MAFIA CAPITALE E REGIONE LAZIO: LA MOZIONE DI SFIDUCIA ATTENDE IL PRESIDENTE NICOLA ZINGARETTI

di Cinzia Marchegiani

Mafia Capitale – L’hanno chiamata la tempesta perfetta che si sta per abbattere sulla Regione Lazio, nel dettaglio sui vertici del PD. La Regione Lazio è ora un sistema che potrebbe crollare assieme al castello eretto dagli uomini di fiducia che lo stesso Nicola Zingaretti ha nominato. Uomini chiave che sono finiti nel girone dantesco di Mafia Capitale, che ora sta facendo il giro di boa che potrebbe rastrellare quelli ancora non finiti nella rete.

Una storia squallida che parla di criminalità quotidiana e radicata nella vita politica della regione caratterizzato da evidenti vicende di corruzione e malaffare aventi come protagonisti amministratori pubblici e pubblici dirigenti. “La scelta dei vertici degli organi amministrativi e degli organi di diretta collaborazione doveva invero essere ispirata al principio di ‘precauzione’ – denuncia così l’intero gruppo consiliare del M5S – che invece è stato sinora disatteso da codesta Giunta regionale, con grave compromissione degli interessi pubblici.”

In data 24 marzo 2015 si dimetteva il Capo di Gabinetto del Presidente della Regione, Maurizio Venafro, poiché indagato in una inchiesta collegata a quella denominata “Mafia Capitale”. Ma l’informazione di garanzia del Capo di Gabinetto risulta essere solo l’ultimo episodio di una serie di fatti che secondo il quadro investigativo offerto dagli inquirenti, porterebbe a comprovare l’influenza dell’associazione criminale facente capo agli arrestati Buzzi – Carminati sulla corrente Amministrazione regionale.In particolare, nel materiale investigativo già pubblicato si fa riferimento al coinvolgimento del direttore regionale Guido Magrini, in relazione ad un finanziamento di circa 16 milioni di euro da parte della Giunta regionale, nonché ad un soggetto non meglio identificato che percepiva da parte del sodalizio criminale uno stipendio di 2.500 euro al mese per tenere i rapporti con il presidente Zingaretti. 

Dalle agenzie di stampa si scopre che sarebbe stata iscritta sul registro degli indagati della Procura della Repubblica di Roma, Elisabetta Longo, direttrice della centrale unica di acquisti della Regione il cui incarico risulta conferito con Delibera della Giunta n. 92 del 30 aprile 2013, per fattispecie di reato connesse alla predetta indagine, sebbene la Stessa abbia poi smentito di essere sottoposta ad indagine per le vicende sopra citate.

Risultano altresì essere stati conferiti numerosi incarichi di responsabilità politica e amministrativa da questa Amministrazione a soggetti coinvolti in procedimenti giudiziari, oltre al citato Venafro, come:

-Raniero De Filippis, confermato dalla Giunta come Direttore delle Infrastrutture e politiche abitative, nonostante avesse avuto una condanna con patteggiamento dal Tribunale Penale nel 2002 per abuso d’ufficio e una condanna nel 2012 con sentenza della Corte dei Conti n.357/2012 a risarcire la Regione € 750.000,00 per danno erariale; nel 2014 arrestato per associazione a delinquere finalizzato a traffico di rifiuti nell’ambito dell’inchiesta “discarica di Malagrotta” e indagato anche per abuso di ufficio su una concessione di un’area nell’ambito dell’inchiesta su Marco di Stefano;
– Luca Fegatelli, è stato nominato dalla Giunta Zingaretti Presidente dell’Agenzia Regionale per i beni confiscati alla Mafia, nel 2014 arrestato per associazione a delinquere finalizzata a traffico di rifiuti nell’inchiesta “Discarica di Malagrotta”;
– Bruno Placidi, rimosso in precedenza da direttore dell’ARPA, subentrato nel 2014 all’arrestato De Filippis, come Direttore delle Infrastrutture e politiche abitative, aveva subito una condanna da parte della Corte dei Conti per danno erariale e a risarcire la regione Lazio per quasi un milione di euro;
. Ilde Coiro, nominata Direttrice Generale dell’Ospedale San Giovanni in Roma, già condannata dalla Corte dei Conti in primo grado e in appello (sentenza n. 23581/2009 e 567/2012) per colpa grave relativa allo svolgimento di un corso risultato irregolare presso l’asl RM C;
. Alessio D’Amato, nominato nel 2013 dirigente alla Cabina di Regia SSR nell’ambito del Segretariato Generale, rinviato a giudizio per truffa su fondi pubblici;
. Luigi Macchitella nominato direttore generale dell’asl di Viterbo indagato per associazione a delinquere nell’inchiesta “caro estinto”
. Ottaviani Roberto, nominato direttore della Direzione agricoltura, sviluppo rurale, caccia e pesca, è indagato per abuso d’ufficio nell’inchiesta a Viterbo denominata “macchina del fango”, in cui è indagata anche l’ex assessore regionale per l’Agricoltura, Angela Birindelli
. Maria Grazia Pompa, prima rimossa dall’incarico di dirigente ottenuto grazie ad un concorso fantasma, creato da De Filippis, nominata lo stesso giorno Vicedirettrice dell’ARPA Lazio, è indagata nell’inchiesta sui rifiuti di Malagrotta che ha portato all’arresto di Fegatelli e De Filippis

Lo stesso Tribunale Amministrativo del Lazio con le sentenze n.3658/2015 e n.3670/2015 annullava per gravi irregolarità le procedure di assunzione di 44 dirigenti regionali esterni voluti dalla corrente Amministrazione.

La Tempesta perfetta potrebbe coinvolgere altri personaggi illustri, ma il declino etico accertato emerso dalle carte investigative ancora non ha promosso azioni forti e decisive riguardo questa amministrazione e anche se sembra più un castello di carte pronto a crollare, Zingaretti nell’apparenza vuole dare il segnale di roccaforte di virtù e onestà lanciati a tempi di tweet. Per questo il gruppo consiliare del M5S ha chiesto con un documento la sfiducia nei confronti del Presidente della Regione Nicola Zingaretti e dell’intero Governo Regionale e chiedono la convocazione straordinaria del consiglio regionale ai sensi dell’art 43 dello Statuto per porre in votazione la su estesa Mozione che quivi formalmente presentano. La Giunta non ha posto in essere alcun atto concreto al fine di contenere detti fenomeni, e che anzi risultano coinvolti in gravi inchieste giudiziari, tra l’altro è stata bocciata una precedente mozione con cui si chiedeva alla Giunta di non nominare tra i dirigenti persone indagate.

Davide Barillari rilancia e chiede ai consiglieri dell’opposizione di appoggiare la loro mozione di sfiducia del Governo Regionale piddiino alla luce delle recenti vicende, e al culmine di due anni di governo che nulla di buono ha prodotto con riferimento ai settori che sono il cuore della gestione regionale: rifiuti, trasporti, sanità, infrastrutture, trasparenza amministrativa, enti locali, agenzie ed enti dipendenti della regione, costi della politica etc. Per essere discussa e votata, ai sensi dell'art. 43 dello statuto, occorrono 11 firme. 

Lascio o non lascio? Dubbio amletico che in altri paesi europei avrebbe dato già risposte concrete, per il rispetto ai cittadini che guardano sgomenti le notizie che repentinamente parlano di poltica e criminalità organizzata.




PSICOFARMACI AI BAMBINI: LO STUDIO SHOCK DIMOSTRA I RISCHI SIGNIFICATIVI DI DIABETE

 

In questo mese di aprile, i ricercatori dell'Ospedale dei Bambini di Philadelphia (CHOP) PolicyLab hanno pubblicato il più grande studio in JAMA Pediatria che documenta i rischi significativi per la salute dei bambini associati con antipsicotici di prescrizione, una potente una classe di farmaci utilizzati per il trattamento di disturbi di salute mentale e comportamentale: “l'avvio di antipsicotici tra i giovani della nostra nazione potrebbe elevare il rischio non solo di un significativo aumento di peso, ma anche per il diabete di tipo II di quasi il 50%. Inoltre, tra coloro che sono stati trattati anche con antidepressivi, il rischio può raddoppiare

 

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di Cinzia Marchegiani

Philadelphia (USA)
– Gli antipsicotici come Risperdal, Abilify, e Seroquel sono la seconda classe di farmaci più prescritti per problemi comportamentali nei bambini e negli adolescenti, secondo solo a stimolanti come Concerta o Adderall, che sono comunemente prescritti per l'ADHD. Negli ultimi anni, questi farmaci sono diventati l'approccio in voga per la gestione di gravi comportamenti distruttivi e aggressivi nei bambini a causa delle loro proprietà immediate e potenti sedativi e stabilizzatori dell'umore. Sono frequentemente prescritti anche per il trattamento dei bambini con diagnosi di depressione o ADHD. I ricercatori dell’ospedale pediatrico di Philadelphia confermano:”Per alcuni dei nostri bambini più a rischio, come i giovani in affido, che spesso presentano un comportamento distruttivo e opposizione come una manifestazione del loro trauma, la dipendenza antipsicotici per controllare il loro comportamento è diventata un'epidemia.”

IL FATTO
Negli Stati Uniti ad oltre undici milioni di bambini vengono somministrati quotidianamente anfetamine o psicofarmaci allo scopo di tentare di risolverne i disagi. A spiegarci meglio di cosa parliamo è il Comitato GIU LE MANI DAI BAMBINI che allarmato da questa tendenza ha fatto una vera campagna informativa poiché anche nelle scuole italiane, sono stati recentemente avviati programmi di screening di massa per individuare i bambini sofferenti di problemi di carattere psicologico: “La tendenza a sottoporre i bambini a terapie prolungate a base di psicofarmaci – al fine di risolvere problemi che andrebbero invece probabilmente affrontati con metodologie pedagogiche ed educative – è ormai sempre più diffusa, e riguarda ormai molti milioni di bambini in età scolare e pre-scolare in tutto il mondo occidentale.”

LO STUDIO SHOCK AVVERTE: USO ANTIPSICOTICI PUÒ AUMENTARE IL RISCHIO PER IL DIABETE IN ALCUNI BAMBINI
Negli ultimi dieci anni, il gruppo di ricerca interdisciplinare in PolicyLab ha esaminato il crescente uso di antipsicotici tra i bambini e gli adolescenti in programma Medicaid della nazione con l'intento di proiezione di un riflettore sulla portata di tali usi e le prassi e le implicazioni politiche che ne derivano. Questo mese di aprile 2015, i ricercatori dell'Ospedale dei Bambini di Philadelphia (CHOP) PolicyLab hanno pubblicato il più grande studio in JAMA Pediatria che documenta i rischi significativi per la salute dei bambini associati con antipsicotici di prescrizione, una potente una classe di farmaci utilizzati per il trattamento di disturbi di salute mentale e comportamentale:”La nostra ricerca suggerisce che l'avvio di antipsicotici tra i giovani della nostra nazione potrebbe elevare il rischio non solo di un significativo aumento di peso, ma anche per il diabete di tipo II di quasi il 50%. Inoltre, tra coloro che sono stati trattati anche con antidepressivi, il rischio può raddoppiare. Questi nuovi risultati ci devono far riflettere. Con tali gran numero di bambini esposti a questi farmaci, le implicazioni per potenziali danni di lunga durata possono essere stonata. L'inclinazione potrebbe essere di colpa dei medici o aziende farmaceutiche e di imporre severe restrizioni sull'uso di questi farmaci. Tuttavia, come un pediatra che ha attraversato questo problema clinico con i bambini e le famiglie a CHOP e viste da una prospettiva di salute della popolazione, sono favorevole a un approccio più equilibrato."

