INCHIOSTRI DA TATUAGGIO: TROVATE SOSTANZE CANCEROGENE NEL TRUE BLACK


Proviene dagli Stati Uniti l’inchiostro che alle analisi dell’Arpa di Piemonte è risultato avere alte concentrazione di sostanze di idrocarburi policiclici e benzoetilene 

di Ci. Ma.

Finisce sotto inchiesta l’inchiostro True Black della ditta Intenze importato dagli USA, considerato uno dei prodotti migliori per le ottime prestazioni, soprattutto nei tatuaggi tribali e nella lavorazione delle sfumature. Le analisi eseguite sul prodotto dall’Arpa di Piemonte hanno evidenziato che contiene quantità di idrocarburi aromatici e benzoetilene, sostanze cancerogene e mutagene. Le concentrazioni di questi composti chimici sono altresì risultate di trenta volte superiori rispetto ai limiti consentiti dalla legge. L’inchiesta aperta dal procuratore Raffaele Guariniello, sta indagando sulla della ditta Rivoli che lo distribuisce in Italia. Per il PM l’accusa è immissione sul mercato di sostanze ritenute mutagene e cancerogene.

Questa scoperta potrebbe diventare un caso di grave malasanità, poiché questo titpo di prodotto sembra essere quello preferito dai profesionisti del tatuaggio, infatti viene pubblicizzato come il nero d'eccellenza.




WIKILEAKS SVELA L’ACCORDO SEGRETO TPP: DANNI ALLE AZIENDE DI STATO

Danni alle aziende di Stato e un innesco di denunce nei tribunali nazionali. Il documento svela come l’accordo tenderà a limitare gravemente le aziende statali. Sono in grado di vedere porzioni del testo anche se segreto, le grandi aziende mondiali, generando una potente lobby di apportare modifiche a favore di questi gruppi 

di Cinzia marchigiani

Wikileak in data 29 luglio 2015 pubblica sul proprio sito la lettera segreta dall'accordo Trans-Pacific Partnership (TPP o TPPA) riunione ministeriale nel dicembre 2013 insieme a una vasta analisi degli esperti del documento.

Contenuto del documento. La lettera indica la privatizzazione e la strategia di globalizzazione di ampio respiro nell'ambito dell'accordo che tende a limitare gravemente "imprese statali" (SOE). Anche un’azienda statale SOE che esiste per espletare una funzione pubblica ma trascurata dal mercato o che ha un monopolio naturale sarebbe comunque costretta ad agire "sulla base di considerazioni commerciali" e sarebbe vietato discriminare a favore delle imprese locali in acquisti e vendite. Le società straniere potrebbero citare le aziende di Stato nei tribunali nazionali per i danni percepiti dalle restrizioni del TPP, e i paesi potrebbero anche essere citati in giudizio da parte di altri paesi TPP, o da società private di questi paesi. I Paesi in via di sviluppo come il Vietnam, che impiega un gran numero di aziende di Stato come parte della sua infrastruttura economica, sarebbero più colpiti. SOE continuano a svolgere funzioni pubbliche vitali anche i paesi più privatizzati, come il Canada e l'Australia.
Un trattato tutto segreto, in mano a poche persone. Il documento spiega come il TPP è il più grande accordo commerciale economico del mondo e, se entrerà in vigore, comprendererà oltre il 40 per cento del PIL mondiale. Nonostante i suoi effetti ad ampio raggio sulla popolazione mondiale, il TPP è attualmente in fase di negoziazione in totale segretezza da 12 paesi. Poche persone, anche all'interno dei governi dei paesi negoziali, hanno accesso al testo integrale del progetto di accordo, e il pubblico – che interesserà più – del tutto assenti. Le grandi aziende, tuttavia, sono in grado di vedere porzioni del testo, generando una potente lobby di apportare modifiche a favore di questi gruppi e portando via di sviluppo ridotti forza, mentre il grande pubblico non ne ha accesso e alcuna informazione.

Il TPP è parte del pacchetto mega-trattato TPP-Tisa-TTIP, che coinvolgeranno i più di due terzi del PIL mondiale. WikiLeaks 'editore, Julian Assange, ha dichiarato: "Il TPP erige un sistema economico concepito a vantaggio le più grandi società transnazionali. In questa perdita vediamo gli effetti radicali il TPP avrà, non solo sui paesi in via di sviluppo, ma sugli stati molto vicino al centro del sistema occidentale. Se vogliamo ristrutturare le nostre società in un blocco giuridico ed economico ultra-neoliberista che durerà per i prossimi 50 anni, allora questo dovrebbe essere detto in modo aperto e dibattuto. "
Secondo il testo della lettera, "la maggior parte dei paesi TPP fronte agli obblighi con quelle aziende che possono variare le utenze, fornitori di telecomunicazioni, aziende minerarie, imprese di investimento che vanno oltre gli obblighi esistenti stabilito negli accordi di libero scambio e dell'Organizzazione mondiale del commercio”.




DENTISTA AMERICANO UCCIDE PER 50 MILA DOLLARI IL LEONE CECIL, LO AMMAZZA, LO SCUOIA E LO DECAPITA

E’ uscito allo scoperto l’autore del linciaggio senza alcuna pietà del leone icona del Parco nazionale Hwange dello Zimbae

di Cinzia Marchegiani

Walter James Palmer, il dentista statunitense di Eden Prairie, nel Minnesota si era accordato per 50 mila dollari per cacciare un leone in Africa. A fine Giugno si era recato in Zimbabwe accordandosi con Theo Bronkhorst della compagnia Bushman Safaris, e a Honest Trymore Ndlovu, proprietario di un terreno vicino all’Hwange National Park. Hanno fatto uscire il leone dal confine del parco nazionale, attirando il felino con una carcassa di animale, fino alla postazione dove il dentista lo attendeva. Qui Palmer, ha fatto scattare la sua freccia ferendo Cecil il leone, icona del parco nazionale, ferendolo non a morte. Cecil dopo 40 ore di battuta e di inseguimenti da parte di Palmer, è stato finito, con un colpo di pistola. A quel punto la sua preda è stata scuoiata e tagliata la testa come un vero trofeo di cui essere fieri.

La scoperta dei resti di Cecil avviene solo dopo qualche giorno, in quanto era monitorato attraverso un apparecchio satellitare per uno studio condotto dall’università di Oxford. Il leone era Cecil, una vera icona in questi parco naturale dello Zimbabwe. Da quel momento è stata effettuata un’indagine di chi potesse aver effettuato la caccia illegale. I due riferimenti di Palmer, Bronkhorst e Ndlovu sono stati portati ieri in tribunale, hanno ottenuto la libertà sotto cauzione ma rischiano fino a 15 anni di prigione, mentre dopo la scoperta dell’autore, anche in America si è scatenata la campagna contro il dentista, accusato di stupido machismo e di violenza contro gli animali. Inizialmente non si conosceva il nome dell’autore di questa caccia disonesta al leone. Ma Palmer, terrorizzato dalle proteste pubbliche e delle reazioni delle persone è uscito allo scoperto con un comunicato, anche se non si è reso disponibile dalle autorità dello Zimbabwe: “All’inizio di luglio sono andato nello Zimbabwe per partecipare a una battuta di caccia con l’arco. Ho assunto diverse guide professioniste, e loro hanno assicurato tutti i permessi. Per quanto ne sapevo io, questo viaggio era legale e gestito in maniera appropriata. Non avevo idea che il leone colpito fosse un animale conosciuto e popolare, avesse un collare, e fosse parte di uno studio, fino alla fine della caccia. Mi ero affidato alle guide locali per essere sicuro che tutto fosse legale”.

