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Esteri

ATTENTATO LIONE: IL TERRORISTA ERA GIA' UN PERICOLO PER LA NAZIONE

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Tempo di lettura 3 minuti L'autore dell'attentato è Yassin Shali, 35enne residente a Saint Priest, nella periferia di Lione

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di M.L.S.


Francia –  La mano che nella giornata di venerdì ha terrorizzato l'intera Francia, provocando esplosioni e morte nell'azienda di gas di Saint-Quentin-Fallaviern, è quella di Yassin Shali, 35enne residente a Saint Priest, nella periferia di Lione.

L'uomo, primo imputato per la decapitazione del suo datore di lavoro, il 54enne Hervè Cornara, aveva deciso di non parlare con gli investigatori nella giornata di sabato. Nella notte tra sabato e domenica, però, secondo BFM TV che cita una fonte prossima alle indagini, l'uomo avrebbe iniziato :”A raccontare come si sono svolti i fatti”. Il 35enne, nella giornata di domenica sarà trasferito nella sede parigina dell'antiterrorismo mentre, dal Canada, stanno collaborando con gli investigatori francesi per riuscire a scoprire a chi appartiene il numero di cellulare a cui l'uomo ha inviato il selfie scattato insieme alla testa mozzata mediante WhatsApp.

Era già sotto controllo. Padre di 3 figli di età compresa tra i 6 e i 9 anni, a Saint Priest, periferia di Lione, i vicini lo definiscono un uomo discreto e che non da confidenza. Appaiono importanti, però, gli elementi giunti a galla per quanto riguarda la fedina penale di Yassin Shali, musulmano senza precedenti ma con due informative dei servizi segreti alle spalle. Reputato pericoloso per la sicurezza nazionale negli anni 2013 e 2014,Yassin, insieme a due sue amici compariva nelle informative dei servizi segreti come “musulmano hard”, che voleva dare vita ad un istituto islamico a Besancon, dove era domiciliato prima del trasferimento nei sobborghi di Lione. Inoltre, nelle segnalazioni dei servizi, allertati anche perchè l'uomo era vicino al movimento salafita, indizi di radicalizzazione erano posti in esssere dalle :”Assenze regolari e per lunghi periodi di circa 2-3 mesi senza dire dove andava”.  Sempre a Besancon, Shali era solito riunirsi con un gruppo di uomini vestiti da militari e, nelle loro conversazioni, a volte intraprese sul pianerottolo, spesso si usavano le parole jhiad e Mali. Altro elemento considerato importante dai servizi, il “brutale” cambiamento nell'aspetto fisico del 35enne, che aveva rasato la barba e si era dimagrito. Dunque, l'uomo era stato inserito nella lista delle persone da tenere sotto controllo, ma, a distanza di un anno, nessuna sorveglianza rafforzata. Ora, gli investigatori si domandano se Shali sia stato un caso isolato, oppure se altre minacce sono a piede libero in Francia. 


Le reazioni. Se ai margini dell'attentato, dal summit a Bruxelles, Francois Hollande dichiarava :“Non bisogna cedere alla paura”, quasi a voler sorvolare il rogo ancora acceso dentro casa propria, è stato successivamente il premier Manuel Valls a spiegare con un commento esplosivo lo stato reale delle cose, lasciando trasparire velatamente la totale impotenza francese ed europea nei confronti delle “dimostrazioni” provenienti dalla fascia più estrema della religione islamica, i jhiadisti dell'Isis. Valls, infatti, ha evidenziato come la Francia debba imparare a convivere con la minaccia costante di attacchi terroristici, azione di singoli come quella di ieri vicino a Lione o come la strage parigina di inizio anno.

In balia del terrore.”È difficile per una società vivere per anni sotto la minaccia di un attacco. Ma ormai la domanda non è se ci sarà un altro attacco, ma quando questo avverrà”, così il premier Valls ha incalzato sull'impossibilità di arginare il problema Isis, in attesa che la palla di questo torni a rimbalzare oltralpe dando vita ad una nuova tragedia.

Hollande rassicura. Il capo dell'Eliseo, da dal canto suo, ha invece esortato il popolo francese a rimanere unito difronte alla minaccia jhiadista, facendo leva sulla grandezza del dispositivo di sicurezza che, messo in campo da decenni, copre l'intero paese con il livello massimo di allerta. “Non ci sono dubbi sulle capacità di difendersi del nostro Paese, senza cadere in situazioni affrettate e improvvisazioni. Dobbiamo fare il necessario per proteggere i nostri cittadini e rispettare le nostre libertà”, ha continuato Hollande, prima di annunciare come le ultime leggi antiterrorismo francesi vadano proprio in questa direzione.
 

Esteri

Trump in vantaggio su Biden: ecco gli ultimi sondaggi

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Donald Trump è in vantaggio su Joe Biden nei sette principali Stati in bilico.

