GHEDDAFI: PENA CAPITALE PER IL FIGLIO. L'ONU SI OPPONE

di Cinzia Marchegiani

Libia – Seif al Islam, figlio dell’ex leader della Libia Mu’ammar Gheddafi era stato stato consegnato al Governo libico dal Niger, dove era fuggito dopo la caduta del padre nel 2011 e aveva ottenuto asilo "per ragioni umanitarie" nel novembre 2012. Nonostante non sia ricercato dalla Corte penale internazionale come il fratello Saïf al Islam – accusato per crimini contro l’umanità – la Libia lo doveva giudichere per espropriazione forzata e intimidazione con armi, reati che avrebbe commesso quando dirigeva la Federazione libica di calcio.


La sentenza del tribunale Libico. Seif al Islam, figlio di Gheddafi, è stato condannato a morte per fucilazione assieme ad altre otto persone vicine all’ex dittatore, attraverso la fucilazione, da un tribunale libico. Tra loro figurano pure l’ultimo premier dell’era del rais, Baghdadi al-Mahmudi e il suo capo dei servizi segreti, Abdallah Senussi. Tutti e nove sono stati giudicati a Tripoli, dove regna una coalizione di milizie in parte islamiche  per il ruolo che hanno svolto durante la repressione sanguinosa di quattro anni fa, ma il paese è diviso in due Governi e due Parlamenti.  

 

L’ONU avverte. Arriva deciso e contrario il commento dell’Alto commissariato dei diritti umani delle Nazioni Unite (ONU),  Ravina Shamdasani sulla condanna a morte inflitta il 28 luglio 2015 da un tribunale di Tripoli a Seif al Islam Gheddafi e altre otto persone: “Il processo non ha rispettato le leggi internazionali. L’ONU è contrario alla pena capitale". Inoltre lo stesso commissario spiega che il processo inoltre si è svolto in condizioni scorrette. Anche il Governo di Tobruk, ha espresso il suo giudizio: "Il tribunale è illegittimo perché non si trova sotto il controllo dello Stato".

 




VAROUFAKIS NEI GUAI: ECCO COME VOLEVA "SALVARE" LA GRECIA

di Cinzia Marchegiani

Grecia – Arriva il colpo di coda sull’uomo che ha affrontato il volto minaccioso dell’Unione Europea e una crisi ellenica epocale. La Corte Suprema al Parlamento deve decidere per l’immunità all’ex ministro delle finanze Yanis Varoufakis, a suo carico sono state presentate due denunce presentate da privati cittadini, quindi probabile che sarà sollevato da questa protezione in modo che possa affrontare un processo. Le cause sono state promosse da Apostolos Gletsos, il sindaco di Stylida in Grecia centrale e capo del partito Teleia, e Panayiotis Giannopoulos, un avvocato. L'azione legale è stata presa prima ultime rivelazioni del ministro delle finanze circa i suoi tentativi di istituire un sistema di pagamento parallelo.


Una registrazione del piano B segreto di Yanis Varoufakis. In un audio pubblicato sul sito dell’Official Monetary and Financial Institutions Forum (OMFIF), si apprende che l'ex ministro delle finanze ellenico,Yanis Varoufakis, aveva "un piano B" con il quale si voleva introdurre un metodo di pagamento parallelo, che prevedeva l'assegnazione di un codice bancario e fiscale ad ogni contribuente e società per gestire il passaggio ad una nuova moneta. Ciò sarebbe stato necessario nel caso in cui il sistema bancario fosse stato chiuso.


Varoufakis ha spiegato, la sua strategia ad un gruppo di fund manager di Londra. Nell'audio viene anche confermato che Alexis Tsipras era d'accordo con questa ipotesi: "Il primo ministro, prima che vincessimo le elezioni, mi aveva dato il disco verde per formulare un piano B. Io ho messo in piedi un piccolo team che avrebbe dovuto lavorare sottotraccia per ovvie ragioni" . Le registrazioni, pubblicate con il consenso di Varoufakis, hanno scatenato le proteste di tutti i partiti di opposizione che ora chiedono un immediato chiarimento in Parlamento


A capo del gruppo anonimo, secondo quanto riferito da Voroufakis, c'era il noto economista statunitense keynesiano, James Kenneth Galbraith. Quest'ultimo, insieme all'allora ministro delle Finanze greco, aveva pensato a un sistema di pagamento ombra, nel caso in cui i bancomat non avrebbero più funzionato. In poche parole, l’agenzia delle entrate avrebbe reso possibile, attraverso un pin fornito a chi era debitore di denaro (Stato o soggetti privati) di trasferire le somme in “formato digitale” (nominalmente in euro).
Sul sistema di pagamento parallelo l'ex ministro ha aggiunto: "Avremmo potuto estendere il sistema agli smartphone con un’app e sarebbe potuto diventare un funzionale meccanismo finanziario parallelo: al momento opportuno sarebbe stato convertito nella nuova dracma"

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Sul Financial Times Varoufakis aveva di fatto spiegato e difeso il suo piano segreto, per salvare la Grecia sostenendo che stava cercando di creare uno schema di superare carenza di liquidità del paese, in assenza di una banca centrale in grado di svolgere questo ruolo: “Data l'assenza di una banca centrale per sostenere gli sforzi dello Stato, gli arretrati del governo greco al settore privato (privati e aziende) sono stati perennemente deflazionistico dal 2008", ha sostenuto il ministro delle finanze”. L’ex ministro Varoufakis ha spiegato come il sistema avrebbe funzionato:"La nostra idea era semplice per consentire la cancellazione multilaterale di arretrati tra lo Stato e il settore privato utilizzando la piattaforma della sede fiscale in vigore web-based pagamenti. Un conto di riserva può essere creato per ogni codice fiscale sull'interfaccia web del fisco e il merito di arretrati dovuti dallo Stato a tale individuo o organizzazione. Titolari del codice fiscale sarebbe in grado di trasferire i crediti dal proprio conto di riserva sia per lo Stato (in sostituzione del pagamento delle imposte) o per qualsiasi altro conto di riserva codice fiscale".




