ZAGAROLO VA AL VOTO CON L’ASFALTO ELETTORALE E TANTI SCANDALI AL SOLE

Un escalation di mancate responsabilità e troppi scandali e dissesti finanziari, i cittadini gabini vanno al voto

di Cinzia Marchegiani

Zagarolo (RM) – Domenica si va al voto anche a Zagarolo per il rinnovo del Consiglio Comunale. Un’amministrazione fallimentare su ogni fronte, debiti oltre 10 milioni di euro Comunale e  un finanziamento accettato con  l’anticipazione concessa dalla Cassa Depositi e Prestiti spa, a valere sul Fondo per assicurare la liquidità per pagamenti dei debiti certi, liquidi ed esigibili, dell’importo di €. 1.166.004,29 con la Cassa Depositi e Prestiti che che ha già ipotecheto le casse del comune per altri 30 anni con rata secca annua di quasi 50 mila euro…. Tutto ciò  affinché l’ex sindaco uscente Giovanni Paniccia, possa lasciare al suo successore tutte le fatture in giacenza onorate, (alcune datate 10 anni prima). Verrebbe da dire, questa ci mancava!

E’ talmente fallimentare tutto il carrozzone sostenuto da questi amministratori che l’attuale sindaco ha dato forfet agli ultimi istanti, cedendo il testimone della candidatura al nuovo pupillo di Daniele Leodori, lui che per 10 anni ha fatto il sindaco di Zagarolo, lui che poteva aiutare questo territorio essendo capogruppo in Provincia di Roma e sempre lui che ora sta in Regione Lazio governando con il titolo di Presidente del Consiglio regionale del Lazio. Il biglietto da visita di questo paese ha fatto ridere tutti i comuni limitrofi, e anche le stanze dei bottoni della Regione Lazio. Lo stesso Leodori ha provato a mandare il suo ufficio stampa per minacciare querela se il nostro giornale non toglieva immediatamente l’articolo sul suo doppio stipendio. Già, forse non era abituato che l’Osservatore d’Italia è un gionale d’inchiesta e si muove solo con le pezze d’appoggio, così si chiamano in gergo giornalistico i documenti. Era talmente preoccupato per questo articolo che si è scomodato anche telefonare alla famiglia Raschiatore, per avere il numero del cellulare della giornalista, tanto che la stessa famiglia invece pensava che quella telefonata arrivata così al’improvviso e d’estate per dare delle buone nuove sulla partenza dei lavori della scuola dedicata alla loro Ilaria. Una gestione allegra di un patrimonio pubblico, seminato da opere faraoniche mai compiute, con lo sperpero di denaro pubblico proveniente dai bandi regionali e anche dalle casse dello stesso comune, intrappolati in cemento e cantieri fermi da anni, alcuni eclatanti, come la scuola Colle dei Frati, un appalto che doveva immediatamente proteggere la scuola dal pericolo sismico, si parla di scivolamento della scuola, ora ancora tutto fermo con l’indecenza che la scuola non è in sicurezza. L’Osservatore d’Italia ha cantato le gesta di questi disastri, fotografando responsabilità e mala amministrazione che nessuno ancora ad oggi è stato capace di prendersi la paternità, si sa è sempre colpa di qualcuno, ma mai i presenti alla cena del banchetto. Eppure il Sindaco Paniccia lascia una traccia indelebile, parla di trasparenza dell’operato ma solo su carta, non si sa ancora che fine ha fatto la scuola che doveva essere dedicata alla piccola Ilaria Raschiatore, i genitori ancora attendono di poter accedere agli atti, d’altronde anche la sottoscritta, aveva fatto un accesso agli atti che ancora giace in cantina dal lontano settembre 2014. Non si fanno comunicati ufficiali sulle opere in questione, si sa… rimarrebbe una traccia per i posteri, meglio farci campagna elettorale, il passa parola funziona sempre, tante promesse mai confutate da alcun documento, e la gente ha pur bisogno di credere in qualcosa, poi se parla un personaggio pubblico e un istituzione, non fai il processo al’intenzione, ci credi punto e basta. Sia mai si faccia un’assemblea pubblica per spiegare ai cittadini, tra l’altro chiesta dalla stessa famiglia Raschiatore, soprattutto con chi conosce la vera storia e l’ha seguita passo passo e ne ha fatto diverse inchieste… e no! L’accesso e l’informazione rimarrà relegata alle cene elettorali, dove i nuovi candidati consiglieri, pur di accaparrare un voto, farebbero promesse che non posso mantenere, ma soprattutto non conoscono neanche la reale situazione, quella è rimasta nella stanza dei bottoni, tanto incatenata, che anche i muri hanno paura di sentire il suo nome. Ma questi candidati consiglieri dove erano prima? Mistero elettorale.

PISTA CICLABILE EI RIFIUTI ILLECITAMENTE CONFERITI, UNO SCANDALO AL SOLE DIMENTICATO

Rimane anche un mistero tutti i rifiuti sepolti sotto la pista ciclabile, prima si erano giustificati che le foto non erano riferite a quella zona, poi esce fuori una denuncia dei carabinieri che hanno sanzionato un camioncino che per pura sbadataggine aveva conferito per sbaglio rifiuti in un cantiere ppunto della pista ciclabile. Poi si dirà che il parco e non più pista ciclabile (non rispondeva ai requisiti che loro avevano conferito) sono stati conferiti con illecita attività molteplici tir, che oltre a scaricare e coprire con terra, hanno anche scavato fosse grosse come le dimensioni dei tir per scaricare materiale di non chiara provenienza e fattezza. Il Sindaco Paniccia, parla di trasparenza, che fine ha fatto l’indagine che doveva fare all’interno del suo comune dopo che la sottoscritta gli aveva fatto visionare tutte le foto dei conferimenti illeciti? Ha notificato alla procura di Tivoli, essendo stato informato dai fatti dalla sottoscritta, che non si trattava più di un semplice camioncino? Ma soprattutto chi ha coperto? L’assessore ai lavori Pubblici, la ditta che ha usato la pista ciclabile come la discarica? Non ci è dato sapere, ma l’Osservatore d’Italia si farà carico anche di questa inchiesta rimasta fuoco sotto la cenere.

L’ASFALTO PRE ELETTORALE PER L'IMPORTO NETTO DI EURO 234.087,28 OLTRE IVA, MA PER EVENTI ACCADUTI NEL 2015
Domenica questo comune con queste premesse va al voto, questa volta le compagini hanno dato tutto il meglio di se, tanto che ora tutti i consiglieri di maggioranza e opposizione si sono allocati sotto lo stesso cielo, quello del candidato a sindaco del PD, Piazzai, tranne il Vernini e Colabucci che fino a poco tempo avevano condiviso progetti e speranze con questa amministrazione uscente.
Ma Zagarolo non poteva andare al voto con le strade ridotte un colabrodo, un altro biglietto da visita di questo comune. Ed ecco che dal cappello a cilindro ed espressamente per le lezioni saltano fuori dalla Deliberazione della Giunta Comunale n.58 del 21 maggio 2015, quindi a 10 giorni dal voto, l’”APPROVAZIONE PERIZIA DI VARIANTE – "SISTEMAZIONE E MIGLIORAMENTO DELLA VIABILITÀ INTERNA COMUNALE" – CIG 6130855D95”. Il sindaco Giovanni Paniccia, nella sua qualità di Presidente, riconosciuta valida l'adunanza, dichiarava aperta la seduta e ne assumeva la presidenza, presenti il vice sindaco, Verginelli Antonio e l’assessore Ernesto Cani. Qui viene deciso che grazie alla Determinazione del Direttore del Dipartimento Territoriale della Regione Lazio n. B0356 del 11/02/2008, nell'ambito del servizio inerente la concessione del servizio di distribuzione del gas Del territorio comunale, il Comune di Zagarolo era stato beneficiato di un contributo regionale di euro 929.370,00; che con Deliberazione di Consiglio Comunale n. 49 del 23/09/2009, esecutiva ai sensi di legge, è stata approvata la convenzione per l'ampliamento rete Erogasmet. Appellandosi all’articolo 2 del richiamato atto aggiuntivo e di chiarimento che recita “il finanziamento di euro 929.370,00 riconosciuto con Determinazione Dirigenziale n. B0356 del 11/02/2008” verrà interamente girato, quale contributo pubblico, ed Erogasmet s.p.a. Nella sua qualità di concessionaria del pubblico servizio di distruzione del gas nel territorio comunale; e richiamata la determinazione dirigenziale n. 64 del 06/03/2012, con la quale è stato trasferito un acconto pari ad euro 100.000,00 del contributo regionale alla Soc. Erogasmet s.p.a., per l'intervento di “ampliamento rete distribuzione gas metano nel territorio comunale”; ma soprattutto viene considerato che parte del finanziamento sopra richiamato può essere utilizzato da questa Amministrazione per interventi su manto stradale di tratti di viabilità oggetti di lavori di chiusura ed apertura tracce per il passaggio della rete di gas.
Insomma la delibera per giustificare l’asfalto fatto gli ultimi giorni prima delle votazione attinge la deliberazione della Giunta comunale n. 9 del 22/01/2015, con la quale è stato approvato il progetto esecutivo per i lavori di “sistemazione e miglioramento funzionale della viabilità interna comunale”, redatto dall’ufficio Tecnico comunale, per un importo complessivo di € 300.000,00 con contratto stipulato in data 06/05/2015, rep 136, i lavori sono stati affidati all'Impresa MISTURA S.n.c. Di Mistura Gino, per l'importo netto di euro 234.087,28 oltre IVA. Strade dissestate da anni, soprattutto in alcuni luoghi di passaggio pendolare e scolastico sono state definite urgenti solo ora perché che in fase di esecuzione dei lavori, alcuni tratti di strade comunali, sono risultati in condizioni peggiori rispetto alle situazioni che sono state constatate al momento della redazione del Progetto Esecutivo, visti anche gli eventi climatici e calamitosi accaduti dall'inizio del 2015.

