TORINO TRUFFA MILIONARIA, MEDICO E COMPLICE SIMULARONO UN FALSO INFORTUNIO Il NAS

Il NAS è riuscito ad arrestare anche il complice del medico che inscenò Il “falso infortunio”. All’attore medico la truffa aveva fruttato un maxi risarcimento di un milione trecentomila euro nonché pensioni vitalizie INPS ed INAIL dei quali 450.000 già percepiti nonché pensioni vitalizie INPS ed INAIL per circa 5000 euro al mese

di Cinzia Marchegiani

Torino (TO) – Una truffa milionaria a danno del sistema Sanitario Nazionale e alle casse dello Stato italiano era stato scoperto a febbraio 2015 quando il NAS di Torino, a conclusione di articolata attività di indagine, in esecuzione di ordinanza cautelare emessa dal PM Antonio Rinaudo, aveva arrestato un medico anestesista iraniano di 56 anni che si fingeva paraplegico su sedia a rotelle.

LA FRODE COL RISARCIMENTO MILIONARIO
I Carabinieri accertarono che il medico nel 2012 aveva simulato una caduta dalle scale dell’ospedale dove lavorava, accusando una diminuzione della sensibilità agli arti inferiori ed al braccio destro nonché la perdita della vista all’occhio destro ed un acuto dolore alla colonna vertebrale che lo costringeva a muoversi su una sedia a rotelle.
Il “falso infortunio” ha fruttato al medico un maxi risarcimento di un milione trecentomila euro nonché pensioni vitalizie INPS ed INAIL dei quali 450.000 già percepiti nonché pensioni vitalizie INPS ed INAIL per circa 5000 euro al mese. Dagli enti previdenziali il falso invalido aveva già percepito nell’anno scorso circa 60.000 euro non dovuti.

IL FALSO INVALIDO SCOPERTO DAI CONTROLLI
I controlli dei Carabinieri però dimostrarono che gli esami clinici non giustificavano affatto i sintomi dichiarati dal truffatore, che non vi erano lesioni visibili alla colonna vertebrale, il tono muscolare non era in alcun modo decaduto e che il falso invalido conduceva una vita assolutamente normale: si recava al bar con gli amici, trasportava pesi anche consistenti, si occupava dei lavori di ristrutturazione della propria villa, spingeva il carrello del supermercato, caricava un sacco di cemento sul baule dell’auto che guidava regolarmente, si muoveva sempre con passo sicuro ed agile, salvo poi farsi accompagnare da un fidato complice quando si doveva recare a visita medico legale.
Il medico è stato condotto dai Carabinieri al carcere delle Vallette.

NUOVO BLITZ, IL NAS PROCEDE ALL’ARRESTO DEL COMPLICE
Finisce con esito positivo le indagine dei Carabinieri. E’ notizia di pochi giorni fa con cui il NAS di Torino, a conclusione della seconda fase delle indagini che avevano portato nel febbraio scorso all’arresto del medico iraniano finto paraplegico su sedia a rotella, ha tratto in arresto anche il suo fidato complice, dando esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Torino, Agostino Pasquariello, su richiesta dei PM Antonio Rinaudo e Andrea Padalino.
Le indagini hanno permesso ai Carabinieri di scoprite che il fidato “tuttofare” in passato si era dedicato all’insegnamento presso diverse Scuole Medie di Torino e Provincia, quale supplente di matematica, pur non avendo mai conseguito un titolo di studio valido ed esibendo ai dirigenti degli Istituti false autocertificazioni di una laurea in biologia mai conseguita. L’arrestato è stato condotto dai Carabinieri al carcere delle Vallette.




MINISTERO DELLA SALUTE: RIPRISTINATO IL TAVOLO SUI METODI ALTERNATIVI PER LA SPERIMENTAZIONE FARMACI

La querelle tra Ministero della Salute e il Partito Animalista Europeo ha trovato risoluzione solo all’avvenuta iscrizione nel registro degli indagati del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin e del direttore generale sanità animale e farmaci veterinari, Silvio Borrello

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di Cinzia Marchegiani

Roma – Una querelle durata due anni finita con la vittoria del Partito Animalista che aveva diffidato il Ministro della Salute al riavvio dei Tavoli Ministeriali sui metodi alternativi che dovevano sostituire l’utilizzo degli animali nelle fasi della sperimentazione di farmaci, invece avviati dal suo predecessore l’ex. Ministro Renato Balduzzi nel migliore dei modi.


L’Osservatore d’Italia ha seguito sin dall’inizio questa battaglia portata avanti con determinazione dal Partito Animalista Europeo, testimoniando anche una con una video intervista le affermazioni del ministro Balduzzi, che ricordava, davanti alle nostre telecamere, quanto fosse importante il proseguimento di un confronto scientifico tra ricercatori e scienziati per un progresso non solo medico, ma anche teso alla tutela sia degli animali, ma anche dei consumatori dei farmaci stessi.

La storia ha dimostrato che la querelle ha trovato risoluzione solo dopo che il caso è finito sotto la lente della procura. Al PAE di fatto era pervenuto un documento ufficiale, afferente il tavolo tecnico-scientifico sui metodi alternativi alla sperimentazione animale.

CONFERMATA VOLONTA' RIPRISTINO TAVOLO MINISTERIALE 
Proprio quest’oggi, il 23 maggio 2014 il PAE ci tiene aggiornati indicandoci che il Ministero della Salute, con documento a firma del nuovo Direttore generale della sanità animale e farmaci veterinari, Dott. Silvio Borrello, indirizzato alla segreteria nazionale del Partito Animalista Europeo, il Ministero conferma la volontà di ripristinare il Tavolo tecnico-scientifico sui metodi alternativi alla sperimentazione animale attendendo nuove comunicazione dal Pae per calendarizzare il prossimo incontro tra gli esperti.