La specialità del dr Palmer, si è poi scoperto è cacciare gli animali e rincorrerli con l’arco e le frecce, anche nel 2006 aveva ucciso un orso in Wisconsis e sempre fuori dalla zona dove la caccia era permessa.
Palmer anche questa volta eclissa sulle sue responsabilità, ma attirare con un esca un felino e farlo uscire fuori dal confine del parco naturale si chiama agguato, lui era lì con il suo bell’arco e frecce pronto ad uccidere per il brivido e di certo non alla pari.




RAPPORTO SVIMEZ: L’ITALIA, UN PAESE DIVISO E DISEGUALE, DOVE IL SUD SCIVOLA SEMPRE PIÙ NELL’ARRETRAMENTO E POVERTA’

RAPPORTO SVIMEZ: ANALISI SPIETATA, L’ITALIA, UN PAESE DIVISO E DISEGUALE, DOVE IL SUD SCIVOLA SEMPRE PIÙ NELL’ARRETRAMENTO E POVERTA’

In tredici anni, dal 2000 al 2013, l’Italia è stato il Paese che, in termini di Pil in PPA, è cresciuto meno di tutti i paesi considerati, +20,6% rispetto al +37,3% dell’area Euro a 18, addirittura meno della Grecia, che ha segnato +24% quale effetto della forte crescita negli anni pre crisi, che è riuscita ad attenuare in parte il crollo successivo

di Cinzia Marchegiani

Video Renzi: Italiani sempre più ricchi https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=2&cad=rja&uact=8&ved=0CCgQtwIwAWoVChMI8o232f2CxwIViJpyCh2QHgg3&url=http%3A%2F%2Fwww.youtube.com%2Fwatch%3Fv%3DR-mANPQPzeE&ei=dim6VfL6I4i1ygOQvaC4Aw&usg=AFQjCNGezHjKewIoZ0tiVOMYZ8Hk55oLVw


La fotografia scattata dal Rapporto SVIMEZ sull’economia del Mezzogiorno 2015 presentato il 30 luglio 2015 a Roma, è spietata. Nel 2014 per il settimo anno consecutivo il Pil del Mezzogiorno è ancora negativo (-1,3%); il divario di Pil pro capite è tornato ai livelli di 15 anni fa; negli anni di crisi 2008-2014 i consumi delle famiglie meridionali sono crollati quasi del 13% e gli investimenti nell’industria in senso stretto addirittura del 59%; nel 2014 quasi il 62% dei meridionali guadagna meno di 12mila euro annui, contro il 28,5% del Centro-Nord.

In base a valutazioni SVIMEZ nel 2014 il Pil è calato nel Mezzogiorno dell’1,3%, rallentando la caduta dell’anno precedente (-2,7%), con un calo superiore di oltre un punto percentuale rispetto al Centro-Nord (-0,2%). Da rilevare che per il settimo anno consecutivo il Pil del Mezzogiorno registra segno negativo, a testimonianza della permanente criticità dell’area. Il peggior andamento del Pil meridionale nel 2014 è dovuto soprattutto ad una più sfavorevole dinamica della domanda interna, sia per i consumi che per gli investimenti. Anche gli andamenti di lungo periodo confermano un Paese spaccato e diseguale: negli anni di crisi 2008-2014 il Sud ha perso -13%, circa il doppio del pur importante -7,4% del Centro-Nord. Il divario di Pil pro capite tra Centro-Nord e Sud nel 2014 ha toccato il punto più basso degli ultimi 15 anni, tornando, con il 53,7%, ai livelli del 2000.

La crisi nel 2014 si attenua nella maggior parte delle regioni del Centro-Nord, molto meno in tutte quelle del Sud. La regione più povera è la Calabria, con 15.807 euro. Il divario tra la regione più ricca, il Trentino Alto Adige, e la più povera, la Calabria, è stato nel 2014 pari a quasi 22mila euro.
I consumi continuano a calare al Sud, mentre riprendono a crescere nel resto del Paese Guardando invece agli anni di crisi 2008-2014, la caduta cumulata dei consumi delle famiglie ha superato nel Mezzogiorno i 13 punti percentuali (-13,2%), risultando di oltre due volte maggiore di quella registrata nel resto del Paese (-5,5%). In particolare, negli anni 2008-2014 il calo cumulato della spesa è stato al Sud del -15,3% per i consumi alimentari, a fronte del -10,2% del Centro-Nord; e di ben il -16% per il vestiario e calzature, il doppio del resto del Paese (-8%).
Significativo e preoccupante anche il crollo della spesa delle famiglie relativo agli altri “beni e servizi”, che racchiudono, come indicato, i servizi per la cura della persona e le spese per l’istruzione: -18,4% al Sud, oltre tre volte in più rispetto al Centro-Nord (-5,5%). Continua la caduta degli investimenti, specie al Sud. A livello settoriale, crollo epocale al Sud degli investimenti dell’industria in senso stretto, ridottisi dal 2008 al 2014 addirittura del 59,3%, oltre tre volte in più rispetto al già pesante calo del Centro-Nord (- 17,1%).
Giù anche gli investimenti nelle costruzioni, con un calo cumulato del -47,4% al Sud e del – 55,4% al Centro-Nord; in agricoltura, (-38% al Sud, quasi quattro volte più del Centro-Nord, -10,8%).
Giù inoltre soprattutto al Sud i trasferimenti in conto capitale a favore delle imprese pubbliche e private: tra il 2001 e il 2013 si è registrato un calo del 52%, pari a oltre 6,2 miliardi di euro. A trainare al ribasso i trasferimenti, il crollo degli incentivi alle imprese private.
Nella crisi, giù tutti i settori. Al Sud il calo continua nel 2014. In calo anche le costruzioni, il cui valore aggiunto è diminuito cumulativamente al Sud del -38,7% a fronte del – 29,8% del Centro-Nord. Scendono nel periodo in questione anche i servizi, -6,6% al Sud e -2,6% al Centro-Nord.
Segno negativo anche se si guarda al solo 2014, ma soprattutto al Sud: l’agricoltura perde infatti nel Mezzogiorno addirittura -6,2%, mentre il Centro-Nord guadagna +0,4%; l’industria flette nel Sud del 3,3%, una perdita di due punti percentuali superiore a quella del Centro-Nord (-1,3%); i servizi segnano -0,5% al Sud contro +0,3% dell’altra ripartizione.

