REGIONE LAZIO E LA CLINICA DEI MISTERI: TRA PRESUNTE MINACCE AI DIPENDENTI E CASI DI TUBERCOLOSI ACCERTATI

di Cinzia Marchegiani

Tivoli (RM) – Torniamo a parlare della clinica psichiatrica Colle Cesarano accreditata presso la Regione Lazio con un budget portato a 9 milioni di euro l’anno – precedentemente era di 8,5 Mln – successivamente all'insediamento del governatore Nicola Zingaretti.
Intorno alla struttura sembrerebbe essersi eretto un muro di gomma inamovibile alle richieste di informazione riguardo i pazienti psichiatrici che sono in degenza nel nosocomio e sui diritti dei dipendenti che lavorano in questi reparti.
Colle Cesarano resta quindi avvolta in troppi misteri ed al centro di "particolari interessi", tanto da finire nelle intercettazioni di mafia capitale con l’ex capogruppo del partito Democratico in Regione Lazio Marco Vincenzi e oggetto di un'inchiesta, sollevata dal gruppo consiliare del M5S Lazio, in merito al riscontro dei requisiti minimi della casa di cura. I criteri per accedere all'accreditamento vengono contestati in quanto, secondo i consiglieri M5S,  non sarebbero stati rispettati per ottenere il budget annuale milionario.

Il blitz del 13 luglio 2015 Sicel.
Dopo il blitz notturno del 23 giugno 2015 alla clinica Colle Cesarano messo in atto dal consigliere Davide Barillari del M5S Lazio al deputato Massimo Baroni M5S e ai sindacalisti del Sicel, la mattina del 13 luglio 2015 è stata effettuata un’altra ispezione da parte dei sindacalisti del Sicel, poiché sono stati contattati da alcuni dipendenti che hanno confessato di subire minacce riguardo le proprie mansioni e diritti lavorativi.
Nell'ambito della nostra inchiesta giornalistica abbiamo quindi contattato il segretario Confederale Sicel, il dr. Andrea Paliani mentre era ancora all’interno della struttura del nosocomio. Paliani ci ha confermato che dopo molta reticenza viene permesso loro di entrare nella struttura e prendere contatto non solo con i dipendenti, ma ha potuto anche valutare come una caposala su tre presenti sembra essere reggente di un ruolo senza avere titolo in merito. Il segretario confederale ci fa sapere che ha verificato se la Geress, proprietaria di questa clinica, avesse rispettato la normativa del "ccnl alop rsa" per determinare le ore di straordinario dei suoi dipendenti, poiché da una prima verifica sembrava invece che lo straordinario dei suoi lavoratori fosse stato già programmato ed elaborato nei turni. Paliani ci spiega che l’art.52 dello stesso "ccnl alop rsa" riguardo le prestazioni di lavoro supplementare e straordinario hanno carattere invece eccezionale e devono rispondere ad effettive esigenze di servizi: “Il lavoro straordinario e supplementare non potrà mai essere utilizzato come fattore di programmazione del lavoro”. In questo senso il segretario confederale afferma che serve verificare in questa direzione se i lavoratori vivono in condizioni intimidatorie che portano i lavoratori stessi a prestare turnazioni massacranti, senza che venga rispettato il ccnl, il quale se non applicato non tutelerebbe affatto i lavoratori stessi.

Il caso tubercolosi, infettati infermieri dopo il ricovero e morte di un paziente. Durante la telefonata con il segretario confederale Sicel, dr Paliani emerge anche lo scandalo dei contagi avvenuti all’interno della clinica Colle Cesarano avvenuti a gennaio 2015.
Un’infermiera professionale che lavora presso Colle Cesarano  racconta la sua storia e quella dei suoi colleghi. Spiega che purtroppo ha scoperto di essere stata contagiata dalla tubercolosi a causa di un paziente che ha stazionato per alcuni mesi tra dismissioni e ricoveri alla clinica psichiatrica. Dopo che hanno scoperto che era affetto da tubercolosi, era stato trasferito d’urgenza allo Spallanzani di Roma dove poi è morto. Da un primo test lei ed altri lavoratori, presi a campione e non in toto, sono risultati positivi, tanto che hanno dovuto eseguire un secondo tipo di esame tramite il prelievo del sangue. Sono risultati circa 30 dipendenti contagiati da tubercolosi. L’infermiera racconta che mai, prima del caso del paziente affetto da TBC, nessuno aveva per prassi fatto controlli sanitari sia sul personale che sui pazienti, tanto che sembra che oltre ad alcuni infermieri, non sono stati effettuati i controlli ai pazienti che stazionano all’interno della clinica per verificare la situazione reale. In merito a questa situazione lo stesso sindacato Sicel ha inviato presso la direzione casa di Cura Colle Cesarano il 18 giugno 2015 la richiesta urgente di documentazione relativa alla denuncia di tubercolosi come da normativa vigente, proprio per sincerarsi che sia i pazienti che gli stessi lavoratori e chiunque entri nella clinica Colle Cesarano possa farlo nell’assoluta certezza che tutti i focolai e persone siano state monitorate e controllate. Il Sicel, conferma che dal giorno della richiesta sta ancora in attesa della documentazione inerente ai casi TBC avvenuti dentro questa struttura e le relative operazioni di controllo e monitoraggio su tutte le persone all’interno dello stesso nosocomio. L’infermiera afferma che c’è voluto un mese dal giorno di questa brutta scoperta per riprendersi dallo shock, e ora dovrà essere monitorata a vita dall’ospedale specializzato sulle malattie infettive, poiché l’evoluzione della sua malattia, in uno stato di non contagiosità, potrebbe mutare in base alle sue condizioni di salute, anche di stress.

Presto conosceremo la relazione di questa ispezione che redigerà lo stesso sindacato. Troppe le ombre e misteri su una struttura accreditata dalla Regione Lazio, che di fatto deve in assoluta trasparenza, poter dimostrare la sua estraneità a vicende che ormai chiedono al più presto una concertazione tra le parti, per soluzioni tese espressamente alla tutela dei diritti dei lavoratori, alla salute di tutte le persone che vi lavorano, oltre ai pazienti ospiti e degli stessi visitatori della struttura Colle Cesarano.

 




USA, CONDANNA A 45 ANNI PER IL DR FATA: L’ONCOLOGO PRESCRIVEVA CHEMIOTERAPIA A PAZIENTI SANI

I procuratori federali e gli avvocati hanno convenuto che 553 pazienti sarebbero vittime di maltrattamenti medico. Il procuratore McQuade, in una conferenza stampa dopo la condanna ha affermato: "Il dottor Fata si avventava su tutte le opportunità di usare il corpo dei pazienti come un centro di profitto. Il dottor Fata non ha curato i pazienti. Li ha sfruttati come merce, con over-trattamenti, e addirittura mentito ai pazienti sul fatto che avevano un cancro in modo che potesse massimizzare i propri profitti.

di Cinzia Marchegiani

Detroit (USA) – L’America assiste alla sentenza di un caso che ha fatto scandalo e orrore a Detroit. A due anni dal suo arresto, al dr Farid Fata arriva la condanna di 45 anni da trascorrere nella prigione federale per aver violato la fiducia dei suoi 550 pazienti, usati come fonte di guadagno che le hanno permesso di rastrellare più di 17 milioni di dollari con fatturazione fraudolente. Ma se il raggiro fosse stato solo economico, il danno sarebbe stato il male minore. Il dr Fata è un oncologo del Michigan che ha prescritto 35 milioni di dollari dosi eccessivamente aggressive di chemioterapia o chemioterapia inutile per molti dei quali non avevano mai avuto il cancro. La corte federale questa settimana ascoltato i racconti di circa 22 vittime, che hanno condiviso esperienze impensabili, persone sane sottoposte a chemioterapia con effetti collaterali devastanti, storie inaccettabili di sopruso e abuso della professione medica, solo per un vantaggio economico. Alcune dichiarazioni sono state lette da familiari dei pazienti che sono morti.

