Editoriali
Attacco al governo, la farsa della Sea Watch 3 orchestrata contro Salvini
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5 anni faon
Che Salvini sia inviso all’Europa, alle sinistre – o presunte tali – , alla Francia e alla Germania, oltre che alle forze oscure che finora non hanno fatto altro che organizzare, da Ciampi e Prodi in poi, con l’avvento dell’euro, la nostra catastrofe (ricordiamo il governo tecnico di Monti e la sua distruttiva politica di austerity), che Salvini sia odiato e minacciato di morte quotidianamente dai soliti imbecilli, dicevamo, è noto a tutti coloro che, almeno con un orecchio, seguono la politica italiana, magari al di là dell’informazione ufficiale, quella dei soliti telegiornali.
Che la sortita della nave taxi raccogli-profughi fosse una trappola per Matteo, lo si era capito fin da subito
Perché al timone di quella barchetta battente in maniera evidentemente abusiva bandiera olandese, dato che la sua paternità da parte dell’Olanda è stata molto comodamente negata, c’era un personaggio sconosciuto ai più, ma che già era stata coinvolta in possesso e uso di cocaina – a quanto riferiscono alcune voci – e fin qui scagli la prima pietra chi è scevro da questo peccato, dati i tempi.
L’altra accusa di cui si sussurra è l’uso di carte di credito rubate
Per cui nel passato la brava emula di Robin Hood aveva già avuto a che fare con la giustizia. A trentadue anni, invece di cercare di formare una famiglia – il che sarebbe giusto e anche morale – questo personaggio, in odore di Soros – le cui fondazioni pare che finanzino le varie ONG per il soccorso in mare – si mette al timone di una barca che poco può raccogliere in termini di naufraghi, ma tant’è, la sua stazza la rende sufficiente a raccogliere una cinquantina di giovanottoni straripanti di ormoni e palestrati, a quel che si evince dalle foto scattate sul ponte: un mucchio, un monticello di persone di colore stravaccate sul ponte, che ci sono presentate come ‘stremate’, forse dal troppo riposo, visto che l’autorità italiana che governa i porti si è preoccupata di mandare a bordo medici, di sbarcare chi fosse in stato di vera necessità di cure, e di caricare sulla piccola nave viveri, acqua e quant’altro – medicinali – fosse stato necessario. Non sono quindi stati abbandonati, i ‘naufraghi’ di plastica, al loro destino, ma curati come e meglio che se fossero stati a terra.
Pura fantasia, non dimostrabile, il fatto che la Rackete temesse il suicidio di alcuni
Aspettiamo che Carola Rackete, con il corpo ricoperto da numerosi e invasivi tatuaggi e la sua capigliatura ‘rasta’ – che sinceramente a noi solleva sempre qualche dubbio sulla sua pulizia e odore – venga proposta per il Nobel per la pace: possibile. Ma lo scopo dell’operazione era quello di forzare il blocco dei porti italiani tanto sbandierato dal nostro ministro dell’interno. Anche se poi i ‘barchini’ sono arrivati ugualmente a Lampedusa, in sordina, e i relativi occupanti sono stati prelevati dalla GdF e avviati ad un centro di identificazione, quella identificazione che, evidentemente, non fa comodo agli occupanti della Sea Watch. Mentre altri profughi siriani richiedenti asilo – nel loro pieno diritto di ottenerlo – selezionati all’origine, scendevano nei nostri aeroporti con voli charter organizzati dalla Comunità di S. Egidio, di concerto con le Chiese Evangeliche italiane; gli uomini avviati ad una occupazione che consenta loro di mantenersi, e i bambini avviati all’istruzione scolastica. Tutto il contrario, insomma, di quello che si ottiene con l’immigrazione selvaggia e incontrollata che tanti problemi causa ogni giorno all’Italia e alle nostre Forze dell’Ordine; un mondo opaco nel quale ci può essere di tutto, come in effetti c’è, dal terrorismo islamico ai rapinatori, stupratori e violenti in genere.
Non che tutti siano così, intendiamoci, ma una mela marcia rovina tutto il cesto
Sarebbe quindi opportuno che i cosiddetti migranti – termine coniato ad hoc per evitare quello più appropriato di ‘clandestini’, visto che ancora una legge sull’immigrazione, di cui nessuno mostra più di ricordarsi, esiste – venissero accolti dall’Europa, e non solo dall’Italia, in maniera razionale, come quella adottata dalla politica dei voli charter. Combattere a monte la mafia dei disperati, a cui si fa credere ogni favola, pur di accaparrarsene la presenza e il denaro, sarebbe condurre un’azione di guerra con forze speciali, ma nessuno mostra di aver voglia di intraprenderla. Sarebbe molto facile individuare i centri di propaganda della ‘migrazione’ e i loro capi, e distruggerne l’organizzazione, ma forse si andrebbero a pestare i piedi ad altre convenienze.
