Amedeo Minghi, intervista esclusiva: il 13 novembre al Sistina di Roma

Il 13 novembre al Teatro Sistina di Roma Amedeo Minghi terrà un grande concerto spettacolo dal titolo “Sono un artigiano della canzone”. Il titolo dell’evento la dice lunga. A guardarlo sembra davvero che il tempo non abbia cancellato la passione e la professionalità di uno degli artisti del canto e della composizione fra i più importanti che l’Italia può vantarsi di avere.

Amedeo Minghi compie un passo importante per la sua carriera giunta a ben cinquant’anni che oltre ad una copiosa discografia di tutto rispetto, lo pone in modo assoluto fra i migliori “cantori della purezza del sentimento” che con decine e decine di pezzi memorabili è entrato nei cuori dei romantici inguaribili divenendo una colonna sonora di eventi della vita. L’artista torna con una recentissima uscita sul mercato discografico mondiale di un triplo CD e vinile “La bussola e il cuore”, distribuito dalla Sony zeppo di brani antologici della sua carriera che già sta riscuotendo il plauso dei fans vecchi e nuovi che riscoprono e scoprono un artista che alla fine del primo ventennio degli anni duemila riesce ad emozionare con una poesia canora che lo ha sempre contraddistinto.

Il 26 Ottobre è uscito il libro dal titolo “SiAmo questa musica”, una sorta di romanzo a tre voci in cui Amedeo Minghi, il pubblico e la voce narrante, raccontano esperienze di vita, ricordi, emozioni: storie legate a questa musica che insiste e si tramanda da più generazioni, come testimoniano le centinaia di lettere di cui si compone questo libro presentato ufficialmente il 28 Ottobre ad Ascoli Piceno. Amedeo Minghi condivide la gioia dei suoi fans con un nuovo tour di concerti-spettacoli che hanno già sbancato i botteghini con sold-out per i concerti previsti per Firenze il 15 Novembre e Bologna il 16 Novembre che dimostreranno qual’ora ce ne fosse bisogno quanto egli sia un artista visionario, melodista e quanto confermi sempre la sua enorme capacità di essere un autore e interprete sognatore della canzone italiana che tutto il mondo oramai conosce.

I manifesti pubblicitari del concerto spettacolo dal titolo “Sono un artigiano della canzone”  previsto per giorno 13 novembre al Teatro Sistina di Roma parlano chiaro e ci anticipano che vedremo Amedeo Minghi “parlare, cantare, ballare, suonare e vivere”; una festa gioiosa che egli stesso ci spiega con le sue parole: “In occasione dei miei cinquant’anni di carriera, avevo la necessità di far ascoltare ciò che sono oggi con nuove canzoni, ma nello stesso tempo, senza toni celebrativi, riconsiderare la mia esperienza musicale.

Durante questo concerto spettacolo racconterò di questo mio ultimissimo lavoro, muovendomi dentro questi tre cd, che, come tre satelliti, orbitano intorno a ciò che è il mio mondo musicale, fatto di tante occasioni e percorsi. Questo lavoro mette in luce una profondità espressiva che si rintraccia nei miei provini inediti, nell’inconsapevolezza di canzoni che hanno resistito al tempo e nello stesso tempo, il piacere di condividere nuovi brani ora, da teatrante, quale mi definisco, è il momento di vederli in scena”.

Noi de L’Osservatore D’Italia abbiamo intervistato in esclusiva il Maestro Amedeo Minghi, che attraverso le sue parole ci ha pregiato di alcuni aneddoti che si celano dietro la nascita del nuovo album, del fortunatissimo libro e dello spettacolo teatrale che sta riscuotendo un grande successo in tutta Italia.  

 

E’ tornato in Teatro con un nuovo spettacolo dal titolo “Sono un artigiano della canzone” in cui porta in scena il triplo album “La bussola e il cuore” e festeggia anche il successo del suo libro “Siamo questa musica”. Come nasce l’esigenza di fare ascoltare la sua musica in teatro?

E’ una cosa che faccio da moltissimi anni, una cosa molto antica, non c’è una motivazione nuova. E’ la stessa di sempre, da quando ho iniziato a fare teatro nel lontano 4 aprile 1989 al Piccolo Eliseo, che era un piccolo teatrino di prestigio qui a Roma. L’esigenza era quella di portare questa musica alla gente, perché il mio referente in tutti questi anni, oltre cinquanta che siamo insieme, è sempre stata la gente, il pubblico. Ho sempre avuto un rapporto molto stretto con il pubblico, quindi incontrarli mi sembrava normalissimo. E’ da quel lontano aprile 89 che va avanti questa cosa, per cui è un rapporto antico e molto consolidato con la gente che segue il mio lavoro, tanto più adesso che è arrivato questo disco e soprattutto questo libro “SiAmo questa musica”.