Tra asfalto elettorale e un campo minato di scandali al sole sottaciuti per opportunità, il cittadino andrà al voto, l’unico assente a questo appuntamento sono le responsabilità che nessuno ha deciso di mettere nel programma elettorale. L’osservatore d’Italia scoprirà piano piano assieme ai suoi elettori nel dettaglio alcuni di questi scandali, nella speranza che ci sia una magistratura attenta e volenterosa di comprende realmente ciò che è accaduto ad un territorio meta un tempo di turisti, fontane di vino e bella gente.
 




CHARLIE CHALLENGE: IL RITUALE IMPAZZA SUL WEB

di Cinzia Marchegiani

Non è una moda che sta ammaliando solo il web e gli adulti, ma questi rituali esoterici hanno contagiato anche i bambini che spinti a dimostrare coraggio ai propri compagni di classe, si sono messi ad evocare lo spirito di Charlie tra i banchi di scuola. Il gioco pericoloso in cui cadono i piccoli alunni è dovuto anche ad un fraintendimento, poiché confondono il fantasma del demone bambino Charlie Challenge, con il caso Charlie Hebdo che hanno studiato a scuola, dopo l’attacco terroristico avvenuto a Parigi.

Così, piccoli temerari, molti spinti a partecipare per non essere additati come fifoni, si mettono intorno ad un foglio, con sopra due matite incrociate, che con l'arrivo del demone si muovono. Invocato lo spirito, lui dovrebbe rispondere alle domande dei partecipanti facendo muovere le matite nella direzione del "si" o del "no". L’intento della seduta spiritica però è quello di evocare Charlie, lo spirito di un bambino,che una leggenda metropolitana racconta morì all’età di 10 suicida, e poi diventò per l’eternità un demone.

Charlie è entrato di prepotenza anche nei giochi dei bambini, molti dei quali proprio in questi giorni si stanno instradando a ricevere la prima comunione. Forse gli adulti non comprendono quanto sia importante il ruolo dei genitori e soprattutto quello del social network, dove tra il mistico e realtà esiste un confine che per i bambini non è facilmente comprendibile

Charlie, il gioco inquietante per evocare il demone bambino sul web, ora imperversa anche a a scuola.




ZAGAROLO: FABIO RAMPELLI PRESENTA IL DISEGNO DI LEGGE PER LE ZONE PRIVE DI ACQUA POTABILE

 

L’On. Rampelli spiega come non sia una coincidenza che il Gruppo Parlamentare di FdI-An sia sceso in campo a sostegno di tutti i candidati della lista “Uniti per Zagarolo” che partecipa alle amministrative ormai alle porte, e in modo particolare di Stefano Novelli

 

di Alessandro Rosa

Zagarolo (RM) – L’onorevole Rampelli come un ciclone sembra voler dare definitivamente una spallata alla gestione allegra del Comune di Zagarolo che per anni ha dettato legge e imposto impegni non indifferenti a molte famiglie che in alcune zone di questo comune si ritrovano nel 2015 ancora senza acqua potabile. Il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei Deputati era venuto in occasione di un incontro con la cittadinanza di alcune zone organizzato dal portavoce di FdI-An di Zagarolo, Stefano Novelli candidato consigliere nella lista “Uniti per Zagarolo” e da Barbara Mereu anch’essa candidata consigliera in quota rosa insieme a Novelli che supportano il candidato sindaco Aniello Nunziata alle prossime elezioni amministrative del 31 maggio 2015. Durante il confronto e la spiegazione di alcune problematiche con i cittadini, l’Onorevole Rampelli ha scoperto che molte famiglie di una cospicua parte del comune di Zagarolo vivono ancora senza acqua potabile.

Solo pochi giorni dopo la sua visita a Zagarolo, l’Onorevole ha mantenuto la promessa fatta ai presenti della riunione avvenuta lo scorso 16 maggio e ha presentato un Disegno di Legge “Disposizioni in materia di imponibilità dei tributi locali”.
L’Osservatore d’Italia intervista l’On. Rampelli, in merito a questo ddl d’iniziativa dei deputati Rampelli, Giorgia Meloni, Cirielli, La Russa, Maietta, Nastri, Taglialatela, Totaro.
Sembra un’assurdità, ma ancora esistono zone in cui le famiglie non hanno accesso al sistema idrico. Nel ddl presentato si fa proprio riferimento ai dati ISTAT raccolti durante il censimento 2011, che riporta come il 2-3% delle case degli Italiani, non riceve acqua da un acquedotto, vale a dire più di un italiano su trenta.

L’On. Rampelli, poche chiacchiere ma solo sostanza, in tre giorni dalla sua promessa fatta ai Zagarolesi, ha presentato questo Disegno di Legge, facendo leva soprattutto come la mancanza di una fonte adeguata e sicura di acqua costituisca una grave menomazione in termini di qualità della vita, costringendo i cittadini interessati a sobbarcarsi ingenti spese per procurarsela e a compiere notevoli fatiche per disporre di un bene che dovrebbe essere garantito a tutti i cittadini: “ Il diritto all’acqua è anzi un diritto fondamentale che dovrebbe essere garantito a ogni persona umana”– si legge. Ma non solo. Il DDL svela anche come la carenza dell’acqua costituisce peraltro quasi sempre la spia di altre situazioni di disagio: “Dove manca l’acqua normalmente difetta anche l’impianto fognario, il servizio di illuminazione pubblica è assente o ancora più deficitario del solito, le strade sono sterrate o più fatiscenti del consueto. I servizi pubblici di trasporto sovente mancano del tutto. La mancanza d’acqua pubblica marca una marginalità evidente di famiglie e comunità che non vengono tenute nella dovuta considerazione dalle autorità comunali competenti”.

On. Rampelli, leggendo la presentazione del DDL, sembra vedere le zone di Colle Mozzo e Colle Pallavicini. Lei si è immediatamente attivato affinché venga ripristinata dignità per queste persone. Questo DDL svela molte altri diritti negati per quei cittadini che vivono e sentono forte questo disagio che non è temporaneo, ma quotidiano e impegnativo per tutti i giorni dell’anno.
Nel ddl viene spiegata quale deve essere la funzione primaria delle Istituzioni, quella di realizzare pienamente la persona umana, secondo il disegno della nostra costituzione. La presente proposta di legge non ha quindi esclusivamente una finalità equitativa. Essa ha soprattutto una finalità propulsiva, essendo esplicitamente volta ad incentivare i comuni a operare inclusivamente, con riferimento all’intero territorio comunale. Non possono esistere zone franche, in cui l’ente locale opera esclusivamente come esattore, senza restituire ai cittadini quanto prelevato attraverso servizi adeguati ed efficienti.

Nella Proposta di Legge si parla di come da troppi anni lo sviluppo civile del Paese si è arrestato, mentre si moltiplicano segnali inquietanti di involuzione e di degrado. Cosa vuole ottenere con questo ddl?
La presente proposta di legge punta a spingere le amministrazioni locali, specie le più inefficienti, a rimettere i propri cittadini al centro dell’impegno amministrativo, e data l’importanza della questione, trattata confidiamo in un sollecito e vasto sostegno da parte di tutti i gruppi politici.

