express, collegamento diretto con l’aeroporto, veniva data una notizia incompleta, se non addirittura forviante, attraverso i monitor informativi piazzavi ovunque, in testa ai binari come lungo i marciapiedi. “Attenzione!”, scorreva in continuazione, “La circolazione dei treni della relazione Roma Termini Fiumicino Aeroporto, è temporaneamente sospesa, per accertamenti dell’Autorità Giudiziaria, a seguito dell’investimento di una persona, nella fermata di Fiera di Roma. I viaggiatori sono invitati ad utilizzare mezzi alternativi. Ci scusiamo per il disagio”.

Mezzi alternativi? E il servizio automobilistico sostitutivo? Nessun riferimento, neanche per sbaglio, un disagio nel disagio. Da qui l’emblematico interrogativo: considerata la discrepanza, è stato veramente istituito il servizio bus a spola? Nell’attesa di conoscere maggiori dettagli, si invita l’intero Gruppo FS a coordinare la comunicazione esterna, prima che questa arriva al pubblico, onde evitare il ripetersi di episodi spiacevoli e antipatici.

David Nicodemi




Roma, trasporto pubblico: facebook censura il blog Odissea Quotidiana

ROMA – La censura Facebook si è abbattuta inesorabilmente, neanche fossimo ai tempi dell’Inquisizione, impedendo al blog Odissea Quotidiana qualsiasi tipo di condivisione, anche dare informazioni utili, e in tempo reale, agli utenti del trasporto pubblico capitolino sullo stato del servizio. “Il colosso non risponde, – spiega Andrea Castano uno degli amministratori, – non abbiamo idea di quanto duri questo blocco.”

“Pare che si sia stata una segnalazione multipla sui link di Odissea, – precisa Castano, – di sicuro è iniziato lunedì, all’indomani del referendum consultivo sulla messa a gara del TPL romano. Probabilmente – prosegue Catalano – a seguito della tornata referendaria, abbiamo cominciato a chiedere conto al Sindaco, che si vantava di ‘aver vinto’, di cosa intendesse fare con Atac; non ci bastavano i vaghi annunci dei 600 autobus per esempio. Questo ha scatenato molti tifosi e ci sono state diverse liti. Credo sia partito tutto da lì. Per contenere il disagio, e continuare a tenere alta l’attenzione su uno degli argomenti più insidiosi per l’Amministrazione pentastellata, abbiamo cominciato a condividere gli stessi contenuti, attraverso un altro blog che rimanda a quello di Odissea Quotidiana, e questo viene accettato da Facebook. Il blog è romatrasportinews.blogspot.it, il quale in origine serviva esclusivamente per fornire notizie riguardo al trasporto pubblico.”

David Nicodemi

 




Autisti di linea, SLM Fast-Confsal: “Non possono guidare più di sei ore consecutive senza riposo intermedio”

Sta suscitando interesse la nota della Segreteria delle Provincia di Roma del SLM Fast-Confsal, nato dalla fusione tra la Fast-Confsal Mobilità e il SUL-CT, concernente l’orario di lavoro degli autisti di linea. Che “secondo le normative attualmente in vigore”, spiegano, “non possono guidare più di sei ore consecutive senza riposo intermedio”.

La notizia, diramata da La Voce Trasporti & Diritti, organo ufficiale di informazione della Fast-Confsal, è diventata subito virale, e, sicuramente, avrà notevoli ripercussioni soprattutto in ambito di Atac. Dove, tra il Piano Industriale e gli accordi sindacali siglati nel recente passato, il tempo guida è passato dalle 6h e 20 minuti a 6 e 30, previo incentivo di 10 euro, per arrivare agli attuali 6h e 40. Quaranti minuti in più, oltre le sei ore. Non da meno si trovano i lavoratori di Roma TPL scarl, che hanno turni che, addirittura, vanno oltre le sette ore.

“Tutti i settori di attività pubblici e privati”, recita il volantino, “nell’orario di lavoro che eccede le 6 ore, hanno diritto alla pausa non inferiore a 10 minuti”. Chiare le norme a cui la Segreteria fa riferimento, che sottolineano come i conducenti “non possono lavorare più di 6 ore consecutive senza riposo intermedio”. Ciò, a conti fatti, potrebbe configurare un doppio danno erariale, qualora i dipendenti intentassero le cause contro le rispettive aziende.

