ARRIVA IL DRONE ANCHE IN EUROPA: ACCORDO TRA BERLINO, PARIGI E ROMA

I risultati del vertice della Difesa dell'UE nel dicembre 2013 lasciavano pensare ad una impellente necessità di aerei senza pilota. Le conclusioni del Consiglio europeo è stata quella di riconoscere lo sviluppo di un MALE UAS come una capacità fondamentale per la difesa europea

di Cinzia Marchegiani

Berlino / Parigi / Roma – Diverse nazioni europee hanno annunciato la loro esigenza di sistemi aerei senza pilota. Anche i risultati del vertice della Difesa dell'UE nel dicembre 2013 alludono a una necessità urgente. Le conclusioni del Consiglio europeo di riconoscere lo sviluppo di un MALE UAS come una capacità fondamentale per la difesa europea. Alla luce di una dipendenza sempre maggiore di Stati europei in materia di attrezzature di difesa non europee, le più grandi compagnie aeree militari europee hanno iniziato a giugno 2013 un appello congiunto per sostenere la sovranità del continente nella futura costruzione di aerei militari.

ACCORDO DRONE SISTEMA AVANZATO UAS
L'industria europea è pronta a sviluppare una nuova generazione di drone avanzato, il Unmanned Aerial System (UAS). Dopo il loro appello per lo sviluppo di un drone europeo lo scorso anno a Airshow di Parigi, le tre più importanti aziende aeronautiche europee hanno ora concordato ulteriori dettagli per un approccio congiunto.
Airbus Difesa e Spazio, Dassault Aviation e Alenia Aermacchi (società di Finmeccanica) hanno consegnato una proposta per definire ulteriormente una UAS europea al Ministero della Difesa di Francia, Germania e Italia. L'offerta propone una fase di definizione, che è stato elaborato dal team di sviluppo congiunti di Airbus Difesa e Spazio, Dassault Aviation e Alenia Aermacchi e che è sostenuta da un accordo industriale su Workshare e un accordo di cooperazione per avviare il programma MALE2020.

La fase di definizione prevede che le tre nazioni definire e regolare le loro esigenze per uno sviluppo UAS europeo insieme alle loro forze armate e l'industria europea. La fase di definizione serve anche per evitare costosi sviluppi aggiuntivi durante la produzione e per ridurre i rischi finanziari e di sviluppo al minimo. Un impegno da parte delle nazioni sull'ulteriore sviluppo del UAS europea deve poi essere fatta dopo la finalizzazione questo fase di definizione: il piano delle industrie porta ad una soluzione conveniente e certificabile pronto entro il 2020.

DICHIARAZIONI
Bernhard Gerwert, CEO di Airbus Difesa e Spazio, ha dichiarato: "Abbiamo raggiunto una pietra miliare per lo sviluppo di un MALE Drone europea. La necessità per le nostre forze armate è indiscutibile. Siamo molto motivati a continuare le nostre discussioni con i ministeri della Difesa e non vediamo l'ora di lanciare questo primo passo presto ".

Eric Trappier, CEO di Dassault Aviation, spiega meglio il progetto: "Si tratta di un'opportunità unica per sviluppare in Europa questa capacità strategica. Per la prima volta l'industria inizia un progetto di avere un pieno accordo sul Workshare generale del programma MALE2020. La proposta per la fase di definizione è stato comunemente elaborate con team di progettazione congiunta e, pertanto, dimostra il forte impegno della nostra industria a questo programma".

Anche Giuseppe Giordo, Amministratore Delegato di Alenia Aermacchi, interviene spiegando l’accordo: "Ci identifichiamo una chiara opportunità per le forze armate di usufruire di una funzionalità avanzata sovrano ISTAR per far fronte alle future esigenze di alto livello. Ora è il momento di guidare la tecnologia in avanti e garantire la capacità dell'Europa nel costruire la prossima generazione di sistema di aria militari e mantenere il talento e l'esperienza nel nostro settore. "

DETTAGLIO PROGETTO MALE 2020
Il Progetto MALE 2020 prevede lo sviluppo di un sistema aereo europeo senza equipaggio per le missioni a lungo raggio ad altitudini di volo medio (maschio). Oltre ad essere una risposta alle esigenze delle forze armate europee, prenderà in considerazione la necessità di ottimizzare la difficile situazione di bilancio attraverso il pool di finanziamento della ricerca e dello sviluppo. Con uno sviluppo europeo Sovrano, requisiti critici di tutto il certificazione di droni sono intrinsecamente integrati nel programma fin dall'inizio. MALE 2020 è orientato a favorire lo sviluppo di alte tecnologie e contribuire a sostenere le competenze chiave e posti di lavoro in Europa.

E Alenia Aermacchi, la società di Finmeccanica, ha un ruolo di primaria importanza nel settore aeronautico civile e difesa del mondo, conta una forza lavoro totale di ca. 11.000 persone e opera nella progettazione, sviluppo, produzione e supporto integrato di velivoli civili e militari, addestratori, velivoli non pilotati e di aerostrutture. Nel 2013 ha registrato un fatturato di € 3.340.000.000, ordini di € 3.980.000.000 e un portafoglio ordini pari a € 9,0 miliardi.

Il problema sarà poi comprendere se questi droni superintelligenti che serviranno per l’acquisizione dei dati e la loro registrazione, potranno in futuro essere equipaggiati anche di armi di estrema precisione…




IL PAPA ESORTA I VESCOVI A DENUNCIARE LA CORRUZIONE PUBBLICA E PRIVATA

di Cinzia Marchegiani

Città del Vaticano (RM) – Papa Francesco ha aperto l’assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana alla sua 68ª edizione. I lavori, che termineranno giovedì 21, si svolgono in Vaticano nell'Aula del Sinodo. Martedì 19, dopo l'intervento del cardinale Angelo Bagnasco, i vescovi si confronteranno sul tema principale dell'assemblea: la verifica della recezione dell'Esortazione apostolica Evangelii gaudium. Tra gli altri argomenti all'ordine del giorno, la preparazione al convegno di Firenze e al Giubileo. condividendo con i Vescovi alcune domande sulla “sensibilità ecclesiale”.

L’invito del Papa rivolto ai vescovi è segnale dei nostri tempi, che stanno scrivendo la storia non solo politica ma anche di uno stato di degrado orami diventato capillare in ogni settore: “La sensibilità ecclesiale che comporta anche di non essere timidi o irrilevanti nello sconfessare e nello sconfiggere una diffusa mentalità di corruzione pubblica e privata che è riuscita a impoverire, senza alcuna vergogna, famiglie, pensionati, onesti lavoratori, comunità cristiane, scartando i giovani, sistematicamente privati di ogni speranza sul loro futuro, e soprattutto emarginando i deboli e i bisognosi. Sensibilità ecclesiale – continua il Santo Padre – che, come buoni pastori, ci fa uscire verso il popolo di Dio per difenderlo dalle colonizzazioni ideologiche che gli tolgono l’identità e la dignità umana”.

Papa Francesco fotografa il quadro realisticamente poco confortante di questo momento storico che il mondo sta vivendo, dove le tragedie affliggono e sono tribolazione per l’essere umano e spiega: “la nostra vocazione cristiana ed episcopale è quella di andare contro corrente: ossia di essere testimoni gioiosi del Cristo Risorto per trasmettere gioia e speranza agli altri. La nostra vocazione è ascoltare ciò che il Signore ci chiede ‘Consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio(Is 40, 1)’”.

