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Roma

ANGUILLARA: STORIA DI UN "NORMALE" DISSERVIZIO

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Tempo di lettura 4 minuti Anguillara chiude i battenti e la responsabilità di un paese intero resta sulle spalle di un agente dei vigili urbani, chiuso nella sua roccaforte a Piazza del Comune.

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di Emanuel Galea
Anguillara (RM) – A raccontarla potrebbe sembrare un enorme paradosso. Anguillara, paese da fiaba bagnato da due laghi, quello di Bracciano e quello di Martignano, quando un anno sì e l’altro pure, vive ore di ansia per l’altissimo livello delle acque e sparisce la battigia. Si mobilitano i gestori degli stabilimenti balneari e chiedono ai tre sindaci delle città lagunari di aprire le paratie della diga di contenimento, per far defluire l’acqua in esubero verso il fiume Arrone. In sintesi, acqua ovunque, acqua in abbondanza. L’Acea può prelevare fino a 34,68 milioni di metri cubi di acqua l’anno (quasi 35 miliardi di litri) e questo in virtù del decreto n°1170 del 19 giugno 1990 del Ministero dei Lavori Pubblici, che stabilisce le modalità di prelievo di acqua dal lago di Bracciano da parte della società Acea.  Vogliamo lasciare fuori la fonte della Mola Antica? Un’oasi di pace, di serenità e di fresco ma innanzitutto una sorgente d'acqua. Perché è chiusa? Per rispondere ai dettami d’interessi che nulla hanno a che fare con quello del bene comune non tergiversiamo. L'acqua c'è in questo questo fazzoletto di terra, il creatore non è stato per niente avaro. Ha versato qui tutti i fiumi del paradiso. Scendiamo giù per terra e parliamo degli acquedotti.
L’acquedotto nostrano è alimentato dai pozzi-serbatoi Montano,Biadaro,Colle Sabazio,Ponton dell’Elce e Pantane:


Quello che interessa alla nostra storia è il Biadaro.
L'impianto è stato realizzato all’inizio degli anni ’80 e serve la parte urbana sviluppatasi a sud del centro originario del comune sulla dorsale della via Anguillarese, dapprima fino alla stazione ferroviaria e successivamente anche oltre. Questo impianto dispone di un serbatoio di circa 200 mc in cemento armato e di due pozzi artesiani, il n. 3 e il n. 8 che vi immettono acqua per un totale giorno di mc 1.000 d’inverno e di circa 2.000 nei picchi estivi. Fermiamoci qui perché credo che il quadro emerga più che chiaro. Anguillara è una città favorita dagli dei con il dono innato di essere padrona di “tanta acqua”.  Detto ciò, allora, dove sta il paradosso?Il paradosso, l’assurdità, sta nel fatto  che in molti periodi dell’anno ad Anguillara manca l’acqua. Sissignori! Non è uno scherzo. Anguillara soffre la sete, l’arsura, la secca. Quale la causa? Anziché causa, direi “colpo” delle varie amministrazioni che non hanno voluto, oppure non sono state capaci oppure non gliene fregato mai niente, di intraprendere una seria battaglia, assieme alla cittadinanza , anche in concomitanza con le altre città lagunari, per tutelare il bene più prezioso, bene di loro appartenenza per diritto naturale e per non lasciarlo in balia delle speculazioni delle società private.

Tralasciando questi discorsi che non sono graditi ad alcuna amministrazione, arriviamo ai fatti di Anguillara. Venerdì 10 luglio verso le ore 12.20 si verifica il solito, normale, regolare guasto e conseguente interruzione all’erogazione di acqua. Questa volta l’area d’influenza è molto ristretta e comprende via Anguillarese intorno ai numeri civici 89.
Qui c'è un piccolo mistero. Perché solamente a queste tre abitazioni? Andiamo avanti.  Non è un disservizio, sono cose che capitano. L’impianto è vecchio e gli imprevisti possono capitare a chiunque. Però, il disservizio c'è. Sapendo che quell’impianto è malato, qualcuno dell'Amministrazione comunale avrebbe dovuto pensare ad affiancarlo con un numero di pronto intervento per qualsiasi evenienza. Un numero di telefono che risponde! E Invece no. Venerdì i telefoni del Comune di Anguillara hanno chiuso in anticipo e già alle 12.45 i telefoni suonavano a vuoto. Il reparto manutenzione non dava segnali di vita. I vigili, si è saputo dopo, per ordine del Comandante Guidi, chiudono l’ufficio al pubblico alle ore 13.00 e sembra abbiano chiuso anche i telefoni. L’unica, per onore di verità è stata la segretaria del sindaco che alle ore 14 circa ha gentilmente risposto. Ha ascoltato per capire quale fosse il problema, ha promesso che avrebbe avvisato il sindaco e messo in allerta il reparto manutenzione e salutando chiuse la chiamata.  Non vedendo arrivare nessuno, si provava nel frattempo a mettersi in contatto con i vigili per chiedere un loro intervento. Tutto inutile. Il telefono della Polizia municipale rimaneva muto.