L’articolo 1 della proposta di legge appena pubblicata recita: “Dopo il comma 639 dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2013, n. 147, recante «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2014)» aggiungere il seguente: “639-bis. A decorrere dal 1° gennaio 2016, le abitazioni che non possano attingere acqua da una rete di distribuzione affidata ad un gestore del servizio idrico integrato, così come definito dall'articolo 2, comma 1, lettera o-bis) del decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152, e successive modificazioni, non possono costituire presupposto impositivo ai sensi del comma 639 della presente legge. Relativamente ad esse, i possessori sono totalmente esentati dall’Imposta Unica Comunale in ogni sua componente (IMU, TASI e TARI)”. Per i cittadini è automatico l’esenzione dalle imposte comunali o devono fare una domanda?
Se questa proposta sarà approvata saranno poi i comuni a stabilire la modalità operativa. Certo occorrerà certificare la condizione prevista dalla norma, a evitare che qualcuno faccia il furbo e dichiari di non ricevere l’acqua dalla distribuzione pubblica solo per non pagare le imposte.

Cosa si dovranno attendere i cittadini dopo questa proposta di legge, cucita per le loro esigenze?
L’acqua è un bene primario e insostituibile. Se l’amministrazione pubblica non è in condizione di provvedere alla sua distribuzione deve ristorare le famiglie. Ci deve essere un rapporto diverso tra istituzioni e cittadini, con tasse pagate solo in cambio di servizi efficienti.

In pochi giorni ha conosciuto le molteplici emergenze che gravano pesantemente su questo comune. Un debito importante, oltre 10 milioni di euro, molte opere pubbliche iniziate e mai finite con uno sperpero di denaro pubblico della Regione Lazio, oltre quello delle stesse casse del comune e ovviamente i disservizi che gli stessi cittadini devono subire ogni giorno. E’ possibile poter assistere inermi a questo tipo di amministrazione? Non esiste un controllo anche Regionale che verifichi lo stato di avanzamento delle opere che mangiano soldi provenienti dai finanziamenti regionali, che invece potrebbero finire in comuni più virtuosi?
La legge Bassanini ha smontato le già scarse capacità di controllo sui conti pubblici, oggi siamo allo sbando. Anche sulle opere pubbliche vengono sperperati i soldi, opere lasciate su tutto il territorio “incompiute” che danno l’idea dell’incuria e dello scarso attaccamento al proprio territorio.

Una fotografia inquietante emerge osservando questo gioiello che un tempo fu Zagarolo. Si può fare molto, soprattutto perché questo territorio rappresenta la meta di molte famiglie che si sono trasferite dalla metropoli per potere regalare ai propri figli una qualità di vita migliore. Zagarolo è un comune che ha tuttora come consigliere, l’attuale Presidente del Consiglio Regionale del Lazio, Daniele Leodori, che è stato anche capo gruppo del PD in Provincia di Roma, nonché sindaco per due mandati consecutivi. Cosa è mancato, quale ingranaggio va cambiato affinché questa cittadina non finisca per terminare i suoi giorni tra i molteplici scandali al sole?

Quando per troppo tempo gli stessi partiti e gli stessi personaggi gestiscono il potere si producono incrostazioni, cattive abitudini, mala gestione. I cittadini devono ribellarsi e proteggersi dalle inefficienze con la democrazia dell’alternanza. Oggi è il momento giusto per rovesciare il vecchio sistema affaristico e di potere che ha governato Zagarolo per decenni. La figura di Nunziata, persona che proviene dalla società civile e che conosce il territorio palmo a palmo, rappresenta la migliore garanzia di questo cambiamento.

Onorevole Rampelli, un biglietto da visita questo Comune gabino piuttosto maltrattato che non restituisce una bella immagine dell’operato di un’amministrazione deludente e incapace di tutelare il bene comune. Siamo ormai arrivati alle votazioni del 31 maggio che dovrà decidere il nuovo consiglio comunale. Il portavoce di FdI-An, Stefano Novelli sta perorando una causa legittima contro chi ha pensato di gestire il patrimonio pubblico, non proprio “come un buon padre di famiglia”. Lei è al suo fianco, un gesto che è stato molto apprezzato non solo da Novelli, ma anche dai cittadini che per una volta hanno sentito che esisteva qualcuno che non ha accettato il degrado in cui sono stati costretti a vivere per molti anni. Ora si può sterzare repentinamente?
Fratelli d’Italia è nata con il preciso scopo di far tornare la politica ad essere un servizio per la Comunità, quindi non è una coincidenza che il Gruppo Parlamentare di FdI-An sia sceso in campo a sostegno di tutti i candidati di questa lista e in modo particolare di Stefano Novelli, le cui doti sono riconosciute non solo a Zagarolo ma anche a Roma.




L'ANTITRUST INDAGA SUL BUSINESS DEI VACCINI

 

Sotto il profilo dell’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato sussistono circostanze che fanno presumere che, nel settore dei vaccini obbligatori a carico del SSN, esistano ostacoli al corretto dispiegarsi delle dinamiche concorrenziali, troppo spesso i prezzi sono differenziati pur essendo medesimi prodotti. Ogni vaccino può costituire un conseguente monopolio commerciale

 

di Cinzia marchegiani

Finiscono sotto lente d’ingrandimento i vaccini di uso umano, L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato facendo riferimento all’articolo 12, comma 2, della legge 10 ottobre 1990, n. 287, ai sensi ha ritenuto procedere ad indagini conoscitive di natura generale nei settori economici nei quali l’evoluzione degli scambi, il comportamento dei prezzi o altre circostanze facciano presumere che la concorrenza sia impedita, ristretta o falsata, il 27 maggio 2015 ha deciso di avviare un’indagine conoscitiva.
Una decisione presa in base della rilevanza dei vaccini in termini di spesa sanitaria a carico del Sistema Sanitario Nazionale, si parla di oltre 300 milioni di euro l’anno, del fatto che l’approvvigionamento dei prodotti avviene tramite gare a evidenza pubblica, e della circostanza che i prezzi di alcuni dei principali vaccini paiono in tendenziale aumento. L‘obiettivo dell’indagine è quello di approfondire i seguenti temi:
1. caratteristiche delle dinamiche commerciali relative ai vaccini per uso umano;
2. sussistenza di criticità concorrenziali nei mercati dei vaccini per uso umano, con specifico riferimento alla situazione italiana alla luce della normativa vigente e atti conseguenti (es. piano nazionale di prevenzione vaccinale);
3. efficienze e criticità delle procedure di acquisto a evidenza pubblica dei vaccini per uso umano.

DETTAGLIO DEL PROCEDIMENTO
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha ritenuto procedere all’avvio di una indagine conoscitiva riguardante il settore dei vaccini per uso umano, con specifico riferimento a quelli definiti come obbligatori o altamente raccomandati ai sensi del piano nazionale di prevenzione vaccinale, in quanto sussistono circostanze che fanno presumere che, nel settore considerato, esistano ostacoli al corretto dispiegarsi delle dinamiche concorrenziali.

VACCINI SPESA PUBBLICA RILEVANTE E PREZZI DIFFERENZIATI PER MEDESIMI PRODOTTI
Per l’Antitrust, i vaccini costituendo una delle attività di sanità pubblica di maggior tradizione e impatto sociale, rilevando che risultano attualmente obbligatorie o altamente raccomandate, sono somministrati a carico del Sistema Sanitario, per tale motivo rappresentano per la sanità pubblica una rilevante voce di spesa: secondo primi dati a disposizione, essa è complessivamente corrisposta per l’anno 2013 a circa 322 milioni di euro, pari a circa l’1,6% delle spese totali sostenute annualmente dal Sistema Sanitario Nazionale per l’acquisto di prodotti farmaceutici. A questo approvvigionamento dei vaccini si provvede a mezzo di procedure di acquisto per quantitativi definiti sulla base di una pluralità di criteri (obiettivi di copertura vaccinale, andamenti storici di consumo, ecc.), di cui si fanno tipicamente carico strutture organizzative riconducibili agli enti territoriali. Ma la spia di allarme che ha azionato l’Antitrust riguarda proprio il fatto che tali procedure d’acquisto siano caratterizzate da un ricorso a gare sempre più centralizzate, svolte per via telematica con aggiudicazione al prezzo più basso, in linea con una tendenza ormai consolidata a livello nazionale, anche sulla base di specifici atti normativi, volta a ottenere guadagni di efficienza in termini di risparmio attraverso l’aggregazione della domanda pubblica. Salva tale disposizione di fondo, pare nondimeno persistente una frammentazione della domanda, fino a casi di acquisti ancora realizzati da singole aziende sanitarie locali: ne conseguirebbero differenziali di prezzo per medesimi prodotti anche rilevanti e, almeno a una prima sommaria analisi, non correlati alle quantità acquistate.

