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Roma

ANGUILLARA, POLEMICA SAGRA DEL PESCE: PARLANO LE ASSOCIAZIONI

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Tempo di lettura 3 minuti "La Pro Loco deve tornare a fungere da centro aggregante per associazioni, rioni, volontari, e quanti nel tessuto cittadino vogliono mettersi a disposizione per la riuscita delle manifestazioni"

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di Silvio Rossi
Anguillara (RM)
– Un fiume di polemiche ha accompagnato la 56ima edizione della Sagra del Pesce di Anguillara che ha aperto le manifestazioni estive della cittadina lacustre.

La polemica L'edizione appena terminata della storica manifestazione, organizzata dalla locale Pro Loco cittadina, ha assistito all'esclusione delle associazioni del territorio che hanno contattato il nostro giornale al fine di far sentire la loro voce.  “Abbiamo ritenuto giusto – ci dice un appartenente a una delle associazioni – far sentire la nostra voce, perché le accuse ingiuste nei nostri confronti si configurano come la beffa che segue il danno, provocato nei nostri confronti dalla Pro Loco di Anguillara, che ha deciso di ignorare tutte le associazioni cittadine, affidando le fraschette della Sagra del Pesce 2016 a un catering esterno, peraltro di scarsa qualità”. Non è piaciuto l’atteggiamento della Pro Loco, che ha ignorato, da quanto ci dicono, tutte le realtà locali, senza alcun contatto, snaturando una festa che si ripete nella città da oltre mezzo secolo. “Quanto è avvenuto è grave, non è accettabile – prosegue l'associato – che la Pro Loco non collabori con le associazioni cittadine. Fare una festa che è sempre stata partecipata dalle associazioni, c’erano anche i rioni che avrebbero voluto partecipare. Non è vero, come hanno detto, che non avevano trovato collaborazione. Non l’hanno cercata, e hanno fatto di tutto per escluderci”. Uno dei rappresentanti racconta che già negli anni passati la Pro Loco aveva provato ad affidare a un catering le attività culinarie, ma grazie all’intervento di un ex assessore, furono costretti a recedere da questo intendimento. “Oltretutto quando abbiamo partecipato alla festa, negli scorsi anni, non c’è stata mai una vera collaborazione, a loro interessava soltanto incassare la quota che ogni associazione pagava – evidenzia uno dei responsabili di una delle associazioni – senza fare nulla per coinvolgerle realmente. Non si discuteva insieme sul da farsi. La Pro Loco ci portava il compitino da svolgere, ci chiedeva i soldi, che noi pagavamo regolarmente, abbiamo tutte le ricevute, è tutto documentato. Alla fine della festa poi non era dato sapere quanto era stato incassato, quante le spese, quanto eventualmente rimaneva in cassa”.

 

Scarsa igiene I rappresentanti delle associazioni escluse hanno lamentato anche la qualità del servizio offerto dal catering: “Quando gestivamo noi le fraschette, abbiamo sempre curato i materiali in maniera scrupolosa, in questi giorni abbiamo visto fraschette lasciate senza nessuno, con le pentole a prendere polvere, pomodori lasciati tutto il tempo al sole, gente che cucinava con i capelli lunghi, non raccolti, senza i cappelletti che prescrive la legge. Non ha senso prendere un catering esterno, se poi il servizio offerto è di qualità inferiore a quello che solitamente hanno sempre garantito le realtà locali”. Quindi anche accuse di scarsa igiene, elemento che negli anni scorsi è stato accuratamente osservato, e non è mancato nelle critiche neanche il risultato numerico: “Hanno parlato di grande successo, – prosegue – posso dire solamente che gli anni scorsi tutte le fraschette avevano la fila a pranzo e cena per prendere il pesce, nella trascorsa edizione invece l’affluenza è stata notevolmente inferiore che in passato”.

 

Riorganizzazione Pro Loco? Le polemiche intorno alla Sagra del Pesce di Anguillara non sono quindi mancate, e non sono collegate solo alla manifestazione. Sembra infatti che la nuova amministrazione pentastellata guidata dal sindaco Sabrina Anselmo spinga per una riorganizzazione dell’associazione, in modo da creare un maggiore coinvolgimento con le realtà cittadine. Una riforma che non può essere rimandata, per evitare una città spaccata in due, a difesa di qualche interesse che non riusciamo francamente a comprendere. Appare ormai evidente che l’associazione ha bisogno di una serie ristrutturazioni, la sua mission, ossia il bene della cittadina, deve tornare al centro delle azioni dei suoi protagonisti, senza cercare gli “effetti speciali” o nomi altisonanti, che tali non sono. La Pro Loco deve tornare a fungere da centro aggregante per associazioni, rioni, volontari, e quanti nel tessuto cittadino vogliono mettersi a disposizione per la riuscita delle manifestazioni, non porsi in contrapposizione con esse.

 

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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