Lo rivela l’ultimo sondaggio del New York Times. Si tratta in particolare di Arizona, Georgia, Michigan, Nevada, North Carolina, Pennsylvania e Wisconsin. Il margine più stretto è in Michigan, dove il tycoon ha il 42% delle preferenze contro il 40% del presidente, e in Pennsylvania (43% contro 40%). 

Quasi i due terzi dei democratici ritengono che Joe Biden dovrebbe ritirarsi dalla corsa alla Casa Bianca e consentire al partito di nominare un altro candidato. E’ quanto rileva un sondaggio di Ap-Nord Center for Public Affairs Research. 

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Cronaca

Libano, visita del Cardinale Parolin alle strutture umanitarie dell’Ordine di Malta

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Spirito di vicinanza e comunione d’intenti al centro del ciclo ravvicinato di incontri tra il Governo dell’Ordine di Malta e la Santa Sede iniziato con l’arrivo del Segretario di Stato, Cardinale Pietro Parolin, in Libano per visitare le opere assistenziali del Sovrano Ordine di Malta, e che si è concluso il 27 giugno proprio in concomitanza con il vertice di Stato in Vaticano tra Papa Francesco e il Gran Maestro dell’Ordine, Frà John Dunlup.
 
Nel corso della visita in Libano, Parolin ha celebrato una solenne Santa Messa in memoria di San Giovanni Battista, patrono dell’Ordine di Malta, alla presenza dell’Ambasciatore dell’Ordine in Libano, Maria Emerica Cortese e di alte cariche dello Stato. Il Segretario di Stato si è successivamente recato in alcuni dei centri umanitari gestiti dall’Associazione Libanese dell’Ordine e ha partecipato ad alcune attività caritative.
 
La visita è stata fortemente voluta dal Governo del Sovrano Ordine di Malta proprio per rafforzare lo spirito di comunione e collaborazione con la Santa Sede. Promuovere il viaggio in Libano del Segretario di Stato il Cardinale Parolin, contestualmente alla visita ufficiale del Gran Maestro dal Santo Padre, testimonia l’attenzione a sostegno dei tanti progetti umanitari che l’Ordine porta avanti nel mondo.  Da oltre 70 anni, l’Ordine di Malta è in prima linea nel fornire assistenza sanitaria di base e servizi di sostegno sociale alla popolazione di tutto il Libano. Dal 2020 l’Ordine ha focalizzato il suo impegno su progetti “agro-umanitari” riconoscendo nell’agricoltura un fattore cruciale nell’affrontare le principali questioni umanitarie e in particolare, dopo la crisi economica del 2019 che ha colpito il Paese, per garantire la sicurezza alimentare, promuovere la ripresa economica e sostenere le fasce della popolazione più vulnerabili del Libano. Oggi l’azione umanitaria dell’Ordine di Malta si inserisce nel contesto di una crisi socio economica che vede l’80% della popolazione vivere in una condizione di povertà multidimensionale e in una situazione che, a causa del conflitto Israelo-Palestinese, ha gettato il Paese in uno stato di continuo allarme.
 
Alla luce delle pressanti sfide umanitarie, il programma agro-umanitario è la testimonianza dell’impegno dell’Ordine di Malta nel Paese che attraverso un’ampia rete di iniziative mira a dotare le comunità degli strumenti e delle risorse necessarie per resistere e riprendersi efficacemente dagli shock avversi. Attualmente l’Ordine di Malta gestisce sei Centri agro-umanitari in tutta la nazione e l’attuale copertura di terreni agricoli riguarda il 69,26% del territorio libanese, con l’obiettivo di arrivare al 75% entro la fine di quest’anno.
 
Privo di virus.www.avast.com



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Esteri

Uk, svolta a sinistra: Starmer chiede unità

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Il leader del Partito Laburista, Keir Starmer, è diventato primo ministro e ha esortato il Paese a unirsi a un “governo di servizio”. Nel suo discorso inaugurale, Starmer ha sottolineato l’importanza di superare le divisioni politiche e sociali per affrontare le sfide che il Regno Unito deve affrontare. Ha evidenziato la necessità di collaborazione tra partiti politici, settori economici e comunità per costruire un futuro più prospero e giusto per tutti i cittadini.

Starmer ha delineato le priorità del suo governo, che includono il rafforzamento del sistema sanitario nazionale, la promozione dell’istruzione e della formazione, la lotta al cambiamento climatico, e il miglioramento delle condizioni di lavoro e dei diritti dei lavoratori. Ha anche promesso di affrontare le disuguaglianze economiche e sociali, investendo in infrastrutture e servizi pubblici essenziali.

Il nuovo primo ministro ha chiesto a tutti i cittadini di partecipare attivamente a questo progetto comune, mettendo da parte le differenze ideologiche e lavorando insieme per il bene comune. Ha concluso il suo discorso con un appello all’unità nazionale e alla solidarietà, invitando tutti a contribuire alla costruzione di un futuro migliore per il Regno Unito.

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