CRISI TRA STATO E REGIONI. CHIAMPARINO SI DIMETTE

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di Cinzia Marchegiani

Tensioni ormai evidenti tra Stato e Regioni. Il presidente della Conferenza delle Regioni Sergio Chiamparino che recentemente aveva avuto una querelle con il ministro della salute proprio sul decreto appropriatezza e sulle sanzioni ai medici che non rispetteranno le nuove direttive, ha presentato le proprie dimissioni. Lo ha detto lui stesso, nel corso di una conferenza stampa tenuta al termine della riunione della Conferenza delle Regioni del 22 ottobre 2015, aggiungendo che su richiesta dei colleghi presidenti, le stesse dimissioni sono state al momento congelate.

Dimissioni congelate, ma irrevocabili. Chiamparino non lascia alcuna porta aperta e spiega:
“Ho rassegnato le dimissioni da presidente della Conferenza ma non per la legge di Stabilità e i tagli alla sanità. In ogni caso le mie dimissioni sono irrevocabili ma ho accolto la richiesta del vice presidente Toti di congelarle per portare avanti la trattativa sulla legge di Stabilità”

Chiamparino specifica, lascia ma non per colpa delle Legge di stabilità. Chiamparino alla Conferenza spiega la sua inamovibile decisione, e ha ribadito che i motivi delle dimissioni non starebbero nei tagli alla sanità ma sono legati al giudizio dato dalla Corte dei Conti sul bilancio della Regione Piemonte: "Una Regione con un bilancio in questa situazione non può fare da guida a tutte le Regioni. Mi devo dedicare di più al lavoro nella Regione Piemonte. Ho rassegnato le dimissioni dal presidente della Conferenza delle Regioni, non sul giudizio sulla Legge di Stabilità, ma perché è evidente che il giudizio di parificazione della Corte dei Conti, che ha parificato il bilancio in 5 miliardi e 800 milioni, come conseguenza della Corte Costituzionale in cui si annullava il rendiconto del 2013. Una Regione che ha una situazione di Bilancio di questo genere non può essere la regione che rappresenta le altre Regioni”. Per il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, sottolinea che va chiarita una norma di contabilità che per il Piemonte vale 5 miliardi, ma per altre regioni ha un valore pesante.

Chiamparino nega tensioni con il governo, ma lascia in piena tempesta abbattuta sulla sanità. “Nessun atto polemico nei confronti del Governo sulla legge di stabilità – ha precisato Chiamparino – ma devo dedicarmi di più alla mia Regione”. Una scelta che arriva dopo il Giudizio di parificazione della Corte dei Conti che ha riscontrato un disavanzo di 5,8 miliardi nel 2014 per il Piemonte. Chiamparino lascia la sua presidenza però proprio in mezzo ad una tempesta che si sta abbattendo sulla sanità del paese, ma conferma: “Da artigliere di montagna – ha spiegato – sono convinto che l'esempio sia importante e una regione che è in una situazione di bilancio di questo genere non può essere quella che rappresenta le altre. Chi rappresenta le Regioni deve poter tirar fuori il suo bilancio e far vedere che riflette il ruolo che le regioni vorrebbero avere”.

Le dimissioni quindi restano irrevocabili e a gennaio le Regioni potrebbero trovarsi a dover eleggere un nuovo presidente. Un segnale a distanza lanciato al Governo su un punto che, dopo il Piemonte, rischia di mettere in ginocchio parecchie amministrazioni regionali e ripropone l'urgenza di una norma “salva Regioni".

Legge di stabilità, Per Chiamparino il bicchiere è mezzo pieno, ma ci sono punti che le Regioni chiedono al governo. Per Chiamparino la legge di stabilità è un bicchiere più mezzo pieno che mezzo vuoto, anche se sulla sanità ci sono delle questioni che le Regioni pongono al Governo: “Sulla parte sanitaria vi è un aumento di un miliardo rispetto ai 3 miliardi previsti – sottolinea Chiamparino – Questo miliardo parrebbe vincolato per 800 milioni alla definizione dei nuovi Lea, che noi vogliamo fare, ma è evidente che se c’è un vincolo sui Lea l’aumento è condizionato”. Ma non solo, per le Regioni il presidente della Conferenza Regioni spiega: “c’è anche la questione di dove saranno appostati i soldi per i rinnovi dei contratti che valgono 350 mln, poi bisogna vedere come sono collocati i farmaci salvavita e soprattutto quelli per l’epatite C perché dobbiamo sapere se questi stanno nel Fondo oppure no, se stanno dentro il tetto del payback oppure no. E questo può fare una differenza assai significativa per i bilanci delle Regioni”.

Sanità e i conti che non tornano, dubbi sui fondi per coprire contratti, vaccini e salvavita. Chiamparino ha anche fatto i conti di questa partita: "I contratti e i farmaci innovativi valgono quasi un miliardo, come possibile ricaduta sul bilancio delle Regioni e in più c’è anche il piano vaccini che vale 300 milioni". Quindi sulla Legge Stabilità sorgono forti dubbi anche sui fondi per contratti, vaccini e farmaci salvavita, che dovrebbero rientrare dentro il fondo di 111 miliardi.

Chiamparino e la nuova querelle con la Lorenzin. Il governo gestisca la sanità. Chiamparino è tornato anche sulle parole pronunciate dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin che aveva definito “un errore fatale” l’avere delegato la sanità alle Regioni e dichiara:“Riprendo le parole che ha detto oggi in Conferenza il presidente della Toscana Enrico Rossi: se il Governo ha lo stesso giudizio della Lorenzin gestisca lui la sanità. E tra 5 anni faremo i raffronti e vediamo la sanità è gestita meglio da un sistema centralizzato”.

Giovanni Toti, Presidente della Liguria è decisamente critico sulla Legge di Stabilità. Toti, seduto accanto a Chiamparino alla Conferenza invece è decisamente critico contro la Legge di stabilità: “Questa legge di Stabilità non porterà quell'espansione che il Governo promette al Paese. Non c'è una reale riduzione delle tasse, ma semmai c'è uno spostamento di poste di bilancio”. Per Toti non c'è una reale spending review al netto di quella imposta agli enti locali ed è tutta fatta in deficit: “Ci sono, dal punto di vista normativo, degli elementi positivi, come le modalità di scrittura della gestione dei bilanci e la parte relativa ai cofinanziamenti europei. Quando vedremo il testo – ha proseguito però il governatore – quello che appare un miliardo in più in sanità sarà una riduzione di poste e la capacità di investimenti delle Regioni e la discrezionalità nelle politiche ne viene così compromessa”.

La sanità è in crisi, in ogni settore, e queste continue rappresaglie dimostrano che la patologia economica in atto è più seria di qualsiasi rosea aspettativa. Di fatto i cittadini sanno che per curarsi in Italia in tempi ristretti, tra appropriatezze e sanzioni, sarà possibile solo andando al privato. Questa è la tomba del nostro Sistema Sanitario Nazionale, nei prossimo giorni sicuramente lo show continuerà.




CAMPAGNA SU OBBLIGO DEI VACCINI: ARRIVA LA DENUNCIA DELL’ORDINE DEI MEDICI DI ROMA

Ombre e forti dubbi sulle motivazioni che hanno spinto a rendere obbligatorio un esavalente ad oggi fuori normativa, solo dopo inchiesta e indagine conoscitiva sui vaccini attivata dall’Antitrust a maggio 2015

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di Cinzia Marchegiani

Continua l’inchiesta de L’Osservatore d’Italia, sul caso vaccini e profilassi obbligatorie che ha sollevato molte critiche aspre sia da parte dei medici, ma anche di molti genitori, che con amarezza non si sentono più rassicurati dalle mancate responsabilità del Ministero della Salute, ogni volta che il mondo delle vaccinazioni è colpito da qualche scandalo, dimostrando pochissima trasparenza e fermezza nel punire i responsabili.

Caso Meningitec, da allora i genitori hanno perso la fiducia nelle istituzioni sanitarie, non c’entra nulla la disinformazione. Basta ricordarsi come nel caso Meningitec, senza neanche consultare e monitorare con analisi e diagnostica specifica i bambini che avevano ricevuto i lotti contaminati e poi ritirati dal commercio, dopo ben due anni di somministrazione, come la Lorenzin e l’Aifa abbiano lasciato in solitudine le stesse famiglie dei bambini che avevano ricevuto i lotti specifici contaminati da ruggine e acciaio, semplicemente rispondendo a due interrogazioni parlamentari affermando che nessun Stato aveva ritenuto necessario porre in essere alcuna azione a tutela dei pazienti, poiché non sono state identificate reazioni avverse riconducili alla contaminazione:“Tutte le valutazioni effettuate hanno confermato che le evidenze ad oggi disponibili non suggeriscono né la necessità, né l’opportunità di predisporre controlli specifici di monitoraggio della salute dei soggetti vaccinati con i suddetti lotti, né risulta che simili iniziative siano state adottate nei paesi in cui i vaccini sono stati ritirati”. Meno male che in Francia invece il processo è già partito, altra nazione, altre culture verrebbe da dire.

