ANZIO: IL RICORDO DELLO SBARCO

di Silvio Rossi

Anzio (RM) – Coltivare la memoria significa innanzi tutto cercare di comprendere fino in fondo cosa è avvenuto, quali sono state le azioni degli attori delle vicende, chi ha commesso degli errori e perché. Non basta organizzare una rievocazione in fretta e furia per rendere giustizia ai protagonisti della storia.
Il comune di Anzio ha ben compreso la necessità di non trascurare i dettagli del racconto storico, in particolare nell’organizzazione delle celebrazioni per lo sbarco alleato avvenuto nelle coste della cittadina laziale.
Una settimana d’incontri, mostre, visite, tutte dedicate all’episodio che ha contribuito a cambiare drasticamente le sorti della Seconda Guerra Mondiale per quanto concerne il teatro delle operazioni italiane. Tra le varie iniziative che hanno colorato di grigio-verde le strade della città che diede i natali a Caligola e Nerone, il convegno organizzato da Comune e Museo dello Sbarco presso Villa Sarsina, ha messo in evidenza le luci, e alcune ombre che hanno caratterizzato l’azione alleata nell’inverno del 1944.
Il Generale Massimo Coltrinari ha ricordato la figura del generale John P. Lucas, comandante delle operazioni durante lo sbarco, ricordando come le forze messe a sua disposizione erano insufficienti per il compito richiesto. Nell’esposizione il generale ha esposto come, i rapporti contrastanti tra britannici e americani riguardo l’opportunità di spostare le forze nel mediterraneo, non gli ha permesso di avere più di due battaglioni (sarebbe stato opportuno averne il doppio), né la presenza dei mezzi di appoggio navale partiti subito dopo le operazioni di sbarco, condizioni che hanno determinato il blocco delle posizioni, e una battaglia durata oltre tre mesi con decine di migliaia di morti, che un attacco più deciso avrebbero risparmiato.
Proprio nel non aver avuto la forza di ribellarsi ai propri superiori sono partite le critiche del generale Coltrinari. Questa debolezza è costata la vita a molti suoi sottoposti.
Anche il professor Giancarlo Ramaccia ha messo in evidenza le incertezze degli alleati nell’operazione Shingle, innanzi tutto nella scelta del punto in cui attraccare, definendo più opportuno, per sconfiggere le difese tedesche organizzate nella linea Gustav, uno sbarco più vicino alle linee nemiche, nei pressi di Terracina. Deficitaria era, per gli alleati, anche la comunicazione, che ha messo in seria difficoltà i reparti sbarcati, salvati solo dall’azione dell’aeronautica e dalle informazioni che giungevano dalla resistenza dei partigiani, che a loro volta però erano profondamente divisi nel loro interno tra i fedeli alla corona e i convinti repubblicani.
Le manifestazioni collegate alla rievocazione dello sbarco, che da molti anni impreziosiscono Anzio, sia per il contenuto dei convegni, sia per l’importanza degli ospiti (nel 1994, in occasione del cinquantesimo anniversario, è stato ospitato l’allora Presidente americano Bill Clinton), hanno avuto il culmine il 25 gennaio, con la rievocazione dello sbarco con mezzi anfibi e sorvolo di aerei, e terminerà domenica 1 febbraio con un convegno storico sul contributo statunitense nella ricostruzione italiana post bellica.