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ANGUILLARA: LE GRANDI OPERE E… L'IGNARO VISITATORE

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Ti accompagno fino al Comune e fatti dire da loro. Dato che ci sarai chiedigli anche della Piroga, della Piscina Olimpionica, del completamento di Via Anguillarese. Sono molto gentili, vedrai che saranno ben felici di spiegarti tutto.

 

di Emanuel Galea

Anguillara (RM) – Anguillara, una fiorente cittadina laziale sulle sponde del Lago di Bracciano, è un cantiere aperto. Il visitatore che viene da fuori, in special modo quello che viene da molto fuori, rimane estasiato davanti alle molteplici iniziative in corso. Pensa lui, miranti a fare di quest’angolo lacustre, un paradiso vivibile dodici mesi su dodici, un sogno, l’invidia dei paesini limitrofi. All’occhio del visitatore ignaro, meravigliano le tante opere in corso di completamento.

L’ignaro che s’immette sulla via Anguillarese, proveniente da Trevignano, fa i complimenti. Gli piace la rotatoria, i marciapiedi, l’asfaltatura. All’altezza delle case popolari, ingenuamente, si domanda il perché il progresso si ferma lì. Ma, chiede lui, il progetto finanziato non prevedeva la messa in sicurezza della strada fino al passaggio a livello? Sbaglio, chiede lui, ma non era prevista una seconda rotatoria? Come mai che vanno così al rilento? Eppure, conclude l’ignaro visitatore, non trattasi certamente di finanziamento, no? Che vuoi rispondere all’amico? Faccio finta di non aver sentito, tanto, ci sono altri che fanno finta di non sentire.

Chiedo scusa, mi si rivolge l’ignaro curiosone, mi sai indicare la Piscina Olimpionica? Correggimi, l’altro anno, il vostro vice sindaco l’ha inaugurata e se non sbaglio, sempre con un finanziamento di un milione di euro, beati voi, l’hanno coperta. Ora ve la potete godere estate e inverno.

Ma chi ti c’ha mandato? Sbagli, sbagli! Ora cerca di non sbagliare indicazione.  Ritorna indietro e alla rotatoria gira a sinistra, vai avanti un centinaio di metri, rigira a sinistra, campo sportivo. Vai avanti, la piscina la troverai sulla tua destra. Non la puoi mancare. La riconosci perché, senza dubbio, a sorvegliarla ci sarà il solito gregge. L’amico non ha capito. Va avanti. Se ti servo, mi troverai al bar della stazione.

Il tempo di prendere un caffè e di fumare una sigaretta ed ecco di nuovo, con il viso imbronciato, il visitatore ignaro. Ti interrompo, già conosco cosa mi vuoi dire. Sono anni che la piscina, milioni di euro, sta lì in rovina, all’incuria, abbandonata. Hai scattato qualche foto, per lo meno? Bravo, ora hai anche tu dei ricordi di questa vergogna. Che fai, torni a casa?

L’amico vuole vedere il museo neolitico, dove ci dovrebbe essere custodita una piroga di circa otto mila anni fa. Mi ha commosso. Ti accompagno, tanto da qui al museo sono pochi passi. Attraversato il parcheggio, i rovi, le erbacce, passati oltre i lampioni divelti, le panchine distrutte, ci avviciniamo ai cancelli chiusi del museo. Ecco da qui puoi dare un’occhiata dentro. Ma da qui non si vede niente, risponde candidamente l’ignaro visitatore. Non vedi niente no, qui tutto è sepolto sotto una coltre spessa di “cultura”. Quale?  Non mi provocare!

Certamente “questo straniero” non può capire e rimane disorientato. Quando si riprende dall’imbarazzo, mi chiede se , cortesemente, posso indicare la famosa “porta del parco”, naturalmente Martignano! Io ti accompagno volentieri, scatti le tue foto, prendi i tuoi appunti. Per piacere ti chiedo di non farmi domande. Andiamo.

Scendiamo dal fontanile, passiamo il ponticello, giriamo a sinistra e parcheggiamo.Tutto qui?  Sì, tutto lì. Il finanziamento? Senti amico, ora, perché mi sei diventato simpatico, ti faccio visitare, da dietro le transenne, il monumento dei marinai, terza edizione, e non garantisco se sia questa la definitiva. Anche qui mi vuoi domandare : il finanziamento? Lasciamo stare. Pensiamo solamente al tempo che ci vuole per finire questa opera. Non è mica la metropolitana C di Roma.  Amico caro, ci saranno tante altre belle opere in itinere da visitare. Peccato io non posso accompagnarti. Ho un altro impegno.

L’ultimo piacere che ti chiedo. Mi puoi indicare la strada Anguillara –Cesano, così faccio prima? Quella no, quella proprio no. Ti accompagno fino al Comune e fatti dire da loro. Dato che ci sarai chiedigli anche della Piroga, della Piscina Olimpionica, del completamento di Via Anguillarese. Sono molto gentili, vedrai che saranno ben felici di spiegarti tutto.

Grazie, ciao.

Ciao e buona fortuna.

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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