 

Parliamo del nuovo disco “La bussola e il cuore”, un viaggio artistico tra il presente e il passato. Lei ha ripescato quindi vecchi nastri, vecchi brani…

Si, che poi è la parte migliore del disco, di tutto il lavoro. Cinque brani,tra i tanti successi, ne abbiamo scelti cinque che sono stati rivisitati, riarrangiati e ricantati ma in realtà su quaranta brani ben trenta sono inediti quindi è un lavoro assolutamente originale, non è una rivisitazione del mio repertorio né una collection. Sono tre CD con tre percorsi diversi: uno di inediti, il secondo con alcuni brani celebri rivisitati e il terzo “Mappe” dove ci sono tanti brani inediti ma che erano rimasti nascosti nelle varie epoche, secretati, dimenticati chissà perché e scritti chissà per chi. Una riproposta insomma che parte da lontano per arrivare fino al presente e in qualche modo, possiamo dire, che il disco è tra il passato e il futuro. E’ tutto meno che una raccolta, è tutto meno che una compilation. E’ un lavoro assolutamente composito, con il suo perché.

 

Possiamo definirlo un punto per un nuovo inizio artistico?

Si. E’ per fare anche il punto della situazione; siamo arrivati a cinquant’anni ed oltre di carriera; come siamo arrivati a tutto questo, come è stato possibile, attraverso quali tappe, quali meccanismi? Ho chiesto al pubblico di dirmi qual’era, secondo loro, il punto focale per cui siamo insieme da oltre cinquanta anni; è venuto fuori questo libro “Siamo questa musica”.

 

Che abbraccia lo stesso concetto del disco…

Si, il libro praticamente è il disco ma è anche lo spettacolo . Tre cose che sono mescolate tra di loro quindi il mio punto di vista è diventato uno spettacolo, il loro punto di vista è diventato un libro meraviglioso, bellissimo che tra l’altro sta avendo un grande successo in questo momento.

 

Lo spettacolo teatrale ha fatto sold out a Milano e Napoli, questo bisogna anche ricordarlo…

Milano, Napoli, Torino, Mestre, un po’ ovunque praticamente. Poi ripeto, il mio rapporto con il teatro è antico, risale all’89, per cui siamo abituati ad incontrarci in teatro…

 

Nel panorama musicale italiano, spiccano i talent show. Che opinione ha in merito?

Lasciamo perdere…

 

Tra qualche mese ci sarà il festival di Sanremo 2018. La vedremo sul palco dell’Ariston?

Francamente non lo so, non è nei miei programmi. Claudio ha già tolto le eliminazioni, mi sembra una cosa sacrosanta. Ha portato la canzone a quattro minuti dando un po’ di dignità a questi brani, per cui sicuramente metterà al centro dello spettacolo la musica. Se dovesse invitarmi e chiamarmi, diciamo che si, mi renderei  disponibile.

 

Progetti futuri?

Sono tanti, spero di realizzarne se non tutti qualcuno. Nel cassetto ne ho alcuni pronti e in testa ancora tanti sogni da realizzare e progetti.

Angelo Barraco e Paolino Canzoneri

 

 




Palermo: operazione antimafia al borgo vecchio

PALERMO – I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo, su delega della Procura distrettuale, stanno eseguendo un provvedimento restrittivo emesso dal GIP del Tribunale di Palermo nei confronti di 17 indagati, ritenuti a vario titolo responsabili di associazione mafiosa, estorsione, tentato omicidio, rapina, illecita detenzione di armi e munizioni e fittizia intestazione di beni.

L’attività d’indagine rappresenta la prosecuzione di pregresse operazioni condotte nei confronti degli affiliati al mandamento mafioso di Porta Nuova, quali Pedro (luglio 2011), Hybris (dicembre 2011), Panta Rei 1 e 2 (dicembre 2015 e novembre 2016), ed ha permesso la disarticolazione dell’attuale organigramma della famiglia mafiosa di Borgo Vecchio, individuandone gli assetti e le relative dinamiche attraverso le numerose attività di intercettazioni audio/video ed il contributo di due collaboratori di giustizia, ex esponenti apicali del predetto sodalizio criminoso.

Nel 2015, certi di essere arrestati a causa della collaborazione con la giustizia di CHIARELLO Francesco, i fratelli TANTILLO Domenico e Giuseppe, allora reggenti della famiglia mafiosa di Borgo Vecchio, prendevano le dovute precauzioni ottenendo il consenso dai vertici del mandamento mafioso di Porta Nuova affinché il loro successore fosse già individuato in GANCI Elio, scarcerato nel novembre di quell’anno dopo aver scontato una condanna per il reato di cui all’art. 416 bis ed estorsioni commesse per conto del medesimo sodalizio.

Il predetto si avvaleva di BONANNO Fabio, D’AMICO Salvatore, MICELI Luigi e CANFAROTTA Domenico, delegati a curare, mediante l’ausilio degli altri arrestati, il sostentamento economico ai familiari dei detenuti, le attività estorsive ed il controllo della piazza di spaccio nel territorio di competenza mafiosa: tutte attività necessarie a trarre illeciti profitti e ad avere il capillare controllo del territorio.

In particolare emergeva che l’attività estorsiva continua ad essere una forma di sostentamento primario per il sodalizio: mediante ilrinvenimento del cosiddetto “libro mastro” e l’acquisizione autonoma di numerosi elementi probatori venivano ricostruite 14 vicende estorsive in danno di imprenditori e di commercianti della zona di riferimento, costretti al versamento a cosa nostra di somme di denaro per evitare ritorsioni che, in qualche circostanza, sono avvenute e sono state puntualmente documentate.

In tale contesto, alcuni imprenditori e commercianti sono stati sentiti e hanno confermato le imposizioni di cosa nostra.

Sono state sequestrate anche diverse attività commerciali riconducibili a cosa nostra, intestate a prestanome ed avviate, in diversi punti della città, mediante il riciclaggio di proventi illeciti.