Il presidente del Pae, Stefano Fuccelli soddisfatto di questa importante missiva dichiara: "Apprendiamo con soddisfazione che non esiste una pregiudiziale da parte dell'Amministrazione a riconvocare il Tavolo, anche se avremmo gradito una risposta nei tempi legali e spontanea alla nostra diffida dello scorso novembre piuttosto che in seguito all'iscrizione sul registro degli indagati del Ministro Lorenzin e del Direttore generale Borrello, a causa della nostra denuncia. Adesso il tavolo, bloccato da due anni, verrà ripristinato ma con importanti cambiamenti, dal numero degli esperti sulle alternative che dovrà risultare equivalente alla controparte per sopperire l'inaccettabile sperequazione (3 su 17) alle strategie da adottare, avendo ottenuto adesso, sempre a seguito dell'indagine giudiziaria, il Resoconto della riunione del tavolo di concertazione sui metodi alternativi alla sperimentazione animale del 14 giugno 2013”.

Fuccelli fa presente che al Prof. Bruno Fedi, primario ospedaliero, è stato conferito l'incarico di formare una squadra di esperti altamente specializzata, ben amalgamata e sinergica, un team performante da contrapporre ai ricercatori pro-test. “Decisione presa con l’obiettivo – spiega Fuccelli – di rendere un gruppo coeso ma anche dialogante con il mandante politico che formalmente ha inaugurato il Tavolo al fine di evitare atteggiamenti di ingiustificato silenzio già causati da inaccettabili pressioni esercitate dal precedente Direttore generale Gaetana Ferri, rimossa perché indagata dalla magistratura a seguito di nostre denunce".

A molti di coloro che hanno vissuto tutte le tappe di questa battaglia di trasparenza e legalità scientifica rimane una grande amarezza, quella nel dover accettare come l’attenzione dei preposti ministeriali viene sollecitata in virtù di denunce e diffide, che possono essere messe in atto da grandi associazioni o partiti.

L’Osservatore d’Italia continuerà a seguire questo importante progresso scientifico, teso a tutelare il benessere degli animali, ma anche quello delle persone. I consumatori sono parte di una lunga catena nella sperimentazione dei farmaci, troppe volte inconsapevoli del ruolo della farmacovigilanza post-marketing con cui invece si ottengono informazioni vitali sull’efficacia e sicurezza dei prodotti in commercio, perchè rivolta ad un campione più vasto ed eterogeneo che non si avrà mai nei trials clinici. 




VELLETRI: LE SEQUESTRANO LA CASA. LA STORIA DI BARBARA, COSTRETTA A VAGABONDARE

La storia di Barbara Di Bernardo, con una casa da un anno sotto sequestro per le indagini sull’omicidio di sua madre avvenuto nell’appartamento di famiglia, ha dovuto vagabondare di casa in casa. Mentre il Comune di Velletri non ha mai risposto alle sue richieste di aiuto, la San Girolamo Emiliani Velletri Onlus, mette a disposizione una camera, pur non essendo pagata dal Comune

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di Cinzia Marchegiani

Velletri (Rm) – La signora Di Bernardo, pur avendo una casa, era costretta a mendicare un posto dove dormire e poter provvedere all’igiene personale in quanto il tribunale di Velletri dal 24 maggio 2014 aveva sequestrato l’appartamento dove viveva, ritenuto importante per le indagini poiché era stato teatro dell’omicidio di sua madre per mano dei suo stesso fratello.

Insomma per un anno Barbara ha errato, andando di casa in casa usufruendo della gentilezza e della solidarietà di tanti amici e conoscenti che gli concedeva l’opportunità di un letto dove dormire e un bagno dove provvedere ai gesti elementari dell’igiene personale. Nonostante il Comune di Velletri conoscesse la sua storia, non ha mai risposto alla posta certificata inviatagli dal suo legale, neanche dopo che il Sindaco Servadio e gli Assessori preposti sono stati messi a conoscenza del rifiuto da parte del Tribunale di Velletri del dissequestro della casa richiesto dallo stesso legale della Di Bernardo.

C’è voluto un video denuncia e un articolo di giornale, ma soprattutto la costanza del signor Ernesto Melappioni che è andato a parlare anche con i responsabili della Onlus San Girolamo Emiliani di Velletri, struttura predisposta all'accoglienza dei senza fissa dimora della città di Velletri, affinché a Barbara fosse riconosciuta la dignità come persona.

L’Osservatore d’Italia aveva voluto vederci chiaro circa un video denuncia a cura di Ernesto Melappioni che girava già da tempo su internet. 

ONLUS SAN GIROLAMO EMILIANI DI VELLETRI ONLUS CHIEDONO UN INCONTRO
I responsabili della Onlus San Girolamo Emiliani di Velletri – struttura predisposta all'accoglienza dei senza fissa dimora della città di Velletri – hanno contattato l’autore della video denuncia, dopo aver conosciuto la disavventura di Barbara Di Bernardo. Roberto Cavola, il responsabile di questa struttura intervistato spiega nei dettagli l'attuale situazione sociale dell'accoglienza di Velletri. Emerge che la stessa Onlus operante con il Comune di Velletri da dicembre del 2014 non riceve più i fondi stanziati dalla Regione Lazio: “Il Comune di conseguenza ha interrotto la convenzione con la Onlus anche se precedentemente gli aveva richiesto e fatto abbassare la quota giornaliera da 40 Euro al giorno a soli 25 Euro”.
Quindi esiste una struttura nuova, dove Barbara potrebbe, con l’aiuto temporaneo del Comune e dell’associazione San Girolamo Emiliani, essere aiutata per un periodo temporaneo, fino a quando, non sia ufficiale il dissequestro da parte del Tribunale di Velletri.

