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ARABIA SAUDITA: 19 DECAPITAZIONI NEL SOLO MESE DI AGOSTO

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Tempo di lettura 2 minutiLa denuncia dell'organizzazione mondiale “Human Rights Watch” fa emergere il problema della pena di morte. I reati puniti riguardano atti di stregoneria e vendita illegale di droga.

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di Maurizio Costa

L’Arabia Saudita, nel solo mese di agosto, ha applicato la pena di morte per decapitazione su almeno 19 persone. Se si contano tutte le esecuzioni dell’anno, i morti arrivano a 34.

Secondo lo “Human Rights Watch”, un’organizzazione internazionale che si occupa della difesa dei diritti umani, la pena capitale dovrebbe essere applicata solamente ai crimini più efferati, sebbene si tratti comunque di una pratica che andrebbe eliminata dalle istituzioni di tutto il mondo.

Il fatto eclatante è che i crimini commessi da queste persone riguardano traffici illegali di droga e stregoneria.

Il re dell’Arabia Saudita, Abdullah bin Abdulaziz Al Saud, insieme al governo del Paese, ha dato il via a questo giro di vite per contrastare il fenomeno dei narcotrafficanti. Il 18 agosto sono stati uccisi ben 4 spacciatori di droga e chiunque farà la stessa cosa “verrà punito secondo la legge della Shari’a, la legge di Dio”, ha dichiarato lo stesso re.

La Shari’a, però, prevede la pena di morte solamente per i crimini di omicidio ingiusto di un musulmano, adulterio, bestemmia e apostasia. Tutte le altre condanne sono disposizioni legislative.

Mohammed bin Bakr al-Alawi è stato ucciso il 5 agosto per aver praticato atti di stregoneria, mentre il 25 agosto, Hajras al-Querey verrà decapitato per traffico di droga, sebbene soffra di disturbi psichici e non sapesse di avere la droga dentro l’auto al momento dell'arresto.

I processi sono spesso sommari e le future vittime sono obbligate a confessare attraverso la pratica di torture.

“È una macchia per tutti i diritti dell’uomo – ha dichiarato Sarah Leah Witson, direttrice del HRW per il Medio Oriente – e le esecuzioni per i crimini di stregoneria o spaccio sono sconcertanti perché questi atti illegali di per sé non prevedono l’uccisione di nessuna persona.”

“Le autorità devono fermare questa pratica. – queste le parole di Said Boumedouha di Amnesty International – La pena di morte è sempre sbagliata ma per crimini di questo tipo ancor di più.”

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