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di Silvio Rossi
ANGUILLARA (RM) – Se per quanto riguarda i temi, il Consiglio Comunale di ieri ha ripercorso esattamente quanto annunciato due giorni prima in conferenza stampa, con l’assessore Piccioni che ha ribadito le difficoltà che hanno portato alla travagliata decisione di adottare le controdeduzioni, ciò che ha movimentato l’assise è stato il tema del presunto conflitto d’interessi.
Nella discussione del punto all’ordine del giorno in Consiglio Comunale, due consiglieri di maggioranza e l’intera opposizione, con esclusione dell’ex candidato sindaco Antonio Pizzigallo, hanno dovuto abbandonare l’aula. Infatti il TUEL, all’articolo 78, comma 2, stabilisce che i consiglieri non possono partecipare a votazioni “di delibere riguardanti interessi propri o di loro parenti o affini sino al quarto grado”.
Il consiglio era quindi rappresentato da otto consiglieri più il sindaco per la maggioranza, e da un solo consigliere di opposizione. Ma proprio Antonio Pizzigallo, a inizio seduta, ha posto un problema che potrebbe invalidare il voto. La legge sul procedimento amministrativo, all’articolo 6 bis, stabilisce che: “Il responsabile del procedimento e i titolari degli uffici competenti ad adottare i pareri, le valutazioni tecniche, gli atti endoprocedimentali e il provvedimento finale devono astenersi in caso di conflitto di interessi, segnalando ogni situazione di conflitto, anche potenziale”.
Questo articolo, che estende una normativa simile alla precedente anche alla componente amministrativa e non politica, è stato inserito nella legge dal 2012, con la legge anticorruzione della ex ministra Paola Severino.
Nel caso in questione, il consigliere Pizzigallo ha sollevato una pregiudiziale per un interesse della responsabile a interim dell’area economica finanziaria, che era stata nominata appena due giorni prima, in sostituzione provvisoria a causa delle dimissioni della responsabile, avvenute appena un mese dopo la nomina.
Ciò che, nella vicenda, ci ha lasciato perplessi, indipendentemente dalla bocciatura della pregiudiziale, che il segretario comunale ha chiesto al consigliere copia della normativa. Stiamo parlando non di una legge qualsiasi, che potrebbe sfuggire a un occhio poco attento. La norma richiamata è la legge sul provvedimento amministrativo, una delle pietre miliari nell’azione dei pubblici uffici. Una legge che è come il codice della strada per la Polizia Stradale, come la legge di Ohm per un elettrotecnico.
Una volta entrati nel merito della proposta, l’assessore Piccioni ha ripetuto, più o meno, quanto anticipato, con la ricostruzione degli ultimi mesi, da quando la variante del PRG è giunta al protocollo comunale, con l’attribuzione della responsabilità della loro scelta alla legge regionale 12 dell’agosto 2016, cosa che non ha convinto Pizzigallo, come d’altronde aveva poco convinto a noi, e ad alcuni tecnici da noi interpellati in questi due giorni.
All’atto del voto, il consigliere Pizzigallo non ha partecipato allo stesso, per l’illegittimità dell’atto, a suo dire, per i motivi di incompatibilità esposti nell’articolo, per la mancanza delle relazioni tecnica, economica, geologica e vegetazionale, per la riproposizione di aree già bocciate dal Comitato Tecnico Regionale, per la mancata partecipazione particolare, e per il ritardo nei tempi stabiliti dalla Regione, e soprattutto per il danno erariale che, per via dei numerosi ricorsi che si attende, si creerà per il Comune.
Al termine della votazione, alcuni cittadini, hanno inscenato una protesta, alzando alcuni cartelli contro la decisione assunta dal Consiglio.
Un appunto, alla presidente della seduta, Silvia Silvestri. Al termine della relazione dell’assessore Piccioni, il pubblico presente ha applaudito il relatore, gesto accompagnato dagli applausi dei consiglieri di maggioranza, della sindaca Anselmo, del capo area Santamaria, e della Presidente stessa. Quando invece il dott. Pizzigallo ha terminato il suo intervento, una parte del pubblico ha applaudito, si è prodigata a richiamare il silenzio. Bisogna ricordare che, quando si siede su determinate poltrone, il rispetto delle regole deve prevalere sull’appartenenza politica.
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