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AREZZO: DUE ARRESTI E SETTE DENUNCE DEI CARABINIERI DEL COMANDO PROVINCIALE

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Redazione

Arezzo – Continua l’attivita’ preventiva dei carabinieri nella provincia di  Arezzo che, negli ultimi giorni, hanno proceduto all’arresto di due persone e alla denuncia in stato di libertà, a vario titolo, di altre sette. Cinque i segnalati alla Prefettura per stupefacenti. sei contravvenzioni alla ordinanza comunale antiprostituzione

 
COMPAGNIA CARABINIERI AREZZO

I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Arezzo hanno tratto in arresto un 28enne rumeno, senza fissa dimora per tentato furto aggravato.

Nella mattinata di ieri l’uomo, recatosi presso un supermercato di Arezzo, aveva prelevato nove bottiglie di liquore di varie marche, tentando di non pagarle.

Notato dal personale dell’esercizio pubblico, veniva identificato e tratto in arresto dai militari dell’Arma intervenuti prontamente sul posto e ristretto nella camera di sicurezza della Caserma Carabinieri di Arezzo.

 I Carabinieri di Arezzo hanno inoltre denunciato in stato di libertà un 24enne Aretino e un 26enne russo per guida in stato di ebbrezza alcoolica.

Venivano segnalati alla Prefettura per detenzione per uso personale di sostanze stupefacenti, un 45enne della Valdichiana, trovato in possesso di una  modica quantità di cocaina, un 25enne della Valtiberina a cui venivano sequestrati alcuni grammi di hashish e un minore degli anni 18, albanese, trovato in possesso di nove grammi di marijuana.

Continua anche l’attività di contrasto della prostituzione su strada. I Carabinieri di Arezzo hanno elevato 6 contravvenzioni, a tre prostitute e tre clienti, che si erano fermati con le rispettive auto a bordo strada per contrattare le prestazioni sessuali, per un importo complessivo di 1800 euro.


COMPAGNIA CARABINIERI SAN GIOVANNI VALDARNO
 

I Carabinieri della Stazione di Montevarchi hanno tratto in arresto un 23enne rumeno,residente in Valdarno, in esecuzione di un mandato di arresto europeo emesso il 27 agosto 2013 dal Tribunale di Bucarest, essendo stato condannato  a due anni di reclusione per reati contro l’ordine e la sicurezza pubblica, commessi in Romania.

L’uomo, sorpreso nel pomeriggio del 22  gennaio scorso da una pattuglia dell’Arma in Piazza Donatori del Sangue di Montevarchi, veniva tratto in arresto e tradotto presso la Casa Circondariale di Arezzo.

I Carabinieri della Stazione di Montevarchi hanno denunciato in stato di libertà un 49enne del Valdarno per ricettazione.

A conclusione delle attività di indagine i militari dell’Arma rinvenivano in possesso dell’uomo 2 tavoli d’epoca, risultati provento di un furto commesso a dicembre dello scorso anno ai danni di un 50enne in provincia di Macerata.

COMPAGNIA CARABINIERI DI CORTONA

I Carabinieri della Stazione di Castiglion Fiorentino hanno denunciato in stato di libertà per omessa esibizione senza giustificato motivo di documenti d’identità un 22enne e un 26enne marocchini, residenti rispettivamente ad Arezzo e in Valdichiana. Il 26enne veniva inoltre denunciato per false dichiarazioni sull’identità personale.

I Carabinieri della Stazione di Monte San Savino hanno segnalato alla Prefettura quali assuntori di sostanze stupefacenti un 21enne e un minore degli anni 18, entrambi della Valdichiana.

Nella mattinata di ieri i militari dell’Arma procedevano al controllo di una autovettura, a bordo della quale vi erano i due giovani, che venivano trovati in possesso di alcuni grammi di marijuana.

 
I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Cortona hanno denunciato in stato di libertà un 40enne aretino per guida in stato di ebbrezza alcoolica.

Verso le 2,30 del 18 gennaio scorso l’uomo veniva fermato in località Boscatello di Castiglion Fiorentino alla guida della propria autovettura e sorpreso con un tasso di alcool nel sangue di oltre 1 g/l .

Allo stesso veniva immediatamente ritirata la patente.