Da segnalare che in tredici anni, dal 2000 al 2013, l’Italia è stato il Paese che, in termini di Pil in PPA, è cresciuto meno di tutti i paesi considerati, +20,6% rispetto al +37,3% dell’area Euro a 18, addirittura meno della Grecia, che ha segnato +24% quale effetto della forte crescita negli anni pre crisi, che è riuscita ad attenuare in parte il crollo successivo. Situazione decisamente più critica al Sud, che nel 2001-2013 cresce nel periodo n questione la metà della Grecia, +13%: oltre 40 punti percentuali in meno della media delle regioni Convergenza dell’Europa a 28 (+53,6%).
Il Sud è ormai a forte rischio di desertificazione industriale, con la conseguenza che l’assenza di risorse umane, imprenditoriali e finanziarie potrebbe impedire all’area meridionale di agganciare la possibile ripresa e trasformare la crisi ciclica in un sottosviluppo permanente. Nel 2014 occupati al Sud come nel 1977. Il Mezzogiorno tra il 2008 ed il 2014 registra una caduta dell’occupazione del 9%, a fronte del -1,4% del Centro-Nord, oltre sei volte in più. Delle 811mila persone che in Italia hanno perso il posto di lavoro nel periodo in questione, ben 576mila sono residenti nel Mezzogiorno. Nel Sud, dunque, pur essendo presente appena il 26% degli occupati italiani si concentra il 70% delle perdite determinate dalla crisi. Nel 2014 i posti di lavoro in Italia sono cresciuti di 88.400 unità, tutti concentrati nel Centro-Nord (133mila). Il Sud, invece, ne ha persi 45mila. Il numero degli occupati nel Mezzogiorno torna così a 5,8 milioni, sotto la soglia psicologica dei 6 milioni; il livello più basso almeno dal 1977, anno da cui sono disponibili le serie storiche dell’Istat. Tornare indietro ai livelli di quasi quarant’anni fa testimonia, da un lato, il processo di crescita mai decollato, e, dall’altro, il livello di smottamento del mercato del lavoro meridionale e la modifica della geografia del lavoro.
Allarme povertà: una persona su tre a rischio al Sud, una su dieci al Nord. In Italia negli ultimi tre anni, dal 2011 al 2014, le famiglie assolutamente povere sono cresciute a livello nazionale di 390mila nuclei, con un incremento del 37,8% al Sud e del 34,4% al Centro-Nord. Quanto al rischio povertà, nel 2013 in Italia vi era esposto il 18% della popolazione, ma con forti differenze territoriali: 1 su 10 al Centro-Nord, 1 su 3 al Sud. La regione italiana con il più alto rischio di povertà è la Sicilia (41,8%), seguita dalla Campania (37,7%). La percentuale di famiglie in povertà assoluta sul totale delle famiglie è aumentata al Sud nel 2014 rispetto al 2011 del 2,2% (passando dal 6,4% all’8,6%) contro il +1,1% del Centro-Nord (dal 3,3% al 4,4%). Nel periodo 2011-2014 al Sud le famiglie assolutamente povere sono cresciute di oltre 190mila nuclei in entrambe le ripartizioni, passando da 511mila a 704mila al Sud e da 570mila a 766mila al Centro-Nord. A livello di reddito, guadagna meno di 12mila euro annui quasi il 62% dei meridionali, contro il 28,5% del Centro-Nord. Particolarmente pesante la situazione in Campania (quasi il 66% dei nuclei guadagna meno di 12mila euro annui), Molise (70%) e Sicilia (72%).

Dati agghiaccianti, che rappresentano famiglie, aziende, pensionati, gioventà nel baratro più profondo alla soglia del 2015. Si parla di arretratezza, povertà, desertificazione, mentre lo Stato italiano sembra voler fortemente accentuare tagli, tasse che stanno portando in una sprilare senza via d'uscita la morte al rallentatore di una nazione che ha visto tempi d'oro economicamente e politicamente, la propserità e l'ingegno italiano. Un crollo che le famiglie sentono sulla propria pelle, mentre Renzi andava a Bruxelles a racconatere la favola con testuali parole: "In un tempo di crisi le famiglie italiane hanno visto crescere i propri risparmi, passati da 3,5 a 3,9 triliardi di euro dal 2012 al 2014. In questi mesi l'Italia ha visto aumentare i propri risparmi, paradossalmente le famiglie si stanno arricchendo perché hanno preoccupazione e paura".

Governare significa prendere consapevolezza dei problemi e affrontarli, il nostro premier evidenteme ha un cattivo rapporto con i numeri e questa purtroppo è una seria e grave constazione.




ROMA, MARINO SI LAMENTA: "C'È IL RISCHIO DI ATTENTATI TERRORRISTICI AL GIUBILEO"

Incute molta paura sapere che il Sindaco non sa quali pesci pigliare, fa comprendere quanto sia stata superficiale la presa di coscienza degli avvisi che gli stessi servizi segreti americani hanno inviato da molto tempo

di Cinzia Marchegiani

Roma – Il Sindaco di Roma, mette le mani avanti. Presto inizierà il Giubileo e la sicurezza a Roma è un’incognita a parecchie variabili, ma soprattutto i cittadini non si sentono sicuri della efficacia della gestione controllo e monitoraggio dei luoghi più a rischio che invero dovrebbe essere alta già da molto tempo, da quando sono stati diramati gli allarmi da parte degli integralisti islamici alla città eterna. E Ignazio Marino stavoltasembra lavarsene proprio le mani e lo fa in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera dove esprimendo le sue preoccupazione afferma: “Questo e' il primo Giubileo dopo l'11 settembre 2001 e dell'epoca dell'Isis. Tutte le indicazioni che abbiamo dai servizi segreti americani, come mi hanno confermato i Sindaci statunitensi con i quali ho parlato recentemente parlano di rischi concreti per l'Italia e Roma. E io non ho la possibilità di difendere la capitale dal terrorismo con la polizia locale”.

Insomma il Sindaco di Roma non ha gli strumenti per attuare controllo e gestire la sicurezza nel suo territorio, disseminato di siti strategici di rilevanza mondiale, che potrebbero essere un reale obiettivo dell’ISIS, che di certo, se mai deciderà di attivare una guerriglia, non suonerà il campanello del primo cittadino o quello della polizia municipale. Fanno riflettere queste parole, e in realtà incutono molta paura, sapere che il Sindaco non sa quali pesci pigliare, fa comprendere quanto sia stata superficiale la presa di coscienza degli avvisi che gli stessi servizi segreti americani hanno inviato da molto tempo.