E’ un Papa Francesco che punta alla concretezza delle azioni, nel suo discorso sottolinea come la sensibilità ecclesiale si manifesta anche nelle scelte pastorali e nella elaborazione dei documenti ove non deve prevalere l'aspetto teoretico-dottrinale astratto: “quasi che i nostri orientamenti non siano destinati al nostro Popolo o al nostro Paese – deciso il Santo Padre afferma – ma soltanto ad alcuni studiosi e specialisti, invece che occorre perseguire lo sforzo di tradurle in proposte concrete e comprensibili”.

Sul ruolo dei laici si incentra un importante passaggio del discorso di Papa Francesco, infatti spiega che la sensibilità ecclesiale e pastorale si concretizza anche nel rinforzare l’indispensabile ruolo di laici disposti ad assumersi le responsabilità che a loro competono : “In realtà, i laici che hanno una formazione cristiana autentica, non dovrebbero aver bisogno del Vescovo-pilota, o del monsignore-pilota o di un input clericale per assumersi le proprie responsabilità a tutti i livelli, da quello politico a quello sociale, da quello economico a quello legislativo! Hanno invece tutti la necessità del Vescovo Pastore! Infine, la sensibilità ecclesiale si rivela concretamente nella collegialità e nella comunione tra i Vescovi e i loro Sacerdoti; nella comunione tra i Vescovi stessi; tra le Diocesi ricche – materialmente e vocazionalmente – e quelle in difficoltà; tra le periferie e il centro; tra le conferenze episcopali e i Vescovi con il successore di Pietro” – conclude Papa Francesco.

Papa Francesco conclude il discorso con un auspicio: “Possa il Signore – durante il Giubileo della Misericordia che avrà inizio il prossimo otto dicembre – concederci la gioia di riscoprire e rendere feconda la misericordia di Dio, con la quale tutti siamo chiamati a dare consolazione a ogni uomo e a ogni donna del nostro tempo … Affidiamo fin d’ora questo Anno Santo alla Madre della Misericordia, perché rivolga a noi il suo sguardo e vegli sul nostro cammino” (Omelia 13 marzo 2015). Ora lascio a voi il tempo per proporre le vostre riflessioni, le vostre idee, le vostre domande sulla Evangelii Gaudium e vi ringrazio di cuore!”




RIMBORSO PENSIONI, GIORGIA MELONI: " I PENSIONATI PAGHINO SOLO L'11% DELLE TASSE"

di Cinzia Marchegiani

Sullo scandalo delle pensioni che la legge Fornero ha prodotto sotto la guida del governo Monti, Matteo Renzi sembra essere deciso ad appoggiare il governo nel restituire il maltolto solo di 2 milioni nel mese di agosto, contro i 18 milioni che dovrebbero ritornare nelle tasche di chi è stato rapinato.

Giorgia Meloni presidente di Fratelli d’Italia, che già si è attivata con dei legali per realizzare un "class action" per aiutare i pensionati  a fare causa contro lo Stato italiano, risponde così alla proposta appena lanciata da Renzi: “2 miliardi: l'equivalente dell'11% del maltolto, come calcolato dalla CGIA di Mestre. Allora facciamo noi una controproposta: i pensionati rapinati dal governo Monti e turlupinati dal suo degno successore Renzi decidano di pagare solo l'11% delle tasse chieste dallo Stato oppure solo l'11% delle cartelle esattoriali dell'Agenzia delle Entrate e di Equitalia. Sarebbe un patto equo: se lo Stato non mi restituisce tutto quello che mi spetta, allora io non sono tenuto a dare tutto quello che lo Stato mi chiede e mi obbliga a pagare.”

E la stessa Meloni avverte Matteo Renzi, che a suo dire risolverebbe così i problemi causati da altri: “il Governo deve ridare tutto il maltolto ai pensionati turlupinati e rapinati da quel Governo Monti voluto e sostenuto dal Pd e che ora hanno il diritto sacrosanto di essere risarciti. L’Esecutivo deve restituire questi soldi a tutti e immediatamente, proprio come ha fatto con i pensionati d’oro”. E la Meloni ricorda appunto che Fratelli d’Italia offre assistenza legale gratuita per aiutare i pensionati a far valere i loro diritti e siamo pronti ad avviare una class action per obbligare il Governo a restituire tutto e fino all’ultimo euro.

Una nazione proprio strana la nostra verrebbe da dire. Un film famoso apostrofava: "NON CI RESTA CHE PIANGERE!"

 




SUPERFARMACO EPATITE C: CODACONS DIFFIDA IL MINISTERO DELLA SALUTE

 

LEGGI ANCHE: FARMACO SOFOSBUVIR PER EPATITE C, COSTA TROPPO? IL PM GUARINIELLO VUOLE VEDERCI CHIARO

 

Il Codacons vuole vederci chiaro, il trattamento completo con il Sovaldi costa, circa settantamila euro, mentre il costo al pubblico di un trattamento completo con Olysio (Simperevir) ammonta a circa quarantaduemila euro. Pur essendo farmaci inseriti in fascia A PHT molti pazienti hanno riferito che non riescono ad accedere alle cure, che invero sono totalmente rimborsabili dal Sistema Sanitario Nazionale

di Cinzia Marchegiani

Una diffida al Ministero della salute e alle Regioni affinché i farmaci contro l’epatite C siano forniti gratuitamente a tutti i soggetti bisognosi è stata presentata nei giorni scorsi dal Codacons, che ha avviato anche una azione per far ottenere il rimborso a chi ha dovuto acquistare i medicinali di tasca propria.

Ne dà notizia l’associazione dei consumatori, commentando l’indagine aperta dal procuratore Raffaele Guariniello.
"Questi farmaci rappresentano un grandissimo risultato per la medicina attuale, ma ad oggi – denuncia il Codacons – si pagano a caro prezzo. Il trattamento completo con il Sovaldi costa, ad esempio, circa settantamila euro, mentre il costo al pubblico di un trattamento completo con Olysio (simperevir), ammonta a circa quarantaduemila euro. Per tale motivo, e considerata la loro portata innovativa, questi farmaci sono stati inclusi nella fascia “A PHT”, ovvero tra i farmaci totalmente rimborsabili e a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Tuttavia ad oggi – segnala l’associazione – pervengono segnalazioni di pazienti che, pur avendone diritto, non riescono ad accedere a tali cure. Per tale motivo il Codacons ha inviato una diffida al Ministero della salute e alle Regioni, affinché i farmaci Sovaldi e Olysio vengano subito forniti gratuitamente a tutti i cittadini che ne hanno necessità. Non solo. Chi ha sostenuto spese per l’acquisto dei due medicinali ha diritto al rimborso di quanto pagato".

Sul sito www.codacons.it l’associazione ha pubblicato una pagina attraverso la quale i cittadini che necessitano dei farmaci per la cura dell’epatite C possono non solo diffidare la propria Regione a fornire gratuitamente i medicinali, ma anche chiedere il rimborso delle somme spese per l’acquisto dei due farmaci prima del 5 dicembre 2014.

