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Roma

Anguillara, presepi abusivi nel Palazzo comunale

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Tempo di lettura 2 minuti La mostra di arte presepale napoletana affidata a un venditore dubbio

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di Silvio Rossi

 

Dopo aver perso, come realtà cittadina, la mostra dei presepi di San Gregorio Armeno, che negli ultimi tre anni ha portato ad Anguillara migliaia di visitatori a ogni edizione, visto lo spostamento della manifestazione nel centro storico di Bracciano, l’Amministrazione anguillarina ha pensato di correre ai ripari, organizzando, da quanto si legge nel volantino delle iniziative natalizie, una “Mostra esposizione vendita di Arte Presepiale Napoletana”, realizzata nello scorso week end nel Museo della Civiltà Contadina,
Un’iniziativa, inserita in un programma natalizio caratterizzato dalla presenza di presepi in ogni forma, artigianale, in grotta, vivente, neanche fosse stato scritto da Luca Cupiello in persona. Una passione per questa forma di rappresentazione natalizia che nella cittadina è esplosa curiosamente proprio dopo la dipartita di quella che è la scuola presepiale più rinomata al mondo.


Una settimana dopo il successo dei presepi braccianesi, abbiamo provato a visitare la mostra in programma ad Anguillara, nella speranza di trovare altrettanta maestria, rappresentata da alcuni creatori di scenari e statuine.
Entrati nel museo abbiamo potuto notare che la decantata “arte presepiale” era rappresentata da un solo stand, condotto da una persona che, a nostra richiesta, ci ha detto di venire da San Gregorio Armeno (da una traversa della via), che non aveva nessuna identificazione, né un biglietto da visita, né una brochure, né immagini della bottega, né tantomeno un cartello che ne riportasse il nome.
In mostra sul tavolo, come si può vedere nella foto, oltre ad alcuni oggetti che col presepe non hanno un legame particolare, come delle macchinette del caffè tipo moka (neanche le macchinette napoletane, come sarebbe eventualmente stato lecito immaginare), e alcune bottiglie di limoncello con la scritta in rilievo “San Gregorio Armeno”, abbiamo notato alcune statuine, che sembravano prodotte in serie, molto somiglianti a quelle che si trovano nei negozi, “made in Cina”.
Per informazioni, abbiamo contattato il presidente dell’Associazione Corpo di Napoli, Amedeo Mango, che riunisce le botteghe dei mastri presepari, che ci ha lasciato la seguente dichiarazione:
“Nessuno dei nostri associati sta esponendo ad Anguillara. Come Corpo di Napoli, quest’anno abbiamo realizzato solamente due eventi fuori regione, la scorsa settimana a Bracciano, e in questi giorni in Piemonte. Non sappiamo chi espone a Anguillara, potrebbe essere qualche altro artigiano di Napoli, ma non è di San Gregorio Armeno”.
Oltre la dubbia provenienza dell’unica bottega presente, ciò che ci ha sorpreso è stato il rifiuto di fornire una ricevuta all’atto dell’acquisto di un oggetto. Considerati i goffi tentativi di procurarsi un giustificativo per la vendita, con telefonata alla ricerca di un numero di partita iva da inserire in una pseudo ricevuta, la successiva ricerca di un blocchetto di scontrini dell’associazione culturale Sabate, che gestisce il museo, la sensazione di trovarci di fronte a un venditore abusivo è stata molto netta.
Impressione rafforzata quando il venditore, al secondo giorno di mostra, ci ha detto che fino a quel momento non aveva venduto nulla, e alla nostra osservazione di aver visto una persona uscire con un oggetto, ha provato a giustificarsi dicendo che era un suo amico napoletano e glielo aveva regalato (in ogni caso comunque sarebbe stato obbligatorio fornire una ricevuta indicante il prezzo zero).

Ci chiediamo, a questo punto, come saranno le prossime iniziative organizzate per questo Natale? Chi ha invitato l’espositore? Con quale criterio vengono messi a disposizione gli spazi pubblici? Chi ci garantisce che i prossimi eventi non facciano ripresentare personaggi poco credibili come il venditore di presepi?
Ma soprattutto, ci chiediamo, è questo il modello di sviluppo turistico immaginato per l’Anguillara del futuro?

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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