FARMACI, EVENTI AVVERSI E DECESSI IN RITARDO: L'ALLARME ARRIVA DAGLI USA

di Cinzia Marchegiani

E’ stato pubblicato su JAMA Intern Med, il 27 luglio 2015 uno studio firmato Pinar Karaca-Mandic, Ph.D., l'Università del Minnesota School of Public Health, Minneapolis, e coautori i quali hanno esaminato i dati dal FDA Adverse Event Reporting System e analizzato le segnalazioni di eventi avversi ricevute dal gennaio 2004 al giugno 2014. Lo studio finale ha incluso solo rapporti iniziali caratterizzati, cioè classificati dalla FDA come "accelerato" e quindi soggetta al regolamento che richiede la consegna delle relazioni da presentare entro 15 giorni di calendario.
Mancate segnalazioni in USA. 
Circa il 10 per cento degli eventi avversi gravi e imprevisti non sono stati segnalati dai produttori di farmaci per la Food and Drug Administration entro il termine di 15 giorni imposti dai regolamenti federali, secondo un articolo pubblicato online da JAMA Medicina interna . Gli operatori sanitari e consumatori possono segnalare volontariamente eventi avversi da farmaci direttamente alla FDA o il produttore di droga (farmaci). Gli eventi avversi che sono seri (compresa la morte, pericolo di vita, l'ospedalizzazione, invalidità e difetti di nascita) e inaspettata (qualunque esperienza avversa non elencato nell'etichetta corrente) sono classificati come "accelerato" e produttori che ricevono tali relazioni hanno il compito di trasmetterle al la FDA "il più presto possibile, ma in ogni caso non oltre 15 giorni di calendario dal ricevimento iniziale delle informazioni" ai sensi del regolamento federale in base alle informazioni nella lettera di ricerca.

Analisi studio sui dati in USA. Lo studio – sostenuto da un finanziamento della ricerca presso la University of Minnesota Accounting Research Center e una sovvenzione da parte del National Institute of Aging – che ha incluso più di 1,6 milioni di segnalazioni di eventi avversi, ha stimato che 9.94 per cento dei rapporti (160.383 in totale, 40.464 con la morte del paziente e 119.919 senza morte del paziente) non sono stati ricevuti dalla FDA dalla soglia di 15 giorni. Le analisi degli autori suggeriscono che la morte del paziente è stato associato con segnalazione ritardata. "La nostra analisi ha dimostrato che i produttori di droga ritardare la segnalazione di eventi avversi gravi eventi avversi alla FDA. Sorprendentemente, eventi avversi con la morte del paziente erano più probabilità di essere in ritardo. E 'possibile che i produttori di trascorrere del tempo addizionale per verificare i rapporti sulle morti, ma questo la discrezione è al di fuori del campo di applicazione del regime normativo attuale ", concludono gli autori.

In una nota del redattore correlato, Rita F. Redberg, MD, M.Sc., direttore di JAMA Medicina Interna , scrive: "Tali ritardi di segnalazione non dovrebbero mai accadere, perché significa che più pazienti sono esposti a gravi danni potenzialmente evitabile, compresa la morte . … Un miglioramento sarebbe per AE riferisce per andare direttamente alla FDA invece che attraverso il produttore, come raccomandato da Ma et al. … I medici ei loro pazienti devono essere informati dei benefici, dei danni e le alternative per una vasta scelta di trattamenti, soprattutto quelli recentemente approvato per i quali l'esperienza clinica è limitata."

In Italia nel campo delle segnalazione avverse comunicate dai medici è accaduto la medesima e deprecabile inosservanza della legge, anzi molto più grave. Da noi addirittura l’AIFA lo scorso 13 novembre 2014 con un comunicato denunciava: “E’ stato recentemente riscontrato nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza (RNF) un numero cospicuo di segnalazioni con una data di insorgenza della reazione di parecchi anni precedente alla data di compilazione della scheda stessa. La segnalazione spontanea di sospette reazioni avverse costituisce un’importante fonte di informazioni per le attività di farmacovigilanza, in quanto consente di rilevare potenziali segnali di sicurezza relativi all’uso dei medicinali. Tale strumento è tanto più efficace quanto più è adoperato nei corretti tempi e modi”.
A tal proposito, la stessa Aifa richiamava i segnalatori al rispetto dell’Art. 132 “Obblighi a carico delle strutture e degli operatori sanitari e successivi adempimenti dell'AIFA” del D.Lgs. 219/06 che recita: "I medici e gli altri operatori sanitari devono trasmettere le segnalazioni di sospette reazioni avverse, tramite l'apposita scheda, tempestivamente, al responsabile di farmacovigilanza della struttura sanitaria di appartenenza. [omissis]".
 Ma affinché le segnalazioni di reazioni avversa mantengano la loro utilità come strumento di tutela della salute pubblica tramite la precoce individuazione dei segnali di sicurezza è essenziale che esse siano compilate e inviata non appena chi segnala viene a conoscenza della reazione avversa. Inoltre, segnalazioni inviate con anni di ritardo rendono molto difficile l’acquisizione di eventuali informazioni mancanti o l’esecuzione del follow-up.

Ma cosa è accaduto da allora in Italia? In merito alle segnalazioni avverse, addirittura risalenti ad anni precedenti sono state analizzate, è stata attivata un’indagine scrupolosa sulla classe di farmaci che hanno prodotto reazioni avverse? E che tipo di problemi hanno prodotto agli ignari malati che seguivano una terapia farmacologica? Per quanto tempo questi farmaci sono stati in commercio e soprattutto quali erano, o peggio, sono ancora sono in commercio? Nulla di ciò si conosce. Rimane il  fattoche anche in Italia è accaduto un grave fatto di malasanità, che ancora ad oggi sembra sia stato affrontato con una semplice bacchetta ai medici non solerti nei loro compiti imprescindibili. Occorrerebbe capire le cause che hanno spinto questi medici solo dopo molti anni a segnalare le molteplici le reazioni avverse dei pazienti, la categoria dei farmaci interessati e quali risvolti a livello dei conflitti di interesse abbiano investito, poiché la trasparenza è l’unica via per disseminare dubbi e sospetti soprattutto nella sanità pubblica italiana. Farmaci venduti e somministrati per anni di cui ancora nulla si conosce, l’isola felice di questo controllo lascia errori talmente grossolani che sembra non interessare nessuno. Il dato oggettivo che si riscontra è che ancora ad oggi è tutto secretato, cioè ancora non si conoscono quali farmaci e in quale misura hanno dato problemi di salute o addirittura morte ai malati che seguivano una terapia farmacologica. Chi tutela il cittadino? Una bella domanda che molti si sono posti.

