RIFORMA SCUOLA: VIA LIBERA DELLA CAMERA. GARANTE BLOCCA GLI SCIOPERI

di Matteo La Stella

Roma – Via libera alla Camera per il ddl sulla scuola approvato con 316 si, 137 no ed un astenuto. A sostenere il pacchetto sulla “buona scuola” ci hanno pensato: Pd, Area Popolare, Scelta Civica, Per l'italia Centro Democratico, Psi e minoranze linguistiche. Il pollice verso è invece arrivato da parte di: M5S, Forza Italia, Lega, Sel, Fdi-An e Alternativa Libera. Come di consueto in questi giorni di votazioni è arrivato anche il tweet del Ministro dell'istruzione Stefania Giannini-”Emozionata e soddisfatta per ok @Montecitorio #labuonascuola @MiurSocial.”- che ha festeggiato così l'approvazione della camera al ddl sulla scuola, pronto a finire sotto la lente di ingrandimento del Senato.
Intanto, in merito al blocco degli scrutini, l'Autorità di garanzia per gli scioperi che ha ricevuto da parte delle sigle sindacali Unicobas, Cobas e Usb, le proclamazioni per due giorni di blocco dell'attività degli insegnanti, a partire dall'ultimo giorno dell'anno scolastico, ha annunciato che non ci sarà nessun blocco per i cicli finali dei percorsi scolastici: esami di terza media, maturità e abilitazioni alla professione.
In linea con le disposizioni dell'Autorità di garanzia, sono arrivate le conferme dei sindacati stessi che hanno escluso ogni forma di protesta atta a compromettere le fasi finali dei percorsi di studio. Per quanto riguarda, invece, il blocco degli scrutini per le classi intermedie, l'Autorità di garanzia esprimerà o meno il suo benestare nei prossimi giorni. L'esito incerto è dettato dalle valutazioni ancora in corso sulle proclamazioni di sciopero che, una dopo l'altra, stanno pervenendo all'Autorità di garanzia. Così facendo, quest'ultima, vuole escludere la possibilità di violazione della norma che sarebbe prodotta dalle numerose astensioni.

Di seguito il resoconto dei primi 11 tabella:

Articolo 1: Autonomia delle scuole, in relazione alla dotazione finanziaria, in modo da renderle più efficienti nelle decisioni. Questa riforma renderà le scuole più autonome e con maggiore potere decisionale.

Articolo 2: Maggiori responsabilità del preside, il Piano triennale stabilirà monte ore, attività extra e fabbisogno di docenti e di personale Ata. In questo articolo compare l'annosa questione del potere del dirigente scolastico. Il preside, infatti, sentito il collegio d'istituto e secondo il Piano triennale, individuerà il personale da assegnare nella scuola; inoltre, il dirigente promuoverà i necessari rapporti con gli enti locali e le istituzioni economiche, in modo da organizzare attività lavorative per gli studenti. Incremento dello studio della lingua inglese dei nuovi media e delle leggi dello Stato.

Articolo 3: Gli studenti avranno un curriculum personale che verrà pubblicato nel portale della scuola e vi sarà il percorso scolastico dello studente e le attività che ha svolto.

Articolo 4: Il governo stanzia 100 milioni di euro annui per permettere agli studenti l'alternanza scuola-lavoro. Dal terzo anno in poi, i ragazzi potranno svolgere attività di stage o tirocinio presso enti privati o pubblici, individuati dal preside, per permettere un programma di iniziazione al lavoro già dalla scuola. Ci saranno 400 ore di scuola-lavoro per gli istituti tecnici e 200 per i licei. Le attività si potranno svolgere anche all'estero e aumenteranno il valore del curriculum personale di ogni studente.

Articolo 5: Articolo in merito all’insegnamento per gli istituti penitenziari e per questo tipo di insegnamento posso accedervi insegnanti con 3 anni di esperienza. 

Articolo 6: Le fondazioni che gestiscono gli istituti tecnici superiori dovranno avere un fondo minimo di 100.000 euro, per permettere il normale svolgersi delle lezioni e delle attività. Inoltre, il ministero ripartirà i fondi agli istituti in base al tasso di occupabilità degli ex studenti a 12 mesi dal diploma e al numero di corsi attivati negli stessi istituti

Articolo 7: Piano nazionale scuola digitale che prevede interventi strutturali tesi a: realizzare attività volte allo sviluppo delle competenze digitali degli studenti; potenziare laboratori e strumenti digitali nelle scuole; formare i docenti per l'utilizzo di tali strumenti; adottare testi digitali stile e-book da dare agli studenti

Articolo 8: la riforma dell'organico dell'autonomia per l'attuazione dei piani triennali dell'offerta formativa.

