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Roma

Anguillara, Piano Regolatore: tutta colpa della Regione… (dicono)

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Tempo di lettura 3 minuti L'amministrazione afferma di non aver potuto rigettare la variante, perché con la nuova normativa era impossibile procedere in questo senso

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di Silvio Rossi

 

ANGUILLARA (RM) – Davanti a un’atmosfera surreale, con un numero di amministratori che era il doppio rispetto a quello dei giornalisti invitati, si è svolta la conferenza stampa in cui la giunta pentastellata di Anguillara ha presentato alla stampa la scelta di inviare le controdeduzioni alla Regione Lazio in merito alla variante del Piano Regolatore Generale, che saranno discusse nel Consiglio Comunale del 2 febbraio.

 

In particolare, nella lunga ricostruzione dell’assessore Piccioni, che ha ripercorso l’iter fissando l’attenzione principale negli ultimi mesi, della variante in esame, si possono estrapolare alcuni punti. La variante al PRG, così come è tornata dalla Regione, che ha stralciato 4 macro aree, perché contrarie al PTPR, – Piano Territoriale Paesistico Regionale – tra quelle definite nella versione liquidata dal Consiglio Comunale nel 2006 (le zone sono Pizzo Prato, località Il Cascinone, località Pescara, vicino a Monte le Forche, e la parte alta di Vigna di Valle, in corrispondenza della provinciale), prevedeva un aumento di cubatura di circa seicentomila metri cubi. Le controdeduzioni proposte dall’amministrazione ne tolgono quasi la metà.

Agli amministratori presenti, è stato chiesto come mai, nonostante le promesse di bocciatura “senza se e senza ma”, così come era stato scritto sia in campagna elettorale, che sulla pagina Facebook “Comune di Anguillara Sabazia Ufficio Comunicazione”, (in particolare, il 22 agosto era scritto “… la votazione finale che, come più volte dichiarato dal Sindaco sarà di rigetto della variante al PRG e delle sue NTA”).

 

Altra domanda ha riguardato una presunta leggerezza sul rispetto dei tempi per le controdeduzioni. Riguardo i tempi che hanno determinato la contrapposizione tra Comune di Anguillara e la Giunta Regionale, l’assessore Piccioni ha dichiarato come le tempistiche indicate nella normativa non sono vincolanti, per cui i pochi giorni di differenza tra la scadenza del tempo concesso per le osservazioni e il prossimo Consiglio Comunale, non avrebbero dovuto determinare un irrigidimento della Regione.

 

Durante la conferenza, comunque, è stato possibile ricostruire, al netto delle varie versioni pubblicate, con errori commessi anche dall’ufficio comunicazione comunale, l’iter temporale. Il Comitato Regionale del Territorio della Regione Lazio, il 28 aprile ha concluso la valutazione della variante presentata dal Comune di Anguillara Sabazia nel 2006. La variante con le modifiche regionali è stata inviata al Comune di Anguillara il 26 luglio. Il giorno 25 ottobre l’ufficio comunale ha chiesto una proroga di novanta giorni per poter presentare le proprie controdeduzioni. A giustificazione di questa richiesta, il Comune ha portato l’assenza dei capi area, che avevano cessato l’incarico al termine dell’amministrazione precedente, e del segretario comunale.

 

La Regione Lazio, il 21 novembre, ha risposto concedendo una proroga che sarebbe scaduta sessanta giorni dopo la risposta, quindi il 20 gennaio. Il 25 gennaio, l’architetto Egidio Santamaria ha inviato al Comitato Regionale del Territorio la comunicazione di conclusione dell’iter per la presentazione delle controdeduzioni, che sarebbero state approvate al prossimo Consiglio Comunale, previsto il 2 febbraio. Nel contestare la perentorietà con cui la Regione ha risposto al Comune, l’assessore Piccioni ha fatto notare come dall’approvazione all’invio al Comune fossero comunque trascorsi tre mesi, per cui questa fretta regionale non sembrava giustificata. Ciò che però non convince, è come sia possibile non comprendere che, dopo la proroga concessa, non fosse ritenuto opportuno cercare di rispettare i tempi indicati dalla stessa.

 

Per quanto riguarda invece il cambiamento di posizione degli amministratori, la giustificazione ha riguardato la Legge Regionale 12, del 10 agosto 2016, che ha modificato la normativa in questione, impedendo il rigetto della variante, senza aver delle conseguenze sia di danno erariale, sia per quanto riguarda le aree ex demaniali, sulle quale, in un’ipotesi del genere, non sarebbe più possibile l’edificazione per almeno dieci anni.

 

In attesa di una valutazione tecnica, che verrà svolta da chi ha le competenze necessarie, appare comunque evidente che, se fosse comunque esatto quanto riferito, sarebbe stato opportuno, specialmente per chi ha sempre affermato di voler governare con la massima partecipazione popolare e la più ampia trasparenza, convocare una serie di incontri, con la popolazione, con i professionisti del settore, con la stampa, per portare a conoscenza di tutti le informazioni che vengono invece lanciate oggi, a due giorni dal Consiglio Comunale, quasi come un coup de théâtre.

Se fosse vero che la giunta avrebbe voluto comportarsi diversamente, e fosse stata costretta, da una legge nuova che ha sparigliato il campo su cui avevano preparato la loro partita, l’unico comportamento inopportuno è la chiusura all’interno delle stanze del Palazzo.

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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