 
Sempre i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Cortona hanno denunciato un 57enne della Valdichiana per guida in stato di ebbrezza alcolica e guida con patente revocata.

Verso le 3,30 del 18 gennaio 2014, ad un posto di controllo in località Boscatello di Castiglion Fiorentino i militari dell’Arma fermavano un’autovettura, il cui conducente veniva trovato con un tasso di alcool nel sangue di 2,30 g/l.

Ulteriore accertamenti consentivano ai Carabinieri di appurare che l’uomo stava circolando alla guida della propria autovettura nonostante che, con provvedimento della Prefettura di Arezzo dell’8 aprile 2013, fosse stata disposta nei suoi confronti la  revoca della patente di guida e il fermo amministrativo dell’automezzo, che era stato affidato in custodia allo stesso.

Per tale motivo i Carabinieri procedevano al sequestro amministrativo finalizzato alla confisca del mezzo, che stavolta veniva affidato in custodia ad una ditta autorizzata.

 
COMPAGNIA CARABINIERI DI BIBBIENA

I Carabinieri della Stazione di Pieve Santo Stefano hanno denunciato in stato di libertà un 26enne Marocchino, residente in provincia di Perugia.

Verso le 15,30 di giovedì scorso ad un posto di controllo in località Villalba di Pieve Santo Stefano, i militari dell’Arma fermavano una autovettura alla cui guida vi era l’extracomunitario, che era sprovvisto di permesso di soggiorno, scadutogli da alcuni mesi.
 

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Corsi di recupero per i debiti formativi: dettagli ed efficacia

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Ogni scrutinio di classe è diverso e proprio per questo possono essere decretate promozioni, bocciature o sospensioni di giudizio, nonché i cosiddetti debiti formativi.

In questo articolo non si vuole tanto commentare la decisione di dare 1 o 2 o 3 debiti formativi in una o più discipline, quanto l’efficienza dei corsi formativi che dovrebbero aiutare lo studente, in sospensione di giudizio, a ripassare la materia/e per poi dare l’esame “riparativo” da fine agosto a inizio settembre.

La regola ministeriale sancisce che chi “salda” il debito/i passa all’anno scolastico successivo e chi non lo supera dovrà ripetere l’anno.

Quello che spesso ci si domanda, tra docenti, è quanto l’alunno riesca a comprendere dal corso formativo e quanto sia utile lo studio individuale.

Sicuramente, il corso formativo aiuta l’alunno a ristudiare i punti di fragilità della disciplina in cui ha il debito, ma un buono studio individuale può rendere maggiormente efficace il recupero.

In questo caso, sarebbe necessario avere un’insegnante esterno che possa aiutare lo studente a focalizzarsi sui punti chiave svolti a lezione.

Essenzialmente, per questi motivi sarebbe idoneo:

  • 1. Focalizzare per memorizzare, ma anche per comprendere;
  • 2. Produrre uno schema riassuntivo sugli argomenti che appaiono più fragili da apprendere;
  • 3. Leggere gli schemi e i riassunti ad alta voce;
  • 4. Non darsi un tempo nello studio poiché ogni persona ha i suoi di tempi;
  • 5. Ripetere i concetti chiave più e più volte;
  • 6. Passare ad argomenti successivi;
  • 7. Produrre testi o comprensioni scritte per esercitarsi;
  • 8. Nella fase finale ripassare tutto a scaglioni.

Pertanto, costruirsi uno schema mentale è molto utile sia per l’alunno che per l’insegnante che, caso mai segue, individualmente il ragazzo/a.

Ecco, secondo questa progettualità di recupero, lo studente con debito/i potrebbe arrivare a risultati efficaci e fare “bella figura” davanti alla commissione di recupero. Tuttavia, la proposta vincente è si ai corsi formativi, ma anche un grande si allo studio individuale oppure accompagnato da un docente in rapporto 1/1.

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La linguistica italiana: qual’è l’elemento che si oppone al suo cospetto?

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La lingua italiana nel corso dei secoli ci ha lasciato poemi, trattati, racconti e storie che al giorno d’oggi necessitano di essere interpretati da esperti ( o non ) per poterli conoscere nella loro anima. Pensiamo alla Divina Commedia di Dante Alighieri nella versione volgare dell’italiano … ecco in questo caso per interpretarla dobbiamo “tradurla nell’italiano che si parla oggi”.