RETTIFICA DELL’AIFA
L’Agenzia Italiana dei Farmaci, l’AIFA rilancia dal suo sito istituzionale una rettifica in merito alle notizie diffuse in queste ore sul prezzo del farmaco Sovaldi etichettandole largamente imprecise: “L'AIFA ha concluso un accordo negoziale a un prezzo medio di gran lunga più basso di tutta l'Europa. I pazienti attualmente registrati in trattamento con questo farmaco sono oltre 7.000 anche se permangano preoccupanti variabilità regionali.”
L’Ufficio Stampa Agenzia Italiana del Farmaco, la Dott.ssa Arianna Gasparini infatti spiega tra l’altro che non è vero che lo Stato non ha stanziato le risorse né che queste debbano arrivare ai singoli centri prima che il farmaco possa essere prescritto: “ La legge parla chiaramente di rimborsabilità e dato che il contratto con la azienda farmaceutica è fatto secondo un accordo per prezzo/volumi tanti più pazienti entrano in trattamento tanto meno lo paghiamo. Chi non sta prescrivendo o dispensando il farmaco nonostante i pazienti rientrino nei criteri identificati dall'AIFA dovrà assumersi le responsabilità di una simile scelta.”

INCHIESTA GIUDIZIARIA A TORINO
Il Pm Raffaele Guariniello insospettito dall’elevato costo di questo farmaco da poco approvato dall’AIFA vuole vederci chiaro soprattutto capire i costi sostenuti dalle Regioni, nello specifico la Regione Piemonte. Il Pm Guariniello ha aperto un fascicolo, oltre un mese fa trattandosi solo di accertamenti esplorativi. Il Sofosbuvir sembrerebbe alla base di un trattamento ad uso compassionevole che costa quasi dai 45 mila euro a 75 mila euro prezzo al pubblico, mentre se sostenuto dalle ASL il prezzo si dimezza notevolmente

Ricordiamo che la confezione da 400 mg 28 compresse sembrerebbe avere un prezzo ex factory (IVA esclusa) € 15.000,00, mentre il Prezzo al pubblico (IVA inclusa) € 24.756,00.
Si legge che lo stesso PM Guariniello, interessa capire come la sanità italiana stia affrontando il problema dell’impatto economico del trattamento terapeutico.
 




VELLETRI: IL CASO DISPERATO BARBARA DI BERNARDO LA CUI MADRE E' STATA STRANGOLATA DAL FRATELLO

di Cinzia Marchegiani

Video inchiesta a cura di Ernesto Melappioni


Velletri (RM) – Due occhi verdi pieni di dignità e una storia terribile di cui adesso rimane una straziante disperazione da parte di una donna che chiede auto alle istituzioni. Capita spesso di imbatterci in video postati sui social network, che parlano di vite distrutte, storie al limite tra il grottesco e il paradosso di cittadini italiani che rimangono abbandonati dalle istituzioni proprio nel momento del bisogno. Il video di Ernesto Melappioni che ha mostrato la storia di Barbara Di Bernando mi ha colpito particolarmente, perché rappresenta una cittadina come tanti che all’improvviso della sua vita viene catapultata in un incubo che sembra non avere soluzioni. Il suo grido di dolore, di disperazione sembra rimanere afono e Barbara appare come un fantasma dimenticato tutti, persono dall'aministrazione comunale cui si è rivolta. Per questo L’Osservatore d’Italia ha voluto verificare di persona i documenti che la stessa signora Di Bernardo ci ha messo a disposizione e che di seguito vi narriamo.

ANTEFATTO
Barbara in un giorno come tanti della sua vita si reca al lavoro. Era il 24 maggio 2014, quando viene raggiunta al telefono da suo fratello che gli dice che la madre era stata portata in ospedale. Inizialmente a Barbara diranno che sua madre era morta e che la causa fosse da associare ad un infarto, forse sopraggiunto dalla visita di un ladro che era entrato in casa. La storia per Barbara diventa ancora più tragica, poiché dopo le indagini avviate dei carabinieri scopre che a strangolare la madre fu suo fratello stesso. Barbara ricorda che quando lasciò casa per recarsi al lavoro salutò sua madre mentre suo fratello stava dormendo (tutti e tre vivevano sotto lo stesso tetto).

IL PARADOSSO DI QUESTA STORIA
Barbara da quel giorno, ormai un anno, oltre a fare i conti con una tragica realtà, quella di aver perso sua madre per mano di suo fratello, si è vista sequestrare l'abitazione della madre da parte dell’A.G. affinché il luogo rimanesse intatto per le indagini degli stessi investigatori.
Dal 24 maggio 2014 Barbara è costretta a mendicare un posto dove dormire, passando da una casa all'altra casa, approfittando della bontà di chi le offre la possibilità di fare una doccia e dormire in un letto. Non avendo né un lavoro fisso, né una situazione economica solida da permettere l’affitto di una camera, Barbara ha chiesto aiuto sia al Tribunale di Velletri, chiedendo il dissequestro dell’abitazione, sia allo stesso Comune di Velletri.

TRIBUNALE DI VELLETRI RIGETTA IL DISSEQUESTRO
Il Tribunale di Velletri – Ufficio del Giudice per le indagini preliminari e dell’udienza preliminare – in data 21 gennaio 2015, purtroppo rigetta l’istanza di dissequestro dell’appartamento della signora Di Bernado avanzata dal suo legale difensore, presentata il 20 gennaio 2015. Una doccia fredda per la signora Di Bernado che dopo un anno si sente come una persona emarginata. Niente solidarietà da parte delle istituzioni che per paradosso sono solidali con gli immigrati ma non prestano attenzione ai cittadini italiani. Con atto N. 4613/14 RGNR il PM spiegava: “Rilevato che, nonostante il bisogno dell’alloggio ritenuto comprensibile, occorre evidenziare per l’interesse probatorio la cui tutela – atteso che il procedimento prosegua alla Corte d’Assise – appare allo stato prioritaria, ritenuto che l’alterazione dei luoghi a fronte di ritenuti e sopravvenuti accertamenti, potrebbero rappresentare un vulnus nell’accaduto del reato per cui il PM rigetta l’istanza di dissequestro.”

SINCADO DI VELLETRI, ASSESSORE AI SERVI SOCIALI E PROBLEMI DELLA CASA E DIRIGENTE SETTORE SERVIZI SOCIALI NON RISPONDONO ALLA RICHIESTA DI AIUTO NE’ AD AGOSTO 2014, NE’ A MARZO 2015
Per la signora Bernardo, il rigetto dell'istanza da lei avanzata alla Procura per poter rientrare in casa sua, l’ha gettata in uno sconforto totale, visto che dovrà attendere tempi considerevoli affinché il processo arrivi in Corte d’Assise. Per questo motivo, non potendo sempre vivere come una palla di ping pong, e grazie esclusivamente alla solidarietà delle persone che offrono alla stessa un posto dove poter dormire e farsi una doccia, ha provato a chiedere per la “seconda” volta aiuto allo Comune di residenza.

Infatti già lo scorso anno il suo legale, tramite posta certificata, ha inviato una lettera accorata della signora Di Bernado all'amministrazione di Fausto Servadio rappresentando la sua situazione precaria ed estrema. La pec di avvenuta ricezione da parte del Comune di Velletri è datata 7 agosto 2014, ma a quest'ultima non è seguita alcuna risposta. Silenzio tombale. Dopo la richiesta di dissequestro, lo stesso legale, ha così inviato nuovamente un’altra email posta certificata, notificando anche la risposta del Tribunale di Velletri, che non poteva accogliere l’istanza del dissequestro pur riconoscendo comprensibile l’uso del proprio appartamento. Nessuno le ha risposto, ne il sindaco Servadio, né l’assessore Servizi Sociali e problemi per la casa, la d.ssa Alessandra Modio, né tantomeno il Dirigente del Settore Servizi Sociali, d.ssa Rossella Prosperi. Eppure la posta è stata ricevuta lo scorso 13 marzo 2015, ma purtroppo non è arrivata nessuna buona notizia, nonostante Barbara avesse fatto presente che in caso di mancata risposta sarebbe stata costretta addirittura a dormire in auto.