Frode da 35 milioni di dollari. Gli esperti hanno testimoniato che alcuni pazienti con carenze di ferro documentati sono state date quantità di ferro enormi, mentre altre sono state somministrate dosi inferiori al necessario di farmaci chemioterapici. Dalla frode sanitaria, alla cospirazione, alla richiesta di tangenti a hospice per l’invio di pazienti, passando per il riciclaggio di denaro, il dr Fata è stato soprannominato il ‘dottor Morte’, esercitava la sua professione di oncologo presso sette ambulatori privati della Michigan Hematology Oncology, nell’area metropolitana di Detroit. Il conto che l’oncologo ha presentato a Medicare tra il 2007 e il momento del suo arresto nel 2013, ammonta a 225 milioni di dollari per terapie prescritte a persone trattate inutilmente e alle rispettive famiglie. Le accuse rivolte a Fata riguardano 550 pazienti, ma nella sua lista di quegli anni ne figurano oltre 1200, molti dei quali presenti in aula alla lettura della sua sentenza, per chiedere spiegazioni su come un solo uomo abbia potuto fare una cosa simile e così a lungo senza complici.
 

La scoperta della truffa. La caduta di trattamento del cancro dell'impero di Fata è stata innescata nel luglio 2013, quando un altro specialista del cancro, il dottor Soe Maunglay, ha visto alcuni dei pazienti dell’oncologo e si insospettì. Ha scavato nella cartella clinica del paziente e, infine, ha condiviso le sue scoperte con Karadsheh, che ha allertato l'FBI il 2 agosto 2013, e ha intentato una causa whistle-blower (una persona che lavorando all’interno di un’organizzazione, di un’azienda pubblica o privata si trova ad essere testimone di un comportamento irregolare, illegale, potenzialmente dannoso per la collettività e decide di segnalarlo all’interno dell’azienda stessa o all’autorità giudiziaria o all’attenzione dei media, per porre fine a quel comportamento) tre giorni dopo. Karadsheh ha detto che periodo di detenzione di Fata non eliminerà il danno arrecato alle vittime del medico: “La mia reazione è soprattutto tristezza, perché mi sono reso conto che, nonostante la sentenza, i pazienti avrebbero dovuto sopportare il dolore e la sofferenza a lungo dopo questa decisione" conclude Karadsheh.
 

Frode e abusi del sistema FATA. l fulcro delle sue frodi era una sistema ben congeniato a danni dei pazienti esclusivamente per fatturare e aumentare i guadagni. Ha prescritto chemioterapici soltanto per poter fatturare le aziende sanitarie o dare chemioterapici a persone a pazienti terminali che non avrebbero potuto beneficiare ma che hanno dovuto subire gli effetti collaterali devastanti negli ultimi giorni della loro vita. Il suo schema, dicono i pubblici ministeri, ha coinvolto anche ottenendo tangenti per indirizzare i pazienti ad un programma di hospice selezionato.
Il procuratore Barbara McQuade, ha descritto il comportamento di Fata come "il più grave di frode nella storia del Paese”. Per molte persone torturate dai trattamenti di Oakland County, 45 anni di condanna è una punizione debole.

Vittime e famigliari. "Ha ucciso mio marito", ha detto Patricia Loewen di Prudenville, il cui marito, Kenneth Paul Loewen, è morto in settembre a 62 anni ha detto l'ex medico cancro, ora 50 anni, merita di non essere liberato.Loewen è stata una delle centinaia di vittime over-trattati, mal diagnosticata o sotto-trattata. Il dr Fata avrebbe guadagnato più di $ 17 milioni. "Questo è un enorme, orribile serie di atti criminali che sono stati commessi dal convenuto", ha detto il giudice distrettuale Paul Borman prima che fosse annunciata la condanna al dr Fata, dicendo che l'oncologo "ha praticato avidità e ha spento qualsiasi compassione che aveva."

Processo. L'avvocato difensore Christopher Andreoff aveva chiesto non più di 25 anni di carcere, dicendo anche che potrebbe essere una condanna a vita a causa della salute di Fata. "La nostra raccomandazione gli darà niente di più che una possibilità per il rilascio prima di morire", ha detto Andreoff.
L'assistente procuratore Catherine Dick ha detto alla corte il suo ufficio ha "mai visto niente di simile prima. E questo è a causa del danno. Il dr Fata era avido, quello che ha fatto questo imputato non è quantificabile. Non c'è modo di quantificare la sofferenza".
I pubblici ministeri di US Attorney Barbara McQuade avevano chiesto 175 anni, il massimo della pena. Hanno poi spiegato che comunque il risultato è stato "vicino a una condanna a vita". La chemioterapia, come sapete, è veleno", ha detto McQuade. "Il dottor Fata ha dato il veleno a persone che non ha nemmeno avuto il cancro solo per fare soldi".
I pazienti riceveranno i soldi da un fondo che dovrebbe essere istituito con 20 milioni dollari dal governo, la parte in contanti della confisca dei beni del Dr Fata è di 17,6 milioni dollari.
 

Le parole del Dr Fata al processo . "Sono venuti da me in cerca di compassione e cura. Li ho fallito", ha detto Fata al giudice distrettuale Paul Borman, nel corso della sua condanna. Fata si è dichiarato colpevole nel mese di settembre di 16 reati, tra cui frode e riciclaggio di denaro sporco. E poi ancora: "Mi rivolgo a voi vergogna delle mie azioni … tutto è andato storto", ha detto Fata. "Non posso riportare il passato. La mia ricerca del potere è auto-distruttivo. Prego per la redenzione … Chiedo alla corte pietà", ha detto Fata. "I pazienti sono venuti da me in cerca di compassione e cura …e li ho fallito". Ma le sue vittime e i famigliari dei pazienti morti sono stati indifferenti alla richiesta di perdono del loro aguzzino.
 