Sanzioni e obbligatorietà dei vaccini esavalenti anche a scuola. Il Ministro Lorenzin e le repentine smentite sui media nazionali. Ora il Ministro Lorenzin, sotto pressione da troppe sbavature evidenti sul caso nazionale sollevato dalla obbligatorietà del vaccino esavalente, continua a collezionare cadute istituzionali non consoni al proprietario di un dicastero così importante come quelle della salute. Ma soprattutto sembra essere votata a rilasciare interviste senza consultarsi con i preposti del settore medico. Di fatto il Ministro Lorenzin, ha attivato una campagna mediatica sulle vaccinazioni obbligatorie, senza alcuna emergenza pandemica e innescata senza logica dalla morte di una bambina di 28 giorni di pertosse, quando ora tutto il mondo sa che lo stesso vaccino antipertosse (raccomandato, ma di fatto si trova nell’esavalente assieme ai 4 obbligatori per legge) è sul banco degli imputati perché questo vaccino non solo non funziona più, ma rende i vaccinati ospiti privilegiati per i nuovi ceppi di Bordetella pertussis che infettano preferibilmente i soggetti vaccinati adolescenti e giovani adulti, che, a loro volta, diffondono la malattia in seno alla popolazione della quale sono parte. L’Osservatore d’Italia in tempo non sospetti lo aveva già anticipato a giugno 2015. VACCINO ANTI-PERTOSSE: ECCO COME ALIMENTA NUOVI CEPPI DI BORDETELLA PERTUSSIS

Non scordiamoci che questa nuova campagna sulle malattie senza alcuna emergenza incombente sembra voler, con un bel colpo di coda ormai più che evidente rendere obbligatorio un vaccino esavalente che ad ora non lo è. Non esiste un prodotto che contenga solo i quattro vaccini obbligatori per legge, ma solo un esavalente con cui qualcuno da molto tempo ha probabilmente mire di monopolizzazione del mercato farmaceutico, senza alcuna spiegazione, ma che ora l’Antitrust sta indagando dallo scorso maggio 2015…insomma un tempismo perfetto verrebbe da dire.

Focus Antitrsut indaga sul businnes dei vaccini. Una decisione quella dell’ Autorità garante della Concorrenza e del Mercato presa in base della rilevanza dei vaccini in termini di spesa sanitaria a carico del Sistema Sanitario Nazionale, si parla di oltre 300 milioni di euro l’anno, del fatto che l’approvvigionamento dei prodotti avviene tramite gare a evidenza pubblica, e della circostanza che i prezzi di alcuni dei principali vaccini paiono in tendenziale aumento. L‘obiettivo dell’indagine è quello di approfondire i seguenti temi: 1. caratteristiche delle dinamiche commerciali relative ai vaccini per uso umano; 2. sussistenza di criticità concorrenziali nei mercati dei vaccini per uso umano, con specifico riferimento alla situazione italiana alla luce della normativa vigente e atti conseguenti (es. piano nazionale di prevenzione vaccinale); 3. efficienze e criticità delle procedure di acquisto a evidenza pubblica dei vaccini per uso umano.


DETTAGLIO DEL PROCEDIMENTO L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha ritenuto procedere all’avvio di una indagine conoscitiva riguardante il settore dei vaccini per uso umano, con specifico riferimento a quelli definiti come obbligatori o altamente raccomandati ai sensi del piano nazionale di prevenzione vaccinale, in quanto sussistono circostanze che fanno presumere che, nel settore considerato, esistano ostacoli al corretto dispiegarsi delle dinamiche concorrenziali.


VACCINI SPESA PUBBLICA RILEVANTE E PREZZI DIFFERENZIATI PER MEDESIMI PRODOTTI. Per l’Antitrust, i vaccini costituendo una delle attività di sanità pubblica di maggior tradizione e impatto sociale, rilevando che risultano attualmente obbligatorie o altamente raccomandate, sono somministrati a carico del Sistema Sanitario, per tale motivo rappresentano per la sanità pubblica una rilevante voce di spesa: secondo primi dati a disposizione, essa è complessivamente corrisposta per l’anno 2013 a circa 322 milioni di euro, pari a circa l’1,6% delle spese totali sostenute annualmente dal Sistema Sanitario Nazionale per l’acquisto di prodotti farmaceutici. A questo approvvigionamento dei vaccini si provvede a mezzo di procedure di acquisto per quantitativi definiti sulla base di una pluralità di criteri (obiettivi di copertura vaccinale, andamenti storici di consumo, ecc.), di cui si fanno tipicamente carico strutture organizzative riconducibili agli enti territoriali. Ma la spia di allarme che ha azionato l’Antitrust riguarda proprio il fatto che tali procedure d’acquisto siano caratterizzate da un ricorso a gare sempre più centralizzate, svolte per via telematica con aggiudicazione al prezzo più basso, in linea con una tendenza ormai consolidata a livello nazionale, anche sulla base di specifici atti normativi, volta a ottenere guadagni di efficienza in termini di risparmio attraverso l’aggregazione della domanda pubblica. Salva tale disposizione di fondo, pare nondimeno persistente una frammentazione della domanda, fino a casi di acquisti ancora realizzati da singole aziende sanitarie locali: ne conseguirebbero differenziali di prezzo per medesimi prodotti anche rilevanti e, almeno a una prima sommaria analisi, non correlati alle quantità acquistate.

Lorenzin ritratta e passa la palla. La titolare del dicastero della salute sembra impermeabile al caso, come fece per il Tavolo Ministeriale sui metodi alternativi alla sperimentazione animale, riavviato solo quando a suo carico fu aperto un fascicolo in Procura di Roma, scattato dopo la diffida del Partito Animalista Europeo. Così il ministro della Salute eri mattina, 19 ottobre 2015, a Radio 24 spiegava: “C’è un dibattito sull'obbligo che è venuto dalle associazioni dei genitori che hanno sollevato il problema. Ne sta discutendo la conferenza Stato Regioni ma qualora si dovesse decidere una cosa del genere in ogni caso bisognerà passare per il Parlamento”. E poi l'apertura sulle sanzioni in caso di prescrizioni inappropriate: “Si va avanti perché è una legge dello Stato, ma se il sistema non funziona cambieremo”.

Lorenzin ritratta e lo fa sui media, insorge l’Ordine dei medici di Roma e accusa la caccia alle streghe ai medici che non consigliano la profilassi. L’ordine de medici dei Roma è saturo dei continui voltafaccia della ministra Lorenzin e con un comunicato del 19 ottobre 2015 affronta la parziale smentita del Ministro della salute: “Per quanto parzialmente smentita dal Ministro Lorenzin, l’ipotesi assurda non impone le vaccinazioni mette in fibrillazione l’intera comunità medica italiana, soprattutto quella in rapporto di dipendenza o convenzione con il Servizio Sanitario pubblico. Se verrà in qualche modo poi confermata sarà respinta senza se e senza ma, da tutta la categoria, poiché sarebbe l’ennesima dimostrazione di una vera e propria caccia alle streghe attuata nei nostri confronti. E’ insopportabile e inaccettabile questione, per quanto delicata, debba essere affrontata preliminarmente con la minaccia della sanzione. Più che medici e professionisti responsabili sembra che il Governo ci consideri automobilisti indisciplinati cui applicare il codice della strada anziché il buon senso la consultazione preventiva”

I medici e l’obbligo delle profilassi, ma quali sanzioni? E’ senza sfumature il commento di Roberto Lala il Presidente del più numeroso Ordine provinciale dei medici nel nostro Paese – quello di Roma che conta oltre 41 mila iscritti – alle prospettate misure sanzionatorie per quelli che non consiglieranno le varie profilassi. Per il rappresentante dei camici bianchi capitolini, inoltre, è inconcepibile che notizie così importanti e su un tema così delicato siano oggetto di un balletto di anticipazioni, rettifiche tutto attraverso i media: “E’ evidente che il fondamento di tale avventata ipotesi risiede nel Piano vaccinale 2016-2018 all'esame della Conferenza Stato-Regioni, quindi i giornali non hanno sprecato pagine e titoli a vuoto, ma ci chiediamo se il Governo si rende conto di come tutto ciò ingeneri una crescente confusione nella popolazione e tra i medici. E per quanto ci riguarda – sottolinea il presidente Lala – devo ricordare al Ministro della Salute che il malcontento della nostra categoria era già ai massimi livelli a seguito del decreto sull’appropriatezza delle prescrizioni. Ora questa nuova prospettata aggiunta di sanzioni è veramente capace di far saltare il coperchio a una pentola in ebollizione da troppo tempo”.

E sorge spontanea una domanda: “Chi ha permesso un monopolio dell’esavalente e quanti soldi hanno fatto intascare i due vaccini raccomandati ma di fatto resi obbligatori senza alcuna legge da troppi anni ormai, che inoltre hanno leso la libertà di scelta dei genitori?”

