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Un paese fermo, triste e senza futuro. In un Italia che non trova nessuna soluzione ai mille problemi che circondano i cittadini, a pochi giorni dal 2018 il problema da risolvere rimane solo uno: il fascismo. Lontani dal tempo, da qualsiasi forma di realismo tutti compresi si uniscono nella paura di rivedere all’orizzonte il ventennio fascista. Non si parla di altro. Sembra un paese rimasto al 1946 o magari nel pieno degli anni di piombo, dove c’era sempre chi vedeva il pericolo “nero” all’orizzonte, mandando una generazione allo scontro armato.
E’ un dovere di tutti aprire gli occhi, non raccogliere sempre quello chi ci viene fatto vedere per sa quali scopi o direttive
La lista dei problemi che devono affrontare i politici è immensa. Dalla sanità allo sbando, ai trasporti, ad un tasso di disoccupazione spaventoso, ad un territorio regionale (come il Lazio per esempio) che vede la presenza di oltre 90 clan legati alla criminalità organizzata, ad aumento indescrivibile di tumori per cause ambientali e non solo e potremmo continuare all’infinito.
Ma il problema nel 2018 rimane il fascismo
La stessa giunta Raggi qualche giorno fa, probabilmente non avendo nulla a cui pensare, vista la situazione in cui versa la Capitale ha mandato una squadra a togliere un murales nel quartiere Prenestino dove si ricorda un ragazzo missino ucciso nel 1975, quando aveva appena 16 anni, da un commando brigatista.
Siamo al paradosso storico
Non avendo argomenti da trattare, non avendo la capacità per risolvere i problemi si rispolvera la storia di 100 anni fa, distraendo la popolazione su paure inesistenti. Del resto è un classico per chi detiene il potere. Ad un’intera popolazione, che per fare un’analisi specialistica in una struttura ospedaliera, deve aspettare dai 6 mesi ad un anno, potremmo chiedere se all’orizzonte vede le camicie nere. O magari ai cittadini coinvolti nei terremoti, se desiderano una casa (costretti a vivere un altro inverno al freddo) o magari se intravedono in lontananza il Duce con il Re. Non è una storia divertente, ma è quello che si respira nel bel Paese. A noi cittadini (quelli liberi), rimane il diritto di vedere la realtà con i nostri occhi. Di non farci intrappolare dai soliti giochetti visti e rivisti.
Marco Staffiero
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