ISOLAMENTO TOTALE
Della storia di Barbara ora rimane un video grazie all’attenzione del signore Melappioni che venendo a conoscenza di questa situazione ha voluto comunicarlo al mondo di internet. Noi de L'Osservatore d’Italia non potevamo rimanere indifferenti e rivolgiamo alle stesse istituzioni Comunali di Velletri di poter aiutare una donna, che sta vivendo in un incubo reso ancora più drammatico e al limite del paradosso, poiché il suo grido è rimasto inascoltato pur conoscendo la sua storia. Ma la domanda sorge spontanea: possibile che tra Tribunale di Velletri e Comune non ci sia stato alcun dialogo al fine di poter arginare questa drammatica situazione? Per Barbara, la sua quotidianità sarà in una autovettura, lavarsi ad un bagno pubblico, perché non si vergogna di chiedere in continuazione solidarietà dalle persone che le sono state sempre accanto. Anche la dignità di Barbara ha un valore, aiutiamola ad essere aiutata e non lasciamo cadere nel vuoto il suo appello. 




BEATRICE LORENZIN INDAGATA: SI RIAPRE TAVOLO MINISTERIALE SULLA SPERIMENTAZIONE FARMACI

 

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di Cinzia Marchegiani
Si apprende dal Partito Animalista Europeo, che a seguito della notizia dell'iscrizione sul registro degli indagati del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin e del direttore generale sanità animale e farmaci veterinari, è pervenuto un documento ufficiale al PAE, da parte del direttore generale Silvio Borrello presso la direzione per l'Igiene e la Sicurezza degli Alimenti e la Nutrizione del Ministero della Salute, afferente il tavolo tecnico-scientifico sui metodi alternativi alla sperimentazione animale.
Nel documento inviato al PAE viene precisato che "Non esiste una pregiudiziale dell' Amministrazione a riconvocare il tavolo, ma una delle decisioni assunte nell'ultimo incontro all'unanimità, inclusi i tre esperti nominati dal PAE, è stata quella che il tavolo tornerà a riunirsi allorquando qualcuno dei membri, di fronte a novità scientifiche di rilievo, ne chiederà la riapertura; nel documento inviato al PAE viene allegato un resoconto e comunicato che la procedura di visualizzazione tramite streaming degli incontri, non è prevista da questo Dicastero e non è condivisa da alcun membri del tavolo. "

FATTI
A spiegare le motivazioni è lo stesso Stefano Fuccelli, presidente del PAE. Il nodo della controversia si articolo sul Tavolo tecnico Scientifico che è stato bloccato dal precedente direttore generale, dott.ssa Gaetana Ferri, rimosso dopo l'iscrizione sul registro degli indagati dalla Procura di Roma a seguito della denuncia del Partito Animalista Europeo per omissione d'atti d'ufficio, già indagato dalla medesima Procura per il coinvolgimento nello scandalo dei trafficanti di virus, anche il suo successore continua ad ostacolare il regolare svolgimento appunto del Tavolo tecnico-scientifico sui metodi alternativi alla sperimentazione animale.
"Apprendo con soddisfazione l'iscrizione sul registro degli indagati sia del ministro che del direttore generale e spero che la magistratura punisca seriamente i responsabili. Il Tavolo, inaugurato dal precedente Ministro della Salute Renato Balduzzi, è tutt'ora ostacolato dall'attuale ministro Lorenzin per collusione con Farmindustria e con la lobby di pressione. Troppi interessi – denuncia Fuccelli -ruotano intorno alla sperimentazione animale, dal profitto, e non certo per un miglioramento della salute umana, alla protezione legale. Un metodo inefficace che solo negli Stati Uniti produce ogni anno 100 mila decessi per cause iatrogene (fonte FDA) dovute cioè agli effetti collaterali dei farmaci non riscontrati sugli animali e per questo commercializzati.”

La iatrogenesi rappresenta la terza causa di morte dopo l'infarto ed il cancro sottolinea Fuccelli: ”è' un metodo sbagliato di cui tutti ne sono ben consapevoli dai vertici del ministero, ricercatori, sperimentatori fino ai produttori del farmaco. Gli unici che non lo devono sapere sono i consumatori, che anzi, vanno rassicurati – continua il presidente del PAE – perché se fossero informati di come funziona effettivamente, non comprerebbero più.”
E proprio sulla sperimentazione animale ritorna il sostenitore dei metodi alternativi Fuccelli spiegando che permette alle aziende sia di commercializzare qualsiasi sostanza anche nociva e mortale per l'uomo, sia di non esserne poi responsabili in caso di danni o disastri farmacologici poiché la sua produzione e diffusione nell’ambiente sono avvenute a norma di legge.”Milioni di decessi in tutto il mondo ma nessuno è mai andato in galera grazie all'alibi della vivisezione, questo è l'unico motivo per cui non viene abolita. “


FUGA DI NOTIZIE E REATO DI PUBBLICAZIONE ARBITRARIA, IL PAE DENUNCERA’
Il presidente del Partito Animalista Europeo, Stefano Fuccelli interviene anche in merito alla questione della fuga di notizie su alcune testate giornalistiche che hanno riportato la richiesta di archiviazione per il ministro Lorenzin ed il direttore generale Borrello da parte della Procura di Roma poiché, si leggeva, i due soggetti non avevano obbligo di risposta alla diffida ministro: "L'agenzia stampa AGI lancia la notizia, riportata dalle testate giornalistiche nazionali, ma ad oggi al Partito Animalista Europeo non è stato notificato né comunicato alcunché a riguardo, evidentemente si tratta di fuga di notizie pertanto provvederemo a denunciare i responsabili per il reato di pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale ex art. 684”.

VITTORIA DEL PAE E RIPRISTINO DEL TAVOLO MINISTERIALE
Lo stesso Fuccelli, commenta con grande soddisfazione questa vittoria che è avvenuta solo in merito alla denuncia del PAE: “la risposta dai vertici ministeriali ci è pervenuta grazie all'iscrizione sul registro degli indagati a seguito della nostra denuncia, visto che le numerose richieste formali e diffide sono state completamente disattese. Adesso il tavolo verrà ripristinato ma con importanti cambiamenti, dal numero degli esperti sulle alternative che dovrà risultare equivalente alla controparte per sopperire l'inaccettabile sperequazione (3 su 17) alle strategie da adottare, avendo ottenuto adesso, sempre a seguito dell'indagine giudiziaria, il ‘Resoconto della riunione del tavolo di concertazione sui metodi alternativi alla sperimentazione animale del 14 giugno 2013’”.

Infine Fuccelli, ricollegandosi al terzo punto inviatogli dal dicastero per quanto concerne la procedura di visualizzazione tramite streaming degli incontri, fa sapere che chiederà di conoscere i nomi dei membri del tavolo che hanno espresso puntuale diniego con le relative motivazioni, avvalendosi della trasparenza, poiché tutti i cittadini hanno il diritto di essere informati.