PREZZI VACCINI IN CRESCITA E MONOPOLIO COMMERCIALE
L’Autorità Garante ha sottolineato che pur in una prospettiva più generale di tipo industriale è riscontrabile nei vaccini di più recente introduzione la ricorrenza di livelli di prezzo in tendenziale crescita. Al riguardo, appare opportuno segnalare come ciascun vaccino destinato a una particolare patologia costituisca un prodotto non sostituibile con altri aventi differenti destinazioni d’uso. Sotto il profilo dell’analisi antitrust, dunque, ogni vaccino può costituire un distinto mercato del prodotto e un conseguente monopolio commerciale, il che nel caso dei vaccini plurivalenti e di quelli c.d. innovativi pare rappresentare la norma.

RISCHI DI RENDITE MONOPOLISTICHE, STRATEGIE TECNICHE PRICING
E’ stato fatto presente che la natura biologica complessa dei vaccini, da cui consegue che allo stato non sussista un loro significativo orizzonte di “genericazione”, da un punto di vista concorrenziale appaiono pertanto rilevanti i rischi d’instaurazione di rendite monopolistiche, eventualmente accentuate dal radicamento di asimmetrie contrattuali a vantaggio delle imprese nella definizione dei prezzi, anche attraverso sofisticate strategie di pricing selettivo. Ciò, si rileva, avverrebbe rispetto a prodotti che spesso rappresentano interventi obbligatori a fini di salute pubblica, dunque alla base di una domanda tanto vincolata quanto priva – perlomeno nei casi di prodotti per i quali non sussistono alternative – della possibilità di sfruttare appieno gli effetti competitivi delle procedure di gara.

DISCIPLINA NON OMOGENEA VIGENTE A LIVELLO NAZIONALE COMPETITIVITA’ GARE
La portata tendenzialmente globale dei profili monopolistici possono instaurarsi anche dalle possibili condotte d’impresa nell’ambito delle gare pubbliche per la fornitura dei vaccini, criticità accentuate da una disciplina non omogenea vigente a livello nazionale in materia di vaccini, anche rispetto ai relativi regimi di obbligatorietà: in una prospettiva concorrenziale, ciò potrebbe influire sugli andamenti commerciali dei prodotti interessati.

AVVIO ANALISI SETTORE DEI VACCINI E CONSULTAZIONE
Al fine di meglio valutare l’effettiva sussistenza delle criticità sin qui richiamate l’Autorità ritiene pertanto opportuno procedere ad una analisi del settore dei vaccini per uso umano, nel corso della quale si cercherà di effettuare una ricognizione esaustiva degli assetti di mercato rilevanti e delle dinamiche concorrenziali ivi esistenti con specifico riferimento alle vaccinazioni definite come obbligatorie o altamente raccomandate ai sensi del piano nazionale di prevenzione vaccinale. In una prospettiva di supporto alle proprie ordinarie attività d’indagine conoscitiva, e in linea con le migliori pratiche esistenti a livello internazionale, l’Autorità ha ritenuto opportuno avviare una consultazione aperta (c.d. call for inputs) sulle tematiche sopra indicate, con la possibilità d’inviare contributi in proposito all’indirizzo e-mail IC50@agcm.it entro i prossimi 45 giorni.




URANIO IMPOVERITO: MINISTERO DIFESA CONDANNATO A RISARCIMENTO MILIONARIO

di Cinzia Marchegiani

Roma – E’ storica la sentenza emessa dalla Corte d’appello di Roma martedì 26 maggio 2015 a carico del Ministero della Difesa, poiché viene decretata la «inequivocabile certezza» del nesso causale tra esposizione a uranio impoverito e insorgenza di malattie tumorali.

1 milione e 300 mila euro un risarcimento record che dovrà essere pagato ai familiari del militare morto per un tumore contratto nella missione italiana in Kosovo nel periodo tra il 2002 e il 2003.
Un braccio di ferro tra familiari e il Ministero della difesa durato anni, termina con una svolta storica foriera di risvolti inimmaginabili che restituisce dignità al dolore e le sofferenze di questa famiglia e ora anche di tutti i militari morti per cancro. La prima sessione civile della Corte di Appello di fatto ha respinto il ricorso effettuato dal Ministero della Difesa e mette una pietra ferma sulla correlazione tra le patologie tumorali e le munizioni che contenevano uranio impoverito utilizzati nelle scene di guerra non solo nell’Iraq, nei Balcani, ma anche nei poligoni di addestramento (Salto di Quirra in Sardegna).

La sentenza traccia un solco preciso che da un parte accerta finalmente il principio dell’inequivoca certezza, la causa della malattia contratta dal militare è legata all’esposizione dell’uranio, dall’altra la consapevolezza dei vertici delle Forze Armate che tipo di munizioni venivano utilizzate durante queste missioni e anche negli addestramenti.
Domenico Leggiero, Responsabile del Comparto Difesa dell’Osservatorio Militare commenta immediatamente la sentenza definendola un macigno giuridico che si abbatte sul Ministero della Difesa: “Un macigno che rischia di schiacciare definitivamente ogni tentativo di confondere, nascondere la determinazione di chi ha voluto far luce e dare giustizia ai 317 militari morti e gli oltre 3600 malati causati da una esposizione senza mezzi di protezione in zone bombardate da uranio impoverito. Inequivoca certezza sul nesso causale tra uranio impoverito e tumori.”

Con un comunicato emesso lo stesso giorno della sentenza infatti il Responsabile del Comparto Difesa, Leggiero spiega come un fiume in piena il valore della sentenza che si incentra sull’inequivoca certezza sul nesso causale tra uranio impoverito e tumori: “INEQUIVOCA CERTEZZA sulla consapevolezza dei vertici militari già prima dell’impiego dei militari. Un rischio quindi di cui vi era consapevolezza tra i vertici militari sin dal primo momento in cui il Governo decise d’inviare i nostri militari in zone dove era stato utilizzato armamento all’uranio impoverito anche questo si dice nella sentenza ottenuta dall’Avv. Angelo Fiore Tartaglia dell’Osservatorio Militare in Corte d’Appello a Roma e passata in giudicato. Sono oltre 30 le sentenze ed un discreto numero sono ormai definitive. Non vi è più alcun dubbio per la Magistratura nonostante i militari continuano a negare”.

D’altra parte – continua incalzante Leggiero – “ risulta imbarazzante l’ostruzionismo del Ministero della Difesa che, in presenza di sentenze esecutive tergiversa e crea altri disagi ai famigliari delle vittime costretti ad ulteriori azioni legali per costringere il Ministero al rispetto delle stesse”. Con questa sentenza si mette una parola fine anche alle numerose commissioni d’inchiesta, questo è quanto sostiene Domenico Leggiero Responsabile del Comparto Difesa dell’Osservatorio Militare che da anni segue questa battaglia legale e aggiunge:“una sentenza del genere potrebbe aprire il caso uranio ad aspetti penali di gravissima entità, d’altronde la sentenza è chiara: inequivocabile certezza anche sul fatto che i vertici già sapevano, ancor prima dell’invio del personale che un’esposizione in zone contaminate da proiettili all’uranio impoverito comportava il probabile rischio di ammalarsi e magari morire di cancro”.

Nei fatti, questa sentenza storica contribuisce a far luce su una vicenda tra le più oscure degli ultimi decenni. Per Leggiero il Ministero della Difesa, notoriamente scevro da ogni potere politico, continua a fare ostruzionismo non solo nella ricerca della verità ma anche nell’ottemperare alle sentenze che, seppur dirompenti nelle motivazioni e dure nelle condanne, vengono volutamente ignorate in segno di sfida alle vittime, agli italiani alla politica che, ancora una volta, si dimostra forte con i deboli e debole con il potere forte dei militari. Per ultimo, ma non per importanza, il Responsabile del Comparto Difesa Osservatorio Militare fa notare con una nota amara che per far rispettare le sentenze si deve spesso ricorrere a ricorsi per l’ottemperanza con tutte le conseguenti spese per la collettività: “Certo, anche questi affronti, sono il segno evidente di un sistema che ha urgente bisogno di essere rivisto”.




