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I legali dell’ex fidanzato, condannato per la morte della giovanissima Federica Mangiapelo, hanno presentato ricorso in Cassazione chiedendo l’assoluzione e contestando la ricostruzione della dinamica.
Federica Mangiapelo, aveva soltanto 16 anni quando è stata uccisa la notte di Halloween del 2012 dal fidanzato Marco Di Muro ad Anguillara Sabazia. Il suo corpo fu trovato sulle sponde del Lago di Bracciano, a Vigna di Valle, da un passante. Sul cadavere, infatti, non vi era alcun segno di violenza, e tutto lasciava credere che la ragazzina fosse morta in seguito ad un incidente. Dopo essere uscita dall’abitazione del padre intorno alle 22:30, la ragazza era uscita per festeggiare Halloween insieme al fidanzato. Lui, interpellato sulla morte di Federica, aveva detto di essersene separato ad una certa ora dopo un litigio, e la sua versione sembrava confermata anche dalla testimonianza di un amico che era insieme a lui. Fu soltanto in seguito che la telecamera di videosorveglianza di una stazione di benzina confermò la presenza del Di Muro fuori casa in orari in cui il giovane sosteneva di essere già rientrato. Gli esami medico-legali, in seguito, accertarono che Federica non era morta per cause naturali come sostenuto inizialmente: qualcuno le aveva tenuto la testa sottacqua, quel qualcuno era il fidanzatino Marco.
A far discutere l’opinione pubblica sul delitto di Federica, di recente, è stato soprattutto lo sconto di pena di cui ha beneficiato il fidanzato Marco Di Muro. Il giovane, inizialmente condannato a 18 anni di reclusione dal gup di Civitavecchia, è infatti chiamato a scontare una pena di 14 anni per decisione della Corte d’assise d’Appello di Roma, allora presieduta da Giancarlo De Cataldo, che nel processo per rito abbreviato gli ha riconosciuto le attenuanti generiche. Una sentenza, quella emessa dai togati capitolini, che nei mesi precedenti alla sentenza, intervistato da Il Tempo, aveva auspicato una pena esemplare per l’assassino della figlia:”Il massimo della pena senza sconti. Nostra figlia è stata uccisa da colui che avrebbe dovuto proteggerla. Quando ti toccano dal vicino l’affetto della persona più cara che hai messo al mondo, augurarsi un ergastolo è il minimo”.
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