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Redazione
Condannato a due anni e sei mesi per peculato. Il processo d’appello ribalta la sentenza di assoluzione dello scorso anno per peculato, nei confronti del senatore Augusto Minzolini, per l’uso improprio della carta di credito aziendale quando era Direttore del TG1.
La vicenda iniziò nel 2011, a seguito di un esposto presentato dall’Italia dei Valori, quando al discusso ex vicedirettore della Stampa, berlusconiano fino all’osso, era stato accusato di aver sforato il budget a sua disposizione per circa 65 mila euro. Minzolini si difese affermando che non erano state date indicazioni restrittive sull’uso della carta, e che i suoi predecessori avevano avuto lo stesso suo trattamento e a loro non era stato chiesto nulla.
Il processo di primo grado iniziò l’otto marzo 2012, e si concluse il 14 febbraio dell’anno successivo, pochi giorni prima della sua elezione al senato, con la sentenza di assoluzione perché “il fatto non costituisce reato”. Dopo la sentenza, il consigliere d’amministrazione Rai, Antonio Verro, chiese il reintegro di Minzolini come Direttore del TG1, ma il tribunale del lavoro di Roma nel settembre 2013 respinse la richiesta presentata dai legali del senatore.
La sentenza odierna, accompagnata dall’interdizione dai pubblici uffici, potrebbe costare, dopo l’allontanamento dalla direzione della testata giornalistica, anche il posto di senatore per effetto della legge Severino.
I legali Fabrizio Siggia e Franco Coppi stanno valutando l’opportunità di ricorrere alla Cassazione.
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