L’antitrust ce lo spiegherà, ma questa scelta di rendere un vaccino esavalente ora obbligatorio per legge fa acqua da tutte le parti. Ci si augura che dietro la stagione della caccia alle streghe, qualcuno possa fare definitivamente chiarezza, non è giocare sulle emozioni e sul terrore pandemico che uno stato civile possa pensare di legalizzare un monopolio delle multinazionali a colpi di spugna. Siamo arrivati a fare cassa per rimpinguare il sistema sanità in forte sofferenza sui bambini senza alcuna logica e ledere inoltre le libertà deontologiche? Ciò sarebbe davvero inquietante. 




ROMA GEMELLI, NEONATO CONTAGIATO DALLA TURBERCOLOSI: VIA LIBERA AL PROCESSO PROBATORIO PER IL MAXI RISARCIMENTO

Si aggravano le condizioni di un bambino di 4 anni nato presso il policlinico e contagiato da un’infermiera che poi fu ricoverata allo Spallazzani per Tubercolosi. Il Policlinico nega responsabilità e risarcimento

di Cinzia Marchegiani

Roma – Il 13 ottobre dinanzi al Tribunale di Roma l’incidente probatorio nell’ambito di un nuovo procedimento legato al caso della Tbc al Gemelli. Il Gip Costantino De Robbio, infatti, ha deciso di vederci chiaro su una denuncia-querela presentata dai genitori di un bambino, rappresentati dal Codacons, contro il noto ospedale della capitale, e relativa a gravi danni subiti dal minore, partorito presso il reparto di Neonatologia del Policlinico Gemelli.

Malasanità e accertamenti. I neonati erano risultati positivi ai test disposti dal Policlinico Gemelli dopo il caso dell'infermiera che si scopri essere affetta da tubercolosi, la stessa fu poi ricoverata allo Spallanzani.
Il Codacons, che rappresenta le famiglie di 5 bambini coinvolti nella nota vicenda sanitaria, aveva scelto la strada della costituzione di parte civile allo scopo di far ottenere ai soggetti danneggiati dallo scandalo sanitario il giusto risarcimento, finora negato sia dall’ospedale, che non ha mai offerto un indennizzo alle famiglie nonostante una class action avviata dal Codacons e attualmente pendente in Tribunale, sia dal Vaticano, cui i genitori dei bimbi coinvolti si erano rivolti interpellando direttamente il Pontefice

Codacons si era costituito parte civile, depositate cinque costituzioni. Lo scorso 6 maggio 2105 erano state depositate dinanzi al Tribunale penale di Roma le prime cinque costituzioni di parte civile nell’ambito del processo per lo scandalo Tubercolosi al Gemelli..
Ora altre 180 famiglie i cui bimbi erano risultati positivi ai test sulla Tbc subendo per questo una profilassi pesantissima, attraverso i legali dell’associazione (Avv.ti Antonio Castiello, Alessia Stabile, Nicola Sanitate, Giuliano Leuzzi e Vincenzo Rienzi) annunciava lo stesso Codancos dovevano decidere se aggiungersi a coloro che già hanno depositato le costituzioni di parte civile nel processo che vede gli imputati – dirigenti del nosocomio e medici – chiamati a rispondere del reato di lesioni personali colpose e relative aggravanti. Il giudice della decima sezione del Tribunale penale di Roma si era riservato di decidere nella prossima udienza del 9 luglio 2015.

L’indagine non si ferma, importanti le analisi radiografiche sul bambino risultato positivo al test della TBC. Il Gip De Robbio ha deciso di procedere, e ha deciso di vederci chiaro su una denuncia-querela presentata dai genitori di un bambino, rappresentati dal Codacons, contro il noto ospedale della capitale, e relativa a gravi danni subiti dal minore, partorito presso il reparto di Neonatologia del Policlinico Gemelli.
A seguito di analisi radiografiche condotte sul bimbo, infatti, è emersa una “grossolana calcificazione” al polmone senza dubbio riconducibile, si legge nella perizia redatta dai periti nominati dal Codacons, ad un contatto con un malato di tubercolosi. Il bambino era nato al Policlinico Gemelli proprio nei giorni dello scandalo Tbc, e rientrava tra i soggetti risultati positivi ai test sulla tubercolosi.

Il Gip nomima due consulenti tecnici d’ufficio che accerteranno le responsabilità del Policlinico Gemelli. Il Gip del Tribunale di Roma ha deciso di andare a fondo sulla vicenda, nominando due consulenti tecnici d’ufficio che avranno il compito di svolgere tutte le perizie utili ad accertare le responsabilità dell’ospedale.Dichiarazioni Codacons. Danni emergono dalle analisi di un bambino, chiesto maxi risarcimento. “Ci avevano garantito che i bambini sarebbero stati bene, e che nessuna conseguenza sul fronte della salute si sarebbe registrata dopo lo scandalo Tbc – dichiara il Codacons – Oggi si scopre che per quello stesso episodio, un bambino di soli 4 anni presenta una grave forma di calcificazione al polmone, che potrebbe compromettere i suoi anni futuri e comportare terapie ed interventi anche invasivi. Per tale motivo abbiamo presentato una maxi-richiesta risarcitoria nei confronti del Policlinico Gemelli, che continua a negare qualsiasi responsabilità nonostante i referti delle radiografie non lascino spazio a dubbi, e rivolgiamo un appello a Papa Francesco, affinché nell’anno del Giubileo straordinario ponga fine a cause legali costose e alla sofferenza delle famiglie coinvolte nello scandalo sanitario”. 




LA VACCINAZIONE DI MASSA: BUSINESS MILIONARIO A FAVORE DELLA LOBBY DEL FARMACO?

Perché si sta spingendo a rendere obbligatorio un esavalente che di fatto contiene solo 4 vaccini obbligatori? Ogni anno in Italia le lobbies intascano 114 mln di euro per vaccini facoltativi. Il Codacons insorge

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di Cinzia Marchegiani

Sul caso del calo delle vaccinazioni e la volontà di far passare il vaccino esavalente come una profilassi obbligatoria, pena il divieto di frequentare la scuola della pubblica istruzione, pur sapendo che due vaccini inseriti in questa profilassi indicata e imposta dal Ministero della salute sono invece facoltativi, è scattata un’emergenza soprattutto giocata mediaticamente a lanci di titoloni in tg e giornali e poi continue rettifiche.

Cosa si nasconde dietro questa manovra Stato Regioni? L’Osservatore d’Italia che da tempo segue le inchieste sanitarie soprattutto sugli scandali sanitari legati ai vaccini, ha seguito in silenzio l’evolversi di questa situazione. Parte così la prima parte di un’inchiesta tesa a comprendere uno stravolgimento epico del Piano Nazionale delle vaccinazioni che vanno a colpire le libertà individuali nel poter usufruire o meno di un medicamento che non è esente da alcun rischio.

Morte di una bimba di pertosse. L’ISS ha attivato una campagna mediatica dopo il decesso di una bimba al Sant’Orsola di Bologna dopo che alcuni giornali avevano riportato la drammatica notizia. Il sito dell’Ospedale stranamente non rilascia alcun comunicato, la morte però sembrerebbe essere attribuita inequivocabilmente alla mancanza di vaccinazione da antipertosse, che si trova solo nell’esavalente (ma dovrebbe essere facoltativa) ovviamente non della neonata, non poteva per età anagrafica essere sottoposta ad alcuna vaccinazione. Ma in realtà poco o nulla si sa come questa bambina è stata monitorata dai medici, come è stata fatta la diagnosi, e come e quando è stata curata. Nella speranza che in merito a questo caso di malasanità sia stata avviata un’inchiesta specifica, dal portale dal portale dell’Epidemiologia della sanità pubblica si apprende: “Un adeguato e precoce trattamento antibiotico permette la guarigione in una quindicina di giorni, ma soprattutto che a differenza delle altre malattie infantili, l’immunità conferita da una prima infezione non è definitiva, ma declina col tempo. Esiste un vaccino che dovrebbe immunizzare e proteggere soprattutto i bambini da questa malattia, ma si apprende però che nelle popolazioni vaccinate si è osservato un ritorno della pertosse a causa della perdita progressiva di immunità”.