In più, le risultanze investigative rilevavano le responsabilità degli autori di una sparatoria avvenuta la sera del 4 marzo 2015, nella piazza centrale del quartiere di Borgo Vecchio, tra i TANTILLO ed i componenti della famiglia di RUSSO Francesco che, dal 2006 al 2008, aveva retto quell’articolazione mafiosa e intendeva, di fatto, riprenderne le redini.

Nella circostanza le due fazioni si contrapposero attraverso l’esplosione di numerosi colpi d’arma da fuoco: la gravità ed il clamore pubblico suscitato dalla vicenda induceva CALCAGNO Paolo (reggente pro tempore del mandamento mafioso di Porta Nuova, attualmente detenuto) ed altri esponenti apicali del sodalizio mafioso ad intervenire immediatamente nei confronti di RUSSO Francesco che sarebbe stato allontanato dal quartiere qualora non avesse rispettato le gerarchie dell’epoca.

Infine sono stati individuati gli autori di una rapina avvenuta, la sera del 26 giugno 2011, all’interno di un’abitazione del quartiere Borgo Vecchio, in cui una vittima veniva ferita mediante l’esplosione di colpi d’arma da fuoco: la commissione di quel reato non era stata autorizzata e, quindi, i responsabili erano stati poi aggrediti fisicamente dagli esponenti del mandamento mafioso di Porta Nuova e dagli stessi vertici della famiglia mafiosa di Borgo Vecchio.




Roma, Tor Bella Monaca: boom di arresti. Sorpreso anche minorenne con pistola

ROMA – Grazie ad un’importante operazione di controllo, eseguita nelle ultime 48 ore e proseguito fino alle prime luci dell’alba, i Carabinieri della Compagnia di Frascati hanno passato al setaccio i quartieri di Tor Bella Monaca e Tor Vergata, arrestando 9 persone.

In particolare, i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile hanno arrestato due uomini di 23 e 43 anni e una donna di 38 anni per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. I sospetti sono stati controllati in via Camassei dove sono stati sorpresi con 19 dosi di cocaina (11 grammi) e circa 650 euro ritenuti provento della loro attività illecita. La donna e il 43enne sono stati posti agli arresti domiciliari, mentre il 23enne è stato trattenuto in caserma.

Due sono stati gli arresti eseguiti dai Carabinieri della Stazione Roma Tor Vergata: il primo è scattato nei confronti di un 19enne romano, già conosciuto alle forze dell’ordine, sorpreso a poca distanza dalla sua abitazione di via Ittiri in possesso di alcune dosi di hashish. La successiva perquisizione scattata nella sua casa ha consentito di sequestrare complessivamente 108g di hashish, 120 euro in contanti e materiale vario per il confezionamento.

Il secondo arresto ha riguardato un cittadino sudcoreano di 47 anni, accusato di minaccia e resistenza a pubblico ufficiale. L’uomo si è vivamente opposto alle operazioni di controllo scattate nella zona largo Monreale e il suo atteggiamento riluttante alla vista delle divise si è trasformato in vera e propria aggressione fisica, costringendo i Carabinieri ad ammanettarlo.
Entrambi gli arrestati sono stati trattenuti in caserma in attesa del rito direttissimo.

I Carabinieri della Stazione di Roma Tor Bella Monaca, invece, hanno arrestato 4 persone: le prime due – un 38enne e un 39enne entrambi romani – per detenzione ai fini di spaccio dopo essere stati “pizzicati” in possesso di 6 dosi di cocaina e 100 euro in contanti.

Le manette sono scattate ai polsi anche di 2 ragazzi, un 17enne ed un 29enne, per detenzione illegale di arma da sparo e ricettazione. Il minorenne, già noto alle forze dell’ordine, è stato controllato in via Santa Rita da Cascia dove è stato trovato in possesso di una pistola semiautomatica “Beretta cal. 7,65”, oggetto di furto, completa di serbatoio con 4 cartucce inserite, nascosta in uno dei calzini che stava indossando.

In un garage di via dell’Archeologia di pertinenza del 29enne, invece, i Carabinieri hanno rinvenuto, nascosta in una scatola, una pistola semiautomatica “Springfield Armory cal. 45”, oggetto anch’essa di furto, con caricatore inserito. In un’altra scatola, i militari hanno trovato altri due serbatoi. Lo stesso ragazzo è stato trovato in possesso anche di una dose di hashish e una di marijuana. Il 17enne è stato accompagnato nel Centro di Prima Accoglienza di via Virginia Agnelli, mentre il 29enne è stato trattenuto in caserma in attesa del rito direttissimo.




Vercelli, trovato cadavere in una valigia: è giallo

VERCELLI – Macabra scoperta ad Alice Castello, dove un cacciatore ha rinvenuto un cadavere in avanzato stato di decomposizione all’interno di una valigia nei pressi di una strada al confine tra la provincia di Vercelli e Biella. L’uomo ha avvertito immediatamente le autorità competenti.

Il ritrovamento è stato fatto il 4 novembre ma la notizia non è stata divulgata subito. Il corpo era rannicchiato all’interno della valigia e l’avanzato stato di decomposizione non ha permesso di stabilire se si trattasse di un uomo o di una donna né tantomeno le cause della morte. Sembrerebbe infatti che il corpo fosse quasi ridotto ad un cumulo d’ossa.  L’area in cui è stato rinvenuto il corpo è poco distante da una discarica. E’ stata disposta un’autopsia dalla Procura di Vercelli.