EBOLA: SCOPERTO IL TALLONE D’ACHILLE

di Cinzia Marchegiani

Bronx (NY) –
Una scoperta importante indubbiamente che sembra portare luce e speranza per questa pandemia che ha in poco tempo allarmato il mondo intero, l’Ebola. Se da un lato si stanno prodigando per testare vaccini in quelle zone dove la malattia si è sviluppata e trasmessa esclusivamente per mancanza di igiene, scienziati del USAMRIID presenti in Liberia hanno confermato come le mutazioni del virus in tempo reale portino anche problemi non indifferenti anche riguardo l’impatto sulla diagnostica e terapeutica. Ciò metterebbe anche in dubbio il valore preventivo di un eventuale vaccino sviluppato da somministrare come antidoto per questa malattia contagiosa ma solo in condizioni di estrema insicurezza d’igiene e controllo. Il virus Ebola è noto per aver ucciso fino al 90 per cento delle persone che infetta. Ebola febbre emorragica, la malattia grave, di solito fatale che virus Ebola provoca negli esseri umani e non umani in primati-prima emerse nel 1976 nei villaggi lungo il fiume Ebola in Sudan e nella Repubblica Democratica del Congo, l'Africa. Il 2014 Ebola epidemia è stato il più grande nella storia, che colpisce più paesi dell'Africa occidentale. Ad oggi ci sono stati circa 27.000 i casi totali di malattia (compresi i sospetti, probabili e confermati) e più di 11.000 morti, secondo il Centers for Disease Control and Prevention. Ma per Ebola, per quanto ci siano in attivo moltissimi trials clinici, ad oggi non ci sono trattamenti approvati o vaccini.

LA CHIAVE DI VOLTA

Dalle malattie genetiche spesso vengono le soluzioni mediche e farmaceutiche più importanti, quelle chiavi di volta che la natura e l’evoluzione ha nascosto in persone malate che affrontano battaglie contro un destino incomprensibile e crudele che porta alla morte.

Ebola sembra aver trovato il suo killer proprio dallo studio di una malattie che deriva da una mutazione genetica che ha per nome la Niemann-Pick. Infatti le persone prive di una proteina detta NPC1, che sviluppano questa malattia neurodegenerativa fatale, in cui le cellule si intasano con colesterolo e alla fine muoiono, non si infettano con il virus Ebola.
La straordinarietà di questa scoperta ha portato ad affermare il Dott Chandran, che: “idealmente, la futura ricerca sugli esseri umani, sulla base di questi risultati, porterà allo sviluppo di farmaci antivirali che possono efficacemente indirizzare NPC1 e prevenire l'infezione non solo da Ebola, ma anche da altri filovirus altamente virulenti, che richiedono anche NPC1 come un recettore”.

STUDIO SU MBIO: "NIEMANN-PICK C1 È ESSENZIALE PER LA REPLICAZIONE DEL VIRUS EBOLA E LA PATOGENESI IN VIVO”
Un team internazionale tra cui scienziati di Albert Einstein College Of Medicine di Teshiva University e la US Army Medical Reasearch Institute of Infectious Diseases (USAMRIID) ha identificato il "lucchetto" molecolare che il virus Ebola mortale deve scegliere per ottenere l'ingresso nelle cellule. I risultati, realizzati nei topi, suggeriscono che i farmaci che bloccano l'ingresso di questo blocco potrebbero proteggere contro l'infezione Ebola.

SCOPERTA E MECCANISMO DEL BLOCCO INFEZIONE EBOLA
I ricercatori hanno scoperto che il virus Ebola non può infettare le cellule, a meno che prima si lega a una proteina chiamata Niemann-Pick C1 (NPC1).

Il leader del co-studio Kartik Chandran, Ph.D professore associato di microbiologia e immunologia e Harold e Muriel Block Facoltà Scholar in Virologia Einstein spiega: "Il nostro studio rivela come il NPC1 è il tallone d'Achille per infezione da virus Ebola. Topi privi di entrambe le copie del NPC1 gene, e quindi privo di proteina NPC1, erano completamente resistenti alle infezioni ".
Gli altri leader del co-studio sono Steven Walkley, DVM, PH.D, professore di Dominick P. Purpura Dipartimento di Neuroscienze, di patologia, e del Saul Korey R. Dipartimento di Neurologia a Einstein, e John M. Dye, Ph .D., Ramo Capo di Viral Immunologia presso l'US Army Medical Research Institute of Infectious Diseases.

Il virus Ebola si lega alla membrana esterna della cellula ospite, e una porzione di membrana della cellula ospite poi circonda il virus e lo intrappola, creando un endosoma (bolla di membrana all'interno della cellula). Gli endosomi portano i loro clandestini virali in profondità all'interno della cellula e poi maturano nei lisosomi (piccole strutture di enzimi che digeriscono pieno e riciclano componenti cellulari).
I virus in cattività nel lisosoma riescono a sfuggire alla distruzione sfruttando componenti della cella per entrare nel citoplasma, la sostanza tra la membrana cellulare e il nucleo in cui il virus può replicarsi. Ma le identità di molti di questi componenti sono rimasti sconosciuti.

RUOLO DELLA PROTEINA NPC1 E CONTROLLO INFEZIONE EBOLA
I ricercatori della Einstein e USAMRIID, in un precedente studio hanno, insieme con colleghi del Netherlands Cancer Institute e Harvard Medical School, hanno trovato le prove, in colture di tessuti, che Ebola sfrutta la NPC1 proteina per entrare citoplasma della cellula. La NPC1 è incorporato all'interno delle membrane cellulari, dove aiuta il colesterolo di trasporto all'interno della cellula. Le persone prive di NPC1 dovute a mutazioni genetiche di sviluppare una malattia neurodegenerativa fatale chiamata malattia di Niemann-Pick, in cui le cellule si intasano con colesterolo e alla fine muoiono.
Lo studio degli animali in corso mirava a confermare appunto se NPC1 era fondamentale pee infettività da Ebola. I ricercatori hanno sfidato sia i topi "wild type" (che hanno due copie intatte del NPC1 gene) e "topi knockout" (privi di entrambe le copie del gene) con il virus Ebola. Il dottor Walkley fa presente: "Mentre i topi wild-type ceduto alla infezione, i topi knockout erano del tutto privi di replicazione del virus e completamente protetto contro la malattia

TERAPIE POSSIBILI

Anche se un trattamento simile negli esseri umani potrebbe anche bloccare la via di trasporto del colesterolo, il professor Andrew S. Herbert, Ph.D., Senior ricercatore nel Viral Immunology Branch a USAMRIID, e co-primo autore dello studio chiarisce: "Pensiamo che i pazienti sarebbero in grado di tollerare il trattamento, che sarebbe necessaria solo per un breve periodo di tempo”.

Lo studio ha anche individuato come i "Carrier", topi con una sola copia del lavoro NPC1 (che possiedono la metà della normale dotazione di NPC1 recettori rivelati sostanzialmente) non sono totalmente resistenti alle infezioni Ebola. "Questo suggerisce che i farmaci che interferiscono con l'interazione di Ebola con NPC1, anche se alcuni virus Ebola sono in grado di entrare nelle cellule, potrebbero probabilmente ancora fornire qualche beneficio da infezione letale", ha detto il dottor Dye.
"Idealmente," il Dott Chandran, ha detto, "la futura ricerca sugli esseri umani, sulla base di questi risultati, porterà allo sviluppo di farmaci antivirali che possono efficacemente indirizzare NPC1 e prevenire l'infezione non solo da Ebola, ma anche da altri filovirus altamente virulenti, che richiedono anche NPC1 come recettore".