Pare che i ‘medici dal Sahara’ siano disponibili ad intervenire per l’espianto di organi – 15.000 dollari per un rene – su aspiranti profughi ancora vivi. Tanti soldi per un commercio ignobile già praticato anche da noi, vittima Pamela Mastropietro, diciott’anni, a Macerata, smembrata dai mafiosi nigeriani ancora viva, e i cui resti, mancanti di alcuni organi, gettati in due valigie sul greto di un fiume.
Tornando alla Sea Watch, un quotidiano italiano ha riportato la notizia di conversazioni fra esponenti della nostra sinistra ancora a terra e Carola Rackete, la quale esortava i nostri politici a rimandare la loro presenza sulla nave, e ad essere disponibili al loro intervento ‘umanitario’ quando lei lo avesse richiesto. L’opposizione al servizio della Rackete ci dice quanto sia disperata questa sinistra nei confronti di un governo che, pur contrastato con tutti i mezzi a loro disposizione, continua a fare andare dritta la barca dell’Italia. Sono di ieri i risultati dell’Istat, che dicono che è diminuita la disoccupazione, particolarmente quella giovanile, e che il nostro spread, nei confronti dei bund tedeschi, crea un interesse sui titoli decennali, inferiore al 2%, ciò che non accadeva da molti anni. Per rispondere a tutti gli ingenui – mica tanto – che continuano a scrivere sugli striscioni stradali che ‘Salvare la gente non è reato’, rispondiamo che siamo assolutamente d’accordo con loro: è un obbligo di legge, oltreché morale, salvare chi si trovi in difficoltà, ancorchè creata ad arte, e non solo in mare. È reato, invece, operare uno sbarco espressamente proibito, contravvenire alle leggi dello Stato italiano, rappresentato nella fattispecie dal Ministro dell’Interno Matteo Salvini, forzando il blocco nelle acque di Lampedusa, spalleggiata da ‘onorevoli’ membri della sinistra di opposizione, praticamente ‘cespugli’ parlamentari senza nessuna voce in capitolo per l’inconsistenza dei loro partiti, tranne – e questo è ancora più grave – il PD, ex partito di governo.
Un’azione orchestrata per colpire Salvini nella sua azione più rappresentativa, cioè quella della diminuzione degli sbarchi selvaggi, – e dei morti in mare – con l’intento di screditarlo agli occhi del mondo, mandando avanti una Carola qualsiasi, che non ha niente da perdere, e che, anzi, ricopre esattamente il ruolo di martire dell’iniquità. L’attacco sferrato a Salvini è rivolto a tutta la nazione, e alla sua credibilità internazionale, se il fatto non sarà sanzionato con la massima severità. Rifiutare l’obbedienza ad una motovedetta della GdF – apparato militare – e cercare di schiacciarla contro il molo, mettendo a rischio la vita stessa degli occupanti (nessuno dice la la motovedetta avrebbe potuto affondare, nonostante la lentezza dell’operazione) sono fatti gravissimi, che mettono in luce la nostra ridotta capacità di reazione.
Mentre i soliti idoti criticano il comportamente della GdF, che non avrebbe dovuto cercare di evitare l’attracco. Fantastico! In altri paesi la Sea Watch 3, nelle stesse circostanze, nell’avvicinamento alle coste lampedusane sarebbe stata oggetto di colpi di arma da fuoco, davanti alla prua, per avvertimento. Oggi la propaganda fa perno soltanto sul fatto umanitario, ma quello era già stato ampiamente soddisfatto dal nostri interventi a bordo della nave. Quello che si voleva evitare era lo sbarco, l’ennesimo, in Italia, vista l’inanità di un’Europa che pretende di comandare anche a proposito dei nostri prodotti tipici e sulla misura delle vongole, e che poi si volta dall’altra parte quando dovrebbe manifestare più coesione. Ma già, lo sbarco, complici tutti, doveva avvenire in Italia, per mostrare a Salvini che il più forte non era lui, anche andando contro la legge di uno Stato democratico, come l’Italia si picca di essere.
Ricordiamoci che un’azione del genere, ripetiamo, non è contro un ministro, ma contro l’intero popolo italiano, visto che questo governo è stato eletto democraticamente, e che finora, nonostante il berciare dei componenti il Consiglio europeo e la relativa commissione – i quali mostrano di avere più simpatia per l’opposizione che per il governo – ha fatto e continua a fare il bene della nostra nazione. Robin Hood lottava contro lo sceriffo di Nottingham e contro l’usurpatore del trono di Riccardo Cuor di Leone, ma quella era una giusta protesta contro una tirannia iniqua. Invitiamo tutti coloro che ritengono che il nostro regime sia una tale tirannia, a mettersi su di un barcone e farsi abbandonare nel Mediterraneo: prima o poi qualche Robin Hood in gonnella li verrà a raccogliere. Purchè glielo dica Soros.
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