Gli inquirenti stanno controllando le denunce di scomparsa presentate nella provincia di Vercelli e Biella: a chi appartiene il cadavere? Chi ha decretato la sua fine in questo modo così crudele e poi ha deciso di occultare il corpo in una valigia? Perché? Domande che troveranno risposta grazie al meticoloso lavoro degli inquirenti. Alice Castello e Torino distano appena 53 minuti: Antonio Curiello, 65 anni, scompare misteriosamente il 12 luglio da Torino.

L’uomo era affetto da diverse patologie e quel giorno non si è presentato ad un appuntamento presso l’ospedale Giovanni Bosco per sottoporsi alla dialisi che tutte le settimane faceva e che lo aiutava a vivere. In un primo momento i familiari pensano ad un allontanato momentaneamente ma i giorni passava e l’uomo non torna.

Così il 27 luglio denunciano la scomparsa alle forze dell’ordine. L’uomo viveva da solo e non usava computer o cellulari. E’ per caso lui l’uomo nella valigia? Anche Giorgio Oliva è di Torino, ha 74 anni, e scompare misteriosamente il 13 giugno scorso alle 13.30. Passa, come al solito, dal tabaccaio di corso Belgio dove compra le sigarette e dal bar dove è stato visto l’ultima volta alle 16.45 sulla panchina alla fermata dell’autobus. Non vedendolo rientrare, la figlia ha dato immediatamente l’allarme.  E’ per caso lui l’uomo nella valigia? Si tratta soltanto di logiche supposizioni ovviamente.

 

Il macabro ritrovamento fatto nel Vercellese ha rievocato la tragica morte di Xing Lei, bella 36enne di origini cinesi che scomparve misteriosamente da una nave da crociera per poi essere rinvenuta all’interno di una valigia abbandonata lungo la banchina del porto canale di Rimini. Il suo corpo era magro, presentava evidenti segni di denutrizione e dall’autopsia si evinse che la donna, probabilmente, fosse in fin di vita quando fu messa nella valigia. La macabra scoperta fu fatta da due amici che stavano lavorando in quel punto specifico e quando hanno aperto la valigia immediatamente hanno dato l’allarme. Daniel Belling, irlandese di 45 anni, tecnico informatico della Apple e marito della donna è stato arrestato lo scorso 20 febbraio per l’omicidio. L’uomo ha respinto ogni accusa, dichiarando che la moglie si era allontanata dalla nave volontariamente.

Angelo Barraco




Ostia: controlli a tappeto sul lungomare

OSTIA (RM) – Presenza sul territorio, ma anche garanzia della sicurezza stradale: tra le numerose attività che la Polizia Locale assolve con efficacia è quella di limitare la circolazione stradale ai veicoli senza assicurazione e senza revisione, considerati pericolosi, sia per la potenziale inefficienza delle dotazioni meccaniche (freni, ammortizzatori, pneumatici), sia per la mancanza di responsabilità a terzi in caso di incidente.
Questo grazie ad uno strumento che da più di un anno è in dotazione alla Polizia Locale, e si chiama Street Control: impiegato in configurazione “posto di controllo” è un prezioso ausilio tecnologico per segnalare agli agenti – in tempo reale – tutti i veicoli non in regola, permettendo agli agenti di fermare quasi “a colpo sicuro” e togliere letteralmente dalla strada autoveicoli potenzialmente pericolosi.
Nelle giornate di venerdi e sabato (oggi, ndr), nonostante il maltempo di ieri mattina le pattuglie hanno operato sul lungomare di Ostia, controllando ben 2655 veicoli: di questi, 84 veicoli circolavano illegalmente, 61 con mancata revisione, 5 senza assicurazione e i restanti con vari illeciti amministrativi minori.
Oltre ai sequestri (per le assicurazioni mancanti) e alle sospensioni dalla circolazione (per i veicoli senza revisione), le sanzioni elevate dagli agenti in due giorni di attività sono state pari a 14.000 Euro.

 




Palermo, tentano rapina in sala scommesse: in manette due pregiudicati

PALERMO – I Carabinieri della Compagnia di Monreale hanno arrestato due malviventi mentre stavano mettendo a segno una rapina in via Malaspina, presso una sala scommesse. I due sono volti già noti alla Forze dell’Ordine e vantano precedenti per reati contro la persona e contro il patrimonio.

Si tratta di Giuseppe Balsamo, 56enne palermitano, e di Salvatore Cintura, 36enne palermitano. In particolare, i militari dell’Arma stavano effettuando un servizio antirapina in abiti civili a bordo di un auto civetta, quando la loro attenzione è stata attirata da due individui che con caschi integrali e con fare sospetto, intorno alle ore 19, sono entrati in una sala scommesse di via Malaspina.

Per questo motivo i Carabinieri hanno deciso di intervenire ed hanno sorpreso il Balsamo con una pistola in pugno, poi rivelatasi un’arma a salve priva del tappo rosso, con la quale aveva minacciato la titolare dell’esercizio commerciale. Disarmato il malfattore, entrambi i rapinatori sono stati immobilizzati e trasportati presso la Caserma dei Carabinieri di Monreale. L’Autorità Giudiziaria ha disposto la traduzione al carcere “Pagliarelli” di Palermo per i due rei, in attesa della convalida al G.I.P..