Gli stessi ricercatori affermano che riconoscono che esiste purtroppo l'elevato livello di utilizzo di questi farmaci che riflette una domanda crescente per affrontare comportamenti molto difficili nei bambini: "Questi comportamenti sono spesso non ben affrontati all'interno dei sistemi pubblici che mancano i servizi o manodopera necessarie per scambiare consulenza di supporto e basata su prove come alternativa. Anche in un contesto di servizi di consulenza facilmente disponibili – così ci auguriamo – ci saranno sempre i bambini e gli adolescenti che hanno bisogno di accesso a questi tipi di farmaci, anche se solo per un breve periodo di tempo. "

Lo studio appena pubblicato mette sulla bilancia importanti riflessioni degli stessi autori:”La mia sensazione crescente è che abbiamo bisogno di integrare queste nuove rivelazioni per il rischio del diabete e le sue complicanze potenzialmente di lunga durata attraverso una considerazione più riflessiva dei veri rischi e benefici nel prescrivere un antipsicotico ad un bambino. L'aggiunta di un antipsicotico ad un regime farmacologico di un singolo bambino che sta già ricevendo un antidepressivo può raddoppiare il rischio del bambino per il diabete, a livello di popolazione: “Tra i bambini 11-18 anni di età, il rischio di fondo per il diabete per coloro che non stavano usando antipsicotici nel nostro studio è stato di 1 a 400, in aumento di 1 a 260 tra coloro che hanno avviato antipsicotici, e 1 in 200 tra coloro che hanno avviato, mentre anche ricevere un antidepressivo. Per alcuni bambini in crisi immediata, il beneficio del antipsicotico per la gestione acuta può ancora superare questo rischio” conclude un ricercatore.

STUDIO E PSICOFARMACI: I RISCHI DEVONO ESSERE VALUTATI
Questo studio dimostra come spesso i bambini vengano trattati con farmaci che poco o nulla hanno alle spalle una vera sperimentazione clinica, anzi sono i piccoli pazienti a dare le prove documentali sulle evidenze cliniche, e quindi occorrerebbe capire che tipo di medicazione si è fatta finora sulla pelle di questi bambini. A testimoniare questo passaggio sono sempre i ricercatori dell’ospedale pediatrico PolicyLab che affermano: ”Allo stesso tempo, la nostra ricerca dimostra che il rischio non è zero, e può infine essere maggiore se avessimo seguito bambini per lunghi periodi di tempo. Per questo motivo, dobbiamo assolutamente cercare di ridurre il numero di bambini e adolescenti esposti a questi potenti farmaci. Se possibile, questi farmaci non dovrebbero nemmeno essere considerati fino a servizi di consulenza più appropriate e basate su prove, come la terapia cognitivo-trauma concentrato, sono impiegati per affrontare il trauma emotivo di fondo, che è spesso la causa principale di questi comportamenti. I medici e le famiglie che stanno prendendo decisioni per il trattamento deve costantemente rivedere la strategia con la quale si rivolgono i comportamenti difficili. Se hanno intenzione di prescrivere antipsicotici per un bambino, dovrebbero cominciare con cautela con la dose più bassa possibile, e strettamente monitorare per la prova iniziale dei relativi aumento di peso o prove di laboratorio anomali che spesso prevedono poi l'insorgenza del diabete. Una volta che un bambino è sul farmaco antipsicotico, il piano dovrebbe essere concordato e periodicamente rivisitata per garantire che altre strategie terapeutiche vengano massimizzati. Quella stessa revisione periodica dovrebbe anche cercare di passare il bambino fuori dalla antipsicotico più presto possibile una volta che questi problemi sono più adeguatamente affrontate attraverso la consulenza.”

LO STUDIO SCARDINA LA TERAPIA DEI PSICOFARMACI
Lo studio pubblicato mette al muro una scelta terapeutica finora sostenuta e forzata sui bambini con difficoltà comportamentali. Infatti si indica un’altra strada, quella di offrire una guida più regolare e di educazione per i loro fornitori in merito alle aspettative di qualità nella loro fornitura di servizi sanitari comportamentali per i bambini a rischio:” Essi potrebbero anche offrire risorse di supporto quali psichiatri consultivi e manager di crisi.”

Ricordiamo la gaffe dell’ISS che in data 17 luglio 2014 invia la risposta al comitato “Giù le mani dai Bambini” dove in merito ai report derivanti dal registro italiano ADHD rispondeva: “l'intento e la finalità del Registro non è stata quella di valutazione dell'efficacia dei farmaci che in generate viene effettuata a monte in fase di registrazione, ma del monitoraggio dell'accuratezza diagnostica e dell'appropriatezza della terapia farmacologica”. Un paese e una nazione che non ha cura dei suoi figli e delle future generazioni deve far preoccupare non solo i medici onesti, ma anche i genitori dei ragazzi sottoposti a terapie ancora poco conosciute, anzi che ad oggi si scoprono pericolose e forse inutili, come ricordava lo stesso Gianluca Poma: ”non esistono a tutt’oggi dati certi sull’efficacia di questi farmaci, le uniche certezze sono i potenziali gravi effetti collaterali. Si trattano bambini per anni con psicofarmaci, ma non uno è stato mai ‘curato’, perché interrompendo la somministrazione tornano tutti i disturbi che il bimbo aveva prima della terapia: perché si continuano a correre rischi e a spendere soldi pubblici per cure senza prove di reale efficacia?”

Interessante domanda di Gianluca Poma alla quale ancora nessuno è in grado di rispondere. Speriamo che alla luce delle nuove evidenze post-marketing effettuate sulla pelle di innocenti…. qualcuno favelli. 




AUTISMO E LA GIORNATA MONDIALE: NEL CHIASSOSO FRASTUONO DELLA GENETICA IRROMPE SILENZIOSA L’EPIGENETICA

 

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L’Osservatore d’Italia intervista il dr Girolamo Giannotta che in maniera realistica e concreta, spiega la sostanziale differenza dei fattori che influiscono sulla patologia, poiché anche se il substrato genetico ha un ruolo stabilito nell’autismo, sono i fattori ambientali prenatali e perinatali a rappresentare un rischio significativo per la malattia. Giannotta conclude, studiando i reports emersi, che la teoria genetica dell’autismo non si è mai spinta oltre la percentuale del 25-30%, e per tale implicita ammissione, spiega come il resto è dovuto al ruolo dell'epigenetica.
 

di Cinzia Marchegiani

Il 2 aprile è stata la Giornata Mondiale dedicata alla consapevolezza dell’Autismo, una patologia che sta allarmando seriamente molti medici e scienziati, il numero in crescita esponenziale dei bambini colpiti da questa malattia è un fatto ormai acclarato. Oggi dedichiamo la vera informazione cercando di essere vicino alle famiglie che si sentono oltraggiate dalle diatribe tra scienziati. I figli con questa patologia sono in aumento e pensare ad una dinamica essenzialmente riconducibile alla causa genetica fa emergere una logica con più ombre che luci su come si voglia affrontare con serietà questo argomento, che purtroppo rimane sulla carta pieno di tante pubblicazioni e scoop scientifici, mentre nella quotidianità le famiglie si sentono  troppo spesso abbandonate al loro destino, soprattutto quelle dei bambini danneggiati da vaccino o colpiti da questa terribile malattia, costretti a combattere contro il proprio riconoscimento al diritto di salute e all'assistenza.

Sull’autismo l’Osservatore d’Italia aveva già realizzato un’intervista al dr Girolamo Giannotta, che con molta professionalità aveva spiegato ai nostri lettori come per questa patologia, ancora oggi per molti versi dibattuta scientificamente, ci sono diverse linee di evidenza che supportano l’idea che sia un membro tipico di una grande famiglia di malattie croniche, non infettive, immuno-correlate ed associate alla società post-industriale. La famiglia di questa nuova nobiltà – spiegava il dr Giannotta – annovera tra i suoi membri le malattie auto-infiammatorie, allergiche ed auto-immuni che sono la conseguenza di una forte destabilizzazione del sistema immunitario. “Queste malattie sono il risultato dell’interazione tra genetica ed epigenetica, hanno cause scatenati, esiste un ruolo apparente del sistema immunitario nella patogenesi, sono altamente prevalenti, l’eziologia e le manifestazioni sono complesse. Se anche l’autismo è una questione associata all’ipersensibilità immunitaria, che si manifesta in modo epidemico in una società post-industriale, c’è da pensare che la sola presa di coscienza possa consentire di adoprarsi per la sua prevenzione” – nel dettaglio approfondiva il dr Giannota.

La progressione dell'autismo negli ultimi 20 anni ha visto un repentino peggioramento, da un rapporto di 1:10.000 ad 1:90-100 in Italia, negli USA addirittura 1:68. Dati agghiaccianti che non spiegano la correlazione di questa malattia con un fattore genetico. Dr Giannotta, ci spiega meglio questi numeri?
Eventi genetici che possano giustificare questa drammatica ascesa della prevalenza dell’autismo sono difficilmente concepibili, anche se ci spingessimo a guardare il problema nell’arco degli ultimi 50 anni (epoca tossicologicamente post-industriale), durante il quale al massimo possono essere state prodotte due generazioni umane. Con due sole generazioni umane non credo sia possibile cambiare in modo così drammatico la prevalenza di una malattia ed attribuite tale cambiamento ad un esclusivo fattore genetico. Più realisticamente, visto che il mondo accademico globale è cresciuto impregnandosi di teorie darwiniane, che governano la scena da 150 anni, è fin troppo semplice e semplicistico rifarsi ad esse più che a Lamark. Uscendo fuori da questo rigido schema, mi sento di dire che la sequenza del genoma (successione di basi nel DNA) può rimanere inalterata nel tempo e non codificare lo stesso fenotipo (soggetto così come appare) di qualche generazione fa poiché, pur rimanendo invariata l’informazione genetica in questi differenti soggetti, può essere cambiata la sua capacità di esprimere le informazioni che gli stessi geni veicolano, allora come ora. Altro equivoco del quale ci dobbiamo sbarazzare è la tesi che anche gli enzimi che modificano il DNA sono geneticamente determinati. Seppur ciò corrisponda a verità, sono tanti gli esempi di sostanze estranee al materiale genetico che condizionano la funzionalità degli enzimi epigenetici. In altre parole, gli enzimi che silenziano i geni sono codificati dai geni presenti nel DNA, ma la loro funzione è condizionata dai fattori ambientali che interferiscono con la loro funzione, ed in ultima analisi, stabiliscono se quel gene, e le informazioni che esso trasporta possono essere espressi in quel contesto biologico.

