ANGUILLARA. SECONDO RICCI RIMETTE LA DELEGA AI QUARTIERI

di Silvio Rossi

 

La notizia, con la campagna elettorale già iniziata, sorprende inizialmente il lettore. Il Presidente del Consiglio Comunale, Secondo Ricci, rimette nelle mani del sindaco la delega ai quartieri. La motivazione, secondo le dichiarazioni dello stesso Ricci, è la sofferenza che i comitati vivono nel non ricevere risposte da parte degli amministratori alle loro richieste. Ha scritto che i comitati “sono allo stremo”.
Strano, però, che solo pochi giorni fa, su un giornale del luogo, si lodavano le mille iniziative dei tre comitati esistenti, raccontati come la più grande istituzione democratica dopo le polis greche.
Non riusciamo a credere che Ricci sia veramente così affranto delle mancate risposte date dagli assessori alle sue “creature” istituzionali. Perché se è vero che pretende attenzione dagli altri, avrebbe dovuto per primo lui fornire le risposte a chi, certo di aver subito un’ingiustizia, ha chiesto il suo intervento, come responsabile dei quartieri.
Non lo ha fatto neanche con le richieste protocollate a suo nome, dove dietro precise e documentate accuse, ci si sarebbe dovuti attendere una sua presa di posizione, anche fosse stata di diniego. Invece no, il consigliere delegato ai quartieri ha pilatescamente ignorato qualsiasi richiesta d’intervento, applicando rieptutamente quel comportamento che oggi rimprovera ai suoi colleghi di coalizione.
In certi casi le dimissioni non sono un atto di orgoglio, ma una fuga dalle proprie responsabilità, effettuata nel momento in cui ha raggiunto la consapevolezza di non essere capace a governare in maniera adeguata la partecipazione popolare tanto sbandierata, ma poco sostenuta dai fatti.
Non sono le risposte non fornite dagli assessori a spaventare Secondo Ricci. Certamente come causa di questo suo gesto riteniamo sia più plausibile l’interrogazione che il consigliere Sergio Manciuria ha presentato proprio a lui, che come Presidente del Consiglio Comunale, avrebbe dovuto fra qualche giorno discutere sulle sue stesse mancanze.
È troppo comodo oggi fuggire e lasciare la patata bollente nelle mani del sindaco, che si era fidato, forse eccessivamente, della sua collaborazione, i cui risultati oggi sono impalpabili.