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di Simonetta D'Onofrio
Anguillara (RM) – Ogni giorno sono migliaia i cittadini e gli imprenditori, da Nord al Sud, che denunciano truffe alle Forze dell’Ordine, molto spesso provengono dal Web, più o meno gravi, che vengono compiute da società di comodo (spesso con sede legale all’estero) o da soggetti, con raggiri e inganni finalizzati a recare loro un illecito profitto. Questa volta la testimonianza di una truffa ci viene segnalata da un imprenditore che esercita la sua professione nel campo del risparmio energetico, nella zona del lago di Bracciano. L’operazione condotta dai Carabinieri di Ardea e di Anguillara Sabazia, ha sgominato un’organizzazione, composta da alcune persone che dichiaravano di lavorare per una società di Pomezia (che opera sempre nel risparmio energetico), con fermo di un ragazzo di 22 anni, già pregiudicato, e altre due persone denunciate a piede libero.
I FATTI:
L’imprenditore che stava subendo l’artificio è stato contattato telefonicamente da un sedicente “ingegnere Bianchi” (nome di fantasia) che lavorava per conto di una società di Pomezia e gli chiedeva di acquistare una stufa a pellet di una nota marca, che doveva installare nell’arco delle ventiquattrore, quindi con la massima urgenza in un’abitazione di Ardea. Gli veniva indicato dall’ “ingegner Bianchi” l’indirizzo e gli veniva detto che al momento della consegna avrebbe ricevuto un assegno. Insospettito dalle circostanze e dalle modalità della proposta di acquisto il rivenditore ha chiamato la società di Pomezia che le aveva indicato “l’ingegnere Bianchi”, la quale gli ha riferito che non aveva dato alcun mandato a terze persone di ordinare stufe e che già in passato avevano subito truffe simili. Ed è qui che l’imprenditore ha allertato i carabinieri, prima quelli locali, della stazione di Anguillara e poi quelli di competenza territoriale, di Ardea, dove stava per avvenire la truffa. Gli hanno suggerito di concordando all’insaputa del truffatore un appuntamento. Giunti sul posto la ditta di Anguillara trovava ad aspettarli due ragazzi dell’Est, intenti a prendere la stufa e un assegno con la firma dell’ignara società, che in passato aveva già ricevuto truffe simili. A questo punto, sono intervenute le Forze dell’Ordine, che immediatamente hanno bloccato i due ragazzi, raccogliendo gli elementi utili, per ulteriori indagini per ritrivare il soggetto ideatore della truffa, cioè il sedicente “ingegnere” che in quel momento non si è fatto trovare sul luogo del delitto.
L’imprenditore ha voluto raccontare a L'Osservatore d'Italia la sua esperienza, in tempo reale, sebbene sia stato solo un tentativo di truffa, e grazie all’aiuto dei Carabinieri ha potuto adeguatamente districarsi nella faccenda, rimangono tantissimi a cadere in queste trappole. Arriva una telefonata, si legge un annuncio sullo schermo allettante, e molte persone sprovviste di informazioni sufficienti, tendono fidarsi di queste persone che, a primo acchito tendono sempre a dimostrandosi estremamente gentili ed empatiche. E dopo rimane all’ignaro il “pacco” il “bidone”. Non solo. Rimane anche la delusione che lascia l’amaro in bocca. Le pene per questa tipologia di reati sono miti, quasi inesistenti, e non per di più sono certe e, cosa non banale, le somme che vengono truffate, spesso non verranno mai recuperate. Perché dietro agli artefici delle truffe di sono nullatenenti o teste di legno.
La rabbia delle persone di fronte a questi impostori lievita ogni giorno e le Forze dell’Ordine vanno ringraziate per il lavoro che svolgono quotidianamente. Se si accende il campanellino dell’allarme, anche solo una semplice telefonata alla stazione dei Carabiniere ci può salvare la vita, non farci incappare in situazioni spiacevoli.
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