QUANTO TEMPO PERSO
Ora rimane il video della ministra Lorenzin al convegno tenutosi a Roma sui “Falsi Miti e Vere Eccellenze” diventerà virale. Proprio in quella sede la stessa ministra girava le spalle liquidando il presidente del PAE, Stefano Fuccelli, che intervenendo dalla platea chiedeva la verità sui tavoli ministeriali con i metodi alternativi. Rimbombano le parole della Lorenzin, decise e secche che testimoniano la completa censura in merito alle richieste del PAE, e senza alcun tentennamento chiudeva la discussione: “abbiamo un comitato tecnico scientifico, tavoli con i maggiori ricercatori italiani e del mondo, grazie, possiamo andare avanti”. Video MINISTRO LORENZIN CONTESTATO DAL PAE https://www.youtube.com/watch?v=Oyrdv8kAaGg

Sanità, parola che diventa un diritto esclusivamente in virtù di una denuncia alla procura romana. Il video è la testimonianza che fino ad allora quel tavolo ministeriale sui metodi alternativi la Lorenzin aveva deciso di ostacolare e censurare.
Giustizia, beato chi se la può permettere, verrebbe da dire. Rimarrà di questa storia un video virale, una battaglia durata tanti anni, e un monito di come questo mondo si è proprio capovolto.

Ritornano in mente come lampi di bellezza e luce le riflessioni del Professor Bruno Fedi che in una lettera pubblica rispondeva alla stessa ministra Lorenzin proprio su quel convegno dei “Falsi miti e vere eccellenze” che evidentemente non deve avergli portato proprio fortuna: “Ritenere le proprie idee delle verità assolute, da non discutere con chi pensa in modo diverso ed ha molti fatti a sostegno delle proprie idee, arresta il progresso scientifico. Il contributo dato dalla Ministra Lorenzin a cristallizzare la situazione com’è adesso è importante e caratteristico di un modo di ragionare che non facilita il progresso. E’ un atto di furbizia italiota: la comunicazione trionfalistica rassicura e suscita approvazione.”

Dei “Falsi miti” abbiamo imparato che si sconfiggono con le denunce in procura, con i documenti e il coraggio di difendere le proprie idee, ma soprattutto i propri diritti.
 




GIUSTIZIA: PD E AREA POPOLARE TROVANO LA QUADRA SULLA PRESCRIZIONE

Dal vertice tenutosi il 14 maggio 2015 presso il Ministero della Giustizia emerge la volontà di lavorare sull'art.171 del Codice penale anziché sul 157. Accordo di maggioranza PD e Area Popolare sulla prescrizione nel giorno in cui il ddl anti-corruzione approda in Aula alla Camera. I due testi viaggeranno in parallelo. Si dice soddisfatto il ministro della Giustizia Andrea Orlando

di Cinzia Marchegiani

Proficuo il vertice tenutosi stamane al Ministero della Giustizia con il Guardasigilli Andrea Orlando, il viceministro Enrico Costa, responsabile Giustizia del Pd David Ermini, il presidente dei senatori di Ap Renato Schifani e il capogruppo in commissione Senato Nico D'Aspola. L’accordo tra il Partito Democratico e Area Popolare sulla prescrizione, prevede la possibilità di programmare un tavolo tecnico per riconsiderare i termini per i reati contro la pubblica amministrazione che rischiavano proprio per l’eccessivo allungamento dei termini, produrre pesanti impatti. Un tavolo dove si procederà a concordare il ddl prescrizione e anticorruzione.

MODIFICA SUL DDL PRESCRIZIONE

Mentre approda in Aula alla Camera il dddl anticorruzione, c’è anche l’accordo sul ddl prescrizione. Il tavolo tecnico per quest’ultimo dovrà lavorare sugli interventi di modifica cercando quell’armonizzazione del ddl sulla prescrizione che è stato già approvato alla Camera e ora passato all'esame della Commissione Giustizia del Senato e del ddl anticorruzione e domani inizia l'iter per l'approvazione finale alla Camera. Insomma sembra accordo tra Area popolare e Partito Democratico garantendo entrambe che i tempi dell’approvazione saranno rispettati garantendo che le stesse norme saranno presto legge dalla prossima settimana.
A sollecitare il vertice era stata la stessa Area Popolare (Ncd e Udc). L'obiettivo del tavolo è raccordare ddl prescrizione e ddl anticorruzione. Il ministro Orlando dichiara: "Sono soddisfatto per l'accordo nella maggioranza sulla prescrizione perché consente di approvare le norme prima del voto sulle regionali".

DICHIARAZIONI

Il senatore Nico D'Ascola (Ap) specifica, dopo la chiusura del vertice: "Abbiamo trovato un accordo per l'istituzione di un tavolo che dovrà esaminare le modifiche per ridurre i termini di prescrizione per i reati contro la pubblica amministrazione e su tutto l'assetto della prescrizione. Si è convenuto – Da’D’Ascola aggiunge – che per effetto di alcune modifiche di legge ci sarebbero stati tempi troppo lunghi di prescrizione e che non avrebbero eliminato il rischio prescrizione in sé e per sé, ma avrebbero avuto riflessi sulla ragionevole durata dei processi". La scelta individuata oggi sarà quindi di lavorare sull'art.171 del Codice penale anzichè sul 157.

Per Renato Schifani, capogruppo di Ap al Senato i cittadini hanno diritto a tempi certi dei processi e bisogna evitare un eccessiva dilatazione: “Oggi abbiamo avviato una trattativa foriera di un giusto compromesso e delle giuste tutele.”

L’IMPIANTO DEL TESTO
Il responsabile giustizia del Pd, David Ermini spiega quanto questo tavolo tecnico concordato e avviato svolgerà un lavoro importante: “L'impianto del testo sulla prescrizione rimane integro: ci saranno le sospensioni di due anni e un anno dopo le condanne in primo grado e in appello; si partirà nel calcolo dal massimo edittale come base. A nostro avviso va considerato che i reati contro la pubblica amministrazione – spiegando un punto importante – non potranno essere considerati come reati ordinari. Inoltre è stato chiesto che siano inseriti nelle modifiche al 161 anche gli altri reati contro la P.A., come l'induzione".
 




NICOLA PORRO VS FEDEZ: LA QUERELLE CONTINUA

 

Porro de Il Giornale rivendica libertà di pensiero: “Se qualcuno dell'entourage di Fedez pensa che 100mila euro siano una minaccia sufficiente ad abdicare a queste mie, nostre, libertà si sbaglia di grosso”

dI Cinzia Marchegiani

La querelle tra i giornalisti e Fedez non si estingue e si alimenta a colpi di battute sui social network, ma non solo. Una serie di polemiche sono scaturire in seguito alle manifestazioni dello scorso primo maggio all’inaugurazione della mostra internazionale di Milano EXPO 2015. Fedez,nome d’arte di Federico Leonardo Lucia, è un rapper produttore discografici che ha accumulato fans e più di 500 mila di copie vendute e 11 dischi di platino e 5 d’oro , entrato con forza nel panorama musicale italiano, molti suoi fan l’hanno potuto seguire al talent show X Factor dove l’artista ha vinto la finale.

QUERELLE TRA GIORNALISTI E FEDEZ
Fedez non è andata proprio giù che il giornalista di Libero, Filippo Facci abbia scritto che l’artista abbia in qualche modo appoggiato ad una manifestazione Noexpo e per questo lo ha querelato chiedendo danni per a00 mila euro tramite i suoi avvocati e altri 100 mila euro li chiede all’editoriale “Libero” come risarcimento che lo stesso definirebbe come un’evidentissima diffamazione. La querelle non si è certo placata, tanto che lo stesso Facci chiede anche lui i danno per 200 mila euro. 