Se Marino non sa quali pesci pigliare nel comparto sicurezza, lo ha anche detto al mondo intero, così l’ISIS potrà sfruttare al minimo le proprie energie per altri siti più protetti. Il Giubileo straordinario della Misericordia, indetto da papa Francesco per mezzo della bolla pontificia Misericordiae Vultus,  avrà inizio l'8 dicembre 2015 per concludersi il 20 novembre 2016. Che messaggio è stato lanciato ai pellegrini di tutto il mondo che dovrebbero fare i biglietti per venire a Roma? La risposta è esplicita, non serve una laurea o un dottorato per comprenderne la gravità.




L’EUROTASSA NON E’ UNA BUFALA: IL MINISTRO PADOAN LO CONFERMA

Il gruppo alla camera FdI-AN aveva interpellato al Ministro delle finanze per conoscere la veridicità di una taske force incaricata di studiare le modalità per l’introduzione di una eurotassa

di Cinzia Marchegiani

Siamo talmente abituati a leggere catastrofismi su questa Unione Europea, che ogni articolo di giornale suscita preoccupazione e ilarità, al tal punto che la realtà è diventata spesso contesa di conferme per la sua veridicità. E’ il caso dell’Eurotassa, la new entry tax che sembra gravitare sulle teste dei cittadini europei come una sorte di uccello del malaugurio. Monti, che sembra sia stato chiamato a studiare questa nuova tassa precisava: “Nessuna eurotassa, ma un lavoro per trovare le soluzioni migliori sulle modalità future di finanziamento dell' Ue, lasciando invariato l' onere complessivo a carico di cittadini ed imprese derivante dalle fiscalità nazionali e dalle 'risorse proprie' di pertinenza della Ue". Lo affermava  l' ex premier Mario Monti in un' intervista al Corriere della Sera in cui spiega il mandato del 'Gruppo sulle risorse proprie dell' Ue', da lui presieduto, istituito nel febbraio 2014 e che presenterà le sue proposte nella primavera prossima . Ma alla Camera dei Deputati il gruppo FdI-An aveva in tal senso interpellato il Ministro delle finanze italiano Padoan, per comprendere se l’introduzione dell’eurotassa avanzata dal Ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, con cui i paesi membri dovranno devolvere una parte delle risorse riscosse attraverso l'iva e l'irpef a livello nazionale a un fondo europeo, oppure introdurre una tassa addizionale, con aliquote e criteri da decidere su base differenziata per le singole nazioni, fosse già in lavorazione.

La risposta del ministro Padoan, non si è fatta attendere e conferma che c’è l’intenzione di introdurre una nuova tassa, ormai nota come eurotassa. “Purtroppo constatiamo come l’Unione Europea decida misure sempre e soltanto nella direzione di irrigidire, se non rovinare – denuncia il capogruppo alla camera dei Deputati di FdI-AN – i rapporti con gli Stati partner soprattutto quelli del Mediterraneo”. L’On. Rampelli ravvisa la necessità l’istituzione di una commissione europea che affronti tutti le problemi che l’Ue scarica sull’Italia, come per esempio, l’utilizzo del latte in polvere (leader della produzione è la Germania) al posto del latte naturale per la produzione dei formaggi, in cui l’Italia è un’eccellenza: “Quando si affronterà il problema del diametro delle vongole, che ha letteralmente decimato la nostra pesca, o la vicenda delle reti da pesca e delle loro dimensioni più adatte ai mari del Nord che al nostro mare, – spiega Rampelli – o quando si affronterà la resistenza della Germania per la promozione del Made in, ovviamente in chiave anti Made in Italy. L’Unione europea propone l’istituzione di una nuova tassa proprio all’indomani del rifiuto all’equa ripartizione delle quote dei migranti. Insomma, a pagare sempre gli italiani. E questo è inaccettabile”.

Le bugie caro Monti hanno le gambe corte, ma tanto che importa se a fare le spese è sempre la moltitudine dei cittadini ormai sempre più stretti e intrappolati nelle maglie di una giustizia non più sociale che si chiama Unione Europea, nata per scopi ben più dignitosi, quello dei diritti dei popoli, che ora ci si chiede dove siano stata sepolti.




SANITA’ TAGLI DA 10 MILIARDI: LA STOCCATA DI GINO STRADA, “OSPEDALI COME AZIENDE”

Sul colpo grosso che il maxiemendamento cucito sulla sanità pubblica italiana andrebbe a tagliare 10 miliardi di euro in 5 anni, Gino Strada di Emergency propone una ricetta

 

di Cinzia Marchegiani

C’è veramente da riflettere su come il Ministro della salute voglia indorare una pillola davvero amara in merito al maxiemendamento che taglierebbe 10 miliardi di euro al servizio sanitario nazionale, falciando i così ribattezzati "esami inutili"  o "ricoveri inappropriati". la Lorenzin parla di misure di efficientamento, le quali porteranno risparmi da poter reinvestire nel settore. Difficile credere a questa versione quando in Italia si sa, fare la prevenzione è un miraggio, figuriamoci curarsi quando c’è una patologia cronica, non parliamo poi delle continue chiusure di ospedali che fanno diventare un malato, un errante in cerca di una struttura sanitaria. Una biglia impazzita che cerca nosocomi dove poter partorire o pegigo ancora disperati in corsa per la vita dopo un attacco cardiaco.

L’ANAOO (Associazione Medici e Dirigenti del SSN) invece fa presente che il Ministro della Salute deve aiutare a sciogliere il dilemma, parlando di risparmi pari a 10 miliardi in 5 anni da investire su voci che elenca nel dettaglio. L’associazione accusa che in questo frullatore mediatico è stata inserita l’idea della esistenza di sprechi enormi, per lo più legati al comportamento irresponsabile se non fraudolento dei medici, che alimentano l’iperconsumismo delle prestazioni sanitarie con la medicina difensiva e precisa: “In riferimento alla quale nessuno assume l’impegno a fare uscire dai cassetti delle Commissioni parlamentari il ddl sulla responsabilità professionale portandolo ad una rapida approvazione. Spetta al Ministro dire, ai cittadini, agli operatori, al Parlamento, una parola chiara sulle reali intenzioni del governo di cui fa parte, coerente con il riconoscimento che ‘non c’è più niente da tagliare’ in un sistema che spende per la sanità meno della Grecia con risultati migliori della Germania. E a chiunque abbia a cuore le sorti di un servizio sanitario pubblico e nazionale di farsi sentire. La mobilitazione unitaria di chi utilizza la sanità, come i cittadini ed i pazienti, e di chi produce salute, come i medici e gli altri professionisti sanitari, programmata per il prossimo autunno trova ulteriori e più forti motivazioni. Pagare di meno l’IMU e di più le visite mediche e i farmaci, distruggere diritti incomprimibili delle persone che costituiscono un prezioso patrimonio sociale, non ci sembrano obiettivi degni di un Paese civile”.