Insomma sembrerebbe che il comune non riesca a trovare 25 euro al giorno per mettere ai ripari temporanei una donna che ha già subito un dramma ancora più grande dell'essere rimasta senza casa.

BARBARA RIESCE AD INCONTRARE IL SINDACO DI VELLETRI SERVADIO
Barbara finalmente riesce a parlare con il Sindaco di Velletri, il quale però sembra non aver prospettato alcuna soluzione per la signora Di Bernardo, se non quello di promettere un consulto con il Tribunale di Velletri, come se fosse possibile intercedere al dissequestro del suo appartamento. A Barbara hanno prospettato anche di fare una domanda per una casa popolare. Insomma porte chiuse da parte del primo cittadino che invero, da quello che si apprende dalle ultime notizie dovrà sistemare 79 rifugiati provenienti dall’Africa.

SAN GIROLAMO EMILIANI, ACCOGLIERÀ A SUE SPESE DI BERNARDO
Con una lettera inviata a Ernesto Melappioi via posta elettronica, che rendiamo pubblica con il consenso del mittente, Roberto Cavola responsabile della San Girolamo Emiliani Onlus di Velletri informa che non lascerà da sola Barbara. Lasciamo ai nostri lettori la sua lettura:

Buongiorno Ernesto,
questa mattina la sig.ra Di Bernardo ha avuto un incontro con la dirigente dei servizi sociali del comune, incassando un bel 2 di picche. La dott.ssa in questione ha suggerito a Barbara di presentare una richiesta formale per un alloggio temporaneo, il che significa rispettare una certa graduatoria con tempi di attesa di qualche anno, sottolineando che nel nostro centro di accoglienza non c’è posto e che se anche ci fosse sarebbe stato per non più di una settimana!!!! Ora tra le altre cose, noi vorremmo capire se le responsabilità di tali scelte scellerate, sono da attribuire all’apparato tecnico del comune o a quello politico, dopodiché ci muoveremo di conseguenza… Questo è un chiaro segnale da parte dell’amministrazione, i bisogni dei cittadini veliterni vengono dopo aiuole e sampietrini, perché le "grandi menti" imprenditoriali pensano solo ai profitti. Il centro di accoglienza notturna di San Martino, nato proprio per questo tipo di emergenze NON SERVE PIU'??? La sig.ra Barbara stamattina è venuta da noi in lacrime chiedendoci di aiutarla, minacciando in oltre gesti avventati e sconsiderati. La nostra scelta è quella di ospitare Barbara presso la nostra struttura, senza troppi formalismi e a titolo completamente gratuito, perché i ‘poveri cristi’ non solo subiscono l’ingiustizia ma si trovano anche a lottare continuamente contro di essa! ‘Solidarietà’ è una parola che non sempre piace, perché essere solidali significa anche lottare contro le cause strutturali della povertà, la disuguaglianza, la mancanza di lavoro, la terra e la casa, la negazione dei diritti sociali e lavorativi. È far fronte agli effetti distruttori dell’Impero del denaro, che molti subiscono e che tutti siamo chiamati a trasformare. La solidarietà, intesa nel suo senso più profondo, è un modo di fare la storia. Restiamo a disposizione. Buona giornata!”

UN FINALE AMARO MA PIENO DI SOLIDARIETÀ, CHI INDAGA?
Barbara è una donna che nel suo immenso dolore ha dimostrato una dignità incredibile, ma per le istituzioni è solo un fantasma da nascondere. Tanto dolore ha colpito il suo cuore, spade violente hanno ferito e rimangono impunite. Nella sua disgrazia Barbara ha toccato con mano l’inconsistenza e il silenzio delle istituzioni, ma fortunatamente ha ricevuto anche tanta solidarietà dei suoi stessi concittadini. Un giorno un angelo ha posato gli occhi sulla sua vita che ha permesso al mondo intero di conoscere la sua folle storia. L’associazione San Girolamo Emiliani ha accolto la richiesta di auto, nella consapevolezza che solidarietà, diventa verbo solo all’atto della sua realizzazione. 


E ora rimane lecita una domanda: il dramma di Barbara è diventato pubblico e ha messo in evidenza profonde responsabilità, quelle disattese dalle stesse istituzioni. Quando dolore una donna deve mettere in pubblica piazza, quanti angeli deve incontrare affinché non diventi un numero da statistica, ma una persona con una dignità da difendere? Le istituzioni si devono far garante di queste storie, perché Barbara non può essere lasciata sola, il suo grido si legge nei suoi occhi, nel suo sguardo ferito e triste. Lei rappresenta chiunque di noi, che in un momento di difficoltà è stato messo ai margini come un appestato. La politica si interroghi e faccia le sue dovute conclusioni.




GERMANIA: LIBERATA UNA PECORA TROVATA IN UN BORDELLO

Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è necessaria sulla specifica materia una legge comunitaria che rafforzi il complesso di leggi che tutelano il benessere degli animali che già esiste in paesi come Danimarca, Germania, Svezia e Norvegia, per evitare gli abusi sessuali in danno di cani, cavalli e pecore che è parecchio diffuso

di Cinzia Marchegiani

Monaco di Baviera (Germania) – Una notizia che riporta al centro della polemica la prostituzione nei bordelli europei e la tutela degli animali. Il giornale Bild lo scorso giovedì 21 maggio 2015 pubblicava la notizia riguardante l’esito di un controllo anti-droga effettuato dalla Polizia tedesca nel locale a luci rosse, il Virgin Suite. Mentre si procedeva alla ricerca di sostanze stupefacenti, è stata trovata una pecora. L'animale, di nome Birke, dormiva insieme ad un transessuale di 25 anni. La notizia ha lasciato sgomenti, si legge che il transessuale, un 25enne chiamato Nora, non ha voluto spiegare i motivi per i quali teneva con sé la pecora. Secondo la proprietaria del bordello, citata dalla Bild, sono escluse connotazioni sessuali. A suo dire il transessuale lavorava come pastore nel Nord della Germania prima di passare al meretricio. Forse Birke voleva solo essere un ricordo dei tempi che furono. In ogni caso l'animale è stato sequestrato dalla polizia e portato in un rifugio di Monaco di Baviera, in attesa di trovarle un nuovo padrone.