Dr Giannotta, in molti casi di autismo ed ASD esiste una disfunzione dell’immunità innata. Ne deriva che la disfunzione immune associata all’autismo e mediata dall’ambiente e/o da cause epigenetiche o genetiche?
La disfunzione dell’immunità innata è una disfunzione del sistema immunitario che mette in campo attivazione, infiammazione ed autoimmunità. Pensare che dei geni siano cambiati in modo così repentino è troppo audace ed irrealistico. Viceversa abbiamo prove concrete di eventi epigenetici in questo settore. Napoli et al., hanno dimostrato che il danno del DNA mitocondriale, forse provocato dalle specie reattive dell’ossigeno, era più comune in 67 bambini con ASD rispetto a 46 bambini normali.
Per Hertz-Picciotto et al., i PM 2.5 (componente del particolato dell’aria inquinata) possono alterare lo sviluppo del sistema immune neonatale. Questi autori hanno studiato nella Repubblica Ceca 1397 bambini che erano stati esposti in gravidanza ai PM2.5 ed ai PAH (idrocarburi aromatici policiclici) e tale esposizione era associata con la riduzione delle cellule T e l’incremento delle cellule B nel sangue del cordone ombelicale. Studi in vivo nei roditori, hanno dimostrato che i PM 2.5 attivano l’asse dello stress, attivano la microglia e provocano la produzione di citokine pro-infiammatorie nel cervello. Raz et coll., hanno esplorato l’associazione tra l’esposizione materna al particolato (PM) dell’aria respirata in gravidanza e la probabilità di ASD nel proprio bambino. Si tratta di uno studio caso-controllo nidificato che comprendeva 245 casi di ASD e 1522 bambini senza ASD. Gli autori hanno concluso dicendo che la più alta esposizione materna al PM 2.5 durante la gravidanza, particolarmente nel terzo trimestre, era associata con una più grande probabilità di avere un bimbo con ASD. Inoltre, ci sono numerosi lavori che dimostrano che tra soggetti autistici e normali esiste una produzione differenziata di citokine e recettori citokinici. Una selettiva riduzione della popolazione dei linfociti T è prodotta nella prole dall’esposizione a fumo materno, mercurio e PCB. Un incremento del rischio di malattie autoimmuni si ha con l’esposizione gravidica a diossina, mercurio e piombo; ed il consumo di alcool in gravidanza provoca l’incremento della produzione di IL-6 e l’eccessiva produzione di specie reattive dell’ossigeno. Secondo Beversdorf et al., lo stress materno è particolarmente nocivo nelle prime 32 settimane di gestazione in termini di rischio di autismo da componente ambientale. Tra la 21a e la 32a settimana si collocherebbe la finestra di suscettibilità per l’autismo correlata allo stress materno. Per altri autori, le finestre di suscettibilità al danno da fattori ambientali esisterebbero in tutti i tre trimestri di gravidanza.

Il CDC spiega che la diagnosi ASD può essere difficile in quanto non vi è alcuna prova medica, come un esame del sangue, per diagnosticare i disturbi, ma conferma che la prescrizione di farmaci come acido valproico e talidomide durante la gravidanza sono stati collegati con un rischio più elevato di ASD
Certamente, il danno indotto nella prole, in corso di gravidanza, è stato associato all’assunzione dell’antiepilettico acido valproico. Recentemente Christensen et al., hanno evidenziato che il suo uso in gravidanza era associato con un incremento significativo del rischio di disordini dello spettro autistico nella prole. In definitiva, le modifiche epigenetiche nei casi di ASD consistono di metilazioni, modificazioni degli istoni, rimodellamento della cromatica, ed altro. Le interazioni tra ambiente e geni che influenzano l’espressione genica includono processi metabolici quali lo stress ossidativo, le funzioni mitocondriali, le metilazioni, le funzioni immunitarie e l’infiammazione. In maniera realistica e concreta, mi sento di dire che il substrato genetico ha un ruolo stabilito nell’autismo, ma i fattori ambientali prenatali e perinatali rappresentano un rischio significativo per la malattia.

Autismo e genetica dr Giannotta, in questi giorni si è cercato di spiegare questa patologia multi complessa in questa direzione. Possibile un’etichetta così semplicistica?
In maniera realistica e concreta, mi sento di dire che il substrato genetico ha un ruolo stabilito nell’autismo, ma i fattori ambientali prenatali e perinatali rappresentano un rischio significativo per la malattia. Aggiungo, che la teoria genetica dell’autismo non si è mai spinta oltre la percentuale del 25-30%, e per tale implicita ammissione, il resto è epigenetica.

Il 2 Aprile è stato dedicato alla giornata mondiale all’Autismo, i monumenti del mondo si sono illumninati di blu. Un evento che però ha sollevato soltanto l’ennesimo chiassoso frastuono sulla natura genetica di questa patologia multi complessa, mentre silenziosamente l’epigenetica, come ci ha dettagliatamente spiegato il dr Girolamo Giannotta, irrompe e con assoluta evidenza medica e scientifica guarda seriamente in faccia questo mostro, indicandoci con umiltà che le cause sono essenzialmente pre-natali e sono rimediabili, perché il grosso lavoro per custodire la vita che nascerà si costruisce in gravidanza, perché nei nove mesi si esalta l’epigenetica.




LA “RAGAZZA DI NANCHINO” E 7 GRANI: MUSICA E MEMORIA CHE DIVENTA UN PEZZO D’AUTORE SUPER AMATO IN CINA

 

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Un anno fa l’Osservatore d’Italia ricordava il Massacro di Nanchino avvenunto in cina nel 1937 da cui più di 200 mila donne furono portate nei bordelli giapponesi per farle prostituire e poi uccidere. L’ufficio stampa della band 7Grani, memori del nostro articolo, ci contatta per farci partecipi del loro lavoro musicale che ha letteralmente conquistato il pubblico asiatico


di Cinzia Marchegiani


Siamo rimasti piacevolmente colpiti della chiamata telefonica dell’Ufficio Stampa della band musicale 7GRANI, proprio ieri, con la quale ci rendeva partecipi del loro brano musicale che prende il nome di “Ragazza di Nanchino” che ha avuto un successo strepitoso in Cina. Più di un anno fa, l’Osservatore d’Italia ricordava il "Massacro di Nanchino" avvenuto nel 1937. Yohei Kono, il segretario di gabinetto in una dichiarazione nel 1993 aveva riconosciuto il proprio governo giapponese colpevole nell’aver tradotto tra le 200 e 400 mila donne cinesi e rese schiave nei bordelli. Delle tragedie umane quasi dimenticate di donne morte per abusi sessuali, la Cina ne chiedeva un memoriale affinché la storia non dimentichi quelle violenze inaudite, e chiedeva un luogo simbolo e monito di storie tragiche dove ogni vittima potesse essere ricordata, come la stessa umiliazione che questa moltitudine di donne hanno subito. Un articolo denuncia quello de l’osservatore d’Italia che ha lasciato traccia di una memoria storica che a molti farebbe comodo seppellire.
 

7Grani è gruppo musicale italiano formato dai tre fratelli Fabrizio, Mauro e Flavio…. Settegrani originari di Bizzarone, che ha letteralmente conquistano il pubblico cinese con questo brano, tanto che sono finiti in tv di stato cinese, la CCTV con un servizio dedicato esclusivamente alla loro “Ragazza di Nanchino” con tanto di sottotitoli.

Già nel 2013 pubblicano “Neve diventeremo”, un album dedicato alla memoria dell’Olocausto e della Resistenza. “Ragazza di Nanchino” è musica e memoria, un pezzo esclusivo di 7GRANI, amabilmente realizzato per ricordare tutte le donne vittime delle violenze e i civili vittime delle guerre, oltreché cercare di far conoscere al mondo uno dei più tragici Olocausti dimenticati della nostra storia. “Abbiamo deciso di dare forza e nuovo slancio al progetto ‘Neve diventeremo’ con una canzone significativa – spiegano gli autori – infatti abbiamo verificato che la musica accompagnata alla narrazione dei fatti coinvolge in maniera più forte, specialmente le nuove generazioni che in gran parte ignorano i fatti accaduti nel secolo passato. La lettura del libro ‘Lo stupro di nanchino’ di Iris Chang ci ha colpito profondamente ed in seguito e' scaturita la canzone ‘Ragazza di Nanchino’ che dedichiamo a tutte le donne cinesi vittime degli orrori perpetrati dall'esercito giapponese a Nanchino.”

“Ragazza di Nanchino” ha una sua melodia e memoria malinconica, che diventa poesia d’autore della band 7GRANI e il clip girato a Villa Carlotta Tremezzo Como tra le sculture del Canova, cattura anche le immagini della bellissima Pauline Fazzioli, arpista di origine cinese che ha deciso di partecipare al progetto sensibile alla tematica e agli eventi a cui la band si è sempre ispirata.
La musica italiana vola alto all’estero soprattutto perché oltre ad esportare sensibilità e cultura, riesce a coinvolgere musicalmente con note dolcissime e parole suggestive il volto di donne che non si possono lasciare andar via….dalla memoria della nostra storia.

Ragazza di Nanchino Io ti starò vicino
Cospargerò di petali il fiume
E sulle rive dello Yang Tze ti dirò
Non voglio più vederti piangere
Perché sei tu che devi credere
all’amore che c’è in me
Non voglio più vederti piangere
Ragazza di Nanchino




ZAGAROLO: ALLA SCUOLA MONTALCINI DI VALLE MARTELLA L’ORTO SINERGICO E’ UN CAMMEO D’AUTORE

Il Professo Zicchella, Dirigente Scolastico dell’Istituto Rita Levi di Montalcini ha lanciato questa iniziativa e grazie all’aiuto e la concertazione del gruppo “resilienze”” che si è occupato della formazione e della tecnica di realizzazione, e alla collaborazione de “GenitoriNellaScuola” l’orto sinergico nella scuola, ha preso vita la scorsa settimana con il coinvolgimento di tutti gli studenti

di Cinzia Marchegiani

Valle Martella/Zagarolo (RM) – Esistono luoghi e iniziative che arricchisco non solo l’anima? Fortunatamente ancora si…e la scuola di Valle Martella anche quest’anno dona a se stessa un cammeo d’autore davvero stupendo, l’orto sinergico!
Un progetto ambizioso che risveglia la curiosità, la cultura, l’attenzione non solo all’ambiente ma soprattutto all’alimentazione sana senza pesticidi, fertilizzanti e sprechi di acqua. E’ fantascienza? Assolutamente no! E’ l’orto realizzato con tecniche dell’agricoltura sinergica, e quest’anno alla scuola Rita Levi Montalcini è una realtà consolidata che ha conquistato tutti, grandi, piccini e insegnanti. Il Prof. Carlo Zichella, Dirigente Scolastico avvalendosi del progetto “Saperi e Sapori” è stato il primo a credere in questo modo di fare cultura, insegnando ai bambini con l’esempio pratico che il cambiamento è possibile e doveroso. Così il Professo Zicchella ha lanciato questa iniziativa e grazie all’aiuto e la concertazione del gruppo “resilienze”” che si è occupato della formazione e della tecnica di realizzazione, e alla collaborazione de “GenitoriNellaScuola” l’orto sinergico nella scuola, ha preso vita la scorsa settimana. Il 26 e il 27 marzo scorso infatti sono stati realizzati due bancali da 6-7 metri. I più piccoli hanno gettato la paglia, i più grandicelli piantumato e sbriciolato, i più grandi zappato. Tutti gli alunni partendo dai bambini di 5 anni della materna, fino ai ragazzi delle medie hanno partecipato ai diversi gruppi di lavoro e ognuno con un compito preciso, affinché step by step tutto fosse pronto per la messa a dimora delle piantine.

