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di Angelo Barraco
I Carabinieri del Ros hanno arrestato i due presunti killer del piccolo Cocò Campolongo, il piccolo di tre anni che è stato brutalmente ucciso in auto a Cassano allo Jonio il 16 gennaio del 2014, con lui è sono stati uccisi anche il nonno e la compagna di esso. La storia aveva commosso l’Italia e il ricordo di Cocò era stato mantenuto vivo persino da Papa Francesco nel corso di un Angelus rivolgendo lui questo pensiero e si era rivolto anche al killer: “con un accanimento senza precedenti nella storia della criminalità, si penta e si converta”. La macchina investigativa però non si è fermata e dopo indagini stamattina sono scattate le manette ai polsi ad opera dei Ros e del comando provinciale di Cosenza che hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare detentiva in carcere, che è stata richiesta dalla procura distrettuale antimafia di Catanzaro. I due presunti killer sono Cosimo Donato, 38 anni, e Faustino Campilongo, 39 anni , ma su di loro pende l’accusa di triplice omicidio ai danni di Giuseppe Iannicelli di 52 anni, di Ibtissam Touss, di 27 anni (compagna di quest’ultimo), e del piccolo Nicola “Cocò” Campolongo di tre anni. I corpi furono trovati completamente carbonizzati all’interno dell’automobile, uccisi con diversi colpi di pistola e poi bruciati. Giuseppe Iannicelli, nonno del piccolo Cocò, portava il nipote con se perché lo usava come scudo al fine di dissuadere i soggetti con cui aveva avuto contrasti e costoro non compivano agguati nei suoi riguardi. I presunti assassini avevano già subito una condanna per traffico di droga nel 2014 ed erano stati arrestati.
La vicenda. Secondo la ricostruzione dei Carabinieri il giorno del triplice omicidio Io nonno, la compagna marocchina del nonno e il piccolo Cocò erano a bordo di una Fiat Punto sarabbero stati affiancati da un auto che avrebbe costretto a seguirli. Avrebbero raggiunto uno spiazzale in campagna, una zona abbastanza isolata, proprio lì i killer avrebbero iniziato a compiere la strage uccidendo uno per uno i presenti, compreso il piccolo Cocò. Successivamente avrebbero dato fuoco all’autovettura. Iannicelli, il nonno del piccolo Cocò, aveva dei precedenti per traffico di droga ed era l’obiettivo dei sicari.
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