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Cronaca

AUDI GIALLA: LA DISTRUZIONE HA PORTATO AL MINIMO LE POSSIBILITA' DI INDIVIDUARE I MALVIVENTI

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Tempo di lettura 2 minuti Il Capo della Procura di Treviso: "si sono ridotte al minimo. Sarà difficile trovare qualche reperto utile"

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di Angelo Barraco
 
Treviso – Il Capo della Procura di Treviso, Michele Dalla Costa, ha commentato la vicenda dell’Audi Gialla e si è detto rammaricato per l’eccessivo clamore mediatico che si è creato in merito alle vicende dei malviventi. Ha aggiunto inoltre che la distruzione dell’autovettura ha portato al minimo le possibilità di individuazione dei soggetti, ecco le sue parole: “si sono ridotte al minimo. Sarà difficile trovare qualche reperto utile e purtroppo, se fino a ieri avevamo qualche aggancio per individuare gli occupanti, oggi non c'è più neppure questo".
 
Ritrovamento auto bruciata. E’ stata ritrovata bruciata nel Trevigiano l’Audi Gialla che era al centro di una vera e propria ricerca da parte delle forze dell’ordine. La ricerca del mezzo ha avuto una larga diffusione anche sulla rete e ciò sicuramente ha spinto i malviventi a sbarazzarsene poiché si saranno sentiti braccati e messi alle strette. I resti dell’automobile sono stati rinvenuto nelle campagne vicino al torrente Muson, vicino al comuni di One’ di Fonte ed Asolo. Il luogo in cui è stato rinvenuto il mezzo fa ipotizzare che il covo della banda possa essere nel Trevigiano, ma non sono state trovate tracce dei malviventi. A dare l’allarme dell’auto in fiamme in Via Battagello sono stati alcuni cittadini, che hanno chiamato il 112 intorno alla mezzanotte. Nella giornata di ieri uno dei ricercati si è presentato spontaneamente presso la questura di Torino, con il suo legale rappresentante, e ha chiarito la sua posizione riferendo elementi in merito alla  foto dei tre soggetti che circola in rete e che viene associata all’Audi Gialla riferendo che conosce gli altri due soggetti e che risiedono nel loro paese e che uno di essi sarebbe detenuto. L’uomo ha detto: “Quello non sono io, vi provo la mia innocenza”. L’uomo risulta estraneo alla vicenda ma gli accertamenti hanno riscontrato che non è in regola con il permesso di soggiorno, quindi è stato condotto al CIE e in seguito sarà espulso. Dove sono adesso i tre banditi?
 
I banditi.  Una macchina, dei banditi in fuga che sfidano le leggi dello Stato e che sono ricercati dalle forze dell’ordine. Sembra una storia che si ripete e ci fa tornare in mente le tragiche vicende del passato che hanno insanguinato  Bologna. Tre malviventi hanno rubato presso l’aeroporto di Malpensa a Milano, il 26 dicembre,  un’Audi gialla con motore Lamborghini e targa ticinese e con essa si sono resi responsabili di fughe contromano come quella sul passante di Mestre , fatta a 260 km/h e in contromano e in quella circostanza, probabilmente, causano un incidente in cui muore una donna. L’autovettura è stata intercettta il 16 gennaio ad Albano Terme ma non si è fermata all’alt dei Carabinieri e da quel momento è partita la caccia all’uomo. In seguito l’auto viene avvistata in Friuli ma fugge nuovamente. Un ulteriore avvistamento dell’autovettura avviene il 21 gennaio presso il distributore di San Donà di Piave, dove vengono  ripresi dalle videocamere.

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Cronaca

Incendio nel Materano, morti due vigili del fuoco, “Volevano salvare una famiglia”

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 “Volevano salvare una famiglia, la cui abitazione era messa in pericolo dalle fiamme.

Ma sono caduti in un dirupo e sono stati avvolti dalle fiamme”.

Sono le parole del sindaco di Nova Siri (Matera), Antonello Mele, riferendosi alla morte di due vigili del fuoco in contrada Cozzuolo.

Secondo quanto si è appreso, entrambi avevano 45 anni ed erano in Matera.

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Castelli Romani

Ciampino, episodio di bullismo: la denuncia di una madre su Facebook scatena polemiche

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Un episodio di bullismo avvenuto a Ciampino ha suscitato forti reazioni e polemiche dopo che una madre ha condiviso la sua drammatica testimonianza su Facebook. La signora, madre di un ragazzo di 13 anni, ha raccontato l’incubo vissuto da suo figlio, vittima di un gruppo di coetanei.

Il post, che ha rapidamente raccolto molte reazioni e condivisioni, ha portato alla luce una realtà inquietante e ha acceso un acceso dibattito tra i residenti.

Secondo quanto riportato dalla madre del ragazzo, l’episodio è avvenuto nel parco comunale di Ciampino, dove suo figlio Alessandro stava giocando con alcuni amici. Improvvisamente, un gruppo di ragazzi più grandi si è avvicinato e ha iniziato a insultarlo e a deriderlo. La situazione è degenerata quando uno dei bulli ha spinto Alessandro a terra, facendogli perdere l’equilibrio e ferendolo al ginocchio. Il ragazzo, visibilmente scosso, è tornato a casa in lacrime e con un grande spavento.

Nel suo post, la madre ha scritto: “Mio figlio è tornato a casa oggi con il cuore spezzato e il corpo ferito. Non posso tollerare che i bambini debbano subire tali atrocità. Questo bullismo deve finire!”. Il suo appello ha ricevuto immediato sostegno da parte di molti residenti, che hanno espresso la loro solidarietà nei commenti.

Giovanna, una residente di Ciampino, ha commentato: “È inaccettabile che i nostri ragazzi non possano sentirsi al sicuro nemmeno nei parchi pubblici. Le autorità devono intervenire e prendere provvedimenti immediati”. Un altro commento, di Marco De Santis, aggiunge: “Questi atti di violenza sono vergognosi. I bulli devono essere identificati e puniti, e le scuole devono fare di più per educare i ragazzi al rispetto reciproco”.

Tuttavia, il post ha anche suscitato polemiche e divisioni. Alcuni hanno criticato i genitori dei ragazzi coinvolti, accusandoli di non educare adeguatamente i propri figli. “Dove sono i genitori di questi bulli? Perché non insegnano loro il rispetto e la compassione?”, ha scritto Francesca.

Le autorità locali non hanno tardato a intervenire condannando il gesto.

L’episodio, sebbene doloroso, ha anche sollevato un’importante consapevolezza sulla necessità di promuovere la cultura del rispetto e della solidarietà tra i giovani.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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