I bambini si sono divertiti e allo stesso tempo si sono sentiti importanti perché ciascuno di loro è stato spiegato che questo orto è davvero magico, e quindi ogni azione corrispondeva un compito essenziale affinché l’orto possa vivere tranquillo e produrre ottime piante robuste e primizie.

 

FOCUS: L’ORTO SINERGICO L’orto è stato realizzato utilizzando l'Agricoltura Sinergica, un metodo di coltivazione elaborato dall'agricoltrice spagnola Emilia Hazelip. Si basa sul principio, ampiamente dimostrato dai più aggiornati studi microbiologici, che, mentre la terra fa crescere le piante, le piante creano suolo fertile attraverso i propri "essudati radicali", i residui organici che lasciano e la loro attività chimica, insieme a microrganismi, batteri, funghi e lombrichi. Ogni pianta è studiata in modo da dare un mutuo soccorso a quella vicina, affinché possa godere delle sue proprietà per crescere in armonia e senza alcun intervento esterno dell’uomo, riuscendo a sfruttare proprio la diversità delle piante nell’approvvigionamento delle sostanze nutritive, l’attività di crescita, e proprietà antiparassitarie. I prodotti ottenuti con questa pratica hanno una diversa qualità, un diverso sapore, una diversa energia e una maggiore resistenza agli agenti che portano malattie; attraverso questo modo di coltivare viene restituito alla terra, in termini energetici, più di quanto si prende, promuovendo i meccanismi di autofertilità del suolo e facendo dell'agricoltura un'attività umana sostenibile.
In effetti l’Orto Sinergico nasce per porsi in netta opposizione a quelli che sono i meccanismi dell’industria agroalimentare, che sfrutta in modo massiccio le risorse della terra.

TECNICA DI COLTIVAZIONE DELL’ORTO SINERGICO Le tappe per realizzare un orto sinergico efficiente sono rigorose ed essenziali:

1. Il terreno su cui nasceranno le piantine si prepara utilizzando bancali larghi 120 cm e alti, nella zona centrale, circa 30-50 cm. Con l’orto sinergico la preparazione del suolo avviene una sola volta e non ci sarà bisogno di arature o di qualsiasi altro trattamento del terreno se non quello della pacciamatura e dell’irrigazione a goccia.
2. L’orto sinergico prevede esclusivamente il sistema di irrigazione a goccia, facile da costruire e che garantisce il massimo risparmio idrico.
3. Per proteggere il suolo si usa la pacciamatura con paglia. La paglia protegge l’orto sinergico dagli agenti atmosferici, dal compattamento e dalla perdita di umidità. In tal modo il suolo sarà sempre soffice e la crescita delle erbe infestanti sarà impedita proprio dallo strato di paglia.
4. I trapianti di effettuano con attenzione così da assicurare la costante copertura del suolo. Un orto sinergico si presta bene per qualsiasi tipo di coltura
5. La pacciamatura protegge i lombrichi e gli altri microrganismi naturali presenti nel suolo, garantendo così l’habitat più adatto per la propagazione delle radici delle nostre piante: la gran parte delle pratiche agricole tradizionali ostacolano l’interazione tra piante e microrganismi aumentando la necessità di fertilizzare il suolo con agenti chimici, accrescendo l’incidenza di patologie e riducendo la biodiversità.

La caratteristica di questo orto che lo rende davvero unico è questa metodologia applicata affinché ogni azione abbia un senso logico al fine di creare un ecosistema ottimale per la crescita sana e rigogliosa delle piantine. Le radici ad esempio non vanno mai estirpate dal terreno ma lasciate marcire e decomporre per restituire materia organica e nutrienti al terreno.

A Valle Martella l’Orto Sinergico è una realtà. Un esempio tangibile che sicuramente richiede impegno, lavoro degli adulti che si sono messi a disposizione delle nuove generazioni, affinché sia uno strumento di crescita non solo culturale, ma di economia domestica, di salute e anche bellezza, quella che riesce a nascere da gesti genuini con cui i bambini in silenzio guardano, osservano e crescono con riferimenti sicuramente li renderanno cittadini migliori. Un tema, un disegno dei più piccoli pubblicati, rappresentano la loro esperienza in un gioco didattico che li ha cambiati e resi più attenti al mondo e alla natura.

L’orto sinergico, racchiude in se tesori preziosi, quello più grande saper insegnare e donarsi reciprocamente… come chiamare questo progetto se non "cammeo d’autore"?




VALLE MARTELLA ALLA SCUOLA RITA LEVI MONTALCINI L’ORTO SINERGICO E’ UN CAMMEO D’AUTORE

Il Professo Zicchella, Dirigente Scolastico dell’Istituto Rita Levi di Montalcini ha lanciato questa iniziativa e grazie all’aiuto e la concertazione del gruppo “resilienze”” che si è occupato della formazione e della tecnica di realizzazione, e alla collaborazione de “GenitoriNellaScuola” l’orto sinergico nella scuola, ha preso vita la scorsa settimana, con il coinvolgimenti di tutti gli alunni

di Cinzia Marchegiani

Valle Martella/Zagarolo (RM) – Esistono luoghi e iniziative che arricchisco non solo l’anima? Fortunatamente ancora si…e la scuola di Valle Martella anche quest’anno dona a se stessa un cammeo d’autore davvero stupendo, l’orto sinergico!
Un progetto ambizioso che risveglia la curiosità, la cultura, l’attenzione non solo all’ambiente ma soprattutto all’alimentazione sana senza pesticidi, fertilizzanti e sprechi di acqua. E’ fantascienza? Assolutamente no! E’ l’orto realizzato con tecniche dell’agricoltura sinergica, e quest’anno alla scuola Rita Levi Montalcini è una realtà consolidata che ha conquistato tutti, grandi, piccini e insegnanti. Il Prof. Carlo Zichella, Dirigente Scolastico avvalendosi del progetto “Saperi e Sapori” è stato il primo a credere in questo modo di fare cultura, insegnando ai bambini con l’esempio pratico che il cambiamento è possibile e doveroso. Così il DS Zicchella ha lanciato questa iniziativa e grazie all’aiuto e la concertazione del gruppo “resilienze”” che si è occupato della formazione e della tecnica di realizzazione, e alla collaborazione de “GenitoriNellaScuola” l’orto sinergico nella scuola, ha preso vita la scorsa settimana. Il 26 e il 27 marzo scorso infatti sono stati realizzati due bancali da 6-7 metri. I più piccoli hanno gettato la paglia, i più grandicelli piantumato e sbriciolato, i più grandi zappato. Tutti gli alunni partendo dai bambini di 5 anni della materna, fino ai ragazzi delle medie hanno partecipato ai diversi gruppi di lavoro e ognuno con un compito preciso, affinché step by step tutto fosse pronto per la messa a dimora delle piantine.

I bambini si sono divertiti e allo stesso tempo si sono sentiti importanti perché ciascuno di loro è stato spiegato che questo orto è davvero magico, e quindi ogni azione corrispondeva un compito essenziale affinché l’orto possa vivere tranquillo e produrre ottime piante robuste e primizie.

FOCUS: L’ORTO SINERGICO
L’orto è stato realizzato utilizzando l'Agricoltura Sinergica, un metodo di coltivazione elaborato dall'agricoltrice spagnola Emilia Hazelip. Si basa sul principio, ampiamente dimostrato dai più aggiornati studi microbiologici, che, mentre la terra fa crescere le piante, le piante creano suolo fertile attraverso i propri "essudati radicali", i residui organici che lasciano e la loro attività chimica, insieme a microrganismi, batteri, funghi e lombrichi. Ogni pianta è studiata in modo da dare un mutuo soccorso a quella vicina, in modo tale che possa godere delle sue proprietà per crescere in armonia e senza alcun intervento esterno dell’uomo, riuscendo a sfruttare proprio la diversità delle piante nell’approvvigiornare delle sostanze nutritive, l’attività di crescita, e proprietà antiparassitarie. I prodotti ottenuti con questa pratica hanno una diversa qualità, un diverso sapore, una diversa energia e una maggiore resistenza agli agenti che portano malattie; attraverso questo modo di coltivare viene restituito alla terra, in termini energetici, più di quanto si prende, promuovendo i meccanismi di autofertilità del suolo e facendo dell'agricoltura un'attività umana sostenibile.
In effetti l’Orto Sinergico nasce per porsi in netta opposizione a quelli che sono i meccanismi dell’industria agroalimentare, che sfrutta in modo massiccio le risorse della terra.

TECNICA DI COLTIVAZIONE DELL’ORTO SINERGICO

Le tappe per realizzare un orto sinergico efficiente sono rigorose ed essenziali:
1. Il terreno su cui nasceranno le piantine si prepara utilizzando bancali larghi 120 cm e alti, nella zona centrale, circa 30-50 cm. Con l’orto sinergico la preparazione del suolo avviene una sola volta e non ci sarà bisogno di arature o di qualsiasi altro trattamento del terreno se non quello della pacciamatura e dell’irrigazione a goccia.
2. L’orto sinergico prevede esclusivamente il sistema di irrigazione a goccia, facile da costruire e che garantisce il massimo risparmio idrico.
3. Per proteggere il suolo si usa la pacciamatura con paglia. La paglia protegge l’orto sinergico dagli agenti atmosferici, dal compattamento e dalla perdita di umidità. In tal modo il suolo sarà sempre soffice e la crescita delle erbe infestanti sarà impedita proprio dallo strato di paglia.
4. I trapianti di effettuano con attenzione così da assicurare la costante copertura del suolo. Un orto sinergico si presta bene per qualsiasi tipo di coltura
5. La pacciamatura protegge i lombrichi e gli altri microrganismi naturali presenti nel suolo, garantendo così l’habitat più adatto per la propagazione delle radici delle nostre piante: la gran parte delle pratiche agricole tradizionali ostacolano l’interazione tra piante e microrganismi aumentando la necessità di fertilizzare il suolo con agenti chimici, accrescendo l’incidenza di patologie e riducendo la biodiversità.