Il Presidente Giuseppe D’Agata dello Sportello dei Diritti, in merito a questa notizia ricorda che l’"Ethical council for animals" ha pubblicato una nota con cui fa presente che arrivano frequenti segnalazioni di club che organizzano spettacoli di sesso con animali, oltre che di bordelli con animali in Europa. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” è necessaria sulla specifica materia una legge comunitaria che rafforzi il complesso di leggi che tutelano il benessere degli animali che già esiste in paesi come Danimarca, Germania, Svezia e Norvegia, per evitare gli abusi sessuali in danno di cani, cavalli e pecore che è parecchio diffuso. E D’Agata in virtù di queste notizie ricorda che il dato è suffragato da un’altra inquietante informativa pervenuta anni fa al ministero della Giustizia danese, in cui almeno un veterinario scandinavo su 5 sospettava di avere in cura animali vittime di abusi sessuali subiti da esseri umani: “Anche in Italia, è un fenomeno, quello del sesso con gli animali, che si sta diffondendo sempre più anche nel nord Italia. Nella sola zona del Ticino sarebbero una quarantina i proprietari di cani o altro che si dedicano all'amore carnale con i loro animali. L'ha segnalato una pentita, che ha spiegato al'Aidaa che gli animali usati sarebbero stati cani e cavalli, e le zona d'azione quelle di Milano, Como, Sondrio, Novara, Varese e, come detto, il Canton Ticino, nello specifico il Luganese”– conclude Giovanni D’Agata che di fatto ha illustrato scenari macabri sull’abuso degli animali che sembrano ancora giacere nel sottobosco delle violenze e ancora raccontate come se fossero leggende metropolitane.




TORINO, RAID DAL CAMPO ROM: DISTRUTTA COMPLETAMENTE LA SEDE ENPA

di Cinzia Marchegiani

Torino – Una trentina di persone, fra cui alcuni minori, ha assaltato la sede e l'ambulatorio sociale ENPA di via Germagnano 8, distruggendo completamente la sede e lasciando terrorizzati e imprigionati nelle gabbie rovesciate alcuni animali ospitati nell'ambulatorio, su cui sono in corso accertamenti clinici. Terminata la loro 'opera' sono rientrati nel campo, sotto gli occhi dei Carabinieri. Si stimano danni ad impianti, apparecchiature elettroniche e medicali, mobilio, medicinali per un danno di circa 100mila euro. Molta documentazione è andata distrutta per l'allagamento dovuto ai tubi letteralmente strappati dai muri.

Una devastazione annunciata da decine di intrusioni denunciate negli ultimi mesi e oggetto di diverse interpellanze comunali che hanno solo evidenziato l'incapacità di Comune e Prefettura nel garantire un minimo di ordine pubblico e sicurezza in queste zone di Torino, dove la presenza di onesti cittadini arreca evidentemente fastidio alle attività illecite.

Questo vero e proprio attentato alla tutela degli animali, che è indicatore di civiltà per la società civile, è il simbolo di una città che, mentre ridimensiona e centellina servizi previsti e garantiti dalla legge, abdica ai rom, con milioni di euro spesi in permissivi mediatori culturali, assistenza sanitaria nei campi, cooperative di sostegno, personale di vigilanza, continue ristrutturazioni e con quotidiani interventi di vigili del fuoco.

Le forze dell'ordine intervengono solo per verbalizzare i danni, osservando ignave la quotidiana proliferazione di nuovi insediamenti abusivi e ritornando il più presto possibile al sicuro dei propri comandi. Ad essere lasciata in balìa della impunita arroganza dei nomadi è l'iniziativa privata e solidaristica.

ENPA Torino, preso atto che le Autorità preposte non sono in grado di garantire l'ordine pubblico né l'integrità della struttura e degli eventuali ennesimi ripristini, né la sicurezza a dipendenti, volontari ed animali ospiti, provvederà nei prossimi giorni all'evacuazione della struttura, il cui futuro dipenderà da atti concreti e non dalle parole del buonismo politicamente corretto. Un danno enorme per ENPA, ma anche per la civiltà di una città.

E l’ENPA lancia un accorato annuncio: “Chi volesse dare una mano, magari adottando uno dei nostri sfortunati animali, può contattarci su torino@enpa.org o visitare il sito www.enpatorino.com”.




ATTENTATO TUNISI:LA LEGA ACCUSA IL GOVERNO DI FAVOREGGIAMENTO

di Cinzia Marchegiani

Roma – La Lega Nord contesta il governo dopo l’arresto del 22enne marocchino Abdel Majid Touil, presunto autore della strage del Bardo, entrato in Italia infiltrandosi sui barconi e il  20 maggio 2015 si è recata al Comando dei Carabinieri presentando l’esposto. I reati citati nella denuncia sono “favoreggiamento del terrorismo – favoreggiamento dell’immigrazione clandestina – omicidio colposo – assistenza agli associati” (articolo 270 ter del codice cenale). Non hanno visto altra possibilità i capigruppo di Camera e Senato Massimiliano Fedriga e Gian Marco Centinaio, se non recarsi alla caserma dei carabinieri di San Lorenzo in Lucina, a Roma. Si legge: “Con Mare Nostrum prima e Triton poi il governo ha fatto sbarcare sulle coste italiane oltre 170mila clandestini, ma il governo ne sta gestendo solo 64.886 e di queste solo 36.330 hanno presentato domanda, poi esaminata, per l’eventuale richiesta di asilo politico o del più generico permesso di soggiorno per motivi umanitari e solo 3.650 istanze sono state accolte per motivi di asilo politico”.