Allora si prova a telefonare ai carabinieri. Rispondono che non è competenza loro bensì dei vigili e cortesemente forniscono un numero di un cellulare perché, dicono loro, sull’altro diretto non rispondono. Niente da fare.
Ultima cosa da fare prendere la macchina e andare direttamente dai vigili in Piazza del Comune. Uffici chiusi, si suona – Si sente chiedere quale fosse il problema e senza lasciare finire il discorso, una vigilessa emette subito la sentenza : “Sì, hanno aumentato la pressione .” Al che uno si sente preso in giro perché già un'altra volta , un tecnico della manutenzione che era passato,  aveva assicurato che il guasto fosse all’interno degli appartamenti interessati perché lì si sarebbero formati, dentro i tubi, delle bolle d’aria. Quella della vigilessa è stata la seconda versione: la prima dovuta a bolle d’aria, la seconda ad aumento della pressione. Intanto mancava sempre l’erogazione dell’acqua . Da venerdì ci si è trascinati fino a sabato mattina, con tanti disagi e tante telefonate a vuoto, senza che alcuno rispondesse. E proprio a questo punto, sabato alle ore 15.00 circa che si va personalmente dai vigili. Si ha un colloquio con l’agente in servizio, per sua grazia lascia spiegare ancora il problema e si prova a convincerlo a sollecitare qualche tecnico ad occuparsi dell'emergenza. E’ stato gentilissimo. “Tranquillo, che sta arrivando il tecnico a casa per ispezionare” Erano le ore 15.00 circa.  Alle ore 17.30 circa, non vedendo arrivare ancora alcun tecnico, pareva fosse doveroso avvisare il gentile agente che il tecnico promesso non fosse mai arrivato. Alle ore 17.40 suonano al citofono 3 tecnici. Volevano solamente avvisare che il guasto lo avevano trovato.  Non dipendeva da bolle d’aria in casa, non dipendeva da aumento della pressione, tutto dipendeva da un guasto nel pozzo artesiano. Cosa di preciso non interessa conoscere. Interessava la terza versione.


Poca serietà. Quello che emerge da questa triste storia di disservizi di normale amministrazione o come dice qualcuno dis-amministrazione. Anguillara è rimasta abbandonata a se stessa da venerdì ore 13.00 fino a lunedì ore 9.00 quando riapriranno gli uffici. Anguillara chiude i battenti e la responsabilità di un paese intero resta sulle spalle di un agente dei vigili urbani, chiuso nella sua roccaforte a Piazza del Comune.Se questo vi pare giusto, continuiamo così, se no, facciamo qualcosa per cambiare.

 

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Castelli Romani

Frascati, Libri in Osteria: appuntamento giovedì 18 luglio con Antonella Prenner

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Cosa lega Tullia, figlia di Cicerone, Servilia, madre del cesaricida Bruto, e Messalina?

Al di là di essere tre figure della Storia antica di Roma sono le protagoniste di alcuni romanzi della filologa e scrittrice Antonella Prenner, docente di Lingua e letteratura latina all’università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.

la scrittrice Antonella Prenner

Antonella Prenner ed i suoi romanzi saranno i protagonisti giovedì 18 luglio in piazza dell’Olmo a Frascati, a partire dalle ore 18, del salotto letterario di Emanuela Bruni, Libri in Osteria assieme allo scrittore e giornalista Pino Donghi.
Le loro vite, le loro esperienze e i loro rapporti, spiega Emanuela Bruni “offrono un punto di vista non ufficiale, emotivo, disvelando pieghe e zone d’ombra di una storia sempre scritta dagli uomini e per gli uomini”.
Quindi si avrà la possibilità di cambiare la prospettiva di lettura di una storia che vede queste figure troppo spesso relegate al ruolo di comprimarie pur essendone protagoniste ed attrici principali.
Non mancherà un breve approfondimento sull’ultima fatica di Antonella Prenner “Lucano. Nostalgie di libertà” ove l’autrice descrive l’età di Nerone e di una generazione infelice, che assiste all’esercizio di un potere politico iniquo e impossibile da contrastare perché assoluto, e che vagheggia di tornare a un tempo irripetibile, quando “res publica” romana significava “libertà”.

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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