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Redazione
Ariccia (RM) – Sembrava un semplice avventore del bar, il ragazzo che nella mattina di oggi 28 maggio 2013 si è recato presso il Bar Ramo d’oro di Ariccia sito sull’omonima via. La titolare e diversi clienti del locale si sono trovatati di fronte ad un soggetto in evidente stato confusionale e presumibilmente pericoloso per se stesso e per gli altri. Corporatura robusta, 30 anni, di Lanuvio, il giovane appariva con evidenti problematiche che lo rendevano agitato e nervoso, tanto che sostava per diverse ore nel bar assumendo atteggiamenti scomposti e provocatori come piedi sui tavolini o risate immotivate, alla presenza dei clienti.
La titolare, non sapendo come gestire la situazione, decideva di chiamare il comando dei vigili urbani, che prontamente inviava alle 14 una pattuglia, la quale, constatato il potenziale pericolo del soggetto, nonché il disagio che questi manifestava, ed informava anche il comando di polizia di Albano che con una volante interveniva in loco. Agli agenti, il caso è subito apparso bisognoso di cure mediche, tanto che si rendeva necessario chiedere l’ausilio del personale sanitario del Dipartimento di Salute Mentale sito presso l’Ospedale Spolverini di Ariccia.
Il personale medico intervenuto, immediatamente prestava con estrema scrupolosità tutte le misure necessarie al benessere del ragazzo, il quale, avendo riposto immediata fiducia nei “camici bianchi” , si tranquillizzava, e nonostante fossero poi sopraggiunti nel pomeriggio anche i familiari, il giovane decideva di farsi trasportare in ospedale per avere le cure necessarie. In un momento di relax, come può essere quello piacevole di una sosta al bar per un caffè, è evidente che se il personale medico e gli agenti non fossero intervenuti con la dovuta professionalità e gentilezza, soprattutto nei riguardi di un giovane con problematiche di salute che prima di tutto va tutelato nel suo disagio, per essere poi curato, la situazione poteva anche degenerare, ma la prontezza del personale sanitario, che è riuscito a far rientrare l’emergenza, ha dato modo di valorizzare l’importanza del dialogo in questi casi così estremi, e la delicatezza del lavori di quegli operatori che tutti i giorni sono a contatto con il rischio e la delicatezza di queste patologie, ma che sanno egregiamente affrontare, senza creare situazioni d’imbarazzo o inutili traumatismi a soggetti particolarmente deboli.
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