Articolo 9: In merito alle competenze del dirigente scolastico

Articolo 10: prevede un piano straordinario di assunzioni secondo cui da quest’anno circa cento mila docenti vincitori del concorso del 2012 e iscritti nelle graduatorie ad esaurimento saranno ammessi all’interno delle scuole.

Articolo 11: prevede un periodo di prova per un anno ai cento mila precari che saranno assunti. Soltanto dopo la prova, i docenti potranno diventare di ruolo.




BLITZ ANTI HACKER: ATTACCHI AI SISTEMI INFORMATICI DI "EXPO 2015" E DEL MINISTERO DELLA DIFESA

di Matteo La Stella

Roma- Questa mattina gli agenti della Polizia di Stato sono entrati in azione tra Torino, Sondrio, Livorno e Pisa per effettuare una serie di arresti e perquisizioni in merito all'operazione volta a colpire un'organizzazione internazionale di hacker. I pirati del web erano soliti operare a discapito dei sistemi informatici di rilevanti infrastrutture nazionali e di siti istituzionali o di rilevanti realtà economiche del paese. Gli ultimi “raid telematici” degli hacker aveva interessato i sistemi informatici di "Expo 2015" e del Ministero della Difesa in relazione alla campagna "Antimilitarist". 

Così, dopo un lungo periodo di attività tecniche sotto copertura, questa mattina ha preso piede il contrattacco degli agenti della Polizia Postale e delle C.N.A.I.P.I.C.(Comunicazioni del Centro Nazionale Anticrimine Informatico Per La Protezione Delle Infrastrutture Critiche) nell'operazione “Unmask”, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma.
Nel corso del blitz sono state poste agli arresti domiciliari due persone, altre due sono state denunciate per favoreggiamento personale mentre, una quinta, è stata invece denunciata per associazione a delinquere finalizzata al danneggiamento di sistemi informatici, all'interruzione illecita di comunicazioni informatiche e telematiche, all'accesso abusivo a sistemi informatici, nonche' alla detenzione e diffusione di codici di accesso a sistemi informatici.


Nel corso dell'attività di perquisizione, peraltro, sono stati sequestrati numerosi personal computer ed altri dispositivi utili ai predoni della rete. Un comunicato della Polizia di Stato riferisce, inoltre, che la banda era -” Al vertice dell'attuale panorama hacktivista italiano”- e che le attività di indagine sono state condotte, continua il comunicato-”con il fondamentale apporto dei Compartimenti regionali della Polizia Postale e delle Comunicazioni della Lombardia, della Toscana e del Piemonte, nonche' con il supporto operativo della personale della Questura di Livorno e del Servizio Polizia Scientifica”-.




CORSA AL NUCLEARE: ARABIA SAUDITA PRONTA AD ACQUISTARE ORDIGNI DAL PAKISTAN

di Matteo La Stella

Riad- In vista della possibile chiusura dell'accordo quadro sul nucleare iraniano, prevista entro il 30giugno, è iniziata una vera e propria corsa all'atomica nel Golfo Persico. Stando a ciò che riferiscono fonti di intelligence USA, riportate dal Sunday Times e citate oggi dall'Independent, l'Arabia Saudita sarebbe in procinto di acquistare dal Pakistan un ordigno nucleare già pronto e funzionante. Riad, capitale Saudita nonchè culla del wahabismo ( frangia che interpreta in modo estremo l'Islam sunnita), starebbe approntando questa mossa per trovarsi, nel prossimo futuro, un passo avanti a Tehran.

Una fonte anonima del Pentagono dichiara, oltretutto, che tra i pakistani e la Casa dei Saud, la famiglia regnante in Arabia Saudita, vi sarebbe già un accordo di vecchia data in materia di nucleare, pronto per essere sfruttato ora che l'Arabia Saudita sembra aver preso una decisione.