 

 




Germania, coppia uccisa e bruciata: la pista porta ad Arezzo

GERMANIA – “Ci vuole più coraggio per dimenticare che per ricordare” diceva il famoso filosofo e teologo Sören Kierkegaard. Un concetto molto profondo che non lascia spazio ad equivoci e si riflette perfettamente nella terribile storia che stiamo per raccontare, dove la memoria di chi dovrebbe piangere con dignità il proprio congiunto sembra essere stata cancellata improvvisamente e il coraggio di chi sa e non parla, invece, sembra essersi tramutato in un misterioso silenzio lungo trentaquattro anni.

 

I fatti sono avvenuti il primo maggio del 1983 in Germania, precisamente nel tratto tra Erlangen e Norimberga dell’autostrada A3. Erano le 3.15 del mattino quando alcuni automobilisti che transitavano in direzione sud segnalarono la presenza di un focolaio nell’area del parcheggio in direzione Monaco, lungo le arterie principali che collegano il nord e il sud della Germania. Secondo le segnalazioni pervenute agli inquirenti, l’incendio era divampato da circa quindici minuti: l’area in questione era ben nota agli automobilisti, soprattutto per la presenza di un bagno pubblico. La Polizia Stradale giunge prontamente sul posto e fa una macabra scoperta: quei cumuli che stavano bruciando non appartenevano a  un’autovettura in fiamme parcheggiata e non vi era nemmeno un incendio boschivo in corso: si trattava di due corpi carbonizzati, di una coppia brutalmente assassinata.

 

Era stato compiuto un efferato omicidio. I corpi furono individuati a quattro metri di distanza uno dall’altro, entrambi poco distanti dalla strada. Entrambe le vittime furono colpite da oggetti contundenti, ma gli inquirenti non riuscirono ad individuare il tipo di oggetto utilizzato. Dall’esame autoptico è emersa la ferocia e la brutalità con la quale furono uccisi; la donna presentava un vistoso colpo sulla fronte e un altro sulla parte posteriore del cranio; la violenza fu tale che determinò la rottura della scapola. L’uomo invece è morto sul colpo. Chi li ha uccisi, dopo averli brutalmente colpiti, li ha cosparsi di benzina e ha dato fuoco ai loro corpi esanimi; la donna non è morta sul colpo ma ha tentato in tutti i modi di salvarsi; sono state rinvenute infatti, tracce che confermano che era ancora viva quando le hanno dato fuoco.

 

Nel corso di questi lunghi anni la Polizia ha lanciato numerosi appelli in Germania per cercare di dare un volto e un nome ai due corpi, sperando di far luce su questo misterioso caso ancora avvolto dal mistero e che ha scosso profondamente l’opinione pubblica; ad oggi però, nessuno si è fatto avanti. Qualcuno sa chi sono o riconosce gli oggetti rinvenuti sul luogo del delitto? Entrambi avevano un’età compresa tra i 25 e i 40 anni, l’uomo era alto 1,65 e molto probabilmente portava i baffi o la barba, la donna invece era alta 1.58 e portava i capelli leggermente brizzolati. Dagli accertamenti autoptici eseguito sul cadavere della donna è emerso che aveva subito un intervento per la rimozione dell’appendicite e inoltre aveva partorito almeno una volta: come mai nessuno li ha cercati in tutti questi anni? Gli appelli in Germania non hanno dato esito positivo così, recentemente la polizia tedesca si è rivolta alla trasmissione “Chi l’ha visto?” e il giornalista Ercole Rocchetti ha ripercorso i punti salienti del caso, compresi gli elementi che ricondurrebbero alla pista italiana. Sul luogo del delitto sono stati rinvenuti diversi mozziconi di sigaretta di una nota marca che in quel periodo era venduta soltanto in Italia e Francia. I due soggetti indossavano indumenti che erano reperibili soltanto in Italia e non altrove e le ditte che producevano tali indumenti erano dislocate tra Firenze, Ascoli Piceno e Bassano del Grappa. Anche i gioielli che indossavano erano di marca prettamente italiana; la donna aveva un Rolex con cinturino prodotto da una ditta di Vicenza ma assemblato in Svizzera. Si apprende che purtroppo non è stato possibile ricostruire i passaggi di vendita del prezioso orologio; la donna indossava inoltre una collana di perle e un anello in oro ma che non riportava indicazioni specifiche. Entrambi indossavano una fede con impressa la seguente data: “3-4-1981”: era la data del loro matrimonio? Qualcuno la ricorda? La Polizia tedesca, in merito alla data impressa sulle fedi, riferisce che i trattini che separano i numeri venivano usati prettamente in Italia, invece in Germania si usavano i puntini. Dalle indagini è emerso che la fede della donna riporta il marchio di fabbrica di una ditta di Arezzo, quella dell’uomo invece riporta il marchio di una ditta di Bassano del Grappa.