Stoccata di Gino Strada di Emergency. Ospedali trasformati come Aziende, dove esiste solo il Profitto. Sul maxiemendamento che taglia il respiro non solo a malati, ma aggredisce la libertà deontologica dei medici di decidere in base alle proprie competenze e conoscenze mediche esami, visite e/o addirittura ricoveri arriva la riflessione di Gino Strada, impegnato in ogni angolo del mondo a portare sollievo e assistenza medica, laddove non esistono strutture sanitarie o nei paesi dove vi sono emergenze sanitarie straordinarie. Gino Strada alla domanda “Ma quanto deve “costare” la ‪‎sanità‬?” risponde a voce alta, facendo tutti partecipi alla sua riflessione: “A mio avviso, l’unica risposta intelligente (e carica di giustizia) è: quanto serve, quanto serve per curare al meglio le persone che ne hanno bisogno. Tutte. IdeaImente, non un euro in più, né un euro in meno. I rapporti ufficiali, invece, ci dicono che circa 10 milioni di italiani non possono curarsi come dovrebbero, perché non se lo possono più permettere. La spesa sanitaria italiana è di poco superiore ai 100 miliardi di euro annui. Troppi? Pochi? Chissà. La ‘spesa sanitaria’ è però il costo per lo Stato, o meglio per la collettività, del ‘sistema sanitario’, non è quanto viene speso per curare le persone. C’è molto di più in quei 100 miliardi l’anno. Certamente ci sono un uso poco razionale delle risorse e la dannosa ‘medicina difensiva’ a dilapidare danaro pubblico. C’è però una cosa nella sanità che costa più di tutto il resto e che viene ostinatamente censurata: ‘il profitto’. In tutte le sue forme, nelle strutture pubbliche come in quelle private “convenzionate”, che ormai da noi funzionano esattamente nello stesso modo. Aziende, non più Ospedali. Il profitto stimato nel settore della sanità si aggira attorno ai 25 miliardi di euro annui. E se si iniziasse a “tagliare” da lì? Con i soldi risparmiati dando vita ad ospedali non-profit, cioè a strutture che abbiano come obiettivo le migliori cure possibili per tutti e non il pareggio di bilancio, si potrebbe ricostruire una vera sanità pubblica, cioè un servizio totalmente gratuito, di alta qualità…e molto meno costoso”.

L'Italia si sta repentinamente trasformando in un paese dove è difficile dimostrare i propri diritti, e laddove esistono, occorre rispettare priorità stabilite a monte, dove la salute rappresenta un elemento superfluo rispetto ai profitti generati da ben altre dinamiche che nelle priorità di certo con vi è la tutela dello stato sociale. 




VACCINI: NUOVI INQUIETANTI SCENARI

di Cinzia marchegiani

Si parla spesso come i vaccini abbiamo cambiato la sanità e la tutela della salute nel mondo. Vengono descritti come sicuri, efficaci e necessari, mentre in realtà sono farmaci che trascinano con loro tutte le problematiche legate agli eventi avversi e spesso neanche studiati a lungo termine, non sono sempre efficaci, visto che perdono il loro effetto immunizzante nel tempo. Il dato oggettivo riguarda il fatto che si vaccina l’intera popolazione, mentre non si effettuano i controlli sugli anticorpi, quindi non si conoscono le stime reali nazionali e mondiali riguardo l’efficienza dei vaccini somministrati. Il vaccino è una sorta di scatola chiusa, un dogma a cui credere e affidarsi, in cui nulla ci è dato sapere.

Uno studio appena pubblicato sulla rivista scientifica PLoS Biology, riguardo esperimenti scientifici con il ceppo dell'herpes che causa la malattia di Marek nel pollame, per la prima volta, ha confermato la teoria molto controversa che alcuni tipi di vaccini consentono per l'evoluzione e la sopravvivenza di versioni sempre più virulenti di un virus, mettendo gli individui non vaccinati più a rischio malattia grave. La ricerca ha implicazioni importanti per l'economia della sicurezza della catena alimentare e delle catene alimentari, così come per altre malattie che colpiscono l'uomo e gli animali agricoli.

Nuovi inquietanti scenari. Questa scoperta apre scenari devastanti riguardo soprattutto quei virus patogeni e altamente virulenti come l’Ebola, di cui si stanno eseguendo ricerche per la progettazione dei vaccini da dare all’intera popolazione. Sarebbe devastante per l’intera comunità mondiale un vaccino che trasmette il virus più letale e patogeno ad un altro uomo. Una reazione a catena senza via d’uscita.

Una scoperta sconcertante. La vaccinazione migliora il contagio dei patogeni più virulenti. La nuova ricerca, ha indagato su come l'uso di vaccini fallimentari o imperfetti possono influenzare l'evoluzione della virulenza di virus. Il lavoro è stato svolto da un gruppo internazionale guidato dal Prof. Andrew Read, il Evan Pugh Professore di Biologia e Entomologia e Eberly Professore di Biotecnologie presso la Penn State University, USA e dal Prof. Venugopal Nair, il capo del programma di aviaria Malattie virali a L'Istituto Pirbright, Regno Unito.

I vaccini Imperfetti, o fallimentari, sono conosciuti come tali perché impediscono l'host vaccinati di ammalarsi, ma non impediscono la trasmissione del virus, in tal modo il virus è in grado di sopravvivere e diffondersi in tutta una popolazione.Nei  test del virus della malattia di Marek sono stati esguieguiti in gruppi di polli vaccinati e non vaccinati. I non vaccinati sono morti mentre quelli che sono stati vaccinati sono sopravvissuti e trasmesso il virus ad altri uccelli lasciati in contatto. "La nostra ricerca – spiega il prof. Nair – dimostra che l'uso di vaccini imperfetti può favorire l'evoluzione di ceppi virali 'hot' più cattivi che mettono gli individui non vaccinati più a rischio.Quando un vaccino funziona perfettamente, impedisce soggetti vaccinati di prendere la malattia, e impedisce loro anche di trasmettere il virus ad altri. Questi vaccini sono "perfetti", perché sono progettati per simulare la forte immunità che gli esseri umani sviluppano naturalmente dopo essere stati esposti ad una di queste malattie. La nostra ricerca dimostra che un altro tipo di vaccino permette forme estremamente virulente di un virus di sopravvivere – come quella per la malattia di Marek nel pollame, contro la quale l'industria del pollame è fortemente dipendente sulla vaccinazione per il controllo della malattia. "Questi vaccini consentono anche il virus virulento di continuare in evoluzione proprio perché permettono ai soggetti vaccinati, e quindi se stessi, per sopravvivere".

Vaccini che trasmettono e contagiano i non vaccinati. Un incubo per il virus Ebola. "I vaccini per le malattie umane sono i meno costosi interventi di sanità pubblica, più efficaci che mai abbiamo avuto", ha spiegato il Prof. Read, ma  molto preoccupato spiega: "Ma la preoccupazione ora è di circa vaccini di nuova generazione. Se i vaccini di nuova generazione sono imperfetti, essi potrebbero guidare l'evoluzione di ceppi più virulenti del virus. Ora serve determinare più rapidamente possibile i vaccini contro il virus Ebola che ora sono in sperimentazione clinica non siano leaky, cioè fallimentare, che trasmetta il virus Ebola tra le persone. Non vogliamo che l'evoluzione di malattie virali come mortali come Ebola evolversi nella direzione che la nostra ricerca ha dimostrato è possibile con i vaccini, imperfetti o fallimentari", conclude il Professor Read.