In questo modo, Riad, vedrebbe rimbalzare verso di sé la giusta contropartita agli investimenti da miliardi di dollari concessi negli anni '70 ad Islamabad per il programma nucleare pakistano, nato per far fronte all'atomica indiana. Inoltre, i pakistani sunniti, hanno altri legami con l'Arabia Saudita oltre l'interpretazione dell'Islam: il Pakistan è infatti tra i 10 paesi della coalizione al fianco dell'Arabia Saudita nella lotta ai ribelli sciiti Houthi ( che vantano l'appoggio di Tehran) in Yemen, sebbene si trovi a migliaia di chilometri di distanza dall'area .




CORSA AL NUCLEARE: ARABIA SAUDITA STAREBBE PER ACQUISTARE ORDIGNO DAL PAKISTAN IN VISTA DEL 30 GIUGNO

di Matteo La Stella

Riad- In vista della possibile chiusura dell'accordo quadro sul nucleare iraniano, prevista entro il 30giugno, è iniziata una vera e propria corsa all'atomica nel Golfo Persico. Stando a ciò che riferiscono fonti di intelligence USA, riportate dal Sunday Times e citate oggi dall'Independent, l'Arabia Saudita sarebbe in procinto di acquistare dal Pakistan un ordigno nucleare già pronto e funzionante. Riad, capitale Saudita nonchè culla del wahabismo ( frangia che interpreta in modo estremo l'Islam sunnita), starebbe approntando questa mossa per trovarsi, nel prossimo futuro, un passo avanti a Tehran.

Una fonte anonima del Pentagono dichiara, oltretutto, che tra i pakistani e la Casa dei Saud, la famiglia regnante in Arabia Saudita, vi sarebbe già un accordo di vecchia data in materia di nucleare, pronto per essere sfruttato ora che l'Arabia Saudita sembra aver preso una decisione.

In questo modo, Riad, vedrebbe rimbalzare verso di sé la giusta contropartita agli investimenti da miliardi di dollari concessi negli anni '70 ad Islamabad per il programma nucleare pakistano, nato per far fronte all'atomica indiana. Inoltre, i pakistani sunniti, hanno altri legami con l'Arabia Saudita oltre l'interpretazione dell'Islam: il Pakistan è infatti tra i 10 paesi della coalizione al fianco dell'Arabia Saudita nella lotta ai ribelli sciiti Houthi ( che vantano l'appoggio di Tehran) in Yemen, sebbene si trovi a migliaia di chilometri di distanza dall'area .




CALCIOSCOMMESSE, INCONTRI COMBINATI LEGA PRO E SERIE D: 50 IN MANETTE

di Matteo La Stella

Catanzaro– Ennesimo caso di competizioni “telecomandate” nel panorama calcistico italiano, infangato, ancora una volta, dall'operato di due organizzazioni criminali capaci di combinare le partite di Serie D e Lega Pro, complice la 'ndrangheta.  

È  scattata all'alba di martedì mattina l'operazione  “Dirty Soccer”, eseguita dalla Polizia di Stato e coordinata dalla Dda di Catanzaro in merito alle combine calcistiche di Serie D e Lega Pro. Tra le mele marce finite nel mirino della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro figurano calciatori, allenatori, presidenti e dirigenti calcistici. Cinquanta arrestati e un'ottantina di indagati, sono invece i numeri dei blitz scattati dalle prime luci dell'alba in tutta la penisola.

L'accusa che pende sulle teste di tutti i coinvolti è di associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva. 

Il provvedimento di fermo invece, da circa 1200 pagine, ha prodotto arresti e perquisizioni in 21 province dello stivale: Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria, Bari, Napoli, Milano, Salerno, Avellino, Benevento, L’Aquila, Ascoli Piceno, Monza, Vicenza, Rimini, Forlì, Ravenna, Cesena, Livorno, Pisa, Genova, Savona .Per alcuni, l'accusa è stata estesa dall' aggravante mafiosa e transazionale. Fra i destinatari dei fermi risultano anche alcuni stranieri, oltre ad un membro della 'ndrina Iannazzo, potente clan della 'Ndrangheta attivo sul territorio calabrese di Lamezia Terme, ed un poliziotto.