Testimonianze. Robert Sobieray, un ex soprintendente pianta automobilistica nei suoi primi anni '60, è stato trattato con Fata per un cancro che non ha mai avuto e ha perso quasi tutti i denti a causa di effetti del farmaco cancro Zometa lato. Era sbalordito quando ha sentito Borman pronunciare il termine di 45 anni: “Il mio cuore mi ha appena lasciato – ha detto Sobieray fuori dal tribunale – lui probabilmente vivrà più a lungo di me." Jeff Berz, il cui padre è stato trattato da Fata per la leucemia acuta spiega: "Siamo venuti qui sperando in una pena massima di oggi e quello che abbiamo visto era sostanzialmente meno”. Berz ha detto di essere preoccupato per questa la sentenza perché creerà un "Open Season" per altri medici a commettere frodi simili: “Devo pensare che giustizia è stata fatta oggi? No, non lo faccio. Sono contento che lui è in carcere … ma non mi sento bene con il verdetto. Speravo che avrebbe ricevuto il massimo”.
I procuratori federali e gli avvocati hanno convenuto che 553 pazienti possono essere stati vittime di maltrattamenti medico. Il procuratore McQuade, in una conferenza stampa dopo la condanna ha affermato: "Il dottor Fata si avventava su tutte le opportunità di usare il corpo di un paziente come un centro di profitto. Il dottor Fata non ha curato i pazienti. Li ha sfruttato come merce, con over-trattamenti, e addirittura mentito ai pazienti sul fatto che avevano un cancro in modo che potesse massimizzare i propri profitti. " Fata si è dichiarato colpevole nel mese di settembre di 16 capi di imputazione tra cui frode sanitaria, riciclaggio di denaro e cospirazione per dare o ricevere tangenti.
 

Avvocato Brian McKeen, managing partner di McKeen & Associates a Detroit, che sta rappresentando molte delle ex pazienti di Fata in una causa civile in corso, ha detto che ha trovato "particolarmente preoccupante" che Fata ha detto al giudice che ha assunto la responsabilità quando in realtà egli ha negato la responsabilità in ogni causa intentata contro di lui".




ROMA, CALDO TORRIDO: BAMBINO DI 3 ANNI LASCIATO SOLO NELLA MACCHINA

Alcuni passanti chiamano la Polizia, il bambino si era sganciato dal seggiolino, era sudato e spaventato

di Cinzia Marchegiani

Roma – Siamo nella zona Esquilino, un bambino di 3 anni è stato lasciato solo nella macchina dal proprio papà, in piena estate e in emergenza allerta alte temperature, tanto che il Ministero della salute per fronteggiare l'emergenza caldo, ha attivato, a partire dal 6 luglio 2015 il numero di pubblica utilità 1500 "Estate sicura, come vincere il caldo”.
L’allarme dei passanti. Quando, dopo circa una mezz’ora, alcuni passanti, hanno notato il bambino solo all’interno di un’autovettura in preda ad un pianto disperato e pieno di sudore, hanno subito contattato il commissariato di zona diretto dalla dottoressa Agnese Cedrone.
Tempestivo l’intervento degli agenti della Polizia di Stato che si sono messi alla ricerca del genitore, notando nel contempo che il bambino, sganciatosi dal seggiolino, era riuscito a raggiungere le chiavi dell’auto chiudendola dall’interno. Quindi, uno degli agenti, senza esitare, ha infranto il vetro dello sportello anteriore recuperando il piccolo, sudato e visibilmente spaventato ma sostanzialmente in buone condizioni.
Agli occhi del genitore accorso sul posto poco dopo, la scena che gli si è posta innanzi è stata quella di un bambino dissetato e tranquillizzato dai poliziotti, che a bordo della volante, giocava fingendo di parlare con la radio portatile in uso agli agenti.
Ancora ad oggi si assiste all’abbandono dei propri figli in macchina. Determinante anche in questo caso la supervisione dei passanti che hanno subito allertato le forze dell’ordine per salvare una piccola vita lasciata in balia di eventi che i grandi invero dovrebbero proteggere.




DISEGNO DI LEGGE SULLA CLASS ACTION: CODACONS DIFFIDA IL MINISTRO MARIA ELENA BOSCHI

Al centro dell’atto, la riforma della “class action” approvata alla Camera e le gravi dichiarazioni del Ministro, che di recente ha annunciato modifiche alla legge allo scopo di accogliere nel passaggio al Senato le proteste di Confindustria

di Ci. Ma.

Il Codacons ha presentato una formale diffida nei confronti del Ministro per le Riforme Costituzionali, i Rapporti con il Parlamento e il Programma di Governo On. Avv. Maria Elena Boschi. Al centro dell’atto, la riforma della “class action” approvata alla Camera e le gravi dichiarazioni del Ministro, che di recente ha annunciato modifiche alla legge allo scopo di accogliere nel passaggio al Senato le proteste di Confindustria.
“Prima di assumere le funzioni, il Presidente del Consiglio e i Ministri devono prestare giuramento secondo la formula rituale indicata dall'art. 1, comma 3, della legge n. 400/88, che impone loro di esercitare le proprie funzioni “nell'interesse esclusivo della nazione” – scrive il Codacons nella diffida. La norma sopra citata impone a ciascun Ministro di orientare le proprie decisioni ed i propri comportamenti alla cura dell’interesse pubblico che gli è stato normativamente affidato, evitando di assumere condotte che si discostino dall’obiettivo di soddisfare gli interessi dell’intera nazione.
Codacons sottolinea con forza che in ragione del ruolo rappresentativo assunto, i Ministri sono quindi tenuti ad agire senza abusare della propria posizione o dei poteri di cui dispongono, mantenendo un ruolo di indipendenza ed imparzialità, evitando situazioni di conflitto d’interessi. In questo caso, la scelta del Ministro Boschi di limitare alla sola Confindustria il confronto sui contenuti delle nuove “Disposizioni in materia di azione di classe”, sembra porsi in contrasto con l’obbligo di perseguire l’interesse generale della nazione, oltre che con i doveri di imparzialità e trasparenza che dovrebbero sempre connotare l’operato dei soggetti pubblici.
Codacons mette in rilevo soprattutto le affermazioni di Giorgio Squinzi, Presidente Confindustria, che sulla modifica del disegno di legge: “si è dichiarato sicuro di una modifica del disegno di legge in Senato ‘che sistemi la situazione’, proprio in quanto rassicurato sul punto dall’attuale Ministro Boschi”.
Per tali motivi il Codacons ha diffidato il Ministro per le Riforme Costituzionali Maria Elena Boschi:
– alla cessazione delle condotte poste in essere in violazione dei principi di cui all’art. 1, comma 3, della legge n. 400/88 ed in contrasto con gli obblighi di imparzialità e trasparenza connaturati al ruolo istituzionale dalla stessa assunto;
– a fissare un incontro con la scrivente Associazione al fine di consentire alla medesima di farsi portatrice delle esigenze e degli interessi dei cittadini, onde evitare che la modifica delle nuove “Disposizioni in materia di azione di classe” finisca per esser figlia della valutazione dei soli interessi della grande impresa.