La caratteristica di questo orto che lo rende davvero unico è questa metodologia applicata affinché ogni azione abbia un senso logico al fine di creare un ecosistema ottimale per la crescita sana e rigogliosa delle piantine. Le radici ad esempio non vanno mai estirpate dal terreno ma lasciate marcire e decomporre per restituire materia organica e nutrienti al terreno.

A Valle Martella l’Orto Sinergico è una realtà. Un esempio tangibile che sicuramente richiede impegno, lavoro degli adulti che si sono messi a disposizione delle nuove generazioni, affinché sia uno strumento di crescita non solo culturale, ma di economia domestica, di salute e anche bellezza, quella che nasce da gesti genuini con cui i bambini in silenzio guardano, osservano e crescono con dei riferimenti sicuramente li renderanno cittadini migliori. Un tema, un disegno dei più piccoli pubblicati, rappresentano la loro esperienza in un gioco didattico che li ha cambiati e resi più attenti al mondo e alla natura che li circonda. L’orto sinergico, racchiude in se tesori preziosi, quello più grande saper insegnare e donarsi reciprocamente, come chiamare questo progetto se non cammeo d’autore?




BAMBINI MORTI DI INFLUENZA: TUTTA COLPA DELL’INTEFERONE E DI UNA MUTAZIONE GENETICA

di Cinzia Marchegiani

Notizie preoccupanti ci erano arrivate dagli USA che purtroppo riportavano di decessi di bambine/ragazze colpite dall’influenza pur essendo state vaccinate, una bambina di 3 anni, un’adolescente di 14 anni e un’adulta di 37 anni. Lo stesso Mail on line specificava che in totale, più di 8.000 persone sono state ospedalizzate con l'influenza dall'inizio di ottobre 2014, con gli anziani i più colpiti, (fonte CDC). Gli stati centrali, tra cui Oklahoma, Kansas, Colorado e Texas – riportava l’articolo – hanno riportato la più alta incidenza di malattie influenzali, la maggior parte delle vittime hanno sofferto di uno dei due ceppi di influenza A, nonostante, finora in questa stagione, un maggior numero di persone che hanno avuto il vaccino contro l'influenza dello scorso (40,3 per cento sono stati vaccinati all'inizio di questa stagione, rispetto al 39,5 per cento all'inizio della scorsa stagione). La notizia aveva scioccato l’America: “La morte di Keira arriva anche dopo che il CDC ha riferito che la scorsa settimana che più di tre quarti delle persone che hanno avuto l'iniezione – che contiene i ceppi di influenza A.”
In realtà qualcosa di importante è emerso poi scientificamente, il vaccino prodotto non era efficace, perché come riportato nel 14 febbraio 2015 dal rapporto MMWR della stessa CDC, il vaccino progettato offriva una protezione ridotta e questo sottolineava la necessità di prevenzione e di trattamento aggiuntivi sforzi in questa stagione, compreso l'uso appropriato di influenza di farmaci antivirali per il trattamento. Anzi nel comunicato Joe Bresee, capo Filiale in Divisione Influenza del CDC impartiva le istituzioni sanitarie:”i medici devono essere consapevoli che tutti i pazienti ricoverati in ospedale e tutti i pazienti ambulatoriali ad alto rischio di complicanze gravi dovrebbero essere trattati il più presto possibile con uno dei tre influenzali disponibili farmaci antivirali, se l'influenza si sospetta, indipendentemente dallo stato vaccinale del paziente e senza aspettare i test di conferma"

LA MUTAZIONE DEL GENE IRF7 E’ IL RESPONSABILE DELLA MANCATA PRODUZIONE DI INTERFERONE

L’interferone è una sostanza proteica, più propriamente un gruppo di proteine endogene (prodotte dal corpo) che svolgono attività antivirali non virus-specifiche, prodotte in seguito alla penetrazione di virus. Grazie all’azione l’interferone il corpo umano riesce a proteggere dalla stessa azione virale che ha stimolato la sua sintesi, quindi determinante per debellare l’infezione stessa che può essere un raffreddore, il morbillo e altre malattie da virus, come l’influenza stessa. Una nuova ricerca dagli scienziati Rockefeller University, pubblicato il 26 marzo sulla rivista Science, aiuta a spiegare perché un piccolo numero di bambini che prende il virus dell'influenza finiscono in ospedale, e devono avere bisogno dei ventilatori per respirare, anche quando i loro familiari e amici, recuperano facilmente. I ricercatori hanno esaminato i campioni di sangue e tessuti da una giovane ragazza che, all'età di due anni e mezzo, ha sviluppato la sindrome da stress respiratorio acuto dopo aver contratto l'influenza, e ha finito per combattere la sua vita in ospedale. Anni dopo il suo calvario, che è sopravvissuta, gli scienziati guidati da Jean-Laurent Casanova hanno scoperto che potrebbe essere spiegato da una rara mutazione che ha e che le impediva di produrre una proteina, appunto l'interferone, che aiuta a combattere il virus.
Lo stesso Casanova spiega questa scoperta importantissima: "Questo è il primo esempio di una comune infezione isolata e pericolosa per la vita di infanzia che è dimostrato di essere anche una malattia genetica". La buona notizia di questi risultati, tuttavia, è che i medici hanno una nuova opzione di trattamento per i bambini che sviluppano misteriosamente casi gravi di influenza. "Questa scoperta suggerisce che si potrebbe trattare grave influenza dell'infanzia con interferone, che è disponibile in commercio" – continua soddisfatto il Casanova, che è il professore e capo del St. Giles Laboratorio di genetica Umana di Malattie Infettive a Rockefeller. Il fatto che i geni di un bambino potrebbero influenzare la gravità della sua malattia non è stata una sorpresa per i membri del laboratorio di Casanova, che hanno studiato questo fenomeno da decenni. Ad esempio, hanno scoperto differenze genetiche che aiutano a spiegare perché i virus herpes simplex – che causa l'herpes labiale innocue in maggior parte delle persone – può, in rari casi, portare a infezioni potenzialmente fatali che si diffondono al cervello.

TECNICA DI RICERCA DEL GENE MUTATO
Passando la loro attenzione per l'influenza, Michael J. Ciancanelli, ricercatore associato e membro anziano del laboratorio di Casanova, ei suoi colleghi hanno sequenziato tutti i geni nel genoma della ragazza sopravvissuta dopo un attacco pericoloso di influenza e dei suoi genitori, alla ricerca di mutazioni che potrebbe spiegare la sua vulnerabilità. Sapendo quanto rara la sua reazione alla influenza era, si strinsero la loro ricerca di mutazioni che erano uniche a lei, poi concentrata solo su quelli che ha colpito il sistema immunitario.
Ciò che è emerso dal loro lavoro è stata la constatazione che la ragazza aveva ereditato due copie diverse mutata del geneIRF7 , che codifica per una proteina che amplifica la produzione di interferone, una parte fondamentale della risposta del corpo alle infezioni virali. Ciancanelli in merito afferma:"Nessun altre mutazioni hanno spiegato la sua reazione al virus influenzale. Ogni mutazione è molto rara e così la probabilità di portare due copie danneggiate del gene è estremamente rara."
In effetti, quando un campione delle sue cellule del sangue sono stati infettati (nella normalità producono interferone) i ricercatori non sono riusciti a trovare l’interferone. Al contrario, le cellule del sangue dei suoi genitori, che hanno solo una versione mutata del gene, hanno prodotto quantità sani di interferone, quando esposti ad influenza. "Che in realtà era la prova definitiva che un singolo, copia non mutata di questo gene è sufficiente per permettere alle persone di produrre una risposta al virus"- conclude il professor Ciancanelli.

SCENARI POST INFLUENZA 2014/2015 E POSIZIONI ESTREME DEI MEDICI
Siamo appena usciti dalla stagione influenzale 2014/2015 che ha segnato un dato oggettivo, il vaccino antinfluenzale oltre ad essere risultato inefficace anche quest’anno ha procurato morti in concomitanza temporale della somministrazione. Si dirà che quelle persone potevano morire per altre cause, ma come sempre non si vuole riconoscere e verificare con esami specifici la bontà delle affermazioni. Era ottobre 2014, in Italia, nonostante campagne vaccinali istituzionali, i medici della regione Liguria lanciavano un out out molto prima delle molte morti sospette da Fluad:”anche se il vaccino è l'unica arma a nostra disposizione per contrastare la malattia di stagione in modo che non ci colpisca troppo violentemente o addirittura per evitarla del tutto. Tuttavia alcune persone possono avere delle reazioni sbagliate al vaccino e possono correre dei rischi. Non si tratta di un segnale della pericolosità del farmaco ma di casi singoli che derivano da allergie, da problemi cardiaci non noti, da altri problemi insiti nell'organismo di cui il soggetto non è a conoscenza ma che si possono manifestare in reazione alla vaccinazione. Normalmente è la Asl che gestisce questo problema e che rimborsa cure extra in caso di reazioni al vaccino, ma quest'anno la copertura assicurativa non è ancora arrivata in alcune regioni, come la Liguria. Questo significa che in caso di emergenza da reazione al vaccino sarà il medico a risponderne, sia legalmente che economicamente. Una cosa inaccettabile che infatti i professionisti liguri respingono con una protesta eclatante. Il vaccino anti influenzale verrà fatto solo a quei pochi pazienti che davvero rischiano, come anziani, malati e persone con patologie particolari. A tutti gli altri cittadini verrà rifiutato, per evitare conseguenze eventuali tutte a carico del medico di base.”
Il Comunicato apparso sul sito della Federazione Italiana Medici di Famiglia concludeva che a simbolo di questa battaglia la causa di un dottore che è stato indicato quale unico responsabile per una reazione al vaccino e che da 3 anni combatte tra avvocati e tribunali, sostenendo spese, anche legali inaudite – concludeva il testo.

IL MONDO DEI VACCINI HA MOSTRATO IL SUO VERO VOLTO
La scoperta che la mutazione genica sia responsabile della mancata produzione di interferone apre una strada incredibile alla nuova medicina, troppo tesa ultimamente a profondere speranza con farmaci vaccinali, che spesso disattendono le aspettative, alcuni, anzi troppi, sono ritirati dal commercio. Il fallimento del vaccino antinfluenzale è scritto a chiare lettere su Eurosurveillance che riporta il 12 febbraio 2015 testualmente: “nelle ultime settimane, l’attuale epidemia di influenza in Europa e Nord America è dominata dai virus A(H3N2). La maggioranza di questi sembrano però variare antigeneticamente dal ceppo di A/Texas/50/2012(H3N2) incluso nel vaccino per l’emisfero settentrionale ed essere invece maggiormente connessi con il ceppo vaccinale A/Switzerland/9715293/2013(H3N2) raccomandato per l’emisfero Sud. Una situazione di questo tipo sottolinea le difficoltà di anticipare accuratamente e tempestivamente i cambiamenti antigenici dei virus influenzali per poterli includere in modo appropriato nel vaccino stagionale.”