Le squadre coinvolte nella "farsa sportiva" sono una trentina, concentrate principalmente nella Lega Pro. Numerosi i match combinati. Secondo quanto appreso alcune squadre coinvolte sarebbero impegnate nei playoff per la promozione in serie B o nei playout per rimanere nella categoria. I magistrati della Dda di Catanzaro però, con un intenso lavoro di indagine, sono riusciti ad individuare le organizzazioni criminali attive nell'ambito delle due diverse categorie. Calciatori, allenatori e dirigenti, in perfetta sintonia con gli esponenti di due organizzazioni criminali, tenevano tra le mani le “redini” delle partite truccate. Concordato il risultato, le organizzazioni scommettevano del denaro su quelle stesse partite tramite circuiti “pirata” italiani ed esteri. 

L'intervento condotto dalla Mobile di Catanzaro dall'alba del 19 maggio, ha prodotto blitz in 10 regioni:Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Abruzzo, Campania, Puglia e Calabria. L'esito dell'operazione, dai nomi dei giocatori a quelli dei club interessati, verranno svelati alle ore 11 di oggi nel corso di una conferenza alla questura di Catanzaro. 




FORZA ITALIA : FITTO ESCE DAL PARTITO. BERLUSCONI:"CI TOLGONO UN PESO"-.

di Matteo La Stella

Raffaele Fitto rompe gli indugi e alla trasmissione in ½ ora, al cospetto di Lucia Annunziata, mette il punto, in via del tutto ufficiosa per adesso, alla sua permanenza in FI. Una risposta netta quella dell'europarlamentare dissidente, che arriva sulla scorta delle parole esplosive lanciate da Silvio Berlusconi durante il suo tour promozionale in Puglia per appoggiare Adriana Poli Bortone. Proprio da Lecce, il Cavaliere, aveva definito l'europarlamentare un “traditore” per aver varato la lista “oltre con Fitto” in vista delle elezioni regionali in Puglia. -”Qualcuno voleva andare oltre, ma per me è andato fuori" , aveva ironizzato Silvio Berlusconi esternando la scissione dal ribelle. Queste parole avevano innescato un botta e risposta della durata di due giorni, che il 17 maggio ha visto il suo epilogo andare in onda su Rai 3. 
L'europarlamentare, già lontano dalla dottrina del partito dai tempi del patto del Nazareno, afferma -”Forza Italia non c'è più”-. Per Fitto -” FI è un capitolo chiuso”- e Berlusconi una -”leadership che ha concluso la sua esperienza”-. -”Noi”-, dice l'ormai “divorziato” europarlamentare-”abbiamo bisogno di andare oltre per un centro destra moderno”- riferendosi alla sua neonata lista che, passate le elezioni parlamentari, sogna un posto nel panorama politico nazionale. Durante il suo intervento, Fitto annuncia anche di aver inviato due lettere: la prima al capogruppo del PPE (Partito Popolare Europeo) in cui allega le spiegazioni del suo allontanamento dal partito. La seconda lettera, invece, all'indirizzo del capogruppo dei Conservatori e Riformisti Europei al quale esprime il desiderio di aderire allo schieramento. Fitto sembra abbagliato dai moderati inglesi, e ritiene che un passo nella loro direzione possa essere il -”Primo ed importante punto di riferimento”-. Inoltre, per accentuare la spaccatura che sta interessando il suo ex partito, annuncia che sono tante le persone che in FI condividono la sua posizione, ma che non hanno il coraggio di ammetterlo.
All'addio di Fitto, l'ex premier Berlusconi risponde che da FI ogni tanto c'è qualcuno che se ne va, ma -”Ci tolgono un peso”- e chi è uscito dal partito – “non è mai finito molto bene”-. Sottolinea, infine, come al paese non servano i -"Mestieranti della politica"- ai quali della gente non interessa nulla.
La sassaiola di dichiarazioni, che li vede protagonisti in casa FI ormai da alcuni mesi, sembra essere al tramonto. Silvio Berlusconi gli indica la porta mentre Fitto sta mettendo gli ultimi consensi in valigia, prima di partire formalmente alla conquista del centro destra.




RIFORMA SCUOLA, APPROVATI I PRIMI tabella: COBAS PRONTI AL BLOCCO SCRUTINI

di Matteo La Stella

Roma– Nella giornata di ieri sono arrivati i primi si alla Camera per il ddl scuola, contestato in piazza da professori e sindacati. Tutto è filato liscio in aula, salvo una piccola scivolata determinata da una serie di equivoci su un emendamento. Ma se da una parte l'Italia -”Non può perdere tempo”-, come sostiene il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, dall'altra, coloro i quali verranno “investiti” dal decreto sulla “Buona Scuola” dichiarano guerra. In Piazza della Rotonda, a pochi metri dal Pantheon i professori e i sindacalisti appoggiati dalla minoranza Pd, da Sel e dai pentastellati contestano duramente ciò che sta avvenendo.

