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Roma

Anguillara Sabazia. Bolletta telefonica salatissima

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Tempo di lettura 2 minuti Per i servizi telefonici nel comune laziale si spende oltre il triplo della media nazionale

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di Simonetta D'Onofrio

 

Il 22 dicembre il governo ha lanciato il sito www.soldipubblici.gov, dove i cittadini, invitati dallo slogan “Scopri quanto spende chi e per cosa”, possono controllare quali sono i costi dei vari servizi nelle amministrazioni.
Il progetto fa parte di tutta una serie di norme volte a una maggiore trasparenza nel bilancio delle pubbliche amministrazioni, proseguendo un lavoro svolto dai precedenti governi con la pubblicazione in rete degli emolumenti dei dirigenti, delle dichiarazioni reddituali degli amministratori, dei tassi di assenza dei dipendenti comunali.
Ben venga quindi questa pagina, che ha suscitato la curiosità di molti organi d’informazione e di singoli cittadini che, volendo verificare come fossero stati spesi i (tanti) soldi che i comuni prelevano dalle nostre buste paga o dalle imposte sugli immobili, sperano che i propri amministratori riescano a dimostrarsi virtuosi, evitando spese inutili o esagerate.
Proprio il termine esagerata, però, sembra la cifra che il Comune di Anguillara Sabazia ha speso nel 2014 per le utenze telefoniche e i servizi di connessione dati. Appare infatti un costo pari a 271.000 euro, più altri novemila destinati alle infrastrutture telematiche.
Una cifra che non ha eguali nelle spese effettuate da comuni che hanno la stessa dimensione della cittadina sabatina. Bracciano, che ha più o meno le stesse dimensioni ha una spesa per lo stesso capitolo inferiore a 45.000 euro, Grottaferrata con oltre mille abitanti in più spende circa 95.000 euro, Genzano che ha cinquemila abitanti più di Anguillara spende poco più di centomila euro.
Per non parlare del confronto con quelli che vengono definiti “comuni virtuosi”. Se analizziamo le spese telefoniche dei primi tre comuni nella classifica stilata dall’omonima associazione, le spese telefoniche di Romano d’Ezzelino, cittadina di circa 15.000 abitanti in provincia di Vicenza, ha un capitolo di spese per servizi telefonici e di connessione dati pari a 23.349 euro, circa 1,59 euro per abitante, quasi un decimo di quello che dovremmo eleggere a vincitore della classifica dei comuni dissoluti (assumendo questo contrario del termine precedente come meglio identificativo per un ente che ha le spese più alte).
Le spese anguillarine non sono peggiori solo se confrontate con i piccoli comuni. Anche facendo la stessa proporzione con capoluoghi di provincia più grandi, nessuno ha spese paragonabili. Basti pensare che il comune di Arezzo, con oltre centomila abitanti (cinque volte la cittadina sabatina) paga per lo stesso servizio centomila euro meno di Anguillara. Se andiamo a verificare il costo dei servizi telefonici per abitante, potremmo osservare che, a fronte di una media nazionale di circa quatto euro per abitante, con pochissimi casi che superano gli otto euro, i cittadini della località sul lago di Bracciano pagano quasi quindici euro pro capite per i servizi telefonici comunali.
Un dato che dovrebbe far allarmare il sindaco Pizzorno e l’assessore Stronati, che ha la delega all’informatizzazione. Si sono chiesti gli amministratori, a fronte di questo dato, quale inefficienza grave determina tale esborso? Stanno prendendo provvedimenti per far sì che il prossimo anno i cittadini anguillaresi possano risparmiare cifre importanti per poter, a questo punto, diminuire la pressione fiscale?
La diminuzione di duecentomila euro, ripartita su cinquemila utenze soggette al pagamento della TASI, determinerebbe un calo della tariffa di circa 40 euro a famiglia. Poco, probabilmente, ma se calcolato in una realtà che ha la più alta percentuale regionale con le detrazioni più basse, sarebbe un passo per cercare di avvicinare i tartassati residenti di Anguillara verso la normalità rappresentata da tutti gli altri comuni.

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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