 

Entrambi indossavano una collana, realizzata da una ditta orafa di Arezzo, che aveva un ciondolo a forma di un  gufo/civetta. Un simbolo che li accomunava, che li legava profondamente e che li ha condotti purtroppo ad una morte terribile: ma cosa rappresenta realmente quel simbolo? Cosa li legala a tal punto da indossare quella collana fino alla morte? Il gufo e la civetta hanno significati differenti e nella simbologia rappresentano due facce della stessa medaglia, uno positivo e l’altro negativo: sono due simboli magici molto forti nell’esoterismo. Troviamo la civetta a partire dall’antica Roma fino ad arrivare all’antica Grecia dove la civetta è rappresentata insieme a Minerva. La troviamo anche nei geroglifici egizi e simboleggia la notte, l’introspezione ma anche la morte non intesa in senso negativo ma vista come una rinascita. Innumerevoli i significati attribuibili alla civetta quindi, perlopiù positivi, poiché rappresenta la saggezza, la consapevolezza di sé, la luce, la sapienza e la chiave per la risoluzione ai problemi. Ma se la civetta rappresenta la positività, l’introspezione e la saggezza, il gufo invece rappresenta l’altra faccia della medaglia: nell’iconografia generale, infatti, assume un significato negativo legato alla morte, al malaugurio e rappresenta l’oscurità e il buio, al contrario della civetta appunto.

 

Anche nella Massoneria troviamo entrambi i simboli; la civetta rappresenta la saggezza per via della sua capacità di vedere nel buio. Nella Massoneria i gufi rappresentano invece i guardiani o i vigilanti; nel libro “Mysteries and Secrets of the Masons: The Story Behind the Masonic Order”, di Lionel e Patricia Fanthorpe (2006) si legge “Un altro aspetto del simbolismo del gufo in massoneria è legato alle strane teorie sulle antiche radici della massoneria, l’idea che segreti esseri volanti giunti da mondi lontani avrebbero fondato la massoneria dopo un’evocazione avvenuta in un’epoca remota”. La simbologia massonica sopracitata in riferimento ai ciondoli da loro indossati e la città di Arezzo presente su più fronti, fanno tornare in mente un altro spaccato dell’Italia di quel tempo: la loggia P2. Saranno semplici suggestioni e coincidenze? Probabilmente si, ma ci sembra doveroso riportarle. Il 17 marzo del 1981 fu fatta la famosa perquisizione presso la villa di Licio Gelli, Villa Wanda, e presso la sua fabbrica –“Giole”- ove fu rinvenuto tra le tante carte della società la famosa lista dei mille iscritti alla P2. C’è per caso un collegamento tra il significato della simbologia sopracitata e i ciondoli indossati dalle vittime?

 

La Toscana sembra essere un elemento rilevante in questa oscura vicenda, grazie soprattutto ad elementi apparentemente di contorno ma che in realtà risultano fondamentali per la risoluzione del caso: gli indumenti indossati dalle due vittime, reperibili soltanto in Italia e non altrove poichè le ditte di produzione erano dislocate tra Firenze, Ascoli Piceno e Bassano del Grappa; la fede indossata dalla donna riportava il marchio di fabbrica di una ditta di Arezzo e la collana con il ciondolo a forma di gufo/civetta, realizzata da una ditta orafa di Arezzo. Una Toscana che di giorno si illuminava di luce riflessa, che si  forgiava di splendore e bellezza attraverso i gioielli che questa donna e quest’uomo sicuramente amavano indossare e sfoggiare lungo le vie del centro storico; di notte, però, la città mutava le sue forme e i suoi colori, diventando ombrosa e sinistra. Quando l’innocenza dell’amore e della passione travolgeva le giovani coppie desiderose di intimità, l’unico riparo possibile era il silenzio dei boschi, un’ombra nera però irrompeva prepotentemente e sparava con crudeltà: stiamo parlando dei delitti del Mostro di Firenze. Ma cosa c’entra con tutto ciò e che collegamenti possono esserci con il misterioso delitto avvenuto in Germania?

 

La notte del 9 settembre del 1983 a Firenze-esattamente quattro mesi dopo il delitto avvenuto in Germania- in un prato adiacente Via di Giogoli al Galluzzo, furono brutalmente assassinati due studenti tedeschi di 24 anni in vacanza: Uwe Jens Rusch e Wilhelm Friedrich Horst Meyer. I loro corpi furono rinvenuti la sera del 10 all’interno del furgone Volkswagen. Gli inquirenti repertarono quattro bossoli calibro 22 marca Winchester serie H, 2 all’interno del furgone, gli altri furono rinvenuti sul prato e intorno al furgone. Tutto fu lasciato intatto all’interno del furgone: non furono trafugati soldi né altro. E’ possibile che vi sia un collegamento tra i due casi o si tratta di semplice suggestione e coincidenze? Elementi come la Toscana, l’efferatezza del delitto compiuto in una città straniera in entrambi i casi ai danni di stranieri –Germania in un caso e Firenze nell’altro- e la breve distanza tra un delitto e l’altro, sono semplici coincidenze? Il duplice omicidio dei tedeschi per mano del Mostro di Firenze non fu l’unico fatto eclatante che sconvolse l’Italia dell’epoca: il 7 maggio del 1983, infatti, a Roma scompare una ragazza giovane e di bell’aspetto che si chiamava Mirella Gregori; quaranta giorni dopo, ovvero il 22 giugno 1983, scompare invece Emanuela Orlandi. I casi sopracitati e presi in esame sono puramente indicativi e servono per delineare un quadro storico dell’Italia di quegli anni; in taluni episodi vi sono certamente interessanti spunti che meriterebbero  un approfondimento ulteriore poiché vi sono delle coincidenze di luoghi, simboli e date che si incastrano con il terribile destino di questa coppia uccisa brutalmente in Germania; in altri casi presi in esame, invece, vi è l’intento di voler evidenziare quanto fosse alta la tensione in Italia in quegli anni. Si tratta soltanto di coincidenze o si tratta invece di semplici suggestioni? E se ci fosse un fondo di verità in quanto scritto fino ad ora?