Dopo il fattaccio, arriva il nuovo decreto in Italia sulla Farmacovigilanza. Al fatto grave avvenuto in Italia, l’unico elemento di aggiornamento è pervenuto dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale n.143 del 23 giugno 2015, il decreto Ministeriale del 30 aprile 2015 che recepisce le direttive europee sulla farmacovigilanza (Direttive 2010/84/EU e 2012/26/UE). In particolare, il decreto introduce importanti modifiche sul sistema nazionale di farmacovigilanza per la raccolta e valutazione delle segnalazioni di sospette reazioni avverse da medicinali. Si spiega che è' previsto un maggiore impegno e coinvolgimento di tutte le strutture e figure professionali quali l’AIFA, le Regioni, le ASL, gli Ospedali, gli IRCCS, le aziende farmaceutiche, gli operatori sanitari e i pazienti/cittadini. In particolar modo, agli operatori sanitari e ai pazienti/cittadini è richiesto di segnalare qualsiasi tipo di sospetta reazione avversa (grave, non grave, nota, non nota), sia derivante dall'uso di un medicinale conformemente all'autorizzazione all'immissione in commercio (AIC), sia dall’uso al di fuori delle normali condizioni di autorizzazione, incluso l'uso improprio e l'abuso del medicinale, ma anche dagli errori terapeutici e dall’esposizione professionale. L’ampliamento della definizione direazione avversa fa sì che nuove problematiche siano analizzate e che vengano sviluppate delle iniziative di minimizzazione dei rischi ad esse connessi, nello spirito di proattività della nuova legislazione comunitaria in materia di farmacovigilanza.

Tempi nella nuova direttiva sulla segnalazione. Il decreto introduce inoltre una tempistica ben precisa per la segnalazione delle sospette reazioni avverse: ll segnalatore è adesso tenuto a trasmettere la scheda entro 2 giorni, ridotti a 36 ore nel caso di farmaci di origine biologica (vaccini inclusi), al responsabile della farmacovigilanzadella struttura sanitaria di competenza (ASL, Azienda Ospedaliera, IRCCS), il quale, entro 7 giorni dal ricevimento della scheda, deve inserirla nella RNF previa verifica della completezza e della congruità dei dati. Questa disposizione favorirà l’individuazione precoce dei segnali di sicurezza assicurando una segnalazione tempestiva delle reazioni avverse.
Un’altra novità rispetto al passato è costituita dal fatto che i pazienti/cittadini sono fortemente incoraggiati a segnalare le sospette reazioni avverse da medicinali ed è incentivata la loro attiva partecipazione. Al fine di incoraggiare i pazienti/cittadini e gli operatori sanitari alla segnalazione, il decreto prevede che questa possa avvenire direttamente tramite il portale web dell'AIFA. Quest'ultima modalità, attualmente in fase di progetto pilota, richiederà comunque una validazione da parte del Responsabile di FV della struttura sanitaria di appartenenza del segnalatore.

Trasparenza, speriamo non solo a parole. L’AIFA spiega che un punto essenziale del nuovo decreto è la trasparenza: tutte le informazioni importanti inerenti la sicurezza dei medicinali devono essere rese tempestivamente accessibili al pubblico. A questo scopo, il portale web dell’AIFA continuerà a giocare un ruolo fondamentale. Chissà se ci sarà un bel report sull’inchiesta interna che sarebbe dovuta partire in merito alle massicce segnalazioni delle reazione avverse pervenute addirittura anni dopo che i malati hanno subito gli eventi avversi in seguito alla cure farmacologiche. Per trasparenza ad un fatto così grave ed eclatante i tempi sono maturi per un’informazione sempre più corretta e in linea agli annunci pubblicati.
 




PESCARA E MALATTIE NEUROMUSCOLARI E DEGENERATIVE: PAZIENTI PEDIATRICI MAI PIU’ ABBANDONATI

Al Santo Spirito di Pescara il seminario per la creazione di un team specialistico per un’unita’ servizio di assistenza e terapia sub-intensiva per i pazienti di età pediatrica

di Cinzia Marchegiani

Pescara – Un seminario e un progetto innovativo che dovrebbe diventare una guida per tutte le altre regioni d’Italia, un cambiamento atteso in sanità per tutti quei malati che ad ora non hanno particolare assistenza e spesso le famiglie che assistono questi malati sono emarginate in una vita solitaria. A Pescara questa mattina, nell’aula verde dell’ospedale Santo Spirito di Pescara, a partire dalle 9.30 è iniziato il seminario “Unità e servizio assistenza e terapia su-intensiva per i pazienti di età pediatrica, con particolare riferimento a quelli che presentano malattie neuromuscolari a carattere degenerativo”. La giornata è il primo incontro organizzativo per creare un team specialistico nella regione Abbruzzo.

Al convegno prenderà parte lo stato maggiore della sanità abruzzese, a partire dal presidente della Regione Abruzzo e commissario per la sanità, Luciano D’Alfonso, l’assessore alla Sanità Silvio Paolucci, oltre a dirigenti e medici.
A dare impulso al seminario è stata l’associazione “Progetto Noemi” Onlus (www.progettonoemi.com) fondata da Andrea Sciarretta e Tahereh Pisciotta, genitori di Noemi, 3 anni, la bimba di Guardiagrele (Chieti) affetta da Sma1, l’atrofia muscolare spinale, che è parte attiva dei lavori.
Andrea Sciarretta, papà della piccola Noemi spiega come questo primo incontro organizzativo è il frutto di un percorso avviato con la Regione Abruzzo nel 2014. Lo scopo è quello di creare un team specialistico multidisciplinare che sia in grado di sopperire ai bisogni assistenziali di bambini affetti da malattie muscolari neurodegenerative e malattie gravemente invalidanti. Nel dettaglio Andrea Sciarretta, papà della piccola Noemi che tutti ricordano aver fatto una battaglia per la libertà di cura con le staminali, speiga nel dettaglio: “Questo team entrerà a far parte dell’Unità di servizio assistenza e terapia sub-intensiva. Crediamo molto in questo progetto e tutti insieme stiamo lavorando intensamente. Ci auguriamo che presto ci sia l’inaugurazione del reparto mantenendo in prima linea la formazione altamente specializzata del team di medici – prosegue – la Regione Abruzzo, Noemi e i tanti bambini hanno bisogno di un Centro di riferimento, collegato all’assistenza domiciliare carente”.