Insomma l’interferone e la capacità di saper proteggere dalle infezioni potrebbe essere alla base di nuove ricerche scientifiche, il fatto che i geni di un bambino potrebbero influenzare la gravità della sua malattia non è stata una sorpresa per i membri del laboratorio di Casanova, che hanno studiato questo fenomeno da decenni…deve far riflettere. La scienza medica e le istituzioni sanitarie, invece di convincere con spot pubblicitari, deve decidere in che direzione vuole proseguire, affinché la ricerca sia a supporto delle persone e dei malati e non solo un business, che a conti fatti, rimane intrappolato nelle stive dei frigoriferi con milioni di dosi non vendute, perché finalmente le persone si sono informate e i medici, senza copertura assicurativa, hanno mostrato il vero volto del mondo delle vaccinazioni. Uno studio pubblicato sul sito dell’EMA, l’Agenzia europea dei Medicinali sulla mancata pubblicazione e la pubblicazione ritardata di studi randomizzati sui vaccini lascia davvero di stucco, che conferma come questi i dati dei trials clinici arrivino anche dopo molti anni il loro completamento. Le conclusioni dello studio quindi fa emergere cosa si celano dietro i vaccini e la loro commercializzazione, farmaci che vengono dichiarati efficaci e sicuri, mentre in realtà il sondaggio indica un’emergenza affinché si possa garantire la tempestiva diffusione pubblica dei dati degli studi in rapporti pubblicati che possono essere facilmente collegati ai codici di registrazione di prova. Le implicazioni politiche in questo caso sono pesanti: “Ci sono diversi motivi etici, giuridici, economici, scientifici e perché i risultati degli studi clinici dovrebbero essere pubblicati. Sia la politica federale degli Stati Uniti per la protezione dei soggetti umani e la Dichiarazione di Helsinki riconoscere che gli investigatori e gli sponsor hanno l'obbligo morale di studiare partecipanti di pubblicare i risultati di prova. Gli studi non pubblicati non producono benefici scientifici e sociali, e le loro spese, spesso di grandi dimensioni, si sprecano. Suggeriamo che la razionale per la pubblicazione dei risultati dello studio deve essere esteso a rispettare non solo la pubblicazione, ma anche tempestiva pubblicazione o registrazione di questi risultati preziosi”- conclude il sondaggio.

SIAMO PRONTI PER UN CAMBIAMENTO SCINTIFICO E CULTUTALE?
Che dire, il mondo dei vaccini ha presentato il suo reale volto. E’ inaccettabile dover leggere che negli 8.000 morti da influenza in Italia sono stati inseriti decessi per problemi cardiaci di soggetti che non avevano neanche preso l’influenza, confondendo e impaurendo chi di scienza e medicina non conosce le sottili sfumature.
Lo scenario che l’influenza stagionale ha prodotto con le sue infinite sfaccettature, le prese di posizione anche dei medici, deve far riflette tutti. Alla luce delle evidenze scientifiche e come la produzione dei vaccini sembra più una sorta di lotteria della fortuna nell’impegno di creare un farmaco efficace nella speranza che il virus non muti, commercializzati senza conoscere i risultati degli studi clinici, ora molte persone chiedono  più che mai responsabilità e onestà dalle stesse istituzioni sanitarie. Il vaccino può creare danni, il medico se è coperto con l’assicurazione lo consiglia, tanto paga lo Stato nel caso che qualcosa non vada per il verso giusto, altrimenti se deve pagarsi da solo le difese in un ipotetico processo penale, si rifiuta di somministrarlo….e consigliarlo. Chapeau verrebbe da dire…




CLAMOROSA OPERAZIONE AL CUORE A TOR VERGATA: VALVOLA MITRALICA SOSTITUITA CON INTERVENTO MINI-INVASIVO

L' “Heart Team” composto dai cardiologi Francesco Romeo e Gian Paolo Ussia, dal cardiochirurgo Giovanni Ruvolo e dal cardioanestesista Pasquale De Vico

di Cinzia Marchegiani

Roma – Il primo intervento non invasivo con una valvola biologica al cuore che ha salvato un paziente è italiano, anzi romano! Il primato mondiale spetta al Policlinico di Tor Vergata di Roma, dove l’innovativa tecnica è stata sperimentata con successo il 25 marzo c.a., su un paziente ad altissimo rischio, non in condizioni di affrontare un’operazione di tipo classico per la sostituzione della valvola mitralica. Niente apertura del torace e circolazione extracorporea: la nuova valvola è stata inserita per via transcatetere a cuore battente da un “Heart Team” composto dai cardiologi Francesco Romeo e Gian Paolo Ussia, dal cardiochirurgo Giovanni Ruvolo e dal cardioanestesista Pasquale De Vico, dai loro assistenti medici, dal personale infermieristico di emodinamica e di sala operatoria e dai tecnici perfusionisti dell’UOC di Cardiologia e di Cardiologia Interventistica del Policlinico Tor Vergata. Il Comitato Etico, in considerazione della gravità delle condizioni cliniche del paziente e per la mancanza di alternative terapeutiche, ha autorizzato l’intervento per motivi compassionevoli, procedendo all’inserimento della CardiAQ™, questo il nome della valvola biologica transcatetere progettata per la valvola mitrale.

I medici di Tor Vergata hanno utilizzato un approccio “misto” che ha previsto una minitoracotomia laterale per l’accesso al cuore, e l’inserimento a cuore battente della protesi biologica, per la prima volta al mondo senza circolazione extracorporea. Il paziente è stato svegliato dopo poche ore dalla procedura e trasferito dalla Terapia Intensiva Post-Operatoria all’Unita Coronarica di Cardiologia dopo solo 12 ore, in ottime condizioni cliniche. La protesi percutanea per la valvola mitralica è stata realizzata a distanza di otto anni dall’impianto della prima valvola aortica percutanea. Questo ritardo e stato dovuto alla maggiore complessità anatomica della valvola e dei pazienti.

La Cardiologia del Policlinico Tor Vergata diretta da Francesco Romeo, Presidente della Federazione Italiana di Cardiologia e Professore Ordinario di Cardiologia presso l'Università degli Studi di Roma Tor Vergata ha un programma dedicato alla cardiologia interventistica strutturale, oltre che coronarica. Vengono trattate regolarmente la valvulopatia aortica e mitralica con tecniche transcatetere, e questo ha permesso la formazione di un gruppo interdisciplinare affiatato ed efficiente che è valso la scelta del Policlinico di Tor Vergata come centro di riferimento per l’utilizzo di questa innovativa protesi valvolare.

Le eccellenze straordinarie nascono dai geni e dalla bravura dei medici messi in condizioni di mettere in campo le proprie conoscenze e importanti intuizioni. Il primato italiano e mondiale questa volta è romano!




MENINGITE A MAGENTA: IL BAMBINO ERA STATO VACCINATO NEL 2009

LEGGI ANCHE: 04/03/2015 MORTI DA MENINGITE E LA MALAINFORMAZIONE

di Cinzia Marchegiani

Magenta (MI) – Nel corso del pomeriggio del 25 marzo 2015, il Pronto Soccorso Pediatrico di Magenta, nella persona del Dott. Cirillo, ha segnalato telefonicamente alla U.O.C. Sanità Pubblica di ASL Milano 1 un caso di sospetta meningite, occorso in un bambino nato nel 2007 e residente a Vittuone, dove frequenta la II elementare, presso la Scuola Primaria di I grado "Gramsci". Il bambino, al momento del ricovero in Pediatria, presentava febbre alta, disorientamento, eloquio rallentato e petecchie agli arti inferiori. E’ stato immediatamente sottoposto, alle ore 16.45 circa, agli esami di emocultura e rachicentesi (liquor torbido). Il piccolo risulta essere vaccinato per pneumococco e meningococco C nel 2009. E' stata effettuata indagine epidemiologica. La Direzione Sanitaria del P.O. di Magenta (Dott.ssa T. Legnani) ha comunicato nel tardo pomeriggio del 25 marzo alla Responsabile UOS Profilassi Malattie Infettive che il liquor è risultato insufficiente per l'esame diretto ed è stato quindi inviato al P.O. di Legnano per l'esecuzione della PCR. Il Direttore Generale di ASL Milano 1, Dott. Giorgio Scivoletto, ha provveduto personalmente ieri ad avvisare il Sindaco di Vittuone, Dott. Fabrizio Biagini, con il quale ha coordinato gli interventi di profilassi previsti dal protocollo a tutela della Comunità. I familiari del bambino sono già stati sottoposti a profilassi nella stessa giornata del ricovero in Ospedale. Il Sindaco, il Dirigente Scolastico e il Direttore Generale si sono attivati per collaborare ed per assicurare l’attuazione delle misure opportune nella Comunità scolastica frequentata dall’allievo.

Rivolgiamo alcune domande al dr Girolamo Giannotta che ha curato per l’Osservatore d’Italia un’importante inchiesta sanitaria sugli ultimi casi di morti da meningite, spiegando con studi e report ministeriali questa malattia e soprattutto cosa si cela dietro la copertura vaccinale attualmente realizzata.

La Direzione Sanitaria del P.O. di Magenta ha comunicato nel tardo pomeriggio di ieri che il liquor è risultato insufficiente per l'esame diretto ed è stato quindi inviato al P.O. di Legnano per l'esecuzione della PCR: cosa si può ipotizzare in queste condizioni?
Sicuramente avranno avuto una quantità sufficiente di liquor cerebrospinale che ha permesso di orientarsi verso una forma batterica di meningite. La PCR, si può eseguire su sangue e su liquor, permette di rilevare anche piccole quantità di acido nucleico del patogeno responsabile e ne permette la sua identificazione anche se il germe è stato ucciso da una terapia antibiotica iniziata prima della puntura lombare. In 4-6 ore, con le procedure automatizzate, si arriva ad identificare il microbo responsabile.

Dr Giannotta, la profilassi antibiotica dei contatti in quali casi di meningite è indicata?
L’Istituto Superiore di Sanità dice che la sorveglianza dei contatti è importante per identificare i soggetti con febbre, in modo da diagnosticare e trattare rapidamente eventuali ulteriori casi. Questa sorveglianza è prevista per 10 giorni dall’esordio dei sintomi del paziente. Nel caso di meningite da meningococco o da Haemophilus influenza b è indicata la profilassi antibiotica dei contatti che non è necessaria nei casi di pneumococco. Esistono più di 90 tipi diversi di pneumococco. Le meningiti e le sepsi da pneumococco si presentano in forma sporadica, e non è indicata la profilassi antibiotica per chi è stato in contatto con un caso, poiché non si verificano focolai epidemici.