FEDEZ DECLINA GLI INVITI IN TRASMISSIONE TELEVISIVE

FEDEZ su Facebook scrive: “Dopo l'ennesima caccia allo scoop di oggi, tra poco a Servizio Pubblico parlo a tutti quei giornalisti (nomi e cognomi) che continuano la loro caccia alle streghe nei miei confronti e di come chi si lamenta del peso di un artista nel dibattito pubblico poi è lo stesso che pubblica le sue dichiarazioni sui propri giornali.
In questi giorni ho voluto rifiutare gli inviti di tutti (e quando dico tutti intendo tutti) i salotti politici televisivi perché ritenevo di essermi già espresso e non mi andava di fare il cavalcatore visto che non sono in campagna elettorale e tutto questo mi sta creando solo danni e non pubblicità come molti lasciano intendere.
Però a quanto pare ripetersi è importante visto che continuano a farmi le stesse 4 domande ed escono sempre gli stessi 4 tabella diffamatori. Perchè per certi giornalisti è più facile sbattere il mostro in prima pagina piuttosto che sbattersi a fare bene proprio lavoro. A dopo”

NICOLA PORRO CON UNA LETTERA RIVENDICA LA SUA LIBERTA’ SU FACEBOOK
“Io rivendico la mia libertà di poter scrivere su questa bacheca che Fedez è un cattivo maestro. Io rivendico la libertà di dire che per lui ci vorrebbe la mamma di Baltimora. Come per altro spesso ci sarebbe voluta per me. Rivendico la libertà anche per Fedez e i suoi amici di scrivere che sono un giornalaio, che i miei metodi sarebbero fascisti, che faccio falsi scoop e che sostanzialmente sarei un disonesto. Io rivendico la liberà di dire che imbrattare i muri di Milano non è una forma di protesta ma si tratta di vandalismo. Rivendico la libertà di dire che le parole di amore eternit non mi piacciono e magari anche quelle di trottolino amoroso. Rivendico la libertà di scrivere su Facebook e Twitter con il gergo che è proprio di questi potenti, potentissimi social media. Rivendico la libertà di aver invitato Fedez @Virus perchè la Rai non è il salotto di casa tua e non si invitano gli amici e i sodali, ma anche coloro che non la pensano come te.
Non rivendico la libertà di fare il giornalista. Ma qualcosa di più: quella di esprimere un (con l'apostrofo ') opinione, anche corrosiva, nelle nuove pubbliche piazze.
E’ per queste libertà che il signor Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez, attraverso i suoi avvocati mi chiede 100 mila euro (chissà perché a @FilippoFacci ne chiede 200mila, sono un po' seccato). Rivendico persino la libertà di Fedez di querelarmi e chiedermi una cifra senza senso. Ma solo a patto che attribuisca all'influenza delle mie opinioni lo stesso peso delle sua. E se io non posso dire che per Fedez ci vorrebbe la mamma di Baltimora, perché il ragazzo si sente diffamato, stia più attento il medesimo ragazzo a scrivere che graffiti e imbrattamenti delle vetrine avvenuti durante la manifestazione degli studenti (e non solo) del 30 aprile sono solo protesta. I milanesi, gli artigiani, gli impiegati delle banche, i proprietari delle auto danneggiate. se mal consigliati dagli stessi consulenti del nostro fenomenale artista, potrebbero chiedergli il conto. Così come Fedez lo chiede a me.”

Porro termina la missiva che è arrivata a destinazione di Fedez, avendolo taggato su Facebook, con un monito:”Se qualcuno dell'entourage di Fedez pensa che 100mila euro siano una minaccia sufficiente ad abdicare a queste mie, nostre, libertà si sbaglia di grosso. Ciao ciao”.

Una polemica che sembra non conoscere confini, c’è un’immagine da difendere, un pensiero? Ci chiediamo se davvero la libertà di dire quello che si pensa con le canzoni, con uno spettacolo possa ogni volta generare anch’esse accuse e denunce.

Di fatto proprio da poco Fedez rilancia e pubblicando la foto della prima pagina di Libero annuncia:
“La notizia vera è che se quereli Libero loro ti mettono in prima pagina!
Tutti i giornalisti che settimana scorsa mi accusavano di essere una delle cause dell'arrivo dei Black Bloc,di essere un istigatore dei violenti e in alcuni casi esprimevano la volontà di volermi prendere a schiaffi oggi piangono nascondendosi dietro la libertà d'espressione, quando io per aver espresso un'opinione non conforme alla loro mi sono dovuto subire lo squadrismo mediatico basato su una totale campagna denigratoria e disinformativa. Siamo nell'assurdo.
L'unico modo che ho per poter dimostrare che i loro tabella hanno riportato il falso è quello di avvalermi dei mezzi che mi mette a disposizione la società CIVILE, in questo caso la querela per diffamazione e minacce. Cosa c'è di più democratico?
Questo minerebbe la loro libertà di diffamazione (non d'espressione) che sono ben felice di ostacolare”.

Sarà un giudice a dover decidere se è diffamazione o libertà di espressione, ma questa bagarre sicuramente pone riflettori su quanto un pensiero, una posizione espressa con una canzone o una frase scritta possa trascinare consensi o proteste. Uno spaccato di questa realtà che mette a disposizione spunti di grande riflessione, soprattutto perché avere un monopolio, di qualsiasi genere, ti mette su un piedistallo che condiziona giudizi e pensieri. 




ATTACCO A KABUL DURANTE UN CONCERTO ALLA GUESTHOUSE PARK PALACE: MUORE UN ITALIANO

 

L’attacco del 13 maggio 2015 è stato rivendicato dai talebani alla guesthouse Park Palace nel quartiere di Shahr-e-Naw a Kabul, in Afghanistan tramite il portavoce dei talebani, Zabihullah Mujahid, che lo comunica ai media per mezzo di una email, spiegando che il gruppo ha preso di mira il residence perché frequentato da stranieri, tra cui americani. 

 

di Alessandro Rosa

Kabul (Afghanistan) – Un Attacco rivendicato dai talebani nel cuore della capitale dell’Afghanistan, avvenuto ieri 13 maggio 2015 che ha seminato morte e terrore presso la Guesthose Park Palace frequentata dagli stranieri. Tre miliziani, si non introdotti nell’edificio mentre era in esecuzione un concerto. La cronologia di questa tragedia parla di sette ore di assedio, iniziato alle ore 8:00, mentre fuori interveniva massiccia la polizia. Il capo della polizia di Kabul Abdul Rahman Rahimi ha detto, dopo che le forze speciali afghane hanno ucciso tre uomini armati dietro l'attacco. Le stesso forze di sicurezza hanno salvato più di 50 persone dall'hotel, tra cui gli ospiti in ostaggio.

Tra le vittime dell’agguato risulta anche un italiano di origine bergamasca la conferma arriverebbe dalla Farnesina. Un bilancio nero che vede per ora 14 morti di cui anche un americano e quattro indiani.
Questo attacco alla Guesthouse Park Palace nel quartiere di Shahr-e-Naw a Kabul è stato rivendicato dai talebani in Afghanistan, tramite il portavoce, Zabihullah Mujahid, che lo ha comunicato ai media per mezzo di una email, sostenendo che il gruppo ha preso di mira il residence perché frequentato da stranieri, tra cui americani. 




LO SCANDALO DEL CANILE ROMANO: STIPENDI D’ORO NEL BUSINESS DEI RANDAGI

Stipendi d'oro e milionari finanziamenti pubblici senza gara ma ai cani solo le briciole. La verità senza veli su chi specula sugli animali nella capitale approda in tv

di Cinzia Marchegiani

Roma
– "Quanti soldi pubblici nel business dei randagi" titola così il servizio de L'Arena andato in onda domenica 10 maggio 2015.  Massimo Giletti ha puntato il dito contro l'associazione privata che gestisce i canili comunali di Roma, l' AVCPP ( Associazione Volontari Canile Porta Portese).Il fotofinish è quello di una realtà da stipendi d'oro, milionari finanziamenti pubblici senza gara, nessun concorso pubblico ed assunzione di amici per chiamata diretta.