In questo seminario è intervenuto il neurologo Marcello Villanova, massimo esperto nel recupero e riabilitazione funzionale delle malattie neurodegenerative e Consulente e membro dell’Associazione "Progetto Noemi" Onlus, il direttore della Uoc Pediatria Dott. Giuliano Lombardi, il Dottor Nino Ajello anch’egli componente dell’Associazione. Presenti, lo staff medico del Santo Spirito formato da anestesisti, logopedisti, fisioterapisti, neurologi, pediatri, pneumologi, nutrizionisti, neuropsichiatri le maggiori professionalità che formano l’unità di sub-intensiva.
Alla Tavola Rotonda, discussione con “L’esperto risponde” importanti i contributi del Dott. Alfonso Mascitelli, Commissario Straordinario dell'Agenzia Sanitaria Regionale – ASR Abruzzo; Dott. Angelo Muraglia, Direttore Dipartimento per la Salute e il Welfare, Regione Abruzzo; Prof. Pierluigi Lelli Chiesa, Direttore Dipartimento Materno Infantile Asl Pescara il Dott. Tullio Spina, Direttore Dipartimento Anestesia e Rianimazione Asl Pescara Dott.ssa Giovanna Cacciafiori, Responsabile Anestesia e Terapia Intensiva Pediatrica Asl Pescara Dott. Marcello Bozzi, Dirigente Professioni Sanitarie Infermieristiche e Ostetriche Asl Pescara.




ALLARME IKEA: MORTI DI DUE BAMBINI PER RIBALTAMENTO MOBILI

IKEA ha ricevuto segnalazioni di due bambini morti dopo che la cassettiera MALM si è capovolta e cadendo sopra i loro corpi e altre segnalazioni di feriti

di Cinzia Marchegiani

La compagnia svedese Ikea lo scorso 22 luglio 2015 ha avviato un programma di richiamo per 7 milioni di cassapanche e credenze perché possono rovesciarsi e schiacciare i bambini se non sono ancorati bene al muro. La Commissione US Consumer Product Safety (CPSC), in collaborazione con IKEA Nord America, di Conshohocken, PA, ha annunciato un programma di riparazione che include un kit di ancoraggio a parete libera, per i mobili MALM 3 e cassapanche 4 cassetti e due stili di MALM 6 cassettiere e altri cassapanche e credenze. Questi mobili, cassapanche e credenze, se non ancorati saldamente al muro, possono rappresentare un pericolo di ribaltamento.
IKEA ha ricevuto segnalazioni di due bambini morti dopo che la cassettiera MALM si è capovolta e cadendo sopra i loro corpi. L’allarme è stato lanciato cercando di arrivare ad informare i consumatori che dovrebbero interrompere immediatamente l'utilizzo cassapanche e credenze più alta di 23 pollici e mezzo per i bambini e cassoni per adulti e credenze più alta di 29 pollici e mezzo, a meno che non siano ancorate saldamente al muro. Il kit di ancoraggio parete libera deve essere utilizzato per garantire MALM e altri cassapanche e credenze IKEA al muro.

Ritiro preventivo. Circa 7 milioni di casse MALM e 20 milioni di altri cassapanche IKEA e credenze sono parte del programma di riparazione a livello nazionale.
Rapporti e segnalazioni morti e feriti. CPSC e IKEA hanno ricevuto un rapporto nel febbraio 2014 nel quale purtroppo riportava la morte di un bambino di 2 anni, da West Chester, PA dopo che una MALM 6 cassettiera (alto 48 3/8 pollici) si è rovesciato e fatalmente si è appuntato contro il suo letto. Un altro rapporto denuncia che nel giugno 2014, un bimbo di 23 mesi da Snohomish, Washington è morto dopo essere stato intrappolato sotto un 3 cassetti del mobile MALM che si era ribaltato. IKEA e CPSC hanno anche ricevuto 14 segnalazioni di incidenti che coinvolgono le cassettiere MALM, che hanno ferito quattro persone. Ma è dal 1989 che lpazienda IKEA è a conoscenza di tre ulteriori segnalazioni di decessi che coinvolgono altri modelli di casse IKEA e credenze.

IKEA offre consumatori statunitensi un kit di riparazione parete di ancoraggio gratuitamente per l'uso con le casse MALM, cassapanche IKEA bambini e credenze più alto di 23 ½ pollici, e IKEA cassapanche adulti e credenze più alto di 29 ½ pollici. Il kit contiene pezzi per l'uso da pèarte di qualsiasi consumatore che non ha assicurato il mobile al muro.Il kit comprende anche le istruzioni e le avvertenze da apporre ai mobili, completo di hardware che spiega l’ancoraggio al muro.
CPSC e IKEA stanno spingendo i consumatori a ispezionare i loro mobili IKEA per garantire che siano ancorati saldamente al muro. Le cassettiere MALM che fanno parte del programma di riparazione sono stati venduti a partire dal 2002.
Un bambino muore ogni due settimane e un bambino è ferito ogni 24 minuti negli Stati Uniti dai mobili o televisori ribaltamento, secondo i dati CPSC. Per aiutare a prevenire gli infortuni e le morti, CPSC e IKEA spingono i consumatori ad ancorare saldamente mobili e TV per prevenire queste tragedie e fare la loro casa un luogo più sicuro. 




ALLARME IKEA: MORTI DI DUE BAMBINI PER RIBALTAMENTO MOBILI, RICHIAMATI 7 MILIONI DI CASSE E CREDENZE

IKEA ha ricevuto segnalazioni di due bambini morti dopo che la cassettiera MALM si è capovolta e cadendo sopra i loro corpi oltre altre segnalazioni di feriti

di Cinzia Marchegiani

La compagnia svedese Ikea lo scorso 22 luglio 2015 ha avviato un programma di richiamo per 7 milioni di cassapanche e credenze perché possono rovesciarsi e schiacciare i bambini se non sono ancorati bene al muro. La Commissione US Consumer Product Safety (CPSC), in collaborazione con IKEA Nord America, di Conshohocken, PA, ha annunciato un programma di riparazione che include un kit di ancoraggio a parete libera, per i mobili MALM 3 e cassapanche 4 cassetti e due stili di MALM 6 cassettiere e altri cassapanche e credenze. Questi mobili, cassapanche e credenze, se non ancorati saldamente al muro, Le possono rappresentare un pericolo di ribaltamento se non ancorato saldamente al muro.
IKEA ha ricevuto segnalazioni di due bambini morti dopo che la cassettiera MALM si è capovolta e cadendo sopra i loro corpi. L’allarme è stato lanciato cercando di arrivare ad informare i consumatori che dovrebbero interrompere immediatamente l'utilizzo cassapanche e credenze più alta di 23 pollici e mezzo per i bambini e cassoni per adulti e credenze più alta di 29 pollici e mezzo, a meno che non siano ancorate saldamente al muro. Il kit di ancoraggio parete libera deve essere utilizzato per garantire MALM e altri cassapanche e credenze IKEA al muro.

