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ANGUILLARA, RAGAZZA MORTA A VIGNA DI VALLE: I RACCONTI DEI CONOSCENTI E IL RETROSCENA FAMILIARE

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Tempo di lettura 3 minuti La giovane ha conosciuto assistenti sociali, ha provato a vivere sia con la madre che con il padre. Non è escluso, che si sia fatta trascinare da qualche amicizia poco raccomandabile.

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Chiara Rai

Anguillara (RM) – Federica conosceva l’acqua molto bene, eppure il fato ha voluto che il suo corpo venisse trovato sulla riva del lago di Bracciano, a Vigna di Valle. Lambito dall’acqua il corpo cadavere della sedicenne è l’ultimo fotofinish di una vita apparentemente “normale” ma di evidente travagliato retroscena familiare. Una ragazza non solo vittima di crisi epilettiche ma anche una bambina, dovuta crescere troppo in fretta a causa della separazione dei genitori. “L’ultima volta che l’ho vista è stata a maggio – racconta Silvia la sua insegnante di nuoto – la conosco da quando è piccola. E’ venuta in piscina perché voleva diventare assistente bagnante per poter lavorare la stagione estiva”. Voleva salvare la vita degli altri e nessuno è riuscito a salvare la sua. Sono diverse le persone che conoscono Federica come una ragazza debole e forte al contempo, probabilmente con tutti i problemi di una adolescente e la voglia di ribellione, di fare la tardi la sera, di andare in discoteca e trovare un rifugio nel fidanzato poco più grande di lei. “Addio piccola Federica, spero porterai con te questo sorriso. Che adesso tu possa essere felice in eterno, riposa in pace”.  Tanti messaggi come questo da parte dei residenti di Anguillara Sabazia che si sono stretti attorno all’agghiacciante caso della sedicenne trovata morta sul lungolago di Bracciano, a Vigna di Valle frazione di Anguillara Sabazia. Il passaparola è stato velocissimo: Federica Mangiapelo è morta, trovata cadavere in riva al lago ma è mistero sulle cause della sua morte. La sedicenne era vestita come tutte le coetanee uscite in un giorno freddo e con la pioggia incessante: un giubbotto e dei jeans. Niente vestito da strega per la notte di Halloween. Tanti i commenti, la solidarietà ai genitori, le critiche da parte di chi ritiene che Federica era una “bambina cresciuta troppo in fretta”. Le suo foto su Facebook con un vestito attillato, scarpe alte rosa, sguardo da cerbiatta parlano di una ragazza attraente ma tanto dolce. I suoi capelli biondi e lunghi, gli occhi chiari, il sorriso sulla bocca e l’aria sbarazzina. Un’adolescente sovraccarica di responsabilità più grandi delle sue. Un fratellino che la adorava perché lei a volte era affettuosa come una mamma. Ma Federica voleva quasi scappare dai suoi problemi, qualcuno la descrive come una ragazza disorientata,  in mezzo a dei genitori che hanno deciso, circa dieci anni fa di separarsi. La madre si è rifatta una vita e di recente è stata colpita da un ictus. Racconta l’insegnante di nuoto Silvia, “la mamma ha dovuto pensare alla riabilitazione motoria, probabilmente era più tollerante del padre rispetto agli orari di uscita, ma questa è una mia impressione. Ai genitori va un abbraccio e le mie più sincere condoglianze”. Chi conosce Federica racconta che avesse dei problemi fin dalla nascita. La giovane ha conosciuto assistenti sociali, ha provato a vivere sia con la madre che con il padre. Non è escluso, che si sia fatta trascinare da qualche amicizia poco raccomandabile. Ma Vigna di Valle è stato sempre un ambiente tranquillo, non è accaduto mai niente di pericoloso. La ragazza diceva spesso agli amici di frequentare locali e discoteche e di fare l’alba: “Io le ho detto più di una volta di non fare tardi – aggiunge Silvia la sua insegnante di nuoto – mi permettevo di parlarle in questo modo perché la conosco fin da quando era bambina, le ho fatto da baby sitter e conoscevo la sua situazione, sapevo delle sue crisi epilettiche”. Che non sia stata l’epilessia a favorire il malore? Le ipotesi più accreditate dicono che la giovane sarebbe caduta da un piccolo dirupo causandosi delle ferite a un braccio, finendo poi nelle acque del lago di Bracciano. Ma fino a che non si conoscerà l’esito dell’autopsia nessuna ipotesi può essere esclusa. Fatto sta che la vita di Federica può sembrare apparentemente “normale” solo per chi è di fuori dall’embrione “paese” e dalla realtà di una cittadina di provincia dove tutti sanno tutto ma ai “forestieri” dicono poco per un rispetto di campanile.

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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