ALLARME PER GLI ATLETI: L’IPERIDRATAZIONE DURANTE ATTIVITA’ FISICA E’ POTENZIALMENTE MORTALE

Promulgate le nuove linee guida: "Gli atleti devono bere solo quando si ha sete” e pubblicate nella Clinical Journal of Sports Medicine

 

di Cinzia Marchegiani

 

Un allarme importante rivolto sia ai professionisti delle attività agonistiche ma anche a chi pratica sport amatoriali. Mentre i rischi di disidratazione sono ben noti, nuove linee guida internazionali cercano di proteggere gli atleti dai gravi rischi per la salute associati al bere troppi liquidi durante l'attività fisica.
L’iperidratazaione con acqua o bevande sportive può portare a una condizione chiamata esercizio associata iponatriemia (EAH), ha spiegato il professor Mitchell Rosner, MD, uno specialista di rene presso l'Università della Virginia School of Medicine che ha presieduto il gruppo di sviluppo delle linee guida per proteggere gli atleti dai gravi rischi per la salute associati a bere troppi liquidi. La condizione EAH si verifica quando il corpo ha troppa acqua rispetto al suo livello di sale, o meglio quando il livello di sale nel sangue scende troppo a livelli bassi, porta a notevoli problemi neurologici e può essere fatale.
Anche se una volta si è verificato questa condizione EAH soprattutto tra i partecipanti in sport di resistenza, come maratone e triathlon, il professor Rosner ha spiegato come i medici hanno analizzato la condizione di partecipanti in una più ampia gamma di sport.

"Abbiamo documentato almeno 14 morti da EAH dal 1981, tra cui due morti la scorsa estate in giovani atleti mentre giocabano a calcio", ha affermato il prof Rosner: "La caratteristica comune a tutti i casi è il consumo eccessivo di acqua in occasione di eventi sportivi. Questo è guidato da false credenze comuni che iperidratazione può migliorare le prestazioni e anche prevenire la disidratazione. Vale la pena notare che i dati dimostrano gradi lievi di disidratazione non compromettere le prestazioni".

La chiave per prevenire EAH, Rosner ha poi sottolineato, è quello farsi guidare dal corpo che indica quando si ha bisogno di un drink, cioè si consiglia di utilizzare la vostra sete come una guida:. "Se si beve quando si ha sete, non si diventa iponatriemia e non si soffre di notevole disidratazione".
Il professor Rosner ha detto che questa raccomandazione si applica se gli atleti consumano acqua o bevande sportive: "L’iperidratazione ottenuta con una bevanda sportiva sarà ancora portare a iponatriemia. Essi contengono piccole quantità di sodio che possono diminuire il rischio leggermente, ma sono ancora in gran parte costituite d'acqua".
Sintomi da valutare. Cosa fare. I sintomi lievi iniziali di EAH possono includere il pensiero nuvoloso, nausea e mal di testa. Nei casi più gravi, i sintomi includono convulsioni, grave confusione e coma. Se gli allenatori o genitori sospettano un atleta è affetto da EAH, i passi più importanti sono per impedire loro di bere e richiedere assistenza medica. Per gli atleti con sintomi lievi, occorre limitare i liquidi e seguere con attenzione la loro condizione li aiuterà a recuperare nel giro di poche orema i sintomi più gravi – raccomanda il prof Rosner – come confusione richiedono cure mediche urgenti.
Le nuove linee guida sono state pubblicate nella Clinical Journal of Sports Medicine. Il professor Mmitchell Rosner, specialista del rene presso l'Università della Virginia School of Medicine, ha presieduto al gruppo composto di 16 professionisti provenienti da quattro paesi che ha sviluppato nuove linee guida.
 




LARIANO, SCANDALO ALLOGGI POPOLARI: 5 LIBERI MA NON PER MAMMA STEFANIA


LEGGI ANCHE:  LARIANO: STEFANIA CON SFRATTO ESECUTIVO CHIEDE AIUTO AL COMUNE

di Cinzia Marchegiani

Lariano (RM) – L’Osservatore d’Italia torna a trovare mamma Stefania, dopo che l’avevamo lasciata con la promessa che il suo caso lo avremmo seguito. Chiamati in causa per comprendere e approfondire un caso urgente di sfratto esecutivo di una famiglia italiana che vive a Lariano, comune alle porte di Roma, avevamo incontrato Stefania accolti nella sua dimora lo scorso 19 maggio 2015. Allora l’abbiamo conosciuta con un bel pancione, una bimba in arrivo e altre due bambine, di 8 e 11 anni abbastanza grandi per comprendere la realtà della loro situazione, tra valigie sempre pronte e sparse per l’abitazione, ma sempre aperte per poter usare e rimettere a posto vestiti, oggetti di uso quotidiano, perché l’ufficiale giudiziario poteva arrivare in qualsiasi giorno della settimana. Stefania e suo marito erano in lista per le case popolari già da molto tempo ma vivevano in affitto e grazie ai due lavori che avevano, riuscivano ad onorare le scadenze mensili.

Purtroppo una crisi economica ha gettato questa famiglia nel più grande sconforto, hanno perso quasi contemporaneamente la propria attività redditizia, lei ha chiuso il un negozio di abbigliamento, mentre il marito è stato licenziato, la società dove lavorava aveva drammaticamente visto diminuire le proprie commesse. Dallo scorso anno, in virtù della loro drammatica situazione ed essendo modificate le priorità della graduatoria delle case popolari, Stefania ci raccontava che aveva intrapreso le pratiche al Comune di appartenenza per poter accedere, secondo le norme di legge, ad una abitazione del patrimonio comunale, adibito per emergenze abitative. La bimba nel pancione stava per nascere e l’ufficiale giudiziario avrebbe notificato il giorno ultimo per lo sfratto esecutivo. Ma questa famiglia scoprirà a proprie spese, soprattutto di sofferenza emotiva, che gli uffici preposti hanno rimandato di mese in mese una questione non solo delicata, ma di estrema urgenza.

8 Luglio 2015, l’Osservatore d’Italia è ritornato a casa di Stefania per sincerarsi che la situazione fosse cambiata.
I palloncini rosa ancora attaccati alla ringhiera della scala raccontano di un lieto evento, il fiocco, bianco e rosa appeso alla porta di casa è in bella vista, è nata il 5 giugno scorso, la terza bimba. Stefania ci tiene a raccontarci le sue frustrazioni, cerca di non far pesare questa situazione alle due bambine grandi, che chiedono ovviamente dove andranno ad abitare. Fortunatamente sono due bimbe solari e allegre, certamente mamma Stefania ha fatto un ottimo lavoro per non far preoccupare e far vivere nell’angoscia le sue figliole.

Il sostegno del gruppo Consiliare "Più Lariano".
Mamma Stefania la troviamo con la bambina in braccio che sta allattando, ma la realtà di questa emergenza è precipitata repentinamente, lo sfratto esecutivo è stato ufficializzato per martedì prossimo, 14 luglio, ma dal Comune di Lariano nessun eco, nessuna risposta. Il caso diventa però alquanto misterioso merito alle carte e i documenti che proprio Stefania ci fa visionare, se non fosse per la gravità in cui verte questa famiglia di ritrovarsi fra 5 giorni senza una casa di riferimento dove andare con tre bambine, di cui una neonata di appena un mese. E’ scioccante apprendere che il Comune di Lariano risponde ad un’istanza presentata dal gruppo consiliare “Più Lariano” dopo quattro mesi dalla sua presentazione. Si evince dai documenti ufficiali che in data 16 giugno 2015 il Responsabile del Settore II, l’avvocato Corrado Costanzi, invia ai consiglieri Gianluca Casagrande Raffi e Emiliano Astolfi la relazione degli immobili di proprietà comunale, in quanto gli stessi avevano protocollato il 19 febbraio 2015 con protocollo 3209 e poi ancora l’8 maggio 2015 con protocollo 8157 chiarimenti in merito alla situazione occupazionale di ciascuna proprietà residenziale di proprietà comunale, per poter giustamente aiutare Stefania e la sua famiglia nel trovare una sistemazione temporanea che potesse difendere i propri diritti.