IL PATRIMOMIO INTRINSECO DELLE MALATTIE GENETICHE PER SCONFIGGERE QUELLE ENDEMICHE
Questo studio appena pubblicato sul giornale scientifico Mbio, spalanca scenari incredibili, e fa riflettere sulle malattie neurodegenerative che colpiscono molti bambini che hanno già un destino manifesto, quello di grandi sofferenze e morte certa. Questa scoperta di valore infinitamente grande fa comprendere come molte malattie gravi che esistono sono in realtà una fonte inesauribile di grandi tesori, che nella loro unicità e al contempo drammaticità, mettono a disposizione per gli scienziati e i ricercatori informazioni troppo importanti per la scienza medica e il progresso della stessa nel mondo. La storia della medicina mondiale ha insegnato che queste malattie genetiche , nascondono meccanismi biomolecolari che servono per sconfiggere altre malattie più endemiche… e pericolose per la popolazione. Ciò riporta la storia della malaria e della microcitemia. La malaria in Italia e in altre parti del mondo ha rappresentato un formidabile fattore di pressione selettiva sulle popolazioni umane. Tale ruolo è stato compreso solo a partire dalla fine degli anni Quaranta del Novecento, quando fu avanzata la cosiddetta “ipotesi malaria” o “ipotesi Haldane”, dal nome del genetista John B.S. Haldane che la propose nel 1949. L’ipotesi suggeriva appunto che le malattie avessero agito come fattore selettivo, contribuendo all’evoluzione del patrimonio genetico umano. Si potevano spiegare così numerosi fenomeni che fino ad allora erano rimasti misteriosi, e che vennero inquadrati negli anni successivi. In particolare, compresero i motivi della permanenza di alcune mutazioni genetiche umane che potevano risultare letali. In Italia, per esempio, la microcitemia (detta anche anemia mediterranea, un’anomalia genetica del sangue, che in condizione omozigote è letale nei primi anni di vita) era presente con frequenze anche del 20% nelle popolazioni di aree intensamente malariche come la Sardegna e il Delta del Po. Negli anni Quaranta, due medici romani, Ezio Silvestroni e Ida Bianco dimostrarono la correlazione tra talassemia e microcitemia, chiarendo che la prima è dovuta all’omozigosi del tratto genetico che in condizione eterozigote è causa della microcitemia. In precedenza, mancando le conoscenze di genetica necessarie alla diagnosi della microcitemia, ci si era solo interrogati sulla correlazione, evidente, tra talassemia e malaria. Per mezzo di un approccio genetico ed epidemiologico, con analisi statistiche su un ampio numero di individui, si riuscì a chiarire che la condizione eterozigote, rappresenta un vantaggio nelle aree ad alta endemia malarica. Per questo motivo, nel corso dei secoli la selezione naturale aveva mantenuto una frequenza piuttosto alta della mutazione microcitemica, nonostante la letalità in omozigosi.

RITA LOREFICE CASO ITALIANO DI NIEMANN-PICK

Ancora oggi la natura e l’evoluzione selettiva ha messo a disposizione materiale prezioso in bambini spesso gestiti dalle istituzioni sanitarie come casi in cui è caldamente consigliato l’eutanasia passiva, almeno in Italia. Si proprio ai bambini che hanno la Niemann-Pick, come la piccola Rita Lorefice, morta pur avendo fatto le infusioni con Stamina, che aveva dimostrato un quadro di netto miglioramento. Alla piccola Rita, morta con atroci dolori, lo Stato Italiano non gli ha concesso di continuare quelle terapie a lei dimostrate essenziali pur avendo una sentenza di un giudice che ne autorizzava il proseguimento delle stesse. Verrebbe da dire una scienza malata che  garantirebbe meno sofferenza con l’eutanasia ma non una chance per vivere con dignità.

Ebola e il suo spettro di morte ha insegnato che molte cose hanno una spiegazione, come la malaria e la talassemia. Ma le memorie storiche e mediche spesso vengono sopraffatte da posizioni scientistiche che si arrogano il diritto di decidere della vita del prossimo…Chapeau!




LARIANO: STEFANIA CON SFRATTO ESECUTIVO CHIEDE AIUTO AL COMUNE

di Cinzia Marchegiani

Lariano (RM) – Siamo alle porte di Roma, un piccolo comune, Lariano. Qui l’Osservatore d’Italia ha incontrato mamma Stefania, mamma di due piccole bambine, una di 8 anni e una di 11 e una in arrivo, ha finito da poco la 37 eima settimana di gestazione.

Il suo grido di disperazione ci è pervenuto tramite una richiesta privata, che ci ha chiesto di aiutarla. Stefania ha uno sfratto esecutivo, lei per effetto dlela crisi economica ha dovuto chiudere il suo negozio di abbigliamento, suo marito anche lui è senza lavoro ormai da parecchi mesi. Ha informato la titolare dell’appartamento che non riescono ad onorare più l’affitto, e come giusto che sia gli è stato notificato lo sfratto esecutivo. Stefania è diperata, ha chiesto aiuto al Comune di Lariano, che sembra che abbia degli appartamenti per le emergenze abitative, ma non sono disponibili per lei. Lei sue bambine soffrono, sono grandi e hanno subito compreso la gravità della situazione. La sua abitazione sembra un campo di battaglia, scatoloni, grandi sacchi neri con tutta la loro storia, abiti, libri, ricordi, pronti per fare un trasloco se arriva l’ufficiale giudiziario. Ma loro non sanno dove andare. E’ una famiglia disperata e tramite il nostro giornale rilascia una video intervista che rendiamo pubblica.

Lariano è uno di quei Comuni che sembra ospiterà 20 profughi con il bando prefettizio appena pubblicato, a loro saranno garantiti, vitto, alloggio, medicine, vestiario, card telefonico e un poket money giornaliero. Stefania mi guarda disperata, e mi chiede se in un momento di grande fragilità umana, un cittadino italiano si deve sentire come un appestato dalla società civile.

Molti si stanno chiedendo perché una famiglia residente da moltissimi anni in un comune, che in una particolare condizione di necessità, non debba essere aiutata dalle istituzioni locali, e mettere a dura prova una famiglia italiana, che chiede solo un po’ di dignità e aiuto per un particolare momento della loro vita.

 




LAZIO, BUSINESS MIGRANTI: ARRIVA IL NUOVO APPALTONE DA 27 MLN DI EURO

 

Con una procedura aperta la Prefettura di Roma ha indetto una gara per il servizio e l’accoglienza di 3.185 migranti da delocalizzare tra i municipi di Roma e tutti i comuni della provincia del Lazio, che costeranno € 27.311.375,00 iva esclusa per 6 mesi di permanenza.

 

di Cinzia Marchegiani

Tanto tuonò che piovve verrebbe da dire. Fa eco la notizia che a Palestrina e Zagarolo si stanno cercando locali, Bed& Breakfast per l’accoglienza di migranti, allarmando i cittadini poiché queste zone sono già a rischio sicurezza.

L’Osservatore d’Italia va oltre perché pensiamo che il lettore deve essere tenuto informato seriamente riguardo le scelte che vengono prese per il presente e il futuro del proprio territorio.

L’ente appaltante, la Prefettura-Ufficio Territoriale del Governo di Roma ha indento un gara per soggetti economici operanti nella provincia di Roma, per il periodo 01.05.2015 al 31.12.2015, per assicurare i servizi di accoglienza ai cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale e la gestione dei servizi connessi. Il nuovo “super appaltone” ha un importo presunto (quindi potrebbe lievitare) dell'appalto € 27.311.375,00 Iva esclusa, per dare vitto, alloggio, schede telefoniche, un pokey money giornaliero per un totale di 3105 migranti per soli 6 mesi. Un affare a molti zeri che i cittadini ormai in piena crisi economica e difficoltà non solo di arrivare alla seconda metà del mese, ma anche con serie emergenze abitative, queste scelte cominciano a stare strette.

Ma andiamo nei dettagli dell’appalto da poco reso pubblico:

SPECIFICHE DELLA FORNITURA
L'affidamento è il servizio di accoglienza, nell'ambito della provincia di Roma, ai cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale e la gestione dei servizi connessi, come specificati nei paragrafi successivi. Attesa la necessità di garantire l'equilibrata distribuzione degli ospiti su tutto il territorio provinciale, anche in relazione alle esigenze di ordine e sicurezza pubblica e al fine di evitare impatti eccessivamente problematici sul tessuto sociale, l'appalto è stato suddiviso in 7 lotti territoriali, nell'ambito dei quali sono stati ripartiti il numero complessivo presunto di ospiti, tenendo conto delle attuali presenze sul territorio provinciale, della popolazione residente, nonché della competenza territoriale delle AA.SS.LL. di zona.
Il numero massimo di ospiti che possono essere accolti per ciascun comune o municipio è fissato in:
200 ospiti (massimo) per la popolazione di oltre 50.000 abitanti
100 ospiti (massimo) per la popolazione sino a 50.000 abitanti

IMPORTO A BASE DI GARA E CRITERI DI AGGIUDICAZIONE
L'importo complessivo presunto dell'appalto, dal 1° maggio al 31 dicembre 2015, è di € 27.311.375,00 IVA esclusa ed è stato determinato sulla base della quota provinciale di cittadini extracomunitari, indicativamente pari a 3.185.
Non saranno solo i Muncipi di Roma ad accogliere i migranti, ma anche tutti i comuni della provincia di Roma saranno ripartiti quote, come si può leggere dalla seguente scheda:

. Lotto1 ASL Roma A         Municipi I,II,III – ex 17°               Posti 508      € 4.356.100,00
. Lotto 2ASL Roma B e C  Municipi IV, V, VI, VII, VIII, IX      Posti 89        €    763.175,00
. Lotto 3 ASL Roma D        Municipi X, XI, XII e Fiumicino  Posti 787      € 6.748.525,00
. Lotto 4 ASL Roma E        Municipi XIII, XIV, XV+ex 17°    Posti 242      € 2.075.150,00

