Roma
Ariccia, Il comune risponde alle accuse della CGIL: ecco come sono andati i fatti
Tempo di lettura 4 minutiL'amministrazione: "Il sindacato, che dovrebbe tutelare i lavoratori della “Funzione Pubblica” si spende, con affermazioni del tutto false, a sostegno di “Cooperative” private"
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8 anni faon
Redazione
ARICCIA – L'amministrazione comunale di Ariccia non ci sta alle accuse lanciate dal sindacato FP-Cgil Roma Sud- Pomezia Castelli che in sostanza attribuisce alla giunta Di Felice di non voler discutere e confrontarsi con i lavoratori del sociale, addirittura facendo intendere che la gestione commissariale precedente si è mostrata di gran lunga migliore di quella attuale eletta alle ultime amministrative. Ecco la nota pervenuta alla redazione de L'Osservatore d'Italia dall'attuale amministrazione comunale.
L’Amministrazione comunale di Ariccia è costretta a replicare al sorprendente e grave “Comunicato Stampa” emesso il 13 dicembre u.s. dalla FP-CGIL Roma sud–Pomezia–Castelli evidenziando come il medesimo sia un condensato di dichiarazioni destituite di fondamento, omissioni ed errori, dal sapore più politico che tecnico: con esso, il sindacato, che dovrebbe tutelare i lavoratori della “Funzione Pubblica”, si spende – con affermazioni del tutto false, peraltro – a sostegno di “Cooperative” private e, cosa ancor più grave, senza accennare minimamente al grandissimo passo avanti fatto proprio da questa amministrazione, a vantaggio del proprio
personale dipendente, con l’approvazione, attesa da decenni, delle linee guida sul fabbisogno del personale e la previsione dei bandi di concorso interni per la selezione di figure di categoria superiore a quelle già inquadrate.
Tant’è: probabilmente, il fine del “Comunicato” era quello di approntare un effimero sostegno alla coalizione politica uscita sonoramente sconfitta dalle ultime consultazioni amministrative e contigua alla predetta associazione sindacale.
Ad ogni buon conto, nonostante la vaghezza e la (voluta?) imprecisione delle accuse ivi contenute, il Comune non si sottrae – come non si è mai sottratto – ad alcun confronto e, forte dell’assoluta correttezza e trasparenza del proprio operato, risponde punto per punto.
1) Nel “Comunicato” si fa riferimento ad un non meglio precisato “licenziamento” di “alcuni lavoratori”. L’espressione, se usata da chi si occupa quotidianamente di diritto del lavoro, non può che lasciare intendere che l’Ente abbia risolto unilateralmente dei rapporti di lavoro subordinato con propri dipendenti. Sennonché, ciò non è successo. Probabilmente, invece, tale Sindacato voleva far riferimento (usando volutamente termini del tutto inappropriati) alla cessazione del rapporto fra il Comune di Ariccia e la Cooperativa Millepiedi, alle dipendenze della quale erano occupate due lavoratrici. Ebbene: il Comune di Ariccia aveva semplicemente affidato a questa Cooperativa alcuni servizi nell’ambito delle attività culturali, turistiche e sociali, che sono stati espletati concretamente dalle due persone. Il rapporto tra l’Ente e la Cooperativa, iniziato a far data dal 14.01.2016, ha avuto scadenza naturale il 30.06.2016. L’Amministrazione ha semplicemente scelto di non rinnovare tale rapporto, sopprimendo alcuni servizi coincidenti con quelli offerti dal distretto socio-sanitario H2 della ASL Rm6 ed affidandone altri al personale interno. Dunque, di quale “licenziamento” parliamo?
