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Roma

ANGUILLARA: POST MANIFESTAZIONE "LA CITTADINA PUO' ATTENDERE"…

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Tempo di lettura 3 minuti Questo il messaggio lanciato dal popolo del "che me frega" e dei contestatori solo multimediali

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LEGGI ANCHE: ANGUILLARA: DOPO IL CORTEO… INIZIA IL CAMMINO

 

di Emanuel Galea

Anguillara (RM) – Al Congresso nazionale di Slow Food Italia, qualche mese fa. Don Ciotti, intervenendo, ha tenuto un discorso memorabile. Disse fra l’altro in quell’occasione: “Oggi è eretico chi mette la propria libertà al servizio degli altri, chi impegna la propria libertà per chi ancora libero non è. Eretico è colui che non si accontenta dei saperi di seconda mano, chi studia chi approfondisce chi si mette in gioco in quello che fa, chi crede che solo nel “noi” l’”io” possa trovare una realizzazione”

Secondo i dati ufficiali del Comune di Anguillara, i residenti alla data del 31 marzo 2014 risultavano essere 19.223. Sabato, 7 marzo, al corteo pacifico, organizzato dal gruppo #anguillaraprotesta, convocato a Piazza dello Zodiaco a manifestare per attirare l’attenzione degli amministratori sui servizi e condizioni ambientali molto carenti, solo una esigua percentuale di quei diciannovemila residenti ha risposto alla chiamata.

Radunati a Piazza dello Zodiaco, con striscioni e manifesti, circa 400 cittadini e cittadine, raccogliendo inconsapevolmente il discorso di Don Ciotti hanno messo la propria libertà al servizio degli altri e si sono messi in gioco perché credono che solo nel “noi” l’”io” possa trovare una realizzazione”

A quel giorno di protesta pacifica, apolitica, per denunciare il degrado della città, purtroppo sono mancati all’appello tanti residenti. E' quindi corretto asserire che per questi residenti Anguillara può attendere!

No, non basta, e forse per tanti di loro sarebbe anche ingiusto dire questo. Eppure bisogna capire il perché quel pomeriggio pieno di sole, e pertanto alcuna scusa delle assenze può essere adotta al maltempo. Perché hanno lasciato altri protestare al posto loro?

Avranno avuto delle valide ragioni. Alcuni saranno stati impossibilitati perché malati, altri perché, quel sabato, erano assenti da Anguillara, altri perché non erano informati della manifestazione, altri quel sabato erano di servizio e così via…

Tutte ragioni validissime e scusabili, per questi cittadini della "Anguillara può attendere" e si spera che appena potranno si riuniranno al gruppo” #anguillaraprotesta” per far sentire la loro voce.

Probabilmente ci saranno stati altri cittadini, però, che non condividevano la protesta e altri ancora che non come si dice in gergo "non gli frega niente". A questi ultimi che badano solamente agli interessi propri, si chiede quindi se sono soddisfatti dello stato fatiscente delle scuole.

A questi signori, che spero, non facciano parte degli eterni lamentatori cronici multimediali, chiedo se ritengano che ad Anguillara ci sia una qualsiasi manutenzione, degna di questo nome.

Non si vuole essere "malpensanti", ma un certo attivismo da parte dell’Amministrazione comunale è coinciso con l'annuncio della protesta. Ai signori cai quali "non frega niente", sta bene che in questa cittadina manca un minimo di decoro e arredo urbano? Non hanno nulla da dire sulla piscina “olimpionica”, costata fior di milioni al contribuente e che giace in completo abbandono in preda alle erbacce e le lucertole? Non transitano mai per le strade di Anguillara in mezzo alle mille e una buca ed in inverno in mezzo alle mille e una pozzanghera?

Pare giusto a questi signori che segregato in un locale alla Stazione, lontano dagli occhi indiscreti di scolaresche e turisti, giacciono testimonianze del passato storico di questa cittadina, abbandonati anch’essi, come se si volesse dire loro di ritornare nell’oblio?

Condividono il modo di come è considerato il comparto “turismo” di questa cittadina?  A questi signori si domanda inoltre se secondo loro sia giusto che Anguillara debba attendere tutto ciò.

Attendere chi? Attendere che cosa?

Il messaggio che hanno lanciato questi residenti del "che me frega" è inequivocabile: "Anguillara può attendere". Non l’avranno dichiarato esplicitamente, ma agli amministratori cui andava indirizzato il messaggio di #anguillaraprotesta, hanno recepito, da sempre, quello dei menefreghisti.

Spezziamo in ultimo una lancia a favore di un’altra parte buona dell'Anguillara assente alla manifestazione. Può darsi che questa gente non era al corrente, forse la manifestazione non è stata pubblicizzata come si doveva; si farà senza meno meglio la prossima occasione.

Nella prossima, si spera, per levare qualsiasi alibi agli assenteisti, che si farà più pubblicità cercando di coinvolgere i quartieri, intanto quelli già formati e le associazioni, oltre ad una maggior e più invasivo passa parola.

Eretico è colui che non si accontenta dei saperi di seconda mano, Eretici sono i protagonisti degli eventi. Anguillara può attendere, ma non in eterno.

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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