Ne consegue che “ben 105mila persone sbarcate non sono mai state identificate o si sono sottratte volontariamente all’identificazione e parrebbero soggetti presenti sul territorio in stato di clandestinità”, insieme a chi ha presentato richieste respinte. Il Carroccio segnala inoltre alle forze dell’ordine che “altre 200mila persone sarebbero presenti sulle coste libiche” pronte ad essere imbarcate.

Mare Nostrum e Triton sarebbero stati quindi – per i parlamentari leghisti – “un aiuto fattivo e concreto ai trafficanti”. La Lega Nord cita ‘Foreign Policy’ nel ricondurre il traffico degli esseri umani a un’arma nelle mani dell’Isis e le rivelazioni del consigliere del governo libico di Tobruk Abdul Basit Haroun, per cui i barconi sarebbero utilizzati per infiltrare pericolosi adepti dell’organizzazione in Europa, come sembra dimostrare l’arresto di Touil Abdel Majid. Ma, nonostante questo – contesta la Lega – i ministri italiani direttamente coinvolti nella sicurezza nazionale (premier, Alfano e Gentiloni) hanno pubblicamente e ufficialmente negato ogni possibile rischio: "E’ quindi possibile ritenere che il governo italiano stia favorendo, attraverso un apporto determinante, in modo esterno, le associazioni criminali mafiose che avrebbero ritenuto il nostro Stato quello più adatto agli sbarchi” conclude il comunicato della Lega.

Paolo Arrigoni, componente per la Lega Nord del comitato Schengen in merito dichiara:”La situazione è gravissima. Solo Renzi e Alfano negano l'evidenza. Oggi il comandante generale della guardia di finanza in comitato Schengen ha evidenziato come le tratte dello sfruttamento passino anche dalla Turchia e dall'Egitto – continua Arrigoni – paesi che questo governo considera 'amici'. Questa è l'ennesima prova delle bugie del ministro dell'interno che si giustifica sempre dicendo che il problema è solo in Libia e che l'instabilità politica di questo stato impedisce soluzioni. Sembra che il governo stia aspettando un dramma per muoversi. Abbiano un sussulto di dignità,si rendano conto della loro inadeguatezza, se ne vadano lasciando così posto a chi è in grado di gestire e fermare l'invasione" conclude Arrigoni.




EXPO 2015: IL 73% DEGLI ITALIANI È CONTRARIO AGLI OGM IN AGRICOLTURA


di Cinzia Marchegiani

Milano (MI) – Emerge un’esigenza di trasparenza e una cultura non trasgenica da parte degli italiani, ma non solo. Il 18 maggio 2015 all’ EXPO Milano 2015, al Padiglione Coldiretti sono stati presentati, i dati del V Rapporto “Gli italiani e l’agricoltura” con un focus su “Commercio globale e agricoltura multifunzionale” durante il convegno che aveva il tema incentrato su “L'agricoltura che sconfigge la crisi. La sfida della multifunzionalità” organizzato dalla Fondazione UniVerde e da Coldiretti. All’incontro sono interventi Roberto Moncalvo, Presidente Nazionale Coldiretti ed Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente Fondazione UniVerde. Ad illustrare il rapporto è stato Antonio Noto, Direttore IPR Marketing, che ha segnalato come i dati indichino che per gli italiani c’è poca attenzione per l’agricoltura nel nostro Paese e che la condizione dei coltivatori negli ultimi anni sia peggiorata, soprattutto a livello economico. La percezione è che gli addetti al settore guadagnano molto poco per la loro attività. L’85% del campione di riferimento ritiene che gli agricoltori svolgono un ruolo importante nella protezione dell’ambiente perché mantengono in vita una tradizione che altrimenti si estinguerebbe, proteggendo il territorio contro il dissesto idrogeologico. Per l’86% dovrebbero ricevere un incentivo economico per la loro attività a servizio dell’intera collettività.

GLI ITALIANI E L’AGRICOLTURA
Il panel, costituito da mille cittadini, disaggregati per sesso, età, area di residenza, ha mostrato di conoscere e gradire l’agricoltura multifunzionale. Tra le attività realizzate dalle imprese agricole multifunzionali le più apprezzate sono: l’agriturismo; i farmer’s market; le fattorie didattiche; gli agri ospizi per anziani e l’82% degli italiani iscriverebbe il proprio figlio ad un agro asilo. Riguardo ai prodotti agricoli, il 43% degli italiani dichiara che, quando possibile, preferisce acquistarli direttamente in fattoria e rispetto a quelli provenienti da altri Paesi ne apprezza il gusto e il sapore. Il 60% non ha dubbi nel ritenere quelli freschi molto più sicuri rispetto a quelli trasformati o industriali. L’84% si fiderebbe di più della qualità acquistandoli direttamente dal produttore o coltivatore, il 69% in un negozio tradizionale e il 64% al mercato rionale. L’attenzione verso i prodotti agricoli freschi si conferma anche nella scelta del ristorante. Il 90% apprezza che nel menù siano indicati prodotti di stagione e a km 0.