CONTROLLI E PROFILASSI EFFETTUATE

Dal reparto di Pediatria di Magenta si è appreso che il bimbo sta meglio, sono migliorati lo stato di coscienza e l’eloquio. Nel frattempo come da accordi avviati fra la Direzione Generale di ASL Milano 1, il Sindaco e la Direzione della Scuola si è provveduto a verificare i contatti di tutte le classi che si erano riunite venerdì 20 marzo in occasione della “Giornata della Pace”, tranne le classi IV che erano in gita scolastica; la scuola ha provvedduto a far pervenire elenchi di tutti i bambini, compresi gli assenti del 26 marzo (tranne le classi IV che non risultano aver avuto contatti con il caso). I genitori dei bambini sono comunque stati allertati dalla scuola tramite la rete dei Rappresentanti di Classe.
La scuola nel merito si è adoperata per identificare gli assenti del 26 marzo che in tolale sono 9 bambini, in modo da assicurare la profilassi a tutti gli alunni, tranne quelli delle classi IV.
E’ stata anche organizzata una riunione nella palestra della scuola ieri nel primo pomeriggio per informare i genitori e procedere alla profilassi con il farmaco Rifadin.

La Asl1 Milano informa inoltre che:
• verranno profilassati solo i compagni di scuola del caso e gli insegnanti della classe (cioè solo i contatti stretti) ;
• i familiari del soggetto interessato sono già stati profilassati lo stesso giorno del ricovero del bambino al pronto Soccorso. Non è necessario profilassare i familiari dei compagni (cioè i contatti indiretti)
• il numero esatto verrà comunicato non appena riceviamo gli elenchi dei bambini dalla scuola;
• il caso non fa sport, non ha frequentato altre comunità;
• ultimo giorno di frequenza scuola: il 24 marzo
dall'indagine epidemiologica si è risaliti alle frequentazioni sino al 16 marzo e la sorveglianza continuerà sino al 4 aprile (un giorno in più rispetto a quanto previsto dal protocollo).

Il Rifadin, è il farmaco che è stato consigliato per la profilassi che i bambini. Dr Giannotta ci spiega se copre anche da altri tipi di batteri oltre il meningococco?                                                                                                      La profilassi dei contatti col farmaco Rifadin si usa sia per i casi provocati da meningococco, che per quelli dovuti ad Haemophilus influenza b. Poiché la chemioprofilassi adottata in questo caso è piuttosto allargata, verosimilmente, si potrebbe trattare di meningococco. Se si tratta di meningococco, va ricordato che i sierotipi B e C sono i responsabili della maggior parte dei casi in Italia. Comunque, esistono 13 sierotipi diversi, anche se quelli più rilevanti clinicamente sono i sierotipi A, B, C, Y e W135. 

Come è possibile che un bambino vaccinato poi possa contrarre la meningite contro la quale è stato vaccinato?
Il vaccino anti-meningococco attuale è diretto proprio contro questi 5 sierotipi appena indicati, e nell’articolo già pubblicato, dal vostro giornale, si sottolineava il fatto che l’immunità cala già dopo un anno dalla vaccinazione e qui, se si tratta di meningococco, di anni ne sono passati 6.

Insomma un altro caso italiano di meningite che pone o almeno dovrebbe sollevare riflessioni importanti su come viene attuata la campagna vaccinale per queste malattie. Troppo spesso, i genitori non sono informati dalle stesse istituzioni sanitarie su come il vaccino agisce, il grado di immunizzazione e la copertura dei successivi anni, dal momento della profilassi. Casi in cui i bambini vaccinati hanno contratto comunque la malattia ne è piena la letteratura medica e scientifica, e ora giustamente i genitori si chiedono perché non viene fatta una campagna vaccinale seria, se le stesse istituzioni sanitarie non offrono agli stessi, argomenti validi per poter finalmente capire benefici e rischi che la prole potrebbe incontrare sia nel fare la profilassi che non farla, soprattutto perché la campagna del terrore è povera di informazioni. Molti di questi vaccini sono facoltativi, e per esperienza di molti genitori il centro vaccinale si è dimostrato carente negli obblighi di informazioni come riportare la Legge 210/92 che prevede i risarcimenti per i danni da vaccino e che "deve" essere obbligatoriamente apposta in tutti i luoghi pubblici ed a maggior ragione presso gli ambulatori e centri vaccinali. Ricordiamo anche di fare attenzione al libretto vaccinale poiché devono essere sempre apposti i riferimenti delle profilassi ricevute con indicazione del nome del vaccino, lotto e fustella (etichetta sulla scatole), questo serve a fare corretta farmacovigilanza qualora avviene un caso di contagio o problemi post vaccinazione.

La vera campagna vaccinale inizia nel rendere consapevoli i genitori e non trattarli come persone che non possono comprendere una pratica medica che riguarda invero direttamente il proprio figlio, solo perché non sono medici. Troppe distorsioni delle informazioni non rappresentano la corretta informazione e gli  effetti disgreganti si percepiscono quotidianamente quando la mamma o il papà rimangono sgomenti proprio in merito a queste notizie che a detta dei medici non dovrebbero neanche esistere se il bambino è stato vaccinato…ma così poi non è! Sono crepe che dimostrano che non sempre è vero quello che i media raccontano. 




GALLICANO NEL LAZIO: DIFFIDA AL COMUNE SUL DOCUMENTO DELLO SCANDALO

 

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di Cinzia Marchegiani

Gallicano nel Lazio (RM) – Era partita come una semplice interrogazione dello scorso 2 marzo 2015, a firma del consigliere d'opposizione Mario Galli (capogruppo Progetto Comune–Lista Civica) lo strano caso dello sbianchettamento nel documento con cui l’Accademia Kronos si presentava per accedere all’iscrizione nell’albo delle associazioni del Comune di Gallicano nel Lazio.

I PUNTI DELL’INTERROGAZIONE PRESENTATA:

L’interrogazione a firma del Consigliere Galli aveva sollevato dubbi in merito al certificato di attribuzione del codice fiscale presentato dall’accademia KRONOS Onlus datata 5 dicembre 2014, e quindi risultava successiva alla scadenza fissata al 31 luglio 2014 per l’iscrizione alla consulta delle associazioni di Gallicano nel Lazio. Inoltre, sotto la voce “natura giuridica” era stato riportato: “12 – ASSOCIAZIONI RICONOSCIUTE E COMITATI”. Galli nel verificare il sito dell’AVCP nell’anagrafica della natura giuridica dei soggetti, scopre invece che il codice 12 citato proprio su questo certificato risulta essere attribuito (attribuibile) ad “associazioni NON riconosciute e comitati”. Il giallo insomma diventava più evidente poiché da una lettura attenta del certificato di attribuzione del codice fiscale presentato dall’accademia KRONOS Onlus, la preposizione “NON”, sembra essere stata cancellata con correttore di colore bianco.

In effetti c’erano troppe ombre da dipanare su tutta la procedura sia dell’iscrizione che dell’attribuzione del codice fiscale dell’Accademia Kronos che ad oggi risulta essere iscritta nell’albo delle associazioni del Comune di Gallicano nel Lazio.

GALLI CONTESTA LA RISPOSTA SCRITTA RICEVUTA E DIFFIDA IL COMUNE
Il 16 marzo 2015 arriva la risposta scritta dal consigliere delegato Letizia Guadagnoli ma qualcosa non convince il consigliere Galli, che senza se e senza ma inoltra diffida al Comune di Gallicano nel Lazio dall’affidare qualsivoglia servizio, non solo di guardie ambientali e zoofile, ma di qualsiasi natura, alla citata sezione territoriale Accademia Kronos di Gallicano nel Lazio e dal partecipare la stessa di contributi e/o patrocini diretti e/o indiretti, anche per tramite della Consulta stessa, finché non sarà fatta piena luce e cristallina chiarezza sulla regolarità di iscrizione della suddetta sezione all’albo delle associazioni del comune di Gallicano nel Lazio, trasmettendo una copia della stessa diffida alla Prefettura di Roma, alla Corte dei Conti, alla Procura della Repubblica di Tivoli, alla Tenenza CC di Palestrina, alla locale stazione CC, ala Polizia di Stato, alla Guardia di Finanza ed alla Agenzia delle Entrate per le iniziative di rispettiva competenza che riterranno di dover intraprendere.

GLI ASPETTI NON REGOLARI DELLA POSIZIONE DELL’ACCADEMIA KRONOS CONTESTATI
Il Consigliere Galli non si ritiene affatto soddisfatto dalle rassicurazioni e spiegazioni della risposta, anzi da esse emergono altri particolari. Nel dettaglio il passaggio dove emerge che alla data del 16.07.2014 la sezione territoriale Accademia Kronos di Gallicano nel Lazio, non aveva la citata autonomia finanziaria e patrimoniale, ovvero un specifica attribuzione di codice fiscale, poiché il documento di questa attribuzione del codice fiscale riporta la data del 5.12.2014 quindi molti mesi dopo e dunque nemmeno la sede legale nel comune di Gallicano nel Lazio, requisiti invece richiesti dal citato art. 3, comma 1.
Incalza il Consigliere Galli sulle sequenze temporali: “Ma alla data del 16.07.2014 (non si sa bene da chi) viene presentata la seguente documentazione:
a) atto accademia Kronos di Ronciglione di riconoscimento della sezione Territoriale di Gallicano nel Lazio;
b) nota regione Lazio riconoscimento accademia Kronos di Ronciglione all’albo regionale delle associazioni;
c) decreto Ministero Ambiente iscrizione albo nazionale associazioni, sempre riferito all’accademia Kronos di Ronciglione.”

Galli fa presente che nella nota con cui il consigliere delegato Guadagnoli risponde all’interrogazione, viene inoltre specificato che alla data del 10.09.2014 la sezione Territoriale ha trasmesso su richiesta del comune il Verbale di costituzione della stessa redatto in data 23.06.2014 e lo Statuto accademia Kronos:” e ciò dimostrerebbe che c’è stata una seppur minima istruttoria (non si sa bene da parte di chi), ma c’è stata”– evidenzia lo stesso Galli.

Ma non finisce qui, Galli contesta anche un altro passaggio nella risposta inviatagli che proprio non lo convince. Infatti il consigliere delegato si giustifica della mancata presa posizione nei riguardi dell’accademia Kronos, poiché dopo che il presidente della sezione Territoriale della stessa associazione con mail del 5.12.2014 aveva trasmesso una copia elettronica di un certificato di attribuzione del codice fiscale,  la stessa pratica non doveva essere oggetto di ulteriore verifica sul contenuto e sulla correttezza essendosi ormai completamente concluso il procedimento di iscrizione. Questa affermazione a detta del capogruppo Galli, sembra una contravvenzione alle disposizioni dell’art. 3 comma 2: ”ovvero se l’attribuzione del codice fiscale era la condizione per l’iscrizione all’albo delle associazioni (e personalmente mi ricordo quanto se ne è discusso in sede di commissione consiliare) non si capisce perché, relativamente alla sezione territoriale di Kronos sia divenuto un semplice arricchimento del contenuto minimo dei documenti previsti, da richiedere in alcuni casi con contatti informali e pubblicato senza alcun protocollo di ricezione da parte del comune e trasmesso con semplice mail.” Certificato che risulta, tra l’altro, corretto (col bianchetto NdR) come descritto nella precedente interrogazione citata – conclude la diffida del Consigliere Mario Galli.