Focus lungimirante de l’Osservatore d’Italia sul vaccino antipertosse. L’Osservatore d’Italia, lo scorso giugno 2015, e quindi in tempi non sospetti, aveva realizzato un focus su questa malattia e il relativo vaccino, intervistando il dr Girolamo Giannotta, che aveva anticipato con una lungimiranza ora impressionate, un problema sanitario legato proprio al vaccino antipertosse. Infatti nell’assordante silenzio che pervade il mondo accademico e le nostre massime Autorità Sanitarie, la voce del dr Giannotta nell’arco di un mese si era sollevata ben tre volte per dire che questo vaccino è morto ed andrebbe sepolto al più presto prima di amplificare a dismisura i danni già prodotti. L’autore di questa scoperta ci spiegava anche nel dettaglio il motivo:“Poiché la storia ha un senso, devo preliminarmente ricordare che l’ho detto anche nel corso di un’intervista radiofonica il 30 aprile, l’ho ripetuto ad un convegno il 23 maggio, ed ora sono qui per il terzo appello. Purtroppo, per il concorso di diverse cause, questo vaccino non solo non funziona più, ma rende i vaccinati ospiti privilegiati per i nuovi ceppi di Bordetella pertussis che infettano preferibilmente i soggetti vaccinati adolescenti e giovani adulti, che, a loro volta, diffondono la malattia in seno alla popolazione della quale sono parte”. Non solo ma lo stesso dr Giannotta aveva schematicamente allarmato le istituzioni sanitarie facendo un riassunto che qui riportiamo:
1. Il vaccino anti-Pertosse rimarrà inefficace.
2. Si amplierà la sub-popolazione suscettibile alla Pertosse.
3. La Bordetella pertussis troverà molto ospitali i soggetti vaccinati.
4. I soggetti vaccinati diffonderanno la Pertosse poiché ospiti privilegiati dei nuovi ceppi batterici PRN

con il quale lo stesso autore invitava il mondo sanitario all’obbligo e necessità di capire cosa stava accadendo con questo vaccino senza pregiudizi, ancorandosi seriamente alla deontologia del medico, che non deve nuocere al paziente, di un vaccino ormai sul viale del tramonto. Ora le sue parole ora sembrano un macigno: “Concludendo, posso dire che dal matematico e dal biologo è arrivata l’unica cosa sensata, che l’ambiente medico dimostra di non aver considerato visto com’è impegnato a promuovere dosi aggiuntive di un vaccino incamminato sul viale del tramonto”.

Ottobre 2015, dopo 4 mesi dall’inchiesta vaccino antipertosse scoppia il caso a Bologna. Dunque, nonostante questi importanti informazioni scientifiche basilari che gli organi competenti ministeriali conosco alla perfezione, ad Ottobre 2015 si è preferito allarmare tutta la popolazione, quando ancora risulta un caso di malasanità ancora da accertare. L’innesco, la tragica morte di una bambina, sembrerebbe aver fatto da leva per una campagna tesa a rendere obbligatori tutti i 6 vaccini, e per coercizzare i genitori alla praticare la profilassi vaccinale, pena il divieto di accesso alla scuola di istruzione se il libretto vaccinale non è in regola. Questa nuova legge di cui si è paventata l’ipotesi, sarà affrontata alla conferenza Stato regioni.

Sanzione ai medici, il dietro front mascherato della Lorenzin. Dopo l’annuncio che i medici potrebbero essere sanzionati qualora non consigliano ai genitori la vaccinazione, e dopo un’accesa rappresaglia degli stessi medici, la Lorenzin fa dietro front con un comunicato sul sito istituzionale del 16 ottobre 2015dove dichiara: “In relazione a quanto pubblicato da diversi organi di stampa secondo cui sarebbero allo studio sanzioni, quali la radiazione, per i medici che sconsigliano le vaccinazioni obbligatorie, si precisa che la notizia è priva di ogni fondamento. La bozza di Piano Nazionale Vaccini, attualmente all’esame della Conferenza delle Regioni, prevede esclusivamente percorsi di concertazione con gli Ordini e le associazioni professionali e sindacali per cogliere l’obiettivo condiviso di garantire adeguate coperture vaccinali”.

Ma la bozza del Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale PNPV 2016-2018 era già pronta e dice altro. Per magia il giorno dopo il dietro front della Lorenzin è stata pubblicata la bozza del Piano nazionale Prevenzione vaccinale 2016/2018 in cui si citano le sanzioni anche contrattuali per chi boicotta le vaccinazioni. Fulminea la stesura della Bozza che sarà discussa alla prossima conferenza Stato regioni, che però la Lorenzin a quanto sembra scarica alla responsabilità delle regioni, come ha fatto precedentemente con il caso sanzioni ai medici sull’appropriatezza delle analisi cliniche alle regioni, una manovra questa del piano Vaccinazioni che dovrebbe trovare 620 milioni di euro.

I punti della strategie di informazione nella bozza. Quesiti i punti più importanti
. il monitoraggio costante del “sentimento anti-vaccinazione”, così da garantire tempestivamente risposte corrette alle informazioni inesatte o false;
. una risposta tempestiva, trasparente e affidabile in caso di eventi avversi a vaccino accertati o sospetti e a timori relative alla sicurezza dei vaccini;
. l’inserimento della vaccinologia nel corso degli studi universitari di medicina e offrendo l’opportunità di formazione specifica agli operatori sanitari, da parte delle facoltà mediche, delle autorità sanitarie e delle associazioni professionali e scientifiche;
. la formazione degli operatori sanitari sulla comunicazione del rischio al pubblico, gestendo le esitazioni nell’aderire alle vaccinazioni, sottolineandone i vantaggi e il valore;
. le azioni di deterrenza e disciplina etica e professionale nei confronti dei medici e degli operatori infedeli che non raccomandano o sconsigliano la vaccinazione.

Codacons e la vaccinazione di massa: e’ campagna a favore della lobby del farmaco. Il Codacons si dichiara pronto ad una raffica di denunce contro vaccinazione di massa. Interviene secco il Codacons che già si era espresso contro la vaccinazione esavalente di fatto giudicato un favore alle lobbies farmaceutiche che propongono prodotti farmaceutici non conformi alla legge italiana che invero rende obbligatori solo 4 vaccini, mentre nel prodotto che lo Stato acquista è sempre e solo un vaccino esavalente. In merito il Codacons dichiara:
Sembra siano partite le grandi manovre delle case farmaceutiche per arricchirsi grazie all’allarme vaccini scoppiato di recente in Italia. Lo afferma il Codacons, commentando le notizie circolate nelle ultime ore e relative a possibili provvedimenti in tema di vaccinazione” Il presidente Carlo Rienzi tuona: “Spaventare i medici che non ritengono di suggerire la vaccinazione a tutti i costi equivale a commettere una forma di violenza, della quale si può essere chiamati a rispondere dinanzi la giustizia. Continuiamo a ritenere che i vaccini siano fondamentali, ma solo per le categorie a rischio. Altrimenti si alimenta un business milionario con ricadute economiche negative anche per le casse dello Stato”.

Il Codacons ricorda in merito, il caso del vaccino antinfluenzale del 2004 che si rivelò inefficace a causa del ceppo sbagliato, portando ad un immenso spreco per milioni di euro a danno di moltissimi cittadini che finirono comunque per ammalarsi, e del SSN. Per non parlare del caso controverso del vaccino pediatrico: nonostante la legge preveda solo 4 vaccini obbligatori, in Italia si ricorre all’esavalente, con un regalo pari a 114 milioni di euro annui in favore dell’industria farmaceutica”. Va ricordasto che allora il Ministero della salute e la Novartis contrattualizzarono un contratto segretato.

Focus Legislatura sulle vaccinazioni.
La Costituzione, all'art 32 stabilisce che "la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti". Il secondo comma precisa che "nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana".

Come aggirare la legge e le libertà? In attuazione della riserva di legge prevista dalla nostra Carta dei Diritti, sono previsti dei vaccini cd. obbligatori, approntati dal Ministero della Salute, che consistono nella somministrazione controllata di microrganismi (virus o batteri) uccisi o depotenziati contenenti antigeni; ciò permette all'organismo di attivare le proprie difese immunitarie producendo anticorpi che potranno essere poi utilizzanti in caso di future aggressioni da parte dello stesso agente patogeno.

Ancora i genitori non conoscono la differenza tra le vaccinazioni obbligatori e facoltative. Un caso voluto? Le vaccinazioni obbligatorie per i nuovi nati, secondo il più recente Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale, sono quelle per difterite, tetano, poliomielite, epatite B.
Tutti gli altri sono facoltativi. Le altre vaccinazioni sono "raccomandate" e quindi facoltative, ad esempio quelle contro morbillo, parotite, pertosse, rosolia, Haemophilus influenzae b, pneumococco, menigococco C e, recentemente, papilloma virus umano (HPV).
Tuttavia, come ogni trattamento medico, anche i vaccini possono provocare effetti indesiderati anche gravi e permanenti. Di fatto ai centri vaccinali viene somministrato esclusivamente l’esavalente che oltre ai 4 obbligatori, contiene pertosse e Haemophilis influenzae b. Chi c’è dietro questo grande monopolio?

L'indennizzo per danni da vaccinazione. Il legislatore è intervenuto a disciplinare questa evenienza con la legge del 25 febbraio 1992 n.210“Indennizzo a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazioni di emoderivati”.

Danni da vaccino, incidenti di percorso e risarcimento. L'indennizzo è previsto a favore di "chiunque abbia riportato, a causa di vaccinazioni obbligatorie per legge o per ordinanza di una autorità sanitaria italiana, lesioni o infermità, dalle quali sia derivata una menomazione permanente della integrità psico-fisica" ed anche nei confronti di altri soggetti appositamente indicati dall'art. 1 della legge 210/1992 tra cui figurano anche le persone non vaccinate che abbiano riportato i medesimi danni a seguito ed in conseguenza di contatto con persona vaccinata. L'indennizzo era inizialmente escluso nei confronti delle persone danneggiate da quei vaccini non obbligatori, ma raccomandati dalle autorità sanitarie, anche in occasione delle cd. "campagne di prevenzione". (tratto da studioCataldi)

Finisce la prima parte dell’inchiesta de l’Osservatore d’Italia, nella prossima sarà nel dettaglio analizzate le variabili che potrebbero aver innescato la volontà di attuare una grande vaccinazione di massa, con l’auspicio che chi è interessato possa provvedere a chiarire definitivamente se esiste un monopolio che traerebbe ancora ulteriore vantaggio da questa manovra over milionaria. Certo, strano e quasi illogico in un momento dove la pertosse si può curare con netto anticipo grazie alle diagnosi corrette, e per ultimo, ma non per priorità, che lo stesso vaccino antipertosse (che si vorrebbe includere nell’obbligatorio) ha chiari principi di illogicità nel tamponare la diffusione di questa malattia, è un untore accertato. Qualcuno indaghi e di fretta. 