GLI OGM E LE ETICHETTE PRODOTTI
Sull’uso degli OGM in agricoltura gli italiani non hanno dubbi: il 73% si dichiara contrario. Il 90% vorrebbe delle etichette che indicassero chiaramente prodotti OGM free in modo da poter scegliere consapevolmente. Anche per i cosmetici il 44% gradisce di più quelli naturali provenienti da agricoltura biologica. “L'agricoltura multifunzionale – dichiara Alfonso Pecoraro Scanio -, che è sempre più sociale e ambientale, dà molto all'Italia e merita di ricevere di più. I risultati del V Rapporto mostrano come gli Italiani amino la nuova agricoltura, cresciuta in questi anni che dà sempre più lavoro anche ai giovani, e chiedono alle istituzioni una maggiore considerazione per questo settore. La manutenzione del territorio, l'investimento sul biologico e sulla filiera libera da Ogm fanno dell'agricoltura Italiana una best practice a livello europeo. Expo non può ridursi ad una “Gardaland” del cibo ma deve essere l'occasione per rendere noti i risultati raggiunti in questi anni e indicare anche all'Europa una nuova visione”.
Il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo spiega: “Guardando ai bisogni dei consumatori abbiamo costruito in questi anni un modello di sviluppo agricolo vincente replicabile in ogni parte del pianeta che l'Italia deve sapere offrire all'Expo – e precisa Moncalvo sottolinea – i più pronti ad accorgersene sono stati i tanti giovani che vedono nell’agricoltura italiana e nell’alimentazione Made in Italy una importante traiettoria di futuro In Italia e vedono una prospettiva di lavoro futuro nel cibo quasi uno studente su quattro con ben il 24 per cento degli iscritti al primo anno delle scuole secondarie superiori tecniche e professionali che ha scelto, per l’anno scolastico 2014/2015, un indirizzo legato all’agricoltura, all’enogastronomia e al turismo”.

TIPP-ACCORDO DI LIBERO SCAMBIO TRA UNIONE EUROPEA E STATI UNITI
Nel rapporto è stato realizzato anche un focus su “Commercio globale e agricoltura multifunzionale”. Sono ancora in pochi (il 14%), ad essere a conoscenza del TIPP (Accordo di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti). Quando al panel viene spiegato di cosa si tratta, il 98% dichiara che non consumerebbe mai pollo trattato con bagni di antimicrobici a base di ipoclorito di sodio (varechina) o carne trattata con ormoni. Il 94% non mangerebbe l’imitazione del parmigiano reggiano prodotto negli Stati Uniti e il 91% carne o latte provenienti da animali clonati.




OLOCAUSTO: LA GERMANIA RISARCISCE 4000 EX SOLDATI SOVIETICI PRIGIONIERI DEI NAZISTI

In Italia la Corte di Cassazione si era pronunciata l’11 marzo 2004 sul caso Ferrini contro Germania, affermando che i tribunali italiani dovevano prendere in considerazione le denunce di persone deportate durante la Seconda guerra mondiale e costrette a svolgere lavori forzati in Germania

 

di Cinzia Marchegiani

Furono quasi 5,3 milioni di militari sovietici ad essere imprigionati dai nazisti fra il 1941 e il 1945, mentre le condizioni di stenti estreme ne portarono alla morte oltre la metà di loro. Molti vennero uccisi tramite fucilazione. Altri, durante una reclusione segnata da condizioni disumane, soffrirono l'inedia o morirono a seguito di malattie. Ora arriva per la Germania il momento delle sue responsabilità, e il risarcimento materiale dei danni con il pagamento di 10 milioni di euro che sarà effettuato dalla Germania a titolo di indennizzo per circa 4.000 soldati dell'ex Unione Sovietica, ancora viventi, che subirono la prigionia inflitta dai nazisti all'epoca della Seconda guerra mondiale. Lo stanziamento complessivo, sembrerebbe essere stato concordato come voce supplementare di bilancio dalla coalizione di Governo composta da democristiani e socialdemocratici. A ognuno dei sopravvissuti, spetterà così un risarcimento personale nella misura di circa 2.500 euro.

I SOVIETICI LE PRIME FORZE AD AVVICINARSI AI CAMPI DI CONCENTRAMENTO
Le forze sovietiche furono le prime ad avvicinarsi ad alcuni tra i campi più importanti, raggiungendo quello di Majdanek, vicino a Lublino (Polonia), nel luglio del 1944. Sorpresi dalla rapida avanzata sovietica, i Tedeschi avevano cercato di nascondere le prove dello sterminio distruggendo il campo. Il personale aveva dato fuoco al grande crematorio usato per bruciare i corpi dei prigionieri uccisi, ma nella fretta dell’evacuazione le camere a gas erano rimaste intatte. Nell’estate del 1944, i Sovietici conquistarono anche le zone in cui si trovavano i campi di sterminio di Belzec, Sobibor e Treblinka, campi che i Tedeschi avevano smantellato nel 1943, dopo l’eliminazione della maggior parte degli Ebrei polacchi.I Sovietici liberarono Auschwitz, il più grande campo di concentramento e di sterminio, nel gennaio del 1945. Avendo i Nazisti costretto la maggior parte dei prigionieri a marciare verso ovest (in quelle che sarebbero poi divenute famose come “marce della morte”), i soldati Sovietici trovarono, ancora vivi, solo alcune migliaia di prigionieri emaciati e sofferenti, insieme a molte prove degli assassinii di massa compiuti ad Auschwitz. I Tedeschi in ritirata avevano distrutto la maggior parte dei magazzini del campo, ma in quelli rimasti in piedi i Sovietici trovarono gli oggetti personali delle vittime: scoprirono, ad esempio, centinaia di migliaia di abiti maschili, più di 800.000 vestiti da donna e più di 6.000 chili di capelli.

AMMISSIONE RESPONSABILITA’ DELLA GERMANIA
Il presidente tedesco Joachim Gauck, nella sua allocuzione commemorativa per i 70 anni dalla fine del conflitto – aveva sottolineato le responsabilità della Germania e affermato che nel suo paese non è ancora del tutto diffusa la consapevolezza del destino crudele subito all'epoca dai militari sovietici. Mentre 700 mila furono gli italiani schiavi di Hitler e la loro vicenda riguardò altrettante famiglie e coinvolse milioni di italiani.

