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ATTENTATI A BRUXELLES: LA CENTRALE NUCLEARE NEL MIRINO DEI TERRORISTI DELL'ISIS

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Tempo di lettura 3 minutiLa polizia belga cerca di determinare l'identità di un secondo attentatore alla metropolitana

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Redazione
 
Il quotidiano Belga Le Dernere Heure sostiene che tra gli obiettivi dei tre fratelli Bakraoui, due dei tre kamikaze di Bruxelles, c’era la centrale nucleare di Liegi. Secondo il quotidiano  i due kamikaze (Ibrahim si è fatto esplodere a Zaventem; Khalid nella metro di Maelbeek) sono i due che rubarono la telecamera nascosta nella casa del direttore del programma di ricerca e sviluppo nucleare belga. Il video fu trafugato poco dopo gli attacchi di Parigi e questo confermerebbe il collegamento tra gli attentati in Francia, Belgio e Siria. Il video, che dura una decina di ore, fu sequestrato a dicembre a casa di uno dei sospetti degli attentati, Mohamed Bakkali. E il 17 febbraio, per garantire la sicurezza della centrale nucleare le autorità belghe decisero di schierare 140 militari attorno alla centrale.
 
La polizia belga cerca di determinare l'identità di un secondo attentatore alla metropolitana di Bruxelles di martedì mattina. La sua presenza è stata rivelata dalle immagini delle telecamere di sorveglianza accanto a Khalid el Bakraoui proprio pochi istanti prima che questi si facesse esplodere. L'uomo porta con sé un borsone. Non è confermato se sia rimasto ucciso nell'attentato o se invece sia riuscito a fuggire, come "il terzo uomo" dell'aeroporto.
 
Identificati i tre kamikaze degli attentati di Bruxelles, mentre il quarto uomo del commando è ancora in fuga: è l'uomo con il cappellino nelle immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza dell'aeroporto. Le autorità belghe intanto non hanno ancora confermato l'identità della funzionaria italiana dell'Ue che ufficialmente è quindi ancora dispersa, Patricia Rizzo: la donna era nella metropolitana attaccata. Secondo i media belgi gli attacchi erano previsti per il giorno di Pasquetta, ma sono stati anticipati a causa della cattura di Salah Abdeslam e il timore che il super ricercato per gli attentati di Parigi svelasse i piani. Una sorta di 'testamento' audio trovato nel computer di uno dei kamikaze, abbandonato in un cestino dell'immondizia, conferma che gli attentatori avevano fretta. All'aeroporto non sono mai arrivati altri 15 chilogrammi di esplosivo, trovati nell'appartamento di Schaerbeek, il covo dei terroristi, dove la polizia era arrivata ieri grazie al tassista che ha accompagnato i kamikaze all'aeroporto. In un cestino nei pressi dell'abitazione è stato trovato il computer con il "testamento". Il bilancio delle vittime è aumentato a 32 morti: un altro cadavere è stato trovato oggi a Zaventem. I feriti sono 300, di cui 61 in terapia intensiva A Zaventem si sono fatti saltare in aria Ibrahim El Bakraoui e Najim Laachraoui, il secondo considerato l'artificiere degli attentati del 13 novembre a Parigi.
 
Il kamikaze della metropolitana di Maelbeek è invece Khalid El Bakraoui, fratello di Ibrahim. Nel febbraio 2011 fu condannato a 5 anni per furto d'auto e possesso di kalashnikov. Era nella lista dei più ricercati dell'Interpol. La polizia internazionale aveva diffuso un "red alert", il più alto di una scala di 8 livelli di segnalazioni, in pratica un mandato d'arresto internazionale. Parlava arabo e francese e oltre alla nazionalità belga, aveva un passaporto delle Bahamas. I due fratelli vivevano a Bruxelles e Khalid aveva affittato sotto falso nome un appartamento a Forest in rue du Dries 60. Ibrahim El Bakraoui, 30 anni, era stato arrestato in Turchia ed era stato espulso nel 2015, ma rilasciato in Belgio perché "non aveva legami con il terrorismo". L'uomo è il secondo da sinistra, vestito di nero, nelle immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza dell'aeroporto. Ibrahim aveva lasciato un ultimo messaggio ritrovato nel computer recuperato poi dalla polizia nella spazzatura a Schaerbeek. Il 30enne esprimeva il suo smarrimento dicendo di essere "agitato, di non sapere cosa fare, di essere ricercato ovunque e di non volersi ritrovare in cella vicino a Salah Abdeslam".
 
Il secondo kamikaze dell'aeroporto, secondo diversi media belgi e francesi, è Najim Laachraoui, considerato l'artificiere di Parigi. Nato a Anderlecht, 24 anni, era ricercato dal 4 dicembre. Ai primi di settembre era stato fermato sotto la falsa identità di Soufiane Kayal in compagnia di Salah. Laachraoui è il primo uomo da sinistra ripreso dalle telecamere di sorveglianza dell'aeroporto. L'uomo è stato identificato tramite il suo dna, che era sulle cinture esplosive usate al Bataclan e allo Stade de France a Parigi. Il commando progettava qualcosa di ancora più devastante, ma un fraintendimento del call center dei taxi ha inviato all'indirizzo di Schaerbeek fornito dai terroristi una semplice berlina e non un veicolo più capiente. La ridotta capacità del bagagliaio non ha permesso di caricare a bordo altre cariche esplosive: 15 chili di perossido di acetone (Tatp) una valigia piena di chiodi, viti e altro materiale per confezionare ordigni, trovati nell'appartamento. L'aeroporto di Zaventem resterà chiuso almeno fino a sabato mentre venerdì arriverà a Bruxelles il segretario di Stato Usa John Kerry per portare la solidarietà americana e confermare il sostegno di Washington alla lotta al terrorismo. Lo Stato Islamico avrebbe addestrato e dispiegato in Europa almeno 400 jihadisti in cellule collegate fra loro, come quelle che hanno colpito a Parigi e Bruxelles, per compiere attentati scegliendo momento, luogo e metodi per ottenere il massimo impatto. Lo scrive il sito del quotidiano britannico Daily Ex

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