Ritiro preventivo. Circa 7 milioni di casse MALM e 20 milioni di altri cassapanche IKEA e credenze sono parte del programma di riparazione a livello nazionale.
Rapporti e segnalazioni morti e feriti. CPSC e IKEA hanno ricevuto un rapporto nel febbraio 2014 nel quale purtroppo riportava la morte di un bambino di 2 anni, d dopo che una MALM 6 cassettiera (alto 48 3/8 pollici) si è rovesciata e fatalmente si è appuntato contro il suo letto. Un altro rapporto denuncia che nel giugno 2014, una bimbo di 23 mesi da Snohomish, Washington è morto dopo essere stato intrappolato sotto un 3 cassetti (alto 30 ¾ pollici) del mobile MALM che si era ribaltato. IKEA e CPSC hanno anche ricevuto 14 segnalazioni di incidenti che coinvolgono le cassettiere MALM, che hanno ferito quattro persone.
Dal 1989, IKEA è a conoscenza di tre ulteriori segnalazioni di decessi che coinvolgono altri modelli di casse IKEA e credenze.

IKEA offre consumatori statunitensi un kit di riparazione parete di ancoraggio gratuitamente per l'uso con le casse MALM, cassapanche IKEA bambini e credenze più alto di 23 ½ pollici, e IKEA cassapanche adulti e credenze più alto di 29 ½ pollici. Il kit contiene pezzi per l'uso da pèarte di qualsiasi consumatore che non ha assicurato il mobile al muro.Il kit comprende anche le istruzioni e le avvertenze da apporre ai mobili, completo di hardware che spiega l’ancoraggio al muro.
CPSC e IKEA stanno spingendo i consumatori a ispezionare i loro mobili IKEA per garantire che siano ancorati saldamente al muro. Le cassettiere MALM che fanno parte del programma di riparazione sono stati venduti a partire dal 2002.
Purtroppo i report segnalano che un bambino muore ogni due settimane e un bambino è ferito ogni 24 minuti negli Stati Uniti dai mobili o televisori ribaltamento, secondo i dati CPSC. Per aiutare a prevenire gli infortuni e le morti, CPSC e IKEA spingono i consumatori ad ancorare saldamente mobili e TV per prevenire queste tragedie e fare la loro casa un luogo più sicuro. 




ZAGAROLO: FAMIGLIA DI ITALIANI SFRATTATA. DENUNCIANO IL RAGGIRO TROPPO TARDI

 

LEGGI ANCHE: ZAGAROLO: SFRATTO CONTROVERSO E AMBIGUO PER UNA FAMIGLIA DI 10 PERSONE

 

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di Cinzia Marchegiani

Zagarolo (RM) – Una casa da difendere con i denti, un presunto abuso ed un presunto "raggiro" che sarebbe stato perpetrato ai danni di una famiglia. Il presunto "raggiro" è stato denunciato alla Procura di Tivoli lo scorso 20 luglio 2015 con la richiesta di procedere al sequestro probatorio dell’intero immobile di Valle Martella, quartiere di Zagarolo, dove vive Olga Amato con le sue figlie, nipoti e il compagno. La denuncia però non è servita a fermare lo sfratto esecutivo messo in atto dall’ufficiale giudiziario con l'ausilio delle Forze dell’ordine che si sono presentati il 22 luglio 2015 alle ore 8:30 a casa di Olga Amato.

L’Osservatore d’Italia che aveva scritto di questo caso cercando di spiegare l'intera e complessa vicenda legata al presunto "raggiro" subito da questa famiglia, si è recato la mattina del 22 Luglio 2015 presso l’abitazione per documentare lo sfratto forzoso dell’immobile.

La vicenda. Lo scorso Mercoledì mattina 22 luglio 2015, la tensione era altissima. Alle ore 8:15, entro presso l’abitazione oggetto dello sfratto trovo Olga con tutta la sua famiglia assieme al suo legale, l’avvocatessa Ricchezza. La casa è barricata, era stato messo un camper dentro la proprietà davanti al cancello, e altre due macchine poste al di fuori del cancello stesso. Sanno che presto arriveranno le forze dell’ordine. L’avvocatessa Ricchezza anticipa che proverà a chiedere una sospensione, visto che è stata presentata formalmente una denuncia per accertare il presunto illecito di rilevanza penale degli attori che hanno partecipato alla vendita del terreno con sito sopra l’immobile al prezzo di soli 8.000 euro. Sulla denuncia si legge: “il rilascio forzato dell’immobile, non solo porterebbe al pieno compimento dell’intero disegno criminoso dei predetti, – degli attori denunciati ndR – ma esporrà la mia famiglia composta dal mio convivente, B.A. con seri problemi cardiologici, mia madre C.E. con gravi patologie connesse all’età, e da tutti i miei nipoti tutti minori, di cui uno di pochi mesi, a seri pericoli per la loro salute.”

Alle ore 8:30 arrivano le pattuglie dei Carabinieri della stazione di Colonna, e l’ufficiale giudiziario. La signora Olga dopo un’iniziale temporeggiamento, assieme al suo legale si avvia verso il cancello chiuso a chiave, per conferire con le forze dell’ordine, ma il suo compagno inaspettatamente è salito sul tetto. Nel filmato si possono ascoltare le grida della figlia e la sorpresa di tutti. E' solo sul tetto, ed è stato punto da un insetto, la figlia lo soccorrerà con una bottiglia di acqua fresca e rimarrà con lui per controllare che non scivoli di sotto. Il sole è già forte, ma la disperazione di quest’uomo non trova ostacoli, è lì sopra e lancia grida di denuncia per chiedere attenzione a questa loro drammatica storia. Al primo piano invece, sul terrazzo ancora non completato con una ringhiera, si vede una bombola del gas color nero, la signora Olga spiega che quella parte dell’immobile ricade nel suo terreno con particella 126 ma che non è stata inserita nella procedura espropriativa, e ciò è alla base dell'intero intreccio dei vari carteggi.