La scoperta.
il Comune ha disponibilità di 5 unità residenziali. Una volta in possesso della relazione dello stato degli immobili del Comune e della loro situazione occupazionale e dopo aver esaminato ogni singola situazione, i consiglieri del gruppo “Più Lariano”,  hanno verificato che esiste la disponibilità di più di un alloggio per la reale e dimostrata emergenza in atto. Infatti emerge dalla relazione a firma dell’avvocato Costanzi che risultano effettivamente disponibili 5 unità residenziali libere da persone e cose e per questo motivo i consiglieri Casagrande Raffie e Astolfi hanno protocollato la richiesta di assegnazione urgente di alloggio per emergenza abitativa di cui la famiglia di Stefania possiede i requisiti.

Al fianco di Stefania c'è Fabio D’Andrea, Coordinatore Castelli Romani di “Noi con Salvini” che già da tempo ha offerto supporto a questa famiglia di Lariano e ha fatto delle precise dichiarazioni, poiché vuole scoprire se ci sono precise responsabilità. Il Comune di Lariano deve dimostrare con atti documentali in che modo si è mosso a sostegno di una famiglia italiana residente da tanti anni a Lariano.
Emblematica ora torna la dichiarazione dell’assessore al Patrimonio, Fabrizio Ferrante Carrante, che contattato da un giornale locale lo scorso aprile 2015 affermava: “Gli uffici preposti si sono attivati per trovare una soluzione chiaramente a norma di legge in merito a questo caso. Nonostante le complicazioni dovute all’ordine di sfratto e alla mancata disponibilità di appartamenti, stiamo chiaramente facendo il possibile per la sua famiglia”.
Ovviamente ora diventa necessario un chiarimento ufficiale, anche perché questa famiglia presto dovrà andare a vivere sotto le stelle.
 




ABUSI SUI MINORI AL FORTETO : IL GOVERNO GARANTIRA’ IL CONTROLLO DELLA COOPERATIVA


di Cinzia Marchegiani

 Oggi, 9 luglio 2015 è stata approvata dall'Aula della Camera la mozione  relativa ad una cooperativa che in Toscana ospita minori in difficoltà. Il governo dovrà "assumere ogni iniziativa di competenza per il controllo della cooperativa  Forteto affinché possa essere restituita alla destinazione originaria."

Lo scandalo . Lo scorso 17 giugno 2015 il tribunale di Firenze, al termine di un processo durato venti mesi, ha emesso una sentenza di primo grado a carico di sedici persone per abusi sessuali e maltrattamenti su bambini e su adulti con disagi psichici affidati alla comunità “il Forteto”. Il fondatore della comunità, Rodolfo Fiesoli, è stato condannato a diciassette anni e mezzo di reclusione e il suo braccio destro e “ideologo” della comunità, Luigi Goffredi, a otto anni di carcere.


La comunità “il Forteto”. Fondata a La Querce (Prato) nel 1977 con l'obiettivo di essere una comunità produttiva e alternativa alla famiglia tradizionale, attualmente è attiva nel comune di Vicchio, in provincia di Firenze; negli anni, secondo la stessa sentenza ma anche secondo quanto accertato con relazione unanime dalla commissione d'inchiesta regionale istituita sul caso, al Forteto sono avvenute atrocità di ogni genere. Fiesoli, oltre ad aver picchiato e costretto minori presi in affidamento a rapporti sessuali, induceva all'omosessualità, teorizzando la separazione fra uomini e donne, e, di fatto, stravolgeva i modelli familiari, allontanando i bimbi affidati in via temporanea dai genitori naturali attraverso un vero e proprio lavaggio del cervello.

Alla Camera Giorgia Meloni ricorda questa vicenda prima della votazione: “Una setta in piena regola che negli anni ha continuato ad ottenere tribunale per i minorenni l'affidamento di minori con gravi problemi, nonostante Fiesoli – continua la Meloni – e il suo “ideologo” Luigi Goffredi avessero già subito una sentenza definitiva per reati simili a quelli a cui sono stati condannati recentemente”. Già nel 1985 – sconcertata la Meloni evidenzia – Fiesoli era stato condannato in via definitiva a due anni di carcere per atti di libidine violenta e corruzione di minorenne e maltrattamenti, ma ciononostante il tribunale per i minorenni ha proseguito con gli affidamenti di minori alla sua comunità. Nel 1979, proprio al rientro di Fiesoli in comunità dopo aver trascorso cinque mesi in carcere nell'ambito della prima inchiesta condotta a suo carico per abusi e maltrattamenti, il giudice Gian Paolo Meucci ha disposto l'affidamento allo stesso Fiesoli di un bambino di tre anni affetto da sindrome di down.


Le condanne. Alla reclusione di Rodolfo Fiesoli a 17 anni e mezzo, Luigi Goffredi a 8 anni, Daniela Tardani a 7 anni, Francesco Bacci a 3 anni e 6 mesi, Angela Maria Bocchino a 1 anno, Mariella Consorti a 3 anni e 6 mesi, Marida Giorgi a 1 anno, Silvano Montorsi a 3 anni e 6 mesi, Stefano Pezzati a 4 anni e 6 mesi, Gianni Romoli a 3 anni, Stefano Sarti a 3 anni, Elisabetta Sassi a 3 anni, Luigi Serpi a 4 anni e 6 mesi, Francesca Tardani a 3 anni e 6 mesi, Elena Maria Tempestini a 3 anni e 6 mesi, Mauro Vannucchi a 4 anni e 6 mesi;ha suscitato scandalo e preoccupazione la tristemente famosa vicenda de “il Forteto”, alla quale per affidato i bambini in difficoltà.


Notizie processuali, violenza e orrore. Dal processo è emerso il fatto che erano usuali e reiterati gli atti di violenza e di maltrattamenti ai danni dei bambini, garantiti dall’omertà e dal silenzio di chi conosceva i fatti, tra cui si segnalano particolarmente gli psichiatri e gli assistenti sociali, i quali hanno commesso ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo numerosissime disattenzioni; appaiono particolarmente gravi, poi, l’appoggio entusiasta e i reiterati e generosi finanziamenti forniti dalle amministrazioni locali grazie ai quali la cooperativa agricola è divenuta una “potenza economica”.