GIUSTIZIA PER GLI ITALIANI?
Gli italiani occuparono uno dei gradini più bassi nella scala razziale – economico – politica che regolava il trattamento dei 14 –18 milioni di schiavi di Hitler, in gran parte deportati dall’Europa orientale nel territorio del Reich. Gli italiani furono gli ultimi prigionieri ad essere rimpatriati dai Lager. Buona parte rientrò autonomamente in condizioni pietose. Almeno 50 mila furono i deceduti nel Reich di fame, malattie, violenze, bombardamenti. Sconosciuto il numero di quanti morirono dopo il rimpatrio. In Italia, a partire dal 1998 alcuni reduci hanno avviato cause giudiziarie individuali. La Corte di Cassazione si è pronunciata l’11 marzo 2004 sul caso Ferrini contro Germania, affermando che i tribunali italiani dovevano prendere in considerazione le denunce di persone deportate durante la Seconda guerra mondiale e costrette a svolgere lavori forzati in Germania.

PRESIDENTE SPORTELLO DEI DIRITTI, D’AGATA CHIEDE SOLUZIONE POLITICA
Dopo la sentenza della Corte di Cassazione sono stati aperti numerosi processi contro la Germania, da parte di prigionieri di guerra. Per arrivare ai nostri tempi è arrivata la sentenza “storica” della 22 ottobre 2014 della Corte Costituzionale che ha avuto un immediato effetto sulle cause giudiziarie bloccate dalla legge n° 5 del 2013 del Parlamento italiano che ratificava la decisione de L’Aja. Alcune sono diventate esecutive, altre riprendono il loro iter ed è presumibile l’avvio di nuovi procedimenti anche se la questione è ancora lungi dall’essere conclusa.

In merito interviene il presidente dello “Sportello dei Diritti”, Giovanni D’Agata: “Una soluzione politica è solo auspicabile, ma non sembra perseguita anche perché la Germania è irremovibile. Fino ad oggi tutti i governi italiani, che se ne sono occupati di questa vicenda, se ne sono sempre lavati le mani”.




ZAGAROLO: STANDING OVATION PER RAMPELLI E NOVELLI

 

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di Alessandro Rosa

Zagarolo (RM)
– Il prossimo 31 maggio anche Zagarolo va al voto per il rinnovo del consiglio comunale. Il territorio gabino diventa necessariamente un banco di prova per chi ha governato il Comune e soprattutto un esercizio di partecipazione e condivisione di progetti, emergenze e necessità.

L’On.Fabio Rampelli è tornato a Zagarolo al fianco del Portavoce di Fratelli d’Italia, Stefano Novelli dopo l’entusiasmante presentazione della lista “UNITI per ZAGAROLO – FI e FdI” che appoggia la candidatura a sindaco Aniello Nunziata tenutasi l’11 maggio 2015 a Palazzo Rospigliosi. L’On. Rampelli ha voluto dare un segnale forte di attenzione ed è ritornato appena solo cinque giorni dopo a Zagarolo per incontrare, assieme al candidati consiglieri Stefano Novelli e Barbara Mereu (FdI) i cittadini di alcune zone disastrate e disagiate dei Colli Zagarolesi. La forte partecipazione, spiega lo stesso Novelli – è un segno di come spesso queste zone lasciate volontariamente lande desolate: " senza servizi e senza sicurezza, sono sempre state ricordate esclusivamente in prossimità delle elezioni amministrative da chi ha amministrato da sempre, e che con metodica sfacciataggine ancora ripropone progetti cambiandogli semplicemente forma e vesti e presentati su fogli di carta stampati come la novità, invero dimostrando non solo di non averle mai onorate, ma che esistono figli e figliastri" conclude Novelli.

All’incontro di sabato 16 maggio, è intervenuta tanta gente, scoraggiata, esausta di una politica lontana dalle vere priorità, come quella di avere l’acqua potabile nelle proprie case. Sono loro a denunciare di essere stati oggetto di promesse mai mantenute da chi ha amministrato da sempre: “troppe volte abbiamo assistito alle sceneggiate ‘stile sfottò’ in prossimità delle elezioni comunali. Sono arrivati addirittura a scaricare i tubi sulle nostre strade, che avrebbero dovuto alimentare la rete idrica nelle nostre case, per poi riportarli via ad elezioni terminate”. Verrebbe da dire, macchietta degna della miglior “candid camera”.

L’on. Fabio Rampelli, capogruppo di FdI in Camera dei Deputati, riconoscendo la violazione di uno dei diritti primari in un paese civile, ha deciso in accordo con Stefano Novelli di presentare immediatamente un disegno di legge a tutela dei cittadini che non godono ancora di questo diritto esentandoli totalmente dal pagare qualsiasi tassa comunale.

L'iniziativa che per la prima volta tende a tutelare gli abitanti che subiscono soprusi da parte dell’amministrazione, le persone hanno accolto l’annuncio con una standing ovation.

Conclude ironicamente Novelli, rivolgendosi ai partecipanti: “cittadini zagarolesi, se verrà riconfermata l’amministrazione uscente di centrosinistra, e voi vorrete avere l’acqua nelle vostre case, non vi rimane che scoperchiare i tetti!”
Novelli ringrazia l’onorevole Rampelli, che ha dimostrato come la politica è concretezza e non un continuo slogan elettorale.




TURCHIA: LA GIOVANE KYRA OLTRAGGIATA PER AVER INSEGUITO UN SOGNO

di Cinzia Marchegiani

Quanto coraggio serve per una giovane donna poter assecondare un sogno, una passione che è tangibile nelle proprie capacità? Molto in alcuni paesi, fino ad essere minacciate e uccise per aver assecondato un desiderio, come cantare in un talent show. Siamo abituati a seguire questi format, diventati mecche per chi custodisce passioni e sogni da realizzare. Un desiderio normale che ha coinvolto anche la bellissima Kaya, ragazza curda dagli occhi grandi e verdi smeraldo, capelli lunghi corvini, un viso intelligente, una silhouette da sirena, e una bellissima voce da esibire e far conoscere al mondo. Ma Kyra ha osato troppo: lei una stella e una voce d’incanto è nata in un paese dove è difficile poter esprimere se stesse.