GLI tabella APPROVATI

La seduta alla Camera di venerdì viene aperta dalle rassicurazioni del premier Matteo Renzi che avalla una discussione sul -”Merito”- e con -”tutti”-, a patto che poi venga presa una decisione per l'italia che-”non può perdere tempo”-. Guardando al pluricontestato stralcio delle 100mila assunzioni, la testa di serie della maggioranza Pd dice di non poter fare nulla perchè le immissioni di ruolo sono legate al nuovo modello di scuola e le due cose non possono esse scisse. Al via dunque le votazioni. Passano i primi 7 tabella alla Camera durante tutto l'arco della giornata, con un intoppo che si materializza solo difronte all'emendamento dell'articolo 6, appoggiato dal governo ma respinto dall'assemblea. All'interno dello stesso equivoci dettati da -”un'ulteriore chiarezza di indicazione, che non coincide con la struttura del teso”- , puntualizza il relatore.


Passano invece: l'articolo 1 del ddl sull'autonomia scolastica, capace di esaltare il Ministro dell'istruzione Giannini che twitta -”Approvato articolo 1 #labuonascuola finalmente si potrà dare piena attuazione all'autonomia”. Viene approvato successivamente l'articolo due che prevede l'aumento delle responsabilità per il dirigente scolastico. Più tardi è la volta dell'articolo 3, che prevede l'ingresso nelle scuole del “curriculum dello studente” oltre all'introduzione di insegnamenti opzionali che faranno media all'esame di Stato. Superano la votazione anche gli tabella 4 e 5, che prevedono rispettivamente l'alternanza scuola lavoro, capace di dirottare il percorso scolastico dei giovani verso il mondo del lavoro nel corso degli ultimi tre anni delle scuole superiori e l'insegnamento relativo alla scuola primaria negli istituti penitenziari. L'articolo 7 , preceduto dallo scivolone sul sesto, prevede invece lo stanziamento di 90 miliardi per l'innovazione digitale. Arrivati all'articolo numero 8, la seduta si chiude incoraggiata anche dal fatto che la giornata sta volgendo al termine. La votazione che ha visto finquì il governo barcamenarsi tra rifiuti ponderati e larghe intese riprenderà lunedì.

LE PROTESTE IN PIAZZA
Clima rovente invece in piazza dove impazza la protesta. Di fronte al Pantheon, sindacalisti e insegnati fanno muro alla dottrina sulla scuola propinata dal governo. Intervengono al sit in anche alcuni parlamentari durante una pausa dalla seduta. Nasce una piccola discussione tra Fassina della minoranza PD e una frangia di manifestanti, e ancora è la volta di Susanna Malpezzi della commissione Cultura, contestata all'urlo di-”Malpezzi vattene”- . Per Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda quello di ieri è stato solo l'inizio. Promettono di essere li anche lunedì e martedì. Non solo, c'è chi minaccia il blocco degli scrutini con conseguenti ripercussioni sugli alunni, come i Cobas che hanno già indetto sciopero per i due giorni che seguono la chiusura dell'anno scolastico. Al blocco delle attività affiancano anche una manifestazione prevista per il 7 giugno. In questo modo i Cobas sperano di coinvolgere anche altre sigle sindacali nel duro braccio di ferro che stanno portando avanti.




