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Angelo Parca
La conoscete la storia di al lupo, al lupo? Con qualche ritocchino potrebbe chiamarsi al grillo, al grillo! Si quel grillo che conosciamo noi ne ha combinata un’altra. D'altronde non lo si può biasimare, lui è golpista, è tsunami, è un ex comico. Lui si diverte ad invitare tutti in piazza e poi a non presentarsi mettendo su una scusa. I suoi militanti c’erano però. Aspettavano il loro leader, davano informazioni: “non verrà in camper”. Emozionati con le bandiere colorate, sicuri che da lì a pochi minuti sarebbe arrivato il loro leader. Invece il grillo ancora in viaggio ha cinguettato una posticipazione del golpe pentastellato a domenica. E ancora molti grillini rimangono fermamente convinti di protestare per una giusta causa, convinti che l’aver chiesto aiuto a Napolitano dopo le pietose scene susseguitesi fosse un vero e proprio golpe. Quando il presidente potrà essere eletto dal popolo e qualcosa non andrà per il verso giusto allora sì che si potrà urlare al golpe! Eppure i militanti, almeno fino alle dieci di sera, poco meno, come degli automi hanno continuato a ripetere Rodotà, Rodotà, Rodotà…. ma se non ha i numeri che la si smetta di rendersi ridicoli. Con tutto il rispetto per la persona di Rodotà che pur ha compreso una possibile distorta strumentalizzazione della propria figura, Napolitano è attualmente il presidente della Repubblica condiviso a larga maggioranza. Non c’è stato nessun inciucio, ne Prodi e neppure Marini. I Cinque Stelle sono rimasti chiusi su loro stessi in preda ad un io smisurato. Ma urlare al golpe piace anche quando si rimane da soli a farlo, con un pugno di critiche in mano, pronti a dire ancora una volta no, in nome di quella comprensibile umana fatica scaturita da una nera crisi. Una crisi che solo il Grillo
sa cavalcare.
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