– Lotto 5 ASL Roma F                                                                Posti 390      € 3.344.250,00

Relativo ai seguenti comuni: Allumiere, Anguillara Sabazia, Bracciano, Campagnano di Roma, Canale Monterano, Capena, , Cerveteri, Civitavecchia, Civitella San San Paolo, Fiano Romano, Filacciano, Formello, Ladispoli, Magliano      Romano, Manziana, Mazzano Romano, Morlupo, Nazzano, Ponzano Romano, Riano, Rignano Flaminio, Sacrofano, Sant'Oreste, Santa Marinella, Tolfa, Torrita Tiberina, Trevignano Romano

Lotto 6 ASL Roma G    Posti 398   € 3.412.850,00
Relativo ai seguenti comuni: Affile, Agosta, Anticoli Corrado, Arcinazzo Romano, Arsoli, Artena, Bellegra, Camerata Nuova, Canterano, Capranica Prenestina, Carpineto Romano, Casape, Castel San Pietro, Castel Madama, Cave, Cerreto Laziale, Cervara di Roma, Ciciliano, Cineto Romano, Colleferro, Fonte Nuova, Gallicano nel Lazio, Gavignano, Genazzano, Gerano, Gorga, Guidonia Montecelio, Jenne, Labico, Licenza, Mandela, Marano Equo, Marcellina, Mentana, Monteflavio, Montelanico, Montelibretti, Monterotondo, Montorio Romano, Moricone, Nerola, Olevano Romano, Palestrina, Palombara Sabina, Percile, Pisoniano, Poli, Riofreddo, Rocca Canterano, Rocca di Cave, Rocca Santo Stefano, Roccagiovine, Roiate, Roviano, Sambuci, San Cesareo, San Gregorio da Sassola, San Polo dei Cavalieri, San Vito Romano, Sant'Angelo Romano, Saracinisco, Segni, Subiaco, Tivoli, Vallepietra, Vallinfreda, Valmontone, Vicovaro, Vivaro Romano, Zagarolo

Lotto 7 ASL Roma H   Posti 771  € 6.611.325,00
Relativo ai seguenti comuni: Albano Laziale, Anzio, Ardea, Ariccia, Castel Gandolfo, Ciampino, Colonna, Frascati, Genzano di Roma, Grottaferrata, Lanuvio, Lariano, Marino, Monte Porzio Catone, Monte Compatri, Nemi, Nettuno, Pomezia, Rocca di Papa, Rocca Priora, Velletri

SERVIZI MINIMI CHE DEVONO ESSERE GARANTITI
L'ente gestore che si aggiudica l’appalto si deve impegnare a garantire l'accoglienza e l'assistenza dei cittadini ospitati, assicurando i seguenti servizi ed utilizzando la dotazione minima di personale dipendente.
Deve altresì registrare i nuovi ingressi e delle uscite degli ospiti secondo le modalità tecniche indicate dalla Questura di Roma; registrazione degli ospiti mediante acquisizione dei dati di ingresso effettuata dagli organi di Polizia (rilevazione dei dati anagrafici, estremi dei documenti di ammissione e quant'altro utile alla loro gestione) e la tenuta delle scritture contabili concernenti l'erogazione dei beni e del "pocket money" agli ospiti. Nel caso di abbandono o allontanamento da parte del richiedente asilo, senza preventiva motivata comunicazione alla Prefettura – Ufficio territoriale del Governo, il gestore del centro di accoglienza è tenuto a darne immediata comunicazione alla stessa Prefettura. L'Ente gestore è tenuto a trasmettere quotidianamente, a mezzo email, alla Prefettura ed al Ministero dell'Interno – Dipartimento per le Libertà Civili e L'Immigrazione – Direzione Centrale dei servizi civili per l'immigrazione e l'asilo – un elenco nominativo degli immigrati effettivamente ospitati, firmato da ciascun migrante, e ogni mese una relazione riepilogativa dei servizi erogati nel mese precedente. Inoltre, ogni gestore è tenuto a trasmettere alla Prefettura un prospetto complessivo dei posti occupati e dei posti disponibili, aggiornato al verificarsi di ogni modifica nelle presenze.

GARANTIRE SERVIZIO DI ASSISTENZA SANITARIA
L’appalto prevede che presso i presidi sanitari territoriali o medici di base, nonché garantire la presa in carico dei soggetti vulnerabili attraverso l'attivazione di servizi territoriali specifici.
SERVIZI DI PULIZIA E IGIENE AMBIENTALE
Per servizio di pulizia e di igiene ambientale si intendono tutte quelle attività atte ad assicurare il comfort igienico ambientale della struttura di accoglienza al fine di garantire lo svolgimento delle attività ivi previste:
a) pulizia giornaliera e periodica dei locali e degli arredi;
b) disinfezione, disinfestazione, derattizzazione e deblattizzazione delle superfici;
c) raccolta e smaltimento rifiuti.

EROGAZIONE DEI PASTI
Il servizio deve essere effettuato direttamente dal gestore, oppure da soggetto qualificato del settore, secondo modalità stabilite dallo stesso gestore. Il servizio dovrà essere svolto per sette giorni la settimana, con una somministrazione di prima colazione, pranzo e cena, secondo il numero delle effettive presenze nel centro.
Nella scelta degli alimenti sarà posta la massima cura nel proporre menù non in contrasto con i principi e le abitudini alimentari degli ospiti. In particolare dovranno essere rispettati tutti i vincoli costituiti da regole alimentari dettate dalle diverse scelte religiose. In caso di particolari prescrizioni mediche, di allergie dichiarate o accertate, e comunque qualora si trattasse di bambini in età neonatale, dovranno essere fornite diete adeguate.
I generi alimentari dovranno essere di prima qualità e garantiti a tutti gli effetti di legge per quanto riguarda la genuinità, lo stato di conservazione e l'igiene.
 
Ogni pasto (pranzo e cena con alternanza dei menù previsti) sarà composto da un primo piatto (pasta o riso gr. 100/150 a seconda del condimento o gr. 80 pasta e 100 gr. Di legumi o semola o riso), un secondo piatto (carne rossa 120 gr.; carne bianca 200 gr. o 250 gr. se con osso; pesce 150 gr.; due uova; 100 gr. di formaggio; verdura 180 gr.) frutta di stagione (150 gr. oppure 1 frutto a scelta tra banana, mela, pera, arancia ecc.) 2 panini (50gr. cad), 1 e ½ lt. di acqua minerale pro-capite al giorno, e in caso di necessita, anche all'occorrenza. La prima colazione sarà composta da 1 bevanda calda (200 cc a scelta, latte, caffè, tè) fette biscottate (2 fette), 1 panetto di burro, 1 confezione di marmellata o miele, in alternativa biscotti preconfezionati, monoporzioni da 80 gr.
Il menù non potrà essere variato salvo i casi di comprovata emergenza, ma in ogni caso dovrà essere assicurato a tutti i commensali una disponibilità minima di 1 primo piatto (ammessa anche la pizza), 1 secondo piatto, che può essere costituito anche da formaggi e affettati (a seconda le scelte religiose), 1 tipo di frutta o yogurt, o 2 volte a settimana un dolce monoporzione e bevande come sopra indicato.

FORNITURA DI BENI
L'ente gestore dovrà fornire tutti i generi di prima necessità come di seguito elencati:
1. effetti letterecci adeguati al posto occupato, composti da materasso, cuscino, lenzuola, federe e coperte, che saranno sostituiti ogni settimana per l'avvio ai servizi di lavanderia;
2. vestiario necessario in relazione alla stagione, intendendo la fornitura del minimo necessario al momento dell'accoglienza presso la struttura e, all'occorrenza, il rinnovo degli stessi beni da effettuare periodicamente al fine di garantire l'igiene e il decoro della persona;
3. prodotti per l'igiene personale e rinnovo degli stessi consumabili con l'uso(quali: sapone, shampoo dentifricio, carta igienica, schiuma da barba, ecc..).