POLICLINICO GEMELLI, NEONATO CONTAGIATO DALLA TURBERCOLOSI: VIA AL PROCESSO PROBATORIO PER IL MAXI RISARCIMENTO

Si aggravano le condizioni di un bambino di 4 anni nato presso il policlinico e contagiato da un’infermiera che poi fu ricoverata allo Spallazzani per Tubercolosi. Il Policlinico nega responsabilità e risarcimento

Roma – Il 13 ottobre dinanzi al Tribunale di Roma l’incidente probatorio nell’ambito di un nuovo procedimento legato al caso della Tbc al Gemelli.
Il Gip Costantino De Robbio, infatti, ha deciso di vederci chiaro su una denuncia-querela presentata dai genitori di un bambino, rappresentati dal Codacons, contro il noto ospedale della capitale, e relativa a gravi danni subiti dal minore, partorito presso il reparto di Neonatologia del Policlinico Gemelli.

Malasanità e accertamenti. I neonati erano risultati positivi ai test disposti dal Policlinico Gemelli dopo il caso dell'infermiera che si scopri essere affetta da tubercolosi, la stessa fu poi ricoverata allo Spallanzani.

Codacons si era costituito parte civile. Il Codacons, che rappresenta le famiglie di 5 bambini coinvolti nella nota vicenda sanitaria, aveva scelto la strada della costituzione di parte civile allo scopo di far ottenere ai soggetti danneggiati dallo scandalo sanitario, il giusto risarcimento, finora negato sia dall’ospedale, che non ha mai offerto un indennizzo alle famiglie nonostante una class action avviata dal Codacons e attualmente pendente in Tribunale, sia dal Vaticano, cui i genitori dei bimbi coinvolti si erano rivolti interpellando direttamente il Pontefice.

Depositate cinque costituzioni. Lo scorso 6 maggio 2105 erano state depositate dinanzi al Tribunale penale di Roma le prime cinque costituzioni di parte civile nell’ambito del processo per lo scandalo Tubercolosi al Gemelli..
Ora altre 180 famiglie i cui bimbi erano risultati positivi ai test sulla Tbc subendo per questo una profilassi pesantissima, attraverso i legali dell’associazione (Avv.ti Antonio Castiello, Alessia Stabile, Nicola Sanitate, Giuliano Leuzzi e Vincenzo Rienzi) annunciava lo stesso Codancos, dovevano decidere se aggiungersi a coloro che già hanno depositato le costituzioni di parte civile nel processo che vede gli imputati – dirigenti del nosocomio e medici – chiamati a rispondere del reato di lesioni personali colpose e relative aggravanti.

Il giudice della decima sezione del Tribunale penale di Roma si era riservato di decidere nella prossima udienza del 9 luglio 2015.

Ora l’indagine non si ferma, importanti le analisi radiografiche sul bambino risultato positivo al test della TBC. Il Gip De Robbio ha deciso di procedere, e ha deciso di vederci chiaro su una denuncia-querela presentata dai genitori di un bambino, rappresentati dal Codacons, contro il noto ospedale della capitale, e relativa a gravi danni subiti dal minore, partorito presso il reparto di Neonatologia del Policlinico Gemelli.
A seguito di analisi radiografiche condotte sul bimbo, infatti, è emersa una “grossolana calcificazione” al polmone senza dubbio riconducibile, si legge nella perizia redatta dai periti nominati dal Codacons, ad un contatto con un malato di tubercolosi. Il bambino era nato al Policlinico Gemelli proprio nei giorni dello scandalo Tbc, e rientrava tra i soggetti risultati positivi ai test sulla tubercolosi. 

Il Gip nomima due consulenti tecnici d’ufficio che accerteranno le responsabilità del Policlinico Gemelli. Il Gip del Tribunale di Roma ha deciso di andare a fondo sulla vicenda, nominando due consulenti tecnici d’ufficio che avranno il compito di svolgere tutte le perizie utili ad accertare le responsabilità dell’ospedale.

Dichiarazioni Codacons. Danni emergono dalle analisi di un bambino, chiesto maxi risarcimemento. “Ci avevano garantito che i bambini sarebbero stati bene, e che nessuna conseguenza sul fronte della salute si sarebbe registrata dopo lo scandalo Tbc – dichiara il Codacons – Oggi si scopre che per quello stesso episodio, un bambino di soli 4 anni presenta una grave forma di calcificazione al polmone, che potrebbe compromettere i suoi anni futuri e comportare terapie ed interventi anche invasivi. Per tale motivo abbiamo presentato una maxi-richiesta risarcitoria nei confronti del Policlinico Gemelli, che continua a negare qualsiasi responsabilità nonostante i referti delle radiografie non lascino spazio a dubbi, e rivolgiamo un appello a Papa Francesco, affinché nell’anno del Giubileo straordinario ponga fine a cause legali costose e alla sofferenza delle famiglie coinvolte nello scandalo sanitario”.
 




FERRARA, INGIURIE SHOCK SUI DOWN: IL VICEPRESIDENTE DELL’ORDINE DEI MEDICI SI DIMETTE

di Cinzia Marchegiani

Ferrara – Le ingiurie e le offese a chi è affetto da sindrome Down è non solo deplorevole, ma rappresenta una mentalità gretta, meschina e ossessiva. Se a fare queste offese poi è un medico il quadro generale diventa un paradosso, un retaggio culturale anche per chi per professione fa il medico.

A Ferrara il caso evidenziato dal Vice Presidente dell’Ordine dei Medici dell’omonima città ha sollevato un caso nazionale.

Il fatto. Il dottor Massimo Masotti sul social network facebook, rispondendo ad una conversazione dove una mamma diceva che aveva ritirato sua figlia dall’asilo nido per la presenza di un’assistente down aveva così risposto: “I Down vanno bene in cucina, a fare giardinaggio… ma a cambiare i bambini di pochi mesi proprio no: questa è platealità e cialtroneria”.

La toppa peggio dello strappo. Il dr Masotti, dopo la valanga di insulti e accuse,  a quanto risulta nel cercare di smorzare le polemiche e accuse che gli utenti gli hanno rivolto contro, ha peggiorato la sua situazione. Cercando di spiegare la sua frase shock ha tentato invano di giustificarsi, dimostrando che le sue erano “non parole pesanti” ma addirittura “parole pesate” spiegando:“Del resto non avrei potuto mai fare né l’equilibrista né l’aviatore, né il fisico né l’architetto. Onestà è riconoscere i propri limiti e, eventualmente, anche quelli degli altri”.

Impossibile poter accettare per il mondo civile e medico un spiegazione del genere, tantomeno da uno stimatissimo dottore che ricopriva anche il ruolo di vice presidente della FNOMCeO.

Dimissioni e cancellazione immediata dall’albo. Questa situazione grave e deplorevole è stata definitivamente affrontata dopo il clamore e vergogna che ha suscitato in tutta la penisola. Infatti il 13 ottobre 2013 la FNOMCeO ha reso noto, tramite un comunicato secco, le dimissioni immediate dal ruolo di vice Presidente dell’Ordine dei Medici di Ferrara e la richiesta di cancellazione altrettanto immediata dall’Albo: “Massimo Masotti, dopo la vicenda dei post da molti ritenuti ingiuriosi sulle potenzialità di chi è affetto da Sindrome di Down – con riferimento alla vicenda della mamma che ha ritirato sua figlia dall’asilo per la presenza di una assistente affetta – ha deciso autonomamente di lasciare”.
 

Il commento lapidario del Presidente dell’Ordine, Bruno Di Lascio: “Accolgo le sue richieste. Credo che abbia dimostrato dignità personale e rispetto professionale verso la categoria. Mi aspetto, ovviamente, che la stessa trasparenza e onestà intellettuale chiesta e rivendicata da tanti cittadini, sia all’attenzione, sempre, di tutti e in tutti gli ambiti della società”.

Questa storia ci insegna quanto ancora a livello di civiltà noi esseri umani dobbiamo lavorare e impegnarci. Storia che non va assolutamente archiviata, poiché ci indica come la cultura e l’istruzione non sono riuscite ad abbattere quei muri ostili e orrendi delle discriminazioni verso chi viene visto come un appestato, o un essere inferiore, solo perché portatore di un gene alterato che non preclude assolutamente la capacità di essere una persona amabile e responsabile. 