Potrebbero alcuni vaccini guidare l'evoluzione dei patogeni più virulenti? E’ questa la domanda che si sono posti gli scienziati. La saggezza convenzionale è che la selezione naturale rimuoverà gli agenti patogeni altamente letali se la morte ospite riduce notevolmente la trasmissione. I vaccini che mantengono gli host vivo ma ancora permettono la trasmissione potrebbe quindi consentire ceppi molto virulenti di circolare in una popolazione. "Qui mostriamo sperimentalmente che l'immunizzazione dei polli contro il virus della malattia di Marek migliora l'idoneità dei ceppi più virulenti, rendendo possibile per i ceppi hyperpathogenic a trasmettere. L’immunità suscitata dalla vaccinazione diretta o con la vaccinazione materna prolunga la sopravvivenza di accoglienza, ma non previene l'infezione, la replicazione virale o la trasmissione, estendendo così i periodi di ceppi infettivi altrimenti troppo letali a persistere. I nostri dati mostrano che i vaccini contro la malattia che non impediscono la trasmissione in grado di creare le condizioni che favoriscono l'emergere di ceppi patogeni che causano la malattia più grave in ospiti non vaccinati".
 

C'è una aspettativa teorica che alcuni tipi di vaccini potrebbero indurre l'evoluzione di più virulenti ("caldi") patogeni. Questa idea deriva dalla nozione che la selezione naturale elimina ceppi patogeni che sono così virulenti che uccidono i loro ospiti e, di conseguenza, se stessi. I vaccini che consentono “i padroni di casa” a sopravvivere, ma non impediscono la diffusione del patogeno rilassarsi questa selezione, consente l'evoluzione dei patogeni più virulenti a verificarsi. Questo tipo di vaccino è spesso chiamato un vaccino che perde, "leaky". Quando vaccini prevenire la trasmissione, come è il caso per quasi tutti i vaccini utilizzati negli esseri umani, questo tipo di evoluzione verso una maggiore virulenza è bloccato. "Ma quando i vaccini falliscono, consentendo almeno un po’di trasmissione di agenti patogeni, potrebbero creare le condizioni ecologiche che permetterebbero ceppi virulenti di emergere e persistere. Questa teoria si è rivelata molto controverso quando è stato proposto per la prima oltre un decennio fa, ma qui riportiamo esperimenti con virus della malattia di Marek nel pollame che mostrano che i moderni vaccini che perde commerciali possono avere proprio questo effetto: consentono la ritrasmissione di ceppi altrimenti troppo letale per persistono. Pertanto, l'uso di vaccini che fallisce può facilitare l'evoluzione di ceppi patogeni che mettono gli host non vaccinati a maggior rischio di malattia grave. La sfida del futuro è quella di identificare se ci sono altri tipi di vaccini utilizzati negli animali e nell'uomo che potrebbe anche generare tali rischi evolutivi" spiegano gli autori dello studio inedito.

Una scoperta allarmante che pone dei paletti all’uomo e allo scienziato, spesso troppo teso a raggiungere la perfezione dell’immunità non naturale, mentre la stessa profilassi vaccinale potrebbe aprire quella porta inquietante e produrre il veicolo letale per l’uomo stesso, in uno scenario da contagio senza via d’uscita. Purtroppo poco o nulla si muove verso studi sui effetti dei vaccini a lungo termine, le infinite variabili e le incognite che potrebbero innescarsi sono invero lasciate nell'ombra. Un fatto alquanto anomalo in quanto l'intero pianeta è condizionato dalle profilassi vaccinali, che hanno nel tempo mutato l'immunità naturale delle persone, in favore di quella prodotta dalla somministrazione dei virus patogeni attenuati o morti. 




STUDIO INEDITO AVVERTE: LA VACCINAZIONE PUO’ MIGLIORARE IL CONTAGIO DEI PATOGENI ALTAMENTE VIRULENTI

La nuova ricerca pubblicata sulla rivista PLoS Biology lo scorso 27 luglio 2015, mette in guardia sulla pericolosità di alcuni vaccini imperfetti, che permetterebbero essi stessi il contagio tra gli umani del virus nella forma più virulenta di malattie pericolosissime. Uno scenario apocalittico se ciò dovesse essere confermato anche per il vaccino contro il virus Ebola. I vaccinati contagerebbero con il virus ancora più letale 

di Cinzia marchigiani

Si parla spesso come i vaccini abbiamo cambiato la sanità e la tutela della salute nel mondo. Vengono descritti come sicuri, efficaci e necessari, mentre in realtà sono farmaci che trascinano con loro tutte le problematiche legate agli eventi avversi e spesso neanche studiati a lungo termine, non sono sempre efficaci, visto che perdono il loro effetto immunizzante nel tempo. Il dato oggettivo riguarda il fatto che si vaccina ad oltranza l’intera popolazione, mentre non si effettuano i controlli sugli anticorpi, quindi non si conoscono le stime reali nazionali e mondiali riguardo l’efficienza dei vaccini somministrati. Il vaccino è una sorta di scatola chiusa, un dogma a cui credere e affidarsi, in cui nulla ci è dato sapere.

SCOPERTA INQUIETANTE SUI VACCINI E ELA PROFILASSI. Uno studio appena pubblicato sulla rivista scientifica PLoS Biology, riguardo esperimenti scientifici con il ceppo dell'herpes che causa la malattia di Marek nel pollame, per la prima volta, ha confermato la teoria molto controversa che alcuni tipi di vaccini consentono per l'evoluzione e la sopravvivenza di versioni sempre più virulenti di un virus, mettendo gli individui non vaccinati più a rischio malattia grave. La ricerca ha implicazioni importanti per l'economia della sicurezza della catena alimentare e delle catene alimentari, così come per altre malattie che colpiscono l'uomo e gli animali agricoli. Questa scoperta apre scenari devastanti riguardo soprattutto quei virus patogeni e altamente virulenti come l’Ebola, di cui si stanno eseguendo ricerche per la progettazione dei vaccini da dare all’intera popolazione. Sarebbe devastante per l’intera comunità mondiale un vaccino che trasmette il virus più letale e patogeno ad un altro uomo. Una reazione a catena senza via d’uscita.