Purtroppo i controlli che i servizi sociali in tutti questi anni avrebbero dovuto, in base alle disposizioni vigenti, effettuare sulla e nella comunità non sono riusciti ad impedire il protrarsi degli abusi; già dalla fine degli anni ’70 alcuni genitori, i cui figli erano affidati al Forteto, avevano avuto dei sospetti sulla gestione della comunità e sui metodi adottati, ma tutte le segnalazioni sono passate senza essere verificate. Si rimane inorriditi dalla notizia che già nel 2000 l'Italia è stata condannata al pagamento di duecento milioni di lire dalla Corte europea dei diritti dell'uomo, in seguito all'accoglimento di un ricorso sull'affidamento di due fratelli al Forteto e proprio nella sentenza si rilevavano le gravi anomalie negli affidamenti e i mancati controlli dei servizi sociali ma anche dopo di essa gli affidamenti sono proseguiti. La stessa Meloni attacca la gestione politica della sinistra: “nei decenni della sua attività la regione Toscana, così come numerose altre istituzioni locali e nazionali, hanno continuato ad elargire fondi e riconoscimenti al Forteto, elogiandone i metodi educativi e frequentando e visitando spesso la comunità”.

 

Secondo Bruno Vespa, è evidente la forzatura a tenere tutto sottaciuto: “In una puntata della trasmissione televisiva Porta a porta del 2002, allestita prendendo spunto dalla sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo, Bruno Vespa ebbe modo di affermare che non aveva mai subito tante pressioni per non occuparci di questa vicenda del Forteto. Pressioni quotidiane, che sono avvenute con una sistematicità che francamente ci ha sconcertati’”. La stessa Meloni, esortando a votare per questa mozione ricorda anche una recente intervista dove il magistrato Piero Tony, presidente del tribunale per i minorenni di Firenze dal 1999 al 2006, con riferimento al caso dell'affidamento a Fiesoli del bambino down nel 1979, quando era appena uscito dal carcere, disposto dall'allora presidente del tribunale per i minorenni Giampaolo Meucci, che ha affermato che “probabilmente fu possibile per l'imperare di quella cultura cattolica di sinistra, allora molto forte proprio a Firenze. Ma è anche altrettanto vero che Meucci e con lui buona parte dell'opinione pubblica non credette mai che la verità processuale uscita da quella vicenda corrispondesse alla verità reale”.




ULTIMATUM EUROZONA: CONCESSI ALLA GRECIA SOLO 5 GIORNI PER TROVARE UN ACCORDO O DEFAULT

 

Inquietanti le riflessioni del Presidente UE, Donal Tusk dopo il summit che amonisce: “La nostra incapacità di trovare un accordo può condurre al fallimento della Grecia e il fallimento del suo sistema bancario. E di sicuro, sarà più doloroso per il popolo greco. Non ho alcun dubbio che questo influenzerà tutta l'Europa anche nel senso geopolitico. Se qualcuno ha qualche illusione che non sarà così, sono ingenui”

di Cinzia Marchegiani

Strasburgo – Un tira e molla l’accordo che vede impegnata la Grecia con la troika, evidentemente non è solo la Grecia a dover perdere pezzi fondamentali per la propria stabilità, se arriva il default e quindi la fuoriuscita della Grecia dall'UE sarà sancita definitivamente anche una crepa profonda della zona euro. Il vertice conclusosi a Strasburgo martedì 7 luglio 2015 ha deciso per un “ulteriore” ultimatum, alla Grecia, infatti sono stati concessi altri cinque giorni per trovare un accordo, altrimenti sarà default. L'Eurogruppo ha accolto con favore il nuovo ministro greco delle Finanze Euclid Tsakalotos che ha presentato la situazione in Grecia dopo il referendum del 5 luglio 2015. A seguito della riunione dell'Eurogruppo Presidente Jeroen Dijsselbloem ha annunciato che il governo greco avrebbe presentato una nuova richiesta di assistenza finanziaria dal meccanismo europeo di stabilità(ESM).
Discorso Tsipras e commenti. Il premier Tsipras è intervenuto al Parlamento europeo chiedendo un taglio del debito per poter essere in gradi di restituire i soldi e ha ricordato, lanciando una battuta alla Germania: “che il momento di massima solidarietà nella Ue è stato nel 1953 quando venne tagliato il 60% del debito tedesco, dopo la Guerra”. Tsipras ha inoltre annunciato una richiesta di fondi al Fondo salva Stati (Esm), in cambio del prestito triennale la Grecia sembrerebbe proporre di varare una serie di riforme, già la prossima settimana, sia sul fronte del fisco che del sistema pensionistico ( ma non erano intoccabili?). Tsipras ha poi sottolineato che il dibattito che stanno affrontando doveva essere fatto molto tempo fa, perché non riguarda solo il futuro della Grecia, ma anche l'eurozona e accusando che questo tipo di negoziato, durato ben 5 mesi, è stato effettuato a porte chiuse. Il premier ellenico si è rivolto al summit che doveva decidere e confessa di non avere un piano segreto per l’uscita dall’euro, dichiarando di parlare con il cuore in mano. Poi come un buon padre di famiglia Tsipars consapevole che servono le riforme, spiega che vogliono tenersi il criterio di scelta su come suddividere il peso, senza “dikdat” dall’alto. Tuona presidente della Commissione Ue Jaen-Claude Juncker che replica spiegando che senza l'interruzione dei negoziati avrebbero raggiunto un'intesa che per la Grecia la Commissione aveva proposto un programma pluriennale di prestiti per 35 miliardi di euro, e riferendosi alla battuta di Tsipras conclude: “E’ bene che si sappiano tutte le cose che sono state dette dietro quelle porte chiuse”.
Senza alcun problema il presidente UE Donald Tusk ha invece duramente attaccato il premier greco a cui spiega che la moralità significa pagare i debiti: "non è vero che i creditori sono immorali – continua Tusk – e che i debitori sono vittime innocenti. Non è possibile continuare a spendere più di quello che si guadagna, questa è l'origine della crisi in Grecia, non la moneta unica”.
Mentre Gianni Pittella, presidente del gruppo dei socialisti europei spiega che non accetteranno un Grexit, confermando che si opporranno a speculatori politici, e faranno di tutto per salvare la Grecia e salvare l'Europa, arriva la battuta al vetriolo del leader del Ppe all'Europarlamento Manfred Weber che accusa ala Grecia: “Saranno la Spagna, il Portogallo, le infermiere in Slovacchia a pagare i suoi debiti”, Lei ha organizzato un referendum, ora anche la Slovacchia lo vuole fare perché ne hanno abbastanza di pagare per voi”.

L’intervento del Presidente UE Donald Tusk dopo il vertice euro del 7 luglio 2015  lascia presagire i prossimi scenari che dovranno comunque essere affrontati dopo che il primo ministro Tsipras si è impegnato a presentare una nuova richiesta per un programma nel quadro stabilito dal trattato ESM, tra cui una rigorosa condizionalità politica, a seguito del referendum greco. Il governo greco giovedì 9 luglio, al più tardi definisce in dettaglio le sue proposte per un programma di riforma globale e specifico per la valutazione da parte delle tre istituzioni da presentare al Gruppo Euro. I capi di Stato e di governo si riuniranno quindi domenica 12 luglio.