Esiste ancora purtroppo un retaggio culturale che si annida in ogni classe sociale, va combattutto e affrontato sicuramente meglio nelle scuole, la cultura va tutelata e donata alle future generazioni, per sensibilizzare e armonizzare futuri adulti responsabili.  




DIVISE IN PIAZZA: UN CORO DI NO PER DIRE BASTA ALLO STATO DI ABBANDONO

di Cinzia Marchegiani

Roma – Erano 10mila, un fiume di uomini e donne delle forze dell’ordine che sono scesi in piazza davanti al Parlamento per dire “Basta”. Persone dignitose che fanno ogni giorno servizio al cittadino, hanno sfilato, Giovedì 15 Ottobre, con orgoglio e determinazione davanti al palazzo del potere. Si sentono abbandonati dallo Stato, lavorare ogni giorno in condizioni sempre più precarie non è più accettabile. Protestano per un clima quasi surreale, si può fare servizio al cittadino e tutelare la sicurezza pubblica togliendo i mezzi a disposizione? Si sono uniti tutti sotto un’unica bandiera, anche se ci sono state molte sigle sindacali del comparto della sicurezza, a loro è stata sottratta ogni risorsa, oltre le gravi carenze di organico, mancano migliaia di uomini nei comparti operativi dove spesso l'età media è oramai troppo elevata.

La manifestazione è stata indetta dal SAP, SAPPE, SPAF, CONAPO, COISP, CONSAP, COTIPOL, Gruppi FB “Siamo tutti cretini” e "Blocco stipendiale e assegno di funzione". Durante la manifestazione è stato contestato il blocco dei trattamenti economici del pubblico impiego, che la Corte Costituzionale ha dichiarato essere illegittimo, ciò significa che è stato sottratto alle famiglie dei dipendenti pubblici, ingenti somme di denaro attraverso il blocco dei contratti e che a partire dal prossimo 29 luglio il governo dovrà iniziare a corrisponde ciò che illegittimamente è stato sottratto. Una corte costituzionale che però, viene spiegato dai vertici sindacali, non ha disposto con la sentenza la restituzione del maltolto: “al fine di non far saltare il banco della finanza pubblica”.

Diffida al premier Renzi. SAP, COISP e CONSAP alla vigilia della grande manifestazione è stata inviata una diffida al Premier Renzi e al Governo affinché i Sindacati di Polizia siano convocati a Palazzo Chigi, come previsto dalle legge, in vista dell’approvazione definitiva del Def (ex Dpef), il Documento di programmazione economica recentemente aggiornato dal Parlamento che ha rinviato al 2018 il pareggio del bilancio statale.

Un passaggio necessario, così viene descritto, che anche il tanto vituperato Governo dei tecnici, quello targato Mario Monti, non mancò di rispettare: “Non si tratta di un favore alle organizzazioni sindacali, ma di un obbligo previsto dal D.Lgs. 195/95. Senza un confronto preventivo e costruttivo coi rappresentanti delle forze dell’ordine, i danni alla nostra categoria non potranno che amplificarsi.”
Da qui nasce la diffida: “Siamo di fronte a un Governo che se ne frega e ad un cartello di sindacati guidati dal Siulp – meglio noti come “consorteria” – che ‘piega la testa al padrone ‘ossia al potentato politico di riferimento”.

Cosa chiedono le divise al governo. Le donne e gli uomini in divisa del comparto sicurezza e dei Vigili del Fuoco chiedono che si provveda a stanziare nella legge di stabilità, attualmente in elaborazione, le somme necessarie per corrispondere una tantum che posa risarcire almeno il 25% di quello che è stato scippato illegittimamente, partendo dalla qualifica (ed equiparati dei Vigili del Fuoco) con la cifra di 1.500 euro netti.

Contratti sotto il minimo storico. Gli Agenti Sono consapevoli delle crisi economica, ma ritengono che non si può più scendere al di sotto del minimo storico dei loro contratti di lavoro e spiegano: “Ipotizzare poco più di 60 euro netti per agente in relazione ad un contratto biennale è forse troppo?” Col medesimo rapporto economico chiediamo 100 euro netti al mese a partire dall’Agente, dal Vigile del Fuoco (o qualifiche equiparare, chiaramente a salire secondo la proporzione parametrale”. Il nodo cruciale della protesta è proprio questo: il governo vorrebbe aumentare lo stipendio soltanto di 10 euro lordi al mese, mentre i sindacati ne chiedono cento netti.

I malesseri dei comparti sono infiniti. I comparti tutti vogliono con la manifestazione, segnalare alla pubblica opinione e al governo questi malesseri che stanno divorando le loro vite. Contestano la militarizzazione del corpo Forestale: “che annulla esperienze e professionalità, spacciando per riforma una riformicchia che non porterà alcuna utilità al sistema sicurezza”.
Non solo… Le divise sono contro la 'militarizzazione' del corpo forestale che, secondo il ddl Madia sulla pubblica amministrazione, dovrebbe passare sotto il controllo dei carabinieri; contro i tagli della Polizia penitenziaria, al sistema giustizia e delle carceri per promuovere, in primis, l’istituzione di una Direzione Generale che riconduca a sé tutte le competenze del Corpo, ad oggi frammentate e spezzate in più articolazioni; contro lo spreco continuo di denaro e gli ipotizzati tagli ad autopompe dei Vigili del Fuoco e volanti, al fine di salvaguardare poltrone, prebende e privilegi. Eè necessario provvedere all’unificazione del Dipartimento di Pubblica sicurezza con quello dei Vigili del Fuoco.

Non sono mancati gli interventi sul palco dei sindacati delle forze dell’ordine.

Giorgia Meloni leader di Fratelli d'Italia-AN.  L’Italia è una Nazione che va al contrario. Questa è una Nazione nella quale aumentano i delinquenti e diminuiscono le forze dell’ordine, anche per le scelte politiche che si fanno. Perché quando un agente rischia la vita per assicurare un criminale alle patrie galere e la politica lo tira fuori anzitempo perché non è capace di affrontare il problema del sovraffollamento carcerario, lo Stato diventa mandante di nuovi crimini e umilia il lavoro di sacrifica se stesso per garantire quei criminali alle patrie galere.

Alessandro Di battista M5S che tra i manifestanti ha rpeferito parlare a tu per tu. Il M5S è con loro, è sceso in piazza per ascoltare il loro grido, ma ha deciso di non intervenire dal palco (dove invece hanno parlato, fischiatissimi, Gasparri, Santanchè, Giovanardi) perché ritiene sia un atto ignobile sfruttare le difficoltà delle persone come una passerella mediatica. Abbiamo preferito stare tra i cittadini, perché siamo cittadini anche noi. Le forze dell'ordine sanno benissimo che la “guerra” è in casa, non in Iraq. Si chiama mafia, disoccupazione, si chiama povertà. Ma il governo al posto di sostenerle preferisce spendere decine di miliardi di euro per l'acquisto degli F35. Noi abbiamo una proposta, molto chiara: blocchiamo gli stipendi dei parlamentari e sblocchiamo i contratti dei dipendenti pubblici. Subito. Stiamo dalla parte delle forze dell'ordine, in piazza con loro, non su palchi frequentati da traditori della patria!

Il leader della Lega Nord, Matteo Salvini con indosso la maglietta della Polizia sul palco fa il suo atteso intervento. La battaglia sugli stipendi è sacrosanta e cercheremo di combatterla, seppur dall'opposizione, con voi. Ma una cosa viene prima: la dignità, che non sono 7 euro al mese. È scendere in strada come forestali, poliziotti, sapendo che hai alle spalle uno Stato che ti difende. Uscendo di notte a Milano con dei vostri colleghi in volante mi vergogno del fatto che mettono a rischio la loro vita per arrestare uomini che il giorno dopo si vedono nella stessa piazza a spacciare la stessa droga. Basta con 'sti cazzo di indulti che svuotano le galere. Chi vota per far uscire di galera i delinquenti, vota contro i cittadini perbene e noi con tutti i nostri difetti abbiamo sempre votato contro dal primo all'ultimo indulto. È facile governare da un ufficio del ministero quando non sai che cosa rischiano gli uomini che comandi da mattina a sera. Alfano togliti la giacca ed esci con una volante con le gomme sgonfie per colpa dei troppi chilometri macinati.

Ora attende la diffida al premier Renzi…se ci sei batti un colpo! Sembra paradossale parlare di tagli ai fondi sicurezza alle porte di un Giubileo e nel mirino del terrorismo islamico. Anche questo, il governo Renzi e gli altri due precenti, Letta e Monti, non votati da nessuna elezione democratica, sono riusciti a partorire.
 




ROMA, FEDERFARMA DENUNCIA L'AMA: I RIFIUTI FARMACEUTICI SCADUTI NON VENGONO RACCOLTI

di Cinzia Marchegiani

Roma – Parte la denuncia di Federfarma che fotografa un degrado non più sostenibile che colpisce lo smaltimento dei rifiuti farmaceutici delle farmacie romane. La responsabilità verrebbe attribuita all’azienda municipalizzata AMA e ad un Comune di Roma ormai agonizzante in balia dell'ex primo cittadino che ha consegnato, dopo un’infinita querelle al limite del grottesco, le sue stesse dimissioni. Di fatto la mancata raccolta dei farmaci usati e scaduti, raccolti nei pressi delle farmacie metterebbe a repentaglio la sicurezza sanitaria pubblica.

