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Roma

ANGUILLARA: POLEMICHE SULL' ISCRIZIONE A MENSA E IL TRASPORTO SCOLASTICO

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Tempo di lettura 2 minutiGenitori infuriati per la richiesta di pagamento tre mesi prima e per le modalità di iscrizione

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di Simonetta D'Onofrio

“Ogni anno è la stessa storia, Anguillara pretende il pagamento entro il 5 giugno di un servizio che inizierà a erogare a metà settembre. Inoltre genitori di bambini iscritti alla prima classe devono iniziare a pagare senza sapere se il figlio sarà accettato o meno alla sezione a tempo pieno”.
Quanto scritto è lo sfogo di un genitore che ha letto ieri l’avviso relativo all’iscrizione al servizio di mensa e trasporto scolastico per l’anno 2015 – 2016. Il Comune di Anguillara è storicamente l’unico paese del comprensorio che pretende il pagamento del primo bollettino dell’anno successivo, relativo al mese di settembre (di cui si usufruisce a metà ma si paga per intero), ancor prima che l’anno scolastico precedente sia stato completato. In tutti gli altri comuni, anche laddove si deve procedere all’iscrizione entro giugno, il pagamento della quota del mese di settembre viene definita in genere qualche giorno prima l’inizio dell’effettiva prestazione del servizio. Solo lo scorso anno la data in cui era richiesta la ricevuta del bollettino era stata fissata a settembre, per la prima volta, cosa che ha fornito l’illusione che anche Anguillara fosse diventato un comune come tutti gli altri. Illusione, appunto, che è durata solo un anno, perché già nell’occasione successiva si è tornati alla vecchia odiosa pratica di farsi anticipare la gabella di un trimestre.
Leggendo l’avviso, inoltre, ci si accorge che le lacune del Comune non sono relative solamente alla data in cui viene chiesto la corresponsione del pagamento. Nel modulo è chiaro come, una volta effettuata la fila, spesso molto lunga, presso l’Ufficio Pubblica Istruzione, aver mostrato i documenti richiesti, aver atteso il benestare dell’impiegato, per completare la pratica bisogna recarsi nell’altra sede, per consegnare la domanda all’ufficio protocollo.

Nell’era in cui tutte le amministrazioni, grandi e piccole, ricorrono alla telematica per diminuire il fastidio per il cittadino nella consegna dei documenti, è possibile ancora concepire procedure che neanche gli autori di Fantozzi avevano pensato verosimili?
È mai possibile che, in barba alla legge sulla semplificazione del procedimento amministrativo, nonostante per anni sia stato segnalato il problema alla capo area e all’assessore alla Pubblica Istruzione, si chieda allegata copia del documento d’identità, quando questo, nella maggior parte dei casi, viene rilasciato dallo stesso ente, commettendo una palese violazione della normativa corrente? È mai possibile, inoltre, chiedere ai genitori di firmare un’autorizzazione di trattamento dei dati, senza indicare sul modulo, così come previsto dal codice della privacy, l’informativa adeguata, considerato che negli allegati, nei casi di allergie o intolleranze, devono essere inseriti nei moduli anche i cosiddetti “dati sensibili”, per cui il trattamento prevede regole più restrittive, che in questo caso non sembrano affatto seguite? Come è mai possibile che in quattro anni, nonostante le ripetute segnalazioni, il sindaco non abbia fatto nulla per modificare le procedure di iscrizione, lasciando organizzare quest’ultime da chi, finora, non ha mai dato dimostrazione di poter correggere le gravi lacune del sistema? Tanti gli interrogativi, ma poche le risposte.