LAMEZIA TERME: ARRESTATI BOSS, IMPRENDITORI E AFFILIATI ALLE 'NDRINE IANNAZZO-CANNIZZARO-DAPONTE

di Matteo La Stella

Lamezia Terme – È scattata prima delle quattro di giovedì mattina l'operazione “Andromeda” della squadra mobile di Catanzaro volta a colpire le 'ndrine Iannazzo e Cannizzaro-Daponte, operative nella zona di Lamezia Terme. Trentasei le misure di custodia cautelare in carcere emesse dal gip di Catanzaro su richiesta del procuratore Vincenzo Antonio Lombardo e dal sostituto della Dda Elio Romano per i reati di associazione mafiosa, estorsioni, omicidi e intestazione fittizia di beni. Tra i nomi degli arrestati figurano quelli di 3 boss: i fratelli Giovannino e Vincenzo Iannazzo ed Antonio Davoli. Finiti in manette anche esponenti dei Daponte oltre ad alcuni imprenditori, come per esempio Francesco Perri, proprietario del centro commerciale “Due Mari” e dirigente di spicco della Vigor Lamezia. L'uomo avrebbe ricevuto favori e agevolazioni da parte degli Iannazzo che in cambio si sarebbero aggiudicati appalti per la costruzione del centro commerciale riconducibile all' imprenditore. Secondo le accuse, il Perri, divenuto organico alla cosca, avrebbe anche chiesto all'organizzazione la gambizzazione del fratello per accaparrarsi l'eredità in seguito alla scomparsa del padre avvenuta nel 2003.

Le numerose indagini, coordinate dalla Dda di Catanzaro, hanno permesso anche l'individuazione delle responsabilità in merito ad alcuni episodi sanguinolenti avvenuti negli ultimi anni sul territorio di Lamezia Terme. In particolare gli omicidi di Antonio Torcasio, freddato vicino ad un commissariato di Polizia nel lamentino il 23 maggio del 2003 e quello di Vincenzo Torcasio nella località turistica di Falerna, colpito in un affollatissimo esercizio commerciale il 27 luglio del 2003, offrono un'istantanea fedele della strategia criminale degli Iannazzo-Cannizzaro-Daponte: una schiacciasassi che, a tutti i costi, intendeva prendere il sopravvento sui rivali Cerra-Torcasio-Gualtieri, attivi soprattutto nel campo delle estorsioni a Lamezia.
Fondamentali per la chiusura delle indagini le testimonianze di alcuni pentiti e le intercettazioni. Coinvolti nell'operazione di cattura, oltre alla squadra mobile di Catanzaro, altri agenti di Polizia impegnati in tutta Italia, dalla Basilicata ad Alessandria, passando per Roma e Perugia. 




IMMIGRAZIONE: MOGHERINI AL CONSIGLIO ONU. PAROLA D'ORDINE COESIONE

di Matteo La Stella

New York– I riflettori sono stati tutti puntati su di lei, l'Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza europea Federica Mogherini, ieri al Palazzo di Vetro per presentare la bozza di manovra europea in merito alla risoluzione dell'emergenza migranti, confidando nell'intervento risolutivo delle Nazioni Unite. I punti cardine della bozza presentata al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sono 4, tra questi la ripartizione dei richiedenti asilo tra i 28 paesi della UE, che appare ancora essere quello più controverso. L'Italia, secondo la bozza, sarebbe costretta a passare alla UE la gestione dell'accoglienza sulla penisola, operando solo da supporto ad organi internazionali.


A Palazzo di Vetro
Per l'emergenza- “Senza precedenti”- serve una- “risposta eccezionale e immediata”-. Parole del Ministro degli affari Esteri UE Federica Mogherini, intervenuta ieri al Consiglio Di Sicurezza delle Nazioni Unite per ricevere l'appoggio delle stesse nel portare avanti un'ipotesi di strategia volta a limitare gli sbarchi di migranti sulle coste europee .- “Per noi è un dovere morale”- agire nell'immediato, per “affondare” ai blocchi di partenza -”il modello di business dei trafficanti di immigrati ed essere sicuri che i barconi non vengano più usati”- dice Mogherini, sottolineando come gli asset in senso lato debbano essere in un secondo momento distrutti.


Poi arriva l'appello all'ONU.
La Mogherini si dice pronta a salpare ma aggiunge -” non possiamo agire da soli, abbiamo bisogno di partnership, deve essere uno sforzo comune e globale. Dobbiamo lavorare in partnership con la Libia per combattere i trafficanti di migranti". 
Ed è proprio in vista dell'eventuale mandato d'operazione navale in Libia, su cui si sta lavorando a Bruxelles, che l'ex ministro degli esteri punta a coinvolgere l'ONU, per compiere un'azione sinergica che rimanga, -”Possibilmente”- in un quadro di legalità internazionale. Il mandato, verrà sottoposto il 18 maggio al Consiglio Europeo dove ci sarà la possibilità -”Di prendere subito la prima decisione”-. La Mogherini ricerca anche l'appoggio delle autorità libiche, auspicando un governo di unità nazionale nel paese nord africano: "Ma non possiamo aspettare per combattere i trafficanti e per salvare le vite umane".
Inoltre, nel suo discorso, ci tiene a precisare che- "Migranti e profughi non saranno rimandati indietro. Voglio essere chiara su questo. La Convenzione di Ginevra sarà pienamente rispettata".
La Mogherini, inoltre, afferma di aver riscontrato un alto livello di comprensione da parte dell'ONU, perchè smantellare il traffico di esseri umani nel Mediterraneo è un modo per salvare vite umane. Il Consiglio di Sicurezza condivide inoltre il senso di urgenza e la Mogherini spera in tempi di risoluzione ragionevoli.