Vittorio Contarina, presidente di Federfarma Roma, fa il quadro di una situazione ormai al limite del degrado di una capitale che presto con il Giubileo della Misericordia accoglierà turisti di tutto il mondo: “Sono più di due anni che denunciamo il degrado in cui versano diverse farmacie romane a causa del mancato ritiro, da parte dell’AMA (l’azienda che si occupa dello smaltimento dei rifiuti nella Capitale), dei farmaci scaduti gettati negli appositi contenitori. Ormai siamo arrivati al limite” . Contarina spiega che si tratta di una situazione che difficilmente migliorerà, almeno nell’immediato, ora che il sindaco Ignazio Marino si è dimesso.

Farmaci scaduti alla mercè di tutti, soprattutto di bambini e adolescenti. Il presidente Federfarma ci va giù pesante in questa denuncia, poiché nel dettaglio chiarisce quanto, la raccolta dei farmaci scaduti sia un servizio essenziale che le farmacie mettono a disposizione e gratuitamente alla cittadinanza: “Le farmacie diventano un centro di raccolta per un tipo di rifiuto altrimenti non smaltibile. Per poter continuare a mettere i cittadini in condizione di liberarsi nel modo corretto dei farmaci scaduti – continua i Presidente Contarina- abbiamo però bisogno dell’aiuto del Comune e dell’Azienda che si occupa dello smaltimento dei rifiuti. Ma sono due anni, ormai, che questo sostegno non ci viene dato. Un anno fa circa ci siamo decisi a chiedere l’intervento del Ministero della Salute, che ha prontamente inviato i NAS ed ha contribuito a normalizzare la situazione. Ora però tutto è tornato come prima, se non peggio

Centri raccolta farmaci, delle vere montagne di immondizia. L’istantanea che ci viene presentata sembra essere scattata in un paese del terzo mondo, i contenitori sono diventati delle vere e proprie montagne di immondizia e di ogni tipo di immondizia. Per questo il Presidente Contarina chiede un intervento del Ministro della salute, poiché dopo due anni di latitanza della raccolta e ora senza più sindaco di Roma, questa emergenza rischia di esplodere.

Pericolo sicurezza sanitaria, non solo decoro della città. Non si tratta soltanto di una questione di decoro cittadino – spiega ancora Contarina – ma anche di salute pubblica: “In questo tipo di contenitori vanno gettati oggetti e sostanze che possono risultare molto dannose per le persone. Molto spesso alcuni colleghi sono dovuti intervenire tempestivamente per impedire a qualche bambino, magari scappato dal controllo della mamma in fila, di infilare la mano nel contenitore. Per non parlare della raccolta differenziata, che così va a farsi benedire definitivamente: molte persone, infatti, vedendo il contenitore pieno lo scambiano per un cassonetto qualsiasi, e ci buttano dentro di tutto”.
Per questi motivi i farmacisti romani pretendono che l’AMA torni a fare il suo lavoro, svuotando i contenitori dei farmaci scaduti almeno una volta alla settimana su tutto il territorio di Roma e provincia.

Contarina va al sodo e parla a nome di tutti i colleghi che hanno denunciato un degrado allucinate, che va avanti, ormai, da due anni: “Abbiamo il dovere di preservare la sicurezza, la pulizia e la dignità non solo delle farmacie, ma anche delle strade e dei cittadini. Per riuscirci però abbiamo bisogno che tutti facciano la propria parte. Con o senza sindaco”.




NICOLA ZINGARETTI, NOMINA AGRESTI: UN DIPENDENTE DELLA REGIONE LAZIO ARCHIVIA IL CASO

di Cinzia Marchegiani

Regione Lazio – Nicola Zingaretti era stato messo a nudo dal magistrato dell’anticorruzione Cantone, su una nomina che faceva acqua da tutte le parti. Giovanni Agresti era stato designato dallo stesso Presidente della Regione Lazio a commissario straordinario dell'Ipab di Gaeta.

Il governatore Zingaretti questa nomina l’aveva fatta, secondo Cantone, senza verificare eventuali incompatibilità, in quanto Agresti risultava anche amministratore di una società, la Gest- Var, che gestisce due cliniche private.

Invero lo stesso Agresti sembrerebbe aver segnalato nel proprio curriculum vitae la sua posizione di amministratore, ma nulla che evidenziasse che entrambe le cliniche erano in rapporto con la Regione Lazio.

Ma ora esce il giallo sull’archiviazione di questo procedimento di incompatibilità di nomina a Giovanni Agresti

L’ANAC delega la decisione al Responsabile della Prevenzione della Corruzione della Regione Lazio. L’Autorità Nazionale Anticorruzione rilascia un comunicato il 13 ottobre 2015 dove precisa di aver appreso a mezzo agenzie di stampa che avrebbe proceduto ad archiviare il procedimento di inconferibilità relativo alla nomina dell’ex commissario straordinario dell’Ipab SS. Annunziata di Gaeta.

Anac passa la patata bollente al Responsabile delle Prevenzione della Corruzione della Regione Lazio. Anac nel suo comunicato insiste spiegando che si tratta di una notizia assolutamente destituita di ogni fondamento: “L’Anac sulla questione si è pronunciata con la delibera n° 67 del 23 settembre scorso ed ha rimesso al Responsabile della Prevenzione della Corruzione della Regione Lazio il prosieguo del procedimento, indicando i criteri a cui attenersi. Della decisione del RPC, (Responsabile della Prevenzione della Corruzione) che avrebbe dovuto essere comunicata all’Anac, fino a questo momento, non vi è alcuna traccia.

Viene inoltre precisato, infine, che il Responsabile della Prevenzione della Corruzione è un dirigente della Regione Lazio e non è né un funzionario né un dirigente dell’Anac, ma è il responsabile interno del rispetto delle norme anticorruzione della Regione”.

IL M5S afferma l’archiviazione del caso da parte non dell’ANAC ma del RPA. In merito a questo passaggio di responsabilità tuona il M5S Lazio. Valentina Corrado, capogruppo del M5S Lazio, infatti spiega che invece c’è stata l’archiviazione, e lo fa il 14 ottobre 2015 spiegando: “Non ci sorprende la decisione del responsabile regionale anticorruzione di archiviare il procedimento a carico di Nicola Zingaretti sulla nomina di Agresti come commissario dell’IPAB di Gaeta, d'altronde il suddetto dirigente è stato nominato dalla Giunta Regionale quindi dallo stesso Zingaretti. Dover giudicare l’operato del proprio datore di lavoro è sicuramente un’attività scomoda ed inusuale. A sorprenderci è infatti la decisione dell’ANAC, che è un’Autorità indipendente, di delegare a tale ufficio, che indipendente non è, una decisione di propria competenza”.

La Corrado precisa che la decisione del Responsabile Regionale Anticorruzione di addebitare ogni responsabilità alle dichiarazioni mendaci ad Agresti anche se lo stesso aveva dichiarato nel suo curriculum di gestire due strutture ospedaliere e accusa: “la Regione non aveva effettuato alcun controllo per verificare se tali strutture fossero o meno accreditate al servizio sanitario pubblico”.

M5S ricorrerà al TAR. Dopo questo giallo, per alcuni non giallo, il M5S ha dichiarato che ricorrerà al Tribunale Amministrativo Regionale “per impugnare tale sconcertante decisione – spiega la Corrado – che ancora una volta mira a far dissolvere nei meandri della burocrazia ogni responsabilità addebitando ai cittadini i costi e gli oneri di un’amministrazione superficiale e poco attenta”.

Il capogruppo del M5S Lazio, Valentina Corrado è amareggiata, parla di una situazione che si é creata che aumenta la sfiducia dei cittadini che non si sentono difesi dagli abusi di potere: “Se il cittadino si rivolge all'Anac, ma questa non può fare nulla e la giustizia diventa un fatto privato, in questo caso tra Zingaretti e la sua funzionaria Del Borrello, chi protegge i cittadini? Ciò che sta accadendo nella Regione Lazio è di una gravità assoluta che sconfessa tutte le intenzioni di creare una vera anticorruzione in Italia."




TRAGEDIA CERVETERI CALCIO: DANIELE BRUNI MUORE, TAMPONATO AL PARCHEGGIO DA UN RUMENO UBRIACO

Daniele Bruni, nonostante un soccorso immediato, muore al Policlinico Gemelli di Roma, troppe le emorragie all’addome alla testa. Tutta la città chiusa nel suo dolore piange e chiede ora giustizia

di Cinzia Marchegiani

Cerveteri (RM) – Cerveteri e tutto il mondo del calcio piange la morte di Daniele Bruni, 28 anni e una vita di passione nella sua squadra del Cerveteri Calcio.
Si può morire per un incidente in un parcheggio di uno stadio comunale? E’ quello che è accaduto a Daniele Bruni in una folle giornata, vittima di un tragico incidente, inaccettabile per tutti. Rimangono attoniti chi lo conosceva, suoi amici, i suoi colleghi di calcio. Un incidente ha rubato la ta vita Daniele, i tuoi sogni e ti ha rapito agli affetti dei tuoi cari genitori, dei tuoi amici, dei tuoi compagni di squadra.