A commentare questo servizio della televisione pubblica interviene Stefano Fuccelli, Presidente del Partito Animalista Europeo: “Finalmente un ottimo servizio che mette in evidenza la speculazione perpetrata sulla pelle dei poveri cani detenuti all'interno dei canili di Roma. Giletti ha riportato i numeri contenuti nella nostre precedenti denunce. E’ dal 1997 che la Avcpp gestisce i canili comunali senza gara o bandi in totale violazione delle leggi italiane e normative europee vista la straordinaria entità dei finanziamenti pubblici. Le associazioni o cooperative assumono per chiamata diretta nel caso in cui vincessero una gara pubblica ma non è il caso dell’Avcpp che ottenendo il comodato per nomina avrebbe dovuto gestire con risorse proprie e non con i fondi pubblici, questo dice l’ art. 6 comma 2 della legge regionale 34/9.”

Per anni la Avcpp , spiega Fuccelli, ha spartito 3.200.000 euro/annui su 4.200.000 euro (corrispondente ad oltre l’80% del totale ) di soldi pubblici per i 106 stipendiati suoi amici, una media di oltre 2.500 euro mensili: “Da considerare che la bassa manovalanza, cioè gli addetti alla pulizia delle gabbie, percepisce la somma di circa 900 euro pertanto è facilmente intuibile quante persone hanno intascato dai 4 ai 5 mila euro mensili. Non solo – fa i conti Fuccelli – oltre agli stipendi sono previsti ulteriori costi per la gestione dei medesimi lavoratori ed esattamente come il costo gestione personale euro 47.000, costo sicurezza lavoratori euro 65.000, costo consulenza legale per contenziosi con i lavoratori euro 67.000.” Ma sembra che occorrerebbe aggiungere i costi annuali per le spese di gestione ( cancelleria, schede telefoniche ecc ) corrispondenti ad euro 43.000….e il Presidente del PAE tuona, “neanche una multinazionale e’ così strutturata ma alla fine soltanto il 10% è destinato per il mantenimento degli animali. Insomma emergerebbe una denuncia su questi meccanismi congeniati che fan sistemare tutti.” Da escludere nel conteggio economico circa 300 volontari – certosini i calcoli di Fuccelli – che sommati ai 106 dipendenti compongono un esercito di 406 persone per gestire circa 900 animali, farebbero emergerebbe un rapporto di uno a due!"

DIRETTA TELEVISIVA, GAFFE DELLA PRESIDENTE AVCPP?

Il presidente del Partito Animalista Europeo, ricorda che nel corso della trasmissione sul banco degli imputati il presidente della Avcpp, Simona Novi, era in evidente difficoltà tentava di giustificare i bilanci con il gioco dei numeri tra entrate ed uscite che però conosciamo molto bene talmente tanto che la soglia non scende mai sotto il numero convenzionato di mille al giorno: “Tutti i cani in esubero vengono sistematicamente affidati poiché l'Amministrazione capitolina non li conteggia e quindi sarebbero solo costi eccedenti a carico dell’ associazione ma senza scendere al di sotto altrimenti la medesima Amministrazione non erogherebbe i 18 euro al giorno per ogni cane di cui però soltanto il 10% è destinato agli sfortunati detenuti. La Sig.ra Novi dovrebbe sapere che molti canili convenzionati gestiti da validi volontari riescono a garantire un accettabile standard di benessere nonostante un contributo medio di 4 euro ad animale detenuto. Inoltre la Novi – evidenzia Fuccelli – non ha fatto cenno circa le illecità afferenti le condizioni igienico – sanitarie e le carenze strutturali visto che i canili sono privi delle autorizzazioni sanitarie Asl e non a norma con gli standard europei circa la tutela ed il benessere degli animali che intanto continuano a morire con atroci sofferenze.”

Conclude Fuccelli con una frase sibillina: "Centri d'accoglienza immigrati, campi rom e canili comunali non c'è differenza, il sistema è il medesimo: uomini od animali sfruttati solo ed esclusivamente per mero profitto".




DANNI DA VACCINO HPV: PROBLEMI DI EFFICACIA E SICUREZZA, COSA ANCORA NON VIENE DETTO?

Continua l’inchiesta sui danni da vaccino, un viaggio di testimonianze reali di ragazze adolescenti che richiamate dalla Asl per una profilassi vaccinale facoltativa contro il Papilloma virus, hanno subito irreversibilmente dei gravi problemi di salute. Su Radio Colosseum, David Gramiccioli, intervista l’avvocato Mastalia esperto in cause di malasanità e danni da vaccino e alcune mamme che raccontano il calvario delle proprie figlie dopo la vaccinazione HPV

di Cinzia Marchegiani

Storie taciute, racconti di tragedie che emergono solo quando le famiglie escono dal proprio guscio e cercano risposte e conferme dal mondo esterno, fatto anch’esso di tante altre tregedie che difficilmente si mettono in pubblica piazza, per pudore,  ma poi  la stessa rabbia riesce a far superare quei muri eretti con una dignità incredibile.
Davide Gramiccioli ieri sera è tornato con la sua trasmissione “Ouverture” su Radio Colosseum a parlare di vaccini e questa volta del controverso vaccino HPV, quello che viene consigliato alle ragazze tramite una lettera della Asl che arriva direttamente a casa, una campagna vaccinale caldamente consigliata affinché le stesse ragazze possano essere protette da un “eventuale” cancro dell’utero. Ma cosa sappiamo in realtà di questo temutissimo vaccino? Su di lui esistono fiumi di tabella, petizioni esclusivamente firmate da medici, infermieri e addetti nel settore sanitario e moratorie affinché si valuti la sua efficacia e sicurezza, ma allora perché si fa campagna vaccinale proponendo questo vaccino facoltativo come se fosse una panacea miracolosa, senza alcun pericolo?

STORIA CONTROVERSA DEL VACCINO HPV
Dalle cronache e politica francese si viene a conoscenza che in 7 anni, 2 milioni di giovani donne sono stati vaccinati tra i 13 ei 26 anni. Eppure, secondo l'eurodeputato Michèle Rivasi, il vaccino potrebbe non avere l'efficacia attesa ed potrebbe essere la causa di gravi malattie. La protesta era partita proprio da Michèle Rivasi MEP, che chiedeva una moratoria e l'introduzione di studi trasparenti e indipendenti in materia, poiché a febbraio 2014 Hollande annunciava l'intenzione di raddoppiare la vaccinazione contro il cancro della cervice dell'utero entro il 2021. Si legge: " Con il vaccino Gardasil dal 2006 commercializzato dalla Sanofi Pasteur MSD, che dovrebbe impedire lo sviluppo del cancro del collo utero abbiamo problemi efficacia, rischi con giovani donne che sviluppano malattie invalidanti, i conflitti di interesse legato alla sua immissione sul mercato e una forte ed efficace. Cerchiamo di smettere di dare questo vaccino! "

La petizione si basa sui risultati di Christopher Shaw, neurologo presso l'Università della British Columbia di Vancouver, in Canada, che ha trovato che alcune malattie come la sclerosi a placche, la malattia di Guillain-Barre, macrofagi o miofascite anche epilessia potrebbe verificarsi come risultato della vaccinazione. " Per me, Gardasil può influire sul sistema nervoso negativamente. alluminio, una potente neurotossina presente nel vaccino supera la barriera cervello " – affermava lo stesso neurologo.