SERVIZI PER L'INTEGRAZIONE
Per tutti i soggetti assistiti l'ente gestore deve garantire specifiche prestazioni, come la frequenza di corsi di apprendimento e approfondimento della lingua italiana, senza interruzioni, per un numero minimo di 10 ore settimanali e, inoltre, garantire l'inserimento scolastico dei minori; orientamento al territorio, primo orientamento ed assistenza alla formalizzazione della richiesta di protezione internazionale, informazione ed assistenza nei rapporti con la Questura di Roma per l'inserimento nel sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, invio degli elenchi aggiornati degli ospiti alla Prefettura, con l'indicazione delle eventuali vulnerabilità riscontrate, predisposizione di una specifica e sintetica relazione sociosanitaria su ciascun ospite da trasmettere alla Prefettura ai fini dell'inserimento nel circuito SPRAR al momento dell'inserimento; realizzazione di progetti di integrazione per l'avvio all'autonomia anche in partnership con soggetti pubblici e privati; erogazione di un "pocket money" per ciascun soggetto ospitato del valore economico pari a €.2,50 al giorno fino ad un massimo di €.7,50 al giorno per nucleo familiare, oltre erogazione di una scheda telefonica di €.15,00 all'ingresso.

Insomma, per l’accoglienza è stato predisposto tutto nei minimi dettagli, dall’assistenza sanitaria, alla qualità del cibo, alle vaccinazioni obbligatorie, alle prestazioni per un’ottima integrazione nel tessuto sociale e scolastico, allo smaltimento dei rifiuti, ma alcuna predisposizione su sistemi di videosorveglianza o quant’altro che dovrebbero garantire sicurezza in questi alberghi o Bed& Breakfast delle persone accolte, oltre al controllo delle stesse. Non è la prima volta purtroppo che in massa sono fuggiti e si sono dispersi nel nulla. In realtà c’è un’unica indicazione al riguardo, che è stata sopra menzionata: “Nel caso di abbandono o allontanamento da parte del richiedente asilo, senza preventiva motivata comunicazione alla Prefettura – Ufficio territoriale del Governo, il gestore del centro di accoglienza è tenuto a darne immediata comunicazione alla stessa Prefettura”.

L’importante che tutta la popolazione venga messa a conoscenza di tutte le disposizione che questi bandi prefettizi citano. Verrebbe da dire “Viva la sicurezza di questi bandi” ma anche un bello schiaffo a chi come tante persone che l’Osservatore d’Italia ha incontrato con serie emergenze abitative stanno ancora aspettando risposte dalle istituzioni comunali. 




IMMIGRAZIONE CLANDESTINA: BULGARIA, GRECIA, TURCHIA DICONO BASTA

Siglato il 25 maggio 2015 l’accordo per l’istituzione di un centro di contatto e scambio informazioni doganale tra i tre paesi per fronteggiare e contrastare l’immigrazione clandestina, il terrorismo e il contrabbando che sarà attivo al posto di frontiera Kapitan-Andreevo

di Cinzia Marchegiani

Sofia (Bulgaria) – Firmato quest’oggi 25 maggio 2015 a Sofia, la bellissima capitale bulgara, un accordo per la creazione di un centro di scambio di informazioni in tempo reale tra Bulgaria, Turchia e Grecia. L’obiettivo primario dell’istituzione di questo Centro di frontiera è quello di contrastare l’immigrazione clandestina e il contrabbando.
Il ministro dell'Interno turco Sebahattin Ozturk alla cerimonia della firma ha dichiarato: “Grazie al centro di contatto, la polizia e le autorità doganali dei tre paesi sarebbero in grado di condividere le informazioni in tempo reale e reagire in modo adeguato contro l'immigrazione clandestina e il contrabbando e il terrorismo”.
Le incertezze a sud del confine con la Turchia hanno influenzato l’economia e la politica degli altri paesi. La stessa Turchia ha accolto 2 milioni di emigranti, 1.700.000 provenienti dalla Siria. “Questo centro di cooperazione tra corpi di polizia e doganali sarà attivo al posto di frontiera turco-bulgaro di Kapitan-Andreevo, – nel dettaglio schiarisce Rumiana Bachvarova, il Ministro dell’Interno bulgaro – dove si incontrano le frontiere dei tre Paesi”.

L'accordo appena nato, dovrebbe garantire la migliore cooperazione tra i tre paesi che hanno affrontato gli stessi problemi globali – immigrazione, criminalità organizzata e terrorismo. L'immigrazione è un problema grave in tutta l'Europa, e questa parte della frontiera comune europea era estremamente importante, sensibile alla pressione possibile. Ioannis Panousis, ministro greco supplente di Citizen Protection, ha detto che gli sforzi congiunti e dei piani sarebbe rafforzare la resistenza contro le attività criminali e la migrazione illegale.

 




TUNISI, ATTACCO CASERMA: 7 SOLDATI MORTI E 10 FERITI

di Cinzia Marchegiani

Tunisi – Cominciano ad arrivare conferme e spiegazioni dettagliate sull’attentato che ha visto la caserma di Bouchoucha, vicino al museo del Barbo, diventare luogo di una mattanza di militari. E’ stata scongiurata la matrice terroristica, a riferirlo è stata la tv satellitare al-Jazeera, che ha precisato tra l’altro che le vittime sono tutti militari. Autore della strage, un trentenne originario di Bir Zitoun (Tebourba) sarebbe un caporale sospeso dal servizio al quale era stato proibito l'uso di armi, che è riuscito ad entrare nella caserma, e dopo esser riuscito a sottrarre un’arma da fuoco ad un militare, ha sparato contro un colonnello e altri militari presenti.

Nelle prime fasi si era diffusa la notizia che l'uomo si fosse suicidato rivolgendo contro di sè l'arma. Da fonti ufficiali del ministero dell'Interno, il caporale in congedo è stato invece ucciso dal fuoco di risposta al suo attacco. Anche se le motivazioni di questo folle gesto rimangono tutte da accertare, il portavoce Belhassen Oueslati del ministero della Difesa, ha voluto precisare che la matrice non è da attribuire ad una causa terroristica. Intorno alla caserma e nell'area circostante l'allarme non è cessato subito, la zona infatti è stata monitorata dal volo di due elicotteri militari, mentre gli uomini del Bat, la Brigata antiterrorismo, corpo d'elite del Ministero dell'Interno, circondavano la caserma e una scuola elementare nelle vicinanze. Sono state realizzate anche delle ispezioni e verifiche anche all'interno di una moschea limitrofe.

Il bilancio aggiornato riporta sette morti, compreso l'autore della mattanza, mentre 10 sono i feriti, di cui tre molto gravi, i quali sono stati tutti trasferiti all'ospedale militare di Tunisi.




ISTAT COMMERCIO: LA RIPRESA RESTA ANCORA UN MIRAGGIO

di Cinzia Marchegiani

Federcosumatori, attento al termometro dei consumi e della ripresa economica fotografa uno scenario pesante e al quanto impietoso. I dati e le percentuali smentiscono gli annunci trionfalistici del governo. L’Istat ha comunicato le rilevazioni relative alle vendite al dettaglio nel mese di marzo 2015, che fanno registrare un calo del -0,1% rispetto a febbraio e del 0,2% rispetto a marzo dello scorso anno. Su questi report l’associazione Federconsumatori commenta e segnala una crisi profonda che ormai da anni affligge il sistema economico italiano: “Da tempo denunciamo la persistenza di una drammatica spirale recessiva e lo stesso Istituto di statistica, nel Rapporto annuale sulla situazione del Paese pubblicato nei giorni scorsi, ha fotografato una situazione in cui investimenti e produzione industriale sono diminuiti mentre la disoccupazione giovanile ha raggiunto picchi a dir poco allarmanti”.


Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti rispettivamente di Federconsumatori e Adusbef, intervengono decisi e aprono un vaso di pandora inquietante: “Dal 2012 al 2014 i consumi sono crollati del 10,7%. Le famiglie sono arrivate al punto di dover risparmiare anche in settori vitali come salute e alimentazione e, come dimostrano anche i dati relativi all'inflazione, la ripresa economica che alcuni ritengono consolidata è in realtà ancora un miraggio".

L’economia del nostro paese è sotto la morsa di scenari sempre più catastrofici e finché non si interverrà concretamente per rilanciare la domanda interna e l'occupazione, prima di tutto con un Piano Straordinario per il Lavoro, il nostro Paese non avrà la possibilità di lasciarsi alle spalle questo periodo di crisi. Sono queste le pillole salva Italia che Federconsumatori e Adusbef invitano a somministrare il prima possibile per l'avvio e il consolidamento della ripresa poiché devono rappresentare una priorità assoluta. “Ci aspettiamo quindi che il Governo agisca responsabilmente, mettendo in atto ogni intervento possibile per aprire una nuova fase all'insegna della crescita e dello sviluppo” conclude Federconsumatori, rivolgendo un appello straordinario affinché si possa parlare concretamente di ripresa del lavoro e dare una speranza alle famiglie italiane che con grave difficoltà affrontano questa epocale crisi economica.