La nuova ricerca, ha indagato su come l'uso di vaccini fallimentari o imperfetti possono influenzare l'evoluzione della virulenza di virus. Il lavoro è stato svolto da un gruppo internazionale guidato dal Prof. Andrew Read, il Evan Pugh Professore di Biologia e Entomologia e Eberly Professore di Biotecnologie presso la Penn State University, USA e dal Prof. Venugopal Nair, il capo del programma di aviaria Malattie virali a L'Istituto Pirbright, Regno Unito.
I vaccini Imperfetti, o fallimentari, sono conosciuti come tali perché impediscono l'host vaccinati di ammalarsi, ma non impediscono la trasmissione del virus, in tal modo il virus è in grado di sopravvivere e diffondersi in tutta una popolazione. "Nei nostri test del virus della malattia di Marek sono stati esguieguiti in gruppi di polli vaccinati e non vaccinati. I non vaccinati sono morti mentre quelli che sono stati vaccinati sono sopravvissuti e trasmesso il virus ad altri uccelli lasciati in contatto. -nel dettaglio spiega il Prof. Nair – La nostra ricerca dimostra che l'uso di vaccini imperfetti può favorire l'evoluzione di ceppi virali 'hot' più cattivi che mettono gli individui non vaccinati più a rischio".

La vaccinazione e il suo segreto. Il Professor Near avverte sulla nuova scoperta: "Quando un vaccino funziona perfettamente, impedisce soggetti vaccinati di prendere la malattia, e impedisce loro anche di trasmettere il virus ad altri. Questi vaccini sono 'perfetti', perché sono progettati per simulare la forte immunità che gli esseri umani sviluppano naturalmente dopo essere stati esposti ad una di queste malattie. La nostra ricerca dimostra che un altro tipo di vaccino permette forme estremamente virulente di un virus di sopravvivere – come quella per la malattia di Marek nel pollame, contro la quale l'industria del pollame è fortemente dipendente sulla vaccinazione per il controllo della malattia. Questi vaccini consentono anche il virus virulento di continuare in evoluzione proprio perché permettono ai soggetti vaccinati, e quindi se stessi, per sopravvivere".

Quando vaccinare diventa pericolosissimo. I vaccini per le malattie umane sono i meno costosi interventi di sanità pubblica, più efficaci che mai abbiamo avuto, spiega il Prof. Read, ma avverte: "Ma la preoccupazione ora per i vaccini di nuova generazione. Se i vaccini di nuova generazione sono imperfetti, essi potrebbero guidare l'evoluzione di ceppi più virulenti del virus. Ora serve determinare più rapidamente possibile i vaccini contro il virus Ebola che ora sono in sperimentazione clinica non siano leaky, cioè fallimentare, capaci di  trasmettere il virus Ebola tra le persone. Non vogliamo che l'evoluzione di malattie virali come mortali come Ebola evolversi nella direzione che la nostra ricerca ha dimostrato è possibile con i vaccini, imperfetti o fallimentari" – conclude preoccupato il Professor Read.
Potrebbero alcuni vaccini guidare l'evoluzione dei patogeni più virulenti? E’ questa la domanda che si sono posti gli scienziati. La saggezza convenzionale è che la selezione naturale rimuoverà gli agenti patogeni altamente letali se la morte ospite riduce notevolmente la trasmissione. I vaccini che mantengono gli host vivo ma ancora permettono la trasmissione potrebbe quindi consentire ceppi molto virulenti di circolare in una popolazione. Qui mostriamo sperimentalmente che l'immunizzazione dei polli contro il virus della malattia di Marek migliora l'idoneità dei ceppi più virulenti, rendendo possibile per i ceppi hyperpathogenic a trasmettere. L’immunità suscitata dalla vaccinazione diretta o con la vaccinazione materna prolunga la sopravvivenza di accoglienza, ma non previene l'infezione, la replicazione virale o la trasmissione, estendendo così i periodi di ceppi infettivi altrimenti troppo letali a persistere. I nostri dati mostrano che i vaccini contro la malattia che non impediscono la trasmissione in grado di creare le condizioni che favoriscono l'emergere di ceppi patogeni che causano la malattia più grave in ospiti non vaccinati.

C'è una aspettativa teorica che alcuni tipi di vaccini potrebbero indurre l'evoluzione di più virulenti patogeni. Questa idea deriva dalla nozione che la selezione naturale elimina ceppi patogeni che sono così virulenti che uccidono i loro ospiti e, di conseguenza, se stessi. I vaccini che consentono “i padroni di casa” a sopravvivere, ma non impediscono la diffusione del patogeno rilassarsi questa selezione, consente l'evoluzione dei patogeni più virulenti a verificarsi. Questo tipo di vaccino è spesso chiamato un vaccino che perde. Quando vaccini prevenire la trasmissione, come è il caso per quasi tutti i vaccini utilizzati negli esseri umani, questo tipo di evoluzione verso una maggiore virulenza è bloccato. Ma quando i vaccini perdite, consentendo almeno un po’di trasmissione di agenti patogeni, potrebbero creare le condizioni ecologiche che permetterebbero ceppi calde di emergere e persistere. Questa teoria si è rivelata molto controverso quando è stato proposto per la prima oltre un decennio fa, ma qui riportiamo esperimenti con virus della malattia di Marek nel pollame che mostrano che i moderni vaccini che perde commerciali possono avere proprio questo effetto: consentono la ritrasmissione di ceppi altrimenti troppo letale per persistono. Pertanto, l'uso di vaccini che falliscono può facilitare l'evoluzione di ceppi patogeni che mettono gli host non vaccinati a maggior rischio di malattia grave. La sfida del futuro è quella di identificare se ci sono altri tipi di vaccini utilizzati negli animali e nell'uomo che potrebbe anche generare tali rischi evolutivi.

Una scoperta allarmante che pone dei paletti all’uomo e allo scienziato, troppo teso a raggiungere la perfezione dell’immunità non naturale, potrebbe invero aprire quella porta inquietante che condurrebbe ad uno scenario da contagio mondiale senza via d’uscita. Ecco perchè sui vaccini ancora si sa poco, le ricerche e gli studi poco o nulla vanno in favore nella direzione di studi a lungo termine, troppe variabili e incognite non sono state messe nell'equazione dell'imprevidibilità della natura dei virus e della stessa natura degli essere viventi. 
 




PORTO TURISTICO DI ROMA: ECCO IL BUSINESS DEL "BOSS DI OSTIA"

di Cinzia Marchegiani – Chiara Rai

Ostia (RM)
Il porto turistico di Ostia questa mattina è stato sequestrato dalla Guardia di Finanza, vincolati i beni per 400 milioni di euro. L’inchiesta della Procura di Roma era stata avviata nel 2012 proprio sui reati fallimentari relativi alla società che ha realizzato l’intera opera.
Già dalle prime ore di questa giornata concitata, i finanzieri hanno eseguito ben quattro arresti, tra cui il presidente del porto turistico di Ostia, Mauro Belini, considerato dagli organi inquirenti il capo di un’ampia associazione criminale. Le accuse infatti sono di associazione a delinquere e bancarotta fraudolenta. Quest'ultima si riferirebbe allo scioglimento della società concessionaria ATI. In questo momento in corso il sequestro di beni, tra cui posti barca, parcheggi, strutture amministrative, commerciali e aree portuali, all’interno del Porto Turistico di Roma, per un valore commerciale complessivo di oltre 400 milioni di euro. Il porto turistico rimane aperto e praticabile, sia nella parte della Marina che di quella commerciale, poiché tutti i sequestri si riferiscono a proprietà riconducibili ai quattro indiziati di reato. Il Porto Turistico di Roma è protetto da due moli che partendo da terra terminano con due semicerchi che formano l'avamporto: appena oltrepassata la prima imboccatura ampia 66 m troviamo sulla sinistra la stazione carburanti. La struttura, che si sviluppa su una superficie di circa 22 ettari, dispone di 840 posti barca per lunghezze comprese fra gli 8 e i 60 m. I 16 pontili fissi sono tutti dotati delle necessarie colonnine per l'erogazione di acqua ed elettricità, di bitte, anelli per l'ormeggio.