2) Quanto ai voucher, questa amministrazione ne ha deciso l’utilizzo per esigenze di lavoro accessorio, a fronte della necessità, a favore della cittadinanza, di piccole opere di giardinaggio, custodia, pulizia e manutenzione di edifici, strade, parchi e monumenti: tutto ciò in conformità a quanto stabilito dalla legge n. 92/2012 e dal D.Lgs 81/2015 (artt. 48, 49 e 50). Si tratta, evidentemente, oltre che di uno strumento pienamente legale, di una scelta di aiuto e sostegno a soggetti con importanti difficoltà economiche, i quali possono essere occupati e retribuiti per lavori di utilità pubblica. Dove, quindi, lo “scandalo” di cui vaneggia la FP-CGIL? Quanto accaduto, al contrario, qualifica positivamente la politica sociale dell’amministrazione in carica alla quale, del resto, non spetta di valutare la bontà di quelle leggi che, frutto di governi di centro-sinistra, non ci risulta abbiano ricevuto così aspre censure da parte dalla CGIL nazionale.
3) Per quanto attiene alle lavoratrici della Cooperativa Marianna Dionigi, queste ultime hanno sempre ricevuto dall’Ente le informazioni che hanno richiesto. Le risposte sono state sempre univoche anche se, si presume, non confortanti: il Comune di Ariccia non si poteva più sostituire al loro datore di lavoro per il pagamento degli stipendi e del TFR. Come è noto, infatti, in materia di appalti della pubblica amministrazione, in caso di ritardo nel pagamento di retribuzioni o contributi ai lavoratori dipendenti dell’appaltatore o subappaltatore, i lavoratori avrebbero dovuto avvalersi degli speciali strumenti di tutela, in vigore al tempo dei fatti, previsti dall’art. 5 del d.p.r. 207/2010 (l’intervento sostitutivo della stazione appaltante in caso di inadempienza contributiva e retributiva con l’effetto del pagamento delle retribuzioni dovute dal loro datore di lavoro anche in corso d’opera), oppure, in via residuale, della tutela prevista dall’art. 1676 del codice civile (secondo cui i
lavoratori dipendenti dell’appaltatore che abbiano prestato il loro servizio possono proporre azione diretta contro il committente per conseguire quanto loro dovuto fino alla concorrenza del debito che il committente ha verso l’appaltatore). Non trovava, al contrario, applicazione la disciplina della responsabilità solidale tra committente e appaltatore di cui all’articolo 29 del d.lgs. 276/2003. Nel caso di specie, le lavoratrici della Cooperativa Marianna Dionigi non hanno utilizzato tali strumenti e nelle more è intervenuto il pignoramento ad opera di Equitalia delle somme che il Comune di Ariccia avrebbe dovuto versare alla cooperativa citata.
Anche in questo caso è stata la legge a disciplinare la procedura. In particolare gli artt. 72- bis e 48-bis del D.P.R. 29 settembre 1973, n. 602: l'agente-concessionario della riscossione ha notificato al debitore e al terzo (Comune di Ariccia) l'ordine di pagare il credito direttamente all'Agente della riscossione.
Nel frattempo, fra l’altro, il Comune di Ariccia, preso atto delle criticità intervenute, ha riaffidato l’appalto alla cooperativa seconda in graduatoria, che ha riassunto tutte le lavoratrici della Cooperativa Marianna Dionigi aventi titolo e non rinunciatarie. Si è trattato, comunque, di vicende accadute prima (cioè nel mese di maggio 2016) che l’attuale amministrazione si insediasse e di un appalto che ha visto come stazione appaltante non il Comune di Ariccia ma il distretto socio-sanitario H2 della ASL RM6.
Orbene, se il nostro odierno accusatore ritiene così scandaloso quanto accaduto, è lecito forse chiedersi dove si trovasse e che cosa facesse mentre i diritti fondamentali delle lavoratrici venivano calpestati dalla Cooperativa Marianna Dionigi che, come questa amministrazione ha potuto appurare solo a posteriori, non pagava a loro le retribuzioni. L’Amministrazione comunale ha fatto tutto quanto ad essa era possibile e lecito e ha applicato le leggi dello Stato. Se la C.G.I.L.-FP Roma Sud–Pomezia–Castelli ritiene il contrario, attendiamo concreti e precisi dati di fatto su cui confrontarci. In attesa, porgiamo anche noi i nostri auguri.
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