 

La Dottoressa Mary Petrillo, Psicologa, criminologa, Coordinatrice del Crime Analysts Team, Docente Master Univ. Niccolò Cusano ci ha dato il suo punto di vista in merito al caso: “Attualmente abbiamo a disposizione alcuni elementi, interessanti, emersi dalla trasmissione Chi l’ha visto del 25/10/2017, ma poiché, come affermo sempre a lezione coi miei studenti di criminologia, almeno all’inizio di una indagine nessuna ipotesi può essere trascurata, si può affermare che i materiali ritrovati sui corpi carbonizzati dei due poveri sventurati possono far pensare anche ad un eventuale collegamento con ambienti esoterici. Questo coinvolgimento del mondo esoterico/occulto potrebbe essere avvalorato dal fatto che sui corpi sono stati ritrovati i “talismani” ( non amuleti, perché questi ultimi per chi pratica magia si ritrovano in natura, mentre il talismano è un manufatto), uguali tra l’altro  su entrambe le vittime, quindi , per loro questi ciondoli dovevano avere un significato ben preciso. Sono state ritrovate poi due fedine con incisa una data: 3-4-1981 che potrebbe indicare la data del matrimonio tra i due soggetti, o potrebbe indicare un certo strappo alle tradizioni, come negli anni ’80 stava già avvenendo e nel caso specifico di questa coppia ad esempio, leggendo la data impressa nelle fedi: un venerdì, giorno notoriamente infausto, nel nostro Paese, per chi è superstizioso, per contrarre matrimonio; ma potrebbe essere anche una data che segni un evento importante per entrambe le vittime: una nascita, un avvenimento. Consideriamo, poi, che il gufo(civetta) è simbolo del noto club massonico Boemo, quindi per qualche soggetto appartenente, questo simbolo potrebbe essere considerato tanto importante, da farne un ciondolo! Aggiungiamo, poi, i rimandi alla città di Arezzo, quindi alla Toscana, ossia una regione importante per chi pratica l’esoterismo, teniamo anche  presente, all’epoca, le vicende del cosiddetto mostro di Firenze, che campeggiavano su tutti i giornali; quindi ci sono apparenti indizi che possono far ipotizzare una certa influenza di ambienti settari o pseudosettari, in questa storia. Tuttavia la superstizione ed il pregiudizio, le antiche usanze, anche se in quegli anni erano ancora molto presenti, in particolare, nelle culture di estrazione contadina, erano ( e sono) anche presenti in alcune organizzazioni criminali come ‘ndrangheta, mafia, sacra corona unita, che usano, come simboli, per i loro rituali di affiliazione, immagini suggestive o di tipo religioso o che comunque appartengono, notoriamente, al mondo esoterico. In alcune culture, ad esempio nel sud Italia,  il malocchio viene spesso “scacciato” facendo uso anche di monili che dovrebbero avere il potere di allontanare il malaugurio e torna il riferimento a quanto ritrovato sul luogo in cui sono stati rinvenuti i corpi dell’uomo e della donna carbonizzati, ossia i due ciondoli che raffigurano un gufo o una civetta e  la distinzione sarebbe importante da capire perché in molte culture come in quella germanica la civetta ha un significato positivo, simboleggia l’amore e la protezione, nella cultura greco-romana essa era considerata simbolo di chiaroveggenza, saggezza, mentre il gufo è simbolo del male, della oscurità e della morte ed in alcuni popoli viene associato addirittura a Satana. Quindi il ritrovamento di questi due corpi, carbonizzati, nel lontano 1983, evoca, senz’altro,  notevoli suggestioni che speriamo possano presto trovare spiegazioni circa l’accaduto e che soprattutto possano dare nome e cognome a queste vittime che chissà forse scappavano da qualcuno o qualcosa? Forse per gravi motivi i due avevano dato in adozione il figlio (perché dall’autopsia della donna pare sicuro avesse, almeno una volta, partorito) e per questo nessuno li cerca? Perché forse c’è qualcuno che non sa di non essere figlio biologico di qualcun altro! Forse la coppia sfuggiva ad un agguato? Erano, forse, coinvolti in qualcosa di grosso? Certo non fu una rapina, visto che sono stati ritrovati oggetti d’oro che appartenevano alle vittime e questo esclude pure che l’assassino o gli assassini non erano sconosciuti ai due. Speriamo presto di poter rispondere alle molte domande che sorgono spontanee su quanto possa essere accaduto a queste due persone, al momento ogni ipotesi, anche la più “stravagante” come appunto quella esoterica o anche l’ipotesi dell’eventuale coinvolgimento di organizzazioni criminali strutturate, possono essere considerate e chissà potrebbero portare le indagini in una direzione ben precisa”

Angelo Barraco




Palermo, denunciati 2 uomini per ricettazione

PALERMO – I Carabinieri della Stazione di Piazza Marina hanno deferito in stato di libertà per il reato di ricettazione, G.r., palermitano 38enne e M.m. palermitano 26 enne, entrambi volti noti alle Forze dell’Ordine. I Carabinieri si sono portati in via Discesa Dei Bianchi dove rinvenivano, all’interno di un edificio occupato abusivamente dai predetti, diversi oggetti d’antiquariato di particolare pregio e valore storico-artistico: un lume, due candelabri, un calice, una  zuccheriera, una lampada, sei vasi, un crocifisso, cinque porta candele, una  maschera veneziana, una specchiera, sei dipinti, un capezzale e quattro statuette.