Gli studiosi, i docenti possono tradurla, ma chi non è erudito o non possiede le strumentazioni adatte (vocabolari, la conoscenza della storia della lingua italiana etc …) fa sicuramente più fatica a comprenderne il significato.
Tutto quello che la lingua italiana ci ha lasciato necessita di essere analizzato poiché come primo requisito per una giusta comprensione del poema è sapere quando è stato scritto? dove è stato scritto (in quale paese)? che influenze ha subito da parte di altre lingue? quale storia c’è dietro a quel racconto?

Parlare di interpretazione linguistica è banale, si necessità di una vera e propria traduzione, ad esempio dall’italiano volgare del 1200 a quello del 1800.
Ogni epoca ha delle caratteristiche linguistiche in termini diacronici che nessuno può modificare.

Come reca il titolo dell’articolo esiste un elemento che si oppone alla pura lingua italiana (così come la conosciamo oggi): il dialetto.

In molti paesi della nostra penisola il dialetto è conservato e tutt’ora oggi si mantiene vivo. Questo accade sia al nord, al centro che al sud Italia.

L’utilizzo del dialetto, considerato una lingua a tutti gli effetti, è molto in voga in Italia poiché molte persone vogliono mantenere le proprie origini e, non solo, anche la propria unicità/identità. Per tali motivi, assolutamente non banali, la lingua italiana si confronta anche con i vari dialetti.

La dialettofonia rappresenta il suono delle parole di un determinato registro linguistico tipico di una parte della nostra Italia. A volte il solo aspetto fonetico delle parole dialettali ci permette di riconoscere, ad esempio, da quale regione arriva quella tal persona.
Il dialetto “ricalca”, in senso figurato, uno stemma che ciascuno di noi porta nel suo DNA e che non può cancellare. Tuttavia, se una persona non parla il suo dialetto non vuol dire che non gli piaccia o che non sa esprimersi, ma semplicemente possono esserci delle abitudini pregresse che non gli consentono di utilizzare il dialetto.

Solitamente questo è il caso dei giovani d’oggi che preferiscono gli slang ai codici linguistici del proprio dialetto. Una caratteristica sicuramente positiva è mantenere vive le forme dialettali a favore di un loro utilizzo altrettanto diffuso.

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Un anno senza Silvio Berlusconi

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Era il maggio del 2016, mancavano pochi giorni alla sfida tra Beppe Sala e Stefano Parisi candidati sindaco di Milano.
Io ero un “semplice” candidato nel municipio 8 ove ero residente.
Una serata elettorale come tante io, ovviamente, giacca e cravatta come “protocollo detta”.
Si avvicina un amico e mi fa: vuoi venire a salutare il presidente?
Io tentenno – non lo nascondo, mi vergognavo un po’ – lo seguo entro in una stanza.
Presenti lui, il presidente, Maria Stella Gelmini, il mio amico ed un altro paio di persone.
Presidente lui è Massimiliano Baglioni è uno dei candidati del nostro schieramento, dice il mio amico.
Il presidente mi stringe la mano mi saluta e con un sorriso smagliante mi chiede:
Cosa pensa di me?
Ed io, mai avuti peli sulla lingua, rispondo:
Presidente non mi è particolarmente simpatico, lo ammetto, ma apprezzo in Lei quella Follia che ci unisce in Erasmo da Rotterdam.
Sorride si gira verso la Gelmini e dice:
Mary segna il numero di questo ragazzo, mi piace perché dice ciò che pensa.
Si toglie lo stemma di Forza Italia che aveva sulla giacca e lo appende sulla mia.
Non lo nascondo: sono diventato rosso.

Oggi, ad un anno dalla morte di Silvio Berlusconi riapro il cassetto della mia memoria per ricordare questo italiano che ha fatto della Follia un impero economico, una fede calcistica, una galassia di telecomunicazioni.
Conservo con cura quella spilla simbolo di  un sogno, simbolo di libertà.
Grazie ancora, presidente, ma si ricordi: non mi è, ancora oggi, simpatico.

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