La richiesta di sospensione e le richieste del Capitano dei Carabinieri. Il legale, dopo le presentazioni con l’avvocato della controparte, il dr Scacco, cerca di chiedere una sospensione, citando la denuncia penale, dove è stato richiesto il sequestro probatorio.  Chi scrive si presenta ai presenti come giornalista de l’Osservatore d’Italia, più tardi mi chiederanno i documenti che saranno registrati da un carabiniere, in tal senso mi chiedono per quale motivo mi trovo sul posto. Il Capitano della stazione di Colonna arriverà più tardi, al suo arrivo, convengono che non sono state chiamate tutte le figure professionali per procedere nel modo corretto allo sfratto forzoso. Manca il veterinario, poiché ci sono tre cani liberi nella proprietà, manca un’ambulanza con defibrillatore ed i Vigili del fuoco. Il Capitano preoccupato per la salute e l’incolumità dell’uomo sul tetto, chiede l’intervento di un medico per accertarsi della sua condizione di salute e capire se può essere eventualmente trasportato una volta effettuato l’ingresso forzoso nell’immobile da parte dei Carabinieri. Sono momenti di grande sofferenza, l’esproprio deve essere fatto secondo regole precise, e il Capitano conferma che se non arrivano entro 30 minuti tutte le figure necessarie, andrà via.

L'arrivo dei Vigili del fuoco, dell'ambulanza e la presenza dei servizi sociali del Comune di Zagarolo. In fila indiana all’improvviso, arrivano due autovetture dei Vigili del fuoco e l’ambulanza mentre l'assistente dei servizi sociali del Comune di Zagarolo li aveva già da tempo preceduti. I proprietari delle macchine messe a muro davanti al cancello, provvederanno a spostarle, per lasciare lo spazio per le eventuali azioni degli stessi operatori. A questa famiglia una volta completato l'esproprio, spiega l’assistente dei servizi sociali del comune di Zagarolo alla domanda dove andranno ad abitare i componenti del nucleo famigliare, sarà data la disponibilità di una stanza esclusivamente per le donne ed i bambini. Non esistono alloggi per uomini – precisa l'assistente dei servizi sociali – quindi il signore che si trova a manifestare sul tetto, potrà trovare la sua nuova casa nella strada, a meno che qualche anima pia non decida di ospitarlo.

La signora Olga racconta che lei non cederà di un passo, che è vittima di un grande imbroglio, che vuole non solo giustizia, ma chiede che la magistratura faccia luce sulla verità nascosta nelle carte e il dossier che ha prodotto con la sua nuova denuncia penale del 20 Luglio 2015. Cita ai Carabinieri delle registrazioni messe agli atti dove gli sarebbe stato estorto del denaro per rientrare in possesso della sua proprietà. L’Avvocato della controparte vuole che lo sfratto sia eseguito, mentre l’avvocatessa Ricchezza cerca di argomentare con tutte le sue forze per cercare di rimandare l’esecuzione e soprattutto chiede quale struttura di Zagarolo è stata individuata per queste persone. All’interno della casa è presente anche la mamma di Olga, ivi domiciliata e anche a lei il medico, che poco dopo arriverà sul posto, farà una visita di controllo.

Lo sfogo del compagno di Olga, l'arresto e il processo per direttissima. Mentre sembra che la situazione si sia tranquillizzata, all’improvviso esce l’uomo che si era barricato sul tetto, arrabbiatissimo perché sa che Olga è entrata in casa ed ha fatto uscire tutta la sua famiglia. Olga non crede all'ipotesi della sospensione dello sfratto ed alla nuova calendarizzazione per il 21 Ottobre 2015. Olga grida ed è intenzionata ad andare sul terrazzo dove è presente una tanica di benzina e la bombola del gas. Tutti escono piangendo terrorizzati, il compagno è furente, e scarica la sua frustrazione al Capitano dei Carabinieri che si trovava fuori presso il cancello dell'abitazione. Anche l'avvocato di famiglia cercherà di mediare e di calmare gli animi. L'uomo che era sul tetto dopo lo sfogo, viene fatto accomodare nella vettura dei Carabinieri, era agitatissimo, lì cercheranno di calmarlo. Anche Olga cede, ha concretizzato che non usciranno di casa per il momento. Dei vigili del fuoco entreranno e verranno accompagnati al terrazzo per reperire la bombola del gas e la tanica di benzina che saranno sequestrate e messe agli atti.

Assente in questa drammatica giornata il sindaco di Zagarolo. Olga ci teneva tanto che alla sua presenza in modo che avesse potuto quantificare la disperazione di un'intera famiglia e chiedere attenzione per una storia che ha dell’incredibile anche per l’avvocato Ricchezza che, dopo aver letto la documentazione acquisita negli anni dalla famiglia di Olga, ha voluto aiutare loro a fare chiarezza e sollecitato la suddetta denuncia presentata alla Procura di Tivoli. 
Il compagno di Olga sarà poi accompagnato al Comando della stazione dei Carabinieri di Colonna dove gli verrà notificato l’arresto e per lui un processo per direttissima il giorno seguente al Tribunale di Tivoli.

Lo sfogo di Olga.
Questa famiglia ha solo meno di tre mesi per dimostrare il presunto grande imbroglio da loro dichiarato e denunciato con un dossier sostanzioso. Olga quando sono andati via tutti mi confida: “voglio che la verità emerga, se poi uscirà che ho torto, prendo i bagagli e me ne vado, ma se ho ragione, voglio giustizia, questa casa è stata venduta all’asta a soli 8.000 euro, il terreno era sottoposto ad ipoteche, a mia insaputa. L’esecuzione da parte della banca tuttavia era proseguita con notifiche al defunto creditore e senza mai accertare chi vivesse realmente presso l’immobile esecutato e se quest'ultimo avesse potuto eventualmente ricevere la comunicazione. Circa un anno – prosegue Olga nel racconto – dopo lo stesso notaio, che aveva curato anche la vendita giudiziale all’incanto, stipula un atto di compravendita, in cui la Signorara V. compare sia in qualità di venditore come delegata dal nuovo proprietario D.D. sia come compratrice. Il ricorso che abbiamo qualche giorno fa protocollato, fa leva sulla nullità dell’atto di compravendita avvenuto il 20 Ottobre 2005 e probabilmente anche dell’acquisto tramite asta del terreno oggetto dell’esecuzione, poiché la presenza di quattro dei vincoli ambientali e paesaggistici, ne privano del requisito di commerciabilità, ai sensi dell’art. 46, comma 5, del DPR 380/01. Questo immobile, oggetto della contesa che dura da troppi anni ormai, è stato venduto dal Tribunale di Tivoli a circa 8.000 euro, come terreno vincolato e con una costruzione abusiva. La signora V. perciò acquista l'immobile con il terreno, in parte di proprietà a tutti gli effetti della sottoscritta – accatastandolo come giardino di pertinenza, complesso che così assume un valore di centinaia di migliaia di euro” – conclude ormai esausta Olga.