La risposta Libica Giunge in serata la contropartita tagliente dell'inviato libico alle Nazioni Unite  Ibrahim Dabbashi : "Non permetteremo  un'operazione militare in Libia. Consentiremo solo un'azione coordinata tra l'Ue ed il governo legittimo di Tobruk, che sia un'azione umanitaria". Un monito accompagnato dalla precisazione che "la maggiore preoccupazione è la sovranità della Libia". Il governo libico, dice Dabbashi -"Non è stato consultato dall'Unione europea, ci hanno lasciato all'oscuro delle loro intenzioni e del tipo di azioni militari che stanno per prendere nelle nostre acque territoriali" . Una dichiarazione, quella rilasciata per la BBC da Dabbashi che va a braccetto con quella che nei giorni scorsi aveva lanciato il capo delle forze del governo di Tobruk, generale Khalifa Haftar, lasciando intendere che saranno ben accette solo le azioni umanitarie che non oltrepasseranno le loro stesse prerogative, poiché alcune decisioni spettano solo all'esercito libico.

La bozza operativa Il modello operativo presentato al Consiglio di Sicurezza si basa 4 punti fondamentali: Aiuti ai paesi di origine e di transito dei migranti, controlli alle frontiere in Libia e nei paesi confinanti, una serie di missioni contro le organizzazioni criminali e gli scafisti oltre al meccanismo di ripartizione degli immigrati tra i 28 stati mebri della UE. I 20mila rifugiati previsti sarebbero smistati in base al PIL, al numero di abitanti, al tasso di disoccupazione e al numero di richieste d'asilo già presentate a monte dell'azione congiunta. Sarebbero stanziati, inoltre, 190 milioni di euro: 50 per reindirizzare i rifugiati, 30 per i programmi nei paesi terzi, un centinaio per Triton e una decina per altri fondi. In soldoni, il doppio di quanto oggi dispone la UE per far fronte all'immigrazione. Il “pacchetto operativo” non dovrebbe di certo intimorire L'Unione, -"non ci sono problemi di soldi" – sostengono fonti europee, dato che l'Europa è il primo donatore mondiale e può attingere ad un fondo per cooperazione e sviluppo da 20 miliardi di euro.

DALL'ITALIA
L'Italia, stando al piano risolutivo presentato in consiglio di sicurezza, dovrebbe accogliere circa 2000 richiedenti asilo. Numero irrilevante se si pensa ai 130mila sbarcati solo nel 2014 sulle coste nazionali. Il cambiamento inedito avverrebbe, invece, per quanto riguarda il sistema di accoglienza italiano, che andrebbe a finire direttamente nelle mani di Frontex, dell'Ufficio UE per l'asilo e di Europol. Stando alla “strategia risolutiva” infatti, questi organi devono intervenire per quanto riguarda l'accoglienza fianco a fianco con gli Stati, così da facilitare la segnalazione dell'extra comunitario. Inoltre, sarebbero impegnati a cooperare con gli stati per la costruzione di centri di smistamento europei, dove i cittadini non comunitari dovranno essere ospitati fino ad identificazione avvenuta.
Intanto, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella risponde così ai giornalisti che lo incalzano, a Madrid, sul presunto intervento dell'Italia alla guida di una missione internazionale:- "Siamo in attesa di una risoluzione delle Nazioni Unite, e poi dobbiamo ascoltare i libici, occorre il loro consenso. Questo caratterizza l'azione del nostro Paese" -. Anche il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, in un'intervista rilasciata alla CNN, riferisce in una nota rilasciata dalla Farnesina che-  "il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite adotti la risoluzione proposta dai Paesi europei, basata sul capitolo VII della Carta dell'Onu”-. L'operazione risolutiva pertanto- "fornirebbe una cornice di legalità internazionale per poter condurre operazioni mirate all'identificazione e distruzione delle imbarcazioni dei trafficanti di migranti prima che queste partano". 




