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Roma

ANGUILLARA: L'EX FARMACIA COMUNALE APERTA LA DOMENICA MATTINA

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Tempo di lettura 2 minuti L'iniziativa per venire incontro alle richieste dei cittadini

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di Simonetta D'Onofrio

Anguillara Sabazia / Ponton dell'Elce – Una sperimentazione, l’ha definita il titolare della Farmacia di Anguillara quartiere Ponton dell'Elce. Una sperimentazione, una volta tanto, che viene incontro alle esigenze dei cittadini. Il locale è uno dei pochi esercizi commerciali (e vista la natura dei prodotti che fornisce, anche sociale) del quartiere, che può contare, oltre ai duemila abitanti circa del comprensorio, anche di altrettante perone residenti nelle zone circostanti.

La farmacia fino a due anni fa era comunale. La licenza è stata ceduta a fronte del pagamento di circa un milione di euro per coprire i debiti fuori bilancio che il Comune aveva accumulato in anni passati. La decisione scontentò i residenti nel quartiere, che avevano visto con la scelta operata un abbandono dell’amministrazione nei confronti di questo “avamposto”. Il Comune che già nelle precedenti amministrazioni aveva depauperato il quartiere dello sportello anagrafico (di cui, dopo dieci anni, resta solo un vecchio desolante cartello indicativo), del locale di via delle Palme, che è stato sistemato in gran parte grazie al lavoro dei cittadini del posto, ha deciso di togliere l’ultimo baluardo di presenza per ricordare ai residenti che sono cittadini di Anguillara, così come gli abitanti del centro storico o dei quartieri più fortunati lungo l’anguillarese.

C’è da dire che quando la licenza era comunale, la farmacia non funzionava adeguatamente. Spesso aveva una disponibilità di farmaci estremamente ridotta, e i tempi di approvvigionamento nel caso di una prenotazione non erano paragonabili a quella delle concorrenti private. L’orario di apertura, poi, era dettata da una cecità frutto della più bieca organizzazione burocratica. Più volte i residenti avevano chiesto l’apertura il sabato pomeriggio (molti di loro lavorano nella capitale, e “vivono” il quartiere solo nel week end), ma il comune ha sempre risposto che non era possibile fare ciò a causa dei costi. Costi che sono miracolosamente scomparsi, da quando la nuova farmacia comunale è stata aperta in un quartiere più centrale, per cui “merita” l’apertura con orario continuato, sabato compreso. Un chiaro segnale dato dalla giunta anguillarina ai residenti di Ponton dell’Elce. Significa dire: “voi non valete quanto i cittadini di Anguillara”!

Fortunatamente la licenza è stata acquistata da un farmacista volenteroso, che a dispetto dello scarso impegno comunale nel quartiere, ha rinnovato il locale, fornendolo di quanto necessario, e ha deciso di aprire non solo il sabato pomeriggio, ma sperimentalmente nel mese di febbraio, anche la domenica mattina.
Abbiamo chiesto a Carlo, il titolare della licenza cosa lo ha convinto a intraprendere questa scelta.
“Insieme con la dott.sa Barbara abbiamo preso questa decisione a seguito di alcune richieste più o meno dirette dovute alla totale mancanza di collegamenti per raggiungere le altre farmacie del paese. Ovviamente spero di poter rendere questo servizio definitivo, ma come puoi immaginare ha degli oneri piuttosto elevati. Se la popolazione risponde e ci permette almeno di pareggiare i conti, siamo ben contenti di essere utili ad una comunità che non ha tutti i servizi di cui necessita. Magari può essere l'inizio di un miglioramento comune, anche di altre cose”.
Il fatto che un privato, per quanto possa dimostrarsi volenteroso, offra un servizio molto meglio di come lo offriva l’ente pubblico fa riflettere. Vuol dire che l’amministrazione Pizzorno non ha, e forse non ha mai avuto, rispetto per i cittadini del quartiere periferico.