Un incidente inaccettabile. L’Osservatore d’Italia, redazione Lazio ne aveva dato notizia del suo incidente grave che aveva travolto la città di Cerveteri e anche Ladispoli. Il ragazzo era stato ferito gravemente all’impatto con un autocarro che trasportava legna, alla sua guida uno straniero inizialmente in apparente stato di ebbrezza. Le testimonianze indicano la scena dell’incidente, Bruni era vicino alla sua automobile nel parcheggio nei pressi dello stadio, quando è stato investito dal mezzo pesante. Nonostante l’immediato l’intervento della polizia locale che ha coordinato il soccorso, sul luogo anche i Carabinieri e l’eliambulanza, Daniele non ce l’ha fatta. Dopo una serie di interventi chirurgici al Policlinico Gemelli di Roma, ha lottato in terapia intensiva ma è stato strappato alla vita per le forti emorragie all'addome e alla testa. La famiglia ha deciso che gli organi saranno espiantati e donati. Un gesto d’amore inconsolabile.

L’autista, uno straniero, un cinquantaquattrenne romeno sembrerebbe essere risultato poi ubriaco in seguito all'alcool test effettuato dai carabinieri. L’autista, dopo aver investito Daniele Bruni, ha fatto poi retromarcia e danneggiato anche un’altra vettura, tanto che i Carabinieri al loro arrivo sul luogo dell’incidente lo hanno salvato dall’ira delle persone presenti all’accaduto. Inizialmente denunciato per lesioni gravi e guida in stato di ebrezza, dopo essere risultato positivo asll’alcol test, le sua posizione si aggrava, e l’accusa è di omicidio colposo.

Daniele Bruni, 28 anni una vita all’insegna dello sport, dell’amore per la sua città, una tragedia la sua che ha letteralmente scosso tutti gli ambienti, non solo quelli del calcio. Cerveteri piange e anche la società umana, troppo spesso travolta da queste notizie che non sono e non possono più essere accettate. Una vita spezzata senza consapevolezza, alla guida troppi ubriachi e una gisutizia troppo spesso blanda.

Quel maledetto giorno, un destino amaro e infame per Daniele lo attendeva. Sembra che Daniele, lunedì 5 ottobre 2015 si fosse recato al suo stadio comunale per scusarsi con la società dei tre gol presi alla partita contro la Cpc di Civitavecchia, tanta la sua umiltà e l’attaccamento a quella maglia del Cerveteri. Ma a quel parcheggio ad attenderlo c’era la morte, e un ubriaco alla guida di un mezzo pesante che non l’ha risparmiato.

La Serie A TIM saluta Daniele, e da facebook lo ricordano con un suo primo piano e un grande scritta, “Ciao Daniele”. Poi scrivono: "Daniele Bruni non ce l'ha fatta. Il portiere del Cerveteri Calcio ha lottato fino all'ultimo contro i gravi danni procurati da un incidente stradale. La Serie A TIM si stringe attorno ai familiari del ragazzo con un grosso abbraccio".
Inutile riportare i commenti scritti in merito a questa tragedia inaccettabile, e solo una grande domanda:”Fra quanto tempo starà alla sua casa l'assasino responsabile di questa morte?”

Sabato e domenica, le Gare ufficiali hanno onorato la memoria di Daniele. Il Consiglio Direttivo del Comitato Regionale Lazio, unitamente ai Dirigenti, Tecnici e Calciatori di tutte le Società affiliate, stringendosi con sincero affetto intorno alla Società A.S.D. Citta di Cerveteri e, soprattutto, intorno alla Famiglia del calciatore Claudio Daniele Bruni, tragicamente e prematuramente scomparso, hanno voluto onorare la memoria del 28 enne scomparso, disponendo sabato 10 e domenica 11 c.a. un minuto di silenzio per tutte le gare ufficiali dilettantistiche e giovanili di calcio a 11 e di calcio a 5.

Quante morti ancora per guida in stato di ubriachezza si devono leggere sui giornali, seguiti spesso da una sentenza amara, blanda che va ad uccide moralmente due volte le vittime di queste tragedie?

A 28 anni non si può morire in un parcheggio? A 28 anni ma anche a sei la legge deve punire severamente chi ruba la vita su questa terra.

Condoglienze alla famiglia, agli amici da tutta la redazione de l'Osservatore d'Italia, avevamo atteso l'esito dell'intervento, mai avremmo pensato di comunicare la triste notizia.

Ciao Daniele. 




SCUOLA SENZA FONDI?: ARRIVA L'AGENDA "SAVE THE SCHOOL"

di Alessandro Rosa

Roma e provincia – In questo clima di riforme e cambiamenti repentini che colpiscono, purtroppo, anche la scuola italiana, ogni istituto scolastico deve affrontare l’emergenza casse vuote. Non solo la crisi economica ma anche nuove leggi e regole partite dal governo italiano hanno impoverito sempre di più la cara istruzione tanto che all’inizio dell’anno scolastico molte scuole stanno affrontando l'emergenza fondi mettendo a votazione alle riunioni dei consigli scolastici il dolente punto del “contributo volontario”, una sorta di somma decisa a tavolino che i genitori dovrebbero versare per rimpinguare le casse scolastiche.

Progetto Save the School nel Lazio. Le scuole del Lazio, in particolar modo nei comuni di San Cesareo, Palestrina, Guidonia e Valle Martella a Zagarolo hanno aderito alla termine del precedente anno scolastico al progetto “Taccuino della scuola” che permette, tramite l’acquisto dell’Agenda “Save the school” di autofinanziarsi semplicemente comprando un prodotto che gli stessi alunni e studenti useranno nell’arco dell’anno scolastico 2015/2016.

Un’idea accolta dai dirigenti scolastici con favore. Insomma sembra che questa idea sia talmente piaciuta ai dirigenti e agli stessi componenti dei consigli di circolo che all’unisono queste scuole hanno apprezzato il progetto presentato dall’ideatrice, Barbara Mereu. Grazie alla partecipazione delle classi, sia delle elementari che delle classi medie inferiori, tutti gli studenti semplicemente acquistando il diario scolastico, permettono un rientro economico di una parte della quota erogata che permetterà allo stesso istituto di investirlo negli acquisti del materiale scolastico necessario durante l’anno scolastico.

Il Progetto alla sua seconda edizione. Il diario o meglio “Taccuino della Scuola”, è un progetto studiato dalla Savetheschool, che grazie all’abbattimento dei costi del materiale e la sinergia ormai datata con la tipografia Spaziostampa permette di poter promuovere un prodotto espressamente adatto agli studenti di ogni fascia scolastica dove al costo di un’agenda lo stesso studente potrà partecipare senza alcun costo aggiuntivo, a differenza del contributo volontario e forzatamente richiesto all’inizio dell’anno scolastico, a rimpinguare le casse della stessa scuola.

L’Agenda è personalizzata, si sceglie a tavolino ogni dettaglio. Insomma l’agenda è stata una bella trovata, tanto che ogni istituto aderendo al progetto Save the school, ha voluto personalizzare l’immagine grafica esterna, alcuni addirittura con il logo della propria scuola, un vanto certamente ad un costo esiguo e all’interno si trovano gli aforismi, nozioni storiche, formule matematiche ed l’immancabile “E’accaduto il …..”

Elementari e scuole medie nessuno escluso. Le due versioni del taccuino, sia quelle per le elementari che per le medie sono state realizzate in sinergia con i dirigenti scolastici che hanno apportato tutti un proprio contributo migliorativo tenendo sempre presente le esigenze dei genitori che hanno potuto acquistare un prodotto altamente qualitativo ad un prezzo irrisorio e contestualmente finanziare il proprio istituto. Quest'anno, grazie al coinvolgimento di questi istituti, gli stessi si divideranno circa 10.000 euro in base al numero delle agente ordinate.

Con questo progetto innovativo, nasce una forma di autofinanziamento, che sostituisce il contestatissimo “contributo volontario” che proprio in questi giorni dovrà essere messo al voto nei consigli di circolo. Per le dirigenti che hanno invece fatto questa scelta c'è grande soddisfazione poiché hanno saputo cogliere con intuizione, un’opportunità concreta per le scuole in difficoltà.

La scelta, un valore aggiunto, i prodotti tutti in sicurezza. Essendo una scelta del consiglio di istituto, il “taccuino” risponde alle norme di sicurezza, infatti si differenzia totalmente dalle normali agende scolastiche in quanto è realizzato con inchiostro inodore, la copertina, personalizzata per ogni istituto scolastico, è un cartonato morbido telato con all'interno tutte le notizie ed informazioni relative alla Scuola (POF, norme per evacuazione, orari provvisori e definitivo e tantissime altre informazioni).

Insomma in provincia di Roma, tutti pazzi per l’agenda che fa rimpinguare le casse delle scuole.