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di Emanuel Galea
Anguillara (RM) – L’argomento di oggi non è da sottovalutare. L’invio a domicilio di materiale pubblicitario, per vendita oppure per promozione commerciale sta diventando sempre più invasivo e aggressivo.
La materia è molto attuale. Non per niente è stata regolata dal Decreto Legislativo 6 settembre 2006, n.206 – Codice del Consumo. La normativa nazionale ed europea é molto ricca, tutta atta a difendere e proteggere la privacy e la libertà del privato cittadino.
L’art. 26 – Codice Consumo, elenca i casi in cui l’invio del materiale in fattispecie vien considerato pratica aggressiva, sanzionata per legge e contro la quale si può e si deve invocare la tutela.
L’art.130 del Decreto Legislativo 30 giugno 2003 n. 196, specificatamente si riferisce ai casi di “Comunicazioni indesiderate”
Credo di non svelare alcun segreto, quando dico che qui, ad Anguillara, piccolo paese di appena 8 mila nuclei famigliari, ci sono più di cinque grandi magazzini che normalmente intasano le cassette della posta con la loro pubblicità. Qualche cittadino si è organizzato con una seconda cassetta per uso esclusivo alla pubblicità, ma sembra che i fattorini, a quest’ultima, preferiscono ingorgare lo spazio della posta normale con il rischio che tra tanto materiale pubblicitario,che normalmente finisce nella spazzatura, va persa anche qualche bolletta o qualche lettera.
Altra irregolarità, che qualcuno ha già segnalato alla marca incriminata, anziché lasciare un‘unica copia, certi fattorini, per sbrigarsi prima, lasciano pacchi di 3/5 fogli, tanti da intasare la cassetta della posta.
Inevitabilmente tanto di questo materiale cartaceo va finire in mezzo alla strada, perché certi inquilini “civili” svuotano le cassette, gettando il tutto per strada creando disordine e sporcizia.
Anguillara è un piccolo paese, ha un’Amministrazione con personale molto attento all’ambiente. Non sono in grado di quantificare quanto questo materiale incida sulla raccolta differenziata. Non ho idea se sia possibile in merito un intervento da parte dell’Amministrazione, magari promuovendo un amichevole incontro con i gestori di questi grandi magazzini per disciplinare l’operato dei fattorini e rendere questa pratica meno invasiva e aggressiva.
Se questa forma di pubblicità sia esente da imposte oppure se, al contrario, costituisce, in qualche modo, fonte di cassa per il Comune, non forma in alcun modo oggetto di quest’articolo. L’unica speranza é che si ponga fine a questo fastidio causato dall’invasività e l’aggressività dei metodi adottati.
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