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Castelli Romani

Ciampino, episodio di bullismo: la denuncia di una madre su Facebook scatena polemiche

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Un episodio di bullismo avvenuto a Ciampino ha suscitato forti reazioni e polemiche dopo che una madre ha condiviso la sua drammatica testimonianza su Facebook. La signora, madre di un ragazzo di 13 anni, ha raccontato l’incubo vissuto da suo figlio, vittima di un gruppo di coetanei.

Il post, che ha rapidamente raccolto molte reazioni e condivisioni, ha portato alla luce una realtà inquietante e ha acceso un acceso dibattito tra i residenti.

Secondo quanto riportato dalla madre del ragazzo, l’episodio è avvenuto nel parco comunale di Ciampino, dove suo figlio Alessandro stava giocando con alcuni amici. Improvvisamente, un gruppo di ragazzi più grandi si è avvicinato e ha iniziato a insultarlo e a deriderlo. La situazione è degenerata quando uno dei bulli ha spinto Alessandro a terra, facendogli perdere l’equilibrio e ferendolo al ginocchio. Il ragazzo, visibilmente scosso, è tornato a casa in lacrime e con un grande spavento.

Nel suo post, la madre ha scritto: “Mio figlio è tornato a casa oggi con il cuore spezzato e il corpo ferito. Non posso tollerare che i bambini debbano subire tali atrocità. Questo bullismo deve finire!”. Il suo appello ha ricevuto immediato sostegno da parte di molti residenti, che hanno espresso la loro solidarietà nei commenti.

Giovanna, una residente di Ciampino, ha commentato: “È inaccettabile che i nostri ragazzi non possano sentirsi al sicuro nemmeno nei parchi pubblici. Le autorità devono intervenire e prendere provvedimenti immediati”. Un altro commento, di Marco De Santis, aggiunge: “Questi atti di violenza sono vergognosi. I bulli devono essere identificati e puniti, e le scuole devono fare di più per educare i ragazzi al rispetto reciproco”.

Tuttavia, il post ha anche suscitato polemiche e divisioni. Alcuni hanno criticato i genitori dei ragazzi coinvolti, accusandoli di non educare adeguatamente i propri figli. “Dove sono i genitori di questi bulli? Perché non insegnano loro il rispetto e la compassione?”, ha scritto Francesca.

Le autorità locali non hanno tardato a intervenire condannando il gesto.

L’episodio, sebbene doloroso, ha anche sollevato un’importante consapevolezza sulla necessità di promuovere la cultura del rispetto e della solidarietà tra i giovani.

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Castelli Romani

Frascati, Libri in Osteria: appuntamento giovedì 18 luglio con Antonella Prenner

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Cosa lega Tullia, figlia di Cicerone, Servilia, madre del cesaricida Bruto, e Messalina?

Al di là di essere tre figure della Storia antica di Roma sono le protagoniste di alcuni romanzi della filologa e scrittrice Antonella Prenner, docente di Lingua e letteratura latina all’università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.

la scrittrice Antonella Prenner

Antonella Prenner ed i suoi romanzi saranno i protagonisti giovedì 18 luglio in piazza dell’Olmo a Frascati, a partire dalle ore 18, del salotto letterario di Emanuela Bruni, Libri in Osteria assieme allo scrittore e giornalista Pino Donghi.
Le loro vite, le loro esperienze e i loro rapporti, spiega Emanuela Bruni “offrono un punto di vista non ufficiale, emotivo, disvelando pieghe e zone d’ombra di una storia sempre scritta dagli uomini e per gli uomini”.
Quindi si avrà la possibilità di cambiare la prospettiva di lettura di una storia che vede queste figure troppo spesso relegate al ruolo di comprimarie pur essendone protagoniste ed attrici principali.
Non mancherà un breve approfondimento sull’ultima fatica di Antonella Prenner “Lucano. Nostalgie di libertà” ove l’autrice descrive l’età di Nerone e di una generazione infelice, che assiste all’esercizio di un potere politico iniquo e impossibile da contrastare perché assoluto, e che vagheggia di tornare a un tempo irripetibile, quando “res publica” romana significava “libertà”.

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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