Osservo la trasmissione in cui si è esibita, quanta emozione poter cantare davanti a tutti e lei è davvero brava, vengono i brividi ascoltandola. La mamma anche lei è nello studio televisivo, abiti semplici, velo in testa, piange, è commossa. Chissà quali sono i sentimenti verso sua figlia, sicuramente sarà orgogliosa per la sua selezione al concorso che le ha prodotto il sostegno di Sibel Can, una famosa interprete del pop turco, ma anche molta paura e tanti pensieri per la sua dolce bambina, perché Kyra ha solo 19 anni. Un presagio quel pianto, Kyra è stata ferita alla testa nella sua casa in un paesino nella provincia di Diyarbakir. Ora mentre lei è ricoverata in ospedale, è stato arrestato il suo fidanzato assieme ad altri due complici.

Essere donna e dimostrare le proprie capacità e' generalmente considerato disonorevole, spesso i crimini d’onore sono eseguiti dagli stessi familiari, fratelli, padri, zii, a volte addirittura la madre. Per una donna in questi paesi, semplicemente solo "desiderare" è come scendere in guerra. Sono ragazze che valgono molto di più della loro voce, della loro bellezza, perché in un clima di terrore e di accettazione della propria cultura, si armano di sola passione e determinazione, e scelgono di essere se stesse. Un gesto il loro che vale molto perché custodisce una forza incredibile, quella di osare un sistema che annienta la libertà, la scelta di poter fare della propria vita anche un esempio, esempio che vale il prezzo della stessa vita. Kyra è una donna che seppur minacciata da sguardi, da manifestazioni di totale disapprovazione, da veti materici è libera da quelle catene che vorrebbero immobilizzare le sue emozioni, la sua personalità. Il gesto di Kyra custodisce un valore supremo, un patrimonio genetico che profuma di bellezza, di protesta, di orgoglio e coraggio.

La sua storia, è simile a quella di tante altre ragazze, che sanno guardare oltre la propria cultura, oltre i propri legami anche familiari, perché ci sono conquiste, seppur ardue, che non conoscono muri. E così un dono, un talento a volte diventa la vera spinta a dimostrare il proprio valore e la propria identità.  Kyra ha insegnato alla madre e anche a noi che viviamo così lontano, che i figli tracciano strade che difficilmente avremmo scelto, perché più difficili, più scomode. Chi pensa che Kyra sia stata sfortunata a nascere in Turchia, deve fare i conti con una realtà alla matrix nostrana. In una società occidentale, le opinioni, i sentimenti, i progetti sono spesso condizionati dal nostro sistema piuttosto complicato, fatto anch’esso di muri silenti, di condizionamenti, di prigioni mentali. Kyra è semplicemente una piccola donna che ha preso consapevolezza della sua vita, della sua storia e della sua cultura e chissà quanti di noi e dei nostri figli potrebbero dire altrettanto.

Questa storia come tante altre, racchiude molto di più di quello che superficialmente si potrebbe osservare. E’ il giudizio che nasce spontaneo, ovunque, e rimane imbrigliato dagli stessi fili invisibili che tracciano strade precostituite e impostate. Ma solo chi è consapevole di quelle catene può volare alto e fare una vera scelta. 




LOSANNA: SOMMINISTRATO A 79 PERSONE VACCINO ANTI AIDS CONTAMINATO

di Cinzia Marchegiani

Losanna – Brutta notizia per le persone reclutate nel lontano 2012 per uno studio sull’Aids nell’Ospedale universitario di Losanna (CHUV), uno dei 5 ospedali universitari svizzeri che attraverso la propria collaborazione con la Facoltà di Biologia e Medicina dell'Università di Losanna, ha un ruolo di livello europeo avanzate nei settori della cura medica, la ricerca medica e la formazione.
E’ stato infatti confermato lo scandalo del vaccino contaminato che è stato somministrato dal CHUV alle persone che hanno partecipato a questo studio. La notizia è stata pubblicata da Le Matin, arriva dai vertici dello stesso CHUV che ha inviato una lettera l'11 maggio ai 79 partecipanti a uno studio sull'Aids: “"Abbiamo saputo recentemente che il vaccino NYVAC, amministrato ad alcune persone dello studio HVTN 096, è stato contaminato da un batterio chiamato Mycoplasma hyorhinis".
Insomma la notizia fa il ping pong, il vaccino contaminato è stato è stato involontariamente somministrato. Il batterio provoca malattie nei porcellini, ma non nei maiali adulti. Gli scienziati non sanno se esso possa causare malattie negli umani, sottolinea la missiva del CHUV. "Ma dal punto di vista medico, si è molto tranquilli", afferma il professore Giuseppe Pantaleo del CHUV. In ogni caso la lettera invita i partecipanti a sottoporsi al più presto a un esame del sangue.

Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” commenta questa notizia: “E’ impossibile la 'contaminazione accidentale' di un vaccino stando ai protocolli dei laboratori che costituiscono una routine per i fabbricanti di vaccini, risulta praticamente impossibile miscelare a dei vaccini un virus vivo, biologicamente attivo e pericoloso. La risposta sconvolgente – continua D’Agata – è che questo non può essere stato un incidente per un insieme di protocolli di sicurezza per i laboratori che servono a prevenire le contaminazioni incrociate fra i diversi materiali. Anche se questa non è la prima volta che dei produttori di vaccini sono colti in fallo a distribuire vaccini contaminati da virus”.