LIBIA: BOMBARDATO CARGO TURCO, MORTO UN UFFICIALE

di Matteo La Stella

Tobruk – Bombardata domenica sera una nave mercantile battente bandiera turca che si stava avvicinando al porto di Tobruk, in Libia. Il cargo si stava allontanando quando, alle raffiche delle batterie da terra si sono aggiunti colpi provenienti dal cielo . Lo rende noto il Ministero degli Esteri di Ankara, evidenziando come l'imbarcazione stesse navigando in acque internazionali. A perdere la vita nell'attacco è stato il terzo Ufficiale del mercantile, unico caduto tra i tanti membri dell'equipaggio rimasti feriti.
In Libia la Turchia sostiene il governo islamista di Tripoli, contrapposto a quello cirenaico di Beida, espressione del parlamento in esilio a Tobruk riconosciuta dalla comunità internazionale.
L'attaco all'imbarcazione è stato rivendicato dall'esercito del generale Khalifa Haftar, capo delle forze del Governo di Tobruk. Il suo portavoce, Mohamed Hejazi, afferma che la nave cargo è stata bombardata a 10 miglia nautiche dalla costa libica, e che l'equipaggio era già stato avvertito dell'attacco imminente.
Da Ankara viene condannato l'episodio, avvenuto in acque internazionali mentre, peraltro, la nave si stava disimpegnando. Fonti libiche sostengono che l'imbarcazione, preda delle fiamme, sarebbe stata rimorchiata fino al porto di Tobruk. Il governo libico, intanto, ha accusato più volte la Turchia di sostenere attivamente le milizie islamiste insediatesi a Tripoli, foraggiandole con armi e viveri.




BASILICATA: L'ACCOGLIENZA RADDOPPIA

di Matteo La Stella

Potenza- La Basilicata, colpita di riflesso dagli innumerevoli sbarchi che interessano il mezzogiorno, detiene già l'1% dei cittadini extracomunitari presenti sul territorio nazionale, pari a 889 unità dislocate nei 9 centri di accoglienza attivi sul territorio. Per far fronte alle titaniche previsioni d'arrivo , le due province lucane, orchestrate dal Viminale, hanno messo sul piatto quasi 5 milioni di Euro divisi in 2 gare d'appalto destinate all'individuazione di nuovi centri di accoglienza. La prefettura di Potenza, punta a chiudere un accordo quadro (accordo inteso tra più operatori economici) da 3.213.210,00 Euro, così da poter ospitare altre 429 unità sul territorio di competenza, dal 6 giugno fino a fine anno. A Matera invece, la spesa stimata per altre 200 anime sarebbe di 1.680.000,00 euro. Cifre provvisorie dato che a seconda della quantità di migranti in arrivo, il numero di accolti nei centri potrebbe crescere a dismisura. Le cifre, seppur indicative, fanno riferimento ad una spesa giornaliera che si aggira intorno ai 35 euro oltre IVA ad assistito. Quest'ultimo, inoltre,  ha diritto ad una ricarica telefonica da 15 euro appena entrato nel centro di accoglienza e ad un budget quotidiano che oscilla tra i 2,50 euro dei singoli individui ai 7,50 euro dei nuclei familiari. 
Intanto dalla regione, l'organo deputato al coordinamento dei flussi migratori  punta a raddoppiare la "portata" dei centri sul territorio. L'obbiettivo è quello di accogliere ben 2000 cittadini non comunitari. Fondamentale per l'attuazione del progetto, in ottemperanza dell'accordo stato regioni del 2014 e già trasmessa con il Ministero dell'Interno, UPI (Unione delle Provincie d'Italia) e Anci (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani), la costruzione tra le altre cose di un “hub” regionale. Quest'ultimo avrà la funzione di smistare i migranti negli centri di accoglienza della regione che verrano adeguatamente preparati all'evento. Lo rende noto l 'organismo di Coordinamento della Regione Basilicata in materia di immigrati e rifugiati politici, annoverando tra gli altri cambiamenti la trasformazione del Centro di identificazione ed espulsione (CIE) di Palazzo San Gervasio in Centro di Accoglienza per richiedenti asilo (CARA).