Termina così una giornata pesantissima, che ha visto in azione un provvedimento esecutivo per ora rimandato al prossimo ottobre 2015. Tanta rabbia, frustrazione, tensione da entrambe le parti, sia delle Forze dell’ordine sia della stessa famiglia. In questa incredibile e drammatica storia, vi è anche una denuncia proferita a mezzo dichiarazione di Olga Amato, davanti alle Forze dell’ordine, di un estorsione di denaro che avrebbe subito, per riavere la sua abitazione, e che in merito ci si auspica venga fatta luce al più presto con la denuncia agli atti in Procura di Tivoli. Anche se lenta, la macchina della giustizia sicuramente farà il suo percorso, ma c’è da chiedersi, perché far uscire di casa questa famiglia prima di aver accertato la verità?

La casa rappresenta la tutela della famiglia prima di tutto, un diritto che la nostra costituzione sancisce prima di ogni valore civilistico, come il Gruppo Libra ha voluto fortemente evidenziare: “Il caso della Signora Amato e della sua famiglia è particolarmente grave, perché, non solo, a quanto risulta, si è arrivati allo sfratto nonostante pesanti irregolarità, ma l’unica rassicurazione che è stata data loro è che forse si riuscirà a trovare una stanza in un centro d’accoglienza dove ospitarli assieme. Non solo, dunque, le aste, dove uniche abitazioni vengono vendute spesso a prezzi stracciati, ma anche la nascita di un sistema d’accoglienza degli italiani sfrattati, su cui si sono avute le prime pesanti avvisaglie con Mafia Capitale”.

L’osservatore d’Italia seguirà, documenti alla mano, questa storia dai profili inquietanti.




SANITA', CONFERENZA STATO REGIONI: PRESTAZIONI A INTERO CARICO DEGLI ASSISTITI?

 

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di Cinzia Marchegiani

Una sanità sempre più lontana dai diritti alla salute sembrerebbe delinearsi dai tagli sanciti nell’intesa Stato Regioni. Così mentre per l'Aifa si prevede un incremento del personale dalle attuali 389 unità a 630 da qui al 2018 con lo scopo di adeguare l'assetto organizzativo e il numero di personale dipendente dell'Aifa ai compiti istituzionali in continuo aumento, ecco che arrivano fendenti sempre più precisi con le proposte emendative del governo al decreto legge "Enti che recepiscono i tagli alla sanità" sanciti nell’intesa Stato Regioni dello scorso 2 luglio e che stanno facendo accapponare la pelle, non solo ai malati, ma anche agli stessi lavoratori e medici professionisti che operano nel sistema nazionale sanitario.


Gli tabella da 9-bis a 9-octies, in particolare, sono attuativi del punto E) dell’Intesa sancita dalla Conferenza Stato Regioni, all’interno della quale vengono previste le misure urgenti di razionalizzazione ed efficientamento della spesa del Ssn, al fine di conseguire ulteriori risparmi che dovranno, comunque, lasciare impregiudicata la qualità delle prestazioni assistenziali erogate. Governo e Regioni sono convinti che si possa incidere su prestazioni specialistiche e riabilitative non necessarie ma prescritte ugualmente dai medici. Sarà un decreto ministeriale ad individuare, entro 30 giorni dall’intesa, – quindi entro il prossimo 2 agosto – le condizioni di erogabilità e le indicazioni prioritarie per la prescrizione appropriata delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale ad alto rischio di inappropriatezza. Così, al di fuori delle condizioni di erogabilità le prestazioni saranno poste a totale carico dell’assistito.

Per garantire il rispetto delle condizioni prescrittive da parte dei medici, la norma prevede che in caso di comportamenti prescrittivi non conformi alle condizioni e alle indicazioni di cui al decreto ministeriale, si applichino penalizzazioni su alcune componenti retributive del trattamento economico spettante ai medici. Il risparmio complessivo per questa manovra ammonta a circa 106 milioni di euro, a fronte di una riduzione complessiva di prestazioni stimate nel settore pubblico e privato per un valore tariffario di 192 milioni di euro.
Anaoo, denuncia: ennesimo taglio delle prestazioni per i cittadini, un nuovo attacco alle prerogative dei medici. L’Associazione Medici Dirigenti del SSN in merito a questo emendamento voluto dal Governo al Dl Enti Locali all'esame del Senato che prevede penalizzazioni economiche, per i medici, dipendenti e convenzionati, che effettuino prescrizioni inappropriate per visite specialistiche ambulatoriali ribatte con un comunicato senza alcun velo: “A parte il fatto che non si vede chi e come stilerà il nomenclatore delle prestazioni inappropriate – commenta il Segretario Nazionale Anaao Assomed, Costantino Troise – i cittadini sappiano che attraverso l’intimidazione dei medici si mira ad un taglio delle prestazioni erogate, del valore di circa 100 milioni. Alla faccia di quanti assicurano che il sistema sanitario ed il diritto alla salute dei cittadini non sono in grado di sopportare ulteriori riduzioni”.

Il comunicato denuncia una incapacità di reclutare le intelligenze e le competenze professionali alla necessità di garantire una ri-lettura delle prestazioni alla luce della necessaria appropriatezza clinica ed organizzativa: “governo e Regioni, che litigano di giorno per accordarsi di notte sulla riduzione progressiva del perimetro dell’intervento pubblico in sanità, pensano a linee guida o protocolli di stato che limitino in maniera pervasiva l’autonomia responsabile dei medici nella diagnosi e nella prescrizione scaricando sulle tasche dei cittadini il costo delle prestazioni. Un super ticket mascherato che prescinde dalle capacità reddituali dei singoli ed alimenta il grande business della sanità privata”. L’associazione definisce questa scelta, un nuovo strumento di controllo dei comportamenti professionali e delle strategie di difesa da parte dei cittadini del bene salute, figlio di una idea della sanità italiana come grande mercato in cui l’iperconsumismo, che pure c’è, è alimentato non da decisioni governative, ma da comportamenti negligenti quando non fraudolenti dei medici. L’Anaoo anticipa quella che definiscono come "nuovo attacco alla sanità italiana" spiegando: “Sarà l’ennesima grida manzoniana, il buco nell’acqua di un artificio contabile la cui sorte è annunciata, la ricorrente illusione tecnocratica ed aziendalista che vede nella sanità solo un modello industriale. Per i cittadini, più tagli e più tickets e più costi privati, per i medici l’ennesimo segnale di negazione del valore della loro professionalità, per la sanità pubblica un nuovo arretramento ed impoverimento”.