Donald Tusk aggiunge il suo punto di vista inquietante, che lascia presagire cambiamenti geopolitici: “Tutti i lati dei negoziati condividono la responsabilità per l'attuale status quo. Ecco perché oggi ho chiamato tutti i leader per cercare di trovare un consenso, che sarà il nostro comune successo, senza vinti o vincitori. Se ciò non accade vorrà dire la fine dei negoziati con tutte le possibili conseguenze, compreso il peggiore scenario, in cui ognuno di noi perderanno. La nostra incapacità di trovare un accordo può condurre al fallimento della Grecia e il fallimento del suo sistema bancario. E di sicuro, sarà più doloroso per il popolo greco. Non ho alcun dubbio che questo influenzerà tutta l'Europa anche nel senso geopolitico. Se qualcuno ha qualche illusione che non sarà così, sono ingenui. La cruda realtà è che abbiamo solo cinque giorni per trovare l'accordo definitivo. Fino ad ora, ho evitato di parlare di scadenze. Ma stasera devo dire forte e chiaro che il termine ultimo si conclude questa settimana. Tutti noi siamo responsabili della crisi e tutti noi abbiamo la responsabilità di risolverlo”.
Cinque giorni per decidere non solo per la Grecia, ma per tutta l’eurozona, le parole del Presidente Tusk lasciano presagire cambiamenti forse irreversibili che toccheranno molti altri paesi, quasi una sorta di condizione sine qua non.




TAVOLO MINISTERIALE, METODI ALTERNATIVI: PARTE BENE IL PRIMO INCONTRO AL MINISTERO DELLA SALUTE

L’incontro è stato chiesto dal PAE per stabilire le regole afferenti il Tavolo onde evitare incomprensioni e non pochi imbarazzi che hanno caratterizzato il rapporto con il precedente Direttore generale, Gaetana Ferri che di fatto sembra aver congelato il tavolo per tutto il periodo del suo mandato

LEGGI ANCHE  15/05/2015 BEATRICE LORENZIN INDAGATA: SI RIAPRE TAVOLO MINISTERIALE SULLA SPERIMENTAZIONE FARMACI

 

di Cinzia Marchegiani

Sembra essere partito con un percorso decisamente di collaborazione il nuovo Tavolo Ministeriale sui Metodi Alternativi invece inizialmente osteggiato fortemente dal nuovo dicastero della salute succeduto all’ex minsitro Renato Balduzzi. Presso il Ministero della Salute si é svolto lo scorso 3 luglio, il primo incontro con il nuovo Direttore generale Sanità Animale e Farmaci veterinari, Dott. Silvio Borrello, in relazione al Tavolo tecnico-scientifico sui metodi alternativi alla sperimentazione animale con la delegazione del Partito Animalista Europeo, rappresentata dal presidente, Stefano Fuccelli, dal Coordinatore comitato esperti sulle alternative, Prof. Bruno Fedi e la responsabile segreteria Prof. Sonia Fraioli. Accolti dai vertici del Ministero, Dott. Silvio Borrello, Direttore Generale, Dott. Ugo Santucci, Direttore VI ufficio benessere animale, Dott. Giovanni Botta e da uno staff di avvocati al seguito, il Tavolo, fermo da due anni, riprenderà il proseguo, prevista entro il mese di settembre la prima seduta tra esperti.

Un incontro teso alla volontà di chiarimento. E’ stato chiesto dal PAE questo incontro per stabilire le regole afferenti il Tavolo onde evitare incomprensioni e non pochi imbarazzi che hanno caratterizzato il rapporto con il precedente Direttore generale, Gaetana Ferri che di fatto ha congelato il tavolo per tutto il periodo del suo mandato. Il presidente del Pae, Stefano Fuccelli si dichiara soddisfatto dell' esito el vertive avvenuto al dicastero della salute: “ in questo incontro sono state accolte sostanzialmente le nostre istanze: dal prossimo tavolo il numero tra gli esperti sarà equivalente e non più di 14 a 3 in favore dei pro-test, con la possibilità di nominare un esperto internazionale ad hoc in relazione all'argomento trattato qualora il nostro coordinatore lo ritenga opportuno, il Ministero dovrà garantire la terzieta' degli esperti da esso nominati – si auspica Fuccelli – e coordinerà il tavolo in qualità di super-partes senza prendere posizione in favore delle lobby come ė accaduto con il precedente direttore Ferri, più volte iscritto sul registri degli indagati dalla Procura di Roma per numerosi reati a seguito di nostra querela. Inoltre abbiamo ottenuto dal Ministero il documento redatto dai pro-test, fino ad oggi secretato, che verrà trasmesso prima della prossima seduta del Tavolo ai nostri esperti indispensabile per il contraddittorio”.

Questo è il parterre di esperti formalmente accettati dal Ministero della Salute (in ordine alfabetico):

Prof. Bruno Fedi. Professore di urologia. Già Primario ospedaliero. Specialista in Anatomia Patologica; Oncologia; Ginecologia. Autore di oltre cento pubblicazioni scientifiche.
Dott.ssa Susanna Penco. Biologa Esperta di colture cellulari. Dirigente nell' ospedale S. Martino Genova. Da anni promotore e relatore di corsi/convegni su "Metodiche Sostitutive".
Dott. Oriano Perata. Specialista in Chirurgia. Aiuto chirurgo ospedaliero.
Dott.ssa Valeria Roni. Biologa Phd. in Scienze Oncologiche. Molti anni di attività in Germania. Esperta in Genetica.
Dott.ssa Costanza Rovida. Esperta in chimica analitica ha lavorato per tre anni alla Commissione Europea, partecipando a due gruppi di lavoro: sviluppo del RIP 3.3 (REACH Implementation Project, Technical Guidelines to Industries) e come coordinatore del “Work package” nel progetto europeo sullo sviluppo di metodi integrati e alternativi ai tests sugli animali. Attualmente rappresentante del CAAT, Centro per lo studio dei metodi alternativi, Università di Costanza.
Prof. Giulio Tarro. Docente di virologia all’Università di Napoli e professore aggiunto alla Temple University di Philadelphia, presidente della Commissione sulle Biotecnologie della Virosfera WABT dell’Unesco. Virologo di fama internazionale, ha lavorato anche con il professor Albert Sabin, creatore del vaccino antipolio orale. Vincitore di numerosi premi scientifici. Primario ospedaliero in quiescenza.
Dott. Marcello Villanova. Neurologo, specializzato in malattie neurodegenerative in particolare nella distrofia muscolare , massimo esperto in Italia di SMA 1. Responsabile Unità di Recupero e Riabilitazione Funzionale Malattie Neuromuscolari Ospedale Nigrisoli di Bologna. Autore di numerose pubblicazioni .

Il Presidente del PAE, dichiarando di apprezzare la totale apertura al dialogo del Direttore Borrello, sorprendente per la sua disponibilità al confronto leale, afferma: “Emblematica la sua frase mettiamo una pietra sopra sul passato e cerchiamo di ricostruire insieme con trasparenza. Parole condivise anche dal Dott. Ugo Santucci che ha manifestato uguale disponibilità alla cooperazione" – conclude Fuccelli.

Quel confronto tra scienziati sembra aver mosso il giusto passo per tessere un percorso promotore di un grande cambiamento scientifico e culturale, ma soprattutto teso alla tutela del cittadino che consuma farmaci e degli stessi animali cavie nei laboratori.




