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Redazione Lazio

Aprilia, il sindaco ascoltato sulla criminalità nel territorio comunale

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Tempo di lettura 3 minuti Terra: “Non esistono evidenze certe della riconducibilità di recenti episodi alle organizzazioni criminali, ma occorre vigilare”

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APRILIA (RM) – Il sindaco del comune di Aprilia Antonio Terra è stato ascoltato oggi in commissione consiliare speciale sulle infiltrazioni mafiose e sulla criminalità organizzata nel territorio regionale, presieduta da Baldassare Favara. Il tema dell’audizione era la situazione della sicurezza pubblica nel territorio comunale, con particolare riferimento all’eventuale presenza di organizzazioni criminali. A tale proposito, il sindaco, che ha riferito di essere già stato ascoltato in commissione al Senato, ha detto che ad oggi non gli risulta appurato che alcuno degli eventi intimidatori verificatisi ad Aprilia di recente (auto incendiate, colpi di pistola contro veicoli) sia riconducibile con certezza alla criminalità organizzata. Ciononostante, gli episodi destano preoccupazione e l’amministrazione comunale “ha messo a disposizione degli inquirenti ogni elemento utile a ricostruire l’accaduto” per individuare le responsabilità.
 
Un paio di sequestri di fabbricati nel territorio comunale, uno dei quali era di proprietà di uno storico esponente della banda della Magliana, potrebbero, secondo il sindaco, far pensare in effetti a infiltrazioni della criminalità organizzata ad Aprilia. Al riguardo, la richiesta dell’Amministrazione che i beni siano messi a sua disposizione per l’utilizzo nell’interesse della collettività non è stata soddisfatta: questo nonostante il comune si sia anche dotato di un ufficio per la gestione dei beni confiscati. Il sindaco non ha inteso negare che il territorio, punta avanzata della provincia di Latina in direzione di Roma, possa essere oggetto degli appetiti criminali, ma ha voluto dire che i sequestri di fabbricati, nonché le intimidazioni subite da egli stesso e da un altro funzionario comunale, non sono state almeno finora ricondotte con certezza a una matrice di criminalità organizzata. “Il comune di Aprilia bandisce regolarmente gare”, ha concluso il sindaco, e queste “vedono un’alta partecipazione di imprese, molte delle quali ubicate nella parte meridionale dell’Italia”: ma ciò non autorizza, secondo Terra, alcuna conclusione su presunti interessi criminali nel settore degli appalti. Il settore dei rifiuti, che potrebbe essere appetibile per il suo valore complessivo, di circa 12 milioni, è addirittura gestito in house.
 
Il presidente Favara, nel ricordare la cronologia degli episodi di cronaca criminale riguardanti Aprilia in tempi recenti, ha evidenziato soprattutto il fatto che il questore di Latina abbia sottolineato come la zona della provincia nord di Latina, su cui insiste Aprilia, denoti una presenza criminale riconducibile alla Ndrangheta. Improbabile un interesse della criminalità per il settore edilizio, per il sindaco. A proposito infatti di uno degli episodi ricordati da Favara, il primo cittadino ha precisato che il funzionario che ne è stato vittima non si occupa di edilizia ma di servizi tecnologici, e che il piano regolatore di Aprilia risale al 1973 e che il settore edilizio al momento è praticamente fermo a causa della crisi.
 
La consigliera Valentina Corrado (Movimento 5 stelle) ha detto poi di ritenere utile sollecitare la competente direzione regionale per l’assegnazione al comune degli immobili di cui ha parlato il sindaco. A quest’ultimo ha rivolto un preciso invito per sapere come la Regione possa rendersi utile con la sua attività al comune di Aprilia e ha sollecitato il presidente Favara a farsi interprete della preoccupazione per la chiusura dei commissariati, che mette a rischio la sicurezza dei comuni del sud laziale. In risposta alla consigliera, il sindaco ha citato in particolare un progetto per la videosorveglianza, che aveva beneficiato di fondi regionali, ma solo inizialmente. Anche le carenze di organico del comune, ha detto il sindaco, costituiscono un problema per Aprilia, che ha solo 145 dipendenti (di cui circa 40 vigili) per una città di 75 mila abitanti. Il presidente Favara ha annunciato in conclusione che esiste l’ipotesi di stanziare altri fondi per la videosorveglianza e anche quella di rinnovare il patto Lazio sicuro; al contrario, poco si può fare sul tema della ristrutturazione della pianta dei commissariati di polizia, ha detto, che “risponde a precise linee del ministero degli interni”.

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
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il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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