In attesa quindi di comprendere la regolarità di questa iscrizione, il Comune di Gallicano incassa dall’affidare qualsivoglia servizio, non solo di guardie ambientali e zoofile, ma di qualsiasi natura, alla citata sezione territoriale Accademia Kronos di Gallicano nel Lazio e dal partecipare la stessa di contributi e/o patrocini diretti e/o indiretti.




TRIESTE: GIOCHI GENDER A SCUOLA, IL CASO FINISCE IN PARLAMENTO

di Cinzia Marchegiani

Trieste – Ecco come nasce il progetto “Pari e Dispari” approdato in una scuola di Trieste. In un articolo datato 23 agosto 2013 sotto il titolo “Ragazze Interrotte” venivano introdotti i giochi di genere che però hanno allarmato e non poco i genitori di tutt’Italia poiché invece di insegnare a scegliere senza preconcetto, sembra che annulli proprio quelle diversità uniche al mondo e che dovrebbero essere difese e rispettate, soprattutto la figura della mamma e del papà. Nell’articolo si annunciava già due ani fa, un progetto finalizzato ad educare fin da piccoli i bambini (maschi e femmine) a sentirsi liberi di scegliere i propri giochi e il proprio modo di essere, è un'idea sensata.

Si ma che c’entra con l’annullamento dei caratteri di genere uomo e donna se per insegnare che non occorre avere ne paura e ne vergogna di ciò che si vuole scegliere occorre cancellare le proprie differenze? L’articolo in questione continua affermando:” E deve averlo pensato anche la commissione della mia Regione, che ha deciso di finanziare questo progetto, che si chiamerà ‘Pari o dispari? Il gioco del rispetto’ e che partirà quest'anno scolastico, in quattro asili pilota del Friuli Venezia Giulia, con la distribuzione di kit didattici che insegneranno ai bambini, attraverso il gioco, a superare gli stereotipi e a rispettare la differenza di genere. Così che in futuro, se un dodicenne maschio vorrà essere bravo e buono, potrà farlo senza dubitare della sua identità di maschio e allo stesso modo, se una ragazza vorrà giocare a calcetto sulla spiaggia (o spaccare la faccia a chi glielo vorrà impedire), non si sentirà sbagliata. L'ho scritto tante volte su questo blog: bisogna partire dall'educazione, dai bambini. Ma non dalle scuole medie, non dalle elementari, quando sono già tutti divisi tra rosa e azzurro. Bisogna iniziare dagli asili, scardinando in tempo gli stereotipi che vogliono le femminucce brave e i maschietti avventurosi. E quindi adesso iniziamo.” L’articolo finisce con l’annuncio che il progetto ideato vede la luce grazie a Daniela Paci, insegnante della scuola dell'infanzia, e a Lucia Beltramini, psicologa, che supportano scientificamente e professionalmente questa idea.
Ora sul sito “Il Gioco del Rispetto” si legge che la stessa Daniela Paci si è occupata dei contenuti educativi del kit e della formazione degli insegnanti, e che collabora con Enti e Associazioni del Friuli Venezia Giulia in diversi progetti di formazione e ricerca contro la violenza di genere.

IL CASO APPRODA AL PARLAMENTO
Il capogruppo leghista Massimiliano Fedriga, deputato triestino, il 10 marzo 2015 ha presentato un’interrogazione sulla discussa iniziativa del Comune di Trieste, che recepisce la sperimentazione cofinanziata dalla Regione Friuli Venezia Giulia, sull’identità di genere. Fedriga chiede al ministro Giannini “se sia a conoscenza di questa iniziativa”, “se ne condivida le finalità” e se “non ritenga di intraprendere iniziative per scoraggiare il proseguimento di questo tipo di offerta scolastica, visto il malcontento dei genitori”.
Leggendo il testo dell’interrogazione emergono particolari particolarmente inquietanti su questo progetto nominato “Pari e Dispari”: “Peccato che questo gioco, in realtà, leggendo l'opuscolo informativo e il kit che vengono distribuiti nelle scuole materne, ovvero rivolti a bambini dai tre ai sei anni d'età, è palese che voglia andare a discutere, trattare e modificare il normale percorso di crescita della sessualità per i bambini. Le dico questo perché lo stesso opuscolo informativo di questo gioco del rispetto mira ad attuare un primo intervento che permetta loro di esplicitare e riorganizzare i loro pensieri offrendo ai bambini un punto di vista alternativo a quello tradizionale. Le chiedo, quindi, Ministro, visto che si tratta chiaramente di cercare di instillare l'ideologia gender fin dalla più tenera età, che posizione vuole assumere il suo Ministero per scoraggiare il proseguimento di iniziative di questo tipo, rivolte soprattutto a soggetti così indifesi dal punto di vista psicologico.”

La ministra dell’istruzione dell'università e della ricerca, Stefania Giannini risponde che l'iniziativa di cui lei fa menzione riguarda appunto un progetto del comune di Trieste, sulla base, però, di un'iniziativa regionale che è precedente anche nel tempo e che è stata proposta a diciotto scuole paritarie comunali dell'infanzia, sentite le famiglie e i rispettivi consigli scolastici e chiesta l'eventuale adesione: ”Io, ovviamente, ho doverosamente raccolto tutte le informazioni, sia dall'ufficio scolastico regionale, sia dai soggetti interessati. Sono in grado, quindi, di fornire alcune precisazioni di replica alla sua interrogazione. Il progetto, come lei ha detto, più specificamente si propone di fornire agli insegnanti della scuola dell'infanzia elementi teorici e strumenti pratici per operare con i bambini sui temi della parità e del contrasto alle discriminazioni e alla violenza contro le donne.” La ministra Giannini continua la sua arringa che però non lascia affatto soddisfatto l’On. Fedriga. La ministra di fatto precisa:”È un progetto che prevede formazione degli insegnanti, d'iniziativa presentata dagli stessi docenti ai rispettivi collegi, cui è poi demandata la decisione di proseguire nel percorso educativo. Quindi, una prima fase di formazione e una seconda fase di presentazione al contesto scolastico. Laddove e solo se si dovesse decidere di dare esecuzione a questo progetto, è prevista la convocazione di una riunione di tutti i genitori che potranno scegliere se aderire o meno. Ai bambini che non aderiranno al progetto, la scuola offrirà un'alternativa. Naturalmente, come sempre, questo progetto, come tutti gli altri che rientrano anche nell'autonomia educativa delle scuole sui vari temi – questo della discriminazione e della violenza contro le donne è uno dei temi su cui la scuola lavora da molto tempo – verrà sottoposto al consiglio della scuola. Pertanto, le preoccupazioni manifestate, quali il mancato coinvolgimento dei genitori e le non sufficienti garanzie offerte da chi è promotore di questo progetto, non riguardano, dai dati che sono a mia disposizione, la sfera di competenza, sia per la procedura, che per il merito, che, invece, testimonia un coinvolgimento pieno delle istituzioni e una piena facoltà, sia delle singole scuole, sia dei singoli insegnanti, sia, per ultimo, ma non da ultimo, delle singole famiglie di aderire a questo tipo di approfondimento.”

L’onorevole Fedriga replica alla Ministra Giannini e incalza decisamente facendo emergere talune responsabilità emerse da questo gioco che si vuol far passare come indolore e innocente per i piccoli bambini:”Devo dirle che le hanno mentito e da questo punto di vista c’è una responsabilità politica che le chiedo di verificare e prendere i dovuti provvedimenti. Le hanno mentito perché sono stati gli stessi genitori a dire che non sono stati informati. Il progetto, infatti, è presentato in modo generico, non andando a specificare di cosa si tratta realmente, semplicemente dicendo che è una sensibilizzazione contro la violenza sulle donne.” Fedriga solleva una domanda precisa: “è una sensibilizzazione contro la violenza sulle donne dire – e cito esplicitamente il progetto – che i bambini possono esplorare i corpi dei loro compagni ascoltando il battito del cuore e che ovviamente i bambini possono riconoscere che ci sono delle differenze fisiche che li caratterizzano, in particolare nell'area genitale? È un contrasto alla violenza sulle donne presentare delle schede in questo progetto che fanno indossare e scambiarsi vestiti tra maschietti e femminucce nelle scuole materne ? È un progetto contro la violenza sulle donne quando ai bambini si chiede di invertire i giochi e, quindi, la macchinina bisogna darla alla bambina e la bambola bisogna darla al bambino ? È un progetto contro la violenza sulle donne quando nelle stesse schede si dice esplicitamente che è molto importante che l'insegnante si ponga quale figura che permetta loro di mettere da parte le cosiddette differenze di genere per una nuova visione del maschile e del femminile ?
È una lotta contro la violenza sulle donne quando si presentano delle figure dove il papà e la mamma sono raffigurati in modo identico fisicamente e, per come sono vestiti, si differenziano solo dalla lunghezza dei capelli per dire che sono la stessa cosa ?”

QUANTO COSTA INSEGNARE AI BAMBINI CHE NON OCCORRE AVERE VERGOGNA DELLE PROPRIE SCELTE?
Fedriga non ha dubbi:” Il rispetto tra i sessi si ha nel rispetto della differenza e non sì può instillare in un bambino così piccolo, con questa violenza psicologica, un'ideologia , che è costata 11 mila euro al comune di Trieste, ma costerà ben di più, dal punto di vista sociale e psicologico, a soggetti così piccoli e indifesi. Chiediamo di agire immediatamente, perché questa non è una battaglia politica: è una battaglia per i nostri figli e il futuro delle nostre comunità e società.”

Insomma emergerebbe dalle evidenze un percorso culturale travestito per corsi contro la violenza delle donne e si introduce nella scuola e soprattutto a bambini dai tre ai sei anni lo smantellamento del ruolo padre madre, che vengono visti con occhi ingenui dei bambini come due gocce d’acqua che possono fare le stesse cose…perché non lo fanno ugualmente pur conservando le proprie caratteristiche fisiche? E perché si è usato questo imprinting son dei disegni eloquenti? Dopo il genitore 1 e genitore 2 questa ad oggi sembra la strada intrapresa da un soggetto politicamente schierato che con progetti apparentemente educativi, (occorrerebbe valutarne la veridicità a lungo termine) vanno a colpire il valore della famiglia tradizionale poiché deve lasciare posto ad altre forme in evoluzione, come se per fare spazio alle nuove, occorre annullare quella naturale….
Ognuno faccia le proprie conclusioni, ma ai bambini è obbligo portare rispetto per il loro sviluppo psicologico sereno, farli entrare tramite un gioco in un mondo precostituito dai professionisti, deve sollevare le stesse riflessioni su come i bambini possano percepire questi flash… flash di foto, perché i bambini piccoli, dai tre a sei anni, acquisiscono messaggi dai disegni propinati e dai colori utilizzati, prima di tutto.
Ma soprattutto chi in realtà ci sta guadagnando utilizzando dei bambini per dei corsi che le stesse maestre con il buon senso e coscienza insegnano alla vita tutti i giorni?