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Un tavolo per la sicurezza cittadina, che vede impegnati sullo stesso fronte l’amministrazione comunale, le forze di polizia e di pronto intervento, i comitati di quartiere, le associazioni cittadine.
Questo è quanto ha proposto il vicesindaco Silvio Bianchini, alla presenza dei rappresentanti dei Carabinieri e della Polizia Locale, per cercare di contrastare un tasso di microcriminalità che, seppure inferiore rispetto a quelle che sono considerate le “zone calde”, preoccupa la cittadinanza e le istituzioni.
Tutti gli intervenuti hanno concordato sulla necessità d’informazioni, sia da parte delle forze dell’ordine, che possono aiutare i cittadini consigliando le pratiche migliori da utilizzare per evitare di lasciare un lavoro troppo facile ai malintenzionati, sia nella comunicazione che i cittadini possono e devono fare per comunicare i furti subiti (troppo spesso, infatti, non vengono denunciati, ritenendo difficile che ciò possa portare al possibile rientro in possesso dei propri beni), e per comunicare i sospetti, perché com’è stato affermato dal coordinatore della Polizia Locale, è così possibile fare un’azione di prevenzione rispetto ai possibili furti.
L’iniziativa, lodevole sotto il punto di vista delle intenzioni, avrebbe bisogno di un supporto notevole per riuscire a decollare. L’attenzione del singolo cittadino è utile a creare una rete di controllo, che però si può limitare a supportare un’infrastruttura di sorveglianza comunale. La presenza di telecamere di videosorveglianza nei punti strategici sarebbe (così come hanno confermato anche le forze di polizia) il punto da cui partire.
La rete di sorveglianza, a detta del vicesindaco, dovrà essere portata nei quartieri, per sensibilizzare i cittadini, attraverso incontri e assemblee, in collaborazione con i comitati di quartiere. Certo, però, a parte la difficoltà nell’avviamento dei comitati, come documentato nell’articolo ANGUILLARA. I COMITATI DI QUARTIERE CHE NESSUNO (O QUASI) VUOLE, bisogna considerare che, anche laddove il comitato si è creato e agisce, nel quartiere numero nove, la presenza del pubblico alle assemblee è marginale. Solo quando ci sono problemi che coinvolgono direttamente i cittadini, la risposta è numerosa, come fu qualche anno fa in presenza dell’acqua con l’arsenico.
Per avere un riscontro nelle assemblee realizzate sul tema della sicurezza, bisogna quindi far comprendere ai singoli che il problema dei furti non è “ciò che è accaduto a casa di un altro”, ma ciò che può accadere a casa di ciascuno di noi.
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