TAVOLO MINISTERIALE METODI ALTERNATIVI: PARTE BENE IL PRIMO INCONTRO AL DICASTERO DELLA SALUTE. A SETTEMBRE LA PRIMA SEDUTA TRA ESPERTI

L’incontro è stato chiesto dal PAE per stabilire le regole afferenti il Tavolo onde evitare incomprensioni e non pochi imbarazzi che hanno caratterizzato il rapporto con il precedente Direttore generale, Gaetana Ferri che di fatto ha congelato il tavolo per tutto il periodo del suo mandato

LEGGI ANCHE: 15/05/2015 BEATRICE LORENZIN INDAGATA: SI RIAPRE TAVOLO MINISTERIALE SULLA SPERIMENTAZIONE FARMACI

di Cinzia Marchegiani

Sembra essere partito con un percorso decisamente di collaborazione il nuovo Tavolo Ministeriale sui Metodi Alternativi invece inizialmente osteggiato fortemente dal nuovo dicastero della salute succeduto all’ex minsitro Renato Balduzzi. Presso il Ministero della Salute si é svolto lo scorso 3 luglio, il primo incontro con il nuovo Direttore generale Sanità Animale e Farmaci veterinari, Dott. Silvio Borrello, in relazione al Tavolo tecnico-scientifico sui metodi alternativi alla sperimentazione animale con la delegazione del Partito Animalista Europeo, rappresentata dal presidente, Stefano Fuccelli, dal Coordinatore comitato esperti sulle alternative, Prof. Bruno Fedi e la responsabile segreteria Prof. Sonia Fraioli. Accolti dai vertici del Ministero, Dott. Silvio Borrello, Direttore Generale, Dott. Ugo Santucci, Direttore VI ufficio benessere animale, Dott. Giovanni Botta e da uno staff di avvocati al seguito, il Tavolo, fermo da due anni, riprenderà il proseguo, prevista entro il mese di settembre la prima seduta tra esperti.

Un incontro teso a chiarimenti. E’ stato chiesto dal PAE questo incontro per stabilire le regole afferenti il Tavolo onde evitare incomprensioni e non pochi imbarazzi che hanno caratterizzato il rapporto con il precedente Direttore generale, Gaetana Ferri che di fatto ha congelato il tavolo per tutto il periodo del suo mandato. Il presidente del Pae, Stefano Fuccelli si dichiara soddisfatto dell' esito el vertive avvenuto al dicastero della salute: “ in questo incontro sono state accolte sostanzialmente le nostre istanze: dal prossimo tavolo il numero tra gli esperti sarà equivalente e non più di 14 a 3 in favore dei pro-test, con la possibilità di nominare un esperto internazionale ad hoc in relazione all'argomento trattato qualora il nostro coordinatore lo ritenga opportuno, il Ministero dovrà garantire la terzieta' degli esperti da esso nominati – si auspica Fuccelli – e coordinerà il tavolo in qualità di super-partes senza prendere posizione in favore delle lobby come ė accaduto con il precedente direttore Ferri, più volte iscritto sul registri degli indagati dalla Procura di Roma per numerosi reati a seguito di nostra querela. Inoltre abbiamo ottenuto dal Ministero il documento redatto dai pro-test, fino ad oggi secretato, che verrà trasmesso prima della prossima seduta del Tavolo ai nostri esperti indispensabile per il contraddittorio”.

Questi sono il parterre di esperti formalmente comunicati ed accettati dal Ministero della Salute (in ordine alfabetico):

Prof. Bruno Fedi. Professore di urologia. Già Primario ospedaliero. Specialista in Anatomia Patologica; Oncologia; Ginecologia. Autore di oltre cento pubblicazioni scientifiche.
Dott.ssa Susanna Penco. Biologa Esperta di colture cellulari. Dirigente nell' ospedale S. Martino Genova. Da anni promotore e relatore di corsi/convegni su "Metodiche Sostitutive".
Dott. Oriano Perata. Specialista in Chirurgia. Aiuto chirurgo ospedaliero.
Dott.ssa Valeria Roni. Biologa Phd. in Scienze Oncologiche. Molti anni di attività in Germania. Esperta in Genetica.
Dott.ssa Costanza Rovida. Esperta in chimica analitica ha lavorato per tre anni alla Commissione Europea, partecipando a due gruppi di lavoro: sviluppo del RIP 3.3 (REACH Implementation Project, Technical Guidelines to Industries) e come coordinatore del “Work package” nel progetto europeo sullo sviluppo di metodi integrati e alternativi ai tests sugli animali. Attualmente rappresentante del CAAT, Centro per lo studio dei metodi alternativi, Università di Costanza.
Prof. Giulio Tarro. Docente di virologia all’Università di Napoli e professore aggiunto alla Temple University di Philadelphia, presidente della Commissione sulle Biotecnologie della Virosfera WABT dell’Unesco. Virologo di fama internazionale, ha lavorato anche con il professor Albert Sabin, creatore del vaccino antipolio orale. Vincitore di numerosi premi scientifici. Primario ospedaliero in quiescenza.
Dott. Marcello Villanova. Neurologo, specializzato in malattie neurodegenerative in particolare nella distrofia muscolare , massimo esperto in Italia di SMA 1. Responsabile Unità di Recupero e Riabilitazione Funzionale Malattie Neuromuscolari Ospedale Nigrisoli di Bologna. Autore di numerose pubblicazioni .

Il Presidente del PAE, dichiarando di apprezzare la totale apertura al dialogo del Direttore Borrello, sorprendente per la sua disponibilità al confronto leale, afferma: “Emblematica la sua frase mettiamo una pietra sopra sul passato e cerchiamo di ricostruire insieme con trasparenza. Parole condivise anche dal Dott. Ugo Santucci che ha manifestato uguale disponibilità alla cooperazione" – conclude Fuccelli.

Quel confronto tra scienziati sembra aver mosso il giusto passo per tessere un percorso promotore di un grande cambiamento scientifico e culturale, ma soprattutto teso alla tutela del cittadino che consuma farmaci e degli stessi animali cavie nei laboratori.




RENZI E I PROBLEMI CON LA GEOGRAFIA POLITICA: LA MELONI LO BACCHETTA SU TWITTER

di C. Ma.

Diventa virale sui socialnetwork il botta e risposta tra Matteo Renzi e Giorgia Meloni. Un premier incredibilmente disorientato, e quasi pittoresco, forse spinto nel voler fotografare l’Europa come una grande casa dove esistono straordinarie realtà, ha dimostrato di avere problemi nel riconoscere la geografia politica dell’Unione Europea, tanto che in visita al Cern di Ginevra, ha scritto sul social network : “Al Cern di Ginevra, l’Europa che ci piace, l’Europa che funziona”.
Immediata la replica del presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni che sotto il suo post gli scrive: «Matteo Renzi, ci stai dicendo che l’Europa che funziona è quella fuori da UE e Euro? O è solo un epic fail?».
La Svizzera, infatti, non è né nell’Unione Europea né nell’eurozona. Insomma un epic fail che Matteo Renzi incassa e che sta diventano virale in rete, che va ad aggiungersi alle molteplici gaffe che Renzi sta seminando ormai da mesi.