Le indagini dei militari dell’Arma con il determinante contributo dei Carabinieri del T.P.C. di Palermo, hanno consentito di accertare che i citati oggetti erano stati asportati, nei mesi precedenti, da un negozio di antiquariato del centro città. I manufatti, del valore  commerciale di circa 100 mila euro, dopo essere stati fotografati e catalogati, sono stati affidati in custodia giudiziale al legale rappresentante della ditta che gestisce il negozio di antiquariato.




Marsala, guasti alla rete idrica: disagi per i residenti versante nord

MARSALA (TP) – Un doppio guasto alla rete idrica di Marsala comporterà, da stamani, qualche disagio ai residenti del versante nord/est del territorio. Il Servizio idrico comunale, infatti, ha comunicato che ieri sera un primo danno ha interessato la condotta che dai serbatoi di contrada Sotana fa giungere l’acqua sul versante nord.

Riparata tempestivamente la tubatura, nella stessa serata di ieri l’erogazione dell’acqua era ripresa lentamente, fino a ridursi da stamattina a causa di un altro guasto nei pozzi di contrada
Sant’Anna, collegata con la stazione di Sotana. La rottura di un motore verificata alle prime ore di oggi, in pratica, ha interrotto il quadro elettrico generale con arresto degli altri due motori che tecnici ed operai comunali riavvieranno comunque in mattinata. Resta il guasto al terzo motore, tenuto conto che si dovrà attendere fino a lunedì per la riparazione, con sostituzione dei componenti danneggiati. Ne consegue, che nelle prossime 48 ore ci saranno disagi per l’approvvigionamento idrico sia nel versante nord (da Dammusello a Birgi) che in alcune zone del
versante est (Matarocco, Paolini, ecc.).




Roma Capitale: duro colpo della Polizia locale ai venditori abusivi

ROMA – Azione incisiva della Polizia di Roma Capitale oggi all’illegalità nel commercio itinerante, caratterizzato spesso da venditori che, pur detentori di licenza itinerante, occupano e invadono in modo fisso i marciapiedi, con grandi postazioni piene di mercanzia, prevalentemente abbigliamento. Piazza Vittorio Emanuele, Via Cesare Balbo, Via Montebello, Viale Regina Elena presso il Policlinico sono alcuni dei luoghi oggi oggetto di visita da parte degli agenti provenienti da vari gruppi territoriali, Task Force del Comando Generale, 1° Centro, GPIT. GSSU e Sapienza, tutti in coordinamento ed intervenuti dal primo mattino in contemporanea.

I controlli effettuati sono stati 32 in totale, con pesanti multe e sequestri per le attività non in regola: licenze poco chiare, esposizione irregolare dei prezzi, ampliamenti della superficie di vendita, esposizione prezzi fuori norma, occupazioni di suolo senza autorizzazioni, fino all’abusivismo totale. Sequestrati ben 17.000 articoli, con 56 verbali notificati: l’ammontare complessivo delle sanzioni è finora di 140.000 Euro: a questi dovranno essere aggiunti i provvedimenti che il municipio successivamente notificherà ai responsabili.

Anche i veicoli delle attività di vendita parcheggiati vicino ai banchi non sono stati esclusi dai controlli, visto che spesso creano intralcio alla circolazione: la sola Task Force del Comando, che ha operato presso il Policlinico Umberto 1°, ha controllato anche 16 furgoni: 3 di essi sono stati multati ai sensi del Codice della Strada per sosta irregolare; altre 34 auto sono state multate per lo stesso motivo; Sono in corso ulteriori accertamenti sull’autenticità delle licenze rilevate durante i controlli, dai quali potrebbero scaturire altri provvedimenti.

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Palermo: denunciati 6 titolari di bar e centri scommesse

PALERMO – I Carabinieri di Palermo della Compagnia San Lorenzo nell’ambito di un più ampio servizio disposto dal Comando Provinciale di Palermo, hanno effettuato una serie di controlli tesi alla verifica delle previste autorizzazioni per gli esercizi commerciali. Durante le verifiche i Carabinieri della Stazione di San Filippo Neri hanno riscontrato che nei locali (4 sale scommesse e 2 bar) in via San Lorenzo, via Corrado Avolio, via Martoglio, via Archimede, largo Alfano, venivano trasmessi i vari eventi calcistici di serie “A” usando illegalmente un contratto di abbonamento Sky o Mediaset per uso esclusivamente privato o familiare. In totale sono 6 le persone denunciate dai Carabinieri per violazione delle norme sui diritti d’autore.

Da registrare che durante i controlli, i titolari di diversi locali commerciali risultati in regola, hanno ringraziato i Carabinieri per le verifiche effettuate che oltre a contrastare queste pratiche illegali, tutelano chi rispetta la legge permettendo una concorrenza leale.