“Svolgere un orario di servizio oltre le sei ore senza pause”, spiega il Segretario di Roma Giuliano Parmiani, “appesantisce il lavoro degli autisti sotto il profilo psicofisico, aumentando la stanchezza, la fatica e altri fattori che potrebbero perturbare lo svolgimento del lavoro, provocando danni a se stessi, agli utenti o a terzi. In sintesi danneggiare la loro salute a breve o a lungo temine. Occorre tener conto delle Direttive e Regolamenti Europei nonché della Costituzione Italiana che all’articolo 36 recita, testuale: Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla Legge. Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi”. Chiusa parentesi.

Il Segretario aggiunge, inoltre, che “il Decreto Legislativo 66 del 2003 tratta esclusivamente dell’orario settimanale, comprensivo degli straordinari, ma a quel Decreto non appartengono alcune categorie, tra cui alcuni lavoratori mobili. Che sono disciplinati da tutt’altra regolamentazione, come gli uomini di mare, il personale di volo, i Vigili del Fuoco, insegnanti, la Protezione Civile, le forze dell’Ordine e altri settori. Quanto scritto nel volantino, eviterebbe agli autoferrotranvieri, ovvero ai Lavoratori Mobili, ripercussioni sulla propria salute, mi preme ribadire, e a fermare di conseguenza la fabbrica degli inidonei. A cui andrebbero eventualmente riconosciuti i danni provocati dalla mancata applicazione delle norme”.

Ma i venticinque minuti introdotti nei turni con l’accordo del 2017? “Quello che può sembrare una conquista”, risponde Parmiani, “non è altro che l’applicazione, dopo quasi cento anni, del Regio Decreto 2328/23 convertito con la Legge 473 del 17 aprile 1925 che computa, all’articolo 17 comma C, l’orario effettivo di lavoro. Pertanto, quei venticinque minuti sono un diritto degli autisti, attesi da ben cento anni e ancora non introdotti nelle aziende private del TPL che agiscono nella Provincia di Roma”.

E sull’applicazione del citato Regio Decreto, si era pronunciata l’ASSTRA – l’Associazione datoriale, nazionale, delle aziende di trasporto pubblico che annoverava anche Atac fino al 2014 – con la circolare 67 del 18 febbraio 2003, avente per oggetto: “Segnalazione giurisprudenza di merito – Tempi di cambio e lavoro effettivo”. “Si segnala alle Aziende”, si legge nel documento, “che, con sentenza n. 873/02 il Tribunale della Spezia, Sezione Lavoro, è intervenuto sulla riconducibilità dei cd ‘tempi di cambio’ alla nozione di lavoro effettivo”. Inoltre, “il Tribunale”, in conformità alla sentenza della Cassazione Sezione Lavoro n. 15821/2000 stabilisce che sono inclusi come orario lavoro effettivo, “i tempi impiegati dai conducenti di linea”, sottolineava ASSTRA, “per recarsi dal deposito di residenza di cui all’articolo 20 CCNL 1976 al luogo diverso nel quale prendono servizio, nel caso che i due punti non coincidano, nonché del tempo di lavoro per recarsi durante le interruzioni del servizio dovute a plurarità di riprese, dal luogo in cui cessa la parte di prestazione di guida al luogo in cui inizia la nuova parte di prestazione, qualora non coincidano”. “Tali tempi”, conclude la circolare, “andranno computati interamente, ai senti dell’art. 6 lettera C legge 138/58, per i servizi extraurbani, e solo per metà, ai sensi dell’art. 17 lettera C del RDL 2328/23, nell’ipotesi di trasporti pubblici in ambito urbano”.

“Abbiamo come lavoratori Europei e per di più usuranti”, chiosa infine il Segretario, “l’indiscutibilmente diritto a pause intermedie qualora si superassero le 6 ore consecutive di servizio. Abbiamo già dato mandato ai nostri legali, la prima udienza si è svolta il 4 ottobre scorso, dove il Giudice ha nominato il CTU e rinviato al 14 febbraio 2019 l’udienza”.
David Nicodemi