Inoltre, secondo Christopher Shaw e il dottor Lucija Tomljenovic, Gardasil non ha dimostrato la sua efficacia contro il cancro cervicale: “20 anni sarebbero necessari per ottenere tali prove, o la protezione del vaccino è limitata nel tempo”. Proprio in Francia molte giovani donne di età compresa tra i 18 ei 24, sono vittime di malattie debilitanti dopo la vaccinazione. Secondo Jean-Christophe Coubris, avocato Oceane Bourguignon, la prima donna a presentare una denuncia dopo aver ricevuto scompensi correlati alla sua malattia che si verificarono un paio di giorni dopo la vaccinazione con Gardasil. Trenta le denunce sono state depositate al polo sanitario di Parigi contro il laboratorio di Sanofi Pasteur MSD, che commercializza Gardasil e l'Agenzia National Drug (MSNA) per "lesioni involontarie". La prima denuncia penale per questo vaccino è stata depositata 22 Novembre 2013 da Marie-Océane Bourguignon, soffre di una encefalomielite acuta attribuita ad una iniezione di Gardasil.
"Il gran numero di testimonianze ricevute, vittime di malattie autoimmuni dopo l'iniezione di Gardasil, conferma come prodotto pericoloso, ha detto Jean-Christophe Coubris che promuove le 32 giovani donne. Alcuni scienziati (e sempre più molti) condividono questa sensazione, senza che vi sia alcun problema di mettere in discussione il principio della vaccinazione. Si scopre che la lettura delle conclusioni di questi scienziati Gardasil non è solo inutile, ma pericoloso. "

ANCHE UNA TRASMISSIONE DANESE AFFRONTA IL CASO DI QUESTO VACCINO
La TV2 una delle stazioni televisive nazionali di Danimarca ha trasmesso lo scorso 26 March 2015 un documentario sui vaccini HPV dal titolo “I vaccinati Girls – Sick e tradito” . Si è concentrata sulla condizione di 3 ragazze che soffrono di gravi nuove condizioni mediche dopo essere stati vaccinati contro l'HPV con Gardasil. L'unica cosa che hanno in comune con migliaia di altre ragazze in tutto il mondo è che erano in buona salute prima di arrivare il vaccino – ora, sono gravemente malati.
Tutte e tre le ragazze sono state esaminati dalla testa ai piedi, senza diagnosi conclusiva e nessun aiuto con i loro sintomi, proprio come le ragazze in altri paesi in cui vengono utilizzati vaccini HPV.
Durante il documentario, due medici danesi di Frederiksberg Hospital hanno detto di non aver mai visto nulla di simile a questo durante tutta la loro carriera. Entrambi i medici hanno detto che avevano inviato corrispondenza con il servizio sanitario e medicinali danese per un totale di quattro volte nel corso dell'ultimo anno per avvertirli di possibili eventi avversi dopo iniezioni di HPV.
Il dr. Louise Brinth di Frederiksberg Hospital ha personalmente esaminato circa 80 ragazze di cui sospetta possa esserci effetti avversi delle vaccinazioni HPV. Ella afferma: “sono tutti vertigini, la stragrande maggioranza  accusano forte mal di testa – mal di testa spesso cronici. Hanno dolori addominali e nausea. Hanno movimenti muscolari strani che non si possono controllare.”
Il Direttore danese della Salute, Henrik G. Jenson concorda ma ha dichiarato: Sì, vi è un modello, ma non è lo stesso come dire che esiste una connessione. Quando vediamo un modello nel modo in cui alcuni rapporti, vi è una base per fare alcune ulteriori spiegazioni, e approfondire questi casi. Ora, il vaccino è stato approvato dalla European Medicines Agency EMA, e sono loro che fanno la valutazione della sicurezza."

RADIO COLOSSEUM UN VIAGGIO D’INCHIESTA CON STORIE VERE
David Gramiccioli nella puntata di ieri sera ha intervistato l’Avvocato Roberto Mastalia che segue il caso di una giovane ragazza che ha subito dei gravissimi problemi dopo aver fatto la profilassi con il vaccino HPV, il suo nome è Giulia e non è di fantasia purtroppo. Alla diretta telefonica ha voluto testimoniare questa dolorosa storia anche la mamma di Giulia, Anna Pezzotti, lasciamo la lettore di ascoltare come le istituzioni sanitarie non si sono messe in azione per comprendere che malessere avesse colpito sua figlia. Un vero calvario. Un mondo sanitario strano quello che osserviamo, con slogan propagandistici esorta alla segnalazione delle reazioni avverse dei vaccini facendo la così detta “farmacovigilanza”, in netta contrapposizione invece alla storia di questa ragazza che invece dimostra con quanta reticenza e difficoltà le presunte vittime di un vaccino non hanno gli strumenti per poter esercitare i propri diritti, cioè quello di comunicare all’AIFA la reazione avversa dopo aver ricevuto una profilassi vaccinale che un ospedale è obbligato a fare. Anche Grazia Scarcelli, la prima ad essere stata intervistata, e Antonella Cresciotti racconteranno anche loro la travagliata storia delle proprie figlie, colpite da gravi patologie invalidanti, che disarmano gli stessi medici che creano muri di gomma, che negano l’esistenza dei danni e si rifiutano di fare la farmacovigilanza, isolando completamente queste famiglie. Racconti che parlano di muri di omertà che gli genitori devono scalare a piedi nudi, perché queste storie tracciano una crepa mostruosa, quella che con il silenzio si vorrebbe nascondere. Ma se siamo sicuri che il vaccino è super sicuro, perché si è reticenti a fare la farmacovigilanza, violando anche una legge? Aumenterebbero i numeri delle casistiche? Ricordiamo ai nostri lettori come sia stato da poco scoperto lo scandalo delle mancate segnalazione alla rete di farmacovigilanza, arrivate solo dopo tantissimi anni. L’AIFA in merito ha attivato un’indagine interna? Quali farmaci erano stati segnalati? Quali sono le ditte farmaceutiche coinvolte? Ma soprattutto è stata richiesta una verifica di sicurezza?

Grazie a Radio Colosseum potrete ascoltare e conoscere la storia di queste ragazze. Storie di famiglie non sufficientemente seguite a dovere dalle istituzioni sanitarie, e che sulla loro strada hanno incontrato medici che si sono rifiutati di fare la farmacovigilanza, un ossimoro evidente rispetto alla campagna della farmacovigilanza ora ripartita a firma della ministra Lorenzin. Queste famiglie hanno toccato con mano purtroppo l’esatto contrario, ma soprattutto dimostrano come sia stato leso un loro sacrosanto diritto.

Radio Colosseum con David Gramiccioli, senza veli ha ingranato la marcia per un viaggio nel mondo dei danni da vaccino. L’avvocato Mastalia, legale della famiglia Pezzotti ricorda come lo stesso burgiandino (foglietto delle informazioni) del vaccino quasi mai viene letto dagli stessi medici, dove invero si possono trovare informazioni importanti sia sulla sicurezza che sull’efficacia del presidio medico. Spesso si pensa che queste ragazze diventino immuni dal cancro da papilloma virus, in realtà è un’affermazione grave, perché solo un test potrà scongiurare l’assenza di tale infezione, visto che i vaccini non sempre immunizzano. L’Osservatore d’Italia mette a disposizione il link della trasmissione andata in onda il 12 maggio 2105 https://soundcloud.com/webradiocolosseum/ouverture-12-05-2015