Quale sanità sta ridisegnando la ministra Lorenzin?
E’ stato siglato l’accordo sulla riduzione del fondo sanitario 2015, pari a 2,35 miliardi al termine della conferenza Stato-Regioni tenutasi al Ministero per gli Affari Regionali il 2 luglio 2015 , dove solo il Veneto, Lombardia e Liguria non hanno firmato. Una sanità privata sempre più incentivata da scelte a monte del governo. Solo chi può permetterselo può fare prevenzione e accertamenti? A sentire e leggere gli esperti del settore sembrerebbe proprio di si. Ma soprattutto sembrerebbe delinearsi un attacco senza eguali alla libertà deontologica di un medico… dove andremo a finire?
 




ZINGARETTI E I 4000 EURO PER SPONSORIZZARE CON INSERZIONI A PAGAMENTO LA SUA PAGINA SU FACEBOOK

Secondo lo staff del governatore del Lazio, la pubblicità sarebbe pagata con i soldi rimasti dalla campagna elettorale ma il rendiconto delle spese elettorali pubblicato dal presidente – specifica Corrado, capogruppo del M5S Lazio – certifica che non ci sono fondi residui

di Cinzia Marchegiani

Nulla ormai sfugge quando si è su internet e soprattutto sui social network. E così che le dichiarazioni dello staff del Presidente Zingaretti riguardo le spese per le inserzioni pubblicitarie della pagina del presidente Zingaretti su un famoso social network non sono rimaste inosservate, tanto che Valentina Corrado, capogruppo del M5S Lazio, dichiara: “Zingaretti risulta essere il Presidente regionale ‘più social’, come celebrato da numerosi tabella di stampa, ma è un record ‘dopato’ dalle inserzioni a pagamento. Secondo lo staff, la pubblicità sarebbe pagata con i soldi rimasti dalla campagna elettorale ma il rendiconto delle spese elettorali pubblicato dal presidente certifica che non ci sono fondi residui“.

Insomma 4.000 euro sembrerebbe essere costata la pagina di Zingaretti sul social Facebook, per sponsorizzare la politica regionale del governatore, si legge nell’interrogazione urgente a risposta immediata recapitata al Presidente del Consiglio Daniele Leodori, depositata 23 luglio 2015 dal gruppo consiliare M5S Lazio e per questo si chiede di sapere con quali fondi si stanno pagando le sponsorizzazioni digitali della pagina personale del Presidente Zingaretti e per capire chi si sta occupando della gestione del profilo.




GUIDONIA: IL SINDACO RUBEIS MUTO DAVANTI ALL’INTERROGARIO DI GARANZIA

Per Rubeis sono stati confermati sia i domiciliari che l'interdizione a dimorare a Guidonia di Montecelio

 

di Ci. Ma.

Guidonia Montecelio (RM) – Il sindaco Eligio Rubeis travolto dall’ordine di arresto partito dalla Procura di Tivoli con l’accusa di corruzione, concussione e induzione indebita a dare o promettere utilità, stamattina è stato convocato per un interrogatorio di garanzia presso il Tribunale di Tivoli. Ma Eligio Rubeis, difeso dall'avvocato Augusto Colatei, si è avvalso della facoltà di non rispondere, quindi scena muta davanti al giudice per le indagini preliminari Alberto Michele Cisterna che ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari.
Per Rubeis sono stati confermati sia i domiciliari che l'interdizione a dimorare a Guidonia di Montecelio. Il Tribunale del Riesame potrebbe convocare la sessione non più tardi di dieci giorni dalla trasmissione di tutta la documentazione relativa agli atti da parte della Procura.
Sul Sindaco Rubeis ci sono nove mesi di indagini periodo in cui il sindaco è stato intercettato dagli inquirenti che sostanzialmente hanno potuto rilevare come il sindaco avrebbe imposto alcune assunzioni in cambio di favori e del rinnovo dell’accredito anche della clinica Italian Hospital Group, il cui presidente è Lupo rattazzi, figlio di Susanna Agnelli. Sembrerebbe che Rubeis premesse anche per assunzioni di personale da lui indicato in alcuni supermercati in cambio di una “non persecuzione” amministrativa. Chi ha investigato sul suo modus operandi lo ha facilmente identificato come “il reuccio di Guidonia” che impartisce ordini come se amministrasse un feudo.
Al prossimo appuntamento dell’udienza, che presto sarà calendarizzato al Tribunale del Riesame, l’avvocato Colatei avrà l’opportunità di decidere la linea difensiva del suo assistito avendo acquisito la documentazione prodotta a carico del sindaco Rubeis.




CANTON TICINO, BIMBA MORTA IN AUTO: I FINESTRINI ERANO CHIUSI. SI INDAGA PER OMICIDIO COLPOSO

di Cinzia Marchegiani

 

Muzzano (Svizzera) – Sulla tragedia avvenuta nel campeggio a Muzzano, Canton Ticino in Svizzera lo scorso martedì 21 luglio c.a., stanno emergendo dettagli fondamentali ricostruiti dagli inquirenti. La bambina era stata ritrovata morta per ipertermia all’interno dell’autovettura di proprietà della madre, nel campeggio dove la famiglia si era trasferita per le vacanze. Per lei è stato fatale il caldo. Gli inquirenti, che immediatamente hanno avviato le indagini dopo la scoperta del corpicino ritrovato senza vita, sembrano accertare che il decesso sia dovuto alla dimenticanza della mamma. La storia appena ricostruita documenta purtroppo che al rientro da una gita la madre con le sue quattro bambine, aveva deciso di lasciare dormire una di loro all'interno dell'automobile. Solo dopo circa tre ore e mezza si e' però ricordata di lei. Troppo tardi il suo intervento e a nulla sono valsi i tentativi di rianimare la piccola.Tutti e quattro i finestrini della vettura – hanno appurato gl'inquirenti – erano chiusi.

 

Una dimenticanza nella dimenticanza, emergerebbe dal macabro accertamento investigativo, che ha  contribuito a provocare il decesso della bimba. La mamma, che è tuttora ricoverata all’Ospedale Civico di Lugano, rischia la condanna per omicidio colposo, e sembra che proprio l'elemento dei finestrini alzati potrebbe incidere parecchio sulla sua eventuale negligenza.