Tradotti in carcere, assieme a Balini, su ordine del gip del Tribunale di Roma, Massimo Amicucci, Edoardo Sodano, e Sergio Capograssi, avvocato con studio nella Capitale. I 4 arrestati sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale, riciclaggio, impiego di denaro, beni e utilità di provenienza illecita, trasferimento fraudolento di valori. Altre 9 persone sono state denunciate a piede libero. Numerose le perquisizioni presso i domicili delle persone coinvolte, le sedi di diverse società e gli studi professionali di due avvocati e di un commercialista. Nell'operazione – eseguita dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma sotto la direzione della Procura della Repubblica della Capitale – sono stati sequestrati beni mobili e immobili, quote societarie e conti correnti bancari ed il diritto di superficie su oltre 1300 beni demaniali, siti all'interno del porto turistico di Ostia (posti barca, parcheggi, strutture amministrative, commerciali e aree portuali) nonchè, per alcuni di essi, il relativo diritto di utilizzo. Il valore commerciale di tutti i beni sottoposti a sequestro è stimato in oltre 400 milioni di euro. Le indagini, avviate nel 2012, per una ipotesi di bancarotta, hanno consentito di accertare come i quattro complici avessero scientemente portato al fallimento la A.T.I. S.p.a., società che aveva curato la realizzazione del Porto Turistico di Roma e che, sino al 2008, era concessionaria dell'infrastruttura, appartenente, peraltro, ad un gruppo di imprese riconducibili (direttamente e/o indirettamente) alla figura dello stesso Mauro Balini. Proprio quest'ultimo, con la complicità di fidati collaboratori e professionisti e grazie a 'prestanomì e 'società schermò, aveva realizzato un complesso schema societario volto a distrarre fraudolentemente ingenti risorse, patrimoniali e finanziarie, in pregiudizio della fallita A.T.I. S.p.a., dei creditori e dell'Erario, per un passivo finale di oltre 155 milioni di euro.

Al Balini è stato, inoltre, contestato il reato di trasferimento fraudolento di valori, per aver intestato a società apparentemente terze, il prestigioso attico sul litorale ostiense in cui vive, anch'esso sottratto fraudolentemente alla A.T.I., e un lussuoso catamarano, nella sua esclusiva disponibilità, acquistato, in larga parte, con risorse sottratte alla fallita mediante il descritto sistema di frode. Il disegno criminale nasce nel 2005, quando il Balini si precostituì un ingente credito nei confronti della A.T.I. S.p.a. per oltre 28 milioni di euro, simulando, tra l'altro, l'accollo- meramente contabile- di un debito in capo alla fallita originato dalla ricezione di false fatture emesse da società riconducibili a suoi fedeli sodali. Giustificando le operazioni come 'restituzione finanziamento socì, il Balini aveva, quindi, potuto prelevare ingenti somme dalle casse aziendali nonchè distrarre beni immobili dal patrimonio sociale in favore di altre imprese a lui riconducibili. Nel 2008, in perfetta sintonia con il piano criminale in atto, la Porto Turistico di Roma S.r.l.- interamente posseduta dal Balini- aveva ottenuto, dalla A.T.I. S.p.a., la voltura della concessione sull'intera infrastruttura portuale, ed era, così, subentrata nella possibilità di realizzare l'ampliamento del porto, poi autorizzato nell'agosto 2013, incassandone i conseguenti ingenti profitti. La struttura attuale si sviluppa su una superficie di circa 22 ettari e dispone di 840 posti barca per lunghezze comprese fra gli 8 e i 60 metri. L'ampliamento del porto ne aumenterà la capienza sino a 1419 posti barca, mettendo a disposizione dei natanti circa 611 nuovi punti di ormeggio per imbarcazioni da diporto lunghe tra i 12 ed i 70 metri. Per avere una percezione delle dimensioni degli illeciti posti in essere e del danno economico cagionato alla A.T.I. S.p.a., si evidenzia che la Porto Turistico di Roma S.r.l. ha stimato in circa 200 milioni di euro il valore commerciale della concessione relativa all'ampliamento del porto ed in circa 220 milioni di euro il valore commerciale della concessione relativa ai diritti di superficie e utilizzo dei beni demaniali sottoposti a sequestro


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SVIZZERA: I LAVORATORI ITALIANI DOVRANNO PRESENTARE IL CERTIFICATO DEL CASELLARIO GIUDIZIARIO

di Cinzia Marchegiani

Il Segretario Generale della Farnesina, Michele Valensise, ha convocato l'Ambasciatore svizzero Giancarlo Kessler per esprimergli la preoccupazione italiana in merito alle misure introdotte dalle autorità cantonali ticinesi a carico dei lavoratori frontalieri italiani, in particolare per la richiesta del casellario giudiziale per il rilascio dei permessi di dimora e di lavoro e per il moltiplicatore d'imposta. Lo rende noto la Farnesina. In una nota, il ministero degli esteri ricorda che "si tratta di misure in violazione dell'accordo europeo sulla libera circolazione delle persone del 1999, palesemente discriminatorie nei confronti di cittadini italiani e in contraddizione con l'eccellente stato delle relazioni bilaterali". Il Segretario Generale inoltre ha chiesto un sollecito, rinnovato impegno delle autorità di Berna per porre termine a una situazione che suscita profonda insoddisfazione in Italia.
La Farnesina spiega che l’ambasciatore svizzero Kessler ha confermato che le autorità federali svizzere considerano tali misure incompatibili con gli obblighi derivanti dall'accordo e ha assicurato che avrebbe tempestivamente informato le sue autorità sul crescente rilievo della questione per l'Italia e sulle aspettative di una sua rapida soluzione.

Ma il presidente del Governo ticinese Norman Gobbi ha tagliato netto alle polemiche italiane e al sito di informazione svizzera ha rettificato: “da quando è stata introdotta la richiesta del casellario nessuno ma mai interposto ricorso” Inoltre il presidente Gobbi rimanda al mittente italiano una domanda: “L’Italia dovrebbe comunque porsi la domanda sul perché ogni giorno, nonostante tutto, 60'000 lavoratori frontalieri vengono a lavorare in Ticino, e, annualmente, migliaia di italiani scelgono il Ticino come dimora”