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Latina

Aprilia: la polizia locale sciopera. È scontro con il sindaco

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Tempo di lettura 2 minuti “Un silenzio assordante e preoccupante, nonostante le tante problematiche dei lavoratori della Polizia Locale" che si sono accumulate nel corso degli anni e che non possono essere più sopportate

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di Simonetta D'Onofrio

 

APRILIA (LT) – Altra grana per il sindaco di Aprilia, Antonio Terra, finito sotto attacco qualche giorno fa, dopo le voci circolate sui contributi che avrebbe ricevuto dal patron della Rida Ambiente, durante la campagna elettorale del 2013, motivazione che ha indotto i consiglieri d’opposizione a richiedere un consiglio comunale straordinario.

Ora, lo scoglio più difficile arriva direttamente da una parte dei dipendenti comunali, la polizia locale. Le motivazioni che li hanno portati a questo scontro aperto con il sindaco di Aprilia, sfocerà in uno sciopero programmato dal lavoro, con la completa astensione dalle prestazioni supplementari e dello straordinario dal 28 settembre al 16 ottobre e delle prestazioni ordinarie per 24 ore nella giornata del 29 settembre, giorno in cui è prevista la celebrazione della festa di San Michele, evento importante per la città, poiché viene onorato il Patrono della Città.


Sono stati costretti a intraprendere tale iniziativa di protesta, anche se consci che la decisione arrecherà disagi ai cittadini, a seguito di alcuni parametri non rispettati in questi mesi dall'amministrazione comunale. Denunciano  la mancata erogazione dei buoni pasto da agosto 2015, anche questo solo per la Polizia Locale, il mancato pagamento del progetto svolto dai lavoratori della Polizia Locale per la Festa di San Michele 2015 e dulcis in fundo dal mancato rilascio della patente di servizio per la metà dei lavoratori della Polizia Locale che nonostante ciò sono comandati a guidare giornalmente i veicoli di servizio rischiando, in caso di infrazioni al Codice della Strada che prevedano il ritiro o la detrazione di punti, la loro patente di guida personale.Tutto ciò ha determinato una situazione di fastidio, che stanno vivendo da diversi mesi i dipendenti pubblici della Polizia Locale di Aprilia. Una scelta obbligata, ci dicono i rappresentanti sindacali, nostro malgrado, riconducibile solo ed esclusivamente alla scelta dell’Amministrazione di non voler trovare soluzioni alle tante problematiche e che sperano vivamente  ci sia un dialogo con il primo cittadino, affinché si possa trovare una rapida soluzione alla vertenza. Provvedimenti presi dai sindacati come conseguenza di presa d’atto che non c’è stata nessuna volontà di mediazione, dopo la proclamazione dello stato di agitazione dei sindacati, da parte del Sindaco di Aprilia e della dirigenza del comune apriliano.
Così commentano i diretti interessati: “Un silenzio assordante e preoccupante, nonostante le tante problematiche dei lavoratori della Polizia Locale che si sono accumulate nel corso degli anni e che non possono essere più sopportate dopo gli eventi dell’anno in corso.”


I fatti che hanno indotto la protesta risalgono dopo che la Giunta ha prodotto una modifica unilaterale dell’orario di servizio, la sensibile diminuzione ingiustificata, a parere delle scriventi organizzazioni sindacali, dei punteggi relativi alla produttività relativa all’anno 2015 di tutti i lavoratori della Polizia Locale rispetto alla media degli ultimi anni, all’attribuzione dei gradi completamente priva di procedure trasparenti e con l’esclusione di alcuni dipendenti dalla valutazione dei loro curricula vitae, al blocco dei pagamenti di tutte le indennità da marzo 2016 e dello straordinario, solo per la Polizia Locale.
Ribadiscono come la situazione sia diventata insostenibile e paradossale, non solo per i mancati pagamenti, depauperando fortemente le buste paga, ma vanno a colpire “inspiegabilmente” solo questi lavoratori della Polizia Locale.

Cronaca

Roma e Latina, traffico di droga: sequestro beni da 4,5 milioni a capi organizzazione

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Maxi sequestro di beni da circa 4,5 milioni di euro tra Roma e Latina. Ad eseguire il provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca i poliziotti della Divisione Anticrimine della Questura di Roma. Interessati beni e assetti societari, tra cui immobili e società riconducibili ai tre capi di un’associazione dedita al traffico di droga recentemente arrestati nell’ambito di un’operazione della Squadra Mobile coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. Sulla base di accertamenti svolti dalla Divisione Anticrimine di Roma sarebbe emerso che dall’attività illecita avrebbero accumulato ingenti proventi reinvestendoli in parte in società di sale scommesse a Pomezia e Ardea e in una rivendita di veicoli a Roma, e, in parte, nell’acquisizione di proprietà mobiliari, immobiliari e in polizze assicurative. Tra i beni interessati dal sequestro disposto dal Tribunale di Roma – Sezione delle Misure di Prevenzione di Roma – 4 compagini societarie e 4 immobili, tra cui una villa di notevoli dimensioni con piscina.

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Cronaca

Cisterna di Latina, duplice omicidio: lei si è salvata scappando dalla finestra

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Desyrée Amato, la 22enne sopravvissuta ieri alla furia dell’ex fidanzato che a Cisterna di Latina ha ucciso la sorella e la madre della giovane (49 e 19 anni), è riuscita a salvarsi fuggendo dalla finestra del bagno dove si era rifugiata. Cristian Sodano, finanziere di 27 anni, dopo aver sparato alle due donne con l’arma d’ordinanza ha seguito la ragazza in bagno e ha sfondato la porta a calci. Lei è riuscita a scappare dalla finestra e a nascondersi in una legnaia in giardino, poi ha raggiunto la strada dov’è stata trovata in stato di choc. Nel pomeriggio di ieri l’uomo – originario di Minturno ma in servizio nel reparto navale di Ostia – è arrivato nella casa delle tre donne, nel quartiere San Valentino. Al culmine di un litigio ha aperto il fuoco. Alcuni quotidiani scrivono che l’uomo aveva dormito in quella casa soltanto la notte prima del duplice omicidio, nonostante la rottura sentimentale. “Ho litigato e poi ho sparato”, ha detti ai poliziotti che l’hanno arrestato.

Nei confronti di Sodano la procura di Latina ha emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto, scattato dopo le indagini della Squadra Mobile e l’interrogatorio davanti al pm di turno, durante il quale l’uomo ha confessato la sua responsabilità, confermando quanto già dichiarato in prima battuta agli agenti intervenuti sul posto. Al termine degli atti di rito, è stato portato in carcere in attesa della convalida.

Secondo quanto si apprende Cristian Sodano, questo il nome dell’uomo, avrebbe ucciso Nicoletta Zomparelli e Reneé Amato dopo che queste erano probabilmente intervenute per difendere la sua ex fidanzata, Desyrée Amato. Il 27enne è stato rintracciato e portato in Questura dagli agenti della squadra mobile nel quartiere Q4 mentre stava cercando di raggiungere casa, nei pressi dell’abitazione di un parente. 

Di Reneé Amato e della sorella Desyreé si sa che avevano la passione per il ballo, come emerge dalle immagini sui loro profili social: la giovane uccisa aveva anche vinto qualche premio. La madre Nicoletta Zomparelli lavorava in un’agenzia immobiliare. 

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Cronaca

Pontinia, maltrattamenti di animali: chiusa azienda zootecnica

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La titolare è stata denunciata per maltrattamento di animali, scarico non autorizzato di acque reflue industriali e attività di gestione di rifiuti non autorizzata

Nella giornata di ieri, i Carabinieri della Stazione di Pontinia, unitamente alle componenti specializzate del Gruppo Carabinieri Forestali di Latina, del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Latina e con il supporto del Servizio Veterinario dell’A.S.L. di Latina, hanno effettuato un controllo presso un’azienda zootecnica di Pontinia operante nell’allevamento di bufale.
Durante l’ispezione i Carabinieri ed i Veterinari hanno potuto accertare come gli animali fossero allevati e tenuti in condizioni non compatibili con le proprie caratteristiche etologiche.
Nello specifico gli operanti hanno rilevato come gli animali fossero costretti a stabulare in consistenti liquami, senza acqua, con mangimi contaminati.

Gli animali, di cui molti vitellini legati, sono stati inoltre riscontrati affetti da varie problematiche sanitarie e la mancanza dei requisiti minimi per la gestione degli stessi, con evidente sofferenza del bestiame e compromissione della salute degli animali.

Nella stessa azienda sono state trovate, poco distante dalle stalle, due carcasse di vitelli bufalini non smaltiti ed una discarica abusiva di rifiuti speciali pericolosi, nonché lo scarico nel canale attiguo all’azienda dei liquami e reflui prodotti dall’azienda.

Per tutti questi motivi l’azienda ed i 117 animali sono stati posti sotto sequestro. La titolare è stata denunciata per maltrattamento di animali, scarico non autorizzato di